6.1 Il cibo dei “nuovi” italiani tra identità e métissage alimentare Fiorella Giacalone, Riccardo Cruzzolin, Giuseppina Bonerba Dipartimento di Scienze Politiche CON IL PATROCINIO DI I fenomeni migratori, presenti in Italia da oltre vent’anni, hanno ridisegnato la mappa olfattiva e visiva delle città: ristoranti e negozi alimentari etnici mettono in mostra il cibo degli altri, e consentono percorsi multigustativi e multisensoriali, tra kebab turchi, sushi giapponesi, ristoranti cinesi, libanesi o messicani: il cibo è diventato il simbolo del métissage alimentare. Anche la grande distribuzione si è adeguata al mutato panorama demografico e diverse catene di discount si sono specializzate nella vendita di prodotti dell’Est-Europa, di carne halal o casher, in un interessante connubio tra leggi di mercato e rispetto dei divieti alimentari religiosi. Il cibo è un codice culturale; ad esso afferiscono ambiti economici, ambientali, religiosi, dimensione della socialità. Il cibo può essere un segnale di apertura e aprire dinamiche interculturali o diventare elemento di conflitto nelle complesse articolazioni del multiculturalismo quotidiano, dai condomini fino alle mense scolastiche. “La cucina è la soglia più accessibile di una cultura. È la soglia più bassa di un confine. Per questo è la prima a saltare (…) Mangiare la cucina degli altri significa attraversare questa soglia” (La Cecla, 2005, 70). In questo contesto multivariabile, il gruppo intende riflettere su alcune tematiche: a. Il cibo come identità culturale. Ci sono piatti e spezie che marcano appartenenze geografiche e culturali, che esprimono la dimensione rituale di feste religiose o d’identità nazionale; sono elementi costituitivi della socialità interna alle comunità. In questa accezione il cibo serve a identificare gruppi, a marcare appartenenze. Penso al “Festival della gastronomia” organizzato dai peruviani” o ad alcuni cibi specifici consumati durante il mese di Ramadan. b. Il cibo come confine. L’odore del cibo degli altri può essere percepito come invasione dello spazio olfattivo. I tabù alimentari, che riguardano la consumazione delle carni, sono elementi di separazione, che creano disagi e conflitti anche all’interno delle mense scolastiche o ospedaliere. Riflettere sulla relazione tra cibo e regole può aiutarci a capire la complessità di un mondo interreligioso. c. Il cibo come dimensione interculturale. Perugia, con le sue presenze migratorie, offre diversi spunti per riflettere sulle forme di acculturazione alimentare, dalle cene etniche interculturali, alle feste scolastiche di fine anno. La stessa “Fiera dei Morti” è diventata anche un percorso olfattivo tra cibi di diversa provenienza e cottura. In un contesto che presenta molte variabili, il gruppo di ricerca si ripropone di svolgere una piccola indagine in un istituto medio superiore con una forte presenza di studenti stranieri, per esplorare, attraverso un questionario, le abitudini alimentari degli adolescenti di seconda generazione, quale spaccato di una realtà demografica-alimentare in movimento.
© Copyright 2024 ExpyDoc