Il Sole 24 Ore - Comune di Savignano sul Rubicone

COMUNE DI SAVIGNANO SUL RUBICONE
Giovedì, 03 luglio 2014
Giovedì, 03 luglio 2014
Prime Pagine
03/07/2014 Prima Pagina
1
Il Resto del Carlino (ed. Forli)
03/07/2014 Prima Pagina
2
La Voce di Romagna (ed. Forli)
Pubblica Amministrazione
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
3
Un semestre in salita
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2
5
Serve un piano europeo di investimenti
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
7
Il «tesoretto» potenziale di 30 miliardi per l' Italia
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7
CARMINE FOTINA, MARCO MOBILI
Debiti Pa, garanzie per 1,9 miliardi
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7
DAVIDE COLOMBO
Spending review: stretta su acquisti e partecipate
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8
MARCO LUDOVICO
Accoglienza immigrati: 400 milioni a rischio
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18
ADRIANO LOVERA
Demanio: dagli asset pubblici più valore...
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18
LAURA SERAFINI
«Riscrivere le regole su Poste»
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 40
GIANNI TROVATI
Non profit, penalizzato l' uso misto
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 40
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 40
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 41
FRANCESCO CLEMENTE
Il subentro non blocca l' autorizzazione Via
FRANCO ADRIANO
È già sfida Italia­Germania
CESARE MAFFI
L' unica riforma: smagrire lo Stato
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 28
SIMONA D' ALESSIO
Appalti, il codice cambia pelle
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 29
ILARIA ACCARDI
Imu sul non profit con tre criteri
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 28
ANDREA MASCOLINI
Dl cultura, saltano deroghe per varianti
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 33
FRANCA FACCINI
Veneto vs Trentino sul fisco
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 34
BENEDETTA PACELLI
Debiti p.a., cessione fatture al via
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 34
Enti, non vale la surroga gratis
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 35
Da luglio rating di legalità per incassare finanziamenti
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20
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Assicurazione dell' Inail ai volontari cassintegrati
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 6
15
23
Tagli ai Comuni, certificati entro il 25 luglio
03/07/2014 Italia Oggi Pagina 4
13
22
Se mancano scelte decise
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 43
11
17
Torino capofila nelle riqualificazioni
03/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 26
9
FRANCESCO CERISANO
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Comune di Savignano
02/07/2014 Cesena Today
Tutti in pista con lo "Squacquerone pink night" e il Motoscquacquerone
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 6
L' Asca è cresciuta, si è fusa con il Borghi Militerà...
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 18
SAVIGNANO SI ACCENDE IL FESTIVAL DEL RUBICONE
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 15
Derubata fa catturare coppia di ladri
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 32
Motosquacquerone, il primo raduno per il formaggio dop
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 32
Rette non pagate, l' Asp ricorre
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 36
Ruba il portafoglio a una turista Arrestata coppia di Pomezia
comune di gatteo
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03/07/2014 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 17
55
Omaggio col fiatone agli anni '80
03/07/2014 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 18
56
Bolle, gelato e divertimenti per bambini
03/07/2014 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 18
57
Gatteo a tutta musica
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 18
58
Succeso per '80 Running'
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 16
PASOLINI ERMANNO
«Cambiare sistema, ma senza svendersi»
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 16
PASOLINI ERMANNO
«Qui la vacanza è ancora alla portata di tutti»
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 17
«Ferie troppo costose in Riviera? No, ma tasse e burocrazia...
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 32
Gatteo Mare Notte Rosa con Casadei
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 36
80 Running Alla gara vintage anche il comico Fabrizio Fontana
GIACOMO MASCELLANI
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comune di san mauro pascoli
03/07/2014 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 18
Piazze riempite da 2 mila persone per la cena con Zvanì
03/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 10
Un progetto per fare giocare i bimbi nei parchi
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 32
M5S e TuttiXSanMauro: parchi attrezzati per bambini disabili
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 32
A cena con ZvanìOltre duemila persone martedì sera in centro
03/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 32
SAN MAURO...
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Il Resto del Carlino (ed.
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La Voce di Romagna
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
IL PROGRAMMA.
Un semestre in salita
Nel suo discorso per molti versi irrituale, pronunciato sul filo
delle grandi dichiarazioni di principio più che sotto il profilo
strettamente programmatico, Renzi ribadisce che l' Italia
rispetterà le regole ma serve la crescita. Il passaggio verso il
«miglior utilizzo della flessibilità», secondo le faticose intese
raggiunte nel Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, pare tutt'
altro che scontato. Dino Pesole Da questo punto di vista, l'
avvio del semestre italiano di presidenza della Ue parte in
salita. Renzi non ha indicato nel suo discorso ai parlamentari
neo eletti i passaggi che dovrebbe condurre all' auspicata
flessibilità, affidandosi al testo scritto consegnato alla
presidenza del Parlamento.
Se l' impianto delle regole europee sul fronte della disciplina
d i bilancio è al momento intangibile, l' enfasi sulla crescita
posta ieri dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel suo
discorso al Parlamento europeo di Strasburgo, potrebbe
potenzialmente aprire una breccia in direzione di una politica
economica europea finalmente orientata al sostegno dello
sviluppo e dell' occupazione. L' utilizzo del condizionale è d'
obbligo, come mostra la netta presa di posizione del
capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber («i debiti non
creano futuro, lo distruggono, dobbiamo continuare sulla linea
del rigore»). Il «nuovo inizio» che ispira il programma italiano
per il semestre, propone una nuova agenda di politica
economica «basata su riforme strutturali e investimenti per la
crescita e l' occupazione». In chiave europea, si tratta di
spingere l' acceleratore sui «quattro pilastri» fatti propri dal
Consiglio europeo del dicembre 2012. Focus su unione
bancaria, rafforzamento della regolamentazione dei mercati
finanziari, fiscalità e bilancio.
Certo lo scambio tra riforme e più tempo a disposizione per
rientrare nella «regola del debito», ma anche per aprire la
partita degli investimenti con quota nazionale parzialmente
scomputabile dal calcolo del deficit, è ancora formalmente sul
tappeto. Se ne comincerà a discutere concretamente con la
prossima Commissione europea che s' insedierà a
novembre. Non sarà una passeggiata provare a infrangere
nell' Europarlamento il muro eretto dagli euroscettici da un
lato e dai rigoristi ad oltranza, dall' altro.
Al centro del semestre occorre porre il tema centrale del rilancio di grandi progetti infrastrutturali,
provare a portare al tavolo della discussione il tema della mutualizzazione del debito attraverso la
creazione di un nuovo veicolo finanziario comunitario, dotato di garanzie fornite dagli stati membri e
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capace di emettere titoli di debito. Difficile che si possa sull' argomento fare passi in avanti, come del
resto ha implicitamente ammesso il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan nell' intervista di due
giorni fa al Sole 24 Ore, ma sul piano programmatico si potrebbe provare quanto meno ad avviare l'
istruttoria preliminare. Per l' Italia ­ come del resto è stato ribadito a più riprese sia da Renzi che da
Padoan ­ la scommessa la si gioca tutta sul piano delle riforme.
Se il collegamento riforme­flessibilità, peraltro già contenuto nella stessa disciplina di bilancio, farà
effettivamente breccia (la precondizione è essere fuori dalla procedura per disavanzo eccessivo), sarà
la Commissione a valutare caso per caso, nella premessa che comunque dovremo non infrangere il
tetto del 3% nel rapporto deficit/pil, assicurarne la progressiva discesa e realizzare al tempo stesso il
pareggio di bilancio in termini strutturali nei tempi indicati (2015, ma l' Italia ha chiesto lo slittamento al
2016).
Mercato del lavoro, giustizia, fisco, pubblica amministrazione: l' elenco delle azioni ­ in parte già
intraprese, per il resto da realizzare ­ è nutrito, va inserito nel quadro delle raccomandazioni rivolte all'
Italia dalla Commissione Ue lo scorso 2 giugno, sulla scia del «Programma nazionale di riforma»
presentato lo scorso aprile, e dunque con una proiezione necessariamente rivolta all' orizzonte dell'
Agenda Ue «2020», necessariamente ribadita dal programma italiano per il semestre.
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INTERVENTO.
Serve un piano europeo di investimenti
di Markus Kerber L' Italia assume la
presidenza del Consiglio U e i n u n a f a s e
decisiva per l' Europa. Nei prossimi sei mesi si
insedieranno il Parlamento europeo, la
Commissione e il Consiglio. Si tratta di un'
opportunità unica per ri­orientare le istituzioni
verso la competitività e gli investimenti per la
crescita. Solo così nei prossimi cinque anni
potremo creare posti di lavoro, estinguere il
colossale debito pubblico e a r r e s t a r e l '
indebolimento politico ed economico dell'
Europa sulla scena mondiale.
La presidenza italiana deve promuovere un
dibattito efficace tra governi, europarlamentari
e nuova Commissione sulle priorità politiche
della Ue per i prossimi cinque anni. Tutte le
formazioni del Consiglio, le commissioni del
Parlamento e le Direzioni generali della
Commissione dovranno mettersi in
discussione con spirito critico e chiedersi
quale sia il loro contributo alla crescita e all'
occupazione.
L' Italia deve concentrarsi sulle misure per la
crescita e l' occupazione e sull' economia
reale. La Confederazione tedesca dell'
industria ritiene che si debba lavorare in due
direzioni.
1 L' Europa dovrà rafforzare il legame tra politica di crescita e di consolidamento. Il bilancio è negativo:
anziché perseguire il tanto condiviso risanamento di bilancio in favore della crescita, i governi hanno
troppo spesso effettuato tagli agli investimenti.
Nello stesso tempo, nel bilancio Ue 2014­2020 sono stati drasticamente ridotti i mezzi destinati alla
ricerca, all' innovazione e allo sviluppo delle infrastrutture transeuropee. Le riforme strutturali per
migliorare le condizioni di investimento sono state attuate troppo lentamente. Sei anni dopo l' inizio della
crisi economica e finanziaria, il livello degli investimenti nella Ue è sempre del 17% sotto quello del
2008. Se non si inverte questa tendenza, il potenziale di crescita potrebbe uscirne notevolmente
compromesso.
La Confederazione tedesca dell' industria è fermamente convinta che l' Europa debba investire molto di
più nelle catene del valore transnazionali. Un mercato unico realmente interconnesso è fondamentale
per valorizzare gli esclusivi punti di forza dell' Europa nella produzione transfrontaliera. Stando ai calcoli
della Banca europea per gli investimenti, ogni anno si dovrebbero investire in tal senso almeno 470
miliardi di euro nelle reti dell' energia, dei trasporti e di trasmissione dei dati. Ciò che serve davvero all'
Europa è una campagna per gli investimenti degna di questo nome. Al nostro continente serve una
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strategia per impiegare in futuro in modo più efficace le scarse risorse pubbliche e per mobilizzare i
beni d' investimento privati disponibili in tutto il mondo per ulteriori investimenti in progetti infrastrutturali
di portata europea.
Maggiori investimenti pubblici, finanziati mediante un' estensione eccessiva del Patto d i stabilità e
crescita, sarebbero invece il peggior affare possibile. Poiché ogni euro da versare per il pagamento
degli interessi sarebbe tolto agli investimenti futuri che sono assolutamente necessari. Già oggi le spese
degli Stati membri della Ue per il pagamento degli interessi superano l' importo degli investimenti lordi.
Inoltre, il tesoro prezioso rappresentato dalla credibilità del Patto di stabilità e crescita verrebbe ancora
una volta intaccato. Non dimentichiamo che la massiccia recessione dagli investimenti soprattutto in
Europa meridionale è stata provocata dalle incertezze sulla crisi del debito nell' Eurozona. Solo un patto
credibile può fungere da solida base per le riforme di cui abbiamo bisogno.
2 L' Europa ha assolutamente bisogno di una maggiore convergenza delle politiche industriali,
energetiche e climatiche. Negli ultimi anni è stata conferita la massima priorità agli obiettivi in materia di
politica climatica ed energetica, troppo spesso a discapito di una base industriale competitiva.
La partecipazione dell' industria europea al valore aggiunto industriale su scala mondiale è diminuita del
5% nel periodo 2000­2012; in Italia addirittura del 28%. L' Europa ha perso sei milioni di posti di lavoro
nell' industria: questa tendenza deve essere invertita.
La quota del 20% nel settore dell' industria dovrà in futuro avere la stessa importanza degli altri obiettivi
europei. Sarà possibile reindustrializzare l' Europa solo mediante una riforma a 360° della governance
europea per la competitività. La presidenza italiana punta giustamente alla rivalutazione del Consiglio
Competitività, che dovrebbe diventare il garante centrale della competitività nella Ue e ottenere un
effettivo diritto di codecisione. A tal fine, dovrebbe avere un presidente permanente che possa
appoggiarsi a un valido gruppo di alto livello per la competitività e la crescita.
In futuro si approderà a una stretta collaborazione italo­tedesca, per far avanzare l' Europa e creare a
Bruxelles una stabile maggioranza pro­europea. Il successo alle elezioni europee dei governi Merkel e
Renzi ha consolidato la posizione della Germania e dell' Italia in seno al Consiglio. Nel Parlamento
europeo la Germania schiererà il maggior numero di rappresentanti nelle file dei cristiano­democratici, l'
Italia tra i socialisti. In campo economico, tra la Germania e l' Italia esiste già da tempo una stretta
collaborazione: siamo accomunati da una base industriale forte e competitiva. Sarà questo in futuro a
spronarci ad assumere una responsabilità comune nei confronti dell' Europa.
Direttore generale dell' Associazione degli industriali tedeschi (Bdi) © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Bilancia commerciale e spesa per interessi.
Il «tesoretto» potenziale di 30 miliardi per l' Italia
Walter Riolfi E se quest' euro fosse così forte
un po' anche per colpa dell' Italia? Un
paradosso, si dirà. Ma in tutte le esagerazioni
c' è un poco di verità. Se guardiamo i numeri
della bilancia commerciale nel 2013 (fonte
Ocse), troviamo che, a fronte di un deficit di
quasi 370 miliardi di euro per gli Stati Uniti, l'
Eurozona vanta un attivo di 330 miliardi, grazie
ovviamente alla Germania (172 miliardi), all'
Olanda (59) e all' Italia (38). Ma, se si pensa
che 3 anni fa il saldo commerciale italiano era
pesantemente negativo, per il 7° anno
consecutivo, i progressi compiuti nel 2012 e
2013 sono stati cospicui: al punto che oltre un
t e r z o d e l l ' i n c r e m e n t o d e l l a bilancia
commerciale della zona euro è arrivato dal
nostro Paese. E le previsioni (Ocse) indicano
che la tendenza è destinata a continuare quest'
anno e il prossimo.
Tutto bene dunque? Non esattamente: perché
l' incremento del saldo positivo è avvenuto più
per la contrazione delle importazioni, che per l'
aumento delle esportazioni. In altre parole, il
maggior artefice della ritrovata competitività è
stata la recessione che ha pesantemente
colpito l' Italia negli ultimi 3­4 anni e che ha
ridotto drasticamente i consumi. A Guglielmo Manetti di Intermonte, la presente situazione ricorda un
poco quella del 1993, quando una svalutazione della lira di circa il 30% produsse saldi commerciali, nel
periodo '93­'98, tra il 2,1 e il 3,5% del pil. Nella presente contingenza il contributo alla formazione del pil
è stato del 2,2% nel 2012 e dell' 1,3% l' anno scorso, quando la nostra economia scese del 2,5%. Nel
2014, l' apporto della bilancia commerciale dovrebbe essere in linea.
Non potendo più far leva sulla svalutazione monetaria, spiega Manetti, il riaggiustamento è stato trovato
nella compressione del costo del lavoro e nella riduzione dei consumi. In ogni caso, il nostro Paese pare
aver ripreso la strada per una migliore competitività internazionale, ponendosi come la seconda
economia della zona euro. È tuttavia evidente che la continuazione di questo processo dovrà poggiare
su altri fattori e non più solo sui sacrifici e la pazienza dei cittadini. Una di queste componenti sta nel
miglioramento dei conti pubblici che potrebbe liberare risorse per investimenti e per ridurre la pressione
fiscale.
