Rassegna stampa 01-08-2014

COMUNE DI RUSSI
Venerdì, 01 agosto 2014
Venerdì, 01 agosto 2014
Prime Pagine
01/08/2014 Prima Pagina
1
Corriere di Romagna (ed. Ravenna)
01/08/2014 Prima Pagina
2
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
01/08/2014 Prima Pagina
3
La Voce di Romagna
infrastrutture, viabilità, trasporti
01/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
4
In corso i lavori per la ciclabile sulla Provinciale
01/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
VECA ANTONIO
Sulla Ravegnana arriva un nuovo autovelox
01/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
5
7
Il punto
pubblica amministrazione
01/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
CARMINE FOTINA
Pagamenti Pa, la dote riconquista 410 milioni
01/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
GIORGIO SANTILLI
Sblocca­Italia, cantieri per 43 miliardi e liberalizzazione dei lavori in...
01/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13
VERA VIOLA
Campania regione laboratorio
01/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13
VINCENZO CHIERCHIA
Competitività frenata da fisco e divari territoriali
01/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13
VINCENZO CHIERCHIA
Urgente il recupero del primato perduto
01/08/2014 Italia Oggi Pagina 4
EMILIO GIOVENTU E GIAMPIERO DI SANTO
Governo ko con il voto segreto
01/08/2014 Italia Oggi Pagina 33
PAGINA A CURA DI MATTEO BARBERO
Riforma p.a., gli enti sorridono
01/08/2014 Italia Oggi Pagina 34
PAGINA A CURA DI LUIGI OLIVERI
Province, mobilità privilegiata
01/08/2014 Italia Oggi Pagina 34
ILARIA ACCARDI
Enti, terreni agricoli ai raggi X
01/08/2014 Italia Oggi Pagina 38
Rifiuti, stare insieme conviene
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14
16
17
20
23
25
Segretari, diritti di rogito a forfait e solo per i non
01/08/2014 Italia Oggi Pagina 35
10
21
Abolita la gestione provvisoria
01/08/2014 Italia Oggi Pagina 34
8
ALFREDO ROSINI E DANIELA CONGIU
27
29
sport
01/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 7
Le migliori racchette da spiaggia si giocano il Mondiale
01/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 7
S. Pietro in Vincoli: per rafforzarsi un mix di giovani e giocatori esperti
01/08/2014 La Voce di Romagna Pagina 23
Bagnacavallo, la spinta dei tanti giovani per dare inizio ad un nuovo ciclo
01/08/2014 La Voce di Romagna Pagina 23
Arrigoni: "Il Cesena? Devo far bene a Forlì
01/08/2014 La Voce di Romagna Pagina 24
Il cantiere Russi punta sulla sua cantera
01/08/2014 La Voce di Romagna Pagina 28
Menegatti con vista sui quarti
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33
35
37
39
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna)
Prima Pagina
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Prima Pagina
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La Voce di Romagna
Prima Pagina
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3
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
infrastrutture, viabilità, trasporti
In corso i lavori per la ciclabile sulla Provinciale
IL COMPARTO di via Ravegnana si
arricchisce anche di un ulteriore elemento a
tutela dei cosiddetti ?utenti deboli della strada'
vale a dire ciclisti e pedoni. Da un paio di
settimane sono infatti partiti i lavori per la
realizzazione della tanto attesa pista ciclabile
che da via Fiorita raggiungerà via Mattarello, a
sinistra della provinciale Brisighellese
Ravegnana verso Russi; un' opera che costerà
circa 600mila euro, 130 mila a carico della
Regione e la restante parte a carico del
Comune. In questo momento gli operai stanno
realizzando il tratto tra la rotonda di via
Giovanni Paolo II e il passaggio a livello di
Formellino. I lavori proseguiranno per tutto l'
inverno e dovrebbero terminare, tempo
permettendo, in primavera. Con questa nuova
opera si metterà in sicurezza un tratto di
strada che ogni giorno mette a repentaglio
decine di residenti che in bici sono costretti a
percorrere la provinciale in tratti dove le auto
sfrecciano ad alte velocità.
a. v.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
infrastrutture, viabilità, trasporti
Sulla Ravegnana arriva un nuovo autovelox
Iter quasi concluso: manca solo il nulla osta del Consorzio di Bonifica.
di ANTONIO VECA OCCHIO alla velocità,
arriva un nuovo autovelox in via Ravegnana.
La provinciale 302 Brisighellese, nel tratto tra
Faenza e Ravenna, a breve sarà dotata di un
rilevatore automatico di velocità. La novità era
nell' aria da tempo ed entro la fine dell' estate
sarà realizzata.
LA RAVEGNANA (il ramo della vecchia
Statale Brisighellese 302 da Faenza al
capoluogo di provincia) come tutti i faentini la
conoscono, distinguendola così dalla
Brisighellese (il tratto da Faenza a Firenze), è
una via a traffico molto intenso. Una strada,
ora provinciale, spesso teatro di gravissimi
incidenti stradali. Da Faenza a Ravenna,
attraversando Russi, è l u n g a c i r c a 3 0
chilometri, stretta e con profondi canali di
scolo che la incorniciano ai lati.
Una striscia d' asfalto con lunghi rettilinei che
spesso invogliano a pigiare pericolosamente
sull' acceleratore e dove la velocità è una della
cause degli incidenti (altre sono gli incroci a ?
raso' per le frazioni disseminate a destra e
sinistra della provinciale, ndr ).
PER QUESTA ?pericolosità' la Ravegnana è inserita in una ?black list' della Prefettura di Ravenna ­ che
include strade particolarmente pericolose ­ dove è indicata come «via sulla quale poter utilizzare o
installare dispositivi o mezzi tecnici di controllo del traffico, di cui viene data informazione agli
automobilisti, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni alle norme di comportamento». In
buona sostanza una strada sulla quale poter installare autovelox o altro che possa rilevare infrazioni alla
velocità (in deroga alla normativa vigente del Codice della Strada che consente rilevatori automatici solo
sulle strade comunali).
COSÌ IL COMUNE di Faenza ha deciso che la Ravegnana sarà posta sotto stretta sorveglianza con un
autovelox che verrà posto all' altezza del ponte dell' autostrada, in uno slargo nei pressi dell' incrocio
con via Ronco nel lato destro con prospettiva Russi, tra il chilometro 104 e il 105 dove vige il limite dei
70 Km/h. L' iter è partito ad aprile con una delibera di giunta. La Ravegnana è di fatto di proprietà della
Provincia ente con il quale l' amministrazione manfreda dovrà poi dividere eventuali incassi delle multe,
introiti che saranno comunque vincolati a interventi di manutenzione per le strade.
L' investimento è di circa 30mila euro (compresa la segnaletica verticale che avvisa gli automobilisti
della presenza dell' apparecchiatura) e si aspetta, per poter iniziare i lavori di installazione dell'
apparecchiatura il nulla osta (previsto a giorni) da parte del Consorzio di Bonifica per la prossimità a un
canale di scolo dell' involucro metallico che conterrà l' autovelox.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
infrastrutture, viabilità, trasporti
VECA ANTONIO
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Pagina 19
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
infrastrutture, viabilità, trasporti
Il punto
L' autovelox sarà posto all' altezza del ponte
dell' autostrada, nei pressi dell' incrocio con
via Ronco, sul lato destro verso Russi. Il limite
in quel punto è 70 km/h.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Le norme soppresse. Stop ai 535 milioni per Poste ­ Stralciate super­Scia e autocertificazioni
per l' attività di impresa.
Pagamenti Pa, la dote riconquista 410 milioni
Carmine Fotina ROMA Una notte di trattative
conclusa con una sorta di compromesso. Il
confronto tra governo e maggioranza si
conclude con una riduzione delle norme da
stralciare dal decreto competitività. Il
provvedimento, che potrebbe avere oggi il via
libera delle commissioni alla Camera per
approdare in Aula lunedì, esce ridimensionato
ma non nella misura che si prospettava
mercoledì. Saltano la norma sui 535 milioni a
Poste italiane, che avrebbe contestualmente
ridotto di 410 milioni la dote per i pagamenti
della Pubblica amministrazione; l' ambiziosa
semplificazione delle iniziative professionali e
di impresa che avrebbe condotto alla Scia o
addirittura all' autocertificazione con controlli
ex post per tutte le attività dal 1° gennaio 2015,
ed è stralciata anche la norma che avrebbe
parzialmente ampliato la deroga sul tetto ai
manager della Pa rinviando a un decreto
attuativo. Stop poi alla misura che fa valere
per gli acquisti da parte dei turisti le regole
sull' uso del contante in vigore nel loro Paese
di residenza. In extremis, a evitare lo stralcio
sono invece le misure sulla seconda soglia
Opa e la correzione allo "spalma incentivi" per
le rinnovabili. «Sono state salvate le integrazioni più significative che avevamo apportato in prima
lettura, incluse le novità sulle azioni a voto plurimo e il pacchetto Ilva» commenta Massimo Mucchetti
(Pd), co­relatore del provvedimento al Senato. Molto critico l' altro relatore Giuseppe Marinello (Ncd) nei
confronti del ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi: «È irrispettoso chiedere l'
abrogazione di parti essenziali del Dl votate nelle commissioni al Senato e approvate dall' Aula con voto
di fiducia».
