CORSO DI SISTEMI DINAMICI COMPITO D’ESAME Prof. Andrea Milani - Dott. Giacomo Tommei 14 Luglio 2014 Esercizio 1 a) Il sistema dinamico discreto `e xk+1 xk xk = A xk−1 xk−1 xk−2 con −1 −1 −1 0 0 A= 1 0 1 0 b) Gli autovalori della matrice A sono −1 e ±i, i moltiplicatori di Lyapunov hanno tutti valore unitario quindi l’origine `e un punto fisso ellittico. c) La forma di Jordan di A `e −1 0 0 JA = 0 0 −1 0 1 0 La matrice B di cambiamento di base per portare A nella sua forma di Jordan `e 1/2 0 1/2 B = 1/2 0 −1/2 1/2 1 1/2 1 con inversa B −1 1 1 0 = −1 0 1 1 −1 0 Nella nuova base la soluzione generale si scrive Yk = JAk Y0 dove 1 0 1/2 0 1/2 0 Y0 = B X0 = 1/2 0 −1/2 = 1 1/2 1 1/2 −1 0 Si vede facilmente che JA4 = I, quindi JA22 = J 2 e si pu`o facilmente calcolare Y22 . Esercizio 2 a) L’equazione alle differenze finite del secondo ordine `e: xk+1 − 2 xk + xk−1 = h2 2xk − 4x3k − γh yk b) Il corrispondente sistema dinamico discreto `e: xk+1 = xk + h2 2xk − 4x3k + h(1 − hγ) yk yk+1 = xk+1 − xk = h 2xk − 4x3k + (1 − hγ) yk h . Se xk+1 = xk = xk−1 allora yk+1 = 0 = yk . Perci`o l’equazione xk+1 = xk si riduce a 1 h2 2xk − 4x3k = 0 con soluzione xk = 0, ± √ 2 quindi ci sono tre punti fissi esattamente dove il sistema dinamico continuo ha i suoi tre punti di equilibrio. c) La matrice jacobiana 1 + h2 (2 − 12x2 ) h(1 − hγ) h (2 − 12x2 ) 1 − hγ 2 ha determinante 1 − hγ e traccia 2 − γ + h2 (2 − 12x2 ). La linearizzazione in x = 0, y = 0 ha traccia 2 − hγ + 2h2 , e quindi il polinomio caratteristico P (λ) = λ2 − (2 − hγ + 2h2 ) λ + 1 − hγ `e tale che P (0) = 1 − hγ `e compreso tra 0 e 1 (almeno per h < 1) e P (1) = −2h2 < 0, per cui ha una radice reale tra 0 e 1 e un altra maggiore di 1. √ d) In x = ±1/ 2, y = 0 la linearizzazione ha traccia 2 − hγ − 4h2 e quindi il polinomio caratteristico `e tale che P (0) = 1 − hγ > 0 e P (1) = 4h2 > 0, perci`o ha o due√autovalori reali tra 0 e 1 oppure due autovalori complessi di modulo 1 − hγ < 1. Perci`o i due punti fissi √ (±1/ 2, 0) sono dei pozzi nonlineari. Esercizio 3 a) Studiamo il problema nel sistema rotante non inerziale. Il punto P ha coordinate (x, x3 /3 + x) e la sua velocit`a `e (x, ˙ (x2 + 1) x). ˙ L’energia cinetica vale allora T (x, x) ˙ = 1 m (x4 + 2 x2 + 1)x˙ 2 2 mentre quella potenziale `e V (x) = m g x3 1 + x − m ω 2 x2 3 2 La lagrangiana `e L(x, x) ˙ = T (x, x)−V ˙ (x) e la corrispondente equazione di Lagrange `e (x4 + 2 x2 + 1)¨ x + 2 (x3 + x) x˙ 2 + g (x2 + 1) − ω 2 x = 0 Per ricavare l’hamiltoniana ci calcoliamo p= ∂L ∂ x˙ e poi applichiamo la trasformazione di Legendre H(p, x) = p · x(p, ˙ x) − L(x, x(p, ˙ x)) 3 b) e c) Per studiare gli equilibri possiamo utilizzare il sistema dinamico definito dalle equazioni di Hamilton oppure studiare la funzione V (x) come ricavata nel sistema non inerziale. Calcoliamo la derivata prima della funzione V (x): V 0 (x) = m [g (x2 + 1) − ω 2 x] = m [g x2 − ω 2 x + g] ed anche la derivata seconda V 00 (x) = m [2 g x − ω 2 ] V 0 (x) = 0 se e solo se x= ω2 ± p ω4 − 4 g2 2g Distinguiamo tre casi: (i) Se ω 4 − 4 g 2 < 0 (equivalente a J < 1, con J = ω 2 /(2 g)) non si hanno soluzioni reali di V 0 (x) = 0 e quindi non esistono punti di equilibrio. (ii) Se ω 4 − 4 g 2 = 0 (equivalente a J = 1) l’equazione V 0 (x) = 0 ammette l’unica soluzione x = 1. Si ha V 00 (1) = 0 e V 000 (1) 6= 0 quindi tale punto `e un flesso a tangente orizzontale di V ed un punto instabile. (ii) Se ω 4 − 4 g 2 > 0 (equivalente a J > 1) l’equazione V 0 (x) = 0 ammette due soluzioni p p ω2 − ω4 − 4 g2 ω2 + ω4 − 4 g2 x2 = x1 = 2g 2g Vedendo la derivata seconda in tali punti si scopre che il punto x1 `e instabile, mentre x2 `e stabile. 4
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