Al riguardo, Manetti è abbastanza ottimista: anzi più ottimista del governo Renzi o, meglio, dei conti
presentati nel Documento di economia e finanza di aprile. Nel Def era stato ipotizzato un costo medio
del debito pubblico (spesa per interessi) pari al 3,85% (circa il 5% del pil) per il triennio 2014­2016.
Ma i rendimenti di mercato sono fortemente scesi, al punto che il costo dei nuovi titoli emessi, secondo
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le stime di Intermonte, dovrebbe scendere al 2% quest' anno, all' 1,75% il prossimo e all' 1,5% nel 2016.
Considerato che in ognuno di questi anni vengono rinnovati titoli per il 22­23% dell' esistente e che
questa carta è prevalentemente di lungo periodo, il costo medio del debito si abbasserebbe
sensibilmente: di 30,4 miliardi, secondo Intermonte, pari all' 1,9% (cumulato) del Pil in tre anni. Di
conseguenza, il rapporto deficit/pil s' abbasserebbe al 2,1% quest' anno, all' 1,4% nel 2015 e allo 0,8%
nel 2016 e l' Italia rispetterebbe appieno i criteri contenuti nel patto di stabilità.
In virtù dei calcoli "prudenziali" contenuti nel Def (e sarebbe forse la prima volta che un governo
presenta stime approssimate per difetto), Matteo Renzi avrebbe un maggior spazio di manovra a
Bruxelles e potrebbe contare su una non disprezzabile eccedenza di bilancio da destinare alla crescita
economica. Ben sapendo che la minor spesa per interessi è un' occasione concessa
momentaneamente dai mercati e non una condizione strutturale.
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Le vie della ripresa.
Debiti Pa, garanzie per 1,9 miliardi
Firmato il decreto: cessione dei crediti alle banche con «sconto» dell' 1,9%
Carmine Fotina Marco Mobili ROMA Verso lo
sblocco il piano dei pagamenti della Pubblica
amministrazione v a r a t o c o n i l D l Irpef. I l
sottosegretario all' Economia Giovanni Legnini
ha annunciato ieri a un convegno organizzato
dall' associazione ProDemos che il decreto
attuativo per il meccanismo di cessione crediti
è stato firmato dal ministro Padoan ed è alla
Corte dei conti. Il testo di 11 articoli, che Il
Sole­24 Ore è in grado di anticipare, definisce
il funzionamento della garanzia dello Stato
sulla cessione pro soluto dei crediti delle
imprese alle banche, con possibile ulteriore
cessione alla Cassa depositi e prestiti. Viene
istituito un Fondo di garanzia specifico, con
dote di 150 milioni, che sarà gestito dalla
Consap. Per ogni operazione di cessione
garantita verrà accantonato a titolo di
coefficiente di rischio almeno l' 8% dell'
importo del credito ceduto: questo porterà a un
importo complessivo garantibile pari a 1
miliardo e 875 milioni (a fronte di 750 milioni
potenzialmente garantibili al 30 giugno 2014).
Per accedere alla garanzia del Fondo sono
previste procedure semplificate come la
piattaforma elettronica per la certificazione e il
ricorso alla posta elettronica certificata. Inoltre, viene fissato il tasso di sconto massimo che potranno
praticare le banche: «1,9% annuo, comprensivo di ogni onere, che si riduce all' 1,6% per l' importo
eccedente i 50mila euro di ammontare complessivo dell' operazione di cessione».
L' attenzione è alta sia sui tempi di attuazione sia sul delicatissimo tema delle spese in conto capitale.
Per Angelo Rughetti, sottosegretario alla Pa ­ anche lui intervenuto al convegno ­ per sbloccare il
dossier investimenti si può lavorare sulle regole relative ai fondi strutturali, ad esempio svincolando dal
tetto del 3% i cofinanziamenti nazionali; il sottosegretario spinge per un' attuazione rapida superando i
veti della "tecnoburocrazia". Franco Bassanini, presidente Cdp, anticipa le linee di una ulteriore
possibile soluzione: le banche, utilizzando la provvista Ltro, potrebbero anticipare al 2014 il pagamento
di crediti che altrimenti slitterebbero al 2015. Il tutto, anche in questo caso, con l' indispensabile
garanzia dello Stato.
Legnini ha aggiunto che sono in registrazione anche altri 5 provvedimenti attuativi. Secondo il
sottosegretario, i numeri di riferimento restano i 56,8 miliardi di stanziamenti complessivi varati con i
vari provvedimenti negli ultimi anni e i 60,5 miliardi totali di debiti da smaltire. E, aggiunge in serata
Renzi, «Mps l' altro ieri ha restituito 3,5 miliardi che abbiamo messo nei pagamenti della Pa». «L'
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obiettivo del 21 settembre è ancora possibile, ma non tutto dipende dal governo» dice il sottosegretario
riferendosi anche ai tempi e alle procedure che coinvolgono direttamente gli enti debitori. Tuttavia
restano in circolazione anche stime diverse, come quelle su cui convergono sia Federico Merola di
ProDemos sia Paolo Buzzetti dell' Ance: 70­75 miliardi. I costruttori, in particolare, stimano che all'
edilizia finora siano stati pagati 7,5 miliardi mentre altri 11 miliardi sono ancora in attesa di essere
saldati. A conti fatti comunque, sintetizza Buzzetti, il Dl Irpef non ha ancora risolto i problemi degli
investimenti, le spese in conto capitale, tenute fuori dal piano pagamenti per l' impatto sul deficit, e
bisogna ancora capire se i costruttori potranno almeno rientrare nel piano banche­Cdp per la cessione
dei crediti.
Su quest' ultimo meccanismo a fornire dettagli è Bassanini. «Non abbiamo ancora deciso il plafond che
metteremo a disposizione, ma non sarà un problema, perché potrà comunque essere incrementato». Il
problema semmai, sottolinea Bassanini, è nell'"execution" dell' intera operazione che potrebbe anche
scavallare la fatidica data del 21 settembre considerati i tempi necessari per la registrazione della Corte
dei conti. «Si è perso un mese per il provvedimento attuativo, dicendo che bisognava aspettare la legge
di conversione del decreto Irpef mentre la norma dice espressamente che i 30 giorni decorrevano dalla
pubblicazione del Dl». E inoltre, rileva il presidente Cdp, «si è spostato in avanti anche il termine entro il
quale le imprese devono presentare le istanze di certificazione dei crediti, e il rischio è che tutto si
sposti in avanti. Sarebbe utile che gli enti rispondessero progressivamente alle istanze, senza aspettare
che vengano prima raccolte tutte le domande».
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Tagli. Si punta ad attuare le misure sulla spesa contenute nei decreti Irpef e Pa.
Spending review: stretta su acquisti e partecipate
Davide Colombo ROMA Dopo i tagli agli
stanziamenti statali e la definizione dei tempi
di pagamento entro 60 giorni, la riforma del
sistema di acquisti di beni e servizi da parte
della Pa è a un passo dai nuovi provvedimenti
attuativi. Entro la fine del mese il commissario
Carlo Cottarelli sottoporrà al Comitato per la
spending review di Palazzo Chigi gli ultimi
dettagli da inserire del decreto per la selezione
dei 35 "soggetti aggregatori" che
gradualmente prenderanno il posto delle
32mila centrali di acquisto attuali. I posti da
riempire sono 12, cui si aggiungeranno le
centrali regionali e la Consip. Un tavolo tecnico
è previsto venerdì e il Dpcm, una volta
definito, dovrà essere condiviso in Conferenza
unificata.
Le amministrazioni dovrebbero poter contare,
sempre entro fine mese, anche sul decreto con
i "prezzi di riferimento Consip" cui adeguarsi
nei loro acquisti autonomi, mentre entro
ottobre avranno a disposizione gli indici con le
caratteristiche essenziali dei beni e servizi
esclusi dall' elenco Consip. Il controllo sui
flussi di spesa e la garanzia di trasparenza su
tutti i contratti sarà reso più operativo entro la
fine dell' anno mentre già ora è possibile monitorare gli acquisti di ogni ente o amministrazione
(ministeri esclusi) sul portale Siope, accessibile a tutti.
L' impegno di Cottarelli e della sua squadra al ministero dell' Economia è concentrato sull'
implementazione delle misure di spending adottate con il decreto Irpef e il decreto Pa. Un lavoro
intenso, necessario per garantire gli obiettivi di risparmio previsti per quest' anno dal decreto Irpef, vale
a dire 2,1 miliardi.
Un lavoro che oltre ai provvedimenti attuativi prevede anche iniziative mirate di controllo. Come quella
che scatterà nelle prossime settimane con l' invio di un centinaio di lettere ad altrettante amministrazioni
per chiedere le copie dei contratti di acquisto effettuati fuori dal "metodo Consip" su 7 settori
merceologici fondamentali: forniture elettriche, gas, telefonia fissa e mobile e acquisti di carburanti. Le
missive recheranno in calce le firme di Cottarelli e di Raffaele Cantone visto che tra le competenze di
quest' ultimo sono previste anche quelle dell' ex Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Questa
indagine campionaria permetterà di acquisire dati importanti per capire gli scostamenti di prezzo e
potrà aprire la porta anche a verifiche ulteriori da parte della Guardia di Finanza.
Ma i fronti del "cantiere spending" non si fermano qui. Il gruppo di tecnici è concentrato, in particolare,
sul dossier delle società partecipate. Devono scendere a mille con la soppressione o la vendita di quelle
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che non sono di pubblica utilità. Si parte da circa 10mila aziende (ma il dato non è ancora certificato) e
solo il 20% opera nei settori fondamentali dell' elettricità, gas, acqua, trasporti pubblici locali e rifiuti
generando il 50­60% dei ricavi complessivo. Il resto, l' 80%, fa altro.
Si spazia dalle centrali del latte alle consulenze, dalle agenzie di viaggio alle farmacie comunali fino a
società pubbliche che producono uova o prosciutti. Il monitoraggio effettuato consentirà a Cottarelli di
indicare al Comitato spending entro luglio (il dl Irpef parla di un piano di riordino da fare in autunno) le
raccomandazioni per procedere alla vendita delle attività "non core".
Nel lungo elenco di azioni attuative va poi inserito il capitolo dei fabbisogni standard dei comuni e delle
loro capacità fiscali, l' efficientamento dell' illuminazione locale (possibili 200 milioni di risparmi nel
2015) e si guarda con attenzione alla proposta preparata dall' Agenzia del Demanio per recuperare il
prossimo anno molte risorse dalla gestione degli immobili pubblici con interventi anti­sprechi su affitti,
pulizia e costi per riscaldamento ed elettricità.
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DAVIDE COLOMBO
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Sbarchi. Confronto tra Interno­Welfare ed Enti territoriali sulla gestione dei 7mila «minori non
accompagnati»
Accoglienza immigrati: 400 milioni a rischio
Marco Ludovico ROMA L' ipotesi in
esplorazione avanzata di usare le caserme
dismesse della Difesa per la prima
accoglienza dei migranti. Lo snellimento delle
procedure di rilascio e durata dei permessi di
soggiorno per i rifugiati, che alleggerirebbe il
lavoro delle questure. Il tema del «foto­
segnalamento» di chi arriva in Italia, sollevato
non senza contraddizioni da diversi stati
europei, uno dei nodi da risolvere al
dipartimento di Ps diretto da Alessandro
Pansa. L' arrivo annunciato di un decreto
legge, forse già al Consiglio dei ministri del 10
luglio, per definire «a termine» la missione
Mare Nostrum (si veda il Sole 24 Ore di ieri),
un testo scritto a quattro mani dai tecnici dei
dicasteri di Angelino Alfano (Interno) e Roberta
Pinotti (Difesa).
La scommessa del governo sull' emergenza
immigrazione gioca su più tavoli, ma quello
principale tiene con il fiato sospeso tutti gli altri
o quasi: riguarda il nodo delle risorse
necessarie a fronteggiare l' ondata degli
sbarchi. Secondo Mauro Casinghini, direttore
del Corpo italiano di soccorso dell' Ordine di
Malta, dall' inizio dell' anno sono 72.683 gli
immigrati arrivati nelle coste italiane, con un incremento del 700% di bambini. Ma per garantire a
Regioni e Comuni il varo definitivo del piano straordinario di accoglienza messo a punto con l' Interno ­
il confronto va avanti da settimane ­ in ballo ci sono 260 milioni che dovrebbero spuntare dall'
assestamento di bilancio dello Stato. È ossigeno finanziario per il progetto definito al Viminale con un
documento che ripartisce in tutta Italia i migranti e indica nel prefetto del capoluogo di regione il
coordinatore dello Stato con il governo regionale per distribuire tra i Comuni gli immigrati. Altro capitolo
molto delicato da risolvere, l' assistenza ai minori «non accompagnati», giunti in Italia senza genitori o
altri parenti: sono circa 7mila, tra Viminale e ministero del Welfare c' è un confronto in atto per risolvere
in via definitiva competenze e risorse. Anche perché per i minori lo Stato calcola 80 euro al giorno di
costi di assistenza. Altri 122 milioni dovrebbero giungere da risparmi dello stesso ministero dell' Interno.
In tutto, insomma, ci sono da recuperare oltre 400 milioni che attendono, però, il via libera del ministero
dell' Economia. Il disco verde dei tecnici del Tesoro, in particolare per i 260 milioni, consentirà il decollo
del nuovo modello di accoglienza. Destinato a tutti coloro che avranno riconosciuto il diritto all' asilo
politico o la protezione internazionale «mentre ancora oggi ­ sottolinea Giorgio Pighi, delegato Anci per
l' immigrazione ­ spesso nell' opinione comune e non solo si confondono e si mettono sullo stesso piano
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Il Sole 24 Ore
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clandestini e migranti a cui invece lo Stato ha riconosciuto un diritto regolato anche da norme
internazionali». La fondazione Leone Moressa fa poi notare come «sono oltre 18mila le richieste d' asilo
nei primi mesi del 2014. Visto che al 31 dicembre 2013 erano presenti nel nostro Paese 28mila
richiedenti asilo, si può ipotizzare che in breve le presenze complessive supereranno le 40mila unità
registrate nel 2011, anno dell' emergenza Nordafrica».
Ieri si è aggravato il bilancio dei naufragi dei giorni scorsi. A Pozzallo salgono a 45 i morti del
peschereccio dove c' erano stipate 611 persone. È poi affondato un gommone con 101 migranti: un
mercantile ne salva 27, altri 74 sono dispersi. Per l' Unhcr sono circa 500 i migranti e rifugiati morti nel
Mediterraneo dall' inizio del 2014.
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MARCO LUDOVICO
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Il Sole 24 Ore
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eire.
Demanio: dagli asset pubblici più valore senza
«svendere»
Un mix di investimenti pubblici e privati può permettere di arrivare all' auto­
finanziamento degli interventi sul territorio.
Adriano Lovera a Niente "svendite" per fare
cassa. Ma valorizzare e mettere a reddito il
patrimonio pubblico, cedendo il mattone solo
se necessario.
Si ispira a questo principio il progetto "Valore
Paese" cui il Demanio, insieme a Invitalia e
molti altri partner, sta lavorando dal 2011 e chi
f i n a l m e n t e e n t r a n e l v i v o . U n piano d i
recupero, soprattutto mediante concessione ai
privati di lungo periodo, di cui oggi fanno parte
208 immobili, metà appartenenti allo Stato e
metà agli enti locali.
