«Abbiamo talento e grandi potenzialità, è ora di

«Abbiamo talento
e grandi potenzialità,
è ora di sfruttarle»
Coach Meo Sacchetti punta tutto sulla tenuta mentale
«È fondamentale ragionare una partita per volta»
» SASSARI
«Massima cura per l'aspetto
mentale, con l'obiettivo di
provare a incanalare le potenzialità dei singoli nelle dinamiche di squadra». L'allenatore campione in carica arriva
alla fase finale della Coppa Italia con compiti di tecnico ma
anche di demiurgo. Meo Sacchetti chiede alla sua Dinamo
un atteggiamento all'altezza.
«In queste manifestazioni è
importante pensare solo alla
prima partita - sottolinea il coach biancoblù -, una vittoria
ti può dare una spinta, ed è
fondamentale non avere la
supponenza di essere i detentori. Quel qualcosa di più va
dimostrato sul campo. La prima partita è come fosse la finale».
L'anno scorso la Dinamo si
presentò ad Assago con uno
stato d'animo tutt'altro che
sereno. Neppure stavolta il
morale è al top. «Stavolta comunque andiamo alla Final
Eight con un bilancio di 7/9.
Rispetto all'anno scorso stiamo meglio, quello non era un
momento molto positivo
mentre ora abbiamo aggiustato parecchie cose. Su partita
secca bisogna andare con le
molle e non guardare risultati
e incroci. Abbiamo giocato da
poco con cremona, ma in
quella occasione loro erano
senza Vitali, mentre ora non
avranno Cusin ma ci sarà Daniel. Giocheranno un basket
un po' diverso. Ma in questo
momento anche noi diversi,
rispetto a quella sfida».
In quali condizioni fìsiche
si presenta la Dinamo? «Non
ci sarà Chessa, che starà fuori
qualche settimana. Abbiamo
però uno straniero in più, e vedremo come gestire le rotazioni. Valuteremo il problema di
Sosa, che non è al top per il
dolore a una mano ma ha comunque recuperato. Non siamo carenti di alternative. Vedremo la condizione generale
nell'ultimo allenamento e poi
faremo le scelte».
A proposito di scelte, come
procede l'inserimento dell'ultimo arrivato, il camerunense
Kadji? «Ha fatto con noi due
allenamenti - dice Sacchetti
-, abbiamo provato un po' di
soluzioni per coinvolgerlo, anche come "quattro". Prima
della partita c'è ancora un allenamento e cercheremo di
mettergli dentro qualcos'altto. È alto, rapido per la sua altezza, tira da fuori. Lia un fisico longilineo, non è Samuels
né Williams di Cantù. Vedremo come si ambienterà. Non
si può mai sapere: ci sono
esempi di sUanieri che maturando e adattandosi alla pallacanestro europea possono lasciare un'impronta importante, oltre le aspettative: penso a
Caleb Green, o a Stonerook».
C'è un giocatore che può fare la differenza e trascinare la
Dinamo? «Mi aspetto molto
da tutti. Ho visto e toccato
con mano le potenzialità dei
singoli. Metterle tutte insieme
dentro una partita è complicato ma ci credo. Il problema è
capire come è fatto il basket e
mettere il proprio talento al
servizio della squadra, capire
i momenti. Su questo elemento stiamo continuando a lavorare».
Che Final Eight si aspetta
per la sua Dinamo? «Dobbiamo avere la carica giusta. Una
manifestazione così bella va
giocata al meglio, l'anno scorso l'abbiamo vinta e vogliamo
onorarla. Ogni partita è una finale, la crescita di una squadra sta anche nel trattare tutte
le avversarie come fossero le
più forti. Per questo è assolutamente vietato pensare alle
partite successive, la mentalità è fondamentale. Abbiamo
ottime potenzialità - conclude Meo Sacchetti -, il problema nostro è riuscire a esprimerle, non dico per 40 minuti, ma quasi». (a.si.)
Il coach piemontese è al suo sesto anno sulla panchina della Dinamo
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Meo Sacchetti durante un timeout