L'ANALISI di VINCENZO DI SCHIAVI DUE GIORNI PER DIRCI CHE SARÀ SFIDA VERA F lavio Portaluppi, 19 anni fa, nell'ultima finale di Coppa Italia giocata da Milano era in campo. E la vinse. Fu l'incipit di una spumeggiante doppietta. Lo stesso obiettivo che oggi insegue da lider maximo, dopo che Livio Proli gli ha delegato le sorti del club. La Coppa Italia è uno degli obiettivi dichiarati. Che nel linguaggio di casa Olimpia significa: vietato sbagliare. Un fardello di aspettative e pressioni con cui i ragazzi di Banchi ancora faticano a convivere. Perché non è certo la Milano delle 14 vittorie consecutive in campionato quella che oggi insegue malcelate vendette con Sassari. Mai, nel weekend di Desio, è affiorato quel senso di onnipotenza palesato in campionato. Ad esser sinceri, quello lo ha fatto vedere la rutilante Dinamo del mago Sacchetti. Ecco perché, alle sette della sera, vi consigliamo di mettervi davanti alla tv o, meglio ancora, spuntare un biglietto per il PalaDesio. Questa è una finale vera, aperta, impronosticabile. Con la novità di una rocciosa difesa mai vista prima, Meo Sacchetti bastona per il secondo anno di fila la Reggio Emilia di Menetti in semifinale strappando il pass per un possibile, storico bis. E su questo nuovo exploit, noi mettiamo più che mai la firma del coach del Banco, il grande valore aggiunto di un club che deve le sue fortune alla geniale intuizione di sposare in toto e nel tempo la filosofia del proprio allenatore. Perché a Sassari cambiano i protagonisti ma ciò che domina è l'idea. Della squadra che l'anno scorso ha portato la Coppa Italia in Sardegna sono rimasti in tre: Devecchi, Brian Sacchetti e Vanuzzo. Ma la nuova Dinamo assomiglia a quella di sempre: spettacolare, offensiva, efficace. A casa di Meo si ragiona così. E allora ecco spuntare, svuotato il serbatoio dei lunghi con gli addii a Todic, Cusin e Tessitori, uno come Ken Kadji, un 2.11 capace di punire, con la sua bella manina, anche da lontano. Un giocatore alla Sacchetti insomma. Che, con la 2a finale consecutiva, certifica il feeling con la Coppa Italia. Oltre a quelle, negli ultimi 4 anni con la formula della Final Eight, una semifinale e un'eliminazione ai quarti con la Siena pigliatutto. Anche senza i cugini Diener, Caleb Green, Sassari è ancora lì. Con la speranza che la storia si ripeta.
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