Protagonista dell' ultima edizione di Eire è
stata la sezione del progetto "Dimore", quella a
carattere turistico, perché si occupa di far
rinascere con una valenza ricettiva decine di
siti, alcuni dei quali vere delizie del territorio
italiano. Tra ville, castelli, borghi antichi e in
alcuni casi anche fari costieri, si tratta di 111
luoghi che entro il 2020 dovrebbero tornare a
vivere. La Fiera è stata l' occasione per
presentare gli ultimi pezzi entrati nel
portafoglio: il Castello Nelson di Bronte, con la
riqualificazione del Borgo Caracciolo, il Grand
Hotel di San Pellegrino Terme (Bergamo),
chiuso dal 1979, considerato uno dei beni d i
punta, con la sua struttura che si sviluppa su una superficie di oltre 16.000 metri quadrati, pronta ad
essere riqualificata; e il Castello Orsini di Soriano nel Cimino (Viterbo), sorto come residenza papale nel
XIII secolo. Per quest' ultimo, insieme a Villa Favorita di Ercolano che già faceva parte del Piano, entro
fine anno dovrebbe essere pronto il bando per l' affidamento della concessione ai privati e parziale
vendita di alcune aree, ancora da definire. Ma dal forte Begato a Genova all' ex carcere di Terramurata
a Procida, sono molti i siti (e le slide) messe in mostra durante la fiera, in cerca di potenziali sviluppatori
e valorizzatori. I rappresentanti del Demanio hanno incontrato i costruttori Aica e alcune tra le principali
catene alberghiere mondiali (è filtrato il nome di Hilton e Starwood), anche se rimane la riservatezza sui
cespiti su cui questi hanno puntato lo sguardo. Già in passato, su Villa Favorita si era parlato di un
interessamento da parte dell' Emiro del Qatar e di una fondazione statunitense.
Ma nel piano non ci sono solo gli immobili turistici, perché accanto alle Dimore, l' altra costola del
progetto (Affidiamo valore) riguarda invece immobili pubblici destinati al terziario e al residenziale,
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anche con valenza culturale e sociale. Fino al 9 settembre, per esempio, è aperto il bando di gara che
dà in concessione la Cittadella di Alessandria, raro esempio europeo di fortificazione del XVIII secolo,
da un minimo di sei a un massimo di 60 anni.
Ma come vanno le cose per gli immobili che già si è cercato di immettere sul mercato? Complice la
crisi, i risultati arrivano a rilento. A Milano i vecchi caselli daziari (Arco della Pace) sono andati a un pool
di imprese guidati da Cassina costruzioni: concessione per 30 anni a un canone annuo di 200mila euro.
Era l' unica offerta. A maggio era scaduto il bando per altri 5 pezzi: l' Isola di Poveglia ed Ottagono
(Venezia), Casa Nappi (Loreto), il Castello di Gradisca d' Isonzo, il Convento San Domenico (Taranto) e
gli Edifici Civici di Trieste. L' isola di Poveglia è andata all' imprenditore locale Luigi Brugnaro, al costo
di un appartamento: 513mila euro. Per gli altri non c' è ancora una sorte segnata.
Un altro modello di sviluppo del territorio di cui si è parlato molto a Eire, in fondo non distante da quello
seguito dal Demanio, è il cosiddetto "Insulae" di Romeo Gestioni. Questo prevede la suddivisione del
territorio da riqualificare in specifiche isole, in cui investano sia il pubblico sia il privato, destinate a
raggiungere una sorta di auto­sostenibilità economica grazie ai proventi delle attività economiche
prodotte al suo interno.
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ADRIANO LOVERA
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Il Sole 24 Ore
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il caso.
Torino capofila nelle riqualificazioni
a Torino è la città in cui a breve la
collaborazione con il Demanio dovrebbe
finalmente trovare un' applicazione concreta.
Risale al novembre 2012 la stipula di un
accordo per la riqualificazione di 10 edifici
pubblici (sei dello Stato e uno di Comune, Fs,
Consap e Equitalia) e per due edifici vicini,
nella zona Nord della città (quartiere Barriera
di Milano). Ora l' iter è nel vivo. Si tratta dell' ex
Manifattura tabacchi, chiusa dai Monopoli nel
1996, e del vecchio stabilimento Snia Viscosa
poi divenuto Fimit, attivo fino al 1998: in totale
una superficie di oltre 138mila mq (86.211 mq
di superficie lorda pavimentata).
Saranno destinati prevalentemente a social
housing (alloggi e residenze universitarie),
oltre che a spazi per l' Università (polo
formativo, laboratori, spazi museali) e ad altre
funzioni di tipo commerciale, terziario e
residenziale. Si è chiuso il bando con cui le
Sgr potevano dichiararsi disponibili al
progetto. Sono risultate idonee in sei: Fabrica
Immobiliare, Beni Stabili, Polaris Real Estate,
Finanziaria Internazionale, Prelios e Torre. Ora
spetta al Demanio proseguire con la fase di
verifica delle offerte e la selezione del soggetto
prescelto, che si occuperà a quel punto di costituire il fondo immobiliare per avviare l' opera.
Il fondo avrà durata ventennale e il nome dovrebbe essere deciso entro fine 2014. Tra i compiti della
Sgr ci sarà anche quello di coinvolgere altri partner interessati alla costruzione o alla partecipazione di
natura finanziaria. Secondo stime preliminari il valore complessivo dell' intervento è di 110 milioni.
Sempre entro quest' anno, inoltre, potrebbe essere indetto il bando per giungere alla selezione di una
nuova Sgr, che in questo caso si occuperà di un secondo fondo destinato a far rivivere asset che vanno
dal Palazzo della Luce, ex sede Enel, a sei lotti di Ferrovie dello stato e un immobile di Consap, sui
quali su cui è in corso uno studio per la valorizzazione da parte di Nomisma. ­ A. Lo.
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Il Sole 24 Ore
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Privatizzazioni. L' ad Caio vuole un aumento del contributo dello Stato sui recapiti prima di
quotare la società.
«Riscrivere le regole su Poste»
Nel piano la modernizzazione punta su logistica, spedizioni ed e­commerce.
Laura Serafini ROMA Prima di privatizzare
«bisogna trovare un nuovo punto di equilibrio
per la sostenibilità di ogni singolo business» di
Poste Italiane e, soprattutto, vanno «riscritte
norme e regole che che disciplinano l' attività
dei recapiti» e il contributo al loro
finanziamento da parte dello Stato. Francesco
Caio, nuovo ad del gruppo, sceglie un'
audizione presso la commissione Bilancio
della Camera per alzare il velo sulla sua
strategia sul gruppo e affondare una volta per
tutte la prospettiva di una quotazione in Borsa
della società entro fine 2014 (scelta che
avrebbe condiviso martedì scorso con il
ministro per l' Economia, Pier Carlo Padon,
ndr).
Caio annuncia un' inversione di rotta rispetto
all' impostazione concordata dal
predecessore, Massimo Sarmi, con l'
esecutivo guidato da Enrico Letta. Non si
privatizza per modernizzare la società, ma l'
esatto contrario.
«La quotazione è una grande opportunità ­ ha
detto ­ che va colta non solo per fare cassa ma
anche per modernizzare Poste e farne il
vettore della modernizzazione del Paese».
Il manager ha lascito intendere che vuole costruire una nuova "equity story" da presentare agli investitori
e in questo senso sta riscrivendo il piano industriale.
«La sostenibilità del business di Poste deve passare per la sostenibilità di ogni suo singolo business ­
ha chiarito ­. Non è più ipotizzabile finanziare all' infinito con i proventi del settore finanziario e delle
assicurazioni il comparto dei recapiti».
Caio ha spiegato che il piano industriale, «pronto nelle prossime settimane» (la presentazione a questo
punto potrebbe però slittare in autunno, ndr) punterà, oltre che sulla valorizzazione del risparmio
postale, e sullo sviluppo in chiave digitale di rapporti con la pubblica amministrazione, soprattutto sul
rilancio dei recapiti creando una «piattaforma logistica competitiva, incentrata sulla spedizione pacchi e
sullo sviluppo del nuovo e­commerce».
La richiesta più forte del manager, indirizzata sia all' Authority per le comunicazioni ­ che sta definendo
in queste settimane i criteri per calcolo del costo effettivo del servizio universale ­ sia al ministero per lo
Sviluppo economico, con il quale andrà scritto il nuovo contratto di programma 2015­18, è quella di
rivedere il sistema di regole che disciplina la remunerazione del servizio universale. Questo servizio (la
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spedizione di lettere, raccomandate, il pagamento dei bollettini etc garantito su tutto il territorio
nazionale) costa a Poste «un miliardo ­ ha detto Caio ­ ma il contributo dello Stato è solo di 340 milioni»
l' anno. In realtà Poste ha avanzato all' Authority per le comunicazioni una richiesta di 700 milioni euro l'
anno per gli ultimi 3 anni, ma il nuovo modello in via di consultazione elaborato dall' Autorità porterebbe
a riconoscere un contributo ben inferiore ai 340 milioni sinora garantiti. Secondo il manager va adeguata
ai tempi la regolamentazione della materia: la concorrenza (soprattutto le mail) ha eroso gran parte del
mercato, riducendo al lumicino i margini. Le Poste sono però interessate a mantenere quel servizio
perchè è il veicolo per attirare clienti anche sugli altri business, in particolare Bancoposta e
assicurazioni.
Quello che si chiede è una revisione delle regole per cui sia riconosciuta una maggiore remunerazione
ai servizi tradizionali e, in sede di scrittura del nuovo contratto, l' ampliamento anche a nuovi servizi più
moderni (legati a logistica e e­commerce) il concetto di servizio universale.
Questo è un processo che richiederà tempi negoziali con le controparti molto lunghi e che potrebbe
spostare la quotazione anche alla seconda metà del 2015.
I dossier aperti sono anche altri. Come la convenzione da siglare con Cdp per i prodotti di risparmio
postale. Poste, ha detto il manager, è «in una fase di costruttiva discussione con Cdp per ridefinire il
nostro rapporto con un contratto di remunerazione che rimuova il rischio di possibili conflitti di
interesse» © RIPRODUZIONE RISERVATA.
LAURA SERAFINI
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Immobili. I meccanismi disciplinati dal provvedimento sui modelli di dichiarazione dell' imposta
municipale e della Tasi.
Non profit, penalizzato l' uso misto
I criteri di calcolo finiscono per gonfiare la base imponibile sui cui determinare il prelievo.
Pasquale Mirto Gianni Trovati Oltre a definire
le regole per l' Imu e l a Tasi nelle scuole e
università private (l' esenzione scatta quando
le tariffe non superano il costo medio per
studente), nella sanità (niente Imu e Tasi per le
strutture convenzionate) e negli altri settori, il
decreto con il modello di dichiarazione e le
istruzioni Imu p e r g l i enti non commerciali
diffuso martedì dal ministero dell' Economia (si
veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) fissa anche i
meccanismi di calcolo per gli immobili utilizzati
da questi enti in parte per attività esenti e in
parte per attività commerciali.
Si tratta di meccanismi non semplici, che
mirano a far pagare le imposte immobiliari
solo sulla parte utilizzata con modalità
commerciali ma, nonostante la complessità dei
calcoli, non sembrano raggiungere lo scopo.
Il problema scatta nei tanti casi in cui non è
possibile accatastare autonomamente la parte
in cui si svolge l' attività commerciale. Le
modalità di determinazione del rapporto
proporzionale sono definite dall' articolo 5 del
Dm 200/2012, dove si stabilisce che il rapporto
proporzionale va calcolato con riferimento allo
spazio, al numero dei soggetti nei confronti dei
quali vengono svolte le attività con modalità commerciali e al tempo. Anche se le istruzioni precisano
che «non sussiste una particolare gerarchia» fra questi criteri: in prima battuta, cioè tutte le volte in cui è
possibile, va utilizzato il parametro della superficie.
Quando però l' immobile è integralmente oggetto di un uso misto, la proporzione è determinata in base
al numero dei soggetti nei confronti dei quali le attività sono svolte con modalità commerciali, rapportato
al numero complessivo dei soggetti nei confronti dei quali è svolta l' attività. Se l' uso misto, anche nelle
ipotesi previste sopra, è limitato a specifici periodi dell' anno, la proporzione è determinata in base ai
giorni durante i quali l' immobile è utilizzato per lo svolgimento delle attività commerciali.
Le percentuali determinate in base ai rapporti che risultano da questi criteri, indicate per ciascun
immobile nella dichiarazione, si applicano alla rendita catastale dell' immobile, in modo da ottenere la
base imponibile riproporzionata da utilizzare per determinare l' Imu dovuta.
Questi calcoli vanno effettuati nel quadro B della dichiarazione, dove sono previsti tre riquadri. Nel
primo bisogna identificare dal punto di vista catastale il fabbricato e specificare l' attività svolta in modo
commerciale, tra quelle elencate nell' articolo 7, lettera i) del Dlgs 504/1992. Il secondo riquadro è
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Il Sole 24 Ore
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destinato a scuola e università, mentre l' ultimo è da compilare per le altre attività.
Tutto questo complesso meccanismo, però, inciampa proprio nel finale, cioè nell' operazione chiave per
determinare la quota di valore catastale da considerare imponibile. Per capirlo è sufficiente un esempio
(a cui si ispira il modello compilato qui a fianco): si consideri un immobile di una parrocchia occupato
anche da uno spazio (per esempio una sala conferenze) che viene affittato e utilizzato in modo
commerciale per una parte dell' anno. Questa superficie occupa il 10% dell' immobile, ed è usata per
attività commerciali per 30 giorni, cioè l' 8,2% dei 365 giorni dell' anno.
In questo caso, logica vorrebbe che il contribuente paghi per l' 8,2% del 10% del valore catastale, per
limitare Imu e Tasi agli effettivi utilizzi commerciali, ma così non è. Le istruzioni chiedono infatti di
sommare, e non di rapportare fra loro, i due parametri, per cui la base imponibile diventa il 18,2% del
valore catastale totale, e non lo 0,82% come sarebbe più corretto. Infine, va segnalato che nelle
istruzioni non si considera l' ipotesi in cui il fabbricato venga utilizzato contemporaneamente per più
attività, per esempio con un ostello (attività ricettiva) e un bar (attività ricreativa).
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GIANNI TROVATI
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3 luglio 2014
Pagina 40
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
CONTI IMPOSSIBILI.
Se mancano scelte decise
La realtà è complessa, e cercare parametri
che siano in grado di abbracciarla tutta è una
sfida impossibile. La vicenda dell' Imu (e ora
anche della Tasi) per il Terzo settore lo
dimostra bene.
Sono stati necessari due anni abbondanti per
definire l' attuazione, ora serve una selva di
calcoli per capire quanto bisogna pagare e il
risultato è sbagliato quando si chiede di
sommare, invece che di rapportare fra loro, la
percentuale di superficie e la quota di tempo
(o di utilizzatori) occupate dalle attività
commerciali. Manca un' altra prova, cioè la
pioggia di ricorsi che accompagneranno gli
accertamenti inevitabilmente ballerini, ma le
premesse ci sono tutte e sembra solo
questione di tempo. Riassumiamo: in tutti i
casi di utilizzo «misto», dalla parrocchia con la
sala conferenze all' ospedale con il bar e l'
edicola, per capire l' imponibile bisognerà
calcolare la quota di superficie occupata dall'
attività commerciale, la parte di tempo o di
utenti (come?) a cui è destinata, e poi
inopinatamente sommarle. Il risultato è una
sproporzione evidente fra la complessità dei
calcoli, spesso basati su criteri non verificabili,
e l' esiguità del gettito che ne verrà fuori. A creare il problema è stata la politica, che non ha voluto
assumere scelte chiare su un tema spinoso e ha costretto quindi a inerpicarsi su un sentiero tortuoso di
criteri e variabili ingestibili. Sarebbe stato meglio, allora, definire un' Imu ultraleggera, per esempio il
10% di quella ordinaria, per gli utilizzi misti, che probabilmente avrebbe avuto gli stessi risultati per i
bilanci pubblici ma avrebbe evitato l' ennesima sfida burocratica ai contribuenti.
Questa, però, sarebbe stata una scelta precisa. (G.Tr.
)
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Il Sole 24 Ore
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Enti locali. Firmato il decreto del Viminale per il «secondo tempo» della spending review.
Tagli ai Comuni, certificati entro il 25 luglio
Parte il secondo tempo della spending review
per i Comuni, dopo che il primo è stato di fatto
vanificato dalle modifiche parlamentari al
decreto legge 66/2014 che hanno cambiato i
criteri di calcolo. Le amministrazioni, come
spiega il ministero dell' Interno in un decreto
diffuso ieri e nella circolare 11/FL/2014 che lo
accompagna, avranno tempo fino a
mezzogiorno del 25 luglio prossimo per
mandare al Viminale i certificati con i nuovi
dati su cui calcolare i tagli che toccheranno a
ciascuno, ma l' invio è facoltativo: chi vuole,
potrà accontentarsi delle informazioni già
trasmesse con la prima tornata, mentre le
sanzioni per il mancato invio colpiranno solo
gli enti che hanno saltato la prima scadenza
(31 maggio) e faranno passare anche la
seconda senza mandare nulla al ministero.