Resta il caso politico di un decreto che, nel cammino al Senato, aveva acquistato un carattere
estremamente eterogeneo e aveva imbarcato alcune norme sulle quali evidentemente il governo ha
opposto obiezioni sul filo di lana. Tra queste primeggia l' emendamento dei relatori che al Senato aveva
previsto una spesa di 535 milioni per dare attuazione alla sentenza del Tribunale Ue nella causa Poste
Italiane contro Commissione in materia di aiuti di Stato. La norma, preparata dagli uffici del Tesoro, non
deve essere però piaciuta particolarmente a Palazzo Chigi. Soprattutto per i riflessi che avrebbe avuto
la relativa copertura. Per 125 milioni, infatti, si sarebbero utilizzati proventi derivanti dai rimborsi Mps
dopo l' operazione Monti bond ma 410 milioni sarebbero arrivati dalla dote per i pagamenti inserita nel
decreto Irpef di Renzi.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Un controsenso visto che appena dieci giorni fa è stato firmato al ministero dell' Economia un protocollo
di impegni per smaltire tutti i debiti della Pa entro quest' anno.
Diverse le motivazioni che potrebbero aver portato allo stralcio della liberalizzazione per le attività d'
impresa. Lo scopo era rendere operativo un principio introdotto addirittura da un decreto Berlusconi nel
2011: in assenza degli attesi regolamenti attuativi, dal 1° gennaio 2015 per l' esercizio di qualunque
attività imprenditoriale, commerciale o artigianale si applicano, a scelta dell' imprenditore, sarebbe
scattata la Scia (segnalazione di inizio di attività) o l' autocertificazione con controlli ex post. È probabile
che il governo voglia prendere ulteriore tempo per valutare la possibilità di applicare la deregulation in
forma così ampia e comunque potrebbe ripescare la norma all' interno della prossima legge annuale
per la concorrenza o nel pacchetto di semplificazioni per le imprese che il ministero dello Sviluppo
economico prepara per fine anno.
Quanto agli stipendi dei manager, il clamore politico sembra essere superiore alla reale portata della
norma che su indicazione del governo sarà stralciata alla Camera. La misura in questione, in realtà,
estendeva la deroga già esistente ai tetti per gli stipendi dei manager delle controllate del Tesoro
(240mila euro lordi) anche alle «società che rilasciano titoli scambiati nel mercati regolamentati» (ad
esempio il Gestore servizi energetici). La deroga alle «società quotate e a quelle emittenti strumenti
finanziari quotati» (i vari Eni, Enel, Finmeccanica, Ferrovie, Cdp, Poste), infatti, è già in vigore e ha
previsto per questi soggetti una procedura diversa, con taglio del 25% degli stipendi di amministratori
delegati e presidenti. La norma stralciata, inoltre, stabiliva che sarebbe stato un Dpcm a individuare le
società interessate, limitatamente a quelle «che rilasciano titoli scambiati nei mercati regolamentati».
Tra i vari commi soppressi figurano anche l' esclusione del carcere per chi semina Ogm in Italia in
violazione del divieto; l' istituzione, presso il sistema camerale, del servizio integrato per la tutela del
patrimonio agroalimentare italiano; le semplificazioni sulla Via per attività di escavo di fondali marini e
quelle per lo stoccaggio e il riutilizzo di imballaggi; la previsione di appositi accordi di programma
ministero dell' Ambiente­Regioni per l' utilizzo delle risorse per limitare il rischio idrogeologico; ulteriori
semplificazioni per la costruzione degli elettrodotti con permesso di attraversare anche beni demaniali.
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CARMINE FOTINA
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Consiglio dei ministri. Renzi ha presentato le linee­guida, ora la consultazione ­ Il decreto a fine
agosto.
Sblocca­Italia, cantieri per 43 miliardi e
liberalizzazione dei lavori in casa
Giorgio Santilli ROMA. Non solo rilancio delle
infrastrutture ma anche liberalizzazione totale
dei lavori in casa, stabilizzazione dell'
ecobonus del 65% per il risparmio energetico,
rilancio della riqualificazione urbana e di siti
industriali «modello Bagnoli», anche con la
previsione di aree free tax, regolamento
edilizio standard per tutti gli 8mila comuni,
piani per la banda larga e per l' efficienza
energetica degli edifici pubblici alimentati con
fondi Ue. Un malloppo di quasi 500 pagine di
misure fitte fitte che è rimasto, però, fuori della
porta del Consiglio dei ministri. Per lo sblocca­
Italia fortemente voluto dal premier ieri c' è
stato un primo giro di tavolo in Cdm per
illustrare le linee­guida e i capitoli principali
che dovrebbero prendere la forma di un paio
di provvedimenti (un decreto legge e un
disegno di legge) e vedere la luce nel primo
Consiglio dopo la pausa estiva, a fine agosto.
Renzi ­ che dovrebbe illustrare il pacchetto
oggi per avviare una forma di consultazione
pubblica ­ ha confermato l' obiettivo principale
di rilanciare cantieri per 43 miliardi di cui oltre
30 nel triennio 2015­2017. È passata la linea di
un fondo infrastrutture che ogni anno sia
alimentato con lo 0,3% del Pil (5,4 miliardi l' anno), mentre due miliardi l' anno arriverebbero dal Fondo
sviluppo coesione. Per il resto fondi Ue, Bei, anche fondi pensione. Si viaggerebbe a una velocità di 11­
12 miliardi l' anno.
Il governo vuole individuare una trentina di grandi opere prioritarie per dare corpo alla riforma della
legge obiettivo.
Si tratterà di opere prevalentemente comprese nei corridoi europei. In cima alla lista ci saranno due
opere ferroviarie: la Napoli­Bari per cui il governo pretende che l' apertura dei cantieri avvenga nel 2015
e non nel 2018 come previsto ora e l' alta velocità Brescia­Verona­Padova per cui sono previsti circa
2,5­3 miliardi di finanziamenti.
A confermare l' urgenza e la priorità delle due opere, saranno nominati altrettanti commissari di governo
incaricati, con adeguati poteri sostitutivi, di superare i colli di bottiglia progettuali e autorizzativi attuali.
Nell' elenco delle priorità ci saranno comunque tutte le principale opere "europee", dal Brennero al terzo
valico alla Torino­Lione.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Ma il messaggio più forte che il premier vuole mandare con le linee­guida dello sblocca­Italia è una
robusta semplificazione nel settore edilizio. Poteri sostitutivi in caso di paralisi amministrativa, silenzio­
assenso certificato dagli sportelli edilizi, contenimento dei poteri di autotutela dell' amministrazione
(anche nei casi di Dia e Scia), regolamento edilizio standard unico per tutti gli 8mila comuni e
soprattutto liberalizzazione integrale per i lavori in casa. Una novità dovrebbe arrivare, per esempio, sui
mutamenti di destinazione d' uso che oggi sono per lo più regolati da leggi regionali: una norma
nazionale che li liberalizzasse pienamente supererebbe lo spezzatino regionale e la diversità di regime
da zona a zona.
Un capitolo pesante dovrebbe riguardare la riqualificazione urbana con una particolare attenzione ai siti
industriali. Il governo ha in mente forme di sperimentazione su pochi casi scelti, con un rilancio, in
positivo, del «modello Bagnoli»: non è chiaro se il rilancio riguarderebbe anche lo strumento delle
società di trasformazione urbana (Stu). Quel che invece sarebbe un perno dell' intervento è un
commissario di governo che svolga le funzioni di coordinamento e di accelerazione dell' iter
amministrativo d' intesa con gli enti locali interessati. Una sorta di cabina di regìa alla francese che
potrebbe decidere anche interventi in deroga agli strumenti urbanistici sulla base di un piano condiviso.
Si punta anche a rilanciare le free tax zone per accrescere la convenienza alle nuove localizzazioni.
Tutto da verificare il capitolo sulle sovrintendenze per cui Renzi vorrebbe una razionalizzazione degli
interventi e dei pareri. Anche in questo caso, Palazzo Chigi potrebbe assumere poteri sostitutivi di
fronte a conflitti fra più ministeri o fra più amministrazioni, ma l' obiettivo sarebbe soprattutto quello di
ridurre le ridondanze dei pareri delle sovrintendenze, evitando che si ripeta più volte un parere su aree
che già lo abbiano avuto. In questo modo il premier vorrebbe eliminare una quota consistente di
sovrapposizioni e reiterazioni.
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1 agosto 2014
Pagina 13
Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Governance. Varata la nuova legge quadro all' insegna della semplificazione.
Campania regione laboratorio
Vera Viola NAPOLI Dopo 32 anni la Campania
si dota di una legge per il turismo che
rivoluziona la precedente organizzazione,
rivelatasi inadeguata. Il Consiglio regionale,
infatti, ha dato il via libera definitivo al testo
proposto dall' assessore regionale al Turismo,
Pasquale Sommese.
Dalla nuova norma si attende una spinta allo
sviluppo di un settore che, per opinione
comune, dovrebbe diventare la principale
attività economica, avendo la regione grande
potenziale di attrazione turistica, grazie a
bellezze naturali e alla eccezionale dotazione
di arte e monumenti.
«La Campania, consapevole di avere un
grande patrimonio culturale e paesaggistico,
c o n q u e s t a l e g g e c r e a u n
sistema,semplificando e guardando alle
numerose opportunità che l' Europa offre. Ma
soprattutto punta ad assumere un ruolo di
traino dell' intero Sud per il rilancio del
turismo. Adesso tocca al governo nazionale
passare ai fatti e investire realmente sull'
industria delle vacanze che è l' unico vero
volano di sviluppo».
La nuova norma cancella con un sol colpo di
spugna l' intera vecchia governance del settore (15 aziende speciali più cinque Ept, Enti per il turismo).
Riattribuisce alla Regione il proprio ruolo di programmazione, per poi dotarla di un braccio operativo:
l'«Agenzia regionale per la promozione del Turismo e dei beni culturali della Campania».
Questa recepisce l' indirizzo strategico che la Giunta regionale definisce in sede di piano triennale e
conferma o modifica con il piano annuale. Sulla base dell' indirizzo politico ricevuto, l' Agenzia
organizza attività di promozione in Italia e all' estero, garantendo unitarietà, coordinamento ed efficacia
degli interventi. Il personale dell' Agenzia sarà, per legge, quello proveniente da Aziende ed Enti
disciolti.
