53° Congresso Nazionale ADOI – Benevento 24-27 settembre 2014 Tinea gladiatorum Altobella A*, Condello MA*, Di Serio C*, Goffredo A*, Panniello G*, Fenizi G° *S.C. Dermatologia OO.RR. – Foggia ° Libero professionista Introduzione Negli ultimi anni le affezioni dermatologiche dei “lottatori” sono state oggetto di grande attenzione, soprattutto in nazioni dove gli sport che prevedono contatto fisico prolungato (wrestling, lotta, boxe) sono più diffusi. In particolare è stato osservato un aumento dell’incidenza di casi di tinea corporis (rispetto alla popolazione generale) e di tinea capitis, forme cliniche che, sebbene non particolarmente invalidanti, hanno spesso causato l’impossibilità a competere, anche per lunghi periodi, degli atleti. Tali entità cliniche, aventi delle caratteristiche che permettono spesso di distinguerle dalle comuni forme di tinea corporis e di tinea capitis (localizzazioni, agente eziologico, età di insorgenza) sono state annoverate nel gruppo delle “tinee gladiatorum”. Gli autori presentano due casi clinici emblematici la cui risoluzione ha permesso agli atleti il pronto ritorno alle competizioni. CASO CLINICO 1 Il paziente, maschio, pugile, è giunto alla nostra osservazione per la comparsa di lesioni eritemato-squamose, di colorito rosso-roseo, parzialmente infiltrate, a limiti netti, ricoperte da croste di colorito giallastro, tendenti a confluire, interessanti l’emivolto di destra, la zona cervicale e la zona latero-cervicale omolaterale (Fig. 1). Si associavano intensa sintomatologia algica urente e sensazione di malessere generale. Ad un approfondito esame clinico si è subito sospettata una possibile eziologia micotica che l’esame micologico a fresco prima, e colturale successivamente, hanno confermato (Trichophyton Mentagrophytes) (Fig. 2a e 2b). La successiva esecuzione di un tampone dalle suddette lesioni ha escluso la presenza di batteri. E’ stata subito intrapresa terapia sistemica con itraconazolo (200 mg/die per 1 mese e successivamente 100 mg/die per un altro mese) che ha portato alla guarigione del paziente il quale ha potuto riprendere l’attività agonistica (Fig. 3). CASO CLINICO 2 Il paziente, maschio, lottatore di judo, è giunto alla nostra osservazione per la comparsa di lesioni eritemato-squamose, di colorito rosso roseo, lievemente infiltrate, a limiti ben definiti e tendenti a confluire, parzialmente ricoperte da croste di colorito giallastro, localizzate sull’emivolto di sinistra (particolarmente sulla zona della barba), scarsamente dolenti (Fig. 4). Una lesione analoga, ma di dimensioni minori si apprezzava sull’avambraccio sinistro (Fig. 5). Il paziente riferiva di aver praticato terapie antibiotiche topiche e sistemiche osservando un’estensione delle suddette lesioni. L’esame micologico a fresco e colturale ha evidenziato la presenza di Trichophyton Verrucosum (Fig. 6) e la terapia con Itraconazolo (200 mg/die per 1 mese e successivamente 100 mg/die per un altro mese) ha portato a guarigione del paziente. Fig. 2a Fig. 1 Fig. 2b Fig. 4 Fig. 5 Fig. 3 Fig. 6 CONCLUSIONI In un’epoca sempre più povera di contatti umani, sicuramente la pratica sportiva risulta essere quasi l’ultimo baluardo di uno scambio sano, forse ardimentoso, di un’azione “culturale”. Anche questa non è scevra da effetti collaterali che, al pari dei contatti virtuali possono essere altrettanto rapidi ed incontrollabili. Il dermatologo ha un ruolo principe nel tentativo di ricercare, attraverso la giusta interpretazione delle immagini di superficie, la diagnosi calzante. Le tinea gladiatorum è diventata un’entità clinica di frequente osservazione negli atleti dediti agli sport che prevedono contatto fisico prolungato. Sebbene si tratti di patologie relativamente benigne, sono descritti diversi casi in letteratura di vere e proprie epidemie in comunità di sportivi, va dunque sottolineata l’importanza di una diagnosi rapida e precisa tenendo presente che il target da raggiungere diventa la pronta limitazione del contagio. BIBLIOGRAFIA 1) Kohl TD1, Lisney M. Tinea gladiatorum: wrestling's emerging foe. Sports Med. 2000 Jun;29(6):439-47. 2) Wilson EK, Deweber K, Berry JW, Wilckens JH. Cutaneous infections in wrestlers. Sports Health. 2013 Sep;5(5):423-37. doi: 10.1177/1941738113481179. 3) Bassiri-Jahromi S1, Khaksar AA. Outbreak of tinea gladiatorum in wrestlers in Tehran (Iran). Indian J Dermatol. 2008;53(3):132-6. doi: 10.4103/0019-5154.43219. 1
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