Il problema nasce dai meccanismi della
spending review che, come già accaduto nel
2012, misurano i tagli di ogni ente in base alle
uscite per «consumi intermedi», che
dovrebbero rappresentare le spese di
funzionamento, e in più aggiunge una
penalizzazione del 5% per chi utilizza troppo
poco i canali Consip negli acquisti e per chi
impiega in media più di 90 giorni per i pagamenti.
Il sistema è disegnato dal Dl 66/2014, quello del «bonus Irpef» di 80 euro per i lavoratori dipendenti, che
però è stato modificato in sede di conversione in legge.
Proprio per avvicinare le basi di calcolo alle reali spese di funzionamento degli enti locali, il Parlamento
ha cancellato i riferimenti alle uscite per i servizi locali, dal trasporto pubblico alla gestione dei rifiuti, e la
tagliola ha colpito anche le spese per la formazione professionale. Queste modifiche, com' è ovvio,
possono cambiare in modo sensibile i dati di ogni Comune, e quindi la quota di spending review da
assegnare loro. L' invio dei nuovi certificati, quindi, è stato considerato facoltativo per evitare di imporre
un ritorno su un adempimento già chiesto, ma nei fatti è buona regola che tutte le amministrazioni locali
rifacciano i calcoli per evitare di trovarsi sulle spalle una quota aggiuntiva di tagli. Una volta raccolti i
nuovi dati, il ministero dovrà ridefinire la distribuzione dei «contributi», tappa fondamentale per rendere
un po' più chiaro il quadro delle risorse effettive a disposizione di ogni Comune per quest' anno dopo
che ieri sono stati pubblicati sul sito del Viminale i dati sulle risorse base al netto della nuova spending.
Per arrivare a definire davvero il quadro dei conti locali, però, occorre anche decidere la distribuzione
del fondo Tasi da 625 milioni di euro che il decreto «salva­Roma» ter ha messo a disposizione dei
Comuni per provare a pareggiare i conti con la vecchia Imu.
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3 luglio 2014
Pagina 40
Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
Sul tema sta lavorando il ministero dell' Economia, che ha elaborato una proposta di ripartizione che
misura il fabbisogno in base a tre parametri: il gettito perso da ogni Comune, la quota di Tasi
inapplicabile sugli altri immobili per effetto dei tetti che impediscono alla somma di Imu e Tasi d i
superare il 10,6 per mille e una proporzione fra le aliquote massime Tasi e l' Imu applicata nel 2013 in
ogni ente.
G.Tr.
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Il Sole 24 Ore
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Welfare. La nuova copertura è stata introdotta dal decreto legge 90/2014.
Assicurazione dell' Inail ai volontari cassintegrati
Per attività svolte in favore di Comuni ed enti locali.
Silvana Toriello Il legislatore, con l' articolo 12
del Dl 90/2014, torna sul tema della copertura
assicurativa dei cassintegrati introducendo
una forma di assicurazione da parte di Inail
per quelli coinvolti in attività di volontariato
tramite associazioni a fini di utilità sociale in
favore di Comuni o enti locali.
L' articolo prevede la costituzione presso il
ministero del Lavoro, in via sperimentale per il
biennio 2014­2015, di un Fondo finalizzato a
reintegrare Inail dell' onere conseguente alla
copertura degli obblighi assicurativi contro le
malattie e gli infortuni in favore di questa
tipologia di cassintegrati. Alla dotazione del
Fondo, non superiore a dieci milioni di euro,
suddiviso in 5 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2014 e 2015, si provvede con
corrispondente riduzione del Fondo sociale
per l' occupazione e la formazione.
Associazioni di volontariato Sotto il profilo dell'
obbligo assicurativo, la disposizione incrocia
due mondi: quello del volontariato e quello dei
cassintegrati.
Per quanto riguarda le associazioni di
volontariato, la legge quadro 266/1991, all'
articolo 4, prevede che «le organizzazioni di
volontariato debbono assicurare i propri aderenti, che prestano attività di volontariato, contro gli infortuni
e le malattie connessi allo svolgimento dell' attività stessa, nonché per la responsabilità civile verso i
terzi».
Con successivi decreti del ministero dello Sviluppo economico sono stati individuati meccanismi
assicurativi semplificati come polizze assicurative stipulate con istituti privati a cui le organizzazioni di
volontariato devono comunicare i nominativi dei soggetti assicurati. Con il varo del Dl 90/2014 le
associazioni non dovranno più stipulare polizze per il cassintegrato che volontariamente accede a piani
di utilità sociale in quanto la tutela sotto il profilo dell' infortunio e della malattia professionale verrà
garantita dallo Stato. L' Inps, su richiesta dei Comuni o degli altri enti locali, verifica la sussistenza del
requisito soggettivo della cassa integrazione. Le modalità di attuazione della nuova forma di copertura
assicurativa devono essere ancora chiarite con provvedimenti attuativi.
Si precisa che la tutela del volontario non è del tutto estranea all' assicurazione obbligatoria curata dall'
Inail (si pensi ad esempio ai soci volontari di cooperative sociali di cui alla legge 381/1991). Per quanto
riguarda i cassintegrati a zero ore, in assenza di prestazione lavorativa l' obbligo assicurativo Inail non
ricorre, fatta eccezione per le fattispecie sotto individuate. Diversamente, nei casi di sospensione
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Il Sole 24 Ore
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parziale, il lavoratore continua a essere assicurato.
Le regole per gli Lsu Sono comunque assoggettati a obbligo assicurativo Inail i cassintegrati a zero ore
se chiamati dagli enti pubblici a svolgere lavori socialmente utili (Dlgs 468/1997 parzialmente modificato
dal Dlgs 81/2000). In tali casi i partecipanti ai Lsu, qualora svolgano le lavorazioni rischiose di cui all'
articolo 1 del Dpr 1124/1965, sono assicurati all' Inail contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali. L' obbligo assicurativo, compreso il pagamento del premio, è a carico dei soggetti
promotori responsabili dei progetti di Lsu.
Si tratta di amministrazioni pubbliche (regioni, province, comuni), enti pubblici economici, società a
totale o prevalente partecipazione pubblica, cooperative sociali di cui alla legge 381/1991 e loro
consorzi. Con decreti del ministro del Lavoro possono essere individuati altri soggetti che possono
promuovere progetti di lavori socialmente utili.
Premi e tariffe In materia di tutela infortunistica, la scelta adottata sin dagli anni '80 e successivamente
confermata con Dm 18 maggio 1988 e con apposito parere del ministero del Lavoro, è stata quella di
assicurare i cassintegrati secondo le modalità previste per gli allievi dei corsi di qualificazione e
riqualificazione professionale. I premi assicurativi posti a carico del promotore dei progetti socialmente
utili sono calcolati sulla retribuzione convenzionale giornaliera prevista dal decreto ministeriale 26
ottobre 1970, per ogni giorno di presenza, indipendentemente dal numero delle ore giornaliere
effettuate, mentre ai fini della classificazione tariffaria era stata prevista la voce 0720 della vecchia tariffa
del 1988 (tasso allora pari al 9 per mille) relativa ai corsi di istruzione professionale, corrispondente alla
voce 0611 dell' attuale tariffa.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Tar Puglia. Il no della Regione deve essere di merito non sul cambio di soggetto.
Il subentro non blocca l' autorizzazione Via
Francesco Clemente La Regione, se vuole
negare un' autorizzazione, non può
"trincerarsi" dietro il fatto che al richiedente
originario è subentrato un altro soggetto: deve
rispondere a quest' ultimo, in base a criteri di
merito. L' ha stabilito il Tar Puglia, sede di
Bari, con la sentenza 689 della Prima sezione,
depositata il 5 giugno, la prima sulle numerose
controversie per gli iter autorizzativi di
produzione da fonti rinnovabili in Puglia, prima
regione in Italia su eolico e solare (Rapporto
statistico Gse, 2012).
Il principio è che la titolarità delle
autorizzazioni di progetti o impianti può essere
trasferita da un soggetto giuridico a un altro
(compresi i diritti vantati da terzi e gli eventuali
contenziosi in corso) quando il subentro è
definito da un regolare atto.
Nel caso di specie, i giudici amministrativi
hanno annullato tutti i provvedimenti con cui lo
scorso anno, in fase di Valutazione di impatto
ambientale (Via), la Regione Puglia aveva
stoppato il tentativo di una società di Roma
attiva nel settore delle rinnovabili di subentrare
nei procedimenti autorizzativi per otto parchi
eolici in capo a un' azienda di Lecce, dopo
aver provveduto ad acquistarla nel 2012 all' interno dello stesso gruppo aziendale e con regolare
contratto.
Secondo il Tar, la posizione giuridica soggettiva può essere trasmessa a terzi quando anche per i
subentranti esiste la possibilità di ottenere un' autorizzazione o, più in generale, un risultato utile dall'
esercizio del potere amministrativo.
L' unica condizione alla quale questa possibilità è subordinata è che sia stato definito l' ambito del
patrimonio giuridico di chi ha presentato richiesta.
In questo caso, hanno sottolineato i giudici, è proprio l' accordo di cessione tra le due aziende che
trasferisce l' interesse legittimo sia "procedimentale" che "processuale" (la titolarità delle autorizzazioni
uniche rilasciate dalla Regione e il subentro nelle liti), ma pure i diritti su terreni interessati dai progetti.
Mentre nel caso delle concessioni, ha spiegato il Tar, «alla Pubblica amministrazione deve riconoscersi
uno specifico interesse alla qualità dell' aspirante concessionario», nell' ipotesi di autorizzazioni essa
«non è titolare di altro potere che quello di verificare la sussistenza in capo al richiedente il
provvedimento autorizzatorio dei requisiti di legge».
La Regione quindi, una volta concluse le nuove istruttorie, potrà solo respingere o accogliere le richieste
sui singoli progetti trasferiti valutandone i requisiti normativi, poiché «non è viceversa legittimo un
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Il Sole 24 Ore
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diniego generalizzato per il solo intervenuto trasferimento della situazione patrimoniale che rappresenta
il presupposto legittimante della domanda».
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FRANCESCO CLEMENTE
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Italia Oggi
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Renzi inaugura il semestre Ue e si scontra con il capogruppo tedesco Ppe sul rigore. FI sta con
il Pd.
È già sfida Italia­Germania
Immigrati, è strage senza fine: ci sono altri 75 dispersi.
Neanche il tempo di inaugurare il semestre
europeo italiano che è già subito sfida con la
Germania. Il presidente del consiglio Matteo
Renzi si scontra sulla flessibilità con il
capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred
Weber, e annulla la conferenza stampa
congiunta con il presidente del parlamento
europeo, il tedesco Martin Shultz, con cui non
c' è particolare sintonia.
All' interno del gruppo Ppe, i rappresentanti di
Forza Italia si smarcano dalle parole del loro
capogruppo Weber per schierarsi con il
p r e s i d e n t e d e l consiglio italiano nonché
segretario nazionale del Pd. Renzi, nel corso
del suo intervento ha sottolineato che le parole
chiave per vivere questo periodo per lui sono
«coraggio e orgoglio» perché «questo è il
tempo in cui questi valori sono richiesti all'
Europa, ma anche all' Italia». I tedeschi e in
generale i rigoristi del Nord Europa che
imputano all' Italia di aver incassato il
salvataggio dal default per poi voltare le spalle
alle riforme promesse, non l' hanno presa
bene.
Con Renzi arriva anche la rottamazione
europea contro la stanchezza, la
rassegnazione, la noia. Per Renzi «se l'
Europa oggi si facesse un selfie emergerebbe
il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione.
L' Europa, oggi, mostrerebbe nel selfie il volto della noia».
E allora in Europa «c' è una generazione nuova, la generazione Telemaco» che ha di fronte «un compito
ancora più difficile» di quello del figlio di Ulisse: quello di raccogliere l' eredità dei padri fondatori dell'
Unione e «assicurare un futuro a questa tradizione».
La metafora con cui Renzi conclude il suo intervento all' Europarlamento di Strasburgo è tratta dal libro
di Massimo Recalcati: «Padri senza patria». L' interpretazione autentica della frase, che ha fatto molto
discutere sui social, è di Francesco Nicodemo, classe '78, laureato in lettere classiche, membro della
segreteria nazionale del Pd: «Ulisse sono i valori europei, Penelope è l' Europa che attende da anni la
realizzazione del progetto comune, Telemaco è la nostra generazione». Si tratta, dunque, di superare la
gerontocrazia europea. Del resto, come ha voluto sottolineare lo stesso Renzi, «io non ero neanche
maggiorenne quando c' è stata Maastricht». Ma oggi «noi dobbiamo raccoglierne l' eredità, che è una
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Italia Oggi
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conquista da rinnovare giorno per giorno», sapendo «che non è semplicemente nella moneta che
abbiamo in tasca il nostro destino: è nell' avere il diritto di chiamarsi eredi, di assicurare un futuro a
questa tradizione.
Lo dobbiamo», ha concluso Renzi, «a chi è morto nel corso dei secoli perché l' Europa non fosse solo
un' espressione geografica, ma un' espressione dell' anima».
Il capogruppo dei popolari Weber è stato implacabile sull' intervento del presidente del consiglio
italiano, che aveva invocato una maggiore flessibilità sui conti pubblici: «L' Italia ha il 130 per cento di
debito, dove li prende i soldi?
» Nel corso del suo intervento Weber, naturalmente, ha chiesto di continuare sulla linea del rigore
economico. Una osservazione che ha assunto il significato di una provocazione per Renzi: «Saremo
felici di fare del nostro semestre un' occasione di discussione ma chi brandisce l' arma del pregiudizio
sull' Italia sbaglia, è un atteggiamento da respingere al mittente. Non accettiamo lezioni di morale da
nessuno: è vero che l' Italia ha un debito molto alto, ma è anche vero che ha una ricchezza privata
quattro volte superiore». Non basta. Renzi ha aggiunto: «Se Weber parlava a nome della Germania, gli
ricordo che proprio in questa sala, nella scorsa presidenza italiana, ci fu un paese cui non solo fu
concessa flessibilità ma anche di violare i limiti ed essere oggi un paese che cresce. Quel paese era la
Germania». Renzi ha tralasciato di ricordare, in quell' occasione, l' impegno della Germania su un
pacchetto di riforme che rispettò fino in fondo per tornare a crescere.
Una delle prime conseguenze pratiche della sfida Italia­Germania l' ha rappresentata il neo­eletto
presidente del gruppo socialista Gianni Pittella. Il sostegno del gruppo eurosocialista al presidente
designato della Commissione europea, Jean­Claude Juncker, «non è scontato», e dipenderà dal
programma politico che lo stesso Juncker presenterà al gruppo martedì prossimo a Bruxelles, e che
dovrà contenere «un' inversione di rotta» sull' austerità. E l' accordo di coalizione con i popolari non sarà
possibile se la linea del Ppe sarà quella espressa dal capogruppo Manfred Weber. Almeno, si tratta di
una strategia chiara. Così com' è chiaro che Renzi in Europa non gioca a porta vuota come in Italia. Lì c'
è da aspettarsi una reazione dei rigoristi.
Essi credono che la richiesta di flessibilità nell' applicazione delle regole Ue di bilancio dei governi
socialisti di Italia e Francia non solo vanificherebbero il grande sforzo di risanamento finanziario fatto dai
paesi governati dal Ppe, come Portogallo, Grecia, Irlanda e Spagna, ma genererebbe nuovi debiti, che
«non creano futuro, ma lo distruggono».
Il compito di Junker, che la prossima settimana dovrà presentare le sue proposte non è facile: senza i
socialisti non ha una maggioranza. Se l' Italia e la Francia accelerassero sulle riforme il problema non si
porrebbe: «Rappresento un Paese fondatore e che dà ogni anno un contributo importante alle istituzioni
europee: diamo di più di quello che prendiamo, e ne siamo felici e orgogliosi», ha detto a questo
proposito Renzi, «ma rappresento anche il partito che ha preso più voti di tutti: e li abbiamo presi non
dicendo che è colpa dell' Europa, ma che i nostri problemi nascono in Italia, che noi dobbiamo cambiare
le istituzioni, la giustizia, la pubblica amministrazione.
Sappiamo che prima di tutto dobbiamo chiedere a noi la forza di cambiare se vogliamo essere credibili.
Dunque, è chiaro che la questione economica e la discussione dell' ultimo Consiglio non si riduce alla
richiesta di alcuni Paesi di cambiare le regole.
Noi vogliamo rispettarle, ma le rispetta chi ricorda che abbiamo firmato insieme il Patto di stabilità e
crescita. Non solo di stabilità. E la richiesta non è di un singolo Paese, ma per tutta l' Europa». Detta in
altro modo, ha concluso Renzi, «non chiediamo un giudizio sul passato, ma vogliamo cominciare il
futuro, subito.
Il mondo corre al doppio: vogliamo recuperare questo gap o no?».
Erano 45 gli immigrati morti per asfissia nella stiva del peschereccio rimorchiato a Pozzallo (Ragusa) e
non 30 come si annunciava. È il bilancio definitivo di questa strage con le operazioni di recupero delle
salme completate poco prima delle sei di ieri mattina. Nel frattempo è stato completato, sempre a
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Pozzallo, anche lo sbarco dei 566 superstiti del peschereccio, imbarcati sulla fregata «Grecale» della
Marina militare. Tra loro 45 minori e 28 donne. Un altro barcone sovraccarico di immigrati è stato
avvistato ieri mattina a Sud di Portopalo di Capo Passero (Siracusa), l' estrema punta meridionale della
Sicilia. Nel soccorso dello scafo, sul quale si trovano 250 circa secondo una prima stima, la nave
«Vega» della Marina militare, uno dei mezzi del dispositivo «Mare nostrum».
Si teme, invece, per altre 75 persone che secondo i racconti dei superstiti, i 27 salvati l' altro ieri dalla
Marina militare e portati a Catania, risulterebbero disperse. A darne la notizia l' Unhcr, l' Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Martedì prossimo 8 luglio, alle 12,30, inizierà la vera e propria trattativa tra governo, Alitalia e sindacati
per raggiungere un accordo sul piano industriale. «L' obiettivo è chiudere la settimana prossima l'
accordo con i sindacati sugli esuberi Alitalia», ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che
insieme al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha incontrato questa mattina i segretari generali di Cgil,
Cisl, Uil e Ugl.
Lupi ha ribadito che i numeri degli esuberi in Alitalia richiesti da Etihad «sono molto chiari nel piano
industriale, e sono 2.251. Ma Susanna Camusso mette le mani avanti: «No a una proposta prendere o
lasciare».
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FRANCO ADRIANO
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Italia Oggi
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In caso contrario, gli interventi sulla pubblica amministrazione sono un pannicello caldo.
L' unica riforma: smagrire lo Stato
Mentre il ministro Madia vorrebbe assumere altri giovani.
L' occasione era davvero ghiotta: eppure è
mancato il coraggio.
Matteo Renzi si trova alle spalle un carniere
del 41% di voti, sia pure in un turno europeo.
Ha annunciato alcune riforme che, secondo il
suo stile, dovrebbero essere rottamatrici e
rivoluzionarie. Ha già presentato un numero
rilevante di decreti­legge, fra l' altro trovando
di solito una gentile acquiescenza nel capo
dello Stato. E adesso, arrivato alla riforma
d e l l a pubblica amministrazione, f a l l i s c e
clamorosamente l' obiettivo.
Molto ci sarebbe da dire su tempi e modi, visto
che nessuno ha compreso bene che cosa il
Consiglio dei ministri avesse approvato. Ci
sono voluti giorni su giorni per arrivare a un via
libera quirinalizio, angelicamente degradato
dalla ministra Marianna Madia a una serafica
opera di coordinamento formale: se dobbiamo
giudicare dalle due pagine del Corriere della
Sera apparse il 24 giugno (frutto di evidenti
segnali d' insofferenza dal Colle), non si
trattava certo di un mirabile esempio di
scrittura normativa. Ma lasciamo stare: basterà
qua e là una scorsa, per rendersi conto che
siamo lontani dalla vera riforma.
D' accordo: da decenni fra i ministri senza
portafoglio sono presenti i supposti autori della
riforma della pubblica amministrazione, talvolta denominati (con francesismo) «per la funzione
pubblica». Mario Scelba (si era nel 1954, giusto mezzo secolo fa) annoverava fra i colleghi Umberto
Tupini come responsabile della «riforma amministrativa».
Però, sarebbe stato il caso, visti i tempi, di riformare davvero la P. A. Ciò avrebbe voluto dire,
pregiudizialmente, limitarne lo spazio: ridurre «il perimetro dell' intervento pubblico», come ha rilevato l'
ex senatore del Pd Franco Debenedetti. Così non è stato, posto che, all' opposto, uno degli scopi
ribaditi dalla Madia è consentire l' accesso ai giovani (con un incremento di spesa pubblica, ma il fatto è
all' evidenza considerato secondario rispetto all' introduzione di posti di lavoro, senza domandarsi se
sia il caso di averli).
Sono le mezze misure, già previste o in discussione, a spaventare. Perché si debbono dimezzare i
permessi sindacali?
Andrebbero soppressi del tutto: non esiste ragione alcuna perché i contribuenti debbano farsi carico dei
sindacati, le cui spese andrebbero sostenute dai tesserati. Perché delle varie autorità si propone un
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
accorpamento nella capitale? Semmai, bisognerebbe azzerarne non poche, essendo cresciute a iosa
(con agenzie, commissari, enti pubblici). Perché si discute di soppressione delle province (ma si
elimina solo l' elezione diretta), ma si mantengono venti regioni e due province autonome e la bellezza
di 8.057 comuni?
Perché non si pensa alla dimensione abnorme delle partecipate, specie comunali e specie di secondo
grado, che costituiscono una sorta di parastato, di P. A. senza i vincoli della struttura pubblica, di
sciupìo di fondi pubblici?
Quando il sindaco di Roma rileva che la società assicuratrice di cui il suo ente è proprietario (un
comune proprietario di un' assicurazione!
) costa, per assicurare beni di Roma Capitale o di enti pubblici, il 50% in più di una normale società
concorrente, c' è da chiedersi se la coppia Renzi&Madia non si renda conto che non ci vogliono
pannicelli caldi per rimediare ai costi, ai drammi, alle assurdità della P. A.
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CESARE MAFFI
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3 luglio 2014
Pagina 28
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Il viceministro Riccardo Nencini annuncia l' approvazione entro il mese di luglio.
Appalti, il codice cambia pelle
I residenti saranno interpellati sui progetti in cantiere.
Il nuovo codice d e g l i appalti presto («entro
questo mese») sul tavolo del consiglio d e i
ministri. E nelle pieghe della riforma c' è il
coinvolgimento diretto dei residenti nelle aree
interessate dai lavori, che potranno essere
interpellati sui progetti in cantiere. È Riccardo
Nencini, viceministro delle infrastrutture ad
annunciare ieri, a margine della relazione
annuale di Assopetroli­Assoenergia, che il
governo esaminerà nei prossimi giorni la
legge delega, concluso «il primo giro di
incontri con i parlamentari e le associazioni»,
dal quale sono uscite una serie di proposte
inserite nel testo. All' indomani di vicende
giudiziarie allarmanti che hanno gettato ombre
su grandi opere come l' Expo 2015 di Milano e
il Mose di Venezia, l' esecutivo, dunque,
stringe i tempi sul restyling delle procedure
per l' assegnazione degli incarichi pubblici. E
lo fa partendo dall' attuazione di due recenti
direttive europee la 24/2014 in materia di
appalti e la 23/2014 concernente regole sull'
aggiudicazione dei contratti di concessione;
nella premessa di quest' ultima, in particolare,
si evidenzia come finora «l' assenza di una
chiara normativa che disciplini» la materia a
livello comunitario «dà luogo a incertezza
giuridica, ostacola la libera fornitura di servizi
e provoca distorsioni nel funzionamento del mercato interno», perciò gli operatori economici, soprattutto
«le piccole e medie imprese, vengono privati dei loro diritti» e perdono «importanti opportunità
commerciali».
Insieme a favorire l' accesso ai bandi di gara per le realtà produttive di minori dimensioni, il codice
sfoltirà la giungla burocratica alla base delle procedure, attraverso un taglio degli oneri documentali a
carico dei soggetti che intendono partecipare ai progetti. A subire, poi, una riduzione anche il numero
delle stazioni appaltanti, mentre si troveranno modalità adeguate per la centralizzazione delle
committenze; inoltre, gli investimenti dovranno avvenire nel rispetto dei «criteri di qualità, efficienza,
contenimento tempi», nonché di una «piena verificabilità di flussi finanziari». Novità all' orizzonte anche
sul versante delle Soa (Società organismi di attestazione), gli enti privati che si occupano di verificare la
conformità alle disposizioni comunitarie in materia di qualificazione dei soggetti esecutori di lavori
pubblici, in base a quanto stabilito dal decreto del presidente della repubblica 34/2000 (e dopo l'
abolizione dell' albo nazionale dei costruttori): nelle intenzioni governative il meccanismo sarà
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3 luglio 2014
Pagina 28
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
modificato con attenzione alla trasparenza e alla omogeneità. E, infine, i cittadini potranno esprimere la
propria opinione sui cantieri, giacché il codice contemplerà il «débat public», chance per chi vive nei
territori di essere consultato su quanto si vuol realizzare «in casa propria».
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SIMONA D' ALESSIO
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3 luglio 2014
Pagina 29
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Il decreto che ha approvato il modello di dichiarazione, che è valido anche per la Tasi.
Imu sul non profit con tre criteri
Contano spazio dell' immobile, frequentatori e tempo.
Fissati i criteri per quantificare l' Imu e la Tasi
nel caso in cui gli immobili posseduti dagli enti
non commerciali sono destinati in parte a uso
commerciale. Tre i riferimenti da considerare:
spazi, quantità dei frequentatori, tempo.
Uno dei punti di maggior interesse del decreto
del Mef del 26 giugno 2014 con cui è stato
approvato il modello di dichiarazione Imu­Tasi
(si veda ItaliaOggi di ieri) è quello con cui si
fissano i criteri per la determinazione del
rapporto proporzionale a cui bisogna far
riferimento per le unità immobiliari possedute
dagli enti non commerciali destinate ad un'
utilizzazione mista.
Si deve far ricorso a detto metodo nei casi in
cui non sia possibile procedere all'
individuazione degli immobili o delle porzioni
di immobili adibiti esclusivamente allo
svolgimento delle attività istituzionali con
modalità non commerciali, come prescrive il
comma 2 dell' art. 91­bis, del dl 24 gennaio
2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla
legge 24 marzo 2012, n. 27, che regola la
materia.
A tal fine le istruzioni alla compilazione della
dichiarazioni Imu­Tasi prendono le mosse dal
dm 19 novembre 2012, n.
200, che è stato emanato ai sensi dell' art. 91­
bis, comma 3, del citato del dl n. 1 del 2012, il cui art. 5 stabilisce che detto rapporto è determinato con
riferimento: 1) allo spazio; 2) al numero dei soggetti nei confronti dei quali vengono svolte le attività con
modalità commerciali ovvero non commerciali; 3) al tempo.
1) Lo spazio. La proporzione, come dispone la stessa norma, è prioritariamente determinata in base alla
superficie destinata allo svolgimento delle attività diverse da quelle meritevoli che deve essere
ovviamente rapportata alla superficie totale dell' immobile.
Ciò vuol dire che, se per esempio, nell' immobile dove viene svolta l' attività sanitaria (o altra attività
esente) vi è un locale dove si svolge un' attività commerciale, comunque, e che tale locale non è
suscettibile di accatastamento separato (come accade per i bar o le rivendite di giornali), per calcolare
la quota esente occorre rapportare la superficie effettiva (e non a quella catastale) sulla quale si svolge
l' attività commerciale alla superficie effettiva (e non catastale) dell' intera unità immobiliare.
La percentuale che deriva da tale rapporto deve essere, quindi, applicata alla rendita catastale dell'
immobile, in modo da ottenere la base imponibile da utilizzare per determinare l' Imu dovuta.
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Allo stesso modo si deve procedere se nell' immobile vi è un locale che è dedicato allo svolgimento di
un' attività esente (ancorché non suscettibile di accatastamento separato). In tal caso, infatti, per
calcolare la quota esente si deve rapportare la superficie effettiva (e non catastale) sulla quale si svolge
l' attività agevolata alla superficie dell' intera unità catastale.
La percentuale derivante da tale rapporto deve essere applicata alla rendita catastale destinata all'
attività meritevole, così da escludere dalla base imponibile Imu la quota parte della rendita
proporzionalmente riferibile agli spazi esclusivamente dedicati all' attività per la quale compete l'
esenzione.
2) l numero dei soggetti nei confronti dei quali vengono svolte le attività con modalità commerciali
ovvero non commerciali.
Gli altri criteri necessari per definire l' ambito di applicazione dell' esenzione sono dettati dallo stesso
dm n. 200 del 2012, che passa innanzitutto a stabilire la proporzione in relazione al numero dei soggetti
nei confronti dei quali le attività sono svolte con modalità commerciali, rapportato al numero
complessivo dei soggetti nei confronti dei quali è svolta l' attività.
3) Il tempo L' ultimo criterio stabilito dal dm n. 200 del 2012 riguarda il caso in cui l' utilizzazione mista è
effettuata limitatamente a specifici periodi dell' anno, per cui la proporzione deve essere determinata in
base ai giorni durante i quali l' immobile è utilizzato per lo svolgimento delle attività diverse da quelle
meritevoli.
Nelle istruzioni viene precisato che per quanto riguarda le attività sanitarie il numero dei soggetti deve
considerarsi quale numero di prestazioni effettuate escludendo dal conteggio quelle relative ad
adempimenti obbligatori per legge (come, per esempio, le visite mediche di controllo per i dipendenti o
le campagne preventive gratuite), giacché computarle equivarrebbe ad inficiare la significatività della
percentuale.
Una volta determinate le percentuali per ciascuna unità immobiliare, queste vanno applicate alla rendita
catastale, così da ottenere la base imponibile da utilizzare ai fini della determinazione dell' Imu dovuta e
della Tasi.
Le stesse percentuali si applicano anche per il calcolo della misura dell' esenzione spettante per le unità
immobiliari destinate ad attività strumentali promiscuamente e indistintamente sia all' attività per la
quale spetta l' esenzione, sia all' attività per la quale non spetta (come, per esempio, per gli spazi
destinati ai servizi amministrativi o comunque ausiliari comuni).
Viene, infine, precisato che l' esenzione non spetta con riferimento alle unità immobiliari di fatto non
utilizzate, che devono essere dichiarate.
Tutte queste informazioni devono essere riportate nel quadro B della dichiarazione, relativo appunto agli
immobili parzialmente imponibili o totalmente esenti, che deve essere compilato per ciascun immobile
in cui si svolge l' attività meritevole e posseduto dallo stesso soggetto passivo.
Esso si compone di tre riquadri: ­ il primo è quello relativo all' identificazione catastale dell' immobile e
alla tipologia di attività che in esso viene svolta; ­ il secondo è riservato alla sola attività didattica; ­ il
terzo è dedicato alle attività diverse da quella didattica.
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ILARIA ACCARDI
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Dl cultura, saltano deroghe per varianti
Confermati i poteri in deroga al codice degli
appalti pubblici per gli interventi su Pompei,
ma saltano le deroghe per varianti e il tetto per
le trattative private viene portato a 1,5 milioni.