Il territorio viene poi diviso e organizzato in "Ambiti territoriali turistici omogenei" ciascuno dei quali
dovrà dotarsi di un "Polo territoriale locale".
Questo è un' associazione di soggetti pubblici e privati che operano nel settore. Essi devono
provvedere a migliorare la qualità dei servizi, sostenere interventi infrastrutturali, valorizzare le risorse
locali. In essi avranno un forte ruolo operativo i Comuni e le Città metropolitane. Ma anche, per la prima
volta, gli attori privati.
Rimarranno in vita le Associazioni Pro Loco il cui ruolo la nuova normativa regionele intende, anzi,
valorizzare riconoscendo loro un valore sociale.
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Il Sole 24 Ore
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VERA VIOLA
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Il Sole 24 Ore
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Industria delle vacanze ai raggi X. Francia e Spagna restano leader in Europa.
Competitività frenata da fisco e divari territoriali
Sotto accusa gli aumenti della tassa comunale di soggiorno.
Vincenzo Chierchia Il settore turistico sta
tornando nell' agenda del Governo, con il varo
di un articolato pacchetto di misure (si veda Il
Sole 24 Ore di ieri), a sostegno della rete di
accoglienza e di riassetto di una governance
ormai obsoleta. Il timone delle politiche per il
turismo resta però saldamente in mano alle
Regioni, ed ognuna va un po' per conto suo.
Intanto è in dirittura d' arrivo un appuntamento
globale come l' Expo a Milano nel 2015 che
dovrebbe attirare nella Penisola almeno oltre
20 milioni di visitatori, in aggiunta ai circa 45
che normalmente arrivano. E il viaggio che Il
Sole 24 Ore si appresta a compiere tra le
principali destinazioni turistiche del nostro
Paese costituirà un momento puntuale di
verifica sul territorio dello stato di salute dell'
industria delle vacanze, in um momento chiave
per il settore come l' estate.
Le aspettative per la stagione 2014 non sono
particolarmente positive, a causa anche del
maltempo che ha investito sia il Nord che il
Sud. Una buona mano arriva, comunque, dagli
stranieri, mentre resta il nodo pesante della
domanda interna in stagnazione da tempo.
I problemi da risolvere restano la capacità di
attrarre nuovi turisti e le strategie di rilancio della domanda nazionale. Il sistema turistico italiano ­ come
ricordano le analisi del World economic forum che ci collocano al 18° posto in Europa e al 26° nel
mondo ­ detiene la maglia nera della competitività in rapporto alle potenzialità. Nel mirino degli
imprenditori c' è il fisco, locale e nazionale, che crea pressioni sui prezzi.
«Da tempo chiediamo che la tassa di soggiorno sia trasformata in city tax ­ dice Renzo Iorio, presidente
di Federturismo­Confindustria ­ e che venga applicata a tutte le imprese turistiche prevedendo di
destinare almeno il 50% del gettito a investimenti per la salvaguardia, fruibilità e attrattività dei territori.
Se questi soldi servono realmente ­ prosegue Iorio ­, bisogna avere il coraggio di dire che l' imposta
deve essere pagata da tutte le imprese del turismo e che deve servire per la promozione del paese e
non per coprire i buchi di bilancio degli enti locali».
L' Italia soffre particolarmente la sfida di Francia e Spagna. E il Parlamento transalpino ha recentemente
bocciato l' aumento della tassa di soggiorno lanciando un chiaro segnale d' intesa con il Governo. «La
scelta francese ­ ha affermato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca ­ è un esempio per l'
Italia».
Invece no. Il Comune di Roma, ad esempio, ha deciso di portare la tassa fino a sette euro pro­capite a
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
notte negli hotel di lusso da settembre; a Venezia gli aumenti della tassa partono da ottobre. Le
associazioni degli imprenditori turistici invece da anni si battono per una perequazione fiscale in Italia ­
comprendendo anche lo spinoso tema dell' Iva ­ ai livelli di Francia e Spagna. L' ennesima beffa ­
dicono da Federalberghi ­: la conferma nel decreto competitività del tetto all' utilizzo del contante a mille
euro.
Resta il fattore offerta. L' Italia si ritrova una capacità ricettiva da leader nel mondo: circa 34mila alberghi
con oltre 2 milioni e 250mila letti, ma ­ come si rileva dai dati Federalberghi ­ la fascia medio­alta del
mercato conta 393 "cinque stelle" e 5.354 "quattro stelle". La quota delle grandi catene internazionali
resta bassa e il tasso di occupazione delle camere resta contenuto: in pratica tre camere su dieci
restano vuote.
«Il credito d' imposta e i provvedimenti per la riqualificazione delle imprese ricettive sono giusti, ma
tardivi e insufficienti ­ dice Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo­Confesercenti ­. Attendiamo
provvedimenti idonei alla destagionalizzazione, a partire dalla riforma del calendario scolastico e il
ripristino dei buoni vacanza.
Sempre che i nostri concessionari di spiaggia non siano costretti ad abbandonare le concessioni
demaniali e ai nostri esercenti della somministrazione non sia proibito svolgere le loro attività all' aperto.
Facciamo fatica ad essere ottimisti o addirittura soddisfatti».
La struttura delle imprese turistiche è in espansione: 432mila realtà con un incremento del 2,1% negli
ultimi due anni. La spesa degli stranieri vale 33 miliardi e nel 2014 cresce di oltre il 5%, ma il 60% è
concentrato tra Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana; il Sud vale meno del 20%.
Gli italiani spendono per i viaggi all' estero 20 miliardi l' anno su un totale di 63 miliardi in totale.
Un milione gli occupati (­2%).
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Il Sole 24 Ore
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L' ANALISI.
Urgente il recupero del primato perduto
Vincenzo Chierchia È da tempo che si discute
sulle strategie per il recupero di una
leadership perduta. Negli Anni 70 l' Italia era
leader mondiale nel turismo, oggi siamo al
quinto posto per volumi di turismo estero
attratti e siamo incalzati da vicino da Turchia e
Germania, dopo essere stati sorpassati dalla
Cina già da anni. L' Italia è al sesto posto nel
mondo (stime Onu) per la spesa dei turisti
stranieri ed anche in questo caso pare vicino il
sorpasso da parte di Thailandia, Germania,
Gran Bretagna e Hong Kong.
Per un Paese come l' Italia, che è stato la culla
storica del turismo, sarebbe un ulteriore
smacco. Culla del turismo ma non dell'
industria turistica evoluta, ed è questo il punto.
Il settore non è povero di risorse. È
frammentato in maniera abnorme, manca un
vero coordiameto tra le Regioni, sono di fatto
assenti iniziative su vasta scala di promozione
della domanda interna. Il riassetto dell' Enit,
per promuovere l' Italia all' estero, è appena
partito.
Le Regioni vanno in ordine sparso. E così l'
efficacia degli interventi si disperde.
Il comparto dei tour operator è sotto pressione.
Così come quello del trasporto aereo. Nel comparto alberghiero ci sono numerosi dossier aperti di
catene in difficoltà e si potrebbe tranbquillamente affermare che i principali operatori ricettivi sono di
fatto le banche.
Il pacchetto del Governo è un segnale importante ma non basta. Per un settore che vale nel complesso
almeno 198 miliardi di euro (stime Wtti) ossia l' 11% del Pil ci vorrebbe una strategia paese forte e con
obiettivi chiari, per recuperare competitività in maniera omogenea e sui fronti più avanzati e innovativi.
Tutto questo finora è mancato. Il proliferare di enti e soggetti collegati al turismo, se ne contano circa
15mila in totale, ha invece disperso un volume di investimenti stimato in otre 6 miliardi l' anno. Al punto
tale che nella graduatoria delle stime di crescita 2014 del Wtti (che raggruppa a livello mondiale gli
oepratori del settore) l' Italia è solo al 158° posto e si piazza in 177° posizione se si considerano le
aspettative sulla crescita a lungo termine del peso del comparto viaggi e turismo sul Pil. Serve dunque
una scossa forte.
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VINCENZO CHIERCHIA
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1 agosto 2014
Pagina 4
Italia Oggi
pubblica amministrazione
Riforme, Renzi: non è il remake dei 101 che tradirono Prodi. Pronti a correggere l' Italicum.
Governo ko con il voto segreto
Dimissioni Cottarelli? Il premier: avanti anche senza di lui.
L' incidente alla fine c' è stato, in una nuova
giornata campale in senato sulle riforme
istituzionali. Il governo, infatti, è stato battuto
con voto segreto, sull' emendamento proposto
dalla Lega Nord che affida a palazzo Madama
la competenza sui temi della famiglia e del
matrimonio, su quelli della salute e su quelli
etici previsti dagli articoli 29 e 32 della Carta.
L' emendamento 1.1979 è passato con 154 sì,
147 no, e 2 astensioni. Il Governo aveva
espresso parere negativo mentre i relatori
avevano presentato pareri contrastanti:
favorevole quello di Roberto Calderoli (Ln),
contrario quello di Anna Finocchiaro (Pd). Un
incidente che ha scosso il Partito democratico.
Un pessimo remake in Senato
#laricaricadei101» ha scritto su Twitter
Francesco Nicodemo, responsabile
comunicazione del Pd, ricordando l' episodio
dei 101 parlamentari che votarono contro
Romano Prodi durante le votazioni per l'
elezione del presidente della Repubblica. Al
centro delle polemiche è finito il presidente del
Senato, Pietro Grasso. Il capogruppo dem
Luigi Zanda lo ha attaccato duramente per
aver concesso il voto segreto sull'
emendamento proposto dal senatore della
Lega Stefano Candiani e per la gestione dell'
Aula: «Le norme sul voto segreto non sono state previste per dare scorciatoie politiche e per la tutela
del franco tiratore politico e non morale», ha detto Zanda.
