VERONICA GROPPO (D. Malvestio & c. snc – [email protected]) Il forno ad elementi mobili di Oderzo (TV), via Dalmazia Tra il 2006 e il 2009 lavori edilizi nel lotto 1042 di via Dalmazia a Oderzo, condotti sotto la direzione scientifica della dott.ssa G. Gambacurta, hanno permesso di indagare un settore periferico dell’abitato, posto presso il margine occidentale del dosso (fig. 1, n. 22), occupato stabilmente a partire dalla fine del IX-inizi VIII sec. a.C. (Gambacurta 2011). Se nelle prime fasi insediative l’area riveste prevalentemente una funzione residenziale, è a partire dagli inizi del VII sec. a.C. che tale settore muta verso una vocazione produttiva, con il susseguirsi di diverse fasi artigianali. La terza di queste in particolare, collocata preliminarmente Fig. 2: lo scarico di concotti all'interno della buca in scavo. nell’ambito del IV sec. a.C., ha restituito una piattaforma delimitata da grandi buche per palo, una delle quali, l’US 445, risulta zeppata con spessi frammenti di concotto lisciati su due lati (fig. 2). Intuita la peculiarità del contesto, ne è stato disposto lo stacco tramite cassonatura per permetterne lo scavo in laboratorio, dove i concotti sono stati prelevati singolarmente previo consolidamento, numerati e fotografati, successivamente puliti a secco e restaurati. Il lavoro di ricomposizione della struttura ne ha rivelato la lacunosità: risultano ricostruibili solo piccole porzioni, per di più tra loro slegate, tuttavia si distinguono numerose parti significative, che consentono di riconoscere un forno del tipo ad elementi separati, di forma cilindrica con diametro ricostruibile di circa 90-100 cm, mentre non si hanno elementi per determinarne l’altezza. L’ipotesi ricostruttiva è stata fatta sulla base dei confronti noti (fig. 3). Tra gli elementi riconoscibili, si distingue una mensola sub triangolare interna (fig. 3,a), verosimilmente posta all’estremità di un elemento cilindrico con parete spessa 4 cm, dotato di finestratura frontale (fig. 3,b), a cui vanno forse attribuiti, come decorazione perimetrale, frammenti Fig. 1: pianta del centro opitergino con delimitazione del dosso: al n. 22 il sito di via Dalmazia (da Gambacurta, Groppo c.s.). di un grosso cordone piatto con solcature a zig zag (fig. 3,c, fig. 4A). La mensola doveva reggere un secondo elemento cilindrico, caratterizzato da una piastra spessa 5,5 cm e da un camino centrale rientrante con diametro di circa 20 cm (fig. 3,d-e, fig. 5, fig. 7). Non vi è traccia di un piano forato. Fig. 3: ipotesi ricostruttiva del forno (rilievi dott.sse V. Cocco e V. Groppo; ipotesi ricostruttiva dott.ssa V. Groppo; restituzione grafica arch. F. Alberti). Alla struttura del forno sembrano riconducibili anche due protomi equine frammentarie, che ne dovevano completare l’apparato decorativo (fig. 4B). La tecnica di realizzazione del manufatto è a colombino, con pareti lisciate sia all’interno che all’esterno, e superfici di colore ocra che presentano ampi tratti anneriti; l’impasto è argilloso con inclusione di fibre vegetali e il corpo ceramico è compatto, di colore dal grigio chiaro al bruno. Il manufatto in esame è riconducibile all’ambito dei forni complessi ad elementi separati e mobili, che trovano riscontri, anche se ancora poco rilevanti dal punto di vista A B numerico, in un ampio arco cronologico e territoriale: esemplari assimilabili, benché Fig. 4: A: un frammento del cordone che doveva decorare la finestratura; B: una delle teste equine. con varianti morfologiche, sono documentati ad esempio in Italia nordorientale (Pozzuolo del esemplari noti (direzione del camino, presenza del Friuli: cfr. poster G. Tasca; San Giorgio di piano forato, numero di elementi che li Valpolicella: Venetkens 2013, cat. 11.2.2.1, pp. compongono) ne condizionino la destinazione 391-392), nonché in territorio francese (Sévrier, d’uso, come strutture per la produzione ceramica o Martigues, Roquepertuse). per uso culinario (torrefazione dei cereali, Rimane dibattuta la loro funzione: è possibile che le affumicatura degli alimenti). differenze morfologiche che contraddistinguono gli Fig. 5: i frammenti che compongono la piastra con camino centrale. Fig. 7: particolare di un frammento del camino. Un grazie alla dott.ssa Giovanna Gambacurta che mi ha concesso lo studio del materiale; al dott. Giovanni Tasca che ha condiviso con me tutte le sue conoscenze su questo tipo di strutture e mi ha costantemente aiutato; alla dott.ssa Giovanna M. Sandrini che ha seguito le fasi di studio del forno agevolandomi in ogni cosa, e a Diego Malvestio che ne ha curato la prima tranche di restauro. Fig.6: i numerosi frammenti di parete durante il recupero in laboratorio. Bibliografia GAMBACURTA G. (a cura di) 2011, GAMBACURTA G., VALLE G., GROPPO V., Oderzo, via Dalmazia: un quartiere insediativo e produttivo del centro protourbano. Prime note, QdAV XXVII, pp. 123-140. GAMBACURTA G., GROPPO V. c.s., Oderzo preromana. Appunti di topografia tra centro urbano e necropoli, in Il funerario in Friuli e nelle regioni contermini tra l’età del ferro e l’età tardoantica, Atti del Convegno Internazionale, San Vito al Tagliamento 2013, c.s. Venetkens 2013, Venetkens. Viaggio nella terra dei Veneti antichi, a cura di Gamba M., Gambacurta G., Ruta Serafini A., Tiné V., Veronese F., catalogo della mostra, Padova.
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