È quanto emerge dalla discussione in
commissione cultura e attività produttive della
camera del decreto legge 83/2014 che all'
articolo 2 stabilisce il quadro generale all'
interno del quale si troverà a muoversi, con il
ruolo di direttore generale, il generale dei
carabinieri Giovanni Nistri, incaricato di gestire
g l i appalti del Grande Progetto Pompei. L'
articolo 2, comma 1 del decreto legge
83/2014, come modificato in commissione,
dove sono stati introdotti anche elementi di
m a g g i o r e t r a s p a r e n z a e pubblicità d e l l e
procedure, prevede un ampio spettro di
deroghe che sembra ricordare da vicino
quanto già avvenuto con Expo 2015 dove si
arrivò a più di 80 deroghe. In particolare si
stabilisce il principio generale che il direttore
generale opera in deroga a ogni disposizione
vigente, seppure «nel rispetto comunque della
normativa comunitaria sull' affidamento di
contratti relativi a lavori, servizi e forniture,
nonché dei principi generali dell' ordinamento
giuridico». A tale fine disporrà dei poteri
previsti dall' art. 20, comma 4, secondo
periodo, del dl 185/2008 (legge 2/2009) per i commissari straordinari nelle opere pubbliche (fra questi il
potere di revoca dell' assegnazione di risorse e l' esercizio di ogni potere di impulso sulle
amministrazioni). Il decreto legge stabiliva, fra le deroghe di maggiore rilievo, quella di affidare con
procedura negoziata senza pubblicità appalti fino a un valore di 3,5 milioni (mentre oggi, in base all'
articolo 204 del codice, la soglia è fissata a un milione di euro), con invito di almeno 15 ditte «se
sussistono in tale numero soggetti qualificati»; in commissione però il tetto è stato portato a 1,5 milioni,
attenuando quindi la deroga forse eccessiva del decreto.
Prevista anche la possibilità di aggiudicare l' appalto in deroga alla disciplina sulla verifica dei requisiti:
si aggiudica subito al primo classificato ma se egli non provvede a fornire, nei termini di legge, la prova
del possesso dei requisiti dichiarati o a confermare le sue dichiarazioni, decorso anche un secondo
breve e termine concesso dal direttore generale, il contratto si risolve di diritto e si aggiudica all'
impresa seconda classificata. Si ammette sempre l' esecuzione di urgenza di cui all' articolo 11, comma
12, del codice dei contratti pubblici, anche durante il termine dilatorio e quello di sospensione
obbligatoria per la stipulazione del contratto; lo scopo è quello di evitare danni all' interesse pubblico,
fra cui la perdita di finanziamenti comunitari. Possibile anche la revoca in qualunque momento il
responsabile unico del procedimento al fine di garantire l' accelerazione degli interventi e di superare
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difficoltà operative che siano insorte nel corso della realizzazione. Per la stessa ragione si prevedeva
anche l' immediata consegna dei lavori dopo la stipula del contratto e l' aumento del tetto alle varianti
dal 20% al 30%, norma però bocciata in commissione.
ANDREA MASCOLINI
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Alla Consulta contro l' ampliamento della capacità impositiva di Trento e Bolzano.
Veneto vs Trentino sul fisco
Per la regione le province autonome hanno troppi poteri.
Troppi privilegi fiscali per Trento e Bolzano.
E il Veneto si rivolge alla Consulta.
Con ricorso n. 21 del 2014, la regione ha
chiamato in giudizio davanti alla Corte
Costituzionale il Presidente del consiglio dei
ministri impugnando l' art. 1, comma 518, della
legge 27 dicembre 2013, n. 147, per violazione
di vari articoli della Costituzione.
A fondamento dell' impugnativa la Regione
pone il fatto che la Legge di stabilità per il
2014 con il comma 518 dell' art. 1 ha previsto
un ampliamento della capacità impositiva e
fiscale già riconosciuta alle Province di Trento
e Bolzano dallo Statuto per il Trentino­Alto
Adige, approvato con dpr 31 agosto 1972, n.
670. In effetti tale norma ha modificato l' art. 80
dello Statuto che nella nuova formulazione
prevede che nelle materie di competenza, «le
province possono istituire nuovi tributi locali».
Inoltre, «la legge provinciale disciplina i
predetti tributi e i tributi locali comunali d i
natura immobiliare istituiti con legge statale,
anche in deroga alla medesima legge,
definendone le modalità di riscossione e può
consentire agli enti locali di modificare le
aliquote e di introdurre esenzioni, detrazioni e
deduzioni».
La regione lamenta che con questa norma
risulterebbe violato il principio di uguaglianza sancito dall' art.
3 della Costituzione, a causa dell' ingiustificato regime di favore della Regione Trentino­Alto Adige e
delle Province autonome di Trento e Bolzano che si risolverebbe, tra l' altro ­ grazie alla florida
condizione economica di cui godono ­ in trattamenti tributari più favorevoli per coloro che svolgono
attività nel territorio provinciale e pertanto discriminatori rispetto a coloro che svolgono la stessa attività
al di la del confine provinciale, dove valgono, invece, le regole dettate dal legislatore nazionale.
Ciò determinerebbe, inoltre, una lesione degli obblighi internazionali derivanti dal diritto comunitario,
con riferimento alla libertà di impresa ed alla libertà di concorrenza, in quanto sarebbe evidente la
violazione del principio di non discriminazione tra imprese che dovrebbe caratterizzare l' assetto
competitivo dei mercati.
Il rischio dunque di discriminazione territoriale è ben alto, come lo è anche quello di concorrenza fiscale
della quale in passato si è avuto solo un assaggio in materia di imposta provinciale di trascrizione le cui
misure particolarmente basse deliberate dalle due province hanno attratto molte società di autonoleggio
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che hanno trasferito la residenza in Trentino sottraendo gettito alle province di provenienza.
© Riproduzione riservata.
FRANCA FACCINI
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L' annuncio a un convegno di Prodemos. Rughetti: dl 90 da chiudere entro il 21 luglio.
Debiti p.a., cessione fatture al via
In dirittura il dm che rende operativa la garanzia statale.
In dirittura d' arrivo il decreto attuativo che
rende operativo lo strumento della garanzia
dello stato per la cessione delle fatture alle
banche. E che sancisce l' entrata in gioco
ufficiale della Cassa depositi e prestiti quale
compratore di ultima istanza per favorire la
cessione immediata di crediti agli intermediari
finanziari.
A dare la notizia il sottosegretario alla
presidenza del consiglio, Giovanni Legnini, nel
corso del convegno dedicato al pagamento dei
debiti della p.a. organizzato dall' associazione
di cultura politica Prodemos. L' esponente del
governo ha annunciato la recente firma da
parte del titolare dell' economia del
provvedimento (ora alla Corte dei conti) che
punta ad accelerare il pagamento dei debiti
arretrati, a prevenire la formazione di un nuovo
stock di debito, offrendo nello stesso tempo la
garanzia dello stato e la disponibilità della
Cassa depositi e prestiti.
Quanto alla tempistica sulla liquidazione di tutti
i pagamenti arretrati per spese correnti della
p.a. , f i s s a t a d a l g o v e r n o R e n z i a l 2 1
settembre, Legnini ha precisato come l'
intenzione dell' esecutivo sia quella di
«liquidare il più possibile» entro quella data.
«Stiamo procedendo in modo spedito», ha
spiegato, «e questo è dimostrato dal fatto che la strumentazione attuativa è pronta».
Il punto, secondo il sottosegretario, è che non basta che il governo metta disposizione le risorse, fino ad
ora 56,8 miliardi sui 60,5 stimati dei debiti inclusivi dei rimborsi fiscali, né che emani tutti i decreti
attuativi. Perché la speranza ora è che «tutti gli altri soggetti debitori siano altrettanto tempestivi». Ma
come si è arrivati fino a qui? L' associazione Prodemos una sua idea se l' è fatta e vede nel patto di
stabilità e nelle sue rigidità una delle ragioni di questo processo di indebitamento.
La sua applicazione italiana è stata «fortemente asimmetrica perché ha scaricato il peso degli
aggiustamenti soprattutto sugli enti locali virtuosi. E indirettamente sul settore privato tramite una
sempre maggiore pressione fiscale».
Uno degli aspetti più controversi, come ha recentemente segnalato anche la Corte dei conti, è stato
quello relativo ai pagamenti in conto capitale, per cui in sostanza il paradosso è stato quello di una
penalizzazione dei pagamenti relativi a spese per investimenti rispetto a quelli di spesa corrente.
Dunque rispetto a questo panorama complesso cosa fare? Per Prodemos uno degli strumenti possibili
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è quello di aprire un osservatorio permanente sul tema dei pagamenti partendo da quelli della p.a.
, ma recuperando nello stesso tempo il senso della disciplina europea che va a tutela del tessuto
imprenditoriale e produttivo costituito da piccole e medie imprese e liberi professionisti.
Gli obiettivi e le proposte spaziano dal pagamento degli insoluti della p.a. entro l' anno, sia per la parte
corrente che in conto capitale della spesa (anche con incremento del debito o sforamento «concordato»
del deficit) alla ridefinizione delle regole del patto di stabilità e di crescita per eliminare le distorsioni e i
limiti che lo caratterizzano (e in questo modo ridurre il rischio di ulteriori insoluti di pagamento per
spese in conto capitale o eccessive riduzioni degli investimenti).
Sul tavolo del confronto di ieri anche la riforma della pubblica amministrazione. Il sottosegretario alla
semplificazione e alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti nel dettare la tempistica dei due attesi
provvedimenti (il dl 90/2014 e il disegno di legge delega) ne ha spiegato anche la finalità. Per quanto
riguarda il decreto, Rughetti ha detto di contare di chiuderlo «nella settimana dal 14 al 21 alla camera.
Mi sembra che ci siano ampie convergenze con le opposizioni almeno nei contenuti. Siamo aperti a
miglioramenti ma non vogliamo che la riforma venga bloccata», precisando si tratti di un provvedimento
che non va incidere sui risparmi ma «servirà a spendere meglio i soldi dello stato».
Diverso, invece, il capitolo delega che «è alla limature finali», pronta per essere firmato dal premier
Renzi di ritorno da Bruxelles. «E per questo», ha concluso, «si può parlare di risparmi visto che il
provvedimento porterà ad una riorganizzazione delle amministrazioni».
BENEDETTA PACELLI
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Mef risponde a interrogazione sui mutui.
Enti, non vale la surroga gratis
G l i enti locali n o n p o s s o n o s u r r o g a r e
gratuitamente i mutui, come previsto dal
decreto Bersani. Resta quindi l' onerosità per i
comuni che vogliano cambiare l' istituto di
credito con cui hanno sottoscritto i contratti. Lo
ha chiarito il sottosegretario all' economia,
Enrico Zanetti, in commissione finanze alla
camera. A interrogare il governo è stato il
deputato di Sel Giovanni Paglia che ha chiesto
all' esecutivo di chiarire definitivamente il
regime giuridico da applicare agli enti locali
che vogliono avvalersi della facoltà di surroga
prevista dal dl 7/2007. Il Mef, ripercorrendo le
modifiche normative intervenute in materia, ha
fatto presente che le disposizioni del dl 7, volte
a eliminare l' onerosità della surroga per i
debitori (art.
8 commi da 1 a 4) sono state abrogate nel
2011 e trasfuse nell' art. 120­quater del Testo
unico bancario il quale, pur confermando le
norme agevolative sulla surroga, ha tuttavia
introdotto una modifica sostanziale sui soggetti
coinvolti. Alla luce dell' attuale disciplina,
infatti, la surroga gratuita del mutuo è
applicabile soltanto ai contratti conclusi da
intermediari bancari e finanziari con persone
fisiche e micro imprese. Nessun riferimento
agli enti locali, dunque, e anche alla Cassa
depositi e prestiti che eroga i finanziamenti. Peraltro, ha fatto notare Zanetti, anche quando era in vigore
l' originaria norma del decreto Bersani, le autonomie locali non sono sembrate molto attratte dalle
possibilità di surroga se è vero che «non risulta che siano state rivolte alla Cassa depositi richieste di
surrogazione da parte di enti mutuatari». Infine, una precisazione, apparentemente superflua ma
evidentemente necessaria: «Le clausole concernenti il pagamento di un indennizzo contenute nei
contratti stipulati dalla Cassa depositi e prestiti si riferiscono all' ipotesi di rimborso anticipato del
finanziamento, istituto diverso dalla surroga».
FRANCESCO CERISANO
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Da luglio rating di legalità per incassare
finanziamenti
Dal prossimo 7 luglio le pubbliche
amministrazioni e gli istituti di credito
dovranno tenerne conto del rating di legalità
delle imprese nella concessione dei
finanziamenti. In particolare le imprese che
hanno già conseguito il rating di legalità sono
tenute ad attestare nella domanda di
finanziamento alla p.a. di essere iscritte nell'
e l e n c o r e d a t t o e pubblicato dall' autorità
garante della concorrenza e del mercato. Le
amministrazioni concedenti i finanziamenti
sono tenute a effettuare, prima dell' erogazione
del contributo, un controllo sull' elenco
pubblicato sul sito dell' Autorità garante della
concorrenza e del mercato
http://www.agcm.it/rating­di­legalita/elenco.
html, circa la permanenza del requisito dell'
iscrizione all' elenco stesso da parte del
beneficiario.
Gli interventi di sostegno pubblico alle imprese
devono prevedere almeno uno dei seguenti
sistemi di premialità per le imprese in
possesso del rating di legalità: preferenza in
graduatoria, attribuzione di punteggio
aggiuntivo e infine riserva di quota delle
risorse finanziarie allocate. Il sistema o i
sistemi di premialità sono prescelti in
considerazione della natura, dell' entità e della
finalità del finanziamento, nonché dei destinatari e della procedura prevista per l' erogazione e possono
essere graduati in ragione del punteggio conseguito in sede di attribuzione del rating. Il rating di legalità
è un nuovo strumento introdotto nel 2012 per le imprese italiane, volto alla promozione e all'
introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale, tramite l' assegnazione di un
«riconoscimento» ­ misurato in «stellette» ­ indicativo del rispetto della legalità da parte delle imprese
che ne abbiano fatto richiesta e, più in generale, del grado di attenzione riposto nella corretta gestione
del proprio business. È con Il decreto del Ministero dell' economia e delle finanze 20 febbraio 2014 n. 57
(pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 aprile 2014, n. 81) che si dà completa attuazione al «rating di
legalità delle imprese» istituito dall' art. 5­ter del dl 24 gennaio 2012 n. 1 convertito dalla legge 24 marzo
2012 n. 27.
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2 luglio 2014
Cesena Today
Comune di Savignano
Tutti in pista con lo "Squacquerone pink night" e il
Motoscquacquerone
Presso parco Le Felloniche Dal 04/07/2014 Al 05/07/2014.
Informazioni Dove parco Le Felloniche Via
Felloniche,Longiano Orario vedi programma
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correttamente questa sfida. Dal 04/07/2014 Al
05/07/2014 Vai al sito Lo squacquerone è una
delle eccellenze gastronomiche romagnole ed
è per questo che in occasione del weekend
della notte rosa, il caseificio Pascoli, il
ristorante dancing le Felloniche e il Moto Club
"Breus" di San Mauro Pascoli hanno intitolato
alla prelibatezza Dop, una due giorni unica nel
suo genere, che sfrutta l' occasione fornita
dalla Notte Rosa per dare vita ad un connubio
tra divertimento in rosa, motociclette, formaggi
e gastronomia. L' evento clou è la festa, cena,
al dancing le Felloniche, in programma sabato
(dalle ore 20) e battezzato "Squacquerone
pink night" condotto dal giornalista Ermanno
Pasolini grande estimatore di questo
formaggio. Un appuntamento per gli amati
della gastronomia e gli appassionati della
motocicletta: da venerdì si svolgerà anche "Il
Motosquacquerone della Notte Rosa", che si
configura come un' appassionante due giorni all' insegna delle moto e delle degustazioni di tipo eno­
gastronomico. La kermesse a base di latticini, rombi di motori, motorette e divertimento si aprirà nel
tardo pomeriggio di venerdì con le prime degustazioni al parco Le Felloniche, in via Felloniche
(Longiano), vicino a Savignano sul Rubicone, sede logistica e cuore delle operazioni, per poi trasferirsi
in spiaggia, al Bagno Isola159 a Cervia con cena in spiaggia, fuochi d' artificio e Notte Rosa. La giornata
di sabato si apre alle ore 9:30 del mattino per percorrere la "via del formaggio", alla scoperta dei
fornitori di materie prime: La Filiera produttiva dello Squcquerone ma anche piadinerie, luoghi
suggestivi del territorio e il rinomatissimo Caseificio Pascoli, fornitore ufficiale di tutte le delizie casearie
presenti al raduno e poi alla serata alle Felloniche. La seconda escursione nel pomeriggio, condurrà i
motociclisti alla scoperta della storica valle del Rubicone, dove Giulio Cesare varcò l' omonimo fiume
per chiudere la serata all' insegna dell' allegria, del buon cibo e del buon vino locale, musica, in pieno
spirito Notte Rosa, tramite un "After the Pink Night" destinato a non far rimpiangere la serata precedente
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2 luglio 2014
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Cesena Today
Comune di Savignano
e a trascorrere una piacevole serata in collina. Il Motosquacquerone è sicuramente una novità di rilievo
per riscoprire i sapori di una terra unica e per trascorrere un fine settimana immersi nella natura
romagnola, in sella alla propria moto per chi vuole partecipare al motoraduno e alla diverse iniziative,
ma se di moto non importa un granchè, l' appuntamento è invece per sabato sera allo Squcqueone pink
night, dove tutti sono i benvenuti e dove si potranno degustare con una formula semplice ed economica
diverse portate legate alla tradizione, tra cui ovviamente non può mancare lo squcquerone,
rigorosamente Dop e rigorosamente del Caseificio Pascoli di Savignano sul Rubicone. Per informazioni
e prenotazione 0547 665044. Per il motoraduno e la due giorni di eventi ed escursioni info www.breus.it.