Parole alle quali, la seconda carica dello Stato alla ripresa dei lavori ha replicato così: «Ho rispettato
nella forma e nella sostanza le regole della costituzione e il nostro regolamento e senza che venissero
piegati a interessi di parte», «continuerò così anche a costo di scontentare le parti». Le parole del
presidente del Senato non sono bastate a placare le proteste delle opposizioni, che hanno chiesto la
ripetizione del voto. Grasso ha sospeso la seduta per qualche minuto, e successivamente ha convocato
la conferenza dei capogruppo, durante la quale, avrebbe anche ipotizzato l' intervento delle forze di
polizia in caso di tumulti. Parole forti il cui senso il portavoce del presidente ha poi chiarito così: «Si
riferiva agli assistenti d' aula che il regolamento, all' articolo 69, definisce polizia del Senato».
Impossibile per il premier, Matteo Renzi, far finta che nulla è accaduto al senato.
L' emendamento alle riforme passato col voto segreto non è il remake dei 101, ma nel merito lascia l'
amaro in bocca: ci possono essere dissensi, ma viene scritta una pagina non positiva quando ci si
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Italia Oggi
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nasconde dietro il voto segreto», ha detto il premier durante la riunione della Direzione del Pd a Largo
del Nazareno. «La riforma del Senato è straordinariamente importante e storica, stiamo mettendo fine a
anni di bicameralismo perfetto», ha spiegato.
Ai dissenzienti della maggioranza e alle opposizioni che hanno protestato e continuano a farlo sulla
cosiddetta norma del canguro (in caso di bocciatura di un emendamento saltano tutti gli altri sullo
stesso argomento), Renzi ha detto che il Pd ha e avrà «uno stile sulle riforme, che non è evitare il
canguro, ma la lumaca: le riforme non devono diventare l' ennesima discussione su cui stare anni e
anni, noi abbiamo voglia di cambiare» la Carta «assieme ai cittadini». Poi, tanto per far capire che le
divisioni e i malumori covano ovunque, il presidente del consiglio ha sottolineato che la bocciatura dell'
emendamento sulle riforme «non è vicenda tutta interna al Pd anzi oggi scommetterei che sono stati
altri a votare contro il governo nel segreto dell' urna». Poi, anche per tacitare i critici che parlano di
derive autoritarie, Renzi ha sottolineato: «Non ho mai visto degli autoritari proporre un referendum alla
fine del percorso delle riforme. Non si sono mai viste le polemiche come quelle di queste ore». Il
premier ha anche smentito qualsiasi ipotesi di accordo segreto con il leader di Forza Italia, Silvio
Berlusconi: «Il Patto del Nazareno è un atto parlamentare, può piacere o no, si può cambiare o no, ma
non è segreto». Renzi conta di avere un mandato dalla direzione «per apportare alcune modifiche all'
accordo sulla legge elettorale». Al Senato, ha continuato, bisogna «cercare di alzare un po' la soglia per
il premio di maggioranza» e «introdurre le preferenze». I correttivi» all' Italicum si possono fare ma
lavorando insieme ai contraenti del patto». E ha dato il via libera del Pd alle preferenze: «Qualora ce ne
fosse la possibilità, davanti all' ipotesi di introdurre le preferenze credo che il Pd dovrebbe tornare
indietro rispetto alla posizione che ha tenuto fin qui».
Potrebbe andarsene. Tornare al Fondo monetario internazionale, istituzione che lo ha visto crescere fino
a diventare chief economist e poi direttore delle politiche fiscali e anche capo della delegazione
incaricata di vigilare sull' attuazione, da parte dell' Italia, delle riforme suggerite da Ue, Bce e appunto
Fmi.
Sì, perché Carlo Cottarelli, commissario per la spending review, questa volta ha davvero perso la
pazienza. Quando il parlamento ha destinato altri possibili risparmi individuati dal commissario per
finanziare il pensionamento di 4.000 professori che non avevano potuto lasciare il lavoro a causa della
Legge Fornero, Cottarelli ha deciso di postare sul suo blog un avvertimento chiaro. «Se si usano tutti i
soldi per coprire nuove spese», è la sintesi del pensiero dell' ex chief economist, «è impossibile
pensare che poi si possano tagliare le tasse sul lavoro e le imprese», priorità assoluta per l' effettivo
rilancio dell' economia. «Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la
copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste,
attraverso tagli lineari delle spese ministeriali», ha spiegato Cottarelli.
Questa pratica sembra sia utilizzata per finanziare il pensionamento di alcuni lavoratori arrivati alla
cosiddetta quota 96 e tenuti in servizio in base alle regole di pensionamento vigenti e il totale delle
risorse che sono state spese prima di essere state risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta
ora a 1,6 miliardi per il 2015 Tecnicamente, la copertura c' è. Ma questa è in realtà costituita da tagli
lineari», e quindi non sarà possibile, secondo Cottarelli, ridurre le tasse sul lavoro se non con nuova
coperture. Cottarelli, interpellato dall' Ansa sulle sue possibili dimissioni, non ha voluto commentare: «Il
lavoro continua, non ho niente da segnalare», ha fatto sapere. A Cottarelli ha fatto riferimento Renzi.
«Rispetto e stimo Cottarelli: farà quello che crede. Ma non è Cottarelli il punto fondamentale: la
spending review la facciamo anche se va via, dicendo con chiarezza che i numeri sono quelli».
Le commissioni Industria e Ambiente della camera cominceranno oggi a votare gli emendamenti
presentati al decreto competitività. Gli emendamenti da esaminare sono oltre 620.
Sul tavolo c' è un pacchetto di 14 modifiche proposte dallo stesso esecutivo, a cominciare da un
emendamento che ripristina il tetto dei 240mila euro per gli stipendi dei manager pubblici delle società
quotate (la deroga per i manager pubblici era stata inserita nel testo durante il passaggio in Senato). Il
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pubblica amministrazione
governo chiede poi, tra l' altro, lo stop dei 535 milioni di euro destinati a Poste italiane e la cancellazione
della norma che aboliva il limite dei mille euro per l' uso del contante per stranieri e turisti in Italia.
«La situazione economica dell' Italia e dell' Ue è meno favorevole delle attese di inizio anno, con
crescita più bassa e riflessi sui conti pubblici». Lo ha detto il ministro dell' economia, Pier Carlo Padoan,
in una conferenza stampa, spiegando che «questa situazione richiede ancora di più uno sforzo» per
sostenere l' economia e l' andamento della finanza pubblica.
Per la crescita servono «misure di lungo termine.
Il parlamento non ha elettogli 8 membri laici e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ne ha
preso atto, dichiarando il Consiglio superiore della magistratura, (che sarebbe dovuto decadere ieri)
nella sua attuale composizione, "prorogato di diritto».
Il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino (Pd), è il nuovo presidente della Conferenza
delle regioni.
Vicepresidente è il governatore della Campania, Stefano Caldoro (Pdl). Lo ha deciso la Conferenza dei
presidenti delle regioni. «La riforma del Senato è il primo obiettivo», ha detto Chiamparino. «Avere un
luogo politico nel quale lo Stato e le autonomie locali possano confrontarsi è l' unico modo per una
autonomia vera di regioni ed enti locali e per garantire l' unità del nostro paese».
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EMILIO GIOVENTU E GIAMPIERO DI SANTO
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1 agosto 2014
Pagina 33
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pubblica amministrazione
Tutte le novità per le autonomie contenute nel dl 90. Proroga per le gestioni associate.
Riforma p.a., gli enti sorridono
Più turnover e assunzioni flessibili. Slitta la centrale unica.
Un profondo restyling in materia di personale,
oltre alla consueta dose di proroghe. Possono
essere riassunti in questi termini i contenuti del
dl 90/2014 (approvato ieri dall' aula della
camera) limitatamente agli enti locali. I l
capitolo, già abbastanza ricco nella prima
stesura del provvedimento, si è ulteriormente
arricchito dopo il passaggio parlamentare.
La novità più attesa è certamente la proroga
dell' obbligo per i comuni non capoluogo di
ricorrere a una centrale unica per gli acquisiti.
Ora sono previste due nuove scadenze: 1°
gennaio 2015 per i beni e i servizi, 1° luglio
2015 per i lavori. È stata quindi recepita l'
intesa sancita nei giorni scorsi in conferenza
stato­città e autonomie locali, i n m o d o d a
ovviare alle obiezioni dell' Autorità nazionale
anticorruzione.
Parzialmente reintrodotte anche le deroghe
per gli acquisti di modesto valore, ma solo per
i comuni con più di 10.000 abitanti, che
potranno fare da sé per importi inferiori a
40.000 euro. Poiché una proroga tira l' altra, è
arrivato anche l' ennesimo rinvio dei termini
per l' avvio delle gestioni associate dei piccoli
comuni, c h e a v r a n n o t e m p o f i n o a l 3 0
settembre per conferire a unioni e convenzioni
altre tre funzioni fondamentali (rimane fermo il
termine del 31 dicembre 2014 per le restanti tre funzioni).
Per gli enti soggetti al Patto, il limite al turnover dei dipendenti a tempo indeterminato viene innalzato,
dall' attuale 40%, al 60% per gli anni 2014­2015, all' 80% per il biennio 2016­2017, per arrivare al 100%
nel 2018. Negli enti dove la spesa di personale non supera il 25% della spesa corrente, il turnover sale
all' 80% quest' anno e al 100% dal 2015. Spariscono, però, i regimi agevolati per le assunzioni nell'
istruzione, nei servizi sociali e nella polizia locale. Agli enti in regola con l' obbligo di riduzione delle
spese di personale, inoltre, non si applica più il limite del 50% sulle assunzioni con contratti flessibili.
