In difesa dei diritti delle donne

L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 2
mercoledì 25 marzo 2015
Militare colombiano
durante un’operazione di sminamento
Intervento della Santa Sede
L’AVANA, 24. Il Governo colombiano e le Forze armate rivoluzionarie
della Colombia (Farc) hanno cominciato ieri all’Avana la prima riunione tecnica per finalizzare lo storico accordo annunciato il 7 marzo
per lo sminamento del territorio.
Una delegazione tecnica del Governo, composta principalmente da alti
ufficiali militari, è giunta a Cuba
per sostenere con i negoziatori un
ciclo di colloqui che si terrà in parallelo e nel luogo delle trattative di
pace avviate nel novembre 2012.
È la prima volta — sottolineano
gli analisti — che le due parti si siedono al tavolo per definire la tabella di marcia per l’attuazione del
programma di sminamento che dovrebbe iniziare entro sei settimane,
stando al ministro del Dopoguerra,
il generale a riposo Óscar Naranjo.
La delegazione governativa comprende il direttore dell’organizzazione Acción contra Minas della presidenza della Repubblica, generale
Rafael Colon, il delegato del Ministero della Difesa e delle Forze Armate per lo sminamento, il generale
di brigata Néstor Robinson, il comandante del Battaglione per lo
sminamento umanitario (Bides), colonnello Willington Benítez, e la
consigliera Marisol Peñaloza.
In difesa dei diritti
delle donne
Pubblichiamo la traduzione italiana
dell’intervento pronunciato il 13 marzo
scorso dall’arcivescovo Bernardito Auza, nunzio apostolico, osservatore permanente della Santa Sede presso
l’Onu a New York, in occasione della
59ª sessione della Commissione sulla
condizione delle donne (New York, 920 marzo 2015).
Signora Presidente,
La mia delegazione è lieta che la
Commissione abbia scelto di riflettere sulla Dichiarazione e sulla Piattaforma d’azione di Pechino, nella
prospettiva di presentare l’avanzamento e l’uguaglianza delle donne
in un’Agenda di Sviluppo post2015.
Ci sono stati progressi notevoli a
favore della causa delle donne in
molti Paesi, specialmente negli ambiti dell’educazione, della rappresentanza politica e della partecipazione economica. Le donne, sempre
più, stanno anche guidando importanti sforzi pubblici e privati per
portare rimedio alla discriminazione, alleviare la povertà e affrontare
una miriade di altre sfide con le
quali oggi si confrontano le donne.
Tra Farc e Governo colombiano
Colloqui
sullo sminamento
Il conflitto tra le Farc e il Governo colombiano ha causato, secondo
le stime ufficiali, la morte di almeno
220.000 persone. Come detto, dal
2012 sono in corso negoziati tra le
parti, condotti dapprima a Oslo e
successivamente all’Avana. Basato
su un’agenda negoziale composta
da cinque punti — riforma agraria e
Aprirà tra un anno
il nuovo
Canale di Panamá
PANAMÁ, 24. Da 4.400 fino a
14.000. È la capacità di container
delle navi che potranno attraversare
il Canale di Panamá quando, tra circa un anno, l’opera sarà completata
e inaugurata. Una rivoluzione per il
commercio marittimo mondiale, con
il Panamá che vedrà raddoppiare fino a cinque miliardi di dollari annui
i suoi ricavi lordi. L’opera alla fine
costerà circa 5,8 miliardi di dollari,
una cifra maggiore dei 3,3 stimati
inizialmente. Anche di questi costi
extra — al centro di un contenzioso
che si preannuncia lungo — potranno parlare direttamente in queste
ore in un incontro ufficiale il presidente panamense, Juan Carlos Varela, e l’amministratore delegato della
Salini Impregilo, Pietro Salini, dopo
un primo vertice tenuto a Roma tre
settimane fa. Il gruppo italiano è infatti il leader operativo di un grande
consorzio internazionale.
sviluppo rurale, partecipazione politica, fine del conflitto armato, blocco della produzione e della vendita
di stupefacenti, rispetto dei diritti
umani — il dialogo tra Governo e
guerriglieri prosegue in direzione di
una tregua bilaterale, come auspicato anche dal presidente colombiano,
Juan Manuel Santos.
Visite all’Avana di Lavrov e Mogherini
Missioni internazionali
a Cuba
L’AVANA, 24. Nuovi passi si segnalano nel processo di disgelo internazionale con Cuba, avviato a dicembre dall’annuncio della fine del
contrasto con gli Stati Uniti — e
più in generale con l’Occidente —
durato oltre cinquant’anni. Alla luce di tale sviluppo può essere letta
anche la visita nell’isola che vedrà
oggi impegnato Serghiei Lavrov,
ministro degli Esteri della Russia,
tradizionale principale alleata di
Cuba. Il Governo di Mosca è infatti deciso a non far mancare il
suo sostegno in questa fase a quello dell’Avana.
Nel contesto della mutata situazione causata dal disgelo annunciato dai presidenti cubano Raúl Castro e statunitense Barack Obama
si iscrive a maggior ragione la missione che conduce sempre oggi
nell’isola l’alto Rappresentante per
la politica estera e di sicurezza co-
mune dell’Unione europea, Federica Mogherini.
In parallelo a quelli con
Washington, il Governo cubano ha
proseguito in questi giorni anche i
negoziati con l’Unione europea avviati un anno fa per giungere alla
firma di un accordo politico e di
cooperazione. La scorsa settimana,
il capo negoziatore europeo, Christian Leffler, ha riferito di «progressi sostanziali».
Fermata
e rilasciata
la figlia di Ledezma
CARACAS, 24. Antonieta Ledezma,
la figlia del sindaco di Caracas antichavista, Antonio Ledezma, è
stata liberata ieri dal Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin)
che poche ore prima l’aveva fermata all’aeroporto internazionale
Maiquetia della capitale venezuelana. Tuttavia gli agenti hanno sequestrato il passaporto della ragazza. Il deputato oppositore Richard Blanco, che era stato il primo a denunciare l’arresto della figlia ventenne di Antonio Ledezma, ha confermato la notizia, scrivendo su Twitter che Antonieta «è
uscita dalla sede del Sebin, ma le
hanno trattenuto il passaporto».
Esponente dell’opposizione, Ledezma è stato arrestato lo scorso
febbraio con l’accusa — sostenuta
dal presidente Nicolás Maduro —
di far parte di un presunto piano
per far cadere il Governo con il
sostegno di Washington.
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Il presidente cubano Raúl Castro (Ap)
Mosca critica Washington
per l’invio di armi a Seoul
MOSCA, 24. La Russia, tramite un
comunicato del ministero degli
Esteri, ha avvertito oggi gli Stati
Uniti che l’invio di sistemi di difesa antimissile alla Corea del Sud
potrebbe minacciare la sicurezza
nella regione.
L’Amministrazione di Washington ha fatto sapere di voler dispiegare sistemi a lungo raggio Thaad
in Corea del Sud come deterrente
alle provocazioni militari del regime di Pyongyang.
«Un tale sviluppo può solo causare preoccupazione per l’influen-
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la lotta per l’uguale accesso delle ragazze all’educazione, specialmente a
un’educazione di qualità, sia un elemento indispensabile nella lotta per
il progresso delle donne.
Signora Presidente,
Domenica 8 marzo Papa Francesco ha inviato il suo saluto a tutte le
donne nel mondo, sottolineando
che “[u]n mondo dove le donne sono emarginate è un mondo sterile,
perché le donne non solo portano la
vita ma ci trasmettono la capacità di
vedere oltre”, in altre parole “ci trasmettono la capacità di capire il
mondo con occhi diversi”. Il contributo delle donne a un mondo migliore comprende la generosità di
servire in modo gratuito e di accogliere, piuttosto che escludere.
La mia Delegazione ribadisce la
disponibilità di Papa Francesco a lavorare con tutti coloro che cercano
ogni giorno di costruire un mondo
che tratti concretamente le donne
come uguali, nella diversità dei doni
e delle forze, per il bene comune
più grande di tutti.
Grazie, Signora Presidente.
Forum marittimo
tra Giappone e Indonesia
za distruttiva della difesa missilistica globale degli Stati Uniti sulla
sicurezza internazionale», si legge
in una dichiarazione del ministero
degli Esteri russo. «In una regione
dove la situazione è già estremamente complicata in termini di sicurezza, questo potrebbe servire
come nuovo impulso a una corsa
agli armamenti nell’Asia nordorientale e complicare ulteriormente ogni soluzione della questione
nucleare nella penisola coreana»,
aggiunge la nota pubblicata dal
ministero degli Esteri russo.
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Tuttavia, nonostante gli ammirevoli sforzi e gli importanti progressi
ancora troppe donne continuano a
doversi confrontare con la discriminazione e con molte forme di violenza per il solo fatto di essere donne. Pertanto, tutti gli attori devono
continuare a dedicare il massimo
sforzo per ovviare a tali violazioni.
Signora Presidente,
l’obiettivo di sradicare la povertà,
in particolare la povertà estrema, è
al centro delle preoccupazioni della
Santa Sede. La Chiesa cattolica ha
un’esperienza quasi senza eguali per
quanto riguarda i bisogni dei poveri, grazie al suo impegno bimillenario e alle centinaia di migliaia di
programmi e istituzioni che servono
le donne e gli uomini poveri in tutto il mondo. Papa Francesco non si
stanca mai di esortare i leader mondiali e tutti noi a dare la priorità alla piaga della povertà e a usare la
ricchezza per servire l’umanità, e
non il contrario.
La promozione di economie inclusive ed eque ha un impatto profondo sul miglioramento dello status delle donne. Di fatto, le donne
vivono disagi economici unici legati
a politiche d’impiego ingiuste, stipendi diversi per lo stesso lavoro,
negazione dell’accesso a crediti e a
proprietà, vittimizzazione nelle situazioni di conflitto e migrazione.
Sebbene le donne costituiscano la
maggioranza dei poveri e siano colpite dal fardello della povertà in
modi molto specifici, esse sono però
coraggiosamente in prima linea nella lotta per sradicare la povertà
estrema. Da questa prospettiva, la
lotta per l’avanzamento delle donne
deve anche significare che si assicuri
loro uguale accesso alle risorse, ai
capitali e alla tecnologia.
Tenendo conto di questi svantaggi che molte donne devono ancora
subire, occorre formulare le risposte
alla povertà con obiettivi coraggiosi
e attuarle con mezzi sufficienti, di
modo che possano avere un impatto
concreto sulla promozione delle
donne.
Diversi studi hanno dimostrato
che strutture familiari fragili e il declino del matrimonio tra i poveri sono collegati in modo molto stretto
alla povertà tra le donne. Le madri
single vengono lasciate sole a crescere i bambini. Molte madri in situazioni di difficoltà non riescono a
mandare i figli a scuola, facendoli
così entrare nel circolo vizioso della
povertà e dell’emarginazione. Sebbene i governi e la società non creino famiglie, hanno però ruoli fondamentali da svolgere nel sostenere
famiglie sane e favorire il ruolo genitoriale. Numerose relazioni della
Segreteria Generale hanno sottolineato la centralità della famiglia per
lo sradicamento della povertà e lo
sviluppo sostenibile.
La Santa Sede prende nota della
relazione dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
diritti umani sui problemi e gli attacchi che le ragazze continuano a
subire nell’accedere all’educazione.
La mia Delegazione è convinta che
TOKYO, 24. Giappone e Indonesia
hanno lanciato un Forum marittimo
bilaterale per la cooperazione e la
sicurezza, rafforzando con l’aiuto
nipponico infrastrutture portuali e
potenziamento della guardia costiera indonesiane. Lo hanno concordato ieri il premier nipponico, Shinzo
Abe, e il presidente indonesiano,
Joko Widodo, in Giappone per una
visita di Stato di quattro giorni.
Le parti hanno convenuto pure
sulla cooperazione bilaterale in missioni di pace e nello sviluppo di attrezzature per la difesa. I due leader
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Editrice L’Osservatore Romano
don Sergio Pellini S.D.B.
direttore generale
hanno inoltre concordato un’iniziativa congiunta su commercio e investimenti, con Tokyo che ha offerto
140 miliardi di yen (1,1 miliardi di
euro) in prestiti a tasso agevolato
per un sistema di trasporto rapido
di massa a Giakarta. Il Forum marittimo è maturato nell’ambito del
progetto indonesiano di fungere da
collegamento tra gli oceani Pacifico
e Indiano e dare priorità allo sviluppo di infrastrutture marittime, alla
costruzione di porti in acque profonde e alle reti logistiche per sostenere trasporto via mare e turismo.
Tariffe di abbonamento
Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198
Europa: € 410; $ 605
Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665
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Arrestati
duecento cristiani
in Pakistan
ISLAMABAD, 24. La polizia pakistana ha arrestato oggi circa
duecento persone a Youhanabad, quartiere cristiano di Lahore, per il linciaggio di due persone avvenuto il 15 marzo scorso
in seguito agli attentati talebani
contro due chiese.
Le forze dell’ordine — riferisce
l’agenzia Asia News — non hanno reso noto dove hanno portato gli arrestati. Per il momento
ai familiari è stata negata la possibilità di mettersi in contatto
con i loro cari. La situazione nel
quartiere è tesa e molte persone
iniziano ad abbandonare la zona. Leader religiosi e attivisti
politici hanno chiesto che le
persone arrestate siano rilasciate.
Il 15 marzo scorso due talebani si sono fatti esplodere all’ingresso di due chiese, causando
la morte di 19 persone e il ferimento di oltre settanta. In risposta agli attentati la folla ha
ucciso due persone, sospettate
di essere coinvolte nelle esplosioni, ma poi rivelatesi estranee
ai fatti.
Impegno indiano
per le minoranze
religiose
NEW DELHI, 24. L’India si impegna a proteggere le minoranze religiose nel Paese, in particolar
modo i cristiani vittime di svariati attacchi. Questo il messaggio
lanciato ieri dal ministro dell’Interno indiano, Rajnath Singh, nel
corso di una funzione religiosa
nel Punjab. «Nel momento in cui
ci sarà un attacco a un tempio, a
una moschea o a una chiesa — ha
detto — allora prenderemo tutte
le misure necessarie e in maniera
decisa». Non bisogna «avere
paura: le minoranze religiose fanno parte di questo Paese» ha aggiunto. Anche il capo del Governo indiano, Narendra Modi, ha
più volte sottolineato nelle scorse
settimane l’impegno del suo Esecutivo nel contrastare le violenze
contro le minoranze religiose.
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giovedì 26 marzo 2015
.
All’udienza generale Papa Francesco invita a pregare per tutte le famiglie
Nuovo sequestro di massa nel nord-est nigeriano
Dentro e fuori l’ovile
La guerra
di Boko Haram alle donne
E ribadisce che garantire il lavoro è questione di giustizia
Una speciale «sosta di preghiera»
per la famiglia e per la vita: è stato
questo il senso dell’udienza generale
di mercoledì 25 marzo, solennità
dell’Annunciazione. Ai fedeli presenti in piazza San Pietro il Papa ha rivolto l’invito a recitare un’Ave Maria
e la preghiera alla Santa famiglia
composta per il Sinodo dei vescovi,
ricordando che la Chiesa «come madre, non abbandona mai la famiglia,
anche quando essa è avvilita, ferita e
in tanti modi mortificata»; neppure
— ha rimarcato — «quando cade nel
peccato, oppure si allontana dalla
Chiesa».
Nel richiamare la ricorrenza del
ventennale dell’Evangelium vitae di
Giovanni Paolo II il Pontefice ha
sottolineato che «la coppia umana è
stata benedetta da Dio fin dal principio per formare una comunità di
amore e di vita, a cui è affidata la
missione della procreazione». Con il
matrimonio, ha spiegato, «gli sposi
cristiani si rendono disponibili a
onorare questa benedizione, con la
grazia di Cristo, per tutta la vita».
Da parte sua «la Chiesa si impegna
solennemente a prendersi cura della
famiglia che ne nasce, come dono di
Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte»; dunque «il
legame tra Chiesa e famiglia è sacro
ed inviolabile».
Ecco la ragione dell’appello a
«una preghiera piena di amore per
la famiglia e per la vita, una preghiera che sa gioire con chi gioisce e
soffrire con chi soffre». Da qui l’invito a rinnovare la preghiera per il
Sinodo dei vescovi, rilanciando questo impegno fino al prossimo ottobre, quando avrà luogo l’assemblea.
«Così, sostenuta e animata dalla grazia di Dio — ha assicurato il Papa —
la Chiesa potrà essere ancora più
impegnata, e ancora più unita, nella
testimonianza della verità dell’amore
di Dio e della sua misericordia per
le famiglie del mondo, nessuna
esclusa, sia dentro che fuori l’ovile».
Successivamente, salutando un
gruppo di lavoratori calabresi giunti
da Vibo Valentia, il Pontefice ha
espresso la sua «preoccupazione»
per la grave situazione occupazionale. «Rivolgo — ha detto — un accorato appello, affinché non prevalga
la logica del profitto, ma quella della
solidarietà e della giustizia». Per
Francesco «al centro di ogni questione, specialmente di quella lavorativa,
va sempre posta la persona e la sua
dignità: per questo avere lavoro è
una questione di giustizia, ed è una
ingiustizia non avere lavoro! Quando non si guadagna il pane, si perde
la dignità!». E questo, ha aggiunto,
«è il dramma del nostro tempo, specialmente per i giovani, i quali, senza il lavoro, non hanno prospettive
per il futuro e possono diventare facile preda delle organizzazioni malavitose. Per favore, lottiamo per questo: la giustizia del lavoro».
«Famiglia in cammino»
ABUJA, 25. Centinaia di donne —
insieme, sembra, con numerosi
bambini — sono state sequestrate
nelle ultime ore da Boko Haram
nella località nigeriana di Damasak, al confine con il Niger. Sulla
vicenda non ci sono dichiarazioni
ufficiali del Governo di Abuja, ma
questo ennesimo sequestro di massa da parte del gruppo jihadista
sembra confermato da diverse testimonianze. Nelle scorse settimane, i
miliziani di Boko Haram erano stati costretti a ritirarsi da Damasak
dai contingenti di Niger e Ciad impegnati nella forza africana inviata
contro di loro in Nigeria e alla
quale forniscono truppe anche Benin e Camerun.
Le truppe africane questa settimana avevano trovato i corpi di almeno settanta persone sotto un
ponte che porta a Damasak, un
luogo probabilmente usato per le
esecuzioni di massa. Il colonnello
Toumva Mohamed, comandante
dei contingenti impegnati nella zona, aveva riferito denunce da parte
dei residenti circa il rapimento appunto di donne e bambini.
Particolari ulteriori su quanto avvenuto sono stati poi forniti ieri da
testimoni citati dall’agenzia di
stampa britannica Reuters. «Han-
no preso 506 giovani donne e bambini e ne hanno uccisi cinquanta
prima di abbandonare la città», ha
raccontato Souleymane Ali, un
commerciante del posto.
Le donne si confermano dunque
le principali vittime della guerra
avviata da oltre cinque anni da Boko Haram nel nord-est della Nigeria. Nonostante le sconfitte militari
subite nell’ultimo periodo a opera
dei contingenti africani e dell’esercito nigeriano, il gruppo jihadista
mostra di essere tuttora in grado di
colpire con l’abituale ferocia sia
con attacchi alle popolazioni civili
sia con atti di terrorismo.
Questa ferocia si è accanita nei
giorni scorsi contro le donne anche
a Bama, la città dello Stato nigeriano del Borno conquistata lo scorso
settembre dal gruppo jihadista che
vi aveva compiuto una delle sue
stragi più efferate, uccidendo, secondo fonti concordi, duemila persone. Questa settimana, alla vigilia
della battaglia che ha portato le
forze governative a riconquistare la
città, decine di donne costrette in
questi mesi a matrimoni forzati con
i miliziani di Boko Haram che le
avevano sequestrate, sono state uccise prima della ritirata.
PAGINA 8
La solidarietà e la vicinanza del Pontefice ai familiari delle vittime della sciagura aerea avvenuta in Francia
Tragedia europea
y(7HA3J1*QSSKKM( +\!z!%!$!.!
PARIGI, 25. Sono ancora poche le
certezze sulla dinamica del volo della Germanwings che si è schiantato
ieri sulle Alpi francesi. Il bilancio è
stato comunque confermato: 150 vittime, in quella che può essere considerata una tragedia europea coinvolgendo Germania, Francia e Spagna.
Dolore e solidarietà alle famiglie
delle vittime è stato espresso da Papa Francesco in un telegramma a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, inviato a monsignor Jean-Philippe Nault, vescovo
di Digne. Il Papa — si legge nel testo — «si unisce al lutto delle famiglie, manifestando loro la sua vicinanza nel dolore». Il Pontefice inoltre «prega per il riposo delle persone decedute, affidandole alla misericordia di Dio affinché le accolga
nella sua dimora di pace e di luce».
Papa Francesco «esprime la sua profonda vicinanza non solo a tutti coloro che sono colpiti da questo
dramma, ma anche ai soccorritori
che intervengono in condizioni difficili». Profondo dolore è stato espres-
so anche dal cardinale Reinhard
Marx, presidente della Conferenza
episcopale tedesca, dai vescovi spagnoli e da quelli francesi.
È dunque ancora presto per avere
risposte su quel che è veramente accaduto all’Airbus A320. Le operazioni di soccorso sono riprese, nonostante le difficoltà logistiche. Oggi
sul luogo del disastro si recheranno
il presidente francese, François Hollande, il cancelliere tedesco, Angela
Merkel, e il presidente del Governo
spagnolo, Mariano Rajoy. Al momento una delle scatole nere dell’aereo — quella con le voci dei piloti,
ma anche i rumori, l'ambiente all’interno, il motore, gli allarmi che sono
scattati — è stata recuperata. Purtroppo è danneggiata, ma il ministro
dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, si è detto fiducioso, sostenendo che «può comunque fornire informazioni utili». Sulle cause della
sciagura, Cazeneuve ha ripetuto che
tutte le ipotesi restano aperte, anche
se la pista del terrorismo è la meno
probabile. La seconda scatola nera,
quella che contiene i dati del volo,
potrebbe fornire elementi fondamentali per ricostruire la dinamica
dell’incidente. «In questo momento
la nostra priorità è mettere in sicurezza la zona e trovare la seconda
scatola nera» ha detto Xavier Roy, il
coordinatore dei soccorsi al campo
volo di Seyne-Les-Alpes. «Si tratta
di un lavoro complesso — ha aggiunto — perché la zona è impervia, si
scivola, ed è rischioso per gli stessi
soccorritori; i medici legali sono sul
posto, ma il recupero dei corpi delle
vittime potrebbe non iniziare subito». Roy ha poi precisato che «stiamo mettendo in sicurezza la zona
dell’incidente e gli esperti sono alla
ricerca degli indizi». L’Airbus A320
viaggiava a un’altitudine di 11.500
Contemplativi ma pronti all’azione
Vite impegnate
L’omaggio agli studenti tedeschi morti nella sciagura (Afp)
JORGE MARIO BERGO GLIO
A PAGINA
4
metri: la picchiata è durata otto interminabili minuti. Nessun allarme è
stato lanciato dai piloti.
Secondo la Lufthansa, l’aereo caduto sarebbe stato diverse ore fermo
pochi giorni fa a Dusseldorf per un
problema tecnico. Si trattava di un
problema al portello anteriore del
carrello. «Un problema completamente superato — ha sostenuto il
portavoce della Lufthansa — al punto che l’aereo ha potuto riprendere
di nuovo il servizio regolare».
Ma per chi era a bordo (144 passeggeri e sei membri dell’equipaggio) non c’è stato scampo. Tra i passeggeri viaggiava anche una classe di
venti studenti tedeschi tra i 15 e i 16
anni, di ritorno dalla Spagna, dove
avevano partecipato a uno scambio
culturale.
Giovani nigeriane in un campo per rifugiati (Ap)
Nessun ridimensionamento della presenza militare statunitense nel 2015
Ancora in Afghanistan
WASHINGTON, 25. Ancora un anno.
Almeno un anno. È la flessibilità
accordata agli Stati Uniti, su richiesta del presidente afghano, Ashraf
Ghani, rinviando di fatto — o almeno rallentando — il processo di ritiro dal Paese. Lo ha annunciato ufficialmente oggi il presidente Barack
Obama, ricevendo Ghani per la prima volta a Washington.
Il capo della Casa Bianca ha
confermato che i quasi diecimila
militari presenti in Afghanistan vi
resteranno per tutto il 2015. Una
certa flessibilità sulla tabella di
marcia, ha detto, si è resa necessaria
per permettere che vere riforme
vengano attuate nel Paese. Un periodo che permetterà alle «forze afghane di riuscire», come chiesto da
Ghani, da sei mesi alla guida del
Paese, che oggi a Washington ha
ringraziato i «contribuenti americani». Ma anche come suggerito dai
vertici militari statunitensi.
«L’Afghanistan resta un posto
molto pericoloso» ha spiegato Obama, che ha anche ribadito di volere
«fare tutto il possibile per aiutare le
forze afghane ed è per questo che
vale la pena restare ancora». Il piano originale era di ridurre le truppe
americane in Afghanistan fino a
5.500 unità, quasi la metà di quelle
presenti attualmente. Le difficoltà
sul terreno però hanno da settimane alzato il livello di attenzione,
mentre da tempo trapelano indiscrezioni sulla convinzione di esperti e militari che andare via, o ridurre come previsto, aggraverebbe la
situazione.
Le forze afghane sono infatti
provate da un rinvigorirsi dei combattimenti, oltre a dovere fronteggiare una delle conseguenze dell’affermarsi del cosiddetto Stato islamico che in Afghanistan cerca terreno
fertile per reclutare militanti. Per
tutto il 2015 quindi non ci sarà nes-
sun ridimensionamento delle truppe americane, poi l’entità della presenza militare in Afghanistan per il
2016 verrà comunicata alla fine
dell’anno. Obama si è detto tuttavia determinato a completare l’operazione di ritiro entro il 2017, ribadendo che resta immutata la transizione verso un ruolo di non combattimento.
Sul terreno, intanto, un raid aereo effettuato da un drone statunitense nell’Afghanistan nord-orientale ha decimato i vertici di una delle
fazioni di talebani pakistani che stavano partecipando a un summit. Le
vittime sono almeno undici tra cui
sette capi locali. Lo riferiscono stamani fonti dell’intelligence di Islamabad. Teatro del raid un villaggio
nella provincia di Kunar al confine
con la turbolenta regione pakistana
di Peshawar. Quasi nella stessa area
ieri mattina un altro drone aveva
ucciso nove talebani pakistani.
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giovedì 26 marzo 2015
Federica Mogherini
all’Avana (Epa)
Progressi nel negoziato con Bruxelles ma in Grecia scarseggiano i generi di prima necessità
Riforme e povertà
Senza nuovi interventi il Governo ellenico resterà privo di fondi entro il 20 aprile
ATENE, 25. Il negoziato sugli aiuti
alla Grecia ha «ripreso a scorrere»:
lo assicura il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il quale avverte però che molti dettagli
della soluzione finale vanno ancora
precisati. Insomma, dopo l’incontro
a Berlino tra il premier ellenico, Alexis Tsipras, e il cancelliere tedesco,
Angela Merkel, le cose sembrano andare nella giusta direzione, anche se
molto resta ancora da fare.
«Mi auguro — ha detto Dijsselbloem — che il negoziato sia servito
a migliorare le relazioni tra Germania e Grecia, almeno un po’». Dijsselbloem è il ministro delle Finanze
olandese e nell’ambito della trattativa con Atene ha sempre portato
avanti posizioni molto nette sulla
necessità dell’austerità e del rispetto
dei patti comunitari. Dijsselbloem
ha invitato ieri l’Esecutivo di Tsipras
a fornire in fretta ulteriori dettagli
sulla lista di riforme che dovrà essere
vagliata dall’Eurogruppo, in modo
che «possiamo mostrare il semaforo
verde». Non appena avremo un accordo definitivo — ha spiegato —
«potremo fornire gli aiuti di emergenza». Il piano di riforme greco è
atteso per lunedì prossimo.
Se dunque nel negoziato tra Atene e Bruxelles sulle condizioni di risanamento dell’economia ellenica le
cose sembrano aver preso una piega
giusta, molto diversa è la situazione
dell’economia reale. Dopo sei anni
di crisi economica e recessione, un
greco su tre si trova oggi a vivere in
povertà e ad avere debiti, mentre il
reddito disponibile per ogni nucleo
familiare è precipitato al di sotto
della soglia di povertà.
La verità — dicono gli analisti — è
che senza un nuovo intervento dei
suoi creditori, il Governo greco resterà senza fondi entro il 20 aprile.
E intanto nel Paese mancano i generi di prima necessità. «Se ad Atene
— riferisco i media greci — ci sono
ancora generi alimentari sugli scaffali dei supermercati, questo dipende
solo dalla buona amministrazione
Missione
europea
il 30 marzo
a Kiev
KIEV, 25. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e l’alto rappresentante per la
Politica estera e di sicurezza comune
dell’Ue, Federica Mogherini, effettueranno una visita in Ucraina il 30
marzo. Lo ha reso noto oggi il portavoce del ministero degli Esteri
ucraino. In agenda, tra l’altro, i rapporti bilaterali tra Kiev e Bruxelles e
l’attuazione degli accordi di Minsk.
Intanto, il magnate Igor Kolomoiski, governatore della regione orientale di Dnipropetrovsk, si è dimesso
oggi al termine di un braccio di ferro con il presidente ucraino, Petro
Poroshenko, sullo sfondo di una lotta di equilibrio di poteri tra Kiev e
le sue regioni. Al suo posto è stato
nominato come facente funzioni Valentyn Reznichenko. Le dimissioni
sono arrivate dopo un ultimatum di
Poroshenko in seguito a un blitz di
uomini armati di Kolomoiski in una
società energetica contesa con Kiev.
E, infine, ieri la Camera dei rappresentanti americana ha votato con
348 voti favorevoli e 48 contrari una
mozione in cui si sollecita l’Amministrazione Obama a dare il via libera
all’invio di armi all’Ucraina per consentire al Paese «di difendere la sua
sovranità dall’aggressione ingiustificata e continua della Russia». Nei
giorni scorsi, la Casa Bianca ha annunciato assistenza militare non letale a Kiev per 75 milioni di dollari.
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
Città del Vaticano
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dei responsabili dei supermercati
stessi». Le farmacie, invece, sono già
a corto di medicinali di base. In particolare — dicono sempre le stesse
fonti — scarseggiano gli antidolorifici
e i farmaci antinfiammatori. E iniziano anche a mancare gli antibiotici,
l’insulina e i vaccini. Secondo il capo dell’Associazione dei farmacisti,
Konstantinos Lourandos, i produttori stanno iniziando a diffidare dei
grossisti che preferiscono fare affari
rivendendo i carichi di medicinali in
altri Paesi a prezzi maggiorati piuttosto che rifornire il mercato greco.
E questo comportamento ovviamente blocca l’intero circuito della distribuzione. «Alcune società — ha detto
Lourandos — ci costringono ad acquistare altri medicinali insieme a
quelli di cui abbiamo bisogno altrimenti non accettano le nostre ordinazioni». Vi sono molte carenze di
medicine — ha spiegato un farmacista ateniese citato dalla stampa internazionale — «ho bisogno di 70-80
unità di anticoagulanti ogni mese e
di rado ne vedo più di 30».
Una donna tiene tra le mani la bandiera greca durante le manifestazioni
per il giorno dell’indipendenza celebrato ieri 24 marzo (Epa)
Nel dialogo tra Cuba e l’Ue
Cresce
la collaborazione
L’AVANA, 25. L’Unione europea
vuole diventare protagonista del
processo di trasformazione della
società e della politica cubana.
Bruxelles e L’Avana hanno dunque
concordato di «accelerare» il ritmo
delle trattative bilaterali.
Questi i punti nodali del messaggio lanciato ieri dall’alto rappresentante Ue per la Politica estera e
Caccia svedesi intercettano quattro aerei militari russi
Tensione
nei cieli del Mar Baltico
STO CCOLMA, 25. Quattro aerei militari russi con il transponder spento
— quindi invisibili ai radar civili —
sono stati intercettati nello spazio
aereo internazionale dall’aeronautica militare di Stoccolma. Si tratta
di due bombardieri TU-22M e due
caccia Su-27 rintracciati al largo
dell’isola di Gotland, nel Mar Baltico.
Secondo quanto riferito dalle forze armate, caccia Gripen dell’aeronautica militare svedese sono decollati immediatamente per raggiungere il luogo dell’avvistamento. Il ministro degli Esteri svedese, Margot
Wallström, ha definito una «provocazione la scelta di mantenere i
transponder spenti», un comportamento «pericoloso per il traffico
aereo civile». Per il ministro della
Difesa, Peter Hultqvist, si tratta di
un gesto «inappropriato».
«È la prima volta da anni che
abbiamo individuato così precisamente questo tipo di aerei sul Mar
Baltico, ha dichiarato il ministro.
Quello di ieri appare, secondo gli
osservatori, come l’ennesimo episodio di «aumento dell’attività» delle
forze armate russe nella regione
scandinava. Gli aerei sono stati visti
compiere un primo sorvolo sulle
coste del Baltico, poi hanno virato
a Sud sul Gotland per dirigersi infine verso il Golfo di Finlandia.
L’anno scorso è stato caratterizzato proprio da una serie di episodi
di questo tipo che, in settembre,
hanno visto come protagonisti due
caccia bombardieri russi Su-24. Il
mese successivo si è invece scatenata la caccia al sottomarino fantasma
che in apparenza è entrato e si è
trattenuto per almeno una settimana nelle acque territoriali svedesi
dell’arcipelago di Stoccolma. Proprio all’inizio di questo mese la
Svezia ha deciso di aumentare le
spese per la Difesa. Tensione si è
avuta inoltre anche tra Russia e la
vicina Danimarca, fino alla recentis-
Confini più sicuri
tra Honduras
e Guatemala
Un jet russo Sukhoi Su-25 (Reuters)
Pakistan e Qatar
rafforzano le relazioni
ISLAMABAD, 25. Pakistan e Qatar
alleati nell’energia, nel commercio
e nella difesa. È il risultato della
due giorni dell’emiro Sheikh Tamim Bin Hamad Al Thani che in
Pakistan ha incontrato le autorità
del Paese esprimendo la volontà di
espandere l’interscambio commerciale ma anche di aumentare la
fornitura energetica.
Proprio questa settimana arriverà in Pakistan la prima consegna
di gas naturale liquefatto che dovrebbe servire a colmare il forte
deficit energetico del Paese. Non
GIOVANNI MARIA VIAN
direttore responsabile
Giuseppe Fiorentino
vicedirettore
Piero Di Domenicantonio
Gaetano Vallini
L’Onu sollecita aiuti
per le vittime del ciclone Pam
solo, secondo il ministro del Petrolio pakistano, Shahid Khaqan
Abbasi, attraverso l’utilizzo di gas
naturale liquefatto — che consente
a prezzi competitivi lo stoccaggio
e il trasporto di notevoli quantità
di energia — i costi saranno ridotti
del 40 per cento.
L’emiro Al Thani incontrerà nel
corso della sua visita il premier
pakistano, Nawaz Sharif, per discutere della cooperazione bilaterale anche nei settori della difesa e
degli investimenti. In Qatar vivono oltre centomila pakistani.
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caporedattore
segretario di redazione
sima messa in guardia da parte di
Mosca a non allinearsi al sistema di
difesa missilistica della Nato.
Attualmente inoltre nell’area si
stanno svolgendo esercitazioni militari congiunte cui partecipano, oltre
ad aerei svedesi e finlandesi, forze
Nato e degli Stati Uniti.
di sicurezza comune, Federica Mogherini, al termine di una visita
all’Avana conclusasi in serata con
un colloquio con il presidente Raúl
Castro.
L’Ue e Cuba potrebbero quindi
sottoscrivere presto un «accordo di
dialogo politico e di cooperazione». La firma potrebbe avvenire
«entro la fine dell’anno» ha sottolineato Mogherini in un incontro
con la stampa, precisando che la
frequenza dei colloqui bilaterali è
destinata ad aumentare. Sul tavolo
non ci sono soltanto questioni politiche, ma anche economiche.
L’Avana — come ha spiegato anche
il ministro dell’Economia Marino
Murillo Jorge — ambisce a realizzare una serie di riforme interne che
permettano una graduale apertura
agli investitori esteri e alle privatizzazioni, puntando soprattutto al
sostegno alle piccole e medie imprese.
Nell’incontro con il presidente
Castro sono state affrontate «tutte
le tematiche relative ai negoziati tra
Bruxelles e L’Avana» avviati
nell’aprile dell’anno scorso, inclusa
la situazione relativa al rispetto dei
diritti umani, che — ha precisato
l’Alta rappresentante europea — «è
stata esaminata da entrambe le parti». È stato inoltre affrontato il tema del disgelo con gli Stati Uniti e
la possibile fine dell’embargo: ogni
anno all’Onu l’Ue vota contro il
blocco imposto sull’isola.
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GINEVRA, 25. Le Nazioni Unite
hanno lanciato ieri un appello per
una raccolta di fondi pari a 29,9
milioni di dollari, per aiuti alle vittime del ciclone tropicale Pam che
lo scorso 12 marzo ha colpito l’arcipelago di Vanuatu, con raffiche di
vento che hanno raggiunto i trecento chilometri all’ora.
«L’appello riguarda l’assistenza a
166.000 persone, più della metà
della popolazione del Paese», ha
sottolineato Jens Laerke, portavoce
dell’ufficio Onu per gli Affari umanitari (Ocha).
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don Sergio Pellini S.D.B.
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La priorità è attualmente fornire
aiuti salvavita — cibo, acqua, assistenza sanitaria e un riparo — alle
persone nelle zone colpite, ma anche aiutarle a recuperare i loro
mezzi di sussistenza e ristabilire
servizi di base come l’istruzione.
Il ciclone Pam è stato il primo di
categoria cinque ad abbattersi
sull’emisfero australe dall’inizio
dell’anno. I danni sono stati ingentissimi: moltissime case e scuole distrutte, servizi sanitari in ginocchio
e un’emergenza umanitaria che resta gravissima.
Tariffe di abbonamento
Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198
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CITTÀ DEL GUATEMALA, 25. Confini più sicuri in Sud America. I Governi di Guatemala e Honduras
hanno inaugurato ieri l’attività di
una forza di polizia congiunta per
proteggere il confine terrestre comune, che si estende per 256 chilometri, dal traffico di droga, di esseri umani, di armi e contrabbando.
Il programma di sicurezza, che mobiliterà per ciascun Paese venti unità specializzate composte da duecento membri della polizia civile
nazionale e 100 dell’esercito, è stato
formalmente inaugurato al confine,
nel dipartimento di Copán, in
Honduras.
I presidenti dei due Stati centroamericani, il guatemalteco Otto
Pérez Molina e l’honduregno Juan
Orlando Hernández, hanno firmato un memorandum di intenti che
formalizza l’avvio delle operazioni
della cosiddetta Fuerza de Tarea
Maya-Chortí, task force che prende
il nome dall’etnia nativa patrimonio comune. Con Pérez — ha dichiarato ieri il presidente Hernández — «abbiamo deciso di continuare a lottare per favorire la pace
e realizzare il sogno di una maggiore integrazione economica che
permetta la libera circolazione delle
persone in un ambiente sicuro».
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L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 26 marzo 2015
pagina 3
Militare delle forze libiche fedeli a Tobruk
in azione a Bengasi (Ansa)
In fuga il presidente Hadi
I ribelli
sciiti huthi
avanzano
verso Aden
SAN’A, 25. Il presidente yemenita,
Abd Rabbo Mansour Hadi, è fuggito oggi dal palazzo presidenziale di Aden, la città del sud dove si
era rifugiato, per recarsi a Gibuti
sull’altra sponda dello stretto di
Bab El Mandeb. Lo riferisce la televisione dei ribelli huthi, che
stanno avanzando proprio verso
Aden. La televisione ha aggiunto
che le milizie sciite hanno catturato il ministro della Difesa di
Hadi.
Gli sciiti hanno preso ieri il
controllo della base militare di Al
Anad, la più importante nel sud
del Paese. Secondo fonti militari, i
miliziani hanno fatto irruzione
nella base e ora controllano tutte
le entrate. Al Anad non è lontana
da Aden, la città dove da alcune
settimane si trovava il presidente
Hadi, fuggito dopo essere evaso
dagli arresti domiciliari a San’a ai
quali i ribelli huthi lo avevano relegato.
La base conquistata dalle milizie sciite era stata abbandonata
solo pochi giorni fa da circa cento
uomini delle forze speciali americane che hanno lasciato lo Yemen
a causa del deteriorarsi della sicurezza. Secondo fonti citate dalla
Cnn, si trattava degli ultimi militari statunitensi schierati nel Paese
arabo, dopo una lunga e spesso
difficile collaborazione con le forze locali contro i terroristi di Al
Qaeda nella penisola arabica.
Nel frattempo, si accelerano i
tempi dell’intervento di una coalizione di «Paesi volenterosi» sunniti del Golfo persico nello Yemen. Un significativo contingente
di truppe, blindati, e artiglieria
saudita si è schierato lungo il confine tra Arabia Saudita e Yemen
in quella che, secondo fonti statunitensi, potrebbe essere usata sia
in chiave difensiva che offensiva.
Strappate
all’Is
altre località
irachene
In Marocco le delegazioni rivali discutono sulla guida del futuro Governo di unità nazionale
Cruciale dialogo sulla Libia
RABAT, 25. L’inviato dell’Onu per la Libia, Bernardino León, ritorna oggi a Rabat, dopo un breve viaggio a Tobruk e a Tripoli, per riprendere a
guidare il dialogo tra i due Governi rivali libici.
Secondo quanto ha rivelato una fonte delle Nazioni Unite all’emittente televisiva Al Jazeera, nel
corso della giornata León discuterà con le due
delegazioni del nome del premier del futuro Governo di unità nazionale. Le due delegazioni
avrebbero già accolto positivamente le proposte
avanzate dai mediatori dell’Onu per accelerare il
dialogo in corso.
Il dialogo va dunque avanti. Le parti — secondo fonti di stampa — si stanno anche confrontando sull'abbozzo di una possibile futura struttura
costituzionale della Libia. E tuttavia non mancano incertezze: ieri Aqila Saleh, presidente del Parlamento di Tobruk e leader politico della fazione
riconosciuta dalla comunità internazionale, si è rifiutato di ricevere l’inviato speciale delle Nazioni
Unite di passaggio in Cirenaica per esporre proposte sull’accordo con Tripoli. A ricevere León
sono stati infatti solo il vicepresidente del Parlamento e il ministro degli Esteri, ulteriore segno di
scontento manifestato nelle ultime settimane da
Tobruk per l’andamento dei negoziati con la fazione filo-islamica di Tripoli. In effetti, stando al
parere degli analisti, il Governo di Tobruk non
accetta di essere messo sullo stesso piano dell'Esecutivo filo-islamista nelle trattative con la comunità internazionale.
Intanto, sul terreno le violenze non conoscono
tregua. I miliziani del sedicente Stato islamico
hanno rivendicato oggi il doppio attentato che ieri pomeriggio ha colpito due quartieri di Bengasi,
nell’est della Libia, provocando la morte di almeno cinque persone e il ferimento di decine di altre. Gli attacchi – secondo i media – sarebbero
stati condotti da due attentatori suicidi nei quartieri di al Lithi e al Masakin. A Bengasi, dove già
era nota la presenza di uomini legati allo Stato
islamico, sono in corso da mesi duri scontri tra le
milizie islamiche e le forze del generale Khalifa
Haftar, espressione del Governo di Tobruk.
Soddisfazione internazionale
per l’intesa sul Nilo
KHARTOUM, 25. Ha suscitato soddisfazione in diversi soggetti internazionali, africani e non, l’intesa preliminare raggiunta due giorni fa a
Khartoum da Egitto, Sudan ed
Etiopia riguardo al funzionamento
della diga del Rinascimento, l’impianto in costruzione sul Nilo Azzurro in territorio etiopico e che finora aveva provocato forti tensioni
soprattutto tra i Governi del Cairo e
di Addis Abeba.
Di «un processo che permetterà
di migliorare le prospettive di prosperità e stabilità della regione» ha
parlato in particolare il servizio diplomatico dell’Unione europea. In
una nota si ricorda la posizione europea da sempre favorevole a «un
accordo equo che consenta alle acque del Nilo di essere utilizzate per
lo sviluppo di tutti» e si garantisce
«sostegno nella fase di attuazione»
dell’intesa firmata dai presidenti sudanese ed egiziano, Omar Hassan
el Bashir e Abdel Fattah Al Sissi, e
dal primo ministro dell’Etiopia,
Hailemariam Desalegn. Secondo
quest’ultimo, «l’Egitto e i Paesi del
bacino del Nilo sono un’unica famiglia» e quello di lunedì scorso è un
evento storico «che condurrà alla
firma di un accordo definitivo».
L’aggettivo storico in questo caso
non appare eccessivo. Quello sulle
acque del Nilo è infatti uno dei più
antichi e irrisolti contenziosi al
mondo. Le regole per il loro utilizzo, nonostante tutti i tentativi di revisione, sono tuttora quelle fissate
dal trattato concluso nel 1929 tra
Egitto e Gran Bretagna, a nome
delle sue allora colonie, oggi Stati
indipendenti. In base al trattato, i
Paesi rivieraschi del maggiore fiume
africano non possano in alcun modo incrementare l'utilizzo idrico di
tali acque se ciò ne diminuisce la
portata in Egitto, che ha diritto di
veto su ogni progetto riguardante il
fiume. Il trattato fu in parte rinego-
Sono stati intanto liberati ieri sera due fratelli
tunisini rapiti due giorni fa da un commando armato a Tripoli. I due tunisini sono stati rilasciati
grazie all’intervento di capi tribù.
Nel frattempo, la produzione di petrolio libico
ha raggiunto quota di 490.000 barili al giorno,
secondo quanto ha riportato ieri il quotidiano
«Al Wasat», citando fonti locali. In questi giorni
una quantità di greggio pari a 1,3 milioni di barili
è stata esportata all’estero attraverso i porti di
Hariga e Zueitina, nell’est della Libia. Le estrazioni del petrolio libico hanno subito un deciso
calo dopo la caduta del regime di Muammar
Gheddafi e il successivo caos dovuto al conflitto
fra milizie per il controllo del Paese. Inoltre, la
presenza di miliziani dello Stato islamico nelle
città orientali di Sirte e Derna ha aumentato il rischio di attacchi contro gli impianti petroliferi. A
oggi la quantità di greggio estratta dai giacimenti
petroliferi libici è inferiore del 60 per cento rispetto agli oltre 1,6 milioni di barili al giorno del
periodo precedente alle rivolte del 2011.
L’Italia cancella una parte
del debito tunisino
TUNISI, 25. «Finalmente c’è stata la
cancellazione di una parte del debito della Tunisia con l’Italia, per un
importo di 25 milioni di euro». Lo
ha annunciato ieri il ministro degli
Esteri italiano, Paolo Gentiloni, nel
corso della sua visita a Tunisi.
Nei suoi incontri nella capitale
tunisina, il ministro ha espresso la
solidarietà italiana per un Paese che
la scorsa settimana si è confrontato
con un grave attentato terroristico
che ha causato 21 vittime. Una visita — la prima di un ministro degli
Esteri occidentale dopo la strage —
dal grande valore simbolico, visto
che l’Italia, «con quattro vittime, ha
Il Burkina Faso
prepara la riforma
della giustizia
I tre presidenti di Egitto, Sudan ed Etiopia (Ap)
ziato nel 1959, poco prima dell’inizio dei lavori per la grande diga di
Assuan, da Egitto e Sudan ormai
indipendenti, dando ai due Stati rispettivamente 55,5 e 18,5 miliardi di
metri cubi d’acqua all’anno, cioè circa il 90 per cento del totale. Ma
tutti gli altri Paesi del bacino non
parteciparono alla nuova spartizione
e da allora continuano a chiedere —
in particolare Tanzania e appunto
Etiopia — di poter riaprire la partita
negoziale per stabilire quote più
eque di utilizzo delle acque.
Per tutto il Novecento, la posizione egiziana è stata assolutamente ri-
gida nel rivendicare l’ultima parola
su tutto quanto concerne il Nilo.
Nel giugno del 1980 si arrivò a un
passo dalla guerra tra Egitto ed
Etiopia, che si opponeva alla decisione del Cairo di far confluire parte
delle acque del grande fiume verso
il deserto del Sinai.
All’inizio di questo secolo, invece,
il Governo del Cairo ha più volte
partecipato a tavoli negoziali. Ciò
nonostante, sul punto cruciale, cioè
il suo diritto di veto, non ha mai
fatto passi indietro e non ha mai nascosto di essere pronto a usare la
forza.
OUAGAD OUGOU, 25. Si stanno tenendo da ieri gli Stati generali
della giustizia attraverso i quali il
Governo transitorio del Burkina
Faso vuole avviare la riforma del
settore. I circa duemila delegati
dell’assemblea, che si concluderà
sabato, dovranno redigere un Patto nazionale per il rinnovamento
della giustizia, che tenga al centro
l’indipendenza della magistratura.
L’iniziativa era stata annunciata
dal presidente ad interim, Michel
Kafando, a dicembre, due mesi
dopo la fuga del presidente Blaise
Compaoré, travolto dalle proteste
popolari. Negli ultimi giorni, inoltre, il Governo di Ouagadougou
ha richiamato dieci ambasciatori
considerati vicino al presidente
deposto e accusati di «attivismo
politico debordante».
condiviso con la Tunisia la condizione di Paese colpito dal terrorismo», come ha precisato Gentiloni.
«L’Italia, insieme alla Francia e
all’Unione europea, prenderà iniziative nelle prossime settimane per
consentire un impegno di investimenti, anche nell’ambito del Piano
Juncker, per progetti che interessino
la Tunisia», ha spiegato il titolare
della Farnesina nei suoi colloqui
con il presidente Beji Caïd Essebsi
e con il ministro degli Esteri Taïeb
Baccouche, ma anche con il leader
del partito islamico Ennahdha, Rachid Ghannouchi.
BAGHDAD, 25. Altre zone dell’Iraq
occupate nei mesi scorsi dal cosiddetto Stato islamico (Is) sono tornate nelle ultime ore sotto il controllo delle forze governative. In
particolare, l’esercito ha liberato
l’area di Albu Shiha, al centro del
distretto di Saqlawiyah, sette chilometri a est di Falluja, bloccando
le vie d’accesso alla città ancora in
mano alle milizie jihadiste, peraltro tuttora attive sui fronti della
stessa Falluja e di Ramadi.
Nel darne notizia, fonti militari
citate dalle agenzie di stampa internazionali sottolineano che accanto alle truppe governative operano volontari delle comunità locali sunnite, cioè della confessione
islamica alla quale l’Is pretenderebbe di appartenere, nonostante
l’inequivocabile condanna più
volte espressa da tutte le autorità
religiose.
Così come milizie sunnite e sciite — per decenni avversarie in Iraq
e non solo — sono impegnate fianco a fianco nelle operazioni contro
l’Is a Tikrit, dove l’esercito, dopo
aver stretto d’assedio la città, temporeggia prima di sferrare un ultimo attacco contro le residue sacche di resistenza jihadista.
Nella lotta all’Is si rafforza anche la collaborazione tra il Governo iracheno e quello iraniano, che
secondo fonti del Pentagono citate
dal quotidiano statunitense «The
Wall Street Journal» coinvolge
sempre più Washington, sia pure
in forma non ufficiale. Secondo il
quotidiano, infatti, il Pentagono
avrebbe cominciato a inviare alle
autorità di Teheran immagini aeree di Tikrit, realizzate dai servizi
di intelligence statunitensi e utili
per aiutare le milizie sciite impegnate nell’offensiva.
Dalla Siria, intanto, organizzazioni dell’opposizione al Governo
del presidente Bashar Al Assad segnalano che l’Is ha reclutato negli
ultimi mesi almeno quattrocento
bambini.
Sempre sui fronti siriani, si segnalano bombardamenti a opera
dei ribelli del Fronte Al Nusra, un
gruppo islamista spesso entrato in
contrasto con l’Is, contro postazioni governative a Idlib, la città
nordoccidentale dove vivono un
milione di civili, tra residenti e
profughi. L’aviazione di Damasco
sta rispondendo con massicci raid
aerei sulle roccaforti dei ribelli.
Per il momento non vengono segnalate operazioni di terra, ma
un’imminente offensiva, alla quale
sembrano intenzionate a partecipare altre formazioni islamiste come Ahrar Al Sham, è stata annunciata ieri dal Fronte Al Nusra.
Ogni giorno ucciso o mutilato un bambino centroafricano
Strazio quotidiano
BANGUI, 25. Ogni giorno viene ucciso o mutilato un bambino nella
Repubblica Centroafricana, precipitata da due anni in un conflitto civile del quale non s’intravede la fine, nonostante la transizione avviata da tempo con il sostegno internazionale. È questo il dato forse
più drammatico del rapporto che
l’organizzazione umanitaria Oxfam
ha pubblicato ieri, nel secondo anniversario del colpo di Stato con il
quale gli ex ribelli della Seleka,
all’epoca parte di un Governo di
unità nazionale, rovesciarono il presidente François Bozizé.
Oxfam — che ha lanciato insieme
con l’Unione europea la campagna
You Save Lives per riportare l’attenzione sugli oltre cinquantuno milioni di profughi di guerra presenti
oggi nel mondo — riguardo alla Repubblica Centroafricana registra
«un quadro umanitario drammatico: tra ripetute ed estese violazioni
dei diritti umani, omicidi, distruzione di proprietà, la perdita dei mezzi
basilari di sussistenza per le famiglie».
Due milioni e settecentomila centroafricani, ben oltre la metà dei
quattro milioni e seicentomila abitanti del Paese, hanno hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria.
I profughi, tra rifugiati all’estero
e soprattutto sfollati interni, costituiscono un quinto della popolazione. Quattro su cinque di loro sono
donne e bambini, esposti a quotidiane violenze. Più in generale,
sempre secondo il rapporto di
Oxfam, il 90 per cento degli abitanti del Paese riescono a stento a
sopravvivere con un solo scarso pasto al giorno.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 4
giovedì 26 marzo 2015
Marc Chagall, «Resurrezione
in riva al fiume» (1947, particolare)
Contemplativi ma pronti all’azione
Vite
impegnate
di JORGE MARIO BERGO GLIO
roponendo le sue riflessioni sulla
preghiera pastorale, Víctor Manuel
Fernández è consapevole di trovarsi di fronte a una sfida: aiutare a
tener vivo e ad accrescere il fervore dell’evangelizzazione. Egli sa che «c’è un
modo disamorato di vivere la missione, che
non ci rende felici», e conosce l’amara, profetica affermazione di Paolo VI nell’enciclica
Evangelii nuntiandi
(1975): «Di tali
ostacoli [all’evangelizzazione], che
sono anche dei nostri tempi, ci limiteremo a segnalare
la mancanza di ferContemplativi nell’azione attivi
vore, tanto più granella comtemplazione (Cinisello
ve perché nasce dal
Balsamo, Edizioni San Paolo,
di dentro. Questa
2014, pagine 221, euro 16) è il
mancanza di fervotitolo del libro di Víctor
re si manifesta nelManuel Fernández, oggi
la fatica e nella diarcivescovo rettore della
sillusione, nell’adePontificia università cattolica
guamento all’amargentina. Pubblichiamo la
biente e nella neprefazione del cardinale
gligenza, e sopratarcivescovo di Buenos Aires
tutto nella mandatata 1° maggio 2006 e
canza di gioia e di
l’introduzione dell’autore.
speranza» (n. 80).
Egli sa che ogni
annuncio di Gesù
Cristo presuppone
fervore e coraggio apostolico: parresia. Questa parresia evangelica nasce esclusivamente
dalla contemplazione del mistero di Cristo,
che realizza l’unità tra contemplazione e
azione. È in questa direzione che l’autore ci
conduce con le sue considerazioni.
Si tratta di quel cammino che i santi hanno chiamato “familiarità” con Dio, sia nella
contemplazione di Gesù Cristo sia nell’azione apostolica, ambedue unite e inseparabili,
frutto di una vocazione che diventa anche
missione. Questa familiarità unifica l’orazione e l’azione, ma senza confonderle, partecipando al mistero del Verbo incarnato: indivise
et inconfuse. Descrivendo questa familiarità,
santa Teresa parla di Gesù come del «fedele
amico al nostro fianco» e ci esorta ad aprirci
all’amore di Cristo, «poiché se il Signore ci
facesse una volta la grazia di imprimerci quest’amore nel cuore, tutto ci diventerebbe facile, e potremmo in brevissimo tempo operare
senza difficoltà alcuna» (Vita, capitolo 22).
Una familiarità che è già presente nel mandato missionario e nella promessa del Signore: «Andate e fate discepoli tutti i popoli. Io
sarò con voi sempre» (cfr. Matteo, 28, 16-20).
Il coraggio di evangelizzare — parresia — è
un’attitudine, una virtù che possiamo definire bidirezionale: vale sia per l’azione apostolica sia per la preghiera e la contemplazione.
Questo secondo aspetto si manifesta nell’intercessione. Gli esempi di Abramo che intercede per Sodoma e di Mosè che chiede grazia per il suo popolo «di dura cervice» sono
un modello di questo coraggio apostolico nel
cuore stesso della preghiera. Gli autori spirituali, che con molta frequenza adottano la
formula “contemplativo nell’azione”, non
sempre hanno tenuto in conto quest’aspetto
di “intercessione”, che porta a essere “attivo
nella contemplazione”. Ambedue le due dimensioni, tra loro inseparabili, sono espressione della familiarità con Dio, della contemplazione del mistero di Cristo che prorompe
nell’annuncio e della contemplazione del mistero dell’uomo che si esplicita nell’intercessione.
Il libro che abbiamo tra mano vuole guidarci su questo cammino: divenire donne e
uomini contemplativi nell’azione e attivi nella contemplazione; essere cristiani che vivono
in una permanente familiarità con Dio; incarnare nelle nostre vite la supplica della Chiesa, secondo la paterna esortazione di Paolo
VI: «Conserviamo dunque il fervore dello
spirito. Conserviamo la dolce e confortante
gioia di evangelizzare, anche quando occorre
seminare nelle lacrime. Sia questo per noi
(...) uno slancio interiore che nessuno, né alcuna cosa potrà spegnere. Sia questa la grande gioia delle nostre vite impegnate. Possa il
mondo del nostro tempo — che cerca ora
nell’angoscia, ora nella speranza — ricevere la
Buona Novella non da evangelizzatori tristi e
scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradia il fervore
di quanti hanno ricevuto, dapprima in loro
stessi, la gioia del Cristo» (Evangelii nuntiandi, n. 80).
P
Il libro
Pregare
e non solo
di VÍCTOR MANUEL FERNÁNDEZ
Questa è la nuova sfida che i credenti
sono oggi chiamati ad affrontare: mantenere e accrescere il fervore dell’evangelizzazione, la volontà di servire,
l’anelito a migliorare questo mondo.
Impresa non facile, poiché numerose
attrattive dell’epoca attuale e vari meccanismi inconsci giocano in senso contrario.
Infatti, molte persone vorrebbero vivere una profonda esperienza spirituale,
ma non hanno l’entusiasmo di offrire a
Dio la fatica richiesta da un impegno
costante. Tengono molto ai loro spazi
privati e all’autonomia personale, per
poter soddisfare i propri bisogni di piacere, affetti, distrazioni, ecc. Siamo sinceri: tutto questo, nel tessuto delle nostre aspirazioni interiori, riesce facilmente a prevalere sul sogno di dedicarsi a una missione in questo mondo. Si
produce così una frattura nell’unità interiore, collegata a un processo culturale che più avanti analizzeremo. Diventa
allora urgente trovare una sintesi adeguata tra l’intimità personale e la propria missione, tra la propria identità e il
compito che si è chiamati a svolgere.
Uno sviluppo importante riguardo a
questo problema è stato da me già affrontato in due lavori precedenti, da
dove riprendo alcune conclusioni, arric-
chendole con apporti più pratici ed esistenziali. Tutto è orientato all’incremento di un metodo di preghiera eminentemente “pastorale”, in grado di favorire
l’intreccio profondo tra la spiritualità e
le opere nelle quali siamo impegnati.
Si è detto molto sulla necessità di
pregare nel mezzo dell’attività. Non
manca chi afferma che la sua preghiera
consiste nel suo lavoro, per il quale ritiene di non avere bisogno di spazi di
raccoglimento. Forse può trattarsi solo
di una scusa per non dedicare del tempo alla preghiera personale e per restare nella superficialità; ma va anche detto che quasi mai si spiega in modo
chiaro e concreto come si esercita nella
pratica questa preghiera nel cuore delle
occupazioni. Mi riferisco tanto agli impegni pastorali di un sacerdote, quanto
ai vari ministeri laicali nella Chiesa, però senza escludere alcuna attività professionale nel mondo, poiché per un
cristiano tutti i suoi impegni dovrebbero essere altrettanto “evangelizzatori” e
pastorali.
Più volte è stato ripetuto che la preghiera deve essere l’alimento dell’attivi-
tà quotidiana; si è però mancato di mo- tuale. A tale scopo si propone l’acquisistrare in concreto come sia proprio zione di alcuni atteggiamenti interiori
l’esercizio della preghiera personale a riguardo alle persone e alle attività.
influire con efficacia sull’azione e ad as- Occorre riconoscere la presenza di Dio
sicurarle profondità. Non mancano per- nel lavoro e scoprire la ricchezza mistisone pie, fedeli alla preghiera personale ca dell’impegno apostolico o professioe assidue frequentatrici di ritiri o eserci- nale. Si deve apprendere a “pregare”
zi spirituali, che tuttavia vivono l’apo- nel mezzo di un’attività o incontrando
stolato e l’impegno a favore degli altri altre persone.
La terza parte, totalmente dedicata
quasi come un peso inevitabile o
l’adempimento di un dovere poco gra- alla preghiera personale privata, indica
tificante. Non riescono
a “incarnare” la loro
spiritualità.
L’ideale è quello di vivere
Manca “Spirito” alla
loro attività e manca
con profondità tutti gli impegni
“carne” alla loro spiriche si presentano quotidianamente
tualità.
Non c’è altro modo per essere felici
E tuttavia, quando
abbiamo accolto l’invito del Signore a dedicare la nostra esistenza al bene degli al- dei percorsi precisi che permettono di
tri, l’ideale era di vivere con grande integrare gioiosamente, in questa preprofondità spirituale tutti gli impegni ghiera, la vita e la missione. Si esamiche si presentano quotidianamente. nano le diverse forme di orazione che
Non c’è altro modo per ess
ci aiutano a immettere la vita esteriore,
ere felici. Perciò non basta che l’ora- le attività e le persone nel quadro dei
zione sia un vero balsamo di pacifica- nostri incontri intimi con Dio. Si mozione personale; essa deve influire posi- stra anche come la preghiera personale
tivamente perché la missione e gli im- possa alimentare la missione e conferirpegni nel mondo siano vissuti con
le profondità.
gioia e intensità, e non in uno stato di
La quarta parte affronta il problema
tensione negativa. Solo chi realizza una
chiara unità tra la sua intimità persona- della identità, in particolare l’identità
le e la missione che Dio gli ha affidato “pastorale”, e riflette su come la presu questa terra può sperimentare che la ghiera personale sia in grado di nutrire
sua vita ha effettivamente un senso e un’identità pastorale stabile, entusiasta
che vale davvero la pena dedicarsi al e chiaramente accettata.
La quinta parte si occupa della vita
proprio compito.
Questo libro vuole indicare un cam- comunitaria, rivolgendosi a quanti inmino concreto in ordine a questa pre- tendono la loro missione e la loro preziosa unità vitale. Mediante riflessioni ghiera in una forma eccessivamente ined esempi molto pratici intende favori- dividualistica. Sono soggetti molto imre la scoperta del giusto modo per vive- pegnati nelle attività, dove realizzano
re con profondità e intensità spirituale i anche un vero incontro con Dio. Si depropri impegni, e per pregare in una dicano “agli” altri, ma non camminano
forma tale che tutta la nostra vita nel “con” gli altri. Occorre perciò fare un
mondo si trasfiguri e si illumini passo decisivo nel senso dell’integrazionell’orazione.
ne personale e dell’unificazione della
Il libro è costituito da sei parti. Nella propria vita, al fine di assumere pienaprima parte si prendono in considera- mente la dimensione comunitaria
zione gli ostacoli che s’incontrano oggi
dell’esistenza. Si parla di una possibile
nel realizzare l’unità tra la vita interiore
esperienza spirituale comunitaria, cone l’azione esterna. Vengono presentate
alcune sfide proprie della cultura attua- cretizzabile in un determinato modo di
le che condizionano negativamente lavorare insieme e nella preghiera in col’identità cristiana, il fervore nell’evan- mune.
La sesta parte è un ulteriore aiuto a
gelizzare, il servizio fraterno e l’inconmeglio unire orazione e missione: una
tro col nostro prossimo.
La seconda parte mostra, attraverso raccolta di preghiere per alimentare il
suggerimenti ed esempi pratici, come dinamismo spirituale che deve caratteconcretamente sia possibile dedicarsi ai rizzare il nostro impegno nella propria
differenti compiti con profondità spiri- missione evangelizzatrice.
Isabella Ducrot, «Visitazione»
Vita nuova
per «donne chiesa mondo»
Il mensile «donne chiesa mondo»
dell’Osservatore Romano da questa
settimana viene pubblicato e diffuso
in spagnolo dalla rivista «Vida Nue-
La copertina di «Vida Nueva» del 21-27 marzo
va». E dal prossimo maggio, con
l’inizio del quarto anno di vita, la redazione del femminile vaticano si internazionalizzerà.
Ad annunciarlo è stata la curatrice
Lucetta Scaraffia ieri, 24 marzo,
all’ambasciata di Spagna presso la
Santa Sede, in un incontro durante
il quale è stata presentata l’iniziativa
di «Vida Nueva», che già oggi porta
a quasi trentacinquemila il numero
di copie cartacee del mensile, presente sul sito del giornale vaticano
(www.osservatoreromano.va)
anche
in inglese, francese, portoghese, tedesco e polacco.
Nel nuovo comitato direttivo oltre
le attuali curatrici del mensile — Ritanna Armeni, giornalista, Lucetta
Scaraffia, docente di storia contemporanea all’università di Roma La
Sapienza e, in redazione, la nostra
collega Giulia Galeotti, che coordina
il servizio culturale del quotidiano —
entreranno due religiose teologhe, la
francese Catherine Aubin e la congolese Rita Mboshu Kongo, e la
giornalista argentina Silvina Pérez.
Verrà così accentuata la dimensione
internazionale del mensile che sin
dall’inizio ha potuto contare sulla
collaborazione di firme femminili e
maschili, non solo cattoliche, di diverse nazionalità.
Alla presentazione — introdotta
dall’ambasciatore Eduardo Gutiérrez
Sáenz de Buruaga e moderata dal
consigliere ecclesiastico dell’ambasciata, don Antonio Pelayo, da oltre
un trentennio corrispondente dal Vaticano di «Vida Nueva» — hanno
preso parte, con Lucetta Scaraffia, la
biblista Nuria Calduch, docente alla
Pontificia università Gregoriana, e i
due direttori delle testate protagoniste della serata, José Beltrán e Giovanni Maria Vian. Con molti ambasciatori presso la Santa Sede erano
presenti tra gli altri i marianisti Luis
Fernando Crespo e José María Felices, presidente e vicepresidente
dell’editrice SM, con il superiore ge-
nerale Manuel Cortés, madre Barbara Staley, superiora generale delle
cabriniane, e Antonio Zanardi Landi, consigliere diplomatico del presidente della Repubblica italiana.
Presentata alla vigilia dell’Annunciazione, la collaborazione parte sotto il segno di Teresa d’Ávila, alla
quale è dedicato l’ultimo numero del
mensile. «Stiamo vivendo uno snodo epocale — ha detto Nuria Calduch ricordando un articolo di Pierangelo Sequeri pubblicato sul mensile, per due anni splendidamente illustrato da Isabella Ducrot — in un
momento in cui tante voci all’interno della Chiesa trovano ascolto».
Una congiuntura favorevole iniziata
con Benedetto XVI, le ha fatto eco
Lucetta Scaraffia ricordando la data
di nascita di «donne chiesa mondo»:
il 31 maggio 2012, nel giorno della
Visitazione di Maria a Elisabetta.
L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 26 marzo 2015
pagina 5
A cinquant’anni da «Perfectae caritatis»
Parola d’ordine
profezia
di UGO SARTORIO
Ci stiamo decisamente inoltrando
nell’Anno della vita consacrata, anche sospinti dagli incoraggiamenti
non formali di Papa Francesco. La
parola d’ordine è “profezia” e il
cammino non dissimile da quello
della Chiesa tutta: abbandonare
ogni inclinazione autoreferenziale
per ritrovare la chiara via del Vangelo. In tale contesto fioriscono interventi e studi che cercano di interpretare il tempo delicato e per molti
versi difficile che la vita consacrata
sta attraversando da almeno un paio
di decenni. Sfiorita la stagione del
“rinnovamento” postconciliare, pure
vissuta con grande generosità, e tramontata la pretenziosa parentesi tutta centrata sulla “rifondazione”, i
consacrati fanno i conti con la scarsità cronica di vocazioni, con grandi
opere che hanno ormai esaurito il
loro prezioso servizio, con l’inevitabile invecchiamento dei quadri.
Non mancano, d’altra parte, segni
positivi, quali la cura della forma
fraterna delle comunità religiose, il
nuovo slancio missionario che conduce a esplorazioni evangeliche verso le periferie e le frontiere, anche
se si avverte sempre più la necessità
di lavorare alle radici, intorno al
senso della propria identità e al modo con cui questa si apre alla missione.
In tale direzione, offre il suo apporto il volume di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace che rilegge il documento conciliare Perfectae caritatis
a distanza di cinquant’anni e lo fa
in modo prospettico, raccogliendo
cioè dei cinque decenni successivi
gli sviluppi magisteriali e teologici,
senza perdere di vista il concomitante quadro ecclesiale e sociale
(Perfectae caritatis, cinquant’anni dopo. Né estranei agli uomini né inutili
alla città, Catanzaro, Grafiche Simone, 2015, pagine 253, euro 10).
Un’idea ritorna spesso, vale a dire
quella di una consultazione ad ampio raggio finalizzata alla riforma
della vita consacrata: «A mio modesto avviso, la necessità di una riflessione teologica (di ambito ecclesiologico, antropologico, spirituale ma
anche economico-amministrativo-gestionale e pastorale) più ampia e
profonda e a livello internazionale,
plurispecialistico e pluridisciplinare
sull’identità della vita consacrata a
cinquant’anni dal concilio si fa sempre più urgente» (p. 56).
L’autore non lo dice, ma forse ha
in mente qualcosa che assomigli alla
mobilitazione avvenuta intorno al
sinodo sulla famiglia che ha di fatto
esaltato l’istanza partecipativa. Personalmente, estenderei questo stile
sinodale alla riscrittura in atto del
famoso documento Mutuae relationes
del 1978: è prima necessario che le
parti in causa — non solo vescovi e
consacrati, ma anche laici — abbiano
la possibilità di esprimersi liberamente e di confrontarsi evangelicamente.
Guardiamo ora più da vicino al
testo, ricco e articolato, di monsignor Bertolone, che insiste molto su
un’ermeneutica del concilio nella linea della continuità, anche per
quanto riguarda la vita consacrata.
La coppia di termini “fedeltà-rinnovamento” sembra la più adatta a indicare la direzione di un cammino
che, muovendo dalla lettura dei “segni dei tempi”, conduca la Chiesa e
la vita consacrata dentro il presente
e verso il futuro. Mettendo a frutto
i molti interventi che negli ultimi
cinquant’anni si sono succeduti, a
partire dallo stesso decreto conciliare: pur non essendo tra i documenti
più audaci, Perfectae caritatis è l’unico che di fatto parla di accomodata
renovatio, cioè di rinnovamento. Come? «Il rinnovamento della vita religiosa comporta allo stesso tempo il
continuo ritorno alle fonti di ogni
vita cristiana e all’ispirazione originaria degli istituti, e il loro adattamento alle mutate condizioni dei
tempi» (n. 2). Il che significa né archeologismo né contemporaneità a
tutti i costi, quanto piuttosto conversione al presente senza perdere
contatto con lo spirito delle origini,
rinnovamento coniugato e misurato
sulla fedeltà, con la necessità —
quando se ne manifesti il bisogno —
di abbandonare alcune cose, riequilibrarne altre, intraprenderne di
nuove. Nell’acuta postfazione, il
cappuccino Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano, distingue tra
«ritorno agli inizi e recupero
dell’origine», leggendo nel richiamo
agli inizi un’immagine fondamentalmente utopica e nel recupero
dell’origine la ricerca continua di un
fondamento per l’oggi: «Il nostro
accesso agli inizi è sempre attraverso
il presente, la vita presente» (p.
227).
Interessanti sono anche le questioni che Bertolone invita a riprendere in mano dopo la maturazione
dottrinale — non sempre pienamente
recepita — avvenuta soprattutto con
l’esortazione post-sinodale Vita consecrata. Qui, pur rimanendo fondamentale lo sfondo ecclesiologico che
rende nitida la lettura della vita
consacrata e ne determina il ruolo
insostituibile nella Chiesa, si valorizza il suo centrale e fondativo riferimento cristologico: «La professione dei consigli evangelici è intimamente connessa col mistero di Cristo, avendo il compito di rendere in
qualche modo presente la forma di
vita che Egli prescelse, additandola
come valore assoluto ed escatologico. Gesù stesso, chiamando alcune
persone ad abbandonare tutto per
seguirlo, ha inaugurato questo genere di vita» (Vita consecrata, 29).
Dopo trent’anni impegnati a ricollocare la vita consacrata all’interno della Chiesa, si individua il punto decisivo della questione nel suo
profilo cristologico, e muovendo da
qui la si qualifica come uno dei tre
stati di vita che della Chiesa costituiscono la linfa vitale. Non più
l’angusto binomio chierici-laici, bensì la più dinamica e fondata tripartizione chierici-laici-consacrati. Allo
stesso tempo, Bertolone rivisita la
questione dello stretto e inscindibile
legame tra battesimo e professione
dei consigli evangelici. Molte strade
interpretative, anche autorevoli, sono state percorse in proposito, e forse oggi è giunto il tempo di ridire il
carattere peculiare della vita consacrata senza nulla sottrarre alla pienezza della vocazione battesimale di
ogni cristiano così perentoriamente
richiamata dal Vaticano II. Un’operazione che spinge a riconoscere il
“di più” di ogni stato di vita rispetto agli altri e quindi la relatività di
tutti in rapporto alla pienezza del
mistero di Cristo.
Le pagine, poi, dedicate a commentare i paragrafi di Vita consecrata
sulla profezia, allineano il testo ai
vibranti interventi di Papa Francesco sulla vita consacrata: non la radicalità ma la profezia è il suo specifico. Il lessico e la pratica della
profezia, della fedeltà alla storia e al
Vangelo che la salva, è la via sicura
che collega il presente della vita
consacrata al suo futuro.
L’arcivescovo Pontier all’assemblea dei vescovi francesi
Contro la tentazione dell’isolamento
LOURDES, 25. «Non si può costruire
il futuro del nostro Paese ripiegandosi su se stessi o mettendo in atto
politiche di esclusione e di rigetto».
È quanto ha affermato ieri, martedì,
a Lourdes monsignor Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale
francese. Nel discorso di apertura
dell’assemblea plenaria, oltre a un
ampio giro d’orizzonte sui molti e
delicati temi di attualità — la persecuzione dei cristiani d’Oriente, i
rapporti con l’Europa, la difesa
dell’ambiente, il sinodo dei vescovi
sulla famiglia — il presule si è soffermato soprattutto sugli attacchi
terroristici del gennaio scorso che
hanno sconvolto Parigi con «le forze oscure della morte».
Un tale avvenimento — ha detto
— chiede oggi a tutti una presa di
«responsabilità» perché siano rispettate le «diversità che compongono
la nostra società». Infatti, ha aggiunto, «come non dire ai nostri
concittadini ebrei quanto la loro
presenza ci è preziosa e cara? Come
non dire ai nostri concittadini di
confessione musulmana quanto sia
importante continuare ad apprendere il vivere insieme in una società
francese che ha dimostrato nella sua
storia di essere capace di accogliere
popoli venuti da lontano? Come
non dire ai nostri concittadini cristiani di tenersi lontani da ogni paura, da ogni tentazione di ripiegamento su se stessi e manifestare per
primi gesti di perdono e di riconciliazione?».
Anche in questo senso, per il presidente dell’episcopato, «la laicità
dello Stato è il guardiano della libertà di coscienza, della libertà religiosa e di culto». Essa veglia sulla
«pace civile, permettendo il vivere
insieme di cittadini dalle convinzioni diverse. Ma non può assicurare
questa pace sorvegliando gli uni,
domandando loro di rinunciare
all’espressione delle loro convinzioni
religiose permettendo poi ad altri di
stigmatizzarle».
Quanto avviene in Francia, ha aggiunto il presule, è molto simile a
ciò che avviene nel resto dell’Europa, alle prese con una «ri-nazionalizzazione del pensiero caratterizzato dalla sfiducia verso l’altro» e con
l’idea che per uscire dalla crisi è meglio stare «da soli». Tuttavia, ha
puntualizzato il presule, «l’avvenire
si costruisce insieme e la salute di
ogni membro è importante per tutti.
È questa visione del bene comune,
del bene di tutti coloro che vivono
in Europa e in particolare di più
poveri, che deve guidare le nostre
scelte politiche». È a questo punto
che l’arcivescovo di Marsiglia ha
fatto riferimento alle elezioni regionali di fine anno, puntando il dito
contro l’astensionismo della prima
tornata elettorale di domenica scorsa per il rinnovo dei dipartimenti.
«Votare — ha detto — è l’atto di partecipazione cittadina più elementare
e necessaria. Astenersi non è un atto
privo di conseguenze sul risultato di
un’elezione. In ogni caso, nulla ci
assolve dalla nostra responsabilità
individuale di cittadini».
Nel rapporto con Gesù
La vita
è un’amicizia
di GUALTIERO BASSETTI
Dopo le dieci letture del Vangelo
presentate nel suggestivo libro Sei
forse tu Gesù?, frutto maturo di un
amore appassionato alla Parola di
Dio, di una profonda sensibilità
pastorale coltivata con convinzione
e generosità lungo tutto il suo percorso ministeriale, di una singolare
carica umana e di un animo genuinamente sacerdotale, monsignor
Luigi Mistò, esattamente un anno
dopo, si ripete proponendoci altrettante lectiones evangeliche, questa volta dedicate all’incontro con
persone vive, “i magnifici 1o del
Vangelo”.
A partire dal titolo stesso del volume, Ti chiamo amico!, il filo conduttore che conferisce unità al testo è proprio quello dell’amicizia,
tema tanto caro all’autore e che ritorna moltissime volte nelle sue
pubblicazioni, al punto che don
Luigi potrebbe essere definito senza timore di eccedere: innamorato
cantore dell’amicizia. Basti pensare
in questo libro alle suggestive pagine sulla figura di Lazzaro, ricordato dalle sorelle a Gesù semplicemente come «il tuo amico», o a
quelle incantevoli dedicate a Giovanni, «il discepolo che Gesù amava», la persona viva con cui Gesù
raggiunge la punta più alta
dell’amore dell’amicizia, paradigma
sublime per tutti noi.
Ma come dimenticare le pagine
vive sull’amicizia che don Luigi ci
ha regalato in Sei forse tu Gesù?,
ancora una volta considerando la
vicenda unica di Lazzaro: il «decalogo dell’amicizia» si staglia come
un testo indimenticabile e programmatico. L’amicizia, dunque, è
la brezza lieve che respiri, ti ringiovanisce e ti ritempra lungo tutte le
pagine del libro di monsignor Mistò, il leitmotiv a cui tutto viene
accordato e ricondotto, la “parola
magica” che a tutto dà ragione e
verità.
Il rapporto con Gesù, in primo
luogo, è incentrato sull’amicizia.
«Lui è tutto per noi», ripete don
Luigi. E veramente si percepisce, si
sente quasi sensibilmente, come innanzi tutto per lui, Gesù sia il sen-
I magnifici
dieci
Viene presentato giovedì 26 a
Roma il libro Ti chiamo amico!
I magnifici 10 del Vangelo di
monsignor Luigi Mistò,
segretario dell’Amministrazione
del Patrimonio della Sede
Apostolica (Saronno, Editrice
Monti, 2014, pagine 319, euro
16). Pubblichiamo quasi per
intero la prefazione del
cardinale arcivescovo di
Perugia - Città della Pieve.
Conferenza di leader religiosi europei a Bruxelles
Il dialogo parte
dal progetto del futuro
BRUXELLES, 25. «Il dialogo non
è un incrocio di monologhi, ma
ascolto reciproco, comprensione.
Significa costruire aspirazioni e
progetti comuni». È quanto ha
affermato monsignor Theodorus
Cornelius Maria Hoogenboom,
vescovo ausiliare di Utrecht, intervenuto a nome della Comece
alla Conferenza sul dialogo e la
tolleranza svoltasi presso il Parlamento europeo a Bruxelles.
Nel suo intervento il presule ha
spiegato che il dialogo, necessario a una convivenza basata sul
rispetto, implica «consapevolezza interculturale», ovvero la volontà delle diverse culture e religioni di «conoscersi, rispettarsi
e procedere insieme per il bene
comune». Tale dialogo deve essere però «regolare, non sporadico» e deve riguardare la quotidianità, le famiglie, la società civile, i giovani. Dinanzi alle sfide
poste dall’intolleranza e dalla
violenza terroristica, il vescovo
ha richiamato i leader religiosi
«al dovere di promuovere una
cultura della pace mediante l’insegnamento, la predicazione, la
cura delle persone che si trovano nel bisogno. Occorre abbattere i muri della divisione e costruire la fratellanza; serve un
reciproco rispetto, senza pregiudicare la libertà di espressione».
Sono stati numerosi gli interventi dei leader religiosi caratterizzati da un unico filo rosso: la
costruzione della pace passa attraverso una nuova fase di dialogo, il rispetto reciproco, la condivisione di progetti per il futuro. Secondo padre Patrick Daly,
segretario generale della Comece, «in Europa negli ultimi tre
secoli è mutato il modo di intendere le religioni». Daly ha insistito sulla necessità di «capire
le ragioni del credere oggi», e in
tal senso ha portato l’esperienza
della Chiesa cattolica, in particolare a partire dal concilio Vaticano II, che ha insistito «su una
visione positiva del mondo» e
sul valore del dialogo tra le fedi.
Riguardo ai radicalismi oggi
presenti anche in Europa, padre
Daly ha parlato anzitutto della
questione educativa, di una corretta conoscenza delle culture e
delle religioni presenti nel continente.
Anche il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha invitato ad accogliere e valorizzare
le diversità nel campo religioso,
invocando il «rispetto dei diritti
di chi crede in Dio».
so vero e pieno della vita. «Non
posso fare a meno di Lui! Non
possiamo fare a meno di Lui. Lui è
tutto per noi. E da Lui, da Lui vivo, sempre accanto a noi, si sprigiona la luce, la dolce luce che guida; la ragione, la sapiente ragione
che spiega; il cuore, il caldo cuore
che batte i tempi dell’amore». Bellissima la frase con cui don Luigi
fissa la sua relazione con Gesù:
«Senza di Lui pensarmi io non
posso. Il ritmo del mio respiro, la
scansione del mio tempo, lo snodarsi dei miei pensieri, le coordinate del mio spazio, i perché delle
mie scelte, la voce delle mie parole,
le sequenze delle mie azioni, il pulsare delle mie vene, i moti del mio
cuore sono semplicemente Lui».
Questa importanza decisiva e assoluta si declina dentro l’esperienza
concreta e plasmante dell’amicizia.
Gesù è l’amico. È semplicemente
l’amico. L’amico che ti chiama
sempre amico e che sempre ti è vicino con la sua presenza viva: «Lui
è risorto, Lui è vivo, Lui è qui. E
questo mi basta». Gesù è l’amico
che ci chiama sempre amici. Anche
quando professiamo con la fede
più radicale: «Mio Signore e mio
Dio!», in verità stiamo parlando
con l’amico e dentro l’amicizia il
rapporto si avvera e raggiunge l’intimità più intensa e dolcissima.
D all’amicizia unica con Gesù
scaturisce l’amicizia con gli altri,
con le sorelle e i fratelli che ci circondano e che incontriamo sul
cammino. Così pure il rapporto
con gli altri è, alla fine, in profondità amicizia. La verità della personalità umana si raggiunge mediante l’immergersi e l’essere immerso
nell’altro. Solo nell’amicizia e
nell’amore personale si realizza in
verità e pienamente se stessi. Monsignor Mistò è proprio persuaso
che il rapporto più alto e più sublime che si possa instaurare tra due
persone
consiste
nell’amore
dell’amicizia. Suggestive e cariche
di richiami per un efficace esame
di coscienza che conduca a un motivato ed entusiasta proposito di vita sono le pagine in cui don Luigi
descrive la Chiesa come «il santuario dell’amicizia», rimodulando la
sfida che il grande e santo papa
Giovanni Paolo II ha lanciato alla
Chiesa all’inizio del terzo millennio: «Essere la casa e la scuola
dell’amicizia». «Io sogno il giorno
in cui chiunque si affacci alla porta
delle nostre comunità, delle nostre
parrocchie, delle nostre chiese percepisca la sensazione viva di varcare la soglia della casa di Betania, la
soglia del santuario dell’amicizia».
Veramente illuminanti e basilari sono le quattro caratteristiche che,
come i punti cardinali aiutano «a
orientarsi attraverso una magnifica
rosa dei venti che conduca alla
Chiesa, casa, scuola e santuario
dell’amicizia»: l’accoglienza incondizionata, la stima sincera, la magnanimità del perdono, il sorriso
buono e la gioia della festa. «Dentro questa Chiesa di amici, anche
noi riceviamo la grazia e la fortuna
come per Lazzaro di essere chiamati “l’amico di Gesù”».
A questo punto, allora, l’amicizia
con Gesù e con i fratelli diventa il
senso della vita intera, lo spartito
su cui si dispiega la sinfonia dei
giorni e delle stagioni, il contenuto
dei pensieri e delle azioni, dei progetti e delle imprese, dei disegni e
delle opere. L’amicizia con Gesù è
la via, lo stile, il metodo della testimonianza dentro cui si attua la
nuova evangelizzazione. «Chi vive
l’amicizia con Gesù è chiamato a
trasmetterla agli uomini che incontra attraverso la benevolenza, la
condiscendenza, l’amore che si fa
prossimo e la misericordia che perdona. L’amico di Gesù è colui che
sta vicino all’uomo, in specie
all’uomo ferito, per essere il volto,
lo sguardo, l’abbraccio misericordioso di quel Dio di cui magari
non ha mai sentito parlare ma che
può finalmente incontrare e conoscere attraverso l’amore dell’amicizia. Mi pare di intuire con lucidità
sempre maggiore come questo tipo
di annuncio del Vangelo di Gesù
sia prioritario per la società in cui
viviamo. Anche senza parlare esplicitamente di Lui, il testimoniare il
suo amore mediante la vicinanza
della condivisione e dell’amicizia
permetterà anche a chi non lo conosce di incontrarlo nella verità del
proprio cuore». La gioia dell’evangelizzazione, l’Evangelii gaudium di
Papa Francesco si attua, secondo
l’ispirazione di monsignor Mistò,
attraverso la testimonianza gioiosa
ed entusiasta dell’amicizia.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 6
giovedì 26 marzo 2015
I membri e i sostituti eletti dalle conferenze episcopali e dalle Chiese orientali
Verso il sinodo
In occasione della XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi,
che avrà luogo in Vaticano dal 4 al 25
ottobre 2015 sul tema «La vocazione e
la missione della famiglia nella Chiesa
e nel mondo contemporaneo», pubblichiamo l’elenco dei membri e dei sostituti eletti dagli organismi aventi diritto
e ratificati dal Santo Padre lo scorso
17 marzo.
A) Conferenze episcopali
AFRICA
Africa settentrionale (C.E.R.N.A.)
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Jean-Paul Vesco, O.P., Vescovo di Oran (Algeria)
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Santiago Agrelo Martínez,
O.F.M., Arcivescovo di Tanger (Marocco)
Botswana, Sud Africa e Swaziland
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Stephen Brislin, Arcivescovo di Cape Town, Kaapstad, Presidente della
Conferenza Episcopale (Sud Africa)
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Zolile
Peter Mpambani, S.C.I., Vescovo di
Kokstad (Sud Africa)
Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Dabula Anton Mpako, Vescovo di Queenstown (Sud Africa)
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jan De
Groef, M. AFR., Vescovo di Bethlehem (Sud Africa)
Burkina Faso e Niger
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Joseph Sama, Vescovo di
Nouna (Burkina Faso)
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Djalwana Laurent Lompo,
Arcivescovo di Niamey (Niger)
Ciad
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Henri Coudray, S.I., Vescovo
titolare di Silli, Vicario Apostolico di
Mongo
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Joachim Kouraleyo Tarounga, Vescovo di Moundou
Congo (Rep. Democratica del)
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Nicolas Djomo Lola, Vescovo di
Tshumbe, Presidente della Conferenza Episcopale
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Philibert Tembo Nlandu, C.I.C.M., Vescovo di Budjala
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Joseph Banga Bane, Vescovo
di Buta
Guinea
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Vincent Coulibaly, Arcivescovo di Conakry
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Raphaël Balla Guilavogui,
Vescovo di N’Zérékoré
Lesotho
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Gerard Tlali Lerotholi,
O.M.I., Arcivescovo di Maseru, Presidente della Conferenza Episcopale
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Augustinus Tumaole Bane,
O.M.I., Vescovo di Leribe
Liberia
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Anthony Fallah Borwah, Vescovo di Gbarnga
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Andrew Jagaye Karnley, Vescovo di Cape Palmas
Mali
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Jonas Dembélé, Vescovo di
Kayes
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Jean Zerbo, Arcivescovo di
Bamako
Mozambico
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Francisco Chimoio, O.F.M.
CAP., Arcivescovo di Maputo
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Adriano Langa, O.F.M., Vescovo di Inhambane
Namibia
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Philipp Pöllitzer, O.M.I., Vescovo di Keetmanshoop
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Joseph Shipandeni Shikongo,
O.M.I., Vescovo titolare di Capra, Vicario Apostolico di Rundu
Nigeria
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Matthew Man-oso Ndagoso, Arcivescovo di Kaduna
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Camillus Raymond Umoh, Vescovo di
Ikot Ekpene
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jude
Ayodeji Arogundade, Vescovo di
O ndo
Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Hilary Paul Odili Okeke, Vescovo di Nnewi
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di
Jos, Presidente della Conferenza
Episcopale
Togo
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Jacques Danka Longa, Vescovo di Kara
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Benoît Comlan Messan Alowonou, Vescovo di Kpalimé
Uganda
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
John Baptist Odama, Arcivescovo di
Gulu, Presidente della Conferenza
Episcopale
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Joseph
Anthony Zziwa, Vescovo di KiyindaMityana, Vice Presidente della Conferenza Episcopale
Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Lambert Bainomugisha, Vescovo titolare di Tacia montana, Ausiliare di Mbarara
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Sanctus
Lino Wanok, Vescovo di Nebbi
AMERICA
Antille
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Francis Alleyne, O.S.B., Vescovo di Georgetown (Repubblica Cooperativistica della Guyana)
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Emmanuel Lafont, Vescovo
di Cayenne (Guyana Francese)
Bolivia
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Braulio Sáez García, O.C.D., Vescovo
titolare di Raso, Ausiliare di Santa
Cruz de la Sierra
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Krzysztof Janusz Białasik Wawrowska,
S.V.D., Vescovo di Oruro
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Aurelio Pesoa Ribera, O.F.M.,
Vescovo titolare di Leges, Ausiliare
di La Paz
Guatemala
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Rodolfo Valenzuela Núñez,
Vescovo di Vera Paz, Cobán, Presidente della Conferenza Episcopale
Sostituto: Ecc.za Rev.ma Mons.
Gonzalo De Villa Y Vásquez, S.I.,
Vescovo di Sololá-Chimaltenango
Haiti
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Yves-Marie Péan, C.S.C., Vescovo di Les Gonaïves
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Max Leroy Mésidor, Arcivescovo di Cap-Haïtien
Nicaragua
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. César Bosco Vivas Robelo,
Vescovo di León en Nicaragua
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Juan Abelardo Mata Guevara, S.D.B., Vescovo di Estelí
Panamá
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Aníbal Saldaña Santamaría,
O.A.R., Vescovo Prelato di Bocas del
Toro
Sostituto: Sua Em.za Rev.ma Card.
José Luis Lacunza Maestrojuán,
O.A.R., Vescovo di David, Presidente
della Conferenza Episcopale
Perú
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Salvador Piñeiro García-Calderón,
Arcivescovo di Ayacucho, Presidente
della Conferenza Episcopale
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Héctor
Miguel Cabrejos Vidarte, O.F.M., Arcivescovo di Trujillo
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. José Antonio Eguren Anselmi, S.C.V., Arcivescovo di Piura
Venezuela
Membri: Sua Em.za Rev.ma Card.
Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Diego
Rafael Padrón Sánchez, Arcivescovo
di Cumaná, Presidente della Conferenza Episcopale
Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Fernando José Castro Aguayo, Vescovo titolare di Ampora, Ausiliare di Caracas, Santiago de Venezuela
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Rafael
Ramón Conde Alfonzo, Vescovo di
Maracay
ASIA
Cina
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. John Baptist Lee Keh-mien,
Vescovo di Hsinchu
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Thomas Chung An-zu, Vescovo di Kiayi
Filippine
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Romulo G. Valles, Arcivescovo di
D avao
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jose S.
Palma, Arcivescovo di Cebu
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Gilbert
A. Garcera, Vescovo di Daet
Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Pablo Virgilio S. David, Vescovo titolare di Guardialfiera, Ausiliare di San Fernando
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Antonio J. Ledesma, S.I., Arcivescovo di
Cagayan de Oro
Indonesia
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo,
Arcivescovo di Jakarta, Presidente
della Conferenza Episcopale, Ordinario Militare per l’Indonesia
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Fransiskus Kopong Kung, Vescovo di Larantuka
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Leo Laba Ladjar, O.F.M., Vescovo di Jayapura
Kazakhstan
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Tomash Bernard Peta, Arcivescovo di Maria Santissima in Astana,
Presidente della Conferenza Episcopale
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Athanasius Schneider, O.R.C.,
Vescovo titolare di Celerina, Ausiliare di Maria Santissima in Astana
Laos e Cambogia
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, Vescovo titolare di Acque
nuove di Proconsolare, Vicario Apostolico di Paksé (Laos)
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Olivier Michel Marie Schmitthaeusler, M.E.P., Vescovo titolare di
Catabum castra, Vicario Apostolico
di Phnom-Penh (Cambogia), Presidente della Conferenza Episcopale
Malaysia - Singapore - Brunei
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. John Wong Soo Kau, Arcivescovo di Kota Kinabalu (Malaysia)
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Sebastian Francis, Vescovo di
Penang (Malaysia)
Myanmar
Membro: Sua Em.za Rev.ma Card.
Charles Maung Bo, S.D.B., Arcivescovo di Yangon
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Felix Lian Khen Thang, Vescovo di Kalay
Paesi arabi (C.E.L.R.A.)
Membro: Sua Beatitudine Rev.ma
Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Presidente della Conferenza Episcopale
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Maroun Elias Lahham, Arcivescovo titolare di Medaba, Ausiliare
e Vicario Patriarcale per Gerusalemme dei Latini per la Giordania
Conclusa a Miskolc la visita del cardinale Leonardo Sandri in Ungheria
Come mattoni allineati
Un’esortazione a «smascherare le nascoste dittature delle ideologie contemporanee e globali» è stata rivolta dal cardinale Leonardo Sandri mercoledì 25 marzo, a conclusione della sua visita in Ungheria. Si tratta di dittature, ha spiegato, che assumono una duplice veste: quelle che inneggiano
«alla violenza utilizzando ingiustamente il nome
di Dio» e quelle «che subdolamente si insinuano
nelle menti e nelle scelte politiche delle nazioni».
Il prefetto della Congregazione per le Chiese
orientali si trova in terra magiara da domenica 22
su invito dei vescovi greco-cattolici ungheresi, a
seguito della riorganizzazione della locale gerarchia di rito bizantino, approvata il 20 marzo da
Papa Francesco. Come ultima tappa del suo viaggio, nella solennità dell’Annunciazione il porporato ha presieduto la divina liturgia per la riapertura e la benedizione della cattedrale eparchiale di
Miskolc.
Alla presenza del vescovo Atanáz Orosz, e del
nunzio apostolico Bottari De Castello, il cardinale
all’omelia ha parlato del giubileo della misericordia voluto dal Pontefice. Esso — ha detto — «è
possibile perché la Chiesa, pur essendo peccatrice
nei suoi figli, rimane vergine tutta pura e bella,
perché il suo sposo, Cristo, l’adorna del tesoro
delle opere dei santi»; ed è «madre, perché non
tiene per sé il nutrimento della grazia, ma in modo tutto speciale nell’anno santo desidera che tutti ne possano prendere, tornando al Signore che
largamente perdona».
La bellezza di Dio, ha aggiunto, «si incarna in
qualche modo anche in questa cattedrale, nell’edificio della Chiesa, perché qui i figli rinascono alla
vita di grazia». Da qui l’invito «a vivere fedeli alla nostra identità più profonda», perché «nella
carità fraterna Dio vuole completare la nostra santificazione, scolpendoci, come si scolpiscono le
pietre, e mettendoci l’uno accanto all’altro, in maniera ancora più perfetta di come sono allineati i
mattoni di una chiesa».
Successivamente il cardinale Sandri ha ricordato il ventennale della lettera apostolica Orientale
lumen e dell’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II, chiedendo rinnovata «passione
nell’annuncio del Vangelo della vita». Questo si-
gnifica avere «il coraggio di andare controcorrente, rispetto agli interessi di organizzazioni che si
presentano come di assistenza umanitaria — è stata la sua denuncia — ma in realtà colonizzano con
ideologie contrarie alla dignità della persona umana soprattutto le popolazioni dei Paesi più poveri
e indifesi, oppure li classificano nel “terzo mondo”, soltanto perché non hanno una legislazione
che renda lecita per esempio la pratica dell’aborto. Sappiamo bene — ha concluso richiamando vicende recenti della terra magiara — quanto male
le ideologie e i regimi hanno ferito nell’intimo la
storia dell’Europa del ventesimo secolo, anche qui
in Ungheria».
In precedenza, nella mattinata di martedì 24, il
cardinale Sandri, accompagnato dal nunzio, si era
recato ad Esztergom per la visita al cardinale Peter Erdő. Nella cattedrale primaziale ha pregato
presso l’altare di sant’Adalberto, che custodisce
spoglie del beato Zoltán Lajos Meszlényi, e scendendo in cripta, si è soffermato dinanzi alla tomba del servo di Dio József Mindszenty, eroico primate di Ungheria processato dal regime nel 1949.
EUROPA
Bielorussia
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, Arcivescovo di Minsk-Mohilev
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Antoni Dziemianko, Vescovo
di Pinsk
Croazia
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Valter Župan, Vescovo emerito di Krk, Presidente del Consiglio
della Conferenza Episcopale Croata
per la Famiglia e la Vita
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Antun Škvorčević, Vescovo di
Požega
Federazione Russa
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Paolo Pezzi, F.S.C.B., Arcivescovo di Madre di Dio a Mosca,
Presidente della Conferenza Episcopale
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Joseph Werth, S.I., Vescovo
di Trasfigurazione a Novosibirsk
Germania
Membri: Sua Em.za Rev.ma Card.
Reinhard Marx, Arcivescovo di
München und Freising
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Heiner
Koch, Vescovo di Dresden-Meissen
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. FranzJosef Hermann Bode, Vescovo di
O snabrück
Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Karl-Heinz Wiesemann, Vescovo di Speyer
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Wilfried Theising, Vescovo titolare di
Mina, Ausiliare di Münster
Gran Bretagna (Scozia)
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Philip Tartaglia, Arcivescovo
di Glasgow, Presidente della Conferenza Episcopale di Scozia
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. John Keenan, Vescovo di Paisley
Portogallo
Membri: Sua Em.za Rev.ma Card.
Manuel José Macário Do Nascimento Clemente, Patriarca di Lisboa,
Presidente della Conferenza Episcopale
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Antonino Eugénio Fernandes Dias, Vescovo di Portalegre - Castelo Branco,
Presidente della Commissione Episcopale del Laicato e la Famiglia
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. António Augusto Dos Santos
Marto, Vescovo di Leiria-Fatima, Vice Presidente della Conferenza Episcopale
Repubblica Ceca
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Jan Vokál, Vescovo di Hradec Králové
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Ladislav Hučko, Vescovo titolare di Orea, Horaea Esarca, Apostolico per i cattolici di rito bizantino residenti nella Repubblica Ceca
Svizzera
Membro: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Jean-Marie Lovey, C.R.B., Vescovo di Sion, Sitten
Sostituto: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Valerio Lazzeri, Vescovo di
Lugano
B) Chiese orientali cattoliche sui
iuris
Sinodo della Chiesa Siro-Malabarese
Membri: Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Joseph Kallarangatt, Vescovo di Palai dei Siro-Malabaresi (India)
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Andrews Thazhath, Arcivescovo di Trichur dei Siro-Malabaresi (India)
Sostituti: Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Kuriakose Bharanikulangara,
Arcivescovo di Faridabad dei SiroMalabaresi (India)
Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Thomas Elavanal, M.C.B.S., Vescovo di
Kalyan dei Siro-Malabaresi (India)
Inizio della missione
del nunzio apostolico a Nauru
Monsignor Martin Krebs, arcivescovo titolare di Taborenta, è arrivato nella prima mattinata di domenica 22 febbraio, all’aeroporto
internazionale del piccolo Stato di
circa diecimila abitanti, dove lo
hanno accolto Dedok Clodumar,
vice direttore del Protocollo del dipartimento degli Affari Esteri e del
Commercio, e il parroco dell’isola,
padre Saimon Kokoria, M.S.C.. Alle
ore 10, il rappresentante pontificio
ha presieduto l’Eucaristia domenicale nella chiesa cattolica Christ
the King, alla presenza del ministro degli Interni, dell’Educazione
e della Gestione del territorio,
Charmaine Scotty, dell’alto commissario
dell’Australia,
Martin
Quinn, e di un gruppo di quindici
rifugiati, alloggiati a Nauru nei
centri conosciuti come i Regional
Processing Centres.
Il giorno dopo, il nunzio apostolico ha avuto modo di consegnare,
nella sede del Governo, la copia
delle sue lettere credenziali a Michael Aroi, segretario per gli Affari
Esteri e del Commercio. Subito dopo, è stato introdotto nell’ufficio
del presidente della Repubblica,
Baron Divavesi Waqa. Dopo un
breve discorso, ha presentato le lettere credenziali al capo dello Stato.
Quest’ultimo, facendo riferimento
al motto nazionale God’s will first,
ha espresso il suo apprezzamento
per la persona e l’opera del Papa e
le attività della Chiesa cattolica in
Nauru. È seguito un cordiale colloquio, durante il quale Waqa ha
commentato la situazione dell’eco-
nomia nazionale e quella dei rifugiati nei tre summenzionati Regional Processing Centres presenti
sull’isola.
Sono poi seguite varie visite di
monsignor Krebs alle autorità civili. Fra queste ha salutato Charmaine Scotty, Ludwig Scotty, speaker
del Parlamento; Valdon Dowiyogo,
ministro della Salute, del Trasporto, dello Sport e della Pesca; Aaron
Cook, ministro del Commercio,
dell’Industria
e
dell’Ambiente;
Shadlog Bernicke, ministro delle
Telecomunicazioni e del Nauru
Phosphate Royalty Trust, e Lionel
Aingimea, segretario per la Giustizia e il Controllo delle frontiere.
Il 24 febbraio, monsignor Krebs
ha reso visita al Kayser College,
una scuola dedicata al missionario
cattolico Alois Kayser (1877-1944),
che lavorando a Nauru per quasi
quarant’anni è stato un grande cultore della lingua e della cultura
nauruana, fino alla sua deportazione nel 1943 da parte dalle truppe
giapponesi sull’isola di Chuuk, dove è morto l’anno seguente. Infine,
visitando con Graham Leung, solicitor general for Justice and Border
control, gli impianti tecnici e medici in uno dei tre Regional Processing Centres, il rappresentante
pontificio ha potuto rendersi conto
in prima persona della situazione
dei rifugiati trasferiti dall’Australia
a Nauru.
L’indomani, il nunzio apostolico
ha lasciato l’isola, diretto a Wellington.
L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 26 marzo 2015
pagina 7
Pablo Picasso
«madre e figlio» (1922)
Il 21 e il 22 giugno
Papa Francesco
a Torino
Il mondo della sofferenza e i giovani, nel segno di don Bosco: saranno
queste le coordinate fondamentali
della visita di Papa Francesco a Torino il 21 e il 22 giugno e anche
dell’ostensione della Sindone che si
svolgerà dal 19 aprile al 24 giugno
in occasione del secondo centenario
della nascita del santo. Il programma del viaggio è stato annunciato
mercoledì 25 marzo dall’arcivescovo
della città, Cesare Nosiglia, nel corso di una conferenza che si è tenuta
nella Sala stampa della Santa Sede.
«L’amore più grande» è il motto
scelto dall’arcivescovo per l’ostensione della Sindone che — ha rilevato il vicedirettore della Sala Stampa, padre Ciro Benedettini, moderatore dell’incontro — ci appare come un’«icona della misericordia di
Dio» e diventa quindi occasione
privilegiata di preparazione al giubileo appena annunciato.
Papa Francesco, ha spiegato l’arcivescovo Nosiglia, una volta atterrato all’aeroporto di Caselle alle 8
del mattino, raggiungerà Piazzetta
Reale dove avrà un primo scambio
con la città confrontandosi con il
mondo del lavoro, quel mondo
«che sta attraversando una grande
crisi». In particolare Francesco
ascolterà un’operaia, un agricoltore
e un imprenditore. Subito dopo,
l’atteso ingresso in cattedrale con la
sosta davanti all’altare del beato
Pier Giorgio Frassati e la preghiera
di fronte alla Sindone. In cattedrale
saranno presenti anche i cardinali e
i vescovi della Conferenza episcopale piemontese e valdostana.
In questo momento «di intensa
spiritualità e contemplazione», il
Pontefice si unirà idealmente alla
preghiera di centinaia di migliaia di
fedeli — a oggi, ha rilevato il vicesindaco di Torino Elide Tisi, «quasi
ottocentocinquantamila
pellegrini
hanno prenotato la visita» — che,
come ha sottolineato l’arcivescovo
Nosiglia, giungono a Torino fondamentalmente per compiere «un pellegrinaggio dentro se stessi», mettendosi a confronto con l’immagine
in cui «cercano, riconoscono e trovano i segni della passione del Signore». A tale riguardo, durante la
conferenza, il presidente della commissione diocesana della Sindone,
don Roberto Gottardo, ha presentato la guida preparata per l’occasione (Pellegrini alla Sindone, Torino, Velar, 2015, pp. 48). Un ulteriore dettaglio è stato aggiunto dall’arcivescovo Nosiglia: tutte le offerte
raccolte durante l’ostensione verranno consegnate al Papa per le sue
opere di carità verso i poveri.
Evento centrale della mattinata
torinese di Francesco sarà la messa
celebrata in piazza Vittorio, dove il
Papa incontrerà l’intera comunità
diocesana. Lì arriverà dopo aver attraversato con la papamobile molte
vie e piazze della città. Al termine
della concelebrazione eucaristica
Francesco si dirigerà in episcopio
dove ha deciso di condividere il
pranzo con gli emarginati della società: sono stati invitati alcuni giovani detenuti del carcere minorile,
migranti, senza fissa dimora e rappresentanti della comunità rom.
Il pomeriggio si aprirà con un altro momento di spiritualità: Francesco si recherà a pregare al santuario
mariano della Consolata. L’arcivescovo ha ricordato come il Pontefice sia particolarmente devoto alla
Vergine consolatrice e ha sottolineato come questo sarà un momento
privato: saranno presenti solo i sacerdoti ospiti del santuario.
Torino vuol dire anche don Bosco. Nel bicentenario della nascita
del santo il Papa incontrerà la famiglia dei salesiani nella basilica di
Maria Ausiliatrice, a Valdocco, lì
dove, ha sottolineato l’arcivescovo
Nosiglia, don Bosco ha iniziato il
suo cammino. L’appuntamento del
primo pomeriggio sarà anche occasione per il Pontefice di salutare
l’intero mondo degli oratori — sia
della diocesi torinese che di quelle
italiane — una delle espressioni più
caratteristiche della pastorale ispirata dal santo di Castelnuovo d’Asti.
Riprenderà così, con i ragazzi degli oratori, quel dialogo privilegiato
che segnerà sia la visita del Papa sia
la stessa ostensione della Sindone.
Dai giovani del mondo salesiano,
infatti, Francesco passerà a portare
la sua parola ai malati e ai sofferenti del Cottolengo, quello che l’arcivescovo Nosiglia ha definito «una
città nella città» che ha fatto
dell’accoglienza la sua ragione d’essere.
Poi di nuovo un’immersione nel
mondo giovanile con l’incontro finale di domenica in piazza Vittorio,
dove il Papa sarà accolto non solo
dai giovani torinesi, ma da quelli di
tutta Italia, invitati per quella che è
stata definita una sorta di “mini
gmg”: provenienti dalle varie diocesi, parteciperanno a una due-giorni
di preparazione che — ha spiegato
don Luca Ramello, direttore della
pastorale giovanile — rientra nel
progetto Turin For Young. A Torino dal 19 al 21 giugno sarà presente
anche la croce della gmg portata da
Cracovia.
Il lunedì sarà dedicato dal Pontefice prima all’incontro con la comunità valdese, in mattinata è prevista
la sua visita al tempio, e poi, in arcivescovado, a quello con alcuni
suoi familiari con i quali il Papa —
che, com’è noto, ha origini piemontesi — in forma strettamente privata
celebrerà la messa e consumerà il
pranzo.
La visita di Francesco a Torino
terminerà nel pomeriggio ancora
una volta nel segno delle nuove generazioni: il suo trasferimento
all’aeroporto sarà accompagnato
lungo la strada dal saluto dei giovani dell’Estate ragazzi.
«Urge la promozione di “una cultura della vita” che diventi un patrimonio esistenziale di tutta l’umanità». È l’auspicio espresso dal segretario del Pontificio Consiglio per gli
operatori sanitari, monsignor JeanMarie Mupendawatu, alla giornata
di studio dedicata all’Evangelium vitae nel ventesimo anniversario della
pubblicazione dell’enciclica di Giovani Paolo II.
Organizzato a Roma dal dicastero
vaticano per la pastorale della salute
mercoledì 25 marzo, l’incontro ha
inteso rilanciare la responsabilità
«della promozione della cultura della vita» attraverso la rilettura di
quella è considerata una pietra miliare del pontificato wojtyliano. Un
documento che resta «di straordinaria attualità» — ha spiegato il prelato nel suo intervento — poiché «ribadisce con forza come l’uomo costituisca la prima e fondamentale via
della Chiesa». Ecco perché non si è
trattato di una semplice commemorazione celebrativa, quanto piuttosto
di un comune interrogarsi dei partecipanti sulla cultura della vita
nell’attuale contesto culturale e sociale. Significativa è in proposito la
coincidenza
con
la
solennità
dell’Annunciazione del Signore, «festa congiunta — l’ha definita il relatore — di Cristo e della Vergine: del
Verbo che si fa Figlio di Maria, e
della Vergine che diviene madre di
Dio». Infatti ella «con il suo fiat generoso divenne, per opera dello Spirito anche vera madre dei viventi accogliendo nel suo grembo l’autore
della vita». Di conseguenza, Maria
«ha legami personali strettissimi con
il vangelo della vita».
Ritornando al ventennale dell’enciclica, monsignor Mupendawatu ha
sottolineato che «rivolgere lo sguardo alle radici fa parte del processo
della memoria». E ha citato in proposito il magistero pontificio che «si
preoccupa di promuovere la difesa
della vita dal suo sorgere al suo mo-
Nel ventennale dell’«Evangelium vitae»
Patrimonio
dell’umanità
mento finale». Un insegnamento
che «è divenuto sempre più pressante soprattutto a partire» dall’Humanae vitae di Paolo VI , del 1968, cui è
seguita l’esortazione apostolica Familiaris consortio di Giovanni Paolo
II, nel 1981. «Nel 1983 — ha continuato nel suo excursus il segretario
del Pontificio Consiglio — il Sinodo
dei vescovi denunciava con sgomento l’immane lotta offerta dal mondo
contemporaneo tra la cultura di vita
e la cultura di morte, quest’ultima
oggi purtroppo sempre più radicata
ed espressa»; e «nel 1987, la Congregazione per la dottrina della fede
pubblicò l’istruzione Donum vitae e
nel 1993 lo stesso Giovanni Paolo II,
nell’enciclica Veritatis splendor, offrì i
fondamenti della morale cattolica e,
a conferma dell'impegno in difesa
della vita, istituì nel 1994 la Pontificia Accademia per la vita. Infine nel
1995, in ossequio alla richiesta formulata in maniera unanime dai cardinali nel concistoro straordinario
dell’aprile 1991, di fronte agli innumerevoli attentati alla vita perpetuati nel mondo, i vescovi chiesero al
Papa di riaffermare, con la sua autorità il valore e l’inviolabilità della vita umana, Giovanni Paolo II pubblicò l’Evangelium vitae, dove troviamo
una riaffermazione precisa e ferma
del valore della vita umana». Anzi
l’enciclica «rappresenta la sintesi del
continuo e perenne insegnamento
della Chiesa circa il rispetto della vita umana». Un magistero ribadito
dallo
stesso
Papa
Francesco,
nell’esortazione apostolica Evangelii
gaudium, che al numero 99 «dice no
alla distruzione della vita».
Sulla stessa lunghezza d’onda la
veglia svoltasi la sera di martedì 24,
in diversi santuari mariani del mon-
do. Da Roma a Fatima, da Lourdes
a Guadalupe, e da altre città — tra
cui Nazaret, che aveva anticipato di
qualche giorno l’appuntamento — si
è levata una preghiera comune perché la vita sia sempre tutelata e mai
scartata. Cuore dell’iniziativa, promossa dal Pontificio Consiglio per
la famiglia, la basilica liberiana, la
prima al mondo dedicata a Maria.
«Siamo qui, uomini e donne, accomunati dall’amore per la vita, dalla
passione per difenderla, dal sogno
di vederla crescere per tutti», ha
detto l’arcivescovo presidente Vincenzo Paglia. «Dare la vita: questo è
il martirio di cui abbiamo bisogno
oggi», ha aggiunto citando monsignor Romero, che definiva le mamme «martiri quotidiane». E il pensiero è andato subito alle tante madri in difficoltà, ma anche ai bimbi
non nati, ai volontari e alle realtà
ecclesiali che lavorano a favore della
vita, ricordati durante la recita del
rosario che ha preceduto la messa.
Una preghiera scandita dal ringraziamento per il dono di ogni esistenza umana e dall’impegno dei
presenti nella basilica di Santa Maria Maggiore a continuare a diffondere la cultura della vita nell’educazione, nella catechesi, nella solidarietà e nel sociale. Come è stato ribadito anche attraverso alcune testimonianze, tra cui quella di una donna ventottenne rimasta incinta a 17
anni, che con il sostegno della famiglia e del Centro di aiuto alla vita di
Roma, ha potuto portare a termine
la gravidanza. «Nel suo impegno
per la vita, la Chiesa non condanna
ma stende le mani con misericordia
e speranza per sollevare dalla disperazione», ha commentato don Frank
Pavone, direttore di Priest for life.
Al quale ha fatto eco una volontaria
dell’associazione Donum vitae. «Occorre guardare la vita nella sua profondità — ha detto — scoprendo in
ogni persona l’immagine del Creatore».
Gruppi di fedeli in piazza San Pietro
All’udienza generale di mercoledì 25 marzo, in
piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi:
Da diversi Paesi: Partecipanti all’Incontro promosso dalla Comunità di Sant Egidio.
Dall’Italia: Suore Ancelle della Carità; Frati
Minori Cappuccini. Gruppi di fedeli dalle
Parrocchie: Santi Sisinio, Martirio e Alessandro, in Trento; Santissima Trinità, in Fossano;
Madonna dei Laghi, in Avigliana; Santi Bartolomeo e Martino, in Casalpusterlengo; Santa Maria Assunta, in Blessaglia; Santa Maria
della Scala, in Verona; San Germano, in Rivanazzano Terme; San Paolo, in San Polo di
Podenzano; San Rocco, in Sambuceto; San
Pietro in Formis, in Aprilia; San Biagio, in
Marano Equo; Santissimo Salvatore, in Andria; San Leone Magno, in Bitonto; San Giovanni Bosco, in Potenza. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie di Pollenza, Tolentino di Macerata, Cimmo, Vercurago, Galliano Mugello,
Mogliano, Voghera, Godiasco Salice Terme,
San Teodoro. Coro del Duomo di Cittadella;
Associazione Difendere la vita con Maria; Associazione Donum vitae; Movimento italiano
per la vita; Lavoratori della Provincia di Vibo
Valentia, con il Vescovo di Mileto-NicoteraTropea, Mons. Luigi Renzo; Movimento Arcobaleno Santa Maria Addolorata; Associazione nazionale Polizia di Stato, di Teramo; Associazione nazionale Polizia Penitenziaria, di
Avellino; Associazione nazionale Carabinieri,
di Curtarolo e Campo San Martino, e di Siracusa; Associazione nazionale Vigili del Fuoco,
di Pisa; Associazione Santomauro, di Bari;
Associazione Opera dell’Amore, di Potenza;
Associazione Insieme si può, di Torre del Lago; Associazione Il libeccio, di Francavilla al
Mare; Associazione Fra’ Guglielmo Massaia,
di Piovà Massaia; Associazione Life, di Campodarsego; Associazione Wend Barka, di
Montecatini Terme; Associazione scuola calcio
Bonolis, di Teramo; Associazione Mondo
nuovo, di Volterra; Associazione nazionale circoli universitari italiani; Gruppi ACLI, di Triggiano, e di Milano; Gruppo del IV Municipio
di Roma; Gruppo di preghiera San Pio, di
San Damiano d’Asti; Gruppo Terz’O rdine
francescano secolare, di Stroncone; Comitato
Befana subacquea, di Riva del Garda; Cooperativa I tre melograni, di Cirò Marina; Centro
diurno Nickan, di Brindisi; Gruppo Don
Orione, di Milano; Circolo ricreativo aziendale De Cecco, di Fara San Martino; Casa Capuani, di Paternopoli; Soci dei Lions Clubs;
Club I borghi più belli d’Italia; Rotary club,
di Ottaviano. Gruppi di studenti: Collegio
San Carlo, di Milano; Liceo Troya, di Andria;
Liceo Peano, di Tortona; Liceo Antonelli, di
Torrion Quartara; Liceo Parini, di Barzanò;
Liceo Basile, di Palermo; Liceo Romagnosi, di
Parma; Istituto Lia, di Giugliano in Campania; Istituto Pertini, di Brindisi; Istituto Perlasca, di Idro; Istituto Pertini-Santoni, di Crotone; Istituto alberghiero, di Teano; Istituto Ne-
ri, di Concordia sul Secchia; Istituto Oriani,
di Faenza; Istituto Calabretta, di Soverato;
Istituto Sacchi, di Piadena; Istituto da Vinci,
di Chiavenna; Istituto Ravizza, di Novara;
Istituto Fermi-Galilei, di Cirié; Istituto Beltrami, di Cremona; Istituto Fermi, di Vittoria;
Istituto Conti, di Aversa; Scuola San Giuseppe, di Alzano Lombardo; Scuola Stanzione,
di Frattamaggiore; Scuola Di Giacomo, di
Giugliano in Campania; Scuola Bambi, di Ercolano; Scuola La traccia, di Ariate di Calco;
Scuola Umberto di Savoia, di Trapani. Gruppi di fedeli da Lomazzo, Santa Maria a Vico,
From England: Members of the Catholic
Catenian Association, accompanied by Bishop
Mark OToole.
From the Channel Islands: Pilgrims from
Beaulieu Convent School, Jersey.
From Denmark: Pilgrims from: A special
educational school, Odder; Svendborg Business School.
From Germany: Students and staff from
Ebern High School.
From Malta: Students and staff from St Andrew’s School.
From Quatar: Pilgrims from Our Lady of
the Rosary Catholic Church, Doha.
From Australia: Students and staff from St
Mary’s College, Northcore.
From Indonesia: Pilgrims from St Peter’s
Church, Bandung.
Camucia di Cortona, Borgo San Lorenzo,
Bellusco, Carvico, Torre de’ Busi, Sant’Arsenio, Carovigno, Aquino, Ancona, Nicosia, Castellammare di Stabia, Santa Domenica di Ricadi.
Dalla Svizzera: Parrocchia San Vittore Mauro, in Poschiavo.
Coppie di sposi novelli.
Gruppi di fedeli da: Ungheria.
I polacchi: Pielgrzymi z Mławy i Warszawy;
grupa turystyczna z Opola; pielgrzymi indywidualni.
De France: Pèlerinage du Diocèse d’Angers;
Equipe Notre-Dame, de Marseille; Centre
Madeleine Danielou, de Rueil-Malmaison;
Lycée Saint-Adjutor, de Vernon; Ecole Gerson, de Paris; Collège Richelieu, de Lugon;
Collège de Maillé; Collège Le Bon Sauveur,
de Le Vesinet; Institut Sainte-Marie, de
Neuilly-sur-Seine.
From various Countries: Benedictine monks
participating in a monastic renewal program.
From the United States of America: Pilgrims
from the following parishes: St Thomas Aquinas University Parish, Fayetteville, Arkansas;
Cathedral of the Immaculate Heart of Mary,
Las Cruces, New Mexico; A delegation from
the National Catholic Rural Life Association;
A group of St Bonaventure University
Alumni, New York; Students and faculty
from: University of Newark, Delaware; Newman Center, University of Nebraska, Lincoln;
Dr Phillips High School, Orlando, Florida;
Chesterton Academy, Minneapolis, Minnesota.
Aus verschiedenen Ländern: Mitglieder des
Skid Row Marathon.
Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden Pastoraler
Raum, Bad Driburg; St. Jakobus, Görlitz; St.
Matthias, Euskirchen; St. Franziskus, Gummersbach; Heiliger Nikolaus, Hamburg; St.
Vincentius, Haselünne und St. Laurentius,
Lehrte; Herz-Jesu, Kelsterbach; St. Josef, Mittelbuch; St. Martin, Mühlenberg; Dekanat
Neuburg-Schrobenhausen; St. Lambertus,
Ochtrup; Heiliger Josef, Saarbrücken; Zwölf
Apostel, Spessart; St. Josef, Stadtkyll; St.
Kornelius und Cyprian, Waghäusel-Kirrlach;
St. Franziskus, Wiehl; Pilgergruppen aus dem
Bistum Münster; Bistum Trier; Pilgergruppen
aus Aachen; Augsburg; Bernbeuren; Dorfen;
Eschbronn; aus dem Oldenburger Münsterland; Nesselwang; aus dem Kreis Ravensburg;
Ruhmannsfelden; Troisdorf; Würzburg; Jubelpaare aus dem Bistum Augsburg; Fußpilger
aus der Pfarrei St. Nikolaus, Brüggen; Katholische Arbeitnehmerbewegung, Löffelstelzen;
Schwabenverlag, Ostfildern; Evangelische Gemeinde, Halle; Ev. luth. Kirchengemeinde
Hittfeld und Seevetal; Marathonläufer aus
Berlin; Chor, Orchester und Eltern aus dem
Gymnasium Essen-Werden; Studienreisegruppe Karlsruhe; Schülerinnen, Schüler und Lehrer aus folgenden Schulen: Friedrich-RückertGymnasium, Ebern; Mannesmann-Gymnasium, Duisburg; Duborg Gymnasium, Flensburg; Städtisches Gymnasium, Gütersloh;
Schule Jahn, Sondershausen.