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Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
Comune di Savignano
Calcio Il patron Teodorani: «Lo abbiamo fatto per il nostro vivaio»
L' Asca è cresciuta, si è fusa con il Borghi Militerà
nel campionato di Promozione
Borghi FUSIONE tra il Borghi e l' Asca
Castelvecchio e iscrizione al campionato di
Promozione dell' Asca. Grazie alla fusione con
il Borghi la società di Savignano capitanata dal
presidente Carlo Teodorani parteciperà a un
campionato importante. «Quando si è
presentata questa possibilità ci siamo guardati
negli occhi e ci siamo parlati ­ ha detto il
presidente Carlo Teodorani ­ e chiesti quanto
questa scelta andasse a soddisfare la nostra
ambizione e quanto fosse opportuna per il
nostro settore giovanile. Abbiamo messo sul
piatto tutto: dubbi e certezze, rischi e
potenzialità. Poi ci siamo soffermati sui nostri
bambini, tutti. E ancora una volta abbiamo
sognato, siamo andati oltre. Ancora una volta
abbiamo rotto gli schemi e superato le paure.
E a quel punto le frasi che pronunciavamo
cominciavano sempre con: ?ti immagini se?'.
E tutte le idee, i sogni, avevano i nostri
bambini come protagonisti. Una prima
squadra a disposizione del nostro settore
giovanile, un nuovo contenitore da riempire, un
nuovo momento d' aggregazione. E allora in
questo momento di grande crisi economica solo un cuore pieno di sogni abbiamo potuto dire ?Sì, noi
possiamo'. E abbiamo deciso. Ora sta a noi creare un qualcosa dove la partita domenicale può essere
vista come un momento diverso, di condivisione, di divertimento,Sicuramente sbaglieremo, sicuramente
sarà tutto difficile, ma sicuramente tutto sarà per i ragazzi del nostro settore giovanile. Lo abbiamo fatto
per loro».
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3 luglio 2014
Pagina 18
Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
Comune di Savignano
SAVIGNANO SI ACCENDE IL FESTIVAL DEL
RUBICONE
NELL' AMBITO del cartellone estivo di ?Luci
sulla Città', a Savignano, questa sera alle 21 l'
associazione culturale ?Diffusione Musica',
con il patrocinio del Comune, organizza il
Festival del Rubicone. La manifestazione
canora, che si svolgerà all' Arena Gregorini
dietro il palazzo municipale sarà condotta da
Fabio Caldari e Andrea Sarti. Il concorso
canoro a premi è diviso in tre categorie:
giovani dai 15 ai 18 anni, adulti dai 19 anni e
Brano inedito. Iscrizioni al mumero
338.1955807. Ingresso gratuito.
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3 luglio 2014
Pagina 15
Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
Comune di Savignano
VALVERDE IN SPIAGGIA.
Derubata fa catturare coppia di ladri
UNA coppia di ladri è stata colta sul fatto e
arrestata per furto dai carabinieri. E' accaduto
sul lungomare di Valverde al termine di una
concitata quanto fruttuosa caccia sotto gli
occhi di turisti e passanti.Il furto è stato messo
a segno in pieno giorno, ai danni di una
signora residente a Savignano che si trovava
sulla spiaggia. Sotto l' ombrellone aveva
appoggiato la borsa contenente il portafogli
con documenti e pochi euro.Appena si è
allontanata, è entrata in azione la coppia di
ladri.
LA DONNA ha dato immediatamente l' allarme
ed ha chiesto l' aiuto dei carabinieri. I militari
hanno iniziato subito la caccia ai due, aiutati
anche dalla vittima del furto che ha fornito
indicazioni molto utili. In una via interna di
Valverde infatti i ladri sono stati fermati i ladri.
In manette per furto sono finiti Giuseppe
Tassone, 43 anni (noto alle forze dell' ordine) e
Paola Vassallo, 33 anni. Entrambi sono stati
processati per direttissima e condannati; l'
uomo a otto mesi da scontare agli arresti
domiciliari nella sua casa di Pomezia (Roma),
la donna a quattro mesi ed è in libertà. La coppia soggiornava in un albergo del centro di Cesenatico e
con i furti sulla spiaggia sperava di pagarsi le vacanze.
g.m.
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Pagina 32
La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
Comune di Savignano
L' INIZIATIVA E sabato sera a Le Felloniche la festa "Squacquerone pink night"
Motosquacquerone, il primo raduno per il formaggio
dop
Gatteo Mare Notte Rosa con Casadei.
Lo squacquerone è una delle eccellenze
gastronomiche romagnole ed è per questo che
in occasione del weekend della notte rosa, il
caseificio Pascoli, il ristorante dancing le
Felloniche e il Moto Club Breus di San Mauro
Pascoli hanno intitolato alla prelibatezza Dop,
una due giorni unica nel suo genere, in
occasione della Notte Rosa.
L'evento clou è la festa­cena al dancing le
Felloniche (Longiano) in programma sabato e
rbattezzato Squacquerone pink night,
presentata da Ermanno Pasolini.
L'evento per gli amati della gastronomia si
intreccia con gli appassionati della
motocicletta; infatti da domani si svolgerà
anche Il Motosquacquerone della Notte Rosa,
un'appassionante due giorni all'insegna delle
moto e delle degustazioni di tipo eno­
gastronomico che prenderà il via in
concomitanza della Notte Rosa. La kermesse
si aprirà nel tardo pomeriggio di domani con le
prime degustazioni al parco Le Felloniche, in
via Felloniche, a Longiano, sede logistica e
cuore delle operazioni, per poi trasferirsi in
spiaggia, al bagno Isola 159 a Cervia: una
volta terminata la cena in spiaggia i
partecipanti del motoraduno, potranno
assistere ai fuochi d'artificio e a tutte le altre
iniziative previste dalla Notte Rosa.
Sabato si apre alle 9.30 per percorrere la via del formaggio, alla scoperta dei fornitori di materie prime.
La seconda escursione nel pomeriggio è alla scoperta della valle del Rubicone.
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3 luglio 2014
Pagina 32
La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
Comune di Savignano
Rette non pagate, l' Asp ricorre
a vie legali IL CASO Due anziani ospiti hanno arretrati per 4.300 euro Falliti i tentativi
bonari, l' Azienda passa alle maniere forti.
Le famiglie degli anziani non pagano le rette
alle case di riposo, e allora l' Asp del Rubicone
in carica un avvocato di andare a recuperare
quei crediti. Succede anche questo ai tempi
della crisi, quando figli o nipoti di persone
ricoverate in una struttura protetta per i più
svariati motivi, soprattutto per problemi
economici, non riescono a saldare il dovuto e
rimangono molto indietro con i pagamenti. L'
ultimo caso si è verificato a San Mauro
Pascoli, dove alla casa protetta e al centro
diurno ci sono due ospiti con una situazione di
morosità tale da aver indotto i vertici dell'
Azienda servizi alla persona, che affida la
gestione delle strutture alle coop sociali, ad
addivenire alle vie legali. Il credito
complessivo maturato nei confronti delle
famiglie di due signore anziane ammonta a
poco meno di 4.300 euro; in particolare, 693 in
un caso e 3.566,77 nell' altro. Che,
considerando le tariffe stabilite dalla Regione,
significano una morosità di diverse mensilità.
Il Cda dell' Asp, dopo aver riscontrato che le
varie richieste e solleciti di pagamento non
hanno portato a nessun risultato, così come il
recupero bonario delle somme pregresse, ha
quindi deciso di dare mandato all' avvocato
Marta Paradisi di Cesena di "promuovere ­
come si legge nella delibera ­ azione legale per il recupero dei crediti relativi alle rette di ricovero non
corrisposte". Per quanto riguarda il compenso al legale, sarà possibile quantificarlo solo a conclusione
dell' incarico, a seconda dell' attività effettivamente svolta.
"Per fortuna sono pochi i casi in cui ci vediamo costretti a ricor rere agli avvocati per recuperare le rette
non pagate, parliamo di circa il 2% ­ spiega Ettore Stacchini, presidente dell' Asp Rubicone che
annovera 190 posti letto per anziani in quattro strutture tra Savignano, San Mauro, Roncofreddo e
Sogliano ­. Come Azienda pubblica non possiamo percepire le pensioni degli ospiti e prelevare
direttamente la retta mensile, è la rete parentale che è tenuta a garantire la permanenza degli anziani".
Ed è proprio nelle famiglie che spunta il problema. "Ci sono casi di difficoltà economiche ­ continua
Stacchini ­, così come ci sono casi legati a una cattiva gestione delle proprie risorse familiari, oppure di
divisioni tra gli stessi parenti dell' ospite".
L' Asp, comunque, "fa tutti i tentativi bonari prima di arrivare all' incarico all' avvocato, scontrandosi
spesso con rapporti non cordiali tra i parenti che fanno una sorta di scarica ­barile". Ma comunque "non
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3 luglio 2014
Pagina 32
<­­ Segue
La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
Comune di Savignano
lasciamo certo senza un letto l' anziano che ospitiamo". Non è comunque la prima volta che l' Azienda
del Rubicone si vede costretta a ricorrere a un legale per farsi pagare le rette dalle famiglie. "Abbiamo
solo una mensilità come deposito cauzionale conclude Stacchini ­, esaurita quella iniziamo subito a
intavolare percorsi bonari per avere le rette mancanti, e non aspettiamo troppi mesi per ricorrere alle vie
legali".
gi.buc.
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3 luglio 2014
Pagina 36
La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
Comune di Savignano
NELLA RETE DELL' ARMA.
Ruba il portafoglio a una turista Arrestata coppia di
Pomezia
Una coppia di ladri di Pomezia è finita in
manette, dopo avere rubato sotto un
ombrellone in spiaggia, un portafoglio ad una
villeggiante di Savignano sul Rubicone.
Lui, 43enne con precedenti per reati contro il
patrimonio, e lei, 33enne incensurata, sono
stati arrestati dai carabinieri della Compagnia
di Cesenatico con l' accusa di furto aggravato.
Il fatto si è consumato venerdì scorso. I due
sono stati beccati nei pressi della spiaggia di
Valverde mentre si stavano allontanando con il
portafogli tra le mani.
E' stata la vittima del furto a chiedere l'
intervento del 112 e indicare i due ladri.
L' immediato arrivo della pattuglia dell' Arma
ha consentito di recuperare la refurtiva.
Processati per direttissima, l' uomo è stato
condannato a otto mesi da scontare agli arresti
domiciliari a Pomezia, mentre la donna a
quattro mesi (pena sospesa).
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3 luglio 2014
Pagina 17
Corriere di Romagna
(ed. Forlì­Cesena)
comune di gatteo
Omaggio col fiatone agli anni '80
Cinquecento partecipanti ala bizzarra corsa, tra di loro due sindaci.
CESENATICO. G rande successo per la terza
edizione della "80 Running", che ha visto alla
partenza a San Mauro Mare ben 500 iscritti.
Agghindati con i parrucconi che richiamano gli
anni Ottanta hanno corso per 7 km., fino a
Valverde. Tra di loro anche i sindaci di
Cesenatico e San Mauro Pascoli, Roberto
Buda e Luciana Garbuglia ed il vices indaco di
Gatteo Roberto Pari. Testimonial d' eccezione
Fabrizio Fontana, il Capitan.
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Corriere di Romagna
(ed. Forlì­Cesena)
comune di gatteo
GAMBETTOLA.
Bolle, gelato e divertimenti per bambini
Nel giardino davanti alle scuole elementari di
Gambettola, l' associazione culturale "Amici
della scuola", con il patrocinio del Comune e
della Bcc Gatteo, propone da questa sera a
sabato un tris di iniziative all' insegna della
musica, del divertimento e della gastronomia.
Alle 21, appuntamenti dedicati ai bambini e
alle famiglie, in collaborazione con Autosette:
in programma le "magiche bolle" con Elisa e
Francesca, animazione, bolle giganti, baby
dance, truccabimbi e palloncini. Al termine,
gelato per tutti.
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Corriere di Romagna
(ed. Forlì­Cesena)
comune di gatteo
Gatteo a tutta musica
GATTEO. In attesa della Notte Rosa, già
questa sera Gatteo va a tutta musica. Alle 21,
all' Oratorio di San Rocco, concerto degli
allievi di violino della professoressa Michela
Tintoni.
Alle 21.30, in piazza della Libertà, a Gatteo a
Mare, musica jazz, offerta dalla Cassa di
Risparmio di Cesena, con l' Orchestra Quelli
del Conservatorio: dirige il direttore del
"Maderna" di Cesena Giorgio Babini.
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Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
comune di gatteo
CESENATICO IN 500 HANNO PARTECIPATO ALLA CORSA.
Succeso per '80 Running'
SUCCESSO per la terza edizione della ?80
Running': la maratona anni Ottanta con
partenza da San Mauro Mare e arrivo a
Valverde di Cesenatico. All' iniziativa
goliardica hanno partecipato 500 iscritti, tra cui
gli amministratori, con in testa il sindaco di
San Mauro Pascoli Luciana Garbuglia e il
vicesindaco Cristina Nicoletti, il sindaco di
Cesenatico Roberto Buda e il vicesindaco di
Gatteo Roberto Pari.Testimonial d' eccezione
dell' evento, organizzato da Andrea Prada e ?
Red Events' con il patrocinio dei comuni di
Cesenatico, Gatteo e San Mauro Pascoli, è
stato il comico Fabrizio Fontana, conosciuto
dal pubblico televisivo per le sue
interpretazioni di James Tont a ?Zelig' e
Capitan Ventosa a ?Striscia la Notizia'. g.m.
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
comune di gatteo
L' INTERVISTA EGISTO DALL' ARA, PRESIDENTE DEL SETTORE TURISTICO
CONFCOMMERCIO.
«Cambiare sistema, ma senza svendersi»
EGISTO Dall' Ara, di Gatteo Mare, presidente
del settore turistico del comprensorio cesenate
della Confcommercio, 69 anni fa l' albergatore
da 52 anni. I primi sette anni come dipendente
e da 45 anni titolare dell' hotel Jolanda, che
gestisce direttamente insieme alla moglie
Anna e ai figli Alberto e Andrea.
L' Italia viene dipinta come la meta
turistica più cara d' Europa: pessimista o
ottimista sull' estate 2014?
«Nella mia vita sono sempre stato un grande
ottimista. Ho vissuto dagli anni '70 agli anni ?
90 il grande boom del turismo quando
mettevamo la gente a dormire anche nelle
cantine e nelle soffitte e si affittavano i garage.
Oggi giustamente è cambiato tutto, non solo
per problemi nostri, ma perchè da anni c' è il
mercato mondiale del turismo che si è
talmente ampliato che ogni angolo del mondo
è in grado di presentare offerte turistiche».
Avete modernizzato i vostri hotel, ma anche i
prezzi sono aumentati.
