L’ipoglicemia Cos’è L'ipoglicemia è una delle più frequenti complicanze del trattamento farmacologico del diabete e consiste in un rapido abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue al di sotto delle soglie di normalità. Più frequente nell’ora prima di pranzo e nella parte centrale della notte, si manifesta con una vasta gamma di sintomi che vanno da palpitazioni, tremore, ansia, giramenti di testa, confusione, fino alla perdita di conoscenza. Le persone che usano insulina e molte in cura con alcuni farmaci orali sono soggette a ipoglicemia. Cause Le cause principali dell’ipoglicemia sono una mancata osservanza di una dieta corretta, il sovradosaggio di farmaci ipoglicemizzanti o insulina e un eccesso di attività fisica; in quest’ultimo caso l’ipoglicemia può manifestarsi anche molte ore dopo la conclusione dello sforzo. Il consumo eccessivo di alcol può interferire con l’assorbimento di farmaci e nutrienti e causare un calo dei livelli ematici di zuccheri. Tipologie Le ipoglicemie si possono suddividere in tre tipologie: lievi, gravi e notturne. L’ipoglicemia lieve si presenta con sintomi quali tachicardia, senso di debolezza e confusione, tuttavia non richiede l’assistenza di un’altra persona e può essere risolta semplicemente assumendo zuccheri semplici. È quella più frequente in chi assume insulina, che può rilevare 2 o 3 episodi a settimana. Al contrario, l’ipoglicemia grave si manifesta con una sintomatologia molto più seria che richiede l’intervento di un’ambulanza e l’ospedalizzazione; in rari casi può portare a coma o persino alla morte. Infine, come suggerisce il nome, le ipoglicemie notturne si possono manifestare durante il sonno. Sono le più temute non solo dalle persone con diabete ma anche dai loro familiari, soprattutto i genitori di bambini con diabete, perché è difficile accorgersi della loro insorgenza durante il sonno. Il 74% delle ipoglicemie asintomatiche, infatti, si verifica di notte1. In relazione ai tipi di diabete I pazienti con diabete di tipo 1 sono più soggetti all’insorgenza di ipoglicemie, con un episodio ogni 8 giorni e un’ipoglicemia grave in media ogni anno1; nel caso di diabete di tipo 2 le ipoglicemie si riducono a un episodio ogni 3 settimane, e uno grave ogni 3 anni2. Similmente, le ipoglicemie asintomatiche sono più frequenti nei pazienti con diabete di tipo 1: 63 pazienti con diabete di tipo 1 su 100 contro i 47 su 100 nel tipo 23. I rischi Oltre ai rischi legati alla ridotta vigilanza e alla perdita di conoscenza, l’ipoglicemia a lungo andare può essere la causa di problematiche cardiovascolari, di cui le persone con diabete soffrono frequentemente. Infatti, in carenza di zucchero, l’organismo viene a trovarsi in una condizione infiammatoria, i vasi sanguigni subiscono uno stress e il cuore modifica la propria attività elettrica. Convivere con le ipoglicemie La minaccia dell’ipoglicemia è uno dei principali limiti alla serenità delle persone con diabete: la costante necessità di stare all’erta e percepire i prodromi dell’abbassamento eccessivo di glucosio nel sangue possono portare a un calo di autostima e alla sensazione di dipendere dal prossimo. Spesso per questo motivo, si tende a diminuire l’aderenza alla terapia e agli stili di vita raccomandati. Anche i familiari di persone con diabete, specialmente di bambini e ragazzi, vivono con preoccupazione l’eventualità di un’ipoglicemia, specialmente se notturna e quindi meno prevenibile. L’adesione meticolosa alla terapia con insulina e l’impiego di farmaci flessibili che garantiscano una lunga durata d’azione sono di grande aiuto nel ridurre l’eventualità di ipoglicemie notturne; questi fenomeni, con l’avanzare della ricerca, stanno diventando meno frequenti e meno preoccupanti. Bibliografia 1. Donnelly LA et al., Frequency and predictors of hypoglycaemia in Type 1 and insulin-treated 2. Sovik O., Thordarson H. Dead in bed syndrome in young diabetic patients. Diabetes Care. 1999;22(suppl 2): B40-B42 3. Chico A. et al., The continuous glucose monitoring system is useful for detecting unrecognized hypoglycemia in patients with type 1 and type 2 diabetes but Is not better than frequent capillary glucose measurements for improving metabolic control. Diabetes Care. 2003;26:1153–7
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