Epistula N. 50 Giugno 2014 Manifestazioni future Editoriale: giovedì 3 luglio Cena dei confronti Vedi programma dettagliato a lato Michele Serra è uno scrittore e giornalista, nonché creatore di testi per la televisione e la radio italiana. Da anni tiene una rubrica sul quotidiano La Repubblica denominata l’AMACA dove, con incisività e buon senso, tratta di questioni politiche, sociali, economiche, religiose ecc. In una di queste, prima di elezioni politiche, alla domanda su chi avrebbe visto come ministri rispondeva pressappoco così: le uniche due persone per me candidabili sono Carlo Petrini per l’agricoltura e il commercio e Don Ciotti per il sociale e il welfare (Don Ciotti è un sacerdote di Torino che ha fondato l’associazione LIBERA che si occupa di emarginati e dell’utilizzo dei beni sequestrati alla mafia). sabato 12 luglio Scarpinata in Val Piumogna Vedi programma dettagliato a pag.2 sabato 23 agosto Laboratorio del gusto sui pomodori Malvaglia, Casa Merogusto con Meret Bissegger e Sabine Laffanchi di Pro Specie Rara dalle 17.00 alle 18.30 Posti limitat. Prezzo: 30.-Iscrizioni al piu presto [email protected] 091 870 13 00 giovedì 11 settembre Ristorante Montalbano, Stabio, venerdì 26 settembre Ristorante De Fanti, Lavorgo: Presentazioni del libro “L’eredità culinaria delle alpi“ di Dominik Flammer, con fotografie di Sylvan Müller, presentato dall’autore, in seguito cena a tema 18 - 28 settembre Settimana del Gusto : 23 - 27 ottobre Salone del Gusto a Torino: Autunno 2014 Slow Food Fish CH Salone svizzero del pesce a Losanna 11 novembre Laboratorio del Gusto con classi di scuole elementari del Cantone. San Martino a Mendrisio 14 - 16 novembre Slow Food Market a Zurigo 10 dicembre 2014 Terra Madre Day, abbinato al pranzo di Natale Al Congresso di Slow Food Italia tenutosi il 12 maggio a Riva del Garda, Petrini e Don Ciotti si sono incontrati come già altre volte, ma in questa occasione sul palco quali oratori per tenere i principali interventi. Non è stato un caso, ma la logica conseguenza del percorso ideologico che il fondatore di Slow Food sta dando al movimento. Sempre più il discorso sul cibo si allarga a tutti i parametri che questo coinvolge e non si limita al pulito e al buono. L’ulteriore parola dello slogan di Slow Food giusto assume ora rilevanza sempre più grande. Così argomenti come landgrabbing, deforestazioni, inquinamenti, distruzione di agglomerati, sfruttamento di animali, mari ed oceani acquistano sempre più importanza all’interno della problematica cibo e alimentazione. Producendo e consumando in modo sbagliato si contribuisce a distruggere il pianeta. Slow Food si oppone alla pura logica di mercato e Terra Madre, lanciata nel 2003 da Carlo Petrini al Congresso Internazionale di Napoli, è la realizzazione e nello stesso tempo l’inizio di questo percorso socio-ambientale che Slow Food intende portare avanti. La parola giusto, in primo luogo, deve valere per i produttori e per i lavoratori: se sono retribuiti correttamente il consumatore può accettare un prezzo più elevato della merce e delle prestazioni elargite, rispettando così il loro lavoro G.R. Giovedì 3 luglio, ore 19.30: Cena dei confronti Ristorante la Trattoria Via Marcacci 9 6600 Locarno (tel 091 751 64 44) Anche quest’anno avrà luogo l’apprezzata Cena dei Confronti. Saremo ospiti di Simone Bianchi ritornato a Locarno in Città vecchia. Ogni piatto sarà cucinato due volte: una volta con prodotti industriali, l’altra con prodotti artigianali. Sarà curioso vedere quale piatto sarà più apprezzato. Menu: Carpaccio di trota affumicata agli agrumi con pinzimonio di verdure Coniglio arrosto alla ligure con verdure miste e patate Tenerina al cioccolato con gelato alla vaniglia. Iscrizioni: 091 743 77 20 o [email protected] entro il 1.7.2014 Costo: fr. 55.