L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 mercoledì 25 marzo 2015 Militare colombiano durante un’operazione di sminamento Intervento della Santa Sede L’AVANA, 24. Il Governo colombiano e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno cominciato ieri all’Avana la prima riunione tecnica per finalizzare lo storico accordo annunciato il 7 marzo per lo sminamento del territorio. Una delegazione tecnica del Governo, composta principalmente da alti ufficiali militari, è giunta a Cuba per sostenere con i negoziatori un ciclo di colloqui che si terrà in parallelo e nel luogo delle trattative di pace avviate nel novembre 2012. È la prima volta — sottolineano gli analisti — che le due parti si siedono al tavolo per definire la tabella di marcia per l’attuazione del programma di sminamento che dovrebbe iniziare entro sei settimane, stando al ministro del Dopoguerra, il generale a riposo Óscar Naranjo. La delegazione governativa comprende il direttore dell’organizzazione Acción contra Minas della presidenza della Repubblica, generale Rafael Colon, il delegato del Ministero della Difesa e delle Forze Armate per lo sminamento, il generale di brigata Néstor Robinson, il comandante del Battaglione per lo sminamento umanitario (Bides), colonnello Willington Benítez, e la consigliera Marisol Peñaloza. In difesa dei diritti delle donne Pubblichiamo la traduzione italiana dell’intervento pronunciato il 13 marzo scorso dall’arcivescovo Bernardito Auza, nunzio apostolico, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu a New York, in occasione della 59ª sessione della Commissione sulla condizione delle donne (New York, 920 marzo 2015). Signora Presidente, La mia delegazione è lieta che la Commissione abbia scelto di riflettere sulla Dichiarazione e sulla Piattaforma d’azione di Pechino, nella prospettiva di presentare l’avanzamento e l’uguaglianza delle donne in un’Agenda di Sviluppo post2015. Ci sono stati progressi notevoli a favore della causa delle donne in molti Paesi, specialmente negli ambiti dell’educazione, della rappresentanza politica e della partecipazione economica. Le donne, sempre più, stanno anche guidando importanti sforzi pubblici e privati per portare rimedio alla discriminazione, alleviare la povertà e affrontare una miriade di altre sfide con le quali oggi si confrontano le donne. Tra Farc e Governo colombiano Colloqui sullo sminamento Il conflitto tra le Farc e il Governo colombiano ha causato, secondo le stime ufficiali, la morte di almeno 220.000 persone. Come detto, dal 2012 sono in corso negoziati tra le parti, condotti dapprima a Oslo e successivamente all’Avana. Basato su un’agenda negoziale composta da cinque punti — riforma agraria e Aprirà tra un anno il nuovo Canale di Panamá PANAMÁ, 24. Da 4.400 fino a 14.000. È la capacità di container delle navi che potranno attraversare il Canale di Panamá quando, tra circa un anno, l’opera sarà completata e inaugurata. Una rivoluzione per il commercio marittimo mondiale, con il Panamá che vedrà raddoppiare fino a cinque miliardi di dollari annui i suoi ricavi lordi. L’opera alla fine costerà circa 5,8 miliardi di dollari, una cifra maggiore dei 3,3 stimati inizialmente. Anche di questi costi extra — al centro di un contenzioso che si preannuncia lungo — potranno parlare direttamente in queste ore in un incontro ufficiale il presidente panamense, Juan Carlos Varela, e l’amministratore delegato della Salini Impregilo, Pietro Salini, dopo un primo vertice tenuto a Roma tre settimane fa. Il gruppo italiano è infatti il leader operativo di un grande consorzio internazionale. sviluppo rurale, partecipazione politica, fine del conflitto armato, blocco della produzione e della vendita di stupefacenti, rispetto dei diritti umani — il dialogo tra Governo e guerriglieri prosegue in direzione di una tregua bilaterale, come auspicato anche dal presidente colombiano, Juan Manuel Santos. Visite all’Avana di Lavrov e Mogherini Missioni internazionali a Cuba L’AVANA, 24. Nuovi passi si segnalano nel processo di disgelo internazionale con Cuba, avviato a dicembre dall’annuncio della fine del contrasto con gli Stati Uniti — e più in generale con l’Occidente — durato oltre cinquant’anni. Alla luce di tale sviluppo può essere letta anche la visita nell’isola che vedrà oggi impegnato Serghiei Lavrov, ministro degli Esteri della Russia, tradizionale principale alleata di Cuba. Il Governo di Mosca è infatti deciso a non far mancare il suo sostegno in questa fase a quello dell’Avana. Nel contesto della mutata situazione causata dal disgelo annunciato dai presidenti cubano Raúl Castro e statunitense Barack Obama si iscrive a maggior ragione la missione che conduce sempre oggi nell’isola l’alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza co- mune dell’Unione europea, Federica Mogherini. In parallelo a quelli con Washington, il Governo cubano ha proseguito in questi giorni anche i negoziati con l’Unione europea avviati un anno fa per giungere alla firma di un accordo politico e di cooperazione. La scorsa settimana, il capo negoziatore europeo, Christian Leffler, ha riferito di «progressi sostanziali». Fermata e rilasciata la figlia di Ledezma CARACAS, 24. Antonieta Ledezma, la figlia del sindaco di Caracas antichavista, Antonio Ledezma, è stata liberata ieri dal Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin) che poche ore prima l’aveva fermata all’aeroporto internazionale Maiquetia della capitale venezuelana. Tuttavia gli agenti hanno sequestrato il passaporto della ragazza. Il deputato oppositore Richard Blanco, che era stato il primo a denunciare l’arresto della figlia ventenne di Antonio Ledezma, ha confermato la notizia, scrivendo su Twitter che Antonieta «è uscita dalla sede del Sebin, ma le hanno trattenuto il passaporto». Esponente dell’opposizione, Ledezma è stato arrestato lo scorso febbraio con l’accusa — sostenuta dal presidente Nicolás Maduro — di far parte di un presunto piano per far cadere il Governo con il sostegno di Washington. L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Città del Vaticano [email protected] www.osservatoreromano.va Il presidente cubano Raúl Castro (Ap) Mosca critica Washington per l’invio di armi a Seoul MOSCA, 24. La Russia, tramite un comunicato del ministero degli Esteri, ha avvertito oggi gli Stati Uniti che l’invio di sistemi di difesa antimissile alla Corea del Sud potrebbe minacciare la sicurezza nella regione. L’Amministrazione di Washington ha fatto sapere di voler dispiegare sistemi a lungo raggio Thaad in Corea del Sud come deterrente alle provocazioni militari del regime di Pyongyang. «Un tale sviluppo può solo causare preoccupazione per l’influen- GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino vicedirettore Piero Di Domenicantonio Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va la lotta per l’uguale accesso delle ragazze all’educazione, specialmente a un’educazione di qualità, sia un elemento indispensabile nella lotta per il progresso delle donne. Signora Presidente, Domenica 8 marzo Papa Francesco ha inviato il suo saluto a tutte le donne nel mondo, sottolineando che “[u]n mondo dove le donne sono emarginate è un mondo sterile, perché le donne non solo portano la vita ma ci trasmettono la capacità di vedere oltre”, in altre parole “ci trasmettono la capacità di capire il mondo con occhi diversi”. Il contributo delle donne a un mondo migliore comprende la generosità di servire in modo gratuito e di accogliere, piuttosto che escludere. La mia Delegazione ribadisce la disponibilità di Papa Francesco a lavorare con tutti coloro che cercano ogni giorno di costruire un mondo che tratti concretamente le donne come uguali, nella diversità dei doni e delle forze, per il bene comune più grande di tutti. Grazie, Signora Presidente. Forum marittimo tra Giappone e Indonesia za distruttiva della difesa missilistica globale degli Stati Uniti sulla sicurezza internazionale», si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri russo. «In una regione dove la situazione è già estremamente complicata in termini di sicurezza, questo potrebbe servire come nuovo impulso a una corsa agli armamenti nell’Asia nordorientale e complicare ulteriormente ogni soluzione della questione nucleare nella penisola coreana», aggiunge la nota pubblicata dal ministero degli Esteri russo. Servizio vaticano: [email protected] Tuttavia, nonostante gli ammirevoli sforzi e gli importanti progressi ancora troppe donne continuano a doversi confrontare con la discriminazione e con molte forme di violenza per il solo fatto di essere donne. Pertanto, tutti gli attori devono continuare a dedicare il massimo sforzo per ovviare a tali violazioni. Signora Presidente, l’obiettivo di sradicare la povertà, in particolare la povertà estrema, è al centro delle preoccupazioni della Santa Sede. La Chiesa cattolica ha un’esperienza quasi senza eguali per quanto riguarda i bisogni dei poveri, grazie al suo impegno bimillenario e alle centinaia di migliaia di programmi e istituzioni che servono le donne e gli uomini poveri in tutto il mondo. Papa Francesco non si stanca mai di esortare i leader mondiali e tutti noi a dare la priorità alla piaga della povertà e a usare la ricchezza per servire l’umanità, e non il contrario. La promozione di economie inclusive ed eque ha un impatto profondo sul miglioramento dello status delle donne. Di fatto, le donne vivono disagi economici unici legati a politiche d’impiego ingiuste, stipendi diversi per lo stesso lavoro, negazione dell’accesso a crediti e a proprietà, vittimizzazione nelle situazioni di conflitto e migrazione. Sebbene le donne costituiscano la maggioranza dei poveri e siano colpite dal fardello della povertà in modi molto specifici, esse sono però coraggiosamente in prima linea nella lotta per sradicare la povertà estrema. Da questa prospettiva, la lotta per l’avanzamento delle donne deve anche significare che si assicuri loro uguale accesso alle risorse, ai capitali e alla tecnologia. Tenendo conto di questi svantaggi che molte donne devono ancora subire, occorre formulare le risposte alla povertà con obiettivi coraggiosi e attuarle con mezzi sufficienti, di modo che possano avere un impatto concreto sulla promozione delle donne. Diversi studi hanno dimostrato che strutture familiari fragili e il declino del matrimonio tra i poveri sono collegati in modo molto stretto alla povertà tra le donne. Le madri single vengono lasciate sole a crescere i bambini. Molte madri in situazioni di difficoltà non riescono a mandare i figli a scuola, facendoli così entrare nel circolo vizioso della povertà e dell’emarginazione. Sebbene i governi e la società non creino famiglie, hanno però ruoli fondamentali da svolgere nel sostenere famiglie sane e favorire il ruolo genitoriale. Numerose relazioni della Segreteria Generale hanno sottolineato la centralità della famiglia per lo sradicamento della povertà e lo sviluppo sostenibile. La Santa Sede prende nota della relazione dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani sui problemi e gli attacchi che le ragazze continuano a subire nell’accedere all’educazione. La mia Delegazione è convinta che TOKYO, 24. Giappone e Indonesia hanno lanciato un Forum marittimo bilaterale per la cooperazione e la sicurezza, rafforzando con l’aiuto nipponico infrastrutture portuali e potenziamento della guardia costiera indonesiane. Lo hanno concordato ieri il premier nipponico, Shinzo Abe, e il presidente indonesiano, Joko Widodo, in Giappone per una visita di Stato di quattro giorni. Le parti hanno convenuto pure sulla cooperazione bilaterale in missioni di pace e nello sviluppo di attrezzature per la difesa. I due leader Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale hanno inoltre concordato un’iniziativa congiunta su commercio e investimenti, con Tokyo che ha offerto 140 miliardi di yen (1,1 miliardi di euro) in prestiti a tasso agevolato per un sistema di trasporto rapido di massa a Giakarta. Il Forum marittimo è maturato nell’ambito del progetto indonesiano di fungere da collegamento tra gli oceani Pacifico e Indiano e dare priorità allo sviluppo di infrastrutture marittime, alla costruzione di porti in acque profonde e alle reti logistiche per sostenere trasporto via mare e turismo. Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, [email protected] [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 Arrestati duecento cristiani in Pakistan ISLAMABAD, 24. La polizia pakistana ha arrestato oggi circa duecento persone a Youhanabad, quartiere cristiano di Lahore, per il linciaggio di due persone avvenuto il 15 marzo scorso in seguito agli attentati talebani contro due chiese. Le forze dell’ordine — riferisce l’agenzia Asia News — non hanno reso noto dove hanno portato gli arrestati. Per il momento ai familiari è stata negata la possibilità di mettersi in contatto con i loro cari. La situazione nel quartiere è tesa e molte persone iniziano ad abbandonare la zona. Leader religiosi e attivisti politici hanno chiesto che le persone arrestate siano rilasciate. Il 15 marzo scorso due talebani si sono fatti esplodere all’ingresso di due chiese, causando la morte di 19 persone e il ferimento di oltre settanta. In risposta agli attentati la folla ha ucciso due persone, sospettate di essere coinvolte nelle esplosioni, ma poi rivelatesi estranee ai fatti. Impegno indiano per le minoranze religiose NEW DELHI, 24. L’India si impegna a proteggere le minoranze religiose nel Paese, in particolar modo i cristiani vittime di svariati attacchi. Questo il messaggio lanciato ieri dal ministro dell’Interno indiano, Rajnath Singh, nel corso di una funzione religiosa nel Punjab. «Nel momento in cui ci sarà un attacco a un tempio, a una moschea o a una chiesa — ha detto — allora prenderemo tutte le misure necessarie e in maniera decisa». Non bisogna «avere paura: le minoranze religiose fanno parte di questo Paese» ha aggiunto. Anche il capo del Governo indiano, Narendra Modi, ha più volte sottolineato nelle scorse settimane l’impegno del suo Esecutivo nel contrastare le violenze contro le minoranze religiose. Concessionaria di pubblicità Aziende promotrici della diffusione Il Sole 24 Ore S.p.A. System Comunicazione Pubblicitaria Ivan Ranza, direttore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 [email protected] Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Banca Carige Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLV n. 69 (46.907) Città del Vaticano giovedì 26 marzo 2015 . All’udienza generale Papa Francesco invita a pregare per tutte le famiglie Nuovo sequestro di massa nel nord-est nigeriano Dentro e fuori l’ovile La guerra di Boko Haram alle donne E ribadisce che garantire il lavoro è questione di giustizia Una speciale «sosta di preghiera» per la famiglia e per la vita: è stato questo il senso dell’udienza generale di mercoledì 25 marzo, solennità dell’Annunciazione. Ai fedeli presenti in piazza San Pietro il Papa ha rivolto l’invito a recitare un’Ave Maria e la preghiera alla Santa famiglia composta per il Sinodo dei vescovi, ricordando che la Chiesa «come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata»; neppure — ha rimarcato — «quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa». Nel richiamare la ricorrenza del ventennale dell’Evangelium vitae di Giovanni Paolo II il Pontefice ha sottolineato che «la coppia umana è stata benedetta da Dio fin dal principio per formare una comunità di amore e di vita, a cui è affidata la missione della procreazione». Con il matrimonio, ha spiegato, «gli sposi cristiani si rendono disponibili a onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita». Da parte sua «la Chiesa si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia che ne nasce, come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte»; dunque «il legame tra Chiesa e famiglia è sacro ed inviolabile». Ecco la ragione dell’appello a «una preghiera piena di amore per la famiglia e per la vita, una preghiera che sa gioire con chi gioisce e soffrire con chi soffre». Da qui l’invito a rinnovare la preghiera per il Sinodo dei vescovi, rilanciando questo impegno fino al prossimo ottobre, quando avrà luogo l’assemblea. «Così, sostenuta e animata dalla grazia di Dio — ha assicurato il Papa — la Chiesa potrà essere ancora più impegnata, e ancora più unita, nella testimonianza della verità dell’amore di Dio e della sua misericordia per le famiglie del mondo, nessuna esclusa, sia dentro che fuori l’ovile». Successivamente, salutando un gruppo di lavoratori calabresi giunti da Vibo Valentia, il Pontefice ha espresso la sua «preoccupazione» per la grave situazione occupazionale. «Rivolgo — ha detto — un accorato appello, affinché non prevalga la logica del profitto, ma quella della solidarietà e della giustizia». Per Francesco «al centro di ogni questione, specialmente di quella lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignità: per questo avere lavoro è una questione di giustizia, ed è una ingiustizia non avere lavoro! Quando non si guadagna il pane, si perde la dignità!». E questo, ha aggiunto, «è il dramma del nostro tempo, specialmente per i giovani, i