3 ottobre 2014 - Dipartimento di Matematica e Informatica

Dipartimento di Matematica e Informatica
Corso di laurea in Matematica
Compito di Geometria assegnato il 3 ottobre 2014
I
Nel piano `e assegnato un sistema di riferimento cartesiano ortogonale O~x~y .
Sono dati i punti A(2, 1), S(0, 2) e la retta r di equazione 2x − y − 3 = 0.
1. Scrivere l’equazione della retta r0 simmetrica di r rispetto ad S.
2. Se una conica non degenere ha centro S ed ha come tangente in un suo punto A la retta
r giustificare il fatto che r0 `e tangente alla conica nel punto A0 simmetrico di A rispetto
ad S.
3. Trovare e studiare il fascio di coniche aventi centro S e tangenti in A alla retta r.
Trovare un’equazione ridotta, i vertici, gli asintoti dell’iperbole equilatera del fascio.
II
Nello spazio `e assegnato un sistema di riferimento cartesiano ortogonale O~x~y~z.
1. Sono dati il punto B(0, 0, 2), la retta s: x+4 = 0, y +z = 0 ed il punto C(−4, 1, −1) ∈ s.
Trovare le coordinate dei punti D della retta s tali che il triangolo BCD abbia area 3.
2. Trovare e studiare il fascio delle quadriche che contengono la conica di equazioni
n
y=0
x2 + z 2 = 4
e sono tangenti al piano y = 2 nel punto R(2, 2, 2).
III
Sono dati i sottospazi di R4 :
V = {(x, y, z, t) ∈ R4 | y − 2z + t = 0},
W = L {(h − 1, 0, 1, h + 1), (1, h, 0, −h)}
dove h `e un parametro reale. Determinare i sottospazi V ∩ W e V + W al variare di h ∈ R
indicando, nei casi significativi, una base ed equazioni cartesiane.
Verificare che le assegnazioni
f (1, 0, 0, 0) = (2, 0, 0, 0)
f (0, 0, 1, 2) = (2, 0, 2, 4)
f (1, 1, 0, −1) = (2, 1, 1, 1)
definiscono un endomorfismo di V e determinarne gli autospazi. f `e semplice?
Svolgimento
I
1. Un punto della retta r ha coordinate (a, 2a − 3) al variare del parametro a; il simmetrico
di tale punto rispetto ad S ha coordinate (−a, −2a + 7). Equazioni parametriche per la
retta r0 , simmetrica di r rispetto ad S, sono x = −a, y = −2a + 7; equazione cartesiana di
r0 `e 2x − y + 7 = 0.
2. Alla retta r0 appartiene naturalmente il punto simmetrico di A rispetto ad S, A0 (−2, 3);
la retta per A ed A0 `e un diametro per la conica e il suo polo `e un punto improprio P∞ :
poich´e A sta sulla polare di P∞ questo punto sta sulla polare di A che `e la retta r (teorema
di reciprocit`
a), quindi P∞ `e il punto improprio della retta r. Poich´e anche A0 sta sulla
polare di P∞ , la polare di A0 , che `e la tangente alla conica in A0 , deve passare per P∞ e
quindi la retta per A0 e parallela ad r `e tangente alla conica.
3. Tutte le coniche del fascio saranno tangenti ad r in A e ad r0 in A0 . Due coniche
spezzate del fascio sono date da r · r0 e dalla retta AA0 contata due volte. Equazione di
AA0 `e x + 2y − 4 = 0, e l’equazione del fascio
(2x − y − 3)(2x − y + 7) + k(x + 2y − 4)2 = 0,