- (acqua minerale e caffè compresi) vino escluso. La cena è aperta a tutti, soci e non. Vi aspettiamo numerosi per ripetere le belle esperienze fatte gli anni scorsi a Morbio e a Cureglia. Scarpinata all’Alpe Geira 12 Luglio La meta della scarpinata di Slow Food Ticino quest’anno sarà la Valle della Piumogna, una bellissima valle sospesa sopra il villaggio leventinese di Dalpe, e uno dei suoi alpeggi più conosciuti, quello dell’Alpe Geira. Infatti da diversi anni il formaggio di Geira riscuote un notevole successo ed è stato insignito di numerosi premi e distinzioni; una grande qualità dovuta all’abilità dei casari che si sono succeduti, ma anche all’erba particolarmente buona dei pascoli dell’alpeggio… non dimentichiamoci che anche lì è presente un affioramento di dolomia saccaroide, simile a quella che c’è in Val Piora… L’Alpe di Geira, così come il piccolo ristoro presente, sono gestiti da Reto Sartore, allevatore di Dalpe. Vi ricordiamo che è possibile acquistare in loco prodotti freschi. La passeggiata di circa un’ora e mezza, non presenta nessuna particolare difficoltà: si sale lungo la cascata della Piumogna per poi inoltrarsi dolcemente nella valle, costeggiando il fiume. Per chi non potesse camminare a lungo vi è la possibilità di salire in auto al Bosco Bello e posteggiare all’inizio del sentiero per il Campo Tencia. PROGRAMMA 10.00 Ritrovo al posteggio in fondo al paese di Dalpe (vicino al negozio Crai) 12.30 Pranzo all’Alpe di Geira 17.00 Rientro a Dalpe Cena Capretto del Toggenburgo* Ristorante Mistral, Bellinzona La Commissione dell’Arca di Slow Food Svizzera ha organizzato il 23 maggio una giornata per far conoscere il Presidio della Capra del Toggenburgo. Ogni condotta è stata invitata a preparare un menu dove sono state utilizzate tutte le parti dell’animale anche quelle meno nobili. La Condotta Ticino ha scelto di affidare la serata a Luca Brughelli, dell’Osteria Mistral di Bellinzona, il quale ha proposto un menu di nove portate, ricco e intrigante. Ha presentato dei piatti equilibrati e armoniosi, riuscendo a rispettare la materia prima e a esaltarne la sua natura: •Tartare di coscia con pomodorino; •Terrina di spalla, cotta sotto vuoto a 62 gradi per 14 ore, con verdure e salsa di barbabietole; •Collo in insalata con panace e schiuma di lemongrass; •Tagliatelle di farina bona con ragù di coscia e boccioli di dente di leone; •Cosciotto tonnato, cottura sotto vuoto a 62 gradi per tutta la notte, asparagi; •Fiore di zucchina farcita con mousse di fegato, mousse di zucchina su letto di farinello e scorzonera; •Polmone arrotolato nella pancia, salvia selvatica fritta, salsa yogurt di capra e patate viola; •Pot au feu con rognone, fegato, costina e polpetta con misto di carne di capretto accompagnati da carote, cipollotti, castalda e fava; •Cilindro di formaggino di capra e acetosa, sorbetto di fragola pesca, schiuma di rabàrbaro e viola. Durante l’interessante serata Luca Brughelli e Meret Bissegger hanno colloquiato con i commensali portando delle riflessioni molto interessanti. Innanzi tutto si è dimostrato come il capretto si può cucinare in tutte le sue parti, valorizzandolo in cotture separate. Peccato che il cuoco abbia ricevuto la carne, tre capretti per un peso complessivo di 40 chilogrammi, senza la testa: sarebbe stato interessante gustare anche cervella e lingua! Inoltre il capretto, anche se ha mangiato un po’ di erba, e la capra si possono gustare tutto l’anno. La Condotta potrebbe in futuro riflettere e agire per far capire che il capretto non si consuma unicamente nel periodo della Pasqua, come capita in Ticino. I presenti hanno gustato un’ottima cena, impreziosita dal genio di Luca e dalle competenti riflessioni di Meret. PREZZO Fr. 22.– Polenta e brasato o spezzatino con carne dell’allevamento dell’alpigiano. Supplemento per formaggio: circa Fr. 3.– In caso di cattivo tempo la passeggiata sarà annullata: sarete avvisati. ISCRIZIONI A Giorgio Romano 091 743 77 20 [email protected] Per favore comunicare il numero di partecipanti e un recapito telefonico Termine ultimo di iscrizione mercoledì 9 luglio 2014 Il Presidio si propone di valorizzare questa razza nella sua area di origine. Paradossalmente infatti questa capra rischia l’estinzione nel luogo di origine mentre numerosi capi si trovano in altre regioni e nazioni, compresa l’Italia e l’Inghilterra. Il Presidio sostiene l’attività dell’associazione degli allevatori e cerca di salvaguardare la razza attraverso la promozione dei suoi prodotti: un macellaio della zona produce due insaccati a base esclusivamente di capra del Toggenburgo e alcuni