quali, senza il lavoro, non hanno prospettive per il futuro e possono diventare facile preda delle organizzazioni malavitose. Per favore, lottiamo per questo: la giustizia del lavoro». «Famiglia in cammino» ABUJA, 25. Centinaia di donne — insieme, sembra, con numerosi bambini — sono state sequestrate nelle ultime ore da Boko Haram nella località nigeriana di Damasak, al confine con il Niger. Sulla vicenda non ci sono dichiarazioni ufficiali del Governo di Abuja, ma questo ennesimo sequestro di massa da parte del gruppo jihadista sembra confermato da diverse testimonianze. Nelle scorse settimane, i miliziani di Boko Haram erano stati costretti a ritirarsi da Damasak dai contingenti di Niger e Ciad impegnati nella forza africana inviata contro di loro in Nigeria e alla quale forniscono truppe anche Benin e Camerun. Le truppe africane questa settimana avevano trovato i corpi di almeno settanta persone sotto un ponte che porta a Damasak, un luogo probabilmente usato per le esecuzioni di massa. Il colonnello Toumva Mohamed, comandante dei contingenti impegnati nella zona, aveva riferito denunce da parte dei residenti circa il rapimento appunto di donne e bambini. Particolari ulteriori su quanto avvenuto sono stati poi forniti ieri da testimoni citati dall’agenzia di stampa britannica Reuters. «Han- no preso 506 giovani donne e bambini e ne hanno uccisi cinquanta prima di abbandonare la città», ha raccontato Souleymane Ali, un commerciante del posto. Le donne si confermano dunque le principali vittime della guerra avviata da oltre cinque anni da Boko Haram nel nord-est della Nigeria. Nonostante le sconfitte militari subite nell’ultimo periodo a opera dei contingenti africani e dell’esercito nigeriano, il gruppo jihadista mostra di essere tuttora in grado di colpire con l’abituale ferocia sia con attacchi alle popolazioni civili sia con atti di terrorismo. Questa ferocia si è accanita nei giorni scorsi contro le donne anche a Bama, la città dello Stato nigeriano del Borno conquistata lo scorso settembre dal gruppo jihadista che vi aveva compiuto una delle sue stragi più efferate, uccidendo, secondo fonti concordi, duemila persone. Questa settimana, alla vigilia della battaglia che ha portato le forze governative a riconquistare la città, decine di donne costrette in questi mesi a matrimoni forzati con i miliziani di Boko Haram che le avevano sequestrate, sono state uccise prima della ritirata. PAGINA 8 La solidarietà e la vicinanza del Pontefice ai familiari delle vittime della sciagura aerea avvenuta in Francia Tragedia europea y(7HA3J1*QSSKKM( +\!z!%!$!.! PARIGI, 25. Sono ancora poche le certezze sulla dinamica del volo della Germanwings che si è schiantato ieri sulle Alpi francesi. Il bilancio è stato comunque confermato: 150 vittime, in quella che può essere considerata una tragedia europea coinvolgendo Germania, Francia e Spagna. Dolore e solidarietà alle famiglie delle vittime è stato espresso da Papa Francesco in un telegramma a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, inviato a monsignor Jean-Philippe Nault, vescovo di Digne. Il Papa — si legge nel testo — «si unisce al lutto delle famiglie, manifestando loro la sua vicinanza nel dolore». Il Pontefice inoltre «prega per il riposo delle persone decedute, affidandole alla misericordia di Dio affinché le accolga nella sua dimora di pace e di luce». Papa Francesco «esprime la sua profonda vicinanza non solo a tutti coloro che sono colpiti da questo dramma, ma anche ai soccorritori che intervengono in condizioni difficili». Profondo dolore è stato espres- so anche dal cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, dai vescovi spagnoli e da quelli francesi. È dunque ancora presto per avere risposte su quel che è veramente accaduto all’Airbus A320. Le operazioni di soccorso sono riprese, nonostante le difficoltà logistiche. Oggi sul luogo del disastro si recheranno il presidente francese, François Hollande, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente del Governo spagnolo, Mariano Rajoy. Al momento una delle scatole nere dell’aereo — quella con le voci dei piloti, ma anche i rumori, l'ambiente all’interno, il motore, gli allarmi che sono scattati — è stata recuperata. Purtroppo è danneggiata, ma il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, si è detto fiducioso, sostenendo che «può comunque fornire informazioni utili». Sulle cause della sciagura, Cazeneuve ha ripetuto che tutte le ipotesi restano aperte, anche se la pista del terrorismo è la meno probabile. La seconda scatola nera, quella che contiene i dati del volo, potrebbe fornire elementi fondamentali per ricostruire la dinamica dell’incidente. «In questo momento la nostra priorità è mettere in sicurezza la zona e trovare la seconda scatola nera» ha detto Xavier Roy, il coordinatore dei soccorsi al campo volo di Seyne-Les-Alpes. «Si tratta di un lavoro complesso — ha aggiunto — perché la zona è impervia, si scivola, ed è rischioso per gli stessi soccorritori; i medici legali sono sul posto, ma il recupero dei corpi delle vittime potrebbe non iniziare subito». Roy ha poi precisato che «stiamo mettendo in sicurezza la zona dell’incidente e gli esperti sono alla ricerca degli indizi». L’Airbus A320 viaggiava a un’altitudine di 11.500 Contemplativi ma pronti all’azione Vite impegnate L’omaggio agli studenti tedeschi morti nella sciagura (Afp) JORGE MARIO BERGO GLIO A PAGINA 4 metri: la picchiata è durata otto interminabili minuti. Nessun allarme è stato lanciato dai piloti. Secondo la Lufthansa, l’aereo caduto sarebbe stato diverse ore fermo pochi giorni fa a Dusseldorf per un problema tecnico. Si trattava di un problema al portello anteriore del carrello. «Un problema completamente superato — ha sostenuto il portavoce della Lufthansa — al punto che l’aereo ha potuto riprendere di nuovo il servizio regolare». Ma per chi era a bordo (144 passeggeri e sei membri dell’equipaggio) non c’è stato scampo. Tra i passeggeri viaggiava anche una classe di venti studenti tedeschi tra i 15 e i 16 anni, di ritorno dalla Spagna, dove avevano partecipato a uno scambio culturale. Giovani nigeriane in un campo per rifugiati (Ap) Nessun ridimensionamento della presenza militare statunitense nel 2015 Ancora in Afghanistan WASHINGTON, 25. Ancora un anno. Almeno un anno. È la flessibilità accordata agli Stati Uniti, su richiesta del presidente afghano, Ashraf Ghani, rinviando di fatto — o almeno rallentando — il processo di ritiro dal Paese. Lo ha annunciato ufficialmente oggi il presidente Barack Obama, ricevendo Ghani per la prima volta a Washington. Il capo della Casa Bianca ha confermato che i quasi diecimila militari presenti in Afghanistan vi resteranno per tutto il 2015. Una certa flessibilità sulla tabella di marcia, ha detto, si è resa necessaria per permettere che vere riforme vengano attuate nel Paese. Un periodo che permetterà alle «forze afghane di riuscire», come chiesto da Ghani, da sei mesi alla guida del Paese, che oggi a Washington ha ringraziato i «contribuenti americani». Ma anche come suggerito dai vertici militari statunitensi. «L’Afghanistan resta un posto molto pericoloso» ha spiegato Obama, che ha anche ribadito di volere «fare tutto il possibile per aiutare le forze afghane ed è per questo che vale la pena restare ancora». Il piano originale era di ridurre le truppe americane in Afghanistan fino a 5.500 unità, quasi la metà di quelle presenti attualmente. Le difficoltà sul terreno però hanno da settimane alzato il livello di attenzione, mentre da tempo trapelano indiscrezioni sulla convinzione di esperti e militari che andare via, o ridurre come previsto, aggraverebbe la situazione. Le forze afghane sono infatti provate da un rinvigorirsi dei combattimenti, oltre a dovere fronteggiare una delle conseguenze dell’affermarsi del cosiddetto Stato islamico che in Afghanistan cerca terreno fertile per reclutare militanti. Per tutto il 2015 quindi non ci sarà nes- sun ridimensionamento delle truppe americane, poi l’entità della presenza militare in Afghanistan per il 2016 verrà comunicata alla fine dell’anno. Obama si è detto tuttavia determinato a completare l’operazione di ritiro entro il 2017, ribadendo che resta immutata la transizione verso un ruolo di non combattimento. Sul terreno, intanto, un raid aereo effettuato da un drone statunitense nell’Afghanistan nord-orientale ha decimato i vertici di una delle fazioni di talebani pakistani che stavano partecipando a un summit. Le vittime sono almeno undici tra cui sette capi locali. Lo riferiscono stamani fonti dell’intelligence di Islamabad. Teatro del raid un villaggio nella provincia di Kunar al confine con la turbolenta regione pakistana di Peshawar. Quasi nella stessa area ieri mattina un altro drone aveva ucciso nove talebani pakistani. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 giovedì 26 marzo 2015 Federica Mogherini all’Avana (Epa) Progressi nel negoziato con Bruxelles ma in Grecia scarseggiano i generi di prima necessità Riforme e povertà Senza nuovi interventi il Governo ellenico resterà privo di fondi entro il 20 aprile ATENE, 25. Il negoziato sugli aiuti alla Grecia ha «ripreso a scorrere»: lo assicura il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il quale avverte però che molti dettagli della soluzione finale vanno ancora precisati. Insomma, dopo l’incontro a Berlino tra il premier ellenico, Alexis Tsipras, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, le cose sembrano andare nella giusta direzione, anche se molto resta ancora da fare. «Mi auguro — ha detto Dijsselbloem — che il negoziato sia servito a migliorare le relazioni tra Germania e Grecia, almeno un po’». Dijsselbloem è il ministro delle Finanze olandese e nell’ambito della trattativa con Atene ha sempre portato avanti posizioni molto nette sulla necessità dell’austerità e del rispetto dei patti comunitari. Dijsselbloem ha invitato ieri l’Esecutivo di Tsipras a fornire in fretta ulteriori dettagli sulla lista di riforme che dovrà essere vagliata dall’Eurogruppo, in modo che «possiamo mostrare il semaforo verde». Non appena avremo un accordo definitivo — ha spiegato — «potremo fornire gli aiuti di emergenza». Il piano di riforme greco è atteso per lunedì prossimo. Se dunque nel negoziato tra Atene e Bruxelles sulle condizioni di risanamento dell’economia ellenica le cose sembrano aver preso una piega giusta, molto diversa è la situazione dell’economia reale. Dopo sei anni di crisi economica e recessione, un greco su tre si trova oggi a vivere in povertà e ad avere debiti, mentre il reddito disponibile per ogni nucleo familiare è precipitato al di sotto della soglia di povertà. La verità — dicono gli analisti — è che senza un nuovo intervento dei suoi creditori, il Governo greco resterà senza fondi entro il 20 aprile. E intanto nel Paese mancano i generi di prima necessità. «Se ad Atene — riferisco i media greci — ci sono ancora generi alimentari sugli scaffali dei supermercati, questo dipende solo dalla buona amministrazione Missione europea il 30 marzo a Kiev KIEV, 25. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e l’alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogherini, effettueranno una visita in Ucraina il 30 marzo. Lo ha reso noto oggi il portavoce del ministero degli Esteri ucraino. In agenda, tra l’altro, i rapporti bilaterali tra Kiev e Bruxelles e l’attuazione degli accordi di Minsk. Intanto, il magnate Igor Kolomoiski, governatore della regione orientale di Dnipropetrovsk, si è dimesso oggi al termine di un braccio di ferro con il presidente ucraino, Petro Poroshenko, sullo sfondo di una lotta di equilibrio di poteri tra Kiev e le sue regioni. Al suo posto è stato nominato come facente funzioni Valentyn Reznichenko. Le dimissioni sono arrivate dopo un ultimatum di Poroshenko in seguito a un blitz di uomini armati di Kolomoiski in una società energetica contesa con Kiev. E, infine, ieri la Camera dei rappresentanti americana ha votato con 348 voti favorevoli e 48 contrari una mozione in cui si sollecita l’Amministrazione Obama a dare il via libera all’invio di armi all’Ucraina per consentire al Paese «di difendere la sua sovranità dall’aggressione ingiustificata e continua della Russia». Nei giorni scorsi, la Casa Bianca ha annunciato assistenza militare non letale a Kiev per 75 milioni di dollari. L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Città del Vaticano [email protected] www.osservatoreromano.va dei responsabili dei supermercati stessi». Le farmacie, invece, sono già a corto di medicinali di base. In particolare — dicono sempre le stesse fonti — scarseggiano gli antidolorifici e i farmaci antinfiammatori. E iniziano anche a mancare gli antibiotici, l’insulina e i vaccini. Secondo il capo dell’Associazione dei farmacisti, Konstantinos Lourandos, i produttori stanno iniziando a diffidare dei grossisti che preferiscono fare affari rivendendo i carichi di medicinali in altri Paesi a prezzi maggiorati piuttosto che rifornire il mercato greco. E questo comportamento ovviamente blocca l’intero circuito della distribuzione. «Alcune società — ha detto Lourandos — ci costringono ad acquistare altri medicinali insieme a quelli di cui abbiamo bisogno altrimenti non accettano le nostre ordinazioni». Vi sono molte carenze di medicine — ha spiegato un farmacista ateniese citato dalla stampa internazionale — «ho bisogno di 70-80 unità di anticoagulanti ogni mese e di rado ne vedo più di 30». Una donna tiene tra le mani la bandiera greca durante le manifestazioni per il giorno dell’indipendenza celebrato ieri 24 marzo (Epa) Nel dialogo tra Cuba e l’Ue Cresce la collaborazione L’AVANA, 25. L’Unione europea vuole diventare protagonista del processo di trasformazione della società e della politica cubana. Bruxelles e L’Avana hanno dunque concordato di «accelerare» il ritmo delle trattative bilaterali. Questi i punti nodali del messaggio lanciato ieri dall’alto rappresentante Ue per la Politica estera e Caccia svedesi intercettano quattro aerei militari russi Tensione nei cieli del Mar Baltico STO CCOLMA, 25. Quattro aerei militari russi con il transponder spento — quindi invisibili ai radar civili — sono stati intercettati nello spazio aereo internazionale dall’aeronautica militare di Stoccolma. Si tratta di due bombardieri TU-22M e due caccia Su-27 rintracciati al largo dell’isola di Gotland, nel Mar Baltico. Secondo quanto riferito dalle forze armate, caccia Gripen dell’aeronautica militare svedese sono decollati immediatamente per raggiungere il luogo dell’avvistamento. Il ministro degli Esteri svedese, Margot Wallström, ha definito una «provocazione la scelta di mantenere i transponder spenti», un comportamento «pericoloso per il traffico aereo civile». Per il ministro della Difesa, Peter Hultqvist, si tratta di un gesto «inappropriato». «È la prima volta da anni che abbiamo individuato così precisamente questo tipo di aerei sul Mar Baltico, ha dichiarato il ministro. Quello di ieri appare, secondo gli osservatori, come l’ennesimo episodio di «aumento dell’attività» delle forze armate russe nella regione scandinava. Gli aerei sono stati visti compiere un primo sorvolo sulle coste del Baltico, poi hanno virato a Sud sul Gotland per dirigersi infine verso il Golfo di Finlandia. L’anno scorso è stato caratterizzato proprio da una serie di episodi di questo tipo che, in settembre, hanno visto come protagonisti due caccia bombardieri russi Su-24. Il mese successivo si è invece scatenata la caccia al sottomarino fantasma che in apparenza è entrato e si è trattenuto per almeno una settimana nelle acque territoriali svedesi dell’arcipelago di Stoccolma. Proprio all’inizio di questo mese la Svezia ha deciso di aumentare le spese per la Difesa. Tensione si è avuta inoltre anche tra Russia e la vicina Danimarca, fino alla recentis- Confini più sicuri tra Honduras e Guatemala Un jet russo Sukhoi Su-25 (Reuters) Pakistan e Qatar rafforzano le relazioni ISLAMABAD, 25. Pakistan e Qatar alleati nell’energia, nel commercio e nella difesa. È il risultato della due giorni dell’emiro Sheikh Tamim Bin Hamad Al Thani che in Pakistan ha incontrato le autorità del Paese esprimendo la volontà di espandere l’interscambio commerciale ma anche di aumentare la fornitura energetica. Proprio questa settimana arriverà in Pakistan la prima consegna di gas naturale liquefatto che dovrebbe servire a colmare il forte deficit energetico del Paese. Non GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino vicedirettore Piero Di Domenicantonio Gaetano Vallini L’Onu sollecita aiuti per le vittime del ciclone Pam solo, secondo il ministro del Petrolio pakistano, Shahid Khaqan Abbasi, attraverso l’utilizzo di gas naturale liquefatto — che consente a prezzi competitivi lo stoccaggio e il trasporto di notevoli quantità di energia — i costi saranno ridotti del 40 per cento. L’emiro Al Thani incontrerà nel corso della sua visita il premier pakistano, Nawaz Sharif, per discutere della cooperazione bilaterale anche nei settori della difesa e degli investimenti. In Qatar vivono oltre centomila pakistani. Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] caporedattore segretario di redazione sima messa in guardia da parte di Mosca a non allinearsi al sistema di difesa missilistica della Nato. Attualmente inoltre nell’area si stanno svolgendo esercitazioni militari congiunte cui partecipano, oltre ad aerei svedesi e finlandesi, forze Nato e degli Stati Uniti. di sicurezza comune, Federica Mogherini, al termine di una visita all’Avana conclusasi in serata con un colloquio con il presidente Raúl Castro. L’Ue e Cuba potrebbero quindi sottoscrivere presto un «accordo di dialogo politico e di cooperazione». La firma potrebbe avvenire «entro la fine dell’anno» ha sottolineato Mogherini in un incontro con la stampa, precisando che la frequenza dei colloqui bilaterali è destinata ad aumentare. Sul tavolo non ci sono soltanto questioni politiche, ma anche economiche. L’Avana — come ha spiegato anche il ministro dell’Economia Marino Murillo Jorge — ambisce a realizzare una serie di riforme interne che permettano una graduale apertura agli investitori esteri e alle privatizzazioni, puntando soprattutto al sostegno alle piccole e medie imprese. Nell’incontro con il presidente Castro sono state affrontate «tutte le tematiche relative ai negoziati tra Bruxelles e L’Avana» avviati nell’aprile dell’anno scorso, inclusa la situazione relativa al rispetto dei diritti umani, che — ha precisato l’Alta rappresentante europea — «è stata esaminata da entrambe le parti». È stato inoltre affrontato il tema del disgelo con gli Stati Uniti e la possibile fine dell’embargo: ogni anno all’Onu l’Ue vota contro il blocco imposto sull’isola. Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va GINEVRA, 25. Le Nazioni Unite hanno lanciato ieri un appello per una raccolta di fondi pari a 29,9 milioni di dollari, per aiuti alle vittime del ciclone tropicale Pam che lo scorso 12 marzo ha colpito l’arcipelago di Vanuatu, con raffiche di vento che hanno raggiunto i trecento chilometri all’ora. «L’appello riguarda l’assistenza a 166.000 persone, più della metà della popolazione del Paese», ha sottolineato Jens Laerke, portavoce dell’ufficio Onu per gli Affari umanitari (Ocha). Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale La priorità è attualmente fornire aiuti salvavita — cibo, acqua, assistenza sanitaria e un riparo — alle persone nelle zone colpite, ma anche aiutarle a recuperare i loro mezzi di sussistenza e ristabilire servizi di base come l’istruzione. Il ciclone Pam è stato il primo di categoria cinque ad abbattersi sull’emisfero australe dall’inizio dell’anno. I danni sono stati ingentissimi: moltissime case e scuole distrutte, servizi sanitari in ginocchio e un’emergenza umanitaria che resta gravissima. Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, [email protected] [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 CITTÀ DEL GUATEMALA, 25. Confini più sicuri in Sud America. I Governi di Guatemala e Honduras hanno inaugurato ieri l’attività di una forza di polizia congiunta per proteggere il confine terrestre comune, che si estende per 256 chilometri, dal traffico di droga, di esseri umani, di armi e contrabbando. Il programma di sicurezza, che mobiliterà per ciascun Paese venti unità specializzate composte da duecento membri della polizia civile nazionale e 100 dell’esercito, è stato formalmente inaugurato al confine, nel dipartimento di Copán, in Honduras. I presidenti dei due Stati centroamericani, il guatemalteco Otto Pérez Molina e l’honduregno Juan Orlando Hernández, hanno firmato un memorandum di intenti che formalizza l’avvio delle operazioni della cosiddetta Fuerza de Tarea Maya-Chortí, task force che prende il nome dall’etnia nativa patrimonio comune. Con Pérez — ha dichiarato ieri il presidente Hernández — «abbiamo deciso di continuare a lottare per favorire la pace e realizzare il sogno di una maggiore integrazione economica che permetta la libera circolazione delle persone in un ambiente sicuro». Concessionaria di pubblicità Aziende promotrici della diffusione Il Sole 24 Ore S.p.A. System Comunicazione Pubblicitaria Ivan Ranza, direttore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 [email protected] Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Banca Carige Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 26 marzo 2015 pagina 3 Militare delle forze libiche fedeli a Tobruk in azione a Bengasi (Ansa) In fuga il presidente Hadi I ribelli sciiti huthi avanzano verso Aden SAN’A, 25. Il presidente yemenita, Abd Rabbo Mansour Hadi, è fuggito oggi dal palazzo presidenziale di Aden, la città del sud dove si era rifugiato, per recarsi a Gibuti sull’altra sponda dello stretto di Bab El Mandeb. Lo riferisce la televisione dei ribelli huthi, che stanno avanzando proprio verso Aden. La televisione ha aggiunto che le milizie sciite hanno catturato il ministro della Difesa di Hadi. Gli sciiti hanno preso ieri il controllo della base militare di Al Anad, la più importante nel sud del Paese. Secondo fonti militari, i miliziani hanno fatto irruzione nella base e ora controllano tutte le entrate. Al Anad non è lontana da Aden, la città dove da alcune settimane si trovava il presidente Hadi, fuggito dopo essere evaso dagli arresti domiciliari a San’a ai quali i ribelli huthi lo avevano relegato. La base conquistata dalle milizie sciite era stata abbandonata solo pochi giorni fa da circa cento uomini delle forze speciali americane che hanno lasciato lo Yemen a causa del deteriorarsi della sicurezza. Secondo fonti citate dalla Cnn, si trattava degli ultimi militari statunitensi schierati nel Paese arabo, dopo una lunga e spesso difficile collaborazione con le forze locali contro i terroristi di Al Qaeda nella penisola arabica. Nel frattempo, si accelerano i tempi dell’intervento di una coalizione di «Paesi volenterosi» sunniti del Golfo persico nello Yemen. Un significativo contingente di truppe, blindati, e artiglieria saudita si è schierato lungo il confine tra Arabia Saudita e Yemen in quella che, secondo fonti statunitensi, potrebbe essere usata sia in chiave difensiva che offensiva. Strappate all’Is altre località irachene In Marocco le delegazioni rivali discutono sulla guida del futuro Governo di unità nazionale Cruciale dialogo sulla Libia RABAT, 25. L’inviato dell’Onu per la Libia, Bernardino León, ritorna oggi a Rabat, dopo un breve viaggio a Tobruk e a Tripoli, per riprendere a guidare il dialogo tra i due Governi rivali libici. Secondo quanto ha rivelato una fonte delle Nazioni Unite all’emittente televisiva Al Jazeera, nel corso della giornata León discuterà con le due delegazioni del nome del premier del futuro Governo di unità nazionale. Le due delegazioni avrebbero già accolto positivamente le proposte avanzate dai mediatori dell’Onu per accelerare il dialogo in corso. Il dialogo va dunque avanti. Le parti — secondo fonti di stampa — si stanno anche confrontando sull'abbozzo di una possibile futura struttura costituzionale della Libia. E tuttavia non mancano incertezze: ieri Aqila Saleh, presidente del Parlamento di Tobruk e leader politico della fazione riconosciuta dalla comunità internazionale, si è rifiutato di ricevere l’inviato speciale delle Nazioni Unite di passaggio in Cirenaica per esporre proposte sull’accordo con Tripoli. A ricevere León sono stati infatti solo il vicepresidente del Parlamento e il ministro degli Esteri, ulteriore segno di scontento manifestato nelle ultime settimane da Tobruk per l’andamento dei negoziati con la fazione filo-islamica di Tripoli. In effetti, stando al parere degli analisti, il Governo di Tobruk non accetta di essere messo sullo stesso piano dell'Esecutivo filo-islamista nelle trattative con la comunità internazionale. Intanto, sul terreno le violenze non conoscono tregua. I miliziani del sedicente Stato islamico hanno rivendicato oggi il doppio attentato che ieri pomeriggio ha colpito due quartieri di Bengasi, nell’est della Libia, provocando la morte di almeno cinque persone e il ferimento di decine di altre. Gli attacchi – secondo i media – sarebbero stati condotti da due attentatori suicidi nei quartieri di al Lithi e al Masakin. A Bengasi, dove già era nota la presenza di uomini legati allo Stato islamico, sono in corso da mesi duri scontri tra le milizie islamiche e le forze del generale Khalifa Haftar, espressione del Governo di Tobruk. Soddisfazione internazionale per l’intesa sul Nilo KHARTOUM, 25. Ha suscitato soddisfazione in diversi soggetti internazionali, africani e non, l’intesa preliminare raggiunta due giorni fa a Khartoum da Egitto, Sudan ed Etiopia riguardo al funzionamento della diga del Rinascimento, l’impianto in costruzione sul Nilo Azzurro in territorio etiopico e che finora aveva provocato forti tensioni soprattutto tra i Governi del Cairo e di Addis Abeba. Di «un processo che permetterà di migliorare le prospettive di prosperità e stabilità della regione» ha parlato in particolare il servizio diplomatico dell’Unione europea. In una nota si ricorda la posizione europea da sempre favorevole a «un accordo equo che consenta alle acque del Nilo di essere utilizzate per lo sviluppo di tutti» e si garantisce «sostegno nella fase di attuazione» dell’intesa firmata dai presidenti sudanese ed egiziano, Omar Hassan el Bashir e Abdel Fattah Al Sissi, e dal primo ministro dell’Etiopia, Hailemariam Desalegn. Secondo quest’ultimo, «l’Egitto e i Paesi del bacino del Nilo sono un’unica famiglia» e quello di lunedì scorso è un evento storico «che condurrà alla firma di un accordo definitivo». L’aggettivo storico in questo caso non appare eccessivo. Quello sulle acque del Nilo è infatti uno dei più antichi e irrisolti contenziosi al mondo. Le regole per il loro utilizzo, nonostante tutti i tentativi di revisione, sono tuttora quelle fissate dal trattato concluso nel 1929 tra Egitto e Gran Bretagna, a nome delle sue allora colonie, oggi Stati indipendenti. In base al trattato, i Paesi rivieraschi del maggiore fiume africano non possano in alcun modo incrementare l'utilizzo idrico di tali acque se ciò ne diminuisce la portata in Egitto, che ha diritto di veto su ogni progetto riguardante il fiume. Il trattato fu in parte rinego- Sono stati intanto liberati ieri sera due fratelli tunisini rapiti due giorni fa da un commando armato a Tripoli. I due tunisini sono stati rilasciati grazie all’intervento di capi tribù. Nel frattempo, la produzione di petrolio libico ha raggiunto quota di 490.000 barili al giorno, secondo quanto ha riportato ieri il quotidiano «Al Wasat», citando fonti locali. In questi giorni una quantità di greggio pari a 1,3 milioni di barili è stata esportata all’estero attraverso i porti di Hariga e Zueitina, nell’est della Libia. Le estrazioni del petrolio libico hanno subito un deciso calo dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi e il successivo caos dovuto al conflitto fra milizie per il controllo del Paese. Inoltre, la presenza di miliziani dello Stato islamico nelle città orientali di Sirte e Derna ha aumentato il rischio di attacchi contro gli impianti petroliferi. A oggi la quantità di greggio estratta dai giacimenti petroliferi libici è inferiore del 60 per cento rispetto agli oltre 1,6 milioni di barili al giorno del periodo precedente alle rivolte del 2011. L’Italia cancella una parte del debito tunisino TUNISI, 25. «Finalmente c’è stata la cancellazione di una parte del debito della Tunisia con l’Italia, per un importo di 25 milioni di euro». Lo ha annunciato ieri il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, nel corso della sua visita a Tunisi. Nei suoi incontri nella capitale tunisina, il ministro ha espresso la solidarietà italiana per un Paese che la scorsa settimana si è confrontato con un grave attentato terroristico che ha causato 21 vittime. Una visita — la prima di un ministro degli Esteri occidentale dopo la strage — dal grande valore simbolico, visto che l’Italia, «con quattro vittime, ha Il Burkina Faso prepara la riforma della giustizia I tre presidenti di Egitto, Sudan ed Etiopia (Ap) ziato nel 1959, poco prima dell’inizio dei lavori per la grande diga di Assuan, da Egitto e Sudan ormai indipendenti, dando ai due Stati rispettivamente 55,5 e 18,5 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno, cioè circa il 90 per cento del totale. Ma tutti gli altri Paesi del bacino non parteciparono alla nuova spartizione e da allora continuano a chiedere — in particolare Tanzania e appunto Etiopia — di poter riaprire la partita negoziale per stabilire quote più eque di utilizzo delle acque. Per tutto il Novecento, la posizione egiziana è stata assolutamente ri- gida nel rivendicare l’ultima parola su tutto quanto concerne il Nilo. Nel giugno del 1980 si arrivò a un passo dalla guerra tra Egitto ed Etiopia, che si opponeva alla decisione del Cairo di far confluire parte delle acque del grande fiume verso il deserto del Sinai. All’inizio di questo secolo, invece, il Governo del Cairo ha più volte partecipato a tavoli negoziali. Ciò nonostante, sul punto cruciale, cioè il suo diritto di veto, non ha mai fatto passi indietro e non ha mai nascosto di essere pronto a usare la forza. OUAGAD OUGOU, 25. Si stanno tenendo da ieri gli Stati generali della giustizia attraverso i quali il Governo transitorio del Burkina Faso vuole avviare la riforma del settore. I circa duemila delegati dell’assemblea, che si concluderà sabato, dovranno redigere un Patto nazionale per il rinnovamento della giustizia, che tenga al centro l’indipendenza della magistratura. L’iniziativa era stata annunciata dal presidente ad interim, Michel Kafando, a dicembre, due mesi dopo la fuga del presidente Blaise Compaoré, travolto dalle proteste popolari. Negli ultimi giorni, inoltre, il Governo di Ouagadougou ha richiamato dieci ambasciatori considerati vicino al presidente deposto e accusati di «attivismo politico debordante». condiviso con la Tunisia la condizione di Paese colpito dal terrorismo», come ha precisato Gentiloni. «L’Italia, insieme alla Francia e all’Unione europea, prenderà iniziative nelle prossime settimane per consentire un impegno di investimenti, anche nell’ambito del Piano Juncker, per progetti che interessino la Tunisia», ha spiegato il titolare della Farnesina nei suoi colloqui con il presidente Beji Caïd Essebsi e con il ministro degli Esteri Taïeb Baccouche, ma anche con il leader del partito islamico Ennahdha, Rachid Ghannouchi. BAGHDAD, 25. Altre zone dell’Iraq occupate nei mesi scorsi dal cosiddetto Stato islamico (Is) sono tornate nelle ultime ore sotto il controllo delle forze governative. In particolare, l’esercito ha liberato l’area di Albu Shiha, al centro del distretto di Saqlawiyah, sette chilometri a est di Falluja, bloccando le vie d’accesso alla città ancora in mano alle milizie jihadiste, peraltro tuttora attive sui fronti della stessa Falluja e di Ramadi. Nel darne notizia, fonti militari citate dalle agenzie di stampa internazionali sottolineano che accanto alle truppe governative operano volontari delle comunità locali sunnite, cioè della confessione islamica alla quale l’Is pretenderebbe di appartenere, nonostante l’inequivocabile condanna più volte espressa da tutte le autorità religiose. Così come milizie sunnite e sciite — per decenni avversarie in Iraq e non solo — sono impegnate fianco a fianco nelle operazioni contro l’Is a Tikrit, dove l’esercito, dopo aver stretto d’assedio la città, temporeggia prima di sferrare un ultimo attacco contro le residue sacche di resistenza jihadista. Nella lotta all’Is si rafforza anche la collaborazione tra il Governo iracheno e quello iraniano, che secondo fonti del Pentagono citate dal quotidiano statunitense «The Wall Street Journal» coinvolge sempre più Washington, sia pure in forma non ufficiale. Secondo il quotidiano, infatti, il Pentagono avrebbe cominciato a inviare alle autorità di Teheran immagini aeree di Tikrit, realizzate dai servizi di intelligence statunitensi e utili per aiutare le milizie sciite impegnate nell’offensiva. Dalla Siria, intanto, organizzazioni dell’opposizione al Governo del presidente Bashar Al Assad segnalano che l’Is ha reclutato negli ultimi mesi almeno quattrocento bambini. Sempre sui fronti siriani, si segnalano bombardamenti a opera dei ribelli del Fronte Al Nusra, un gruppo islamista spesso entrato in contrasto con l’Is, contro postazioni governative a Idlib, la città nordoccidentale dove vivono un milione di civili, tra residenti e profughi. L’aviazione di Damasco sta rispondendo con massicci raid aerei sulle roccaforti dei ribelli. Per il momento non vengono segnalate operazioni di terra, ma un’imminente offensiva, alla quale sembrano intenzionate a partecipare altre formazioni islamiste come Ahrar Al Sham, è stata annunciata ieri dal Fronte Al Nusra. Ogni giorno ucciso o mutilato un bambino centroafricano Strazio quotidiano BANGUI, 25. Ogni giorno viene ucciso o mutilato un bambino nella Repubblica Centroafricana, precipitata da due anni in un conflitto civile del quale non s’intravede la fine, nonostante la transizione avviata da tempo con il sostegno internazionale. È questo il dato forse più drammatico del rapporto che l’organizzazione umanitaria Oxfam ha pubblicato ieri, nel secondo anniversario del colpo di Stato con il quale gli ex ribelli della Seleka, all’epoca parte di un Governo di unità nazionale, rovesciarono il presidente François Bozizé. Oxfam — che ha lanciato insieme con l’Unione europea la campagna You Save Lives per riportare l’attenzione sugli oltre cinquantuno milioni di profughi di guerra presenti oggi nel mondo — riguardo alla Repubblica Centroafricana registra «un quadro umanitario drammatico: tra ripetute ed estese violazioni dei diritti umani, omicidi, distruzione di proprietà, la perdita dei mezzi basilari di sussistenza per le famiglie». Due milioni e settecentomila centroafricani, ben oltre la metà dei quattro milioni e seicentomila abitanti del Paese, hanno hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. I profughi, tra rifugiati all’estero e soprattutto sfollati interni, costituiscono un quinto della popolazione. Quattro su cinque di loro sono donne e bambini, esposti a quotidiane violenze. Più in generale, sempre secondo il rapporto di Oxfam, il 90 per cento degli abitanti del Paese riescono a stento a sopravvivere con un solo scarso pasto al giorno. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 giovedì 26 marzo 2015 Marc Chagall, «Resurrezione in riva al fiume» (1947, particolare) Contemplativi ma pronti all’azione Vite impegnate di JORGE MARIO BERGO GLIO roponendo le sue riflessioni sulla preghiera pastorale, Víctor Manuel Fernández è consapevole di trovarsi di fronte a una sfida: aiutare a tener vivo e ad accrescere il fervore dell’evangelizzazione. Egli sa che «c’è un modo disamorato di vivere la missione, che non ci rende felici», e conosce l’amara, profetica affermazione di Paolo VI nell’enciclica Evangelii nuntiandi (1975): «Di tali ostacoli [all’evangelizzazione], che sono anche dei nostri tempi, ci limiteremo a segnalare la mancanza di ferContemplativi nell’azione attivi vore, tanto più granella comtemplazione (Cinisello ve perché nasce dal Balsamo, Edizioni San Paolo, di dentro. Questa 2014, pagine 221, euro 16) è il mancanza di fervotitolo del libro di Víctor re si manifesta nelManuel Fernández, oggi la fatica e nella diarcivescovo rettore della sillusione, nell’adePontificia università cattolica guamento all’amargentina. Pubblichiamo la biente e nella neprefazione del cardinale gligenza, e sopratarcivescovo di Buenos Aires tutto nella mandatata 1° maggio 2006 e canza di gioia e di l’introduzione dell’autore. speranza» (n. 80). Egli sa che ogni annuncio di Gesù Cristo presuppone fervore e coraggio apostolico: parresia. Questa parresia evangelica nasce esclusivamente dalla contemplazione del mistero di Cristo, che realizza l’unità tra contemplazione e azione. È in questa direzione che l’autore ci conduce con le sue considerazioni. Si tratta di quel cammino che i santi hanno chiamato “familiarità” con Dio, sia nella contemplazione di Gesù Cristo sia nell’azione apostolica, ambedue unite e inseparabili, frutto di una vocazione che diventa anche missione. Questa familiarità unifica l’orazione e l’azione, ma senza confonderle, partecipando al mistero del Verbo incarnato: indivise et inconfuse. Descrivendo questa familiarità, santa Teresa parla di Gesù come del «fedele amico al nostro fianco» e ci esorta ad aprirci all’amore di Cristo, «poiché se il Signore ci facesse una volta la grazia di imprimerci quest’amore nel cuore, tutto ci diventerebbe facile, e potremmo in brevissimo tempo operare senza difficoltà alcuna» (Vita, capitolo 22). Una familiarità che è già presente nel mandato missionario e nella promessa del Signore: «Andate e fate discepoli tutti i popoli. Io sarò con voi sempre» (cfr. Matteo, 28, 16-20). Il coraggio di evangelizzare — parresia — è un’attitudine, una virtù che possiamo definire bidirezionale: vale sia per l’azione apostolica sia per la preghiera e la contemplazione. Questo secondo aspetto si manifesta nell’intercessione. Gli esempi di Abramo che intercede per Sodoma e di Mosè che chiede grazia per il suo popolo «di dura cervice» sono un modello di questo coraggio apostolico nel cuore stesso della preghiera. Gli autori spirituali, che con molta frequenza adottano la formula “contemplativo nell’azione”, non sempre hanno tenuto in conto quest’aspetto di “intercessione”, che porta a essere “attivo nella contemplazione”. Ambedue le due dimensioni, tra loro inseparabili, sono espressione della familiarità con Dio, della contemplazione del mistero di Cristo che prorompe nell’annuncio e della contemplazione del mistero dell’uomo che si esplicita nell’intercessione. Il libro che abbiamo tra mano vuole guidarci su questo cammino: divenire donne e uomini contemplativi nell’azione e attivi nella contemplazione; essere cristiani che vivono in una permanente familiarità con Dio; incarnare nelle nostre vite la supplica della Chiesa, secondo la paterna esortazione di Paolo VI: «Conserviamo dunque il fervore dello spirito. Conserviamo la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime. Sia questo per noi (...) uno slancio interiore che nessuno, né alcuna cosa potrà spegnere. Sia questa la grande gioia delle nostre vite impegnate. Possa il mondo del nostro tempo — che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza — ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradia il fervore di quanti hanno ricevuto, dapprima in loro stessi, la gioia del Cristo» (Evangelii nuntiandi, n. 80). P Il libro Pregare e non solo di VÍCTOR MANUEL FERNÁNDEZ Questa è la nuova sfida che i credenti sono oggi chiamati ad affrontare: mantenere e accrescere il fervore dell’evangelizzazione, la volontà di servire, l’anelito a migliorare questo mondo. Impresa non facile, poiché numerose attrattive dell’epoca attuale e vari meccanismi inconsci giocano in senso contrario. Infatti, molte persone vorrebbero vivere una profonda esperienza spirituale, ma non hanno l’entusiasmo di offrire a Dio la fatica richiesta da un impegno costante. Tengono molto ai loro spazi privati e all’autonomia personale, per poter soddisfare i propri bisogni di piacere, affetti, distrazioni, ecc. Siamo sinceri: tutto questo, nel tessuto delle nostre aspirazioni interiori, riesce facilmente a prevalere sul sogno di dedicarsi a una missione in questo mondo. Si produce così una frattura nell’unità interiore, collegata a un processo culturale che più avanti analizzeremo. Diventa allora urgente trovare una sintesi adeguata tra l’intimità personale e la propria missione, tra la propria identità e il compito che si è chiamati a svolgere. Uno sviluppo importante riguardo a questo problema è stato da me già affrontato in due lavori precedenti, da dove riprendo alcune conclusioni, arric- chendole con apporti più pratici ed esistenziali. Tutto è orientato all’incremento di un metodo di preghiera eminentemente “pastorale”, in grado di favorire l’intreccio profondo tra la spiritualità e le opere nelle quali siamo impegnati. Si è detto molto sulla necessità di pregare nel mezzo dell’attività. Non manca chi afferma che la sua preghiera consiste nel suo lavoro, per il quale ritiene di non avere bisogno di spazi di raccoglimento. Forse può trattarsi solo di una scusa per non dedicare del tempo alla preghiera personale e per restare nella superficialità; ma va anche detto che quasi mai si spiega in modo chiaro e concreto come si esercita nella pratica questa preghiera nel cuore delle occupazioni. Mi riferisco tanto agli impegni pastorali di un sacerdote, quanto ai vari ministeri laicali nella Chiesa, però senza escludere alcuna attività professionale nel mondo, poiché per un cristiano tutti i suoi impegni dovrebbero essere altrettanto “evangelizzatori” e pastorali. Più volte è stato ripetuto che la preghiera deve essere l’alimento dell’attivi- tà quotidiana; si è però mancato di mo- tuale. A tale scopo si propone l’acquisistrare in concreto come sia proprio zione di alcuni atteggiamenti interiori l’esercizio della preghiera personale a riguardo alle persone e alle attività. influire con efficacia sull’azione e ad as- Occorre riconoscere la presenza di Dio sicurarle profondità. Non mancano per- nel lavoro e scoprire la ricchezza mistisone pie, fedeli alla preghiera personale ca dell’impegno apostolico o professioe assidue frequentatrici di ritiri o eserci- nale. Si deve apprendere a “pregare” zi spirituali, che tuttavia vivono l’apo- nel mezzo di un’attività o incontrando stolato e l’impegno a favore degli altri altre persone. La terza parte, totalmente dedicata quasi come un peso inevitabile o l’adempimento di un dovere poco gra- alla preghiera personale privata, indica tificante. Non riescono a “incarnare” la loro spiritualità. L’ideale è quello di vivere Manca “Spirito” alla loro attività e manca con profondità tutti gli impegni “carne” alla loro spiriche si presentano quotidianamente tualità. Non c’è altro modo per essere felici E tuttavia, quando abbiamo accolto l’invito del Signore a dedicare la nostra esistenza al bene degli al- dei percorsi precisi che permettono di tri, l’ideale era di vivere con grande integrare gioiosamente, in questa preprofondità spirituale tutti gli impegni ghiera, la vita e la missione. Si esamiche si presentano quotidianamente. nano le diverse forme di orazione che Non c’è altro modo per ess ci aiutano a immettere la vita esteriore, ere felici. Perciò non basta che l’ora- le attività e le persone nel quadro dei zione sia un vero balsamo di pacifica- nostri incontri intimi con Dio. Si mozione personale; essa deve influire posi- stra anche come la preghiera personale tivamente perché la missione e gli im- possa alimentare la missione e conferirpegni nel mondo siano vissuti con le profondità. gioia e intensità, e non in uno stato di La quarta parte affronta il problema tensione negativa. Solo chi realizza una chiara unità tra la sua intimità persona- della identità, in particolare l’identità le e la missione che Dio gli ha affidato “pastorale”, e riflette su come la presu questa terra può sperimentare che la ghiera personale sia in grado di nutrire sua vita ha effettivamente un senso e un’identità pastorale stabile, entusiasta che vale davvero la pena dedicarsi al e chiaramente accettata. La quinta parte si occupa della vita proprio compito. Questo libro vuole indicare un cam- comunitaria, rivolgendosi a quanti inmino concreto in ordine a questa pre- tendono la loro missione e la loro preziosa unità vitale. Mediante riflessioni ghiera in una forma eccessivamente ined esempi molto pratici intende favori- dividualistica. Sono soggetti molto imre la scoperta del giusto modo per vive- pegnati nelle attività, dove realizzano re con profondità e intensità spirituale i anche un vero incontro con Dio. Si depropri impegni, e per pregare in una dicano “agli” altri, ma non camminano forma tale che tutta la nostra vita nel “con” gli altri. Occorre perciò fare un mondo si trasfiguri e si illumini passo decisivo nel senso dell’integrazionell’orazione. ne personale e dell’unificazione della Il libro è costituito da sei parti. Nella propria vita, al fine di assumere pienaprima parte si prendono in considera- mente la dimensione comunitaria zione gli ostacoli che s’incontrano oggi dell’esistenza. Si parla di una possibile nel realizzare l’unità tra la vita interiore esperienza spirituale comunitaria, cone l’azione esterna. Vengono presentate alcune sfide proprie della cultura attua- cretizzabile in un determinato modo di le che condizionano negativamente lavorare insieme e nella preghiera in col’identità cristiana, il fervore nell’evan- mune. La sesta parte è un ulteriore aiuto a gelizzare, il servizio fraterno e l’inconmeglio unire orazione e missione: una tro col nostro prossimo. La seconda parte mostra, attraverso raccolta di preghiere per alimentare il suggerimenti ed esempi pratici, come dinamismo spirituale che deve caratteconcretamente sia possibile dedicarsi ai rizzare il nostro impegno nella propria differenti compiti con profondità spiri- missione evangelizzatrice. Isabella Ducrot, «Visitazione» Vita nuova per «donne chiesa mondo» Il mensile «donne chiesa mondo» dell’Osservatore Romano da questa settimana viene pubblicato e diffuso in spagnolo dalla rivista «Vida Nue- La copertina di «Vida Nueva» del 21-27 marzo va». E dal prossimo maggio, con l’inizio del quarto anno di vita, la redazione del femminile vaticano si internazionalizzerà. Ad annunciarlo è stata la curatrice Lucetta Scaraffia ieri, 24 marzo, all’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, in un incontro durante il quale è stata presentata l’iniziativa di «Vida Nueva», che già oggi porta a quasi trentacinquemila il numero di copie cartacee del mensile, presente sul sito del giornale vaticano (www.osservatoreromano.va) anche in inglese, francese, portoghese, tedesco e polacco. Nel nuovo comitato direttivo oltre le attuali curatrici del mensile — Ritanna Armeni, giornalista, Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea all’università di Roma La Sapienza e, in redazione, la nostra collega Giulia Galeotti, che coordina il servizio culturale del quotidiano — entreranno due religiose teologhe, la francese Catherine Aubin e la congolese Rita Mboshu Kongo, e la giornalista argentina Silvina Pérez. Verrà così accentuata la dimensione internazionale del mensile che sin dall’inizio ha potuto contare sulla collaborazione di firme femminili e maschili, non solo cattoliche, di diverse nazionalità. Alla presentazione — introdotta dall’ambasciatore Eduardo Gutiérrez Sáenz de Buruaga e moderata dal consigliere ecclesiastico dell’ambasciata, don Antonio Pelayo, da oltre un trentennio corrispondente dal Vaticano di «Vida Nueva» — hanno preso parte, con Lucetta Scaraffia, la biblista Nuria Calduch, docente alla Pontificia università Gregoriana, e i due direttori delle testate protagoniste della serata, José Beltrán e Giovanni Maria Vian. Con molti ambasciatori presso la Santa Sede erano presenti tra gli altri i marianisti Luis Fernando Crespo e José María Felices, presidente e vicepresidente dell’editrice SM, con il superiore ge- nerale Manuel Cortés, madre Barbara Staley, superiora generale delle cabriniane, e Antonio Zanardi Landi, consigliere diplomatico del presidente della Repubblica italiana. Presentata alla vigilia dell’Annunciazione, la collaborazione parte sotto il segno di Teresa d’Ávila, alla quale è dedicato l’ultimo numero del mensile. «Stiamo vivendo uno snodo epocale — ha detto Nuria Calduch ricordando un articolo di Pierangelo Sequeri pubblicato sul mensile, per due anni splendidamente illustrato da Isabella Ducrot — in un momento in cui tante voci all’interno della Chiesa trovano ascolto». Una congiuntura favorevole iniziata con Benedetto XVI, le ha fatto eco Lucetta Scaraffia ricordando la data di nascita di «donne chiesa mondo»: il 31 maggio 2012, nel giorno della Visitazione di Maria a Elisabetta. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 26 marzo 2015 pagina 5 A cinquant’anni da «Perfectae caritatis» Parola d’ordine profezia di UGO SARTORIO Ci stiamo decisamente inoltrando nell’Anno della vita consacrata, anche sospinti dagli incoraggiamenti non formali di Papa Francesco. La parola d’ordine è “profezia” e il cammino non dissimile da quello della Chiesa tutta: abbandonare ogni inclinazione autoreferenziale per ritrovare la chiara via del Vangelo. In tale contesto fioriscono interventi e studi che cercano di interpretare il tempo delicato e per molti versi difficile che la vita consacrata sta attraversando da almeno un paio di decenni. Sfiorita la stagione del “rinnovamento” postconciliare, pure vissuta con grande generosità, e tramontata la pretenziosa parentesi tutta centrata sulla “rifondazione”, i consacrati fanno i conti con la scarsità cronica di vocazioni, con grandi opere che hanno ormai esaurito il loro prezioso servizio, con l’inevitabile invecchiamento dei quadri. Non mancano, d’altra parte, segni positivi, quali la cura della forma fraterna delle comunità religiose, il nuovo slancio missionario che conduce a esplorazioni evangeliche verso le periferie e le frontiere, anche se si avverte sempre più la necessità di lavorare alle radici, intorno al senso della propria identità e al modo con cui questa si apre alla missione. In tale direzione, offre il suo apporto il volume di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace che rilegge il documento conciliare Perfectae caritatis a distanza di cinquant’anni e lo fa in modo prospettico, raccogliendo cioè dei cinque decenni successivi gli sviluppi magisteriali e teologici, senza perdere di vista il concomitante quadro ecclesiale e sociale (Perfectae caritatis, cinquant’anni dopo. Né estranei agli uomini né inutili alla città, Catanzaro, Grafiche Simone, 2015, pagine 253, euro 10). Un’idea ritorna spesso, vale a dire quella di una consultazione ad ampio raggio finalizzata alla riforma della vita consacrata: «A mio modesto avviso, la necessità di una riflessione teologica (di ambito ecclesiologico, antropologico, spirituale ma anche economico-amministrativo-gestionale e pastorale) più ampia e profonda e a livello internazionale, plurispecialistico e pluridisciplinare sull’identità della vita consacrata a cinquant’anni dal concilio si fa sempre più urgente» (p. 56). L’autore non lo dice, ma forse ha in mente qualcosa che assomigli alla mobilitazione avvenuta intorno al sinodo sulla famiglia che ha di fatto esaltato l’istanza partecipativa. Personalmente, estenderei questo stile sinodale alla riscrittura in atto del famoso documento Mutuae relationes del 1978: è prima necessario che le parti in causa — non solo vescovi e consacrati, ma anche laici — abbiano la possibilità di esprimersi liberamente e di confrontarsi evangelicamente. Guardiamo ora più da vicino al testo, ricco e articolato, di monsignor Bertolone, che insiste molto su un’ermeneutica del concilio nella linea della continuità, anche per quanto riguarda la vita consacrata. La coppia di termini “fedeltà-rinnovamento” sembra la più adatta a indicare la direzione di un cammino che, muovendo dalla lettura dei “segni dei tempi”, conduca la Chiesa e la vita consacrata dentro il presente e verso il futuro. Mettendo a frutto i molti interventi che negli ultimi cinquant’anni si sono succeduti, a partire dallo stesso decreto conciliare: pur non essendo tra i documenti più audaci, Perfectae caritatis è l’unico che di fatto parla di accomodata renovatio, cioè di rinnovamento. Come? «Il rinnovamento della vita religiosa comporta allo stesso tempo il continuo ritorno alle fonti di ogni vita cristiana e all’ispirazione originaria degli istituti, e il loro adattamento alle mutate condizioni dei tempi» (n. 2). Il che significa né archeologismo né contemporaneità a tutti i costi, quanto piuttosto conversione al presente senza perdere contatto con lo spirito delle origini, rinnovamento coniugato e misurato sulla fedeltà, con la necessità — quando se ne manifesti il bisogno — di abbandonare alcune cose, riequilibrarne altre, intraprenderne di nuove. Nell’acuta postfazione, il cappuccino Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano, distingue tra «ritorno agli inizi e recupero dell’origine», leggendo nel richiamo agli inizi un’immagine fondamentalmente utopica e nel recupero dell’origine la ricerca continua di un fondamento per l’oggi: «Il nostro accesso agli inizi è sempre attraverso il presente, la vita presente» (p. 227). Interessanti sono anche le questioni che Bertolone invita a riprendere in mano dopo la maturazione dottrinale — non sempre pienamente recepita — avvenuta soprattutto con l’esortazione post-sinodale Vita consecrata. Qui, pur rimanendo fondamentale lo sfondo ecclesiologico che rende nitida la lettura della vita consacrata e ne determina il ruolo insostituibile nella Chiesa, si valorizza il suo centrale e fondativo riferimento cristologico: «La professione dei consigli evangelici è intimamente connessa col mistero di Cristo, avendo il compito di rendere in qualche modo presente la forma di vita che Egli prescelse, additandola come valore assoluto ed escatologico. Gesù stesso, chiamando alcune persone ad abbandonare tutto per seguirlo, ha inaugurato questo genere di vita» (Vita consecrata, 29). Dopo trent’anni impegnati a ricollocare la vita consacrata all’interno della Chiesa, si individua il punto decisivo della questione nel suo profilo cristologico, e muovendo da qui la si qualifica come uno dei tre stati di vita che della Chiesa costituiscono la linfa vitale. Non più l’angusto binomio chierici-laici, bensì la più dinamica e fondata tripartizione chierici-laici-consacrati. Allo stesso tempo, Bertolone rivisita la questione dello stretto e inscindibile legame tra battesimo e professione dei consigli evangelici. Molte strade interpretative, anche autorevoli, sono state percorse in proposito, e forse oggi è giunto il tempo di ridire il carattere peculiare della vita consacrata senza nulla sottrarre alla pienezza della vocazione battesimale di ogni cristiano così perentoriamente richiamata dal Vaticano II. Un’operazione che spinge a riconoscere il “di più” di ogni stato di vita rispetto agli altri e quindi la relatività di tutti in rapporto alla pienezza del mistero di Cristo. Le pagine, poi, dedicate a commentare i paragrafi di Vita consecrata sulla profezia, allineano il testo ai vibranti interventi di Papa Francesco sulla vita consacrata: non la radicalità ma la profezia è il suo specifico. Il lessico e la pratica della profezia, della fedeltà alla storia e al Vangelo che la salva, è la via sicura che collega il presente della vita consacrata al suo futuro. L’arcivescovo Pontier all’assemblea dei vescovi francesi Contro la tentazione dell’isolamento LOURDES, 25. «Non si può costruire il futuro del nostro Paese ripiegandosi su se stessi o mettendo in atto politiche di esclusione e di rigetto». È quanto ha affermato ieri, martedì, a Lourdes monsignor Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale francese. Nel discorso di apertura dell’assemblea plenaria, oltre a un ampio giro d’orizzonte sui molti e delicati temi di attualità — la persecuzione dei cristiani d’Oriente, i rapporti con l’Europa, la difesa dell’ambiente, il sinodo dei vescovi sulla famiglia — il presule si è soffermato soprattutto sugli attacchi terroristici del gennaio scorso che hanno sconvolto Parigi con «le forze oscure della morte». Un tale avvenimento — ha detto — chiede oggi a tutti una presa di «responsabilità» perché siano rispettate le «diversità che compongono la nostra società». Infatti, ha aggiunto, «come non dire ai nostri concittadini ebrei quanto la loro presenza ci è preziosa e cara? Come non dire ai nostri concittadini di confessione musulmana quanto sia importante continuare ad apprendere il vivere insieme in una società francese che ha dimostrato nella sua storia di essere capace di accogliere popoli venuti da lontano? Come non dire ai nostri concittadini cristiani di tenersi lontani da ogni paura, da ogni tentazione di ripiegamento su se stessi e manifestare per primi gesti di perdono e di riconciliazione?». Anche in questo senso, per il presidente dell’episcopato, «la laicità dello Stato è il guardiano della libertà di coscienza, della libertà religiosa e di culto». Essa veglia sulla «pace civile, permettendo il vivere insieme di cittadini dalle convinzioni diverse. Ma non può assicurare questa pace sorvegliando gli uni, domandando loro di rinunciare all’espressione delle loro convinzioni religiose permettendo poi ad altri di stigmatizzarle». Quanto avviene in Francia, ha aggiunto il presule, è molto simile a ciò che avviene nel resto dell’Europa, alle prese con una «ri-nazionalizzazione del pensiero caratterizzato dalla sfiducia verso l’altro» e con l’idea che per uscire dalla crisi è meglio stare «da soli». Tuttavia, ha puntualizzato il presule, «l’avvenire si costruisce insieme e la salute di ogni membro è importante per tutti. È questa visione del bene comune, del bene di tutti coloro che vivono in Europa e in particolare di più poveri, che deve guidare le nostre scelte politiche». È a questo punto che l’arcivescovo di Marsiglia ha fatto riferimento alle elezioni regionali di fine anno, puntando il dito contro l’astensionismo della prima tornata elettorale di domenica scorsa per il rinnovo dei dipartimenti. «Votare — ha detto — è l’atto di partecipazione cittadina più elementare e necessaria. Astenersi non è un atto privo di conseguenze sul risultato di un’elezione. In ogni caso, nulla ci assolve dalla nostra responsabilità individuale di cittadini». Nel rapporto con Gesù La vita è un’amicizia di GUALTIERO BASSETTI Dopo le dieci letture del Vangelo presentate nel suggestivo libro Sei forse tu Gesù?, frutto maturo di un amore appassionato alla Parola di Dio, di una profonda sensibilità pastorale coltivata con convinzione e generosità lungo tutto il suo percorso ministeriale, di una singolare carica umana e di un animo genuinamente sacerdotale, monsignor Luigi Mistò, esattamente un anno dopo, si ripete proponendoci altrettante lectiones evangeliche, questa volta dedicate all’incontro con persone vive, “i magnifici 1o del Vangelo”. A partire dal titolo stesso del volume, Ti chiamo amico!, il filo conduttore che conferisce unità al testo è proprio quello dell’amicizia, tema tanto caro all’autore e che ritorna moltissime volte nelle sue pubblicazioni, al punto che don Luigi potrebbe essere definito senza timore di eccedere: innamorato cantore dell’amicizia. Basti pensare in questo libro alle suggestive pagine sulla figura di Lazzaro, ricordato dalle sorelle a Gesù semplicemente come «il tuo amico», o a quelle incantevoli dedicate a Giovanni, «il discepolo che Gesù amava», la persona viva con cui Gesù raggiunge la punta più alta dell’amore dell’amicizia, paradigma sublime per tutti noi. Ma come dimenticare le pagine vive sull’amicizia che don Luigi ci ha regalato in Sei forse tu Gesù?, ancora una volta considerando la vicenda unica di Lazzaro: il «decalogo dell’amicizia» si staglia come un testo indimenticabile e programmatico. L’amicizia, dunque, è la brezza lieve che respiri, ti ringiovanisce e ti ritempra lungo tutte le pagine del libro di monsignor Mistò, il leitmotiv a cui tutto viene accordato e ricondotto, la “parola magica” che a tutto dà ragione e verità. Il rapporto con Gesù, in primo luogo, è incentrato sull’amicizia. «Lui è tutto per noi», ripete don Luigi. E veramente si percepisce, si sente quasi sensibilmente, come innanzi tutto per lui, Gesù sia il sen- I magnifici dieci Viene presentato giovedì 26 a Roma il libro Ti chiamo amico! I magnifici 10 del Vangelo di monsignor Luigi Mistò, segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Saronno, Editrice Monti, 2014, pagine 319, euro 16). Pubblichiamo quasi per intero la prefazione del cardinale arcivescovo di Perugia - Città della Pieve. Conferenza di leader religiosi europei a Bruxelles Il dialogo parte dal progetto del futuro BRUXELLES, 25. «Il dialogo non è un incrocio di monologhi, ma ascolto reciproco, comprensione. Significa costruire aspirazioni e progetti comuni». È quanto ha affermato monsignor Theodorus Cornelius Maria Hoogenboom, vescovo ausiliare di Utrecht, intervenuto a nome della Comece alla Conferenza sul dialogo e la tolleranza svoltasi presso il Parlamento europeo a Bruxelles. Nel suo intervento il presule ha spiegato che il dialogo, necessario a una convivenza basata sul rispetto, implica «consapevolezza interculturale», ovvero la volontà delle diverse culture e religioni di «conoscersi, rispettarsi e procedere insieme per il bene comune». Tale dialogo deve essere però «regolare, non sporadico» e deve riguardare la quotidianità, le famiglie, la società civile, i giovani. Dinanzi alle sfide poste dall’intolleranza e dalla violenza terroristica, il vescovo ha richiamato i leader religiosi «al dovere di promuovere una cultura della pace mediante l’insegnamento, la predicazione, la cura delle persone che si trovano nel bisogno. Occorre abbattere i muri della divisione e costruire la fratellanza; serve un reciproco rispetto, senza pregiudicare la libertà di espressione». Sono stati numerosi gli interventi dei leader religiosi caratterizzati da un unico filo rosso: la costruzione della pace passa attraverso una nuova fase di dialogo, il rispetto reciproco, la condivisione di progetti per il futuro. Secondo padre Patrick Daly, segretario generale della Comece, «in Europa negli ultimi tre secoli è mutato il modo di intendere le religioni». Daly ha insistito sulla necessità di «capire le ragioni del credere oggi», e in tal senso ha portato l’esperienza della Chiesa cattolica, in particolare a partire dal concilio Vaticano II, che ha insistito «su una visione positiva del mondo» e sul valore del dialogo tra le fedi. Riguardo ai radicalismi oggi presenti anche in Europa, padre Daly ha parlato anzitutto della questione educativa, di una corretta conoscenza delle culture e delle religioni presenti nel continente. Anche il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha invitato ad accogliere e valorizzare le diversità nel campo religioso, invocando il «rispetto dei diritti di chi crede in Dio». so vero e pieno della vita. «Non posso fare a meno di Lui! Non possiamo fare a meno di Lui. Lui è tutto per noi. E da Lui, da Lui vivo, sempre accanto a noi, si sprigiona la luce, la dolce luce che guida; la ragione, la sapiente ragione che spiega; il cuore, il caldo cuore che batte i tempi dell’amore». Bellissima la frase con cui don Luigi fissa la sua relazione con Gesù: «Senza di Lui pensarmi io non posso. Il ritmo del mio respiro, la scansione del mio tempo, lo snodarsi dei miei pensieri, le coordinate del mio spazio, i perché delle mie scelte, la voce delle mie parole, le sequenze delle mie azioni, il pulsare delle mie vene, i moti del mio cuore sono semplicemente Lui». Questa importanza decisiva e assoluta si declina dentro l’esperienza concreta e plasmante dell’amicizia. Gesù è l’amico. È semplicemente l’amico. L’amico che ti chiama sempre amico e che sempre ti è vicino con la sua presenza viva: «Lui è risorto, Lui è vivo, Lui è qui. E questo mi basta». Gesù è l’amico che ci chiama sempre amici. Anche quando professiamo con la fede più radicale: «Mio Signore e mio Dio!», in verità stiamo parlando con l’amico e dentro l’amicizia il rapporto si avvera e raggiunge l’intimità più intensa e dolcissima. D all’amicizia unica con Gesù scaturisce l’amicizia con gli altri, con le sorelle e i fratelli che ci circondano e che incontriamo sul cammino. Così pure il rapporto con gli altri è, alla fine, in profondità amicizia. La verità della personalità umana si raggiunge mediante l’immergersi e l’essere immerso nell’altro. Solo nell’amicizia e nell’amore personale si realizza in verità e pienamente se stessi. Monsignor Mistò è proprio persuaso che il rapporto più alto e più sublime che si possa instaurare tra due persone consiste nell’amore dell’amicizia. Suggestive e cariche di richiami per un efficace esame di coscienza che conduca a un motivato ed entusiasta proposito di vita sono le pagine in cui don Luigi descrive la Chiesa come «il santuario dell’amicizia», rimodulando la sfida che il grande e santo papa Giovanni Paolo II ha lanciato alla Chiesa all’inizio del terzo millennio: «Essere la casa e la scuola dell’amicizia». «Io sogno il giorno in cui chiunque si affacci alla porta delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, delle nostre chiese percepisca la sensazione viva di varcare la soglia della casa di Betania, la soglia del santuario dell’amicizia». Veramente illuminanti e basilari sono le quattro caratteristiche che, come i punti cardinali aiutano «a orientarsi attraverso una magnifica rosa dei venti che conduca alla Chiesa, casa, scuola e santuario dell’amicizia»: l’accoglienza incondizionata, la stima sincera, la magnanimità del perdono, il sorriso buono e la gioia della festa. «Dentro questa Chiesa di amici, anche noi riceviamo la grazia e la fortuna come per Lazzaro di essere chiamati “l’amico di Gesù”». A questo punto, allora, l’amicizia con Gesù e con i fratelli diventa il senso della vita intera, lo spartito su cui si dispiega la sinfonia dei giorni e delle stagioni, il contenuto dei pensieri e delle azioni, dei progetti e delle imprese, dei disegni e delle opere. L’amicizia con Gesù è la via, lo stile, il metodo della testimonianza dentro cui si attua la nuova evangelizzazione. «Chi vive l’amicizia con Gesù è chiamato a trasmetterla agli uomini che incontra attraverso la benevolenza, la condiscendenza, l’amore che si fa prossimo e la misericordia che perdona. L’amico di Gesù è colui che sta vicino all’uomo, in specie all’uomo ferito, per essere il volto, lo sguardo, l’abbraccio misericordioso di quel Dio di cui magari non ha mai sentito parlare ma che può finalmente incontrare e conoscere attraverso l’amore dell’amicizia. Mi pare di intuire con lucidità sempre maggiore come questo tipo di annuncio del Vangelo di Gesù sia prioritario per la società in cui viviamo. Anche senza parlare esplicitamente di Lui, il testimoniare il suo amore mediante la vicinanza della condivisione e dell’amicizia permetterà anche a chi non lo conosce di incontrarlo nella verità del proprio cuore». La gioia dell’evangelizzazione, l’Evangelii gaudium di Papa Francesco si attua, secondo l’ispirazione di monsignor Mistò, attraverso la testimonianza gioiosa ed entusiasta dell’amicizia. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 giovedì 26 marzo 2015 I membri e i sostituti eletti dalle conferenze episcopali e dalle Chiese orientali Verso il sinodo In occasione della XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che avrà luogo in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015 sul tema «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo», pubblichiamo l’elenco dei membri e dei sostituti eletti dagli organismi aventi diritto e ratificati dal Santo Padre lo scorso 17 marzo. A) Conferenze episcopali AFRICA Africa settentrionale (C.E.R.N.A.) Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jean-Paul Vesco, O.P., Vescovo di Oran (Algeria) Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Santiago Agrelo Martínez, O.F.M., Arcivescovo di Tanger (Marocco) Botswana, Sud Africa e Swaziland Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Stephen Brislin, Arcivescovo di Cape Town, Kaapstad, Presidente della Conferenza Episcopale (Sud Africa) Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Zolile Peter Mpambani, S.C.I., Vescovo di Kokstad (Sud Africa) Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Dabula Anton Mpako, Vescovo di Queenstown (Sud Africa) Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jan De Groef, M. AFR., Vescovo di Bethlehem (Sud Africa) Burkina Faso e Niger Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joseph Sama, Vescovo di Nouna (Burkina Faso) Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Djalwana Laurent Lompo, Arcivescovo di Niamey (Niger) Ciad Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Henri Coudray, S.I., Vescovo titolare di Silli, Vicario Apostolico di Mongo Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joachim Kouraleyo Tarounga, Vescovo di Moundou Congo (Rep. Democratica del) Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Nicolas Djomo Lola, Vescovo di Tshumbe, Presidente della Conferenza Episcopale Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Philibert Tembo Nlandu, C.I.C.M., Vescovo di Budjala Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joseph Banga Bane, Vescovo di Buta Guinea Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vincent Coulibaly, Arcivescovo di Conakry Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Raphaël Balla Guilavogui, Vescovo di N’Zérékoré Lesotho Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Gerard Tlali Lerotholi, O.M.I., Arcivescovo di Maseru, Presidente della Conferenza Episcopale Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Augustinus Tumaole Bane, O.M.I., Vescovo di Leribe Liberia Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Anthony Fallah Borwah, Vescovo di Gbarnga Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Andrew Jagaye Karnley, Vescovo di Cape Palmas Mali Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jonas Dembélé, Vescovo di Kayes Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jean Zerbo, Arcivescovo di Bamako Mozambico Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Francisco Chimoio, O.F.M. CAP., Arcivescovo di Maputo Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Adriano Langa, O.F.M., Vescovo di Inhambane Namibia Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Philipp Pöllitzer, O.M.I., Vescovo di Keetmanshoop Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joseph Shipandeni Shikongo, O.M.I., Vescovo titolare di Capra, Vicario Apostolico di Rundu Nigeria Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Matthew Man-oso Ndagoso, Arcivescovo di Kaduna Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Camillus Raymond Umoh, Vescovo di Ikot Ekpene Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jude Ayodeji Arogundade, Vescovo di O ndo Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Hilary Paul Odili Okeke, Vescovo di Nnewi Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos, Presidente della Conferenza Episcopale Togo Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jacques Danka Longa, Vescovo di Kara Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Benoît Comlan Messan Alowonou, Vescovo di Kpalimé Uganda Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu, Presidente della Conferenza Episcopale Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joseph Anthony Zziwa, Vescovo di KiyindaMityana, Vice Presidente della Conferenza Episcopale Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Lambert Bainomugisha, Vescovo titolare di Tacia montana, Ausiliare di Mbarara Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Sanctus Lino Wanok, Vescovo di Nebbi AMERICA Antille Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Francis Alleyne, O.S.B., Vescovo di Georgetown (Repubblica Cooperativistica della Guyana) Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Emmanuel Lafont, Vescovo di Cayenne (Guyana Francese) Bolivia Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Braulio Sáez García, O.C.D., Vescovo titolare di Raso, Ausiliare di Santa Cruz de la Sierra Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Krzysztof Janusz Białasik Wawrowska, S.V.D., Vescovo di Oruro Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Aurelio Pesoa Ribera, O.F.M., Vescovo titolare di Leges, Ausiliare di La Paz Guatemala Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Rodolfo Valenzuela Núñez, Vescovo di Vera Paz, Cobán, Presidente della Conferenza Episcopale Sostituto: Ecc.za Rev.ma Mons. Gonzalo De Villa Y Vásquez, S.I., Vescovo di Sololá-Chimaltenango Haiti Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Yves-Marie Péan, C.S.C., Vescovo di Les Gonaïves Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Max Leroy Mésidor, Arcivescovo di Cap-Haïtien Nicaragua Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. César Bosco Vivas Robelo, Vescovo di León en Nicaragua Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Juan Abelardo Mata Guevara, S.D.B., Vescovo di Estelí Panamá Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Aníbal Saldaña Santamaría, O.A.R., Vescovo Prelato di Bocas del Toro Sostituto: Sua Em.za Rev.ma Card. José Luis Lacunza Maestrojuán, O.A.R., Vescovo di David, Presidente della Conferenza Episcopale Perú Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Salvador Piñeiro García-Calderón, Arcivescovo di Ayacucho, Presidente della Conferenza Episcopale Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, O.F.M., Arcivescovo di Trujillo Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. José Antonio Eguren Anselmi, S.C.V., Arcivescovo di Piura Venezuela Membri: Sua Em.za Rev.ma Card. Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Diego Rafael Padrón Sánchez, Arcivescovo di Cumaná, Presidente della Conferenza Episcopale Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Fernando José Castro Aguayo, Vescovo titolare di Ampora, Ausiliare di Caracas, Santiago de Venezuela Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Rafael Ramón Conde Alfonzo, Vescovo di Maracay ASIA Cina Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. John Baptist Lee Keh-mien, Vescovo di Hsinchu Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Thomas Chung An-zu, Vescovo di Kiayi Filippine Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Romulo G. Valles, Arcivescovo di D avao Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jose S. Palma, Arcivescovo di Cebu Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Gilbert A. Garcera, Vescovo di Daet Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Pablo Virgilio S. David, Vescovo titolare di Guardialfiera, Ausiliare di San Fernando Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Antonio J. Ledesma, S.I., Arcivescovo di Cagayan de Oro Indonesia Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, Arcivescovo di Jakarta, Presidente della Conferenza Episcopale, Ordinario Militare per l’Indonesia Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Fransiskus Kopong Kung, Vescovo di Larantuka Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Leo Laba Ladjar, O.F.M., Vescovo di Jayapura Kazakhstan Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Tomash Bernard Peta, Arcivescovo di Maria Santissima in Astana, Presidente della Conferenza Episcopale Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Athanasius Schneider, O.R.C., Vescovo titolare di Celerina, Ausiliare di Maria Santissima in Astana Laos e Cambogia Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, Vescovo titolare di Acque nuove di Proconsolare, Vicario Apostolico di Paksé (Laos) Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Olivier Michel Marie Schmitthaeusler, M.E.P., Vescovo titolare di Catabum castra, Vicario Apostolico di Phnom-Penh (Cambogia), Presidente della Conferenza Episcopale Malaysia - Singapore - Brunei Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. John Wong Soo Kau, Arcivescovo di Kota Kinabalu (Malaysia) Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Sebastian Francis, Vescovo di Penang (Malaysia) Myanmar Membro: Sua Em.za Rev.ma Card. Charles Maung Bo, S.D.B., Arcivescovo di Yangon Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Felix Lian Khen Thang, Vescovo di Kalay Paesi arabi (C.E.L.R.A.) Membro: Sua Beatitudine Rev.ma Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Presidente della Conferenza Episcopale Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Maroun Elias Lahham, Arcivescovo titolare di Medaba, Ausiliare e Vicario Patriarcale per Gerusalemme dei Latini per la Giordania Conclusa a Miskolc la visita del cardinale Leonardo Sandri in Ungheria Come mattoni allineati Un’esortazione a «smascherare le nascoste dittature delle ideologie contemporanee e globali» è stata rivolta dal cardinale Leonardo Sandri mercoledì 25 marzo, a conclusione della sua visita in Ungheria. Si tratta di dittature, ha spiegato, che assumono una duplice veste: quelle che inneggiano «alla violenza utilizzando ingiustamente il nome di Dio» e quelle «che subdolamente si insinuano nelle menti e nelle scelte politiche delle nazioni». Il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali si trova in terra magiara da domenica 22 su invito dei vescovi greco-cattolici ungheresi, a seguito della riorganizzazione della locale gerarchia di rito bizantino, approvata il 20 marzo da Papa Francesco. Come ultima tappa del suo viaggio, nella solennità dell’Annunciazione il porporato ha presieduto la divina liturgia per la riapertura e la benedizione della cattedrale eparchiale di Miskolc. Alla presenza del vescovo Atanáz Orosz, e del nunzio apostolico Bottari De Castello, il cardinale all’omelia ha parlato del giubileo della misericordia voluto dal Pontefice. Esso — ha detto — «è possibile perché la Chiesa, pur essendo peccatrice nei suoi figli, rimane vergine tutta pura e bella, perché il suo sposo, Cristo, l’adorna del tesoro delle opere dei santi»; ed è «madre, perché non tiene per sé il nutrimento della grazia, ma in modo tutto speciale nell’anno santo desidera che tutti ne possano prendere, tornando al Signore che largamente perdona». La bellezza di Dio, ha aggiunto, «si incarna in qualche modo anche in questa cattedrale, nell’edificio della Chiesa, perché qui i figli rinascono alla vita di grazia». Da qui l’invito «a vivere fedeli alla nostra identità più profonda», perché «nella carità fraterna Dio vuole completare la nostra santificazione, scolpendoci, come si scolpiscono le pietre, e mettendoci l’uno accanto all’altro, in maniera ancora più perfetta di come sono allineati i mattoni di una chiesa». Successivamente il cardinale Sandri ha ricordato il ventennale della lettera apostolica Orientale lumen e dell’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II, chiedendo rinnovata «passione nell’annuncio del Vangelo della vita». Questo si- gnifica avere «il coraggio di andare controcorrente, rispetto agli interessi di organizzazioni che si presentano come di assistenza umanitaria — è stata la sua denuncia — ma in realtà colonizzano con ideologie contrarie alla dignità della persona umana soprattutto le popolazioni dei Paesi più poveri e indifesi, oppure li classificano nel “terzo mondo”, soltanto perché non hanno una legislazione che renda lecita per esempio la pratica dell’aborto. Sappiamo bene — ha concluso richiamando vicende recenti della terra magiara — quanto male le ideologie e i regimi hanno ferito nell’intimo la storia dell’Europa del ventesimo secolo, anche qui in Ungheria». In precedenza, nella mattinata di martedì 24, il cardinale Sandri, accompagnato dal nunzio, si era recato ad Esztergom per la visita al cardinale Peter Erdő. Nella cattedrale primaziale ha pregato presso l’altare di sant’Adalberto, che custodisce spoglie del beato Zoltán Lajos Meszlényi, e scendendo in cripta, si è soffermato dinanzi alla tomba del servo di Dio József Mindszenty, eroico primate di Ungheria processato dal regime nel 1949. EUROPA Bielorussia Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, Arcivescovo di Minsk-Mohilev Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Antoni Dziemianko, Vescovo di Pinsk Croazia Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Valter Župan, Vescovo emerito di Krk, Presidente del Consiglio della Conferenza Episcopale Croata per la Famiglia e la Vita Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Antun Škvorčević, Vescovo di Požega Federazione Russa Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Paolo Pezzi, F.S.C.B., Arcivescovo di Madre di Dio a Mosca, Presidente della Conferenza Episcopale Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joseph Werth, S.I., Vescovo di Trasfigurazione a Novosibirsk Germania Membri: Sua Em.za Rev.ma Card. Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Heiner Koch, Vescovo di Dresden-Meissen Sua Ecc.za Rev.ma Mons. FranzJosef Hermann Bode, Vescovo di O snabrück Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Karl-Heinz Wiesemann, Vescovo di Speyer Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Wilfried Theising, Vescovo titolare di Mina, Ausiliare di Münster Gran Bretagna (Scozia) Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Philip Tartaglia, Arcivescovo di Glasgow, Presidente della Conferenza Episcopale di Scozia Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. John Keenan, Vescovo di Paisley Portogallo Membri: Sua Em.za Rev.ma Card. Manuel José Macário Do Nascimento Clemente, Patriarca di Lisboa, Presidente della Conferenza Episcopale Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Antonino Eugénio Fernandes Dias, Vescovo di Portalegre - Castelo Branco, Presidente della Commissione Episcopale del Laicato e la Famiglia Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. António Augusto Dos Santos Marto, Vescovo di Leiria-Fatima, Vice Presidente della Conferenza Episcopale Repubblica Ceca Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jan Vokál, Vescovo di Hradec Králové Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Ladislav Hučko, Vescovo titolare di Orea, Horaea Esarca, Apostolico per i cattolici di rito bizantino residenti nella Repubblica Ceca Svizzera Membro: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jean-Marie Lovey, C.R.B., Vescovo di Sion, Sitten Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Valerio Lazzeri, Vescovo di Lugano B) Chiese orientali cattoliche sui iuris Sinodo della Chiesa Siro-Malabarese Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joseph Kallarangatt, Vescovo di Palai dei Siro-Malabaresi (India) Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Andrews Thazhath, Arcivescovo di Trichur dei Siro-Malabaresi (India) Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Kuriakose Bharanikulangara, Arcivescovo di Faridabad dei SiroMalabaresi (India) Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Thomas Elavanal, M.C.B.S., Vescovo di Kalyan dei Siro-Malabaresi (India) Inizio della missione del nunzio apostolico a Nauru Monsignor Martin Krebs, arcivescovo titolare di Taborenta, è arrivato nella prima mattinata di domenica 22 febbraio, all’aeroporto internazionale del piccolo Stato di circa diecimila abitanti, dove lo hanno accolto Dedok Clodumar, vice direttore del Protocollo del dipartimento degli Affari Esteri e del Commercio, e il parroco dell’isola, padre Saimon Kokoria, M.S.C.. Alle ore 10, il rappresentante pontificio ha presieduto l’Eucaristia domenicale nella chiesa cattolica Christ the King, alla presenza del ministro degli Interni, dell’Educazione e della Gestione del territorio, Charmaine Scotty, dell’alto commissario dell’Australia, Martin Quinn, e di un gruppo di quindici rifugiati, alloggiati a Nauru nei centri conosciuti come i Regional Processing Centres. Il giorno dopo, il nunzio apostolico ha avuto modo di consegnare, nella sede del Governo, la copia delle sue lettere credenziali a Michael Aroi, segretario per gli Affari Esteri e del Commercio. Subito dopo, è stato introdotto nell’ufficio del presidente della Repubblica, Baron Divavesi Waqa. Dopo un breve discorso, ha presentato le lettere credenziali al capo dello Stato. Quest’ultimo, facendo riferimento al motto nazionale God’s will first, ha espresso il suo apprezzamento per la persona e l’opera del Papa e le attività della Chiesa cattolica in Nauru. È seguito un cordiale colloquio, durante il quale Waqa ha commentato la situazione dell’eco- nomia nazionale e quella dei rifugiati nei tre summenzionati Regional Processing Centres presenti sull’isola. Sono poi seguite varie visite di monsignor Krebs alle autorità civili. Fra queste ha salutato Charmaine Scotty, Ludwig Scotty, speaker del Parlamento; Valdon Dowiyogo, ministro della Salute, del Trasporto, dello Sport e della Pesca; Aaron Cook, ministro del Commercio, dell’Industria e dell’Ambiente; Shadlog Bernicke, ministro delle Telecomunicazioni e del Nauru Phosphate Royalty Trust, e Lionel Aingimea, segretario per la Giustizia e il Controllo delle frontiere. Il 24 febbraio, monsignor Krebs ha reso visita al Kayser College, una scuola dedicata al missionario cattolico Alois Kayser (1877-1944), che lavorando a Nauru per quasi quarant’anni è stato un grande cultore della lingua e della cultura nauruana, fino alla sua deportazione nel 1943 da parte dalle truppe giapponesi sull’isola di Chuuk, dove è morto l’anno seguente. Infine, visitando con Graham Leung, solicitor general for Justice and Border control, gli impianti tecnici e medici in uno dei tre Regional Processing Centres, il rappresentante pontificio ha potuto rendersi conto in prima persona della situazione dei rifugiati trasferiti dall’Australia a Nauru. L’indomani, il nunzio apostolico ha lasciato l’isola, diretto a Wellington. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 26 marzo 2015 pagina 7 Pablo Picasso «madre e figlio» (1922) Il 21 e il 22 giugno Papa Francesco a Torino Il mondo della sofferenza e i giovani, nel segno di don Bosco: saranno queste le coordinate fondamentali della visita di Papa Francesco a Torino il 21 e il 22 giugno e anche dell’ostensione della Sindone che si svolgerà dal 19 aprile al 24 giugno in occasione del secondo centenario della nascita del santo. Il programma del viaggio è stato annunciato mercoledì 25 marzo dall’arcivescovo della città, Cesare Nosiglia, nel corso di una conferenza che si è tenuta nella Sala stampa della Santa Sede. «L’amore più grande» è il motto scelto dall’arcivescovo per l’ostensione della Sindone che — ha rilevato il vicedirettore della Sala Stampa, padre Ciro Benedettini, moderatore dell’incontro — ci appare come un’«icona della misericordia di Dio» e diventa quindi occasione privilegiata di preparazione al giubileo appena annunciato. Papa Francesco, ha spiegato l’arcivescovo Nosiglia, una volta atterrato all’aeroporto di Caselle alle 8 del mattino, raggiungerà Piazzetta Reale dove avrà un primo scambio con la città confrontandosi con il mondo del lavoro, quel mondo «che sta attraversando una grande crisi». In particolare Francesco ascolterà un’operaia, un agricoltore e un imprenditore. Subito dopo, l’atteso ingresso in cattedrale con la sosta davanti all’altare del beato Pier Giorgio Frassati e la preghiera di fronte alla Sindone. In cattedrale saranno presenti anche i cardinali e i vescovi della Conferenza episcopale piemontese e valdostana. In questo momento «di intensa spiritualità e contemplazione», il Pontefice si unirà idealmente alla preghiera di centinaia di migliaia di fedeli — a oggi, ha rilevato il vicesindaco di Torino Elide Tisi, «quasi ottocentocinquantamila pellegrini hanno prenotato la visita» — che, come ha sottolineato l’arcivescovo Nosiglia, giungono a Torino fondamentalmente per compiere «un pellegrinaggio dentro se stessi», mettendosi a confronto con l’immagine in cui «cercano, riconoscono e trovano i segni della passione del Signore». A tale riguardo, durante la conferenza, il presidente della commissione diocesana della Sindone, don Roberto Gottardo, ha presentato la guida preparata per l’occasione (Pellegrini alla Sindone, Torino, Velar, 2015, pp. 48). Un ulteriore dettaglio è stato aggiunto dall’arcivescovo Nosiglia: tutte le offerte raccolte durante l’ostensione verranno consegnate al Papa per le sue opere di carità verso i poveri. Evento centrale della mattinata torinese di Francesco sarà la messa celebrata in piazza Vittorio, dove il Papa incontrerà l’intera comunità diocesana. Lì arriverà dopo aver attraversato con la papamobile molte vie e piazze della città. Al termine della concelebrazione eucaristica Francesco si dirigerà in episcopio dove ha deciso di condividere il pranzo con gli emarginati della società: sono stati invitati alcuni giovani detenuti del carcere minorile, migranti, senza fissa dimora e rappresentanti della comunità rom. Il pomeriggio si aprirà con un altro momento di spiritualità: Francesco si recherà a pregare al santuario mariano della Consolata. L’arcivescovo ha ricordato come il Pontefice sia particolarmente devoto alla Vergine consolatrice e ha sottolineato come questo sarà un momento privato: saranno presenti solo i sacerdoti ospiti del santuario. Torino vuol dire anche don Bosco. Nel bicentenario della nascita del santo il Papa incontrerà la famiglia dei salesiani nella basilica di Maria Ausiliatrice, a Valdocco, lì dove, ha sottolineato l’arcivescovo Nosiglia, don Bosco ha iniziato il suo cammino. L’appuntamento del primo pomeriggio sarà anche occasione per il Pontefice di salutare l’intero mondo degli oratori — sia della diocesi torinese che di quelle italiane — una delle espressioni più caratteristiche della pastorale ispirata dal santo di Castelnuovo d’Asti. Riprenderà così, con i ragazzi degli oratori, quel dialogo privilegiato che segnerà sia la visita del Papa sia la stessa ostensione della Sindone. Dai giovani del mondo salesiano, infatti, Francesco passerà a portare la sua parola ai malati e ai sofferenti del Cottolengo, quello che l’arcivescovo Nosiglia ha definito «una città nella città» che ha fatto dell’accoglienza la sua ragione d’essere. Poi di nuovo un’immersione nel mondo giovanile con l’incontro finale di domenica in piazza Vittorio, dove il Papa sarà accolto non solo dai giovani torinesi, ma da quelli di tutta Italia, invitati per quella che è stata definita una sorta di “mini gmg”: provenienti dalle varie diocesi, parteciperanno a una due-giorni di preparazione che — ha spiegato don Luca Ramello, direttore della pastorale giovanile — rientra nel progetto Turin For Young. A Torino dal 19 al 21 giugno sarà presente anche la croce della gmg portata da Cracovia. Il lunedì sarà dedicato dal Pontefice prima all’incontro con la comunità valdese, in mattinata è prevista la sua visita al tempio, e poi, in arcivescovado, a quello con alcuni suoi familiari con i quali il Papa — che, com’è noto, ha origini piemontesi — in forma strettamente privata celebrerà la messa e consumerà il pranzo. La visita di Francesco a Torino terminerà nel pomeriggio ancora una volta nel segno delle nuove generazioni: il suo trasferimento all’aeroporto sarà accompagnato lungo la strada dal saluto dei giovani dell’Estate ragazzi. «Urge la promozione di “una cultura della vita” che diventi un patrimonio esistenziale di tutta l’umanità». È l’auspicio espresso dal segretario del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, monsignor JeanMarie Mupendawatu, alla giornata di studio dedicata all’Evangelium vitae nel ventesimo anniversario della pubblicazione dell’enciclica di Giovani Paolo II. Organizzato a Roma dal dicastero vaticano per la pastorale della salute mercoledì 25 marzo, l’incontro ha inteso rilanciare la responsabilità «della promozione della cultura della vita» attraverso la rilettura di quella è considerata una pietra miliare del pontificato wojtyliano. Un documento che resta «di straordinaria attualità» — ha spiegato il prelato nel suo intervento — poiché «ribadisce con forza come l’uomo costituisca la prima e fondamentale via della Chiesa». Ecco perché non si è trattato di una semplice commemorazione celebrativa, quanto piuttosto di un comune interrogarsi dei partecipanti sulla cultura della vita nell’attuale contesto culturale e sociale. Significativa è in proposito la coincidenza con la solennità dell’Annunciazione del Signore, «festa congiunta — l’ha definita il relatore — di Cristo e della Vergine: del Verbo che si fa Figlio di Maria, e della Vergine che diviene madre di Dio». Infatti ella «con il suo fiat generoso divenne, per opera dello Spirito anche vera madre dei viventi accogliendo nel suo grembo l’autore della vita». Di conseguenza, Maria «ha legami personali strettissimi con il vangelo della vita». Ritornando al ventennale dell’enciclica, monsignor Mupendawatu ha sottolineato che «rivolgere lo sguardo alle radici fa parte del processo della memoria». E ha citato in proposito il magistero pontificio che «si preoccupa di promuovere la difesa della vita dal suo sorgere al suo mo- Nel ventennale dell’«Evangelium vitae» Patrimonio dell’umanità mento finale». Un insegnamento che «è divenuto sempre più pressante soprattutto a partire» dall’Humanae vitae di Paolo VI , del 1968, cui è seguita l’esortazione apostolica Familiaris consortio di Giovanni Paolo II, nel 1981. «Nel 1983 — ha continuato nel suo excursus il segretario del Pontificio Consiglio — il Sinodo dei vescovi denunciava con sgomento l’immane lotta offerta dal mondo contemporaneo tra la cultura di vita e la cultura di morte, quest’ultima oggi purtroppo sempre più radicata ed espressa»; e «nel 1987, la Congregazione per la dottrina della fede pubblicò l’istruzione Donum vitae e nel 1993 lo stesso Giovanni Paolo II, nell’enciclica Veritatis splendor, offrì i fondamenti della morale cattolica e, a conferma dell'impegno in difesa della vita, istituì nel 1994 la Pontificia Accademia per la vita. Infine nel 1995, in ossequio alla richiesta formulata in maniera unanime dai cardinali nel concistoro straordinario dell’aprile 1991, di fronte agli innumerevoli attentati alla vita perpetuati nel mondo, i vescovi chiesero al Papa di riaffermare, con la sua autorità il valore e l’inviolabilità della vita umana, Giovanni Paolo II pubblicò l’Evangelium vitae, dove troviamo una riaffermazione precisa e ferma del valore della vita umana». Anzi l’enciclica «rappresenta la sintesi del continuo e perenne insegnamento della Chiesa circa il rispetto della vita umana». Un magistero ribadito dallo stesso Papa Francesco, nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, che al numero 99 «dice no alla distruzione della vita». Sulla stessa lunghezza d’onda la veglia svoltasi la sera di martedì 24, in diversi santuari mariani del mon- do. Da Roma a Fatima, da Lourdes a Guadalupe, e da altre città — tra cui Nazaret, che aveva anticipato di qualche giorno l’appuntamento — si è levata una preghiera comune perché la vita sia sempre tutelata e mai scartata. Cuore dell’iniziativa, promossa dal Pontificio Consiglio per la famiglia, la basilica liberiana, la prima al mondo dedicata a Maria. «Siamo qui, uomini e donne, accomunati dall’amore per la vita, dalla passione per difenderla, dal sogno di vederla crescere per tutti», ha detto l’arcivescovo presidente Vincenzo Paglia. «Dare la vita: questo è il martirio di cui abbiamo bisogno oggi», ha aggiunto citando monsignor Romero, che definiva le mamme «martiri quotidiane». E il pensiero è andato subito alle tante madri in difficoltà, ma anche ai bimbi non nati, ai volontari e alle realtà ecclesiali che lavorano a favore della vita, ricordati durante la recita del rosario che ha preceduto la messa. Una preghiera scandita dal ringraziamento per il dono di ogni esistenza umana e dall’impegno dei presenti nella basilica di Santa Maria Maggiore a continuare a diffondere la cultura della vita nell’educazione, nella catechesi, nella solidarietà e nel sociale. Come è stato ribadito anche attraverso alcune testimonianze, tra cui quella di una donna ventottenne rimasta incinta a 17 anni, che con il sostegno della famiglia e del Centro di aiuto alla vita di Roma, ha potuto portare a termine la gravidanza. «Nel suo impegno per la vita, la Chiesa non condanna ma stende le mani con misericordia e speranza per sollevare dalla disperazione», ha commentato don Frank Pavone, direttore di Priest for life. Al quale ha fatto eco una volontaria dell’associazione Donum vitae. «Occorre guardare la vita nella sua profondità — ha detto — scoprendo in ogni persona l’immagine del Creatore». Gruppi di fedeli in piazza San Pietro All’udienza generale di mercoledì 25 marzo, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Partecipanti all’Incontro promosso dalla Comunità di Sant Egidio. Dall’Italia: Suore Ancelle della Carità; Frati Minori Cappuccini. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: Santi Sisinio, Martirio e Alessandro, in Trento; Santissima Trinità, in Fossano; Madonna dei Laghi, in Avigliana; Santi Bartolomeo e Martino, in Casalpusterlengo; Santa Maria Assunta, in Blessaglia; Santa Maria della Scala, in Verona; San Germano, in Rivanazzano Terme; San Paolo, in San Polo di Podenzano; San Rocco, in Sambuceto; San Pietro in Formis, in Aprilia; San Biagio, in Marano Equo; Santissimo Salvatore, in Andria; San Leone Magno, in Bitonto; San Giovanni Bosco, in Potenza. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie di Pollenza, Tolentino di Macerata, Cimmo, Vercurago, Galliano Mugello, Mogliano, Voghera, Godiasco Salice Terme, San Teodoro. Coro del Duomo di Cittadella; Associazione Difendere la vita con Maria; Associazione Donum vitae; Movimento italiano per la vita; Lavoratori della Provincia di Vibo Valentia, con il Vescovo di Mileto-NicoteraTropea, Mons. Luigi Renzo; Movimento Arcobaleno Santa Maria Addolorata; Associazione nazionale Polizia di Stato, di Teramo; Associazione nazionale Polizia Penitenziaria, di Avellino; Associazione nazionale Carabinieri, di Curtarolo e Campo San Martino, e di Siracusa; Associazione nazionale Vigili del Fuoco, di Pisa; Associazione Santomauro, di Bari; Associazione Opera dell’Amore, di Potenza; Associazione Insieme si può, di Torre del Lago; Associazione Il libeccio, di Francavilla al Mare; Associazione Fra’ Guglielmo Massaia, di Piovà Massaia; Associazione Life, di Campodarsego; Associazione Wend Barka, di Montecatini Terme; Associazione scuola calcio Bonolis, di Teramo; Associazione Mondo nuovo, di Volterra; Associazione nazionale circoli universitari italiani; Gruppi ACLI, di Triggiano, e di Milano; Gruppo del IV Municipio di Roma; Gruppo di preghiera San Pio, di San Damiano d’Asti; Gruppo Terz’O rdine francescano secolare, di Stroncone; Comitato Befana subacquea, di Riva del Garda; Cooperativa I tre melograni, di Cirò Marina; Centro diurno Nickan, di Brindisi; Gruppo Don Orione, di Milano; Circolo ricreativo aziendale De Cecco, di Fara San Martino; Casa Capuani, di Paternopoli; Soci dei Lions Clubs; Club I borghi più belli d’Italia; Rotary club, di Ottaviano. Gruppi di studenti: Collegio San Carlo, di Milano; Liceo Troya, di Andria; Liceo Peano, di Tortona; Liceo Antonelli, di Torrion Quartara; Liceo Parini, di Barzanò; Liceo Basile, di Palermo; Liceo Romagnosi, di Parma; Istituto Lia, di Giugliano in Campania; Istituto Pertini, di Brindisi; Istituto Perlasca, di Idro; Istituto Pertini-Santoni, di Crotone; Istituto alberghiero, di Teano; Istituto Ne- ri, di Concordia sul Secchia; Istituto Oriani, di Faenza; Istituto Calabretta, di Soverato; Istituto Sacchi, di Piadena; Istituto da Vinci, di Chiavenna; Istituto Ravizza, di Novara; Istituto Fermi-Galilei, di Cirié; Istituto Beltrami, di Cremona; Istituto Fermi, di Vittoria; Istituto Conti, di Aversa; Scuola San Giuseppe, di Alzano Lombardo; Scuola Stanzione, di Frattamaggiore; Scuola Di Giacomo, di Giugliano in Campania; Scuola Bambi, di Ercolano; Scuola La traccia, di Ariate di Calco; Scuola Umberto di Savoia, di Trapani. Gruppi di fedeli da Lomazzo, Santa Maria a Vico, From England: Members of the Catholic Catenian Association, accompanied by Bishop Mark OToole. From the Channel Islands: Pilgrims from Beaulieu Convent School, Jersey. From Denmark: Pilgrims from: A special educational school, Odder; Svendborg Business School. From Germany: Students and staff from Ebern High School. From Malta: Students and staff from St Andrew’s School. From Quatar: Pilgrims from Our Lady of the Rosary Catholic Church, Doha. From Australia: Students and staff from St Mary’s College, Northcore. From Indonesia: Pilgrims from St Peter’s Church, Bandung. Camucia di Cortona, Borgo San Lorenzo, Bellusco, Carvico, Torre de’ Busi, Sant’Arsenio, Carovigno, Aquino, Ancona, Nicosia, Castellammare di Stabia, Santa Domenica di Ricadi. Dalla Svizzera: Parrocchia San Vittore Mauro, in Poschiavo. Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Ungheria. I polacchi: Pielgrzymi z Mławy i Warszawy; grupa turystyczna z Opola; pielgrzymi indywidualni. De France: Pèlerinage du Diocèse d’Angers; Equipe Notre-Dame, de Marseille; Centre Madeleine Danielou, de Rueil-Malmaison; Lycée Saint-Adjutor, de Vernon; Ecole Gerson, de Paris; Collège Richelieu, de Lugon; Collège de Maillé; Collège Le Bon Sauveur, de Le Vesinet; Institut Sainte-Marie, de Neuilly-sur-Seine. From various Countries: Benedictine monks participating in a monastic renewal program. From the United States of America: Pilgrims from the following parishes: St Thomas Aquinas University Parish, Fayetteville, Arkansas; Cathedral of the Immaculate Heart of Mary, Las Cruces, New Mexico; A delegation from the National Catholic Rural Life Association; A group of St Bonaventure University Alumni, New York; Students and faculty from: University of Newark, Delaware; Newman Center, University of Nebraska, Lincoln; Dr Phillips High School, Orlando, Florida; Chesterton Academy, Minneapolis, Minnesota. Aus verschiedenen Ländern: Mitglieder des Skid Row Marathon. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden Pastoraler Raum, Bad Driburg; St. Jakobus, Görlitz; St. Matthias, Euskirchen; St. Franziskus, Gummersbach; Heiliger Nikolaus, Hamburg; St. Vincentius, Haselünne und St. Laurentius, Lehrte; Herz-Jesu, Kelsterbach; St. Josef, Mittelbuch; St. Martin, Mühlenberg; Dekanat Neuburg-Schrobenhausen; St. Lambertus, Ochtrup; Heiliger Josef, Saarbrücken; Zwölf Apostel, Spessart; St. Josef, Stadtkyll; St. Kornelius und Cyprian, Waghäusel-Kirrlach; St. Franziskus, Wiehl; Pilgergruppen aus dem Bistum Münster; Bistum Trier; Pilgergruppen aus Aachen; Augsburg; Bernbeuren; Dorfen; Eschbronn; aus dem Oldenburger Münsterland; Nesselwang; aus dem Kreis Ravensburg; Ruhmannsfelden; Troisdorf; Würzburg; Jubelpaare aus dem Bistum Augsburg; Fußpilger aus der Pfarrei St. Nikolaus, Brüggen; Katholische Arbeitnehmerbewegung, Löffelstelzen; Schwabenverlag, Ostfildern; Evangelische Gemeinde, Halle; Ev. luth. Kirchengemeinde Hittfeld und Seevetal; Marathonläufer aus Berlin; Chor, Orchester und Eltern aus dem Gymnasium Essen-Werden; Studienreisegruppe Karlsruhe; Schülerinnen, Schüler und Lehrer aus folgenden Schulen: Friedrich-RückertGymnasium, Ebern; Mannesmann-Gymnasium, Duisburg; Duborg Gymnasium, Flensburg; Städtisches Gymnasium, Gütersloh; Schule Jahn, Sondershausen. Aus der Republik Österreich: Pilger aus der Pfarre Hl. Josef, Imst; Pilgergruppen aus Pöllau; Wien; Schutzverband der Pensionisten, Steyr; Schülerinnen, Schüler und Lehrer aus folgenden Schulen: Gymnasium, Jennersdorf; Schülergruppe aus dem Zweisprachigen Bundesgymnasium Oberwart und des HLW Pinkafeld. De España: Seminaristas de la Diócesis de Getafe; Colegio Nuestra Señora del Carmen, de Elche; Colegio San José, de Tavernes de la Valldigna; Colegio Cristo crucificado, de Villa Pilar; Colegio Salesiano, de Córdoba; Colegio Divino Maestro, de Madrid; Colegio Marista San Fernando, de Sevilla; Instituto Germán Sánchez, de Salamanca; Instituto Antares, de Rivas; Instituto Diego Tortosa, de Cieza. De México: Parroquia Santa María de Guadalupe, de Bosque de los Lagos. De Colombia: Delegación de la Banca Colpatria. De Uruguay: grupo de peregrinos. De Argentina: grupos de peregrinos. De Portugal: grupo do Outeiro da Corticada. Do Brasil: grupo da Diocese de Taubaté. † La Segreteria di Stato comunica che è deceduto Monsignore LUIGI SBARBARO già Prevosto di Sant’Ambrogio di Zoagli e Canonico Onorario della Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio a Rapallo fratello di S.E. Monsignor Eugenio Sbarbaro, Nunzio Apostolico Nell’esprimere sentita partecipazione al suo dolore, i Superiori e gli Officiali della Segreteria di Stato e del Servizio Diplomatico della Santa Sede assicurano il ricordo nella preghiera mentre invocano dal Signore conforto per i familiari del caro defunto. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 8 giovedì 26 marzo 2015 Teofana, «Family» All’udienza generale Papa Francesco invita a pregare per tutte le famiglie Dentro e fuori l’ovile Una speciale «sosta di preghiera» per la famiglia e per la vita: è stato questo il senso dell’udienza generale svoltasi nella mattina di mercoledì 25 marzo, solennità dell’Annunciazione. Ai fedeli presenti in piazza San Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nel nostro cammino di catechesi sulla famiglia, oggi è una tappa un po’ speciale: sarà una sosta di preghiera. Il 25 marzo infatti nella Chiesa celebriamo solennemente l’Annunciazione, inizio del mistero dell’Incarnazione. L’Arcangelo Gabriele visita l’umile ragazza di Nazaret e le annuncia che concepirà e partorirà il Figlio di Dio. Con questo Annuncio il Signore illumina e rafforza la fede di Maria, come poi farà anche per il suo sposo Giuseppe, affinché Gesù possa nascere in una famiglia umana. Questo è molto bello: ci mostra quanto profondamente il mistero dell’Incarnazione, così come Dio l’ha voluto, comprenda non soltanto il concepimento nel grembo della madre, ma anche l’accoglienza in una vera fa- Pietro il Papa ha rivolto l’invito a recitare un’Ave Maria e la preghiera alla Santa famiglia composta per il Sinodo dei vescovi, ricordando che la Chiesa «come madre, non abbandona mai la famiglia». miglia. Oggi vorrei contemplare con voi la bellezza di questo legame, la bellezza di questa condiscendenza di Dio; e possiamo farlo recitando insieme l’Ave Maria, che nella prima parte riprende proprio le parole dell’Angelo, quelle che rivolse alla Vergine. Vi invito a pregare insieme: «Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, Prega per noi peccatori Adesso e nell’ora della nostra morte. Amen» Ed ora un secondo aspetto: il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, in molti Paesi «Per sconfiggere il terrore dell’Is ciascuno deve compiere un atto di carità in più». È l’appello rilanciato stamani dai familiari di David Haines e Alan Henning, i due ostaggi britannici decapitati in Siria rispettivamente il 13 settembre e il 3 ottobre 2014. Mike Haines, fratello di David, e Barbara Henning, moglie di Alan, hanno voluto incontrare il Papa proprio per «testimoniare insieme», come hanno fatto già con una lettera aperta, il loro «messaggio di unità tra i popoli». E rilanciare, appunto, l’appello a «continuare a operare per il bene soprattutto laddove c’è più bisogno». Ad accompagnarli all’udienza, tra gli altri, l’ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Nigel Baker, e l’imam londinese Shah Nawaz Haque. «Mio fratello — confida Mike Haines — era entusiasta del suo lavoro come operatore umanitario: aiutava chiunque avesse bisogno senza badare alla razza o alla religione». Militare di carriera, aveva scelto il servizio di volontariato a tempo pieno dopo essere stato nei Balcani. Era stato anche in Libano e Sud Sudan. Poi era partito per la Siria, nonostante fosse sposato e avesse due figli, «con gioia e si celebra la Giornata per la Vita. Per questo, vent’anni fa, san Giovanni Paolo II in questa data firmò l’Enciclica Evangelium vitae. Per ricordare tale anniversario oggi sono presenti in Piazza molti aderenti al Movimento per la Vita. Nella Evangelium vitae la famiglia occupa un posto centrale, in quanto è il grembo della vita umana. La parola del mio venerato Predecessore ci ricorda che la coppia umana è stata benedetta da Dio fin dal principio per formare una comunità di amore e di vita, a cui è affidata la missione della procreazione. Gli sposi cristiani, celebrando il sacramento del Matrimonio, si rendono disponibili ad onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita. La Chiesa, da parte sua, si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia che ne nasce, come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e Per sconfiggere il terrore con la sola aspettativa di stare accanto ai più poveri». Era lo stesso spirito che animava Alan Henning, ricorda la moglie a nome anche dei due figli: «Sta a noi impedire che le azioni violente di poche persone ostacolino l’unità tra la gente di ogni religione». A Francesco hanno ribadito il loro impegno a promuovere azioni di carità per sconfiggere l’odio: «Quegli assassini non ci faranno smettere di credere in ciò che ha portato alla morte i nostri cari: il servizio ai bisognosi». A dare forza a questa testimonianza erano presenti in piazza San Pietro anche i leader musulmani che da martedì stanno dando vita all’incontro «Cattolici e sciiti. Responsabilità dei credenti in un mondo globale e plurale», promosso a Roma dalla comunità di Sant'Egidio e dalla Imam al-Khoei Foundation, realtà internazionale legata alla massima autorità dell’islam sciita iracheno, l’ayatollah Ali Sistani. Un incontro, definito «storico» da entrambe le parti, che vuole «rafforzare la via del dialogo contro le derive violente dell’estremismo». I contenuti di questo dialogo sono stati presentati al Papa, stamani, da una decina di leader religiosi sciiti provenienti da Iran, Iraq, Libano, Arabia Saudita, Bahrein e Kuwait. Nel confronto non è mancata una presa di posizione contro il «terrorismo religioso che diffonde nel mondo un’immagine terrificante della religione musulmana» spiega il libanese Mohammad Hassan Al-Amine. «Musulmani e cristiani devono lavorare insieme per la pace» è il pensiero di Waleed Faraj Allah, della facoltà teologica irachena di Kufa. E proprio l’Iraq, in particolare i campi dei rifugiati, è l’obiettivo della missione che una delegazione della Congregazione per le Chiese orientali e del Pontificio Consiglio Cor Unum stanno per compiere. Al Papa hanno presentato l’iniziativa e chiesto di benedire tre immagini della Madonna che scioglie i nodi, da donare, appunto, alle persone che vivono in situazioni drammatiche. Particolarmente significativa anche la presenza in piazza San Pietro di una delegazione dell’importante comunità indù del Kerala. La scottante questione della disoccupazione è stata poi presentata al Pontefice da duecento calabresi che hanno perso il lavoro o stanno per essere licenziati. «Siamo qui per dare voce a duemila persone, a duemila famiglie che vivono una grande sofferenze e sono addirittura alla fame» denuncia il vescovo di Vibo Valentia, monsignor Luigi Renzo. «Dal Papa — aggiunge — cercano un segno di affetto e attenzione che possa dare loro speranza e forza di resistere». Dalla parte dei più poveri, soprattutto i bambini, è schierato anche l’ex calciatore interista colombiano Iván Ramiro Córdoba, che anima una fondazione di nella cattiva sorte: il legame tra Chiesa e famiglia è sacro ed inviolabile. La Chiesa, come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata. Neppure quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa; sempre farà di tutto per cercare di curarla e di guarirla, di invitarla a conversione e di riconciliarla con il Signore. Ebbene, se questo è il compito, appare chiaro di quanta preghiera abbia bisogno la Chiesa per essere in grado, in ogni tempo, di compiere questa missione! Una preghiera piena di amore per la famiglia e per la vita. beneficenza. Al Papa ha donato la maglia della squadra argentina del San Lorenzo. In vista della Giornata mondiale della gioventù di Cracovia nel 2016, Francesco ha benedetto la copia del crocifisso di San Damiano e della statua della Madonna di Loreto che da domenica saranno portate in pellegrinaggio in tutte le diocesi italiane: la prima tappa sarà ad Albano. A presentare l’iniziativa al Papa sono stati don Michele Falabretti, responsabile del Servizio della pastorale giovanile della Cei, con don Calogero Manganello e alcuni giovani di Assisi e Loreto L’udienza è stata caratterizzata dall’invito del Pontefice a recitare l’Ave Maria e la preghiera alla Santa Famiglia da lui composta in vista del Sinodo di ottobre. Il testo di quest’ultima, stampato in un’immaginetta distribuita prima dell’udienza, è stato trasmesso anche sui maxischermi. L’iniziativa voluta da Francesco ha visto protagonisti, in particolare, quanti operano in prima linea in difesa della vita: erano presenti stamani oltre mille volontari dell’associazione Difendere la vita con Maria, dell’associazione Donum vitae e del Movimenti per la vita, il cui presidente, Carlo Casini ha rimarcato la coincidenza con i venti anni dell’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II. Prima di incontrare i fedeli in piazza San Pietro, Francesco aveva salutato i tanti malati, sistemati nell’atrio dell’aula Paolo VI in modo da non farli rimanere a lungo sotto la pioggia. Una preghiera che sa gioire con chi gioisce e soffrire con chi soffre. Ecco allora quello che, insieme con i miei collaboratori, abbiamo pensato di proporre oggi: rinnovare la preghiera per il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. Rilanciamo questo impegno fino al prossimo ottobre, quando avrà luogo l’Assemblea sinodale ordinaria dedicata alla famiglia. Vorrei che questa preghiera, come tutto il cammino sinodale, sia animata dalla compassione del Buon Pastore per il suo gregge, specialmente per le persone e le famiglie che per diversi motivi sono «stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore» (Mt 9, 36). Così, sostenuta e animata dalla grazia di Dio, la Chiesa potrà essere ancora più impegnata, e ancora più unita, nella testimonianza della verità dell’amore di Dio e della sua misericordia per le famiglie del mondo, nessuna esclusa, sia dentro che fuori l’ovile. Vi chiedo per favore di non far mancare la vostra preghiera. Tutti — Papa, Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici — tutti siamo chiamati a pregare per il Sinodo. Di questo c’è bisogno, non di chiacchiere! Invito a pregare anche quanti si sentono lontani, o che non sono più abituati a farlo. Questa preghiera per il Sinodo sulla famiglia è per il bene di tutti. So che stamattina vi è stata data su un’immaginetta, e che l’avete tra le mani. Vi invito a conservarla e a portarla con voi, così che nei prossimi mesi possiate recitarla spesso, con santa insistenza, come ci ha chiesto Gesù. Ora la recitiamo insieme: Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen. Nei saluti ai gruppi dei fedeli il Pontefice ricorda che garantire il lavoro è una questione di giustizia Pane e dignità «Quando non si guadagna il pane, si perde la dignità!»: lo ha ricordato il Pontefice salutando i gruppi di fedeli presenti all’udienza generale. Il Papa ha rivolto un «accorato appello» affinché nel mondo del lavoro «non prevalga la logica del profitto, ma quella della solidarietà e della giustizia». Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i giovani. Vi invito a pregare per le famiglie e per il Sinodo, affinché tutti siano sempre più consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia. Dio vi benedica! Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Isole del Canale, Danimarca, Germania, Malta, Qatar, Indonesia, Australia e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare ai rappresentanti della Comunità Hindu di Kerala. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace nel Signore. Dio vi benedica! Un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dai Paesi di lingua tedesca. Saluto in particolare il gruppo del liceo di EssenWerden e ringrazio il coro e l’orchestra della scuola per la musica che ci hanno fatto ascoltare. Rinnovo a tutti l’invito ad accompagnare il Sinodo sulla famiglia con la preghiera. È un importante impegno per il bene di tutti. Di cuore vi benedico, voi e i vostri cari. Saludo a los peregrinos de lengua española, en especial a los grupos provenientes de España, Uruguay, Colombia, Argentina, México y otros Países latinoamericanos. Les pido, por favor, que no falten las oraciones de todos por el Sínodo. Necesitamos oraciones, no chismes. Que recen también los que se sienten alejados o no están habituados a rezar. Muchas gracias. Saluto i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i fedeli di Outeiro da Cortiçada e della Diocesi di Taubaté. In quest’ultima tappa quaresimale, auguro che il vostro pellegrinaggio a Roma fortifichi in tutti la fede e rafforzi, nell’amore divino, i vincoli di ciascuno con la sua famiglia, con la comunità ecclesiale e con la società. La Madonna vi accompagni e protegga. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, affidiamo alla protezione della Vergine Maria tutti gli sposi e tutte le famiglie. La Madre di Dio ci aiuti a favorire e promuovere la famiglia nella società e di fronte alle sfide del nostro tempo. Il Signore vi doni la sua grazia e la sua pace! Saluto i pellegrini polacchi. L’odierna solennità ci ricorda che per la nostra salvezza il Figlio di Dio, assumendo la nostra natura, si è fatto uomo. È venuto al mondo in una famiglia, è con noi e ci guida nella nostra vita. Cerchiamo di scorgere la sua presenza in ogni coppia di sposi, in ogni fami- glia. La sua vicinanza faccia splendere e sostenga la vostra vita, aiuti a superare le difficoltà, sia fonte di vera gioia nei vostri cuori. Sia lodato Gesù Cristo. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto il Movimento per la Vita, le associazioni «Difendere la Vita con Maria» e Donum Vitae, il Movimento Arcobaleno Santa Il Papa con i familiari di due vittime dell’Is in Siria Maria Addolorata, il coro del duomo di Cittadella (Padova), i rappresentanti del club «I bor- tempo, specialmente per i giovani, i quali, ghi più belli d’Italia» e i Circoli Universita- senza il lavoro, non hanno prospettive per ri Italiani. il futuro e possono diventare facile preda Saluto con speciale affetto i lavoratori delle organizzazioni malavitose. Per favore, della Provincia di Vibo Valentia, che stanno lottiamo per questo: la giustizia del lavoro. vivendo una grave situazione economica. Saluto, infine, i giovani, gli ammalati e Desidero unirmi agli interventi del loro Vescovo, Mons. Luigi Renzo, esprimendo la gli sposi novelli. Vi accolgo con gioia nel mia preoccupazione e vicinanza ai loro as- giorno in cui la Chiesa celebra la solennità sillanti problemi. Rivolgo un accorato ap- dell’Annunciazione del Signore. In questo pello, affinché non prevalga la logica del mistero scorgiamo il disegno col quale Dio profitto, ma quella della solidarietà e della ci ha reso partecipi della sua vita immortale giustizia. Al centro di ogni questione, spe- ed anche la generosa disponibilità di Maria, cialmente di quella lavorativa, va sempre che ha accolto con fede l’annuncio dell’Anposta la persona e la sua dignità: per que- gelo. Auguro di cuore a voi giovani, alle sto avere lavoro è una questione di giusti- persone che soffrono ed ai novelli sposi qui zia, ed è una ingiustizia non avere lavoro! presenti di crescere nella generosa disponiQuando non si guadagna il pane, si perde bilità nei confronti del Signore, seguendo la dignità! E questo è il dramma del nostro l’esempio della Vergine Santa.
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