(4 + k)x2 + 2(2k − 2)xy + (1 + 4k)y 2 + 8(1 − k)x − 4(1 + 4k)y − 21 + 16k = 0.
Calcoliamo l’invariante quadratico
4 + k 2k − 2 2
2
2k − 2 1 + 4k = 4k + 17k + 4 − 4k − 4 + 8k = 25k.
Avremo ellissi per k > 0, iperboli per k < 0 e, naturalmente, una conica spezzata per
k = 0 (non possiamo pensare di trovar parabole, visto che il centro delle coniche `e un punto
proprio). In particolare per k = 1 si ha una circonferenza
di equazione 5x2 +5y 2 −20y −5 =
√
2
2
5(x + y − 4y − 1) = 0 di centro S e raggio 3; per k = −1 l’invariante lineare `e nullo e
la conica risulta un iperbole equilatera di equazione 3x2 − 8xy − 3y 2 + 16x + 12y − 37 = 0.
Calcoliamo gli invarianti di questa iperbole.
3 −4
8 |B| = −4 −3
6 = 37·9−24·8−24·8+64·3−36·3+16·37 = 25·37−48·8+3·28 = 625
8
6 −37 3
|A| = −4
−4 = −9 − 16 = −25,
−3 I = 0.
Se l’equazione ridotta dell’iperbole la scriviamo αX 2 + βY 2 = γ, deve essere
(
−αβγ = 625
αβ = −25 ⇒
β = −α
( γ = 25
α = ±5 .
β = ∓5
Scegliendo α = 5 si trova l’equazione ridotta X 2 − Y 2 = 5. Gli asintoti sono rette congiungenti il centro con uno dei punti impropri, le cui coordinate sono soluzioni del sistema:
√
n 02
n
3x − 8x0 y 0 − 3y 02 = 0 ⇒ x0 = 4± 316+9 y 0 ⇒ x0 = 3y 0 , −(1/3)y 0 .
t0 = 0
t0 = 0
t0 = 0
Troviamo (3, 1, 0) e (−1, 3, 0) e gli asintoti hanno equazioni x − 3y + 6 = 0, 3x + y − 2 = 0.
Ricordando che gli assi di simmetria ortogonale bisecano gli asintoti, troviamo gli assi come
luogo dei punti equidistanti dalle due rette trovate.
|3x + y − 2|
|x − 3y + 6|
√
√
=
⇒ x − 3y + 6 = ±(3x + y − 2)
10
10
da cui le equazioni dei due assi x+2y −4 = 0, 2x−y +2 = 0. Secando l’iperbole con la retta
x = 4 − 2y si trova 3(4 − 2y)2 − 8y(4 − 2y) − 3y 2 + 16(4 − 2y) + 12y − 37 = 0; semplificando
si ha y = 1, 3 e quindi i due punti A(2, 1), A0 (−2, 3) sono i vertici reali dell’iperbole.
II
√
√
1. Numeri direttori di s sono (0, −1, 1) e quindi un versore `e s = (0, −1/ 2, 1/ 2) =
−→
−→
√
√
−~j/ 2 + ~k/ 2; il vettore CB = 4~i − ~j + 3~k e la distanza di B da s `e il modulo di s ∧ CB.
−→
√
√
√
√
√
~k + (4/ 2)~j + (1/ 2)~i − (3/ 2)~i = (2/ 2)(−~i + 2~j + 2~k) e quindi
Si ha s ∧ CB = (4/
2)
p
√
il suo modulo `e 2(1 + 4 + 4)p= 18. Il punto D avr`a coordinate D = (−4, b, −b), la
√
2 + (1 − b)2 =
(b
−
1)
2|b − 1|; l’area del triangolo BCD
lunghezza del
segmento
CD
`
e
√
√
sar`a quindi 2|b − 1| · 18/2 = 3|b − 1|. Segue che deve essere |b − 1| = 1 e si trovano i
due punti D1 = (−4, 2, −2), D2 = (−4, 0, 0).
2. Le quadriche contenenti la conica assegnata hanno equazione y(ax+by+cz+d)+x2 +z 2 −
4 = 0, ovvero x2 +by 2 +z 2 +axy+cyz+dy−4 = 0, al variare dei parametri a, b, c, d. Detta B
la matrice associata a tali quadriche, il piano tangente in R sar`a (2, 2, 2, 1)B t (x, y, z, 1) = 0.
Quindi il polinomio (2, 2, 2, 1)B t (x, y, z, 1) dovr`a essere proporzionale a y − 2.