produttori si stanno impegnando per la produzione di tome con latte crudo di capra del Toggenburgo. Grazie alla valorizzazione di queste produzioni gli allevatori del Toggenburgo possono sperare di riuscire a incrementare la presenza di capi sul territorio. C.P. *Per maggiori informazioni sulla capra del Toggenburgo vedi www.slowfood.ch Un’idea di felicità Assemblea Slow Food Ticino 2014 Luis Sepulveda ha titolato un suo libro:“Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”. Un titolo che ha subito suscitato l’interesse di Carlo Petrini perché parla di un elemento fondamentale della filosofia di Slow Food. È così nato un altro libro interessante, uscito a fine aprile di quest’anno, dal titolo “Un’idea di felicità”. Si tratta d’una riflessione comune e per certi versi parallela di Petrini e Sepulveda su temi di attualità, con approfondimenti appunto su un’idea di letteratura, di sviluppo, di condivisione, di natura, di politica, che definiscono quella di felicità. Dice Sepulveda: “La vita è breve, buona e c’è un diritto fondamentale: il diritto alla felicità. Che non si manifesta e non si deve confondere con una sorta di diritto naturale a diventare ricco o a soverchiare gli altri. Parliamo di un’altra felicità. Delle soddisfazioni piccole, che però valgono molto”. Risponde Petrini parlando di diritto al piacere “Che si lega in maniera inscindibile con la lentezza: sono necessari l’uno all’altra. Ma, purtroppo, la rivendicazione, decisa, del diritto al piacere è stata sempre per noi croce e delizia. Croce poiché ci ha subito posto nella categoria dei privilegiati, quelli che grazie ai soldi possono mangiare meglio rispetto agli altri. E delizia perché io penso che il diritto al piacere sia un diritto universale di tutta l’umanità, non solo della parte ricca”. Su questi binari corre il dialogo, il confronto sempre attento alla lentezza, alla lumaca, anche se tutto è relativo poiché la lumaca, salita sulla groppa della tartaruga ad un certo punto le dice: “ Ma come corri veloce!”. M.F. Si è svolta in primavera l’assemblea annuale di Slow Food Ticino alla presenza di una trentina di soci al ristorante Albergo Unione a Bellinzona. Il Fiduciario Giorgio Romano ha brevemente riassunto le attività svolte nel 2013 e si è felicitato per il conseguimento da parte di 2 studenti ticinesi (Enrico Micioni e Valentina Carla Annamaria Bosia) del diploma di laurea presso la Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Bra. Nella relazione presidenziale e finanziaria sono stati 2 gli aspetti principali toccati. Il primo riguardava i soci: negli ultimi anni si è visto un calo delle adesioni del 20% e soprattutto tra le nuove iscrizioni mancano i giovani. Il secondo punto concerneva le relazioni con Slow Food Svizzera e in particolare la quota-parte destinata alle singole sezioni e la riduzione della tassa annuale (120 fr. per le persone singole e 160 per le coppie). La ripartizione attuale degli introiti impedisce alle condotte di svolgere delle attività per acquisire nuovi soci. Al comitato è stato chiesto di rinegoziare gli accordi alla prossima assemblea dei delegati. Il comitato in carica (Giorgio Romano, Mario Ferrari, Teodosio Margherita, Patrizia Rippstein, Marie-Jeanne Tabet) è stato rieletto. Ad esso si sono aggiunti 5 nuovi membri (Adriano Agustoni, Augusto Bernasconi, Franco Lurà ,Claudio Poretti, Fabrizio Quadranti). La commissione speciale ha poi conferito il Premio Riconoscimento Slow Food Ticino 2014 a Eva Frei. Ha fatto seguito la presentazione del Presidio Paun sejel (pane di segale tradizionale) della Val Monastero che i partecipanti hanno potuto gustare durante la cena. Buona lettura del libro pubblicato da Guanda.e Slow Food editori Eva Frei gestisce dal 1986, con l’aiuto del marito Carl, la fattoria “La Stalla” a Cevio, in Vallemaggia. “La Stalla” è una delle poche aziende agricole ticinesi che allevano pecore da latte. La tenuta è di 10.5 ettari e conta all’incirca 40 capi con una produzione annua di 6000 litri di latte e di circa 60 agnelli. L’azienda vende diverse tipologie di prodotti. Naturalmente la fanno da padrone i latticini, sapientemente trasformati dalle mani di Eva: yogurt (con il quale si può preparare il