«Da circa cinque anni i prezzi sono stazionari
e non ci sono stati aumenti. Se qualcuno lo ha fatto lo ha limitato fra il 5 e l' 8% in quanto prima erano
più bassi di quelli standard».
Non potete però pretendere oggi di fare come negli anni '70­'80 quando lavoravate quattro mesi,
cambiavate auto ogni anno e coi guadagni compravate un appartamento all' anno.
«Oggi si è talmente sottilizzato il reddito che non riusciamo neppure più a fare fronte alle spese
quotidiane. Tutto questo perché c' è un meccanismo di tasse troppo alte che ci portano via il
guadagno».
Verranno meno turisti?
«Spero di no, ma abbiamo bisogno di cambiare sistema. Dobbiamo fare un passo indietro e cercare di
fedelizzarli di più come si faceva un tempo, cercando di accoglierli e coccolarli di più e non svendersi,
mantenendo servizi di qualità».
Arrivano anche dai Paesi dell' Est.
«Nelle nostre piccole località questo fenomeno non c' è, mentre esiste da Rimini in giù. Invece mi offro
di ospitare quelli di Eurostat per fare vedere loro come vive la vacanza un turista da noi e quanto
spende».
Ermanno Pasolini.
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
comune di gatteo
PASOLINI ERMANNO
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
comune di gatteo
«Qui la vacanza è ancora alla portata di tutti»
Gli albergatori di Gatteo Mare esaltano il rapporto qualità­prezzo.
di ERMANNO PASOLINI RESPINTA al
mittente. La Coldiretti, al termine di una ricerca
effettuata sulla base dei dati Eurostat 2013, ha
affermato che l' Italia è, come turismo, fra i
Paesi più costosi del Mediterraneo.
Un dato che ha mandato su tutte le furie gli
albergatori di Gatteo Mare, località fra le prime
ad aprire la stagione turistica nel mese di
marzo e fra le ultime a chiuderla a fine
settembre inizio ottobre. Gli albergatori curano
in inverno i rapporti con i Paesi europei, fanno
pacchetti turistici e puntano sul settore del
cicloturismo, molto amato soprattutto in
Germania, Austria, Svizzera, Olanda,
Danimarca, Belgio e Lussemburgo.
«I NOSTRI alberghi non hanno certamente i
prezzi più alti d' Europa ? dice Fabio
Paglierani, titolare dell' hotel Antonella e
presidente della cooperativa Sabrin e del
Gatteo M a r e V i l l a g e c h e r a g g r u p p a 5 6
alberghi sugli 81 della località turistica ? La
vacanza da noi in media costa di meno che in
tutto il resto d' Europa. Chi viene da noi trova
ospitalità ad alto livello, ottima cucina e un
divertimento costante per il giorno e la sera, con i balli e la ginnastica in spiaggia, i balli in piazza e
grandi attrazioni. E' ora di finirla di sparare nel mucchio tanto per fare parlare». Sandro Teverini dice
che in Montenegro forse si spende meno, ma non nelle altre località.
«Noi abbiamo clienti trentennali che sono stati anche in questi Paesi, ma una volta sola e poi sono
tornati. Confrontano la qualità dei servizi, cibo, spiaggia e divertimenti. Hanno fatto i loro conti e sono
ritornati da noi». Matteo Righi presidente dell' associazione albergatori di Gatteo Mare è rimasto
sorpreso che a fare certe dichiarazioni sia stata la Coldiretti.
«Partendo dal presupposto che certe affermazioni non dovrebbero essere fatte dalla Coldiretti, bisogna
prima verificare la veridicità dei dati. Poi occorre confrontare la qualità dei servizi erogati da noi e dagli
altri. L' Italia è un Paese enorme dal punto di vista turistico e quindi non è possibile parlare di turismo in
generale. Bisogna distinguere zona per zona».
PURE Walter Tonielli, che dal 1962 fa l' albergatore e dal 1971 è titolare dell' Hotel Estense, lancia
bordate contro la Coldiretti: «L' associazione dice che siamo un paese tra i più costosi del Mediterraneo.
Ma su questo mare si affacciano anche i Paesi del Nord Africa come Tunisia, Marocco, Egitto. Vogliamo
confrontare i costi? Un dipendente dei loro alberghi costa mediamente 150 euro al mese, comprese le
tasse; da noi 1500­1600 più tutte le tasse. E' chiaro che là la vita costa dieci volte di meno e i prezzi
sono più bassi. Alla Coldiretti è sfuggita una cosa o spero l' abbia confusa: il nostro è il Paese più caro
per pagamento di tasse e tributi. Negli altri Paesi non si supera il 30%; da noi sommati tutti i balzelli si
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
comune di gatteo
va oltre il 60%. E poi è ora di finirla con tutte queste dichiarazioni distruttive. Non siamo più quelli di 40
anni fa quando si pagavano 15mila lire al giorno. I nostri prezzi vanno mediamente dai 40 euro della
bassa stagione ai 65 dell' alta stagione con scelte di menù a colazione pranzo e cena, aria condizionata,
divertimenti gratuiti».
PASOLINI ERMANNO
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
comune di gatteo
«Ferie troppo costose in Riviera? No, ma tasse e
burocrazia pesano»
Cesenatico, gli operatori contestano la ?pagella' negativa di Coldiretti.
LA ?PAGELLA' negativa di Coldiretti incendia
la discussione anche a Cesenatico, località
turistica rinomata ­ non per ultimo ­ per l'
ottimo rapporto qualità­prezzo. Ma anche qui
la vacanza è così costosa e le presenze di
stranieri sono in flessione? Lo abbiamo chiesto
ai diretti interessati, anche per sondare le
opinioni di albergatori, bagnini e ristoratori.
Claudio Della Pasqua, titolare dell' Hotel
Sirena, presidente regionale di Asshotel Emilia
Romagna e coordinatore di Arice, ammette in
parte i costi alti: «Il sistema Italia è il più caro d'
Europa, basta guardare ai costi della benzina,
dei trasporti e delle autostrade. La tassazione
è la più alta in assoluto, il personale costa e
tutto è più salato. In questo contesto noi
operatori garantiamo maggiori servizi a prezzi
più contenuti, tant' è che nelle imprese
alberghiere e anche in buona parte dei
ristoranti non c' è più redditività. Più di così
non possiamo dare, siamo arrivati al limite, ci
hanno tolto il sangue e quindi soltanto le
istituzioni pubbliche possono e devono fare
qualcosa per rimettere in sesto l' economia e
renderci più competitivi». Simone Battistoni, presidente della Cooperativa dei bagnini di Cesenatico,
punta il dito su un sistema che da anni penalizza proprio il turismo: «In Italia partiamo svantaggiati
rispetto ad altri competitor stranieri, perché la burocrazia e le tasse costano più che altrove. Nel nostro
Paese si paga il 23 per cento di Iva sui servizi di spiaggia ed è un triste primato mondiale. Ma a fronte di
ciò, noi bagnini romagnoli siamo inattaccabili, perché siamo gli unici a dare così tanto nel ventaglio dei
servizi di spiaggia, a costi estremamente contenuti e con molte gratuità per i nostri ospiti.
I costi nei locali pubblici e nei negozi? Non me la sento di criticarli e tantomeno di buttargli la croce
addosso, perché anche loro sono penalizzati da tasse e costi di gestione, divenuti nella maggior parte
dei casi insopportabili».
GIANCARLO Barocci, presidente dell' Adac, vede la questione sotto un' altra prospettiva: «Il turismo in
Italia rapportato al costo della vita, ha un costo basso. A fronte delle spese che abbiamo, non possiamo
calare più di così.
Stiamo facendo i salti mortali, perché a prezzi popolari offriamo praticamente tutto. Ciò che costa è l'
indotto, quindi la benzina, l' autostrada che in altri stati non si paga o costa meno. E poi c' è l'
extralberghiero da considerare, perché se in alcuni locali del centro per un aperitivo spillano ai turisti l'
equivalente di un mezza giornata in pensione, c' è qualcosa che non quadra. Così come noi
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
comune di gatteo
proponiamo i bambini gratis o scontatissimi, mentre fuori dall' albergo una bottiglietta d' acqua da
mezzo litro la fanno pagare 1,5 o 2 euro.
Inoltre dobbiamo combattere con i fornitori perché, rimanendo ad esempio in ambito agricolo, le pesche
e le zucchine al produttore partono a 10 centesimi al chilo, mentre noi le paghiamo dieci volte tanto».
Massimo Bondi, presidente dei bagnini di Villamarina e Gatteo a Mare, respinge le critiche: «Gli
stranieri sono parecchi e apprezzano le proposte all inclusive, con tanti servizi, spettacoli e l'
animazione del Gatteo Mare Village, facendoci anche i complimenti proprio per i prezzi equi».
Giacomo Mascellani.
GIACOMO MASCELLANI
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La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
comune di gatteo
Gatteo Mare Notte Rosa con Casadei
Gatteo Mare Notte Rosa con Casadei.
A Gatteo Mare la Notte Rosa 2014 non poteva non
festeggiare la storica ricorrenza dei sessant'anni di
Romagna Mia. Ospite d'onore del Capodanno
dell'estate sarà infatti Mirko Casadei con l'intera
orchestra spettacolo Casadei, che per l'occasione
ripercorrerà i successi di ieri e di oggi di tre generazioni
di musicisti. Il palco di piazza Romagna Mia ospiterà
quindi la grande orchestra Casadei, per uno show
serrato e frizzantissimo che farà cantare e ballare grandi
e piccoli. Prima dei magici fuochi d'artificio che
illumineranno l'intera costa, a mezzanotte, Gatteo vivrà
un altro momento di gioia e soddisfazione: sarà infatti il
presidente stesso della Fee Italia, Claudio Mazza, a
consegnare al sindaco l'ambita Bandiera Blu 2014 per la
qualità delle acque in mare. Sul palco per la consegna
ufficiale non potranno mancare i bagnini di salvataggio
della cooperativa bagnini di Villamarina ­ Gatteo Mare.
Lo spettacolo dei fuochi sarà poi l'apice di una serata in
rosa per bagni, negozi e hotel, che prolungheranno
l'apertura serale.
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La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
comune di gatteo
Il consigliere regionale Silvia Noè.
80 Running Alla gara vintage anche il comico
Fabrizio Fontana
Grande successo per la terza edizione della
"80 Running", la maratona anni '80 che si è
svolta domenica 29 giugno con partenza da
San Mauro Mare e arrivo a Cesenatico.
Al via 500 iscritti, tra cui il sindaco di San
Mauro Pascoli Luciana Garbuglia e il vice ­
sindaco Cristina Nicoletti, il sindaco di
Cesenatico Roberto Buda e il vice ­sindaco di
Gatteo Roberto Pari. Testimonial d' eccezione
dell' evento, organizzato da Andrea Prada e
Red Events con il patrocinio dei Comuni di
Cesenatico, Gatteo e San Mauro Pascoli, il
comico Fabrizio Fontana, conosciuto dal
pubblico televisivo per le sue interpretazioni di
James Tont a "Zelig" e Capitan Ventosa a
"Striscia la Notizia".
Al loro arrivo in Piazzale Michelangelo a
Valverde i partecipanti sono stati accolti da
una festa con ristoro, cerimonia di premiazione
e animazione.
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3 luglio 2014
Pagina 18
Corriere di Romagna
(ed. Forlì­Cesena)
comune di san mauro pascoli
Piazze riempite da 2 mila persone per la cena con
Zvanì
successo per la terza edizione della cena
popolare sotto le stelle dedicata a Giovanni
Pascoli, che si è tenuta l' altra sera, nelle
piazze Mazzini e Battaglini. "A cena con Zvanì"
ha registrato oltre 2 mila presenze. Enorme la
soddisfazione dei commercianti dell'
associazione Made in San Mauro Pascoli, che
in collaborazione con Comune e Pro Loco
Aisém, hanno dato vita ad un evento che ha
permesso di riscoprire i sapori della terra del
poeta, proponendo menù di terra, di mare e
vegetariani, accompagnati da dessert, vini e
bevande.
Otto i chioschi dove si mangiava e cinque
quelli dove si serviva da bere.
Prossimo appuntamento con "Made in San
Mauro Pascoli" il 19 luglio con la festa del
gelato "Gelafruttiamo", sempre in centro.
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Pagina 10
Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
comune di san mauro pascoli
SAN MAURO.
Un progetto per fare giocare i bimbi nei parchi
A SAN MAURO Pascoli il Movimento Cinque
Stelle ha presentato in Comune un progetto
riguardante i parchi per i bambini che sarà
discusso nell' imminente consiglio Comunale.
Scopo del progetto è inserire giochi ludico­
ricreativi inclusivi nei luoghi di aggregazione in
modo tale che anche bambini con difficoltà
motorie e sensoriali possano creare una rete
di socializzazione: «Esiste un diritto universale
riconosciuto a tutti i bambini ? dicono gli
attivisti del M5S ­ che è quello di poter giocare
(art.
23 e art. 31 convenzione sui diritti dell' infanzia
Unicef) e questo deve essere garantito sia a
bambini con sviluppo tipico, sia a coloro che
presentano delle difficoltà, senza che i luoghi
ludici diventino luogo di frustrazione, limitanti,
limitati e non accoglienti.
E` un progetto semplice, per tutti i bambini, i
genitori, e la cittadinanza, senza nessuna
distinzione.
Chiediamo a tutte le forze politiche
rappresentanti nel nostro comune di
appoggiare il progetto, che deve essere inteso
per il futuro e le future generazioni. L' obiettivo è fare crescere la nostra San Mauro».
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3 luglio 2014
Pagina 32
La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
comune di san mauro pascoli
SAN MAURO PASCOLI.
M5S e TuttiXSanMauro: parchi attrezzati per bambini
disabili
Fronte comune delle minoranze (o almeno, di
due gruppi su tre) a San Mauro Pascoli, dove
il Movimento 5 Stelle e la lista civica
TuttiXSanMauro hanno presentato un progetto
per i parchi attrezzati per bambini, che sarà
discusso nel prossimo consiglio comunale. "Lo
scopo ­ spiegano gli attivisti dei due gruppi di
minoranza ­ è quello di inserire giochi ludico ­
ricreativi inclusivi nei luoghi di aggregazione,
in modo tale che anche bambini con difficoltà
motorie e sensoriali possano creare una rete
di socializzazione per un normosviluppo
psicologico. Esiste un diritto universale
riconosciuto a tutti i bambini che è quello di
poter giocare (art. 23 e art. 31 convenzione sui
diritti dell' infanzia Unicef) e questo deve
essere garantito sia a bambini con sviluppo
tipico, sia a coloro che presentano delle
difficoltà, senza che i luoghi ludici diventino
luogo di frustrazione, limitanti, limitati e non
accoglienti. E' un progetto semplice, per tutti i
bambini, per tutti i genitori, per tutta la
cittadinanza, senza nessuna distinzione.
Chiediamo a tutte le forze politiche
rappresentanti nel nostro Comune di
appoggiarlo".
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Pagina 32
La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
comune di san mauro pascoli
SAN MAURO PASCOLI
A cena con ZvanìOltre duemila persone martedì sera
in centro
Martedì sera, nelle piazze sammauresi
Mazzini e Battaglini la cena popolare di piazza
dedicata a Giovanni Pascoli, "A cena con
Zvanì", ha registrato oltre 2mila presenze.
Enorme la soddisfazione dei commercianti
dell' associazione Made in San Mauro Pascoli,
che, in collaborazione con l' amministrazione
comunale e la Pro Loco Aisém, hanno dato
vita a una cena sotto le stelle all' insegna della
riscoperta dei sapori della terra del Poeta.
Prossimo appuntamento con Made in San
Mauro sarà sabato 19 luglio con la festa del
gelato "Gelafruttiamo" nelle piazze e nelle vie
del centro.
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La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
comune di san mauro pascoli
SAN MAURO MARE STOP ALLA SOSTA IN VIA
MARINA
Da una settimana non è più possibile
parcheggiare nel tratto di via Marina tra piazza
Battisti e la spiaggia a San Mauro Mare. Lo ha
sancito un' ordinanza del comandante della
Pm di San Mauro Pascoli, Cristiano Antonini,
che dal 26 giugno scorso ha sancito il divieto
di sosta permanetne con rimozione forzata, su
entrambi i lati della carreggiata.
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