1
a/2 0
0
b
c/2 d/2 
 a/2
(2, 2, 2, 1) 
 = (2 + a, a + 2b + c + d/2, c + 2, d − 4) = ρ(0, 1, 0, −2).
0
c/2
1
0
0
d/2 0
−4
Uguagliando si ha:

 a = −2
2+a=0



 c = −2
a + 2b + c + d/2 = ρ
⇒


c + 2 = 0
 d = 6 − 2b
ρ = 2 − d/2
d − 4 = −2ρ
Il fascio di quadriche avr`
a equazione x2 +by 2 +z 2 −2xy −2yz +(6−2b)y −4 = 0; calcoliamo
gli invarianti.
−1
0
0 1
−1 3 − b −1 −1 3 − b b
b
−1 3 − b −1
|B| = 1
0 + 0
1
0 = −(b − 1)2
= −1
−1
1
0 0
3−b 0
−4 0
0
−4 0 3−b 0
−4
|A| = b − 1 − 1 = b − 2. Osserviamo che quando b 6= 1 le quadriche hanno punti ellittici,
per b = 1 si trova un cono e per b = 2 un paraboloide ellittico. Per sapere quando la conica
all’infinito ha punti reali calcoliamo il polinomio caratteristico della matrice A:
1 − T
−1
0
−1
b−T
−1 = (b − T )(1 − T )2 − 2(1 − T ) = (1 − T )(T 2 − (b + 1)T + b − 2)
0
−1
1−T Il trinomio T 2 − (b + 1)T + b − 2 ha due variazioni per b > 2, e in tal caso le radici del
polinomio caratteristico sono tutte e tre positive: quindi per b > 2 la conica all’infinito non
ha punti reali e le quadriche sono ellissoidi. Di conseguenza per b < 2 si trovano iperboloidi
ellittici. Infine per b = 1 il cono `e a punti reali e il vertice `e il punto R.
III
I vettori di W sono del tipo ((h−1)a+b, hb, a, (h+1)a−hb) al variare dei parametri a, b ∈ R.
Vediamo per quali valori di a, b tali vettori stanno in V : hb−2a+(h+1)a−hb = (h−1)a = 0.
Quando h = 1 si trova che W ⊂ V e quindi W ∩ V = W, W + V = V ; quando h 6= 1
deve essere a = 0 e si ha W ∩ V = {(b, hb, 0, −hb) | b ∈ R} = L {(1, h, 0, −h}. Quindi
dim W ∩ V = 1 e dim(W + V ) = 3 + 2 − 1 = 4 e W + V = R4 ; equazioni cartesiane
dell’intersezione si ricavano ponendo x = b, y = hb, z = 0, t = −hb ed eliminando il
parametro b. Si trova y = hx, z = 0, t = −hx.
Osserviamo che i vettori ~v1 = (1, 0, 0, 0), ~v2 = (0, 0, 1, 2), ~v3 = (1, 1, 0, −1) sono linearmente
indipendenti e soddisfano l’equazione di V e quindi sono una base B del sottospazio V .
Inoltre si ha (2, 0, 0, 0) = 2~v1 , (2, 0, 2, 4) = 2~v1 + 2~v2 , (2, 1, 1, 1) = ~v1 + ~v2 + ~v3 e quindi f `e
un endomorfismo di V e la sua matrice rispetto a B `e

2
0
0
2
2
0

1
1
1
Il polinomio caratteristico `e (2 − T )2 (1 − T ); quando T = 1 gli autovettori sono soluzione
del sistema x + 2y + z = 0, y + z = 0 e quindi sono del tipo (z, −z, z) e l’autospazio
dell’autovalore 1 ha dimensione 1. Quando T = 2 gli autovettori sono soluzione del sistema
2y + z = 0, z = 0 e quindi sono del tipo (x, 0, 0) e l’autospazio dell’autovalore 2 ha pure
dimensione 1: poich´e la molteplicit`
a algebrica dell’autovalore 2 `e invece 2 l’endomorfismo
f non `e semplice.