Del 11 Aprile 2014 Estratto da pag. 3 Storia e futuro nel regno della degustazione Dalla frutta alla pizza, sopra e sotto il soppalco sospeso: così è rinato il market del 1877 Tranquilli, di fame qui a Bologna non si muore. Almeno non a breve. Con l'inaugurazione del (nuovo) Mercato di Mezzo e le sue otto botteghe più pizzeria, il Quadrilatero è ormai bello e satollo. Una buona notizia, tanto da farci la scarpetta. E ieri in tanti l'hanno fatta. Dopo l'ex cinema Ambasciatori, trasformato in una bella risto-libreria firmata da Coop&Eataly, la felice coppia di dottori ha resuscitato anche l'abbandonato Mercato di Mezzo. La medicina? Cibo, bevande, cibo, cibo, bevande. Bologna l'obesa verrebbe da dire, ma male non sta. I distretti food in città nascono come funghi. Un mese fa al Mercato delle Erbe, ieri qui nel cuore del centro, a un amen dalla piazza. Domani Fico. Tutti pazzi per il cibo. Di qualità, s'intende. Cibo e chef, ricette e km 0. Fenomeno che inonda il reale e i social: scrivi #foodporn (con quel suffisso «porn» che spaventa ma che non c'entra col sesso) e vedrai di tutto. Qualità e posti di lavoro, 60 in tutto. E intorno un mercato (vero) con esercenti storici (fruttivendoli, salumieri, etc) che forse trarranno beneficio dai nuovi gastro-turisti che passeranno da questo nuovo spazio. Troppa gente però ieri per gustarne la rinnovata struttura, con quel soppalco centrale sospeso fra i due rosoni restaurati, l'ascensore di vetro e il soffitto trasparente. Meglio nei prossimi giorni. Quello che fu il primo mercato coperto della città (1877) e prima ancora una chiesa, è ora un insieme di negozi specializzati con prodotti di qualità e conseguenti prezzi. Insomma, la spesa (vera) si fa fuori, qui giusto con la sportina di Hermes, ecco. Non è una critica, ma una constatazione. Uno spazio così fa bene a tutti. Questo è il regno della degustazione. Il menù di ieri prevedeva una festona ad inviti di 5 ore piena di assaggini gratis, con Vip e Nip sparpagliati. Banconi ripuliti alla grande, nonostante l'ora del the. Oggi comunque tocca al pubblico. Dietro ai banconi tanti giovani. Mercato under 40, dicono. La Coop, nello spazio De Gusto, occupa due box coi suoi prodotti de luxe «Fior Fiore» e i vini dei nostri colli. Accanto ci sono le ragazze del Forno di Calzolari di Monghidoro: tutti i giorni su e giù dalla montagna. «Felicissime». Come Morandi negli anni '50. Sorridono col Pane di San Petronio in mano, la loro specialità: «Grano duro macinato a pietra e poi parmigiano e prosciutto crudo». Per un chilo ci vogliono 6 eurini. Ogni tanto, dai. L'Antica Bottega di Modena pensa agli affettati di importanti etichette del territorio e non solo. «E poi cerchiamo di lanciare il gnocco fritto», dice il titolare. Il cartoccio di fritto è il pezzo forte della Pescheria del Pavaglione che, dopo il crudo proposto 3 anni fa come aperitivo nel negozio di via Pescherie (un boom), qui si presenta col vestito buono e solo col pesce cotto. Carne firmata Zivieri cucinata da Quanto Basta, ristorante del Pratello, da RoManzo («una storia fatta per essere mangiata», bravo copy). Piatto top: «tartare 012», cioè tre tipi di carne cruda, meno cruda, ancora un po' meno cruda (quasi cotta, dai). Altro box, altro cibo: la frutta di Sbuccio (nuova realtà) che propone macedonie, spremute, centrifugati. La birra artigianale Baladin, con spazio anche nel seminterrato, è presa d'assalto: presto anche una bionda (una per ogni stagione, eh) pensata ad hoc per il mercato. Quindi Granarolo col suo Salone del Gusto (tre box!) e le rivisitazioni di tipici dolci bolognesi del mastro pasticciere Gino Fabbri, il top. Qui volendo si fa anche colazione. Sì che si apre alle 8 e si chiude alle 24, dal lunedì alla domenica. Ah, c'è anche l'attico, ieri trasformato in set tv (diretta di Trc, canale 15 del digitale terrestre), ma da oggi in poi Pizzeria Eataly: Margherita a 6,50. Eh. «È la democratizzazione del mondo gourmet», dice il prof. Bergami dell'Alma Graduate School. A pochi metri c'è la risto-libreria dell'Ambasciatori. Ma un collegamento sopraelevato si fa o la Sovrintendenza dice «no mai»? Si dice che un tempo ci fosse. C'è Prodi, glielo chiediamo. Lui ride. Richiediamo. Lui ride di nuovo e fa l'occhiolino, come dire «abbiate pazienza...». Va bene, dai, forse sto passaggio aereo si farà. Anche prima del People mover.
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