Aus der Republik Österreich: Pilger aus der
Pfarre Hl. Josef, Imst; Pilgergruppen aus
Pöllau; Wien; Schutzverband der Pensionisten, Steyr; Schülerinnen, Schüler und Lehrer
aus folgenden Schulen: Gymnasium, Jennersdorf; Schülergruppe aus dem Zweisprachigen
Bundesgymnasium Oberwart und des HLW
Pinkafeld.
De España: Seminaristas de la Diócesis de
Getafe; Colegio Nuestra Señora del Carmen,
de Elche; Colegio San José, de Tavernes de la
Valldigna; Colegio Cristo crucificado, de Villa
Pilar; Colegio Salesiano, de Córdoba; Colegio
Divino Maestro, de Madrid; Colegio Marista
San Fernando, de Sevilla; Instituto Germán
Sánchez, de Salamanca; Instituto Antares, de
Rivas; Instituto Diego Tortosa, de Cieza.
De México: Parroquia Santa María de Guadalupe, de Bosque de los Lagos.
De Colombia: Delegación de la Banca Colpatria.
De Uruguay: grupo de peregrinos.
De Argentina: grupos de peregrinos.
De Portugal: grupo do Outeiro da Corticada.
Do Brasil: grupo da Diocese de Taubaté.
†
La Segreteria di Stato comunica che è deceduto
Monsignore
LUIGI SBARBARO
già Prevosto di Sant’Ambrogio
di Zoagli e Canonico Onorario
della Collegiata dei Santi Gervasio
e Protasio a Rapallo
fratello di S.E. Monsignor Eugenio
Sbarbaro, Nunzio Apostolico
Nell’esprimere sentita partecipazione al suo dolore, i Superiori e gli Officiali della Segreteria di
Stato e del Servizio Diplomatico della Santa Sede
assicurano il ricordo nella preghiera mentre invocano dal Signore conforto per i familiari del caro
defunto.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 8
giovedì 26 marzo 2015
Teofana, «Family»
All’udienza generale Papa Francesco invita a pregare per tutte le famiglie
Dentro
e fuori l’ovile
Una speciale «sosta di preghiera» per la famiglia e per la vita: è stato
questo il senso dell’udienza generale svoltasi nella mattina di mercoledì
25 marzo, solennità dell’Annunciazione. Ai fedeli presenti in piazza San
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel nostro cammino di catechesi sulla famiglia, oggi è una tappa un po’ speciale: sarà
una sosta di preghiera.
Il 25 marzo infatti nella Chiesa celebriamo
solennemente l’Annunciazione, inizio del mistero dell’Incarnazione. L’Arcangelo Gabriele visita l’umile ragazza di Nazaret e le annuncia che concepirà e partorirà il Figlio di
Dio. Con questo Annuncio il Signore illumina e rafforza la fede di Maria, come poi farà
anche per il suo sposo Giuseppe, affinché
Gesù possa nascere in una famiglia umana.
Questo è molto bello: ci mostra quanto profondamente il mistero dell’Incarnazione, così
come Dio l’ha voluto, comprenda non soltanto il concepimento nel grembo della madre, ma anche l’accoglienza in una vera fa-
Pietro il Papa ha rivolto l’invito a recitare un’Ave Maria e la preghiera
alla Santa famiglia composta per il Sinodo dei vescovi, ricordando che la
Chiesa «come madre, non abbandona mai la famiglia».
miglia. Oggi vorrei contemplare con voi la
bellezza di questo legame, la bellezza di
questa condiscendenza di Dio; e possiamo
farlo recitando insieme l’Ave Maria, che nella prima parte riprende proprio le parole
dell’Angelo, quelle che rivolse alla Vergine.
Vi invito a pregare insieme:
«Ave, Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne,
e benedetto il frutto del seno tuo, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
Prega per noi peccatori
Adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen»
Ed ora un secondo aspetto: il 25 marzo,
solennità dell’Annunciazione, in molti Paesi
«Per sconfiggere il terrore dell’Is ciascuno
deve compiere un atto di carità in più». È
l’appello rilanciato stamani dai familiari di
David Haines e Alan Henning, i due
ostaggi britannici decapitati in Siria
rispettivamente il 13 settembre e il 3
ottobre 2014. Mike Haines, fratello di
David, e Barbara Henning, moglie di
Alan, hanno voluto incontrare il Papa
proprio per «testimoniare insieme», come
hanno fatto già con una lettera aperta, il
loro «messaggio di unità tra i popoli». E
rilanciare, appunto, l’appello a
«continuare a operare per il bene
soprattutto laddove c’è più bisogno». Ad
accompagnarli all’udienza, tra gli altri,
l’ambasciatore britannico presso la Santa
Sede, Nigel Baker, e l’imam londinese
Shah Nawaz Haque.
«Mio fratello — confida Mike Haines —
era entusiasta del suo lavoro come
operatore umanitario: aiutava chiunque
avesse bisogno senza badare alla razza o
alla religione». Militare di carriera, aveva
scelto il servizio di volontariato a tempo
pieno dopo essere stato nei Balcani. Era
stato anche in Libano e Sud Sudan. Poi
era partito per la Siria, nonostante fosse
sposato e avesse due figli, «con gioia e
si celebra la Giornata per la Vita. Per questo,
vent’anni fa, san Giovanni Paolo II in questa
data firmò l’Enciclica Evangelium vitae. Per
ricordare tale anniversario oggi sono presenti
in Piazza molti aderenti al Movimento per
la Vita. Nella Evangelium vitae la famiglia occupa un posto centrale, in quanto è il grembo
della vita umana. La parola del mio venerato
Predecessore ci ricorda che la coppia umana
è stata benedetta da Dio fin dal principio per
formare una comunità di amore e di vita, a cui
è affidata la missione della procreazione. Gli
sposi cristiani, celebrando il sacramento del
Matrimonio, si rendono disponibili ad onorare questa benedizione, con la grazia di
Cristo, per tutta la vita. La Chiesa, da parte
sua, si impegna solennemente a prendersi
cura della famiglia che ne nasce, come dono
di Dio per la sua stessa vita, nella buona e
Per sconfiggere il terrore
con la sola aspettativa di stare accanto ai
più poveri». Era lo stesso spirito che
animava Alan Henning, ricorda la moglie
a nome anche dei due figli: «Sta a noi
impedire che le azioni violente di poche
persone ostacolino l’unità tra la gente di
ogni religione». A Francesco hanno
ribadito il loro impegno a promuovere
azioni di carità per sconfiggere l’odio:
«Quegli assassini non ci faranno smettere
di credere in ciò che ha portato alla morte
i nostri cari: il servizio ai bisognosi».
A dare forza a questa testimonianza erano
presenti in piazza San Pietro anche i
leader musulmani che da martedì stanno
dando vita all’incontro «Cattolici e sciiti.
Responsabilità dei credenti in un mondo
globale e plurale», promosso a Roma
dalla comunità di Sant'Egidio e dalla
Imam al-Khoei Foundation, realtà
internazionale legata alla massima autorità
dell’islam sciita iracheno, l’ayatollah Ali
Sistani. Un incontro, definito «storico» da
entrambe le parti, che vuole «rafforzare la
via del dialogo contro le derive violente
dell’estremismo».
I contenuti di questo dialogo sono stati
presentati al Papa, stamani, da una decina
di leader religiosi sciiti provenienti da
Iran, Iraq, Libano, Arabia Saudita,
Bahrein e Kuwait. Nel confronto non è
mancata una presa di posizione contro il
«terrorismo religioso che diffonde nel
mondo un’immagine terrificante della
religione musulmana» spiega il libanese
Mohammad Hassan Al-Amine.
«Musulmani e cristiani devono lavorare
insieme per la pace» è il pensiero di
Waleed Faraj Allah, della facoltà teologica
irachena di Kufa.
E proprio l’Iraq, in particolare i campi dei
rifugiati, è l’obiettivo della missione che
una delegazione della Congregazione per
le Chiese orientali e del Pontificio
Consiglio Cor Unum stanno per
compiere. Al Papa hanno presentato
l’iniziativa e chiesto di benedire tre
immagini della Madonna che scioglie i
nodi, da donare, appunto, alle persone
che vivono in situazioni drammatiche.
Particolarmente significativa anche la
presenza in piazza San Pietro di una
delegazione dell’importante comunità
indù del Kerala.
La scottante questione della
disoccupazione è stata poi presentata al
Pontefice da duecento calabresi che hanno
perso il lavoro o stanno per essere
licenziati. «Siamo qui per dare voce a
duemila persone, a duemila famiglie che
vivono una grande sofferenze e sono
addirittura alla fame» denuncia il vescovo
di Vibo Valentia, monsignor Luigi Renzo.
«Dal Papa — aggiunge — cercano un
segno di affetto e attenzione che possa
dare loro speranza e forza di resistere».
Dalla parte dei più poveri, soprattutto i
bambini, è schierato anche l’ex calciatore
interista colombiano Iván Ramiro
Córdoba, che anima una fondazione di
nella cattiva sorte: il legame tra Chiesa e famiglia è sacro ed inviolabile. La Chiesa, come
madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti
modi mortificata. Neppure quando cade nel
peccato, oppure si allontana dalla Chiesa;
sempre farà di tutto per cercare di curarla e
di guarirla, di invitarla a conversione e di riconciliarla con il Signore.
Ebbene, se questo è il compito, appare
chiaro di quanta preghiera abbia bisogno la
Chiesa per essere in grado, in ogni tempo, di
compiere questa missione! Una preghiera
piena di amore per la famiglia e per la vita.
beneficenza. Al Papa ha donato la maglia
della squadra argentina del San Lorenzo.
In vista della Giornata mondiale della
gioventù di Cracovia nel 2016, Francesco
ha benedetto la copia del crocifisso di San
Damiano e della statua della Madonna di
Loreto che da domenica saranno portate
in pellegrinaggio in tutte le diocesi
italiane: la prima tappa sarà ad Albano. A
presentare l’iniziativa al Papa sono stati
don Michele Falabretti, responsabile del
Servizio della pastorale giovanile della
Cei, con don Calogero Manganello e
alcuni giovani di Assisi e Loreto
L’udienza è stata caratterizzata dall’invito
del Pontefice a recitare l’Ave Maria e la
preghiera alla Santa Famiglia da lui
composta in vista del Sinodo di ottobre.
Il testo di quest’ultima, stampato in
un’immaginetta distribuita prima
dell’udienza, è stato trasmesso anche sui
maxischermi. L’iniziativa voluta da
Francesco ha visto protagonisti, in
particolare, quanti operano in prima linea
in difesa della vita: erano presenti stamani
oltre mille volontari dell’associazione
Difendere la vita con Maria,
dell’associazione Donum vitae e del
Movimenti per la vita, il cui presidente,
Carlo Casini ha rimarcato la coincidenza
con i venti anni dell’enciclica Evangelium
vitae di Giovanni Paolo II.
Prima di incontrare i fedeli in piazza San
Pietro, Francesco aveva salutato i tanti
malati, sistemati nell’atrio dell’aula Paolo
VI in modo da non farli rimanere a lungo
sotto la pioggia.
Una preghiera che sa
gioire con chi gioisce e
soffrire con chi soffre.
Ecco allora quello
che, insieme con i miei
collaboratori, abbiamo
pensato di proporre
oggi: rinnovare la preghiera per il Sinodo dei
Vescovi sulla famiglia.
Rilanciamo questo impegno fino al prossimo
ottobre, quando avrà
luogo l’Assemblea sinodale ordinaria dedicata alla famiglia. Vorrei che questa preghiera, come tutto il cammino sinodale, sia animata dalla compassione del Buon Pastore
per il suo gregge, specialmente per le persone e le famiglie che per diversi motivi sono
«stanche e sfinite, come pecore che non
hanno pastore» (Mt 9, 36). Così, sostenuta e
animata dalla grazia di Dio, la Chiesa potrà
essere ancora più impegnata, e ancora più
unita, nella testimonianza della verità
dell’amore di Dio e della sua misericordia
per le famiglie del mondo, nessuna esclusa,
sia dentro che fuori l’ovile.
Vi chiedo per favore di non far mancare la
vostra preghiera. Tutti — Papa, Cardinali,
Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli
laici — tutti siamo chiamati a pregare per il
Sinodo. Di questo c’è bisogno, non di chiacchiere! Invito a pregare anche quanti si sentono lontani, o che non sono più abituati a
farlo. Questa preghiera per il Sinodo sulla famiglia è per il bene di tutti. So che stamattina vi è stata data su un’immaginetta, e che
l’avete tra le mani. Vi invito a conservarla e
a portarla con voi, così che nei prossimi mesi possiate recitarla spesso, con santa insistenza, come ci ha chiesto Gesù. Ora la recitiamo insieme:
Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli
di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile
della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica.
Amen.
Nei saluti ai gruppi dei fedeli il Pontefice ricorda che garantire il lavoro è una questione di giustizia
Pane e dignità
«Quando non si guadagna il pane, si perde la
dignità!»: lo ha ricordato il Pontefice
salutando i gruppi di fedeli presenti
all’udienza generale. Il Papa ha rivolto un
«accorato appello» affinché nel mondo del
lavoro «non prevalga la logica del profitto, ma
quella della solidarietà e della giustizia».
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua
francese, in particolare i giovani. Vi invito a
pregare per le famiglie e per il Sinodo, affinché tutti siano sempre più consapevoli
del carattere sacro e inviolabile della famiglia. Dio vi benedica!
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente
quelli provenienti da Inghilterra, Isole del
Canale, Danimarca, Germania, Malta, Qatar, Indonesia, Australia e Stati Uniti
d’America. Rivolgo un saluto particolare ai
rappresentanti della Comunità Hindu di
Kerala. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie,
invoco la gioia e la pace nel Signore. Dio vi
benedica!
Un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dai Paesi di lingua tedesca. Saluto
in particolare il gruppo del liceo di EssenWerden e ringrazio il coro e l’orchestra della scuola per la musica che ci hanno fatto
ascoltare. Rinnovo a tutti l’invito ad accompagnare il Sinodo sulla famiglia con la preghiera. È un importante impegno per il bene di tutti. Di cuore vi benedico, voi e i vostri cari.
Saludo a los peregrinos de lengua española, en especial a los grupos provenientes
de España, Uruguay, Colombia, Argentina,
México y otros Países latinoamericanos. Les
pido, por favor, que no falten las oraciones
de todos por el Sínodo. Necesitamos oraciones, no chismes. Que recen también los
que se sienten alejados o no están habituados a rezar. Muchas gracias.
Saluto i pellegrini di lingua portoghese,
in particolare i fedeli di Outeiro da Cortiçada e della Diocesi di Taubaté. In quest’ultima tappa quaresimale, auguro che il vostro
pellegrinaggio a Roma fortifichi in tutti la
fede e rafforzi, nell’amore divino, i vincoli
di ciascuno con la sua famiglia, con la comunità ecclesiale e con la società. La Madonna vi accompagni e protegga.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli
provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli
e sorelle, affidiamo alla protezione della
Vergine Maria tutti gli sposi e tutte le famiglie. La Madre di Dio ci aiuti a favorire e
promuovere la famiglia nella società e di
fronte alle sfide del nostro tempo. Il Signore vi doni la sua grazia e la sua pace!
Saluto i pellegrini polacchi. L’odierna solennità ci ricorda che per la nostra salvezza
il Figlio di Dio, assumendo la nostra natura, si è fatto uomo. È venuto al mondo in
una famiglia, è con noi e ci guida nella nostra vita. Cerchiamo di scorgere la sua presenza in ogni coppia di sposi, in ogni fami-
glia. La sua vicinanza faccia splendere e sostenga la
vostra vita, aiuti a superare
le difficoltà, sia fonte di vera gioia nei vostri cuori.
Sia lodato Gesù Cristo.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare,
saluto il Movimento per la
Vita, le associazioni «Difendere la Vita con Maria»
e Donum Vitae, il Movimento Arcobaleno Santa
Il Papa con i familiari di due vittime dell’Is in Siria
Maria Addolorata, il coro
del duomo di Cittadella
(Padova), i rappresentanti del club «I bor- tempo, specialmente per i giovani, i quali,
ghi più belli d’Italia» e i Circoli Universita- senza il lavoro, non hanno prospettive per
ri Italiani.
il futuro e possono diventare facile preda
Saluto con speciale affetto i lavoratori delle organizzazioni malavitose. Per favore,
della Provincia di Vibo Valentia, che stanno lottiamo per questo: la giustizia del lavoro.
vivendo una grave situazione economica.
Saluto, infine, i giovani, gli ammalati e
Desidero unirmi agli interventi del loro Vescovo, Mons. Luigi Renzo, esprimendo la gli sposi novelli. Vi accolgo con gioia nel
mia preoccupazione e vicinanza ai loro as- giorno in cui la Chiesa celebra la solennità
sillanti problemi. Rivolgo un accorato ap- dell’Annunciazione del Signore. In questo
pello, affinché non prevalga la logica del mistero scorgiamo il disegno col quale Dio
profitto, ma quella della solidarietà e della ci ha reso partecipi della sua vita immortale
giustizia. Al centro di ogni questione, spe- ed anche la generosa disponibilità di Maria,
cialmente di quella lavorativa, va sempre che ha accolto con fede l’annuncio dell’Anposta la persona e la sua dignità: per que- gelo. Auguro di cuore a voi giovani, alle
sto avere lavoro è una questione di giusti- persone che soffrono ed ai novelli sposi qui
zia, ed è una ingiustizia non avere lavoro! presenti di crescere nella generosa disponiQuando non si guadagna il pane, si perde bilità nei confronti del Signore, seguendo
la dignità! E questo è il dramma del nostro l’esempio della Vergine Santa.