Il Banco alla ricerca di un bis da sogno l biancoblù partono oggi alla volta di Desio dove da venerdì (contro Cremona) difenderanno la Coppa Italia di Roberto Sanna » SASSARI Forse solo sollevare la stessa coppa un anno dopo potrebbe dare una gioia superiore a quella del Forum. Forse, perché la "tre giorni" del Forum di Assago ha lasciato un segno indelebile e si è trattato anche del primo trofeo in assoluto vinto dalla Dinamo. La prima volta non si scorda mai, fare il bis sarebbe qualcosa di speciale e anche di clamoroso. Perché il Banco resta nella sua dimensione di provinciale ambiziosa, ma altre squadre si stanno facendo sotto e poi c'è sempre Milano da abbattere e il confronto, in partenza, sembra improponibile. Eppure oggi il gruppo biancoblù salirà sull'aereo per Milano con un unico obiettivo che poi è anche un dovere: difendere la Coppa Italia fino alla fine. Un bis difficile. Parliamoci chