omelia mons. Peri - ilsettemezzomagazine.it

Traccia dell’omelia di S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, per la
liturgia eucaristica di riparazione alla profanazione del SS.mo Sacramento nella
Chiesa della Sacra Famiglia
Ho ascoltato i sentimenti e le impressioni suscitate nella comunità da questo
grave gesto.
C’è tanta amarezza e sconcerto. Qualcuno ha detto anche rabbia e paura.
Se sono comprensibili i primi sentimenti, non lo sono sicuramente i secondi.
Allontaniamo dai nostri ragionamenti e dai nostri cuori la rabbia e la paura e
mettiamoci in adorazione innanzi a Gesù eucaristia.
L’Eucaristia è la sintesi di tutta la fede, di tutta la nostra speranza e di tutta la
nostra capacità di amore: la sintesi che è stata vissuta fino all’estremo da Gesù.
Lui guida e alimenta il suo popolo con altri ragionamenti, con altri sentimenti,
con altre visioni, con altra cura.
Rabbia e paura non sono sentimenti del popolo cristiano. Noi siamo figli della
luce, dell’amore, della speranza, della risurrezione.
Chiediamo ancora una volta al mistero eucaristico di illuminare il buio della
nostra vita e della nostra società.
Chissà cosa hanno voluto dirci i responsabili? O cosa hanno voluto dimostrare
con questo atto?
È chiaro che hanno puntato dritto al centro della nostra vita spirituale e
comunitaria.
Siamo stati colpiti, è vero, ma non siamo uccisi. Siamo stati sconvolti, ma non
siamo disperati. Siamo consapevoli, ancora di più, di tenere il nostro tesoro
come in vasi di creta, perché per loro è stato possibile arrivare fino a qui ed
aprire il tabernacolo.
Tuttavia non possiamo rinunciare ad essere noi stessi: una Chiesa aperta, casa
accogliente per tutti; e non possiamo tradire il messaggio che Gesù ci ha
consegnato nell’ultima Cena, nella quale, decidendo di andare fino in fondo nel
dono di sé, si è esposto anche all’incomprensione, al rifiuto, al tradimento, non
solo dei dodici, ma di tutta l’umanità nel corso della storia. Sappiamo che tutto
questo è avvenuto e si verifica ogni giorno sotto i nostri occhi.
È accaduto la sera scorsa con questa gravissima profanazione del SS.mo
Sacramento, ed avviene ogni giorno con l’indifferenza verso le sofferenze degli
ultimi e dei più piccoli; dei poveri e dei migranti: loro sono sacramento di Cristo
in mezzo a noi; dei malati lasciati soli: sono sacramento di Cristo sofferente; di
numerose famiglie che vivono nell’emarginazione, vittime della cultura dello
scarto: sono sacramento di Cristo Sposo.
Una celebrazione di riparazione non può limitarsi ad una condanna, una
celebrazione apre sempre alla speranza e alla conversione: come possiamo
scandalizzarci da una parte e rimanere indifferenti dall’altra?
Per questo motivo preghiamo Dio Padre affinché rinnovi i nostri cuori e,
soprattutto, perché perdoni i responsabili di questo gravissimo atto, aprendo per
loro la strada del pentimento e della conversione.