Reintrodotti anche se solo parzialmente, gli incentivi per la progettazione e i diritti di rogito per i
segretari.
PAGINA A CURA DI MATTEO BARBERO
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1 agosto 2014
Pagina 34
Italia Oggi
pubblica amministrazione
Abolita la gestione provvisoria
Abolita la gestione provvisoria delle province,
in attesa delle elezioni. Gli emendamenti alla
legge di conversione del dl 90/2014 effettuano
un intervento, tardivo sulla legge Delrio, che
dà un po' di ossigeno alle province. L' articolo
1, commi 14 e 82, della legge 56/2014, non si
è mai capito bene sulla base di quale ratio, ha
imposto a decorrere dalla metà di giugno a
tutte le province la gestione provvisoria, anche
qualora tali enti avessero approvato il bilancio
nei termini.
È, dunque, da un mese e mezzo che la
gestione delle province risulta sostanzialmente
congelata, poiché la gestione provvisoria
consente solo di spendere per dodicesimi, nei
limiti degli stanziamenti dell' ultimo bilancio
approvato (che, poi, per le province in regola
sarebbe quello del 2014) per fare fronte solo a
«obbligazioni già assunte, delle obbligazioni
derivanti da provvedimenti giurisdizionali
esecutivi e di obblighi speciali tassativamente
regolati dalla legge, al pagamento delle spese
di personale, di residui passivi, di rate di
mutuo, di canoni, imposte e tasse, e, in
generale, limitata alle sole operazioni
necessarie per evitare che siano arrecati danni
patrimoniali certi e gravi all' ente». Subito si
era osservato che si trattava di una norma
infondatamente ed eccessivamente penalizzante per le province, in quanto collegava un dispositivo
come la gestione provvisoria, per sua natura «sanzionatorio» di una poca virtuosa gestione, ad una
decisione assunta dal parlamento, quella di riformare le province. Non solo: ovviamente, la gestione
provvisoria avrebbe inchiodato ogni attività ed i servizi.
C' è voluto un mese e mezzo per capire che si trattava di una previsione dannosa. Dunque, la legge di
conversione del dl 90/2014 abolisce dall' articolo 1, commi 14 e 82, della legge Delrio l' inciso
«comunque nei limiti di quanto disposto per la gestione provvisoria degli enti locali dall' articolo 163,
comma 2, del Testo unico».
In questo modo, dunque, le province potranno tornare a una gestione meno imbrigliata dei servizi, a
partire dall' entrata in vigore della legge di conversione del decreto, senza dovere aspettare le elezioni
e, dunque, l' autunno. L' eliminazione del riferimento alla gestione provvisoria, comunque, non apre del
tutto gli spazi operativi delle province, perché comunque i presidenti e le giunte restano in carica fino
alle elezioni «per l' ordinaria amministrazione e per gli atti urgenti e indifferibili». Non sarà, quindi,
spazio per iniziative ex novo eccedenti l' amministrazione ordinaria o la programmazione già in corso,
come, ad esempio, vendite immobiliari non precedentemente previste, finché non si insedino i nuovi
organi.
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1 agosto 2014
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
Sempre allo scopo di dare un po' di ossigeno alle province, si prevede che lo stato si rivalga sulle
entrate provinciali derivanti dalla Rc auto, per garantire l' attuazione del taglio delle spese correnti per
444,4 milioni di euro imposti dal dl 66/2014, non più nel mese di luglio, ma nel mese di novembre 2014.
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1 agosto 2014
Pagina 34
Italia Oggi
pubblica amministrazione
DECRETO P.A./ Il fondo di sostegno favorirà anche i trasferimenti verso gli uffici giudiziari.
Province, mobilità privilegiata
Agevolato il passaggio dei lavoratori agli enti subentranti.
Percorso privilegiato per la mobilità dei
dipendenti delle province. Tra i vari ritocchi
apportati dalla camera al dl 90/2014, spicca la
previsione secondo la quale le risorse del
fondo di sostegno ai processi di mobilità sono,
in sede di prima applicazione, destinate, oltre
che agli uffici giudiziari, anche alla «piena
applicazione della riforma delle province di cui
alla legge 7 aprile 2014, n. 56».
Insomma, la legge di conversione indica di
utilizzare in via prioritaria le risorse del fondo
non solo per agevolare i trasferimenti dei
dipendenti pubblici verso gli uffici giudiziari,
ma anche per agevolare i futuri processi di
mobilità dalle province v e r s o g l i enti c h e
subentreranno loro nell' esercizio delle
funzioni.
Per la verità, di questa disposizione non c' era
affatto bisogno. Infatti, l' articolo 1, comma 96,
lettera a), della legge 56/2014 prevede che «il
personale trasferito mantiene la posizione
giuridica ed economica, con riferimento alle
voci del trattamento economico fondamentale
e accessorio, in godimento all' atto del
trasferimento, nonché l' anzianità di servizio
maturata; le corrispondenti risorse sono
trasferite all' ente destinatario; in particolare,
quelle destinate a finanziare le voci fisse e
variabili del trattamento accessorio, nonché la progressione economica orizzontale, secondo quanto
previsto dalle disposizioni contrattuali vigenti, vanno a costituire specifici fondi, destinati esclusivamente
al personale trasferito, nell' ambito dei più generali fondi delle risorse decentrate del personale delle
categorie e dirigenziale».
Dunque, la legge Delrio già contiene lo strumento per assicurare all' ente di destinazione il
finanziamento della spesa per il personale proveniente dalle province.
Sulla mobilità obbligatoria, il testo della legge di conversione chiarisce meglio che nell' ambito della
medesima amministrazione i dipendenti possono essere trasferiti da una sede all' altra, purché nel
raggio di 50 chilometri. Allo scopo, non sarà necessaria alcuna specifica motivazione. Infatti, si esclude
di applicare l' articolo 2013, comma 1, terzo periodo, del codice civile, a mente del quale il lavoratore
«non può essere trasferito da una unità produttiva a un' altra se non per comprovate ragioni tecniche,
organizzative e produttive».
La mobilità obbligatoria svincolata dall' obbligo di motivazione ed entro il raggio dei 50 chilometri potrà
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1 agosto 2014
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pubblica amministrazione
avvenire anche tra amministrazioni pubbliche diverse, previo accordo tra loro.
Per il decreto del ministro della funzione pubblica finalizzato a determinare i casi in cui la mobilità
obbligatoria possa avvenire tra amministrazioni diverse anche senza un preventivo accordo tra loro, la
legge di conversione introduce una preventiva consultazione con le confederazioni sindacali
rappresentative.
I dipendenti pubblici con figli di età inferiore a tre anni, che hanno diritto al congedo parentale, e i
soggetti di cui all' articolo che godano dei congedi previsti dall' articolo 33, comma 3, della legge
104/1992 possono essere oggetto della mobilità obbligatoria solo se prestano consenso espresso al
trasferimento di sede.
Per quanto concerne la mobilità volontaria, la legge di conversione stabilisce che i bandi con i quali le
amministrazioni debbono avviare le procedure dovranno indicare anche i requisiti e le competenze
professionali richieste, allo scopo di effettuare una più corretta selezione tra i dipendenti che si
candidano ai trasferimenti.
PAGINA A CURA DI LUIGI OLIVERI
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
Segretari, diritti di rogito a forfait e solo per i non
dirigenti
Torna la compartecipazione ai diritti di rogito
in misura forfetizzata e solo per i segretari
comunali non aventi qualifica dirigenziale.
Il testo della legge di conversione del decreto
sulla riforma della p.a. corregge parzialmente
il tiro sui segretari comunali, chiarendo il diritto
transitorio dell' eliminazione della
compartecipazione ai diritti di rogito,
ripristinandoli solo in parte.
Diritto transitorio. L' articolo 10 del dl 90/2014
era scritto in modo oscuro e non si riusciva a
comprendere se l' abolizione dell' attribuzione
ai segretari comunali di quota parte dei diritti
di rogito fosse operante sin dal primo gennaio,
o valesse solo per il futuro (come, invece,
espressamente stabilito per le avvocature).
G i à m o l t i enti a v e v a n o c o n g e l a t o i
provvedimenti di attribuzione delle
compartecipazioni ai segretari comunali per il
secondo trimestre, mentre si era posto il
problema del recupero delle somme già
liquidate.
Il nuovo testo, a chiarimento della fattispecie
ed in obbedienza al principio di irretroattività
delle leggi, stabilisce che le norme dell'
articolo 10 del dl 90/2014 «non si applicano
per le quote già maturate alla data di entrata in
vigore del presente decreto».
A chi spetta la compartecipazione. Gli emendamenti alla legge di conversione confermano l'
eliminazione della vecchia normativa sulla compartecipazione dei segretari ai proventi per diritti di
rogito.
Tale cancellazione è totale per i segretari aventi qualifica dirigenziale.
Invece, negli enti locali privi di dipendenti con qualifica dirigenziale, e comunque a beneficio di tutti i
segretari comunali che non hanno qualifica dirigenziale, si stabilisce che una quota del provento
annuale spettante al comune, per diritti di segreteria vada attribuita al segretario comunale rogante, in
misura non superiore a un quinto dello stipendio in godimento.
Sono coinvolti nell' eliminazione della compartecipazione ai diritti di rogito anche i segretari comunali
operanti presso enti nei quali sia presente la qualifica dirigenziale, probabilmente in virtù della clausola
di «galleggiamento», che fa comunque ascendere la loro retribuzione a quella del livello più elevato
presso l' ente. Curiosamente, invece di eliminare la clausola del «galleggiamento», considerata a più
riprese illegittima dalla giurisprudenza, si agisce su una «onnicomprensività» del trattamento
economico dei segretari, parificato a quella della dirigenza, costruita appunto su una norma
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discutibilissima, come quella sul galleggiamento.