vero Tzatziki greco), formagella e formaggini “büscon”; inoltre, viene pure venduto il latte di pecora fresco, sempre più ricercato dai consumatori in quanto buon sostituto al latte vaccino in caso di intolleranza. Anche l’ottima carne d’agnello, primaverile ed estivo, è molto apprezzata dai consumatori. Questi prodotti possono essere acquistati in alcuni punti vendita valmaggesi, alcuni negozi di Locarno e Bellinzona, oltre che alla Conprobio. Ma non è tutto, oltre ai prodotti alimentari, la signora Frei ha ideato una serie di attività che ruotano attorno alla sua fattoria. Valorizza, ad esempio, la lana, prodotto che in Svizzera è spesso considerato uno scarto. È infatti possibile seguire direttamente in azienda dei corsi per confezionare delle trapunte con questo prodotto naturale e imparare a filarla, oltre che acquistare filati e pellicce. Le scuole possono recarsi a “La Stalla” per seguire le giornate di “scuola in fattoria”: un’occasione per gli allievi di integrare le nozioni acquisite sui banchi di scuola con la realtà di un’azienda agricola. Non da ultimo è possibile soggiornare in azienda in una delle due stanze dell’agriturismo da lei gestito. La giuria ha voluto così premiare Eva Frei per la sua costanza nel portare avanti un’attività nella quale crede. Un’allevatrice dalle molteplici capacità, grazie alla quale il prodotto ovino è messo in valore in tutti i suoi aspetti, sia con i prodotti alimentari di elevata qualità, sia con la trasmissione, anche alle nuove generazioni, di saperi antichi. Attività, quindi, che valorizzano e promuovono una cultura direttamente legata al territorio ticinese e ai suoi prodotti. L.P. Chez Gardon Se percorrete i vicoli di Bissone troverete la Bottega del pesce, ma è rimasta solo l’insegna del negozio gestito, a suo tempo, dal signor Pigazzini. Quella realtà è però rinata recentemente, nel novembre del 2013, per iniziativa di Rudi Blaser accanto al Bar Olmo, da lui gestito. L’iniziativa, pensata da tempo, ha finalmente potuto concretizzarsi poiché accanto al bar si è liberato un piccolo locale e allora, con le stesse risorse di personale, possono essere gestite le due realtà mantenendo un’apertura oraria molto estesa. Il nome è senza dubbio civettuolo riabilitando l’ultimo dei pesci arrivati nel Ceresio, ritenuto, spesso a torto, il meno nobile. L’iniziativa è sostenuta dal Consorzio pescatori con reti del Ceresio (7 pescatori) e dalla Cooperativa pescatori indipendenti che forniscono direttamente il pesce sia quello fresco che quello lavorato. Nel negozio si possono trovare la trota, il luccio perca, il persico, naturalmente il gardon, la bottatrice, il cavedano, la tinca, il lavarello, il coregone e altro. La disponibilità dipende dal pescato giornaliero e di certo non si puo’ trovare tutto quanto si desidera, come in un supermercato, è bene dunque telefonare prima per evitare delusioni. Comunque vi è anche il pesce di lago congelato e quello lavorato come ad esempio la trota, il lavarello e il coregone affumicati, la trota alle erbe e quella alle verdure, il paté di gardon o misto e infine il caviale di luccio perca. Le confezioni hanno caratteristiche culinarie diverse a dipendenza del pescatore che le prepara. Il negozio, passando i mesi, è diventato anche il luogo di scambio delle ricette riguardanti il pesce di lago e quindi anche una piccola scuola culinaria che trova sempre un buon supporto nel poderoso volume di Raimondo Locatelli e Massimo del Canale contenente 600 ricette. Il signor Blaser cresciuto sul lago, i genitori erano i titolari dell’Hotel Riviera a Melide, ha quindi dato concretezza ad un piccolo sogno proprio a Bissone, dove, all’inizio del secolo scorso, ben diciannove famiglie vivevano di pesca come testimoniano belle fotografie poste nel bar. M.F. La pescheria di Lago: Chez Gardon 079 482 59 70 [email protected] L’Epistula viene distribuita 4 volte all’anno in forma cartacea a tutti i soci. PP CH-6648 Minusio Comunicazioni a breve-medio termine verranno inviate per posta elettronica. Slow Food Ticino c/o Dr. Giorgio Romano tel. 091 743 77 20 Via Mimosa 6 6648 Minusio www.slowfood-ticino.ch [email protected].
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