Funzione rogante. Molti segretari comunali hanno ritenuto che l' articolo 10 del dl 90/2014 li avesse,
nella sostanza, sollevati dalla funzione rogante, pur prevista dall' articolo 97, comma 4, lettera c), del
Tuel. La conseguenza è stata che già molti comuni hanno iniziato a rivolgersi ai notai, con evidente
aggravio di costi e di gestione amministrativa.
Il legislatore intende scongiurare queste inefficienze, correggendo proprio il testo dell' articolo 97,
comma 4, lettera c), del dlgs 267/2000 sostituendo le parole: «può rogare tutti i contratti nei quali l' ente
è parte ed autenticare» con: «roga, su richiesta dell' ente, i contratti nei quali l' ente è parte e autentica».
Pertanto, a richiesta dell' ente, richiesta che può provenire dal sindaco o anche dalla parte stipulante (il
funzionario chiamato alla gestione), i segretari comunali non potranno sottrarsi al dovere di rogitare i
contratti, anche se non percepiranno alcuno specifico compenso per l' attività.
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A stabilire l' ulteriore adempimento per i municipi è un decreto delle Finanze.
Enti, terreni agricoli ai raggi X
I comuni devono inserire i dati entro il 15 settembre.
Entro il 15 settembre 2014 i comuni nei quali
ricadono terreni a immutabile destinazione
agro­silvo­pastorale a proprietà collettiva
indivisibile e inusucapibile non situati in zone
montane o di collina devono inserire i dati
relativi a detti terreni nell' apposita sezione del
Portale del federalismo fiscale. Sono esclusi
da tale adempimento i comuni ubicati nel
territorio della provincia autonoma di Bolzano.
A stabilire questo ulteriore compito in capo ai
comuni è il decreto del direttore generale delle
finanze del 29 luglio 2014 pubblicato sul sito
web delle Finanze e in attesa di pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale.
Il provvedimento rappresenta un passaggio
fondamentale per completare la procedura
finalizzata alla compensazione del minor
gettito Imu derivante dall' art. 4, comma 5­bis,
del dl 2 marzo 2012, n. 16, in base al quale,
con decreto di natura non regolamentare, sono
individuati i comuni nei quali, a decorrere dall'
anno di imposta 2014, si applica l' esenzione
di cui alla lettera h), del comma 1, dell' art.
7 del dlgs 30 dicembre 1992, n.
504, sulla base dell' altitudine riportata nell'
elenco dei comuni italiani predisposto dall'
Istituto nazionale di statistica (Istat),
diversificando tra terreni posseduti da
coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali di cui all' art. 1 del dlgs 29 marzo 2004, n. 99, iscritti
nella previdenza agricola, e gli altri in modo tale da ottenere un maggior gettito complessivo annuo non
inferiore a 350 milioni di euro dal 2014.
In questa norma si è inserita la modifica prevista dal comma 2 dell' art. 22 del dl 24 aprile 2014, n. 66,
convertito con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, che ha di fatto sostituito l' art. 4, comma
5­bis, del dl 2 marzo 2012, n. 16, stabilendo che: ­ sono esenti dall' Imu i terreni a immutabile
destinazione agro­silvo­pastorale a proprietà collettiva indivisibile ed inusucapibile che, in base al
prescritto decreto, non ricadano in zone montane o di collina; ­ con decreto del ministero dell' interno, di
concerto con il ministero dell' economia e delle finanze, sono stabilite le modalità per la compensazione
del minor gettito in favore dei comuni nei quali ricadono i suddetti terreni.
Ebbene come si legge nei «visti» del provvedimento in esame per predisporre il decreto del ministero
dell' interno, è necessario acquisire preventivamente i dati dagli stessi enti locali, in quanto questi non
sono in altro modo rilevabili, si è resa indispensabile l' emanazione di questo ulteriore decreto con il
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1 agosto 2014
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quale sono gli stessi enti locali a inserire nell' apposita sezione del Portale del federalismo fiscale i
seguenti dati stabiliti dall' art. 2 del dm del 29 luglio 2014: codice fiscale del/dei possessore/i del
terreno. Nel caso di più inserimenti relativi al medesimo codice fiscale, i dati verranno aggiornati
automaticamente all' ultimo inserimento; qualifica del/dei proprietario/i (Iap/Cd): check box da attivare
nel caso di coltivatore diretto (Cd) o imprenditore agricolo professionale (Iap) iscritto nella previdenza
agricola; numero di particella/particelle: indica il numero delle particelle di terreni che il/i soggetto/i
possiede/possiedono nel comune; reddito dominicale catastale totale: indica il reddito complessivo di
tutti i terreni che il/i soggetto/soggetti possiede/possiedono nel comune; aliquota Imu 2013 per i terreni
oggetto del presente decreto; ​ aliquota Imu 2014 per i terreni oggetto del presente decreto.
L' art. 1 del decreto in esame, invece, dedicato all'«ambito applicativo», stabilisce a chiare lettere che le
disposizioni in esso contenute si applicano su tutto il territorio nazionale ad eccezione dei comuni ubicati
nel territorio della provincia autonoma di Bolzano.
Ciò deriva dal fatto che la legge della provincia di Bolzano 23 aprile 2014, n. 3, ha istituito l' Imposta
municipale immobiliare (Imi) in sostituzione delle imposte comunali immobiliari istituite con leggi statali,
anche relative alla copertura dei servizi indivisibili, ai sensi dell' articolo 80 del decreto del presidente
della repubblica 31 agosto 1972, n. 670, recante lo Statuto della regione Trentino Alto Adige e pertanto
poiché si tratta di un tributo differente dall' Imu non possono valere le stesse regole.
È quindi questo uno dei primi esempi di differenziazione in ambito di tributi immobiliari con le quali ci si
trova a confrontarsi e che assume inevitabili ripercussioni sul territorio nazionale, visto che nella
manovra tesa a recuperare gettito attraverso la limitazione dell' ambito di applicazione dell' esenzione
Imu di cui alla lettera h), del comma 1, dell' art.
7 del dlgs 30 dicembre 1992, n.
504, lascia indenni i comuni della provincia di Bolzano.
ILARIA ACCARDI
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1 agosto 2014
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La soluzione è la creazione di Ato sovra­regionali per superare le logiche di campanile.
Rifiuti, stare insieme conviene
L' aggregazione tra aziende attrae capitali e investimenti.
La competitività di un Paese passa
necessariamente anche dal sistema di
gestione dei servizi pubblici. Un sistema che
contribuisce a definire il livello di sviluppo dei
territori attraverso l' organizzazione dei
trasporti, la gestione dell' acqua e delle risorse
energetiche, il governo della filiera dei rifiuti.
Quest' ultimo ambito appare oggi
particolarmente significativo in quanto
consente di sviluppare forme di valorizzazione
in linea con i nuovi paradigmi dell' economia
che vede l' economia circolare come una delle
parole chiave di Europa 2020.
Economia circolare per passare dal sistema
«prendi, usa e getta» a quello «prendi, usa e
trasforma»: i rifiuti raccolti e trasformati
diventano una preziosa fonte di materie prime,
sempre più scarse e costose, da reinserire nei
cicli produttivi (Amiu Genova: http://www.
economia­circolare.it/ ).
L' Italia sta cercando di recuperare in termini
culturali e temporali per potersi allineare a un
contesto europeo in cui la Commissione ha
recentemente adottato un pacchetto sull'
economia circolare con le linee di indirizzo per
aumentare il riciclo e prevenire la perdita di
materiali pregiati, creando posti di lavoro e
riducendo l' impatto ambientale
(http://ec.europa.eu/environment/circular­economy/). Tuttavia l' analisi del settore delle Utilities dell'
ambiente mette in luce una criticità strutturale del nostro Paese: la ridotta dimensione delle aziende
italiane, individuata anche dal governo Renzi come uno dei temi sui quali è necessario avviare un
profondo cambiamento. Il confronto con le realtà europee conferma il nanismo della situazione italiana:
se in Germania la produzione annua per operatore si aggira intorno alle 60 mila tn, 35 mila in Inghilterra,
quasi 18 mila in Spagna, in Italia la produzione è attorno alle 8 mila tn per operatore (fonte Cnel 2007). I
primi cinque operatori in Francia coprono quasi il 50% della popolazione servita, mentre in Italia
arrivano a rispondere al 21%. In termini di distribuzione per dimensione la situazione non cambia: il
65% delle imprese è micro/piccola/media e solo il 45% ha un fatturato superiore ai 50 milioni di euro
(dati Aida Bureau Van Dijk , 2013). La difformità del nostro Paese non è solo relativa alle dimensioni
delle aziende, ma anche a elementi che contribuiscono a definire la competitività del sistema: le forme
di gestione, le tipologie di servizi, le forme di affidamento e la differenza in termini di copertura del ciclo
dei rifiuti. Mentre i maggiori Paesi europei stanno individuando modelli coerenti con una visione
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
nazionale tale da definire una forte tenuta sui percorsi specifici di ogni territorio, in Italia non si può
ancora parlare di un sistema di scelte condiviso: il Paese è ancora frenato da un' estrema
frammentazione che non consente interventi di riorganizzazione e razionalizzazione di tipo industriale.
Alla complessità della gestione dei rifiuti, si aggiunge la complessità del contesto in cui il sistema vive e
l' arretratezza culturale: tutto ciò non favorisce una visione strategica di sviluppo determinando difficoltà
nel finanziamento dei percorsi e la possibilità di intercettare soggetti nazionali o esteri interessati a
realizzare investimenti nell' ottica dell' industrializzazione del settore, unica reale chance per un
cambiamento radicale e utile per il Paese. Se da un lato è dunque necessario arrivare a una visione di
lungo periodo per modificare il settore delle Utilities nel suo complesso, dall' altro è possibile iniziare
percorsi che incidano sulle modalità che gli enti locali e le aziende hanno di operare nei territori.
Le esperienze di altri Paesi e alcune del nostro stesso mettono in luce che fattore critico di successo per
lo sviluppo e la riorganizzazione industriale del settore rifiuti, sia l' avvio di processi di aggregazione tra
le aziende.
I fattori in grado di determinare tale cambiamento sono molteplici: culturale, legato alla consapevolezza
del valore della dimensione industriale nel contesto in oggetto; di leadership intesa come capacità di
visione e decisione politica; normativo supportato da strumenti legislativi certi, efficaci e snelli nell'
applicazione.
Soprattutto la norma potrebbe essere oggi un fattore critico di successo per comprendere/stimolare la
dimensione culturale e dare visibilità alla volontà politica di muovere il settore verso presupposti
industriali che possono agire su tre fronti: sistema degli ambiti territoriali: il dlgs 152 del 2006 ha
previsto la soppressione delle Autorità d' ambito che avevano l' obiettivo di regolare e organizzare il
servizio su un territorio sovraccomunale. Le Autorità sono state sostituite da ambiti territoriali ottimali
omogenei istituti dalle regioni, determinando l' ennesima frammentazione del sistema Italia avendo le
regioni ognuna optato per un modelli differenti. Una soluzione possibile che oggi si intravede è la
creazione di Ato sovra­regionali dedicati a servire contesti con una popolazione superiore ai 3,5 milioni
di abitanti; tale dimensione, alla luce delle esperienze degli ultimi anni, consentirebbe di gestire
processi di affidamento di grandezze tali da attrarre investimenti da parte di soggetti industriali solidi,
eventualmente anche attraverso la quotazione in borsa dei soggetti affidatari; il sistema di
rappresentanza degli Ato ancora in mano (in maniera indiretta) ai comuni, portatori per definizione di
istanze territoriali a volte in contrasto con una politica industriale di sviluppo. Il percorso di
centralizzazione della gestione del ciclo dei rifiuti deve necessariamente passare da un sistema che
risponde a esigenze «di campanile» a un sistema di gestione per lo sviluppo del territorio.
estensione dei confini degli affidamenti. Il decreto Ronchi prevedeva affidamenti completi del ciclo
integrato dei rifiuti, comprensivo della realizzazione degli impianti. Gli ultimi affidamenti realizzati
(Umbria e Toscana) hanno proposto modalità differenti, l' approccio che si sta rivelando più efficace è
legato all' integrazione del servizio raccolta/smaltimento e di conseguente alla certezza dei tempi di
realizzazione per gli impianti determinando la possibilità per sia per il gestore, che per l' Azienda di
trovare un equilibrio economico e finanziario all' interno della gestione integrata del servizio.
ALFREDO ROSINI E DANIELA CONGIU
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
sport
Beach tennis Centoventotto atleti dai cinque continenti in campo fino a domenica al Delfino di
Pinarella.
Le migliori racchette da spiaggia si giocano il
Mondiale
Cervia IL CAMPIONATO mondiale di beach
tennis approda sulla spiaggia di Pinarella.
Sono già nove anni che il bagno Delfino n. 131
ospita il più importante torneo a livello
internazionale.
E, per la seconda volta consecutiva, l'
International federation of tennis ha voluto dare
a questa manifestazione il rango di
campionato del mondo. Le gare si
disputeranno fino a domenica per il
divertimento di un pubblico davvero nutrito.
Sono infatti oltre 2mila gli appassionati che
ogni anno non si perdono le performance dei
loro beniamini, soprattutto il servizio e i colpi d'
attacco. Ben 128 gli atleti, accompagnati da
numerosi sostenitori, che in rappresentanza di
24 Nazioni (l' anno scorso erano 22) si
batteranno a Pinarella per conquistare l'
ambito premio. I più forti giocatori dei cinque
continenti si impegneranno per battere gli
italiani, campioni in carica sia in campo
femminile che in quello maschile. I fuoriclasse,
anche se partono da favoriti, dovranno
prestare particolare attenzione a brasiliani,
francesi, tedeschi, russi, spagnoli e venezuelani.
Tre i tornei principali in programma: doppio maschile, doppio femminile e doppio misto.
A ciascuno di essi parteciperanno 32 coppie selezionate da ITF in base al ranking internazionale
conquistato dai vari giocatori nel corso dei tornei disputati durante l' anno in ogni angolo del mondo: dal
Brasile ai Caraibi, dagli Usa all' Oceano Indiano, all' Estremo Oriente.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
sport
Calcio Promozione.
S. Pietro in Vincoli: per rafforzarsi un mix di giovani e
giocatori esperti
San Pietro in Vincoli ULTIMI arrivi e squadra
fatta al San Pietro in Vincoli. Sono tre i
giocatori approdati negli ultimi tempi alla corte
del nuovo allenatore Giancarlo Succi. Il primo
é Michele Salafrica, centrocampista centrale,
dal Lucento, squadra di Eccellenza nata in un
quartiere di Torino, ella che ha sconfitto nei
giorni scorsi a Vinovo per 3­2 la Juventus di
Allegri nella prima amichevole dei bianconeri.
Salafrica ha fatto settore giovanile nel Cesena,
ha giocato tra l' altro nel San Marino e nel
Cattolica. Gli altri due neo­acquisti sono i
giovani Simone Bertilotti, centrocampista, dal
Russi, e Saverio Campana, esterno d' attacco,
dagi juniores del Ravenna.
«Così la nostra ?rosa' dovrebbe essere a
posto ­ spiega Davide Bellettini, direttore
sportivo del San Pietro in Vincoli ­ con 19
giocatori». Ecco l' organico. Portieri i
confermati Sanzani e Liverani; difensori i nuovi
Ghetti (dal Borghi), Proli (San Leonardo),
Bartoletti (Fosso Ghiaia), Baiocchi (un ritorno,
dal Ronta) e i confermati Casadei, Bernardi e
Turroni; centrocampisti i nuovi Salafrica
(Lucento) e Bertolotti (Russi) e i confermati Brunetti, Fabbri, Casadio; attaccanti i nuovi Rocchi (Savio),
Battiloro (Russi) e Campana (Ravenna) e i confermati Migliaccio e Melandri.
«Abbiamo allestito la squadra ­ commenta il ds Bellettini ­ con l' intenzione di consolidarci in
Promozione, restando fuori dalla zona calda. Abbiamo preso giocatori esperti come Ghetti, Salafrica e il
rientrante Baiocchi, insieme ad alcuni giovani nei quali confidiamo molto. Abbiamo confermato 10
giocatori della squadra che nello scorso campionato aveva fatto bene». Dieci confermati e nove nomi
nuovi per il nuovo tecnico Succi, con il quale collaborano il preparatore atletico Federico Mazzoni, il
preparatore dei portieri Filippo Baiocchi, il fisioterapista Bruno Mattioli. La preparazione inizierà lunedì 4
agosto. Le prime partite amichevoli: il 9 agosto a San Pietro in Vincoli con il Faenza, il 16 con il San
Zaccaria, il 20 con il Bagnacavallo.
a.m.
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La Voce di Romagna
sport
PROMOZIONE Ritrovo a cena per la squadra biancorossa: da lunedì comincia ad allenarsi.
Bagnacavallo, la spinta dei tanti giovani per dare
inizio ad un nuovo ciclo
BAGNACAVALLO E' un Bagnacavallo
profondamente rinnovato e ulteriormente
ringiovanito quello che mercoledì sera ha dato
il saluto alla nuova stagione trovandosi al
Ristorante "Gemelli" alla "cena per farli
conoscere".
Solo tre sono, infatti, i calciatori confermati
della rosa passata; per il resto il nuovo
direttore tecnico Claudio Rondinelli, d' intesa
con società e nuovo allenatore, Mirko
Gramantieri (nella foto, un graditissimo
ritorno), ha dato vita ad una robusta
rivoluzione, che ha portato molti Under e
qualche uomo di esperienza.
"Dopo la passata stagione si è deciso di aprire
un libro nuovo spiega il dirigente biancorosso
Mauro Visani ­ avendo la società ritenuto che il
traguardo dei cent' anni coincidesse con la fine
di un ciclo". La società biancorossa riparte con
un nuovo progetto, ambizioso e impegnativo:
creare un concreto e duraturo collegamento fra
il settore giovanile e la prima squadra,
finalizzando così l' ottimo lavoro che viene
svolto da chi opera nel settore giovanile, con la
consapevolezza che un rinnovamento così
radicale può presentare rischi consistenti. "Il
nostro obiettivo primario restano la
valorizzazione dei nostri giovani e la voglia di
figurare al meglio delle nostre possibilità".
Questa la rosa della prima squadra che comincerà la preparazione lunedì: Portieri: Bandini ('93, Reda),
Para ('92 San Patrizio).
Difensori: Bolognesi ('95, conf.
), Calderoni ('92, Conselice), Maccolini ('93 conf.), Massari ('96, Imolese), Pomini ('81, Classe).
Centrocampisti: Biondini ('86, Classe), Buddikham ('92, Reda), Fabbri ('87, Lavezzola), Gardi ('95, San
Patrizio) Zarzouras ('95, conf.).
Attaccanti: Gallinucci ('93, Russi), Mambelli ('83, Classe), Placci ('88), Reda), Pollino ('93, Faenza).
Alla prima squadra sono stati aggregati numerosi atleti del setto re giovanile, alcuni dei quali hanno già
debuttato in Promozione nella scorsa annata: i portieri Branca ('96) e Martini ('97), i difensori Chiarucci
('95), Lahcen ('97), Mbaye ('95), i centrocampisti El Houcien ('97) e Marzano ('95), gli attaccanti Cani
('96) e Dirani Da Silva ('97).
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Le amichevoli: Sono quattro le amichevoli già ufficiali che il Bagnacavallo disputerà in preparazione: il 9
agosto a Conselice, il 13 ad Alfonsine, il 16 agosto col Reda in sede da definire e il 20 agosto in casa
col San Pietro in Vincoli. E' poi in via di allestimento anche un match con il Baracca Lugo a fine agosto.
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La Voce di Romagna
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Arrigoni: "Il Cesena? Devo far bene a Forlì
" IL PROTAGONISTA Il centrocampista traccia i primi bilanci: "Stiamo lavorando bene e
saremo pronti per riuscire a salvarci" Dopo il test in famiglia di questa mattina due giorni
di riposo PRIMA CATEGORIA Aria nuova San Pancrazio una squadra molto cambiata e
un vivaio consolidato.
iamo ormai agli sgoccioli per quanto riguarda il ri­ tiro
del Forlì (dopo l'a­ michevole in famiglia di questa
mattina si chiuderanno ufficialmente le due settimane in
quel di Castrocaro, prima di un rompete le righe fino a
lunedì mattina) e la squadra biancoros­ sa inizia dunque
a prendere for­ ma. Nel ruolo da tutti additato come
quello più delicato, ovvero il centrocampo, il direttore
spor­ tivo Menegatti ha messo a di­ sposizione di mister
Rossi diversi nuovi volti interessanti, uno su tutti:
Tommaso Arrigoni , ex Ce­ sena che si accinge a
disputare una stagione forse fondamentale per la
propria carriera.
Com'è andato il ritiro?
Sappiamo che è il momento in cui si mette benzina nelle
gambe per tutta la stagione e in cui ci si inizia a
conoscere e devo dire che abbiamo fatto l'uno e l'altro.
Ora ci rimane solo la partitella fra di noi, quindi ci
godremo due giorni di riposo in famiglia, per­ chè dopo
15 giorni di duro lavo­ ro, un po' di stacco ci vuole.
Oltre ai doppi allenamenti e ai chilometri macinati si è
anche la­ vorato molto sulla tattica. Per uno che gioca in
mezzo al campo due cose inevitabili.
Come sempre il lavoro tattico è importante, specie per una squadra molto giovane. Nel mio reparto ho
tanti compagni forti e d'esperienza come Cejas o Pet­ tarin e gente che conosco bene come Djuric o
Capellini.
Ci sarà grande competizione Sicuramente, ci sarà da lottarper la maglia da titolare. Tutto ciò non può
che essere uno sti­ molo ulteriore a dare tutto e a far crescere il livello della squadra.
Come vi hanno accolto i senatori?
Alla grande, chi era già qui dal­ l'alto della sua esperienza ci sta prendendo per mano per per­ metterci
un inserimento rapido e proficuo.
Come valuta la rosa?
Mi sembra che si stia allestendo una buonissima squadra assolu­ tamente competitiva per il no­ stro
obiettivo, ovvero il mante­ nimento della categoria. Come ho già detto saremo un gruppo giovane ma
anche di qualità.
Squadra competitiva in vista di u­ na stagione dura in Lega Pro Non vediamo l'ora di iniziare perchè
sappiamo che affronte­ remo un campionato difficile ma affascinante.
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1 agosto 2014
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Il mister come la sta provando?
Ovviamente da mezzala, ruolo in cui mi esprimo al meglio, ma tenendo bene a mente che mi vuole
pronto a tutti i ruoli del centrocampo.
Il 6 agosto al Morgagni arriva il Cesena, un amichevole che per lei vuol dire molto Innanzitutto sono
ancora sotto contratto con il club del Caval­ luccio e ritroverò tanti ragazzi che conosco bene e con cui
ho vissuto parte della scalata in A dell'anno scorso.
L'obiettivo è tornarci, magari in A Certo. Non sarà facile ma ci proverò. Per il momento penso al Forlì e
a fare bene con questi colori, per il futuro c'è tempo...
Alessandro Passanti
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La Voce di Romagna
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Il cantiere Russi punta sulla sua cantera
PROMOZIONE I Falchetti si sono presentati ieri ai loro tifosi con una rosa ancora
incompleta ma dall' età media molto bassa, in cui spiccano i tanti giovani promossi dal
vivaio. Lunedì il primo allenamento.
RUSSI In attesa della prima uscita ufficiale
della nuova stagione, in programma col
Cotignola nel derby di Coppa Italia del 24
agosto, il Russi si è presentato ai propri tifosi
ieri sera in un "Bruno Bucci" carico di curiosità.
Il compito dei Falchetti, vecchi (rimasti in buon
numero) e nuovi (pochi: appena quattro finora
gli acquisti), sarà quello di far dimenticare ai
tifosi la seconda retrocessione degli ultimi
quattro anni, la più dolorosa perchè riporta il
Russi a cimentarsi nel campionato di
Promozione a distanza di 40 anni dall' ultima
presenza in categoria, sintomo di un
ridimensionamento forzato dalla perdurante
crisi economica.
Per provare a farlo il sodalizio di via Pascoli
presenterà al via del campionato, che lo vede
peraltro collocato nel girone C di Promozione,
con molte trasferte nel bolognese e un paio in
terra ferrarese, una rosa giovanissima (età
media di poco superiore ai 20 anni, con solo
tre giocatori nati prima del 1990) ed ancora in
via di definizione: venticinque per ora i
convocati in attesa di sfoltimenti e nuovi arrivi,
quelli di Alessandro Giorgini e Marco Magari in
difesa, quelli di Andrea Dirani e Luca
Miserocchi a centro campo e Michele Mambelli
dal Fosso Ghiaia in attacco, e con l' attacco
stesso che è il reparto al momento maggiormente bisognoso di interventi. Partiti alcuni big, su tutti il
capocannoniere Mattia Rinaldini, i falchetti hanno anche salutato Fabio Pezzi, finito ad Argenta dopo le
cinque reti messe a segno nello scorso campionato. I numeri in questo senso sono eloquenti: il Russi ha
perso tre quarti delle reti messe a segno nello scorso campionato ed il direttore sportivo Ermes
Gaudenzi, una delle novità della stagione, è a caccia di elementi validi da affiancare a Drei e Babini.
Nelle ultime ore, però, il Russi ha dovuto abbandonare definitivamente il sogno del ritorno in arancione
di Fabio Padovani: l' ex bomber del Ravenna, a lungo corteggiato, dovrebbe accasarsi in questi giorni
all' ambiziosa Argentana allenata dal ravennate Simeoni.
Dopo la preprazione di ieri sera, per i falchetti qualche altro giorno di riposo poi inizieranno a lavorare
dal 4 al 30 agosto nel consueto ritiro in sede. La diramazione dei calendari di Coppa renderà necessario
anche un assestamento delle amichevoli estive programmate al momento che vedono il Russi
impegnato il 14 agosto con il Reda, il 21 in un triangolare a Sesto Imolese ­ il "Memorial lama Bettini"
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con Granamica e Massalombarda, il 27 agosto contro il Castelbolognese ed, infine, il 30 agosto contro il
Lugo (ma sarà da valutare l' eventuale impegno del 24 e del 31 in Coppa).
Questa la rosa del Russi: Portieri: Borneo ('97), Casadio ('97), Cenni ('96), Ercolani ('95), Mazzotti ('98).
Difensori: Giorgini ('93, dal Ravenna), Magari ('92, dal Ravenna), Marescotti ('97), Mazzotti Marco ('96),
Rusticali ('93), Spazzoli ('93), Vasumini ('94).
Centrocampisti: Alberani ('96), Coralli ('93), Dirani ('93, dal Bagnacavallo), Focaccia ('94), Francisconi
('97), Gaddoni ('96), Gualandi ('95), Miserocchi ('80, dal Bagnacavallo), Pezzi Marco ('82).
Attaccanti: Babini ('93), Drei ('94), Mambelli ('89, dal Fosso Ghiaia), Tazzari ('97).
Allenatore: Paolo Bagnara.
Daniele Pompignoli Il Russi scalpita per scendere in campo. Sotto, una foto di gruppo e i 5 nuovi
acquisti.
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La Voce di Romagna
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GRAND SLAM.
Menegatti con vista sui quarti
KLAGENFURT Sono approdate agli ottavi di
finale del Grand Slam di Klagenfurt, in Austria,
le due azzurre del beach volley, Marta
Menegatti e Vittoria Orsi Toth. Passata la Pool
di qualificazione grazie alle due vittorie per 2­0
(21­16, 22­20) contro le brasiliane Lima ­
Fernanda e per 2­0 (21­14, 21­12) contro le
polacche Brzostek­Kolosinska, inframezzate
dalla sconfitta contro le brasiliane Liliana­
Baquerizo (contro cui avevano perso anche a
Mosca e a L' Aia) per 2­1 (15­21, 21­17, 15­
13), le ragazze di Paulao hanno poi superato il
primo turno di qualificazione battendo le
slovacche Dubovcova­Nestarcova per 2­0 (21­
10, 21­13). Oggi, negli ottavi di finale,
affronteranno le canadesi Bansley­Pavan, già
battute a Stavanger e a Long Beach. In campo
maschile giornata nera per i gemelli Ingrosso,
battuti 2­0 dai tedeschi Erdmann­Matysik e dai
russi Semenov­Krasilnikov, e in chiaroscuro
per Nicolai­Lupo, sconfitti 2­0 dai kazaki
Sidorenko­Dyachenko, ma poi riscattatisi
contro i tedeschi Böckermann­Urbatzka,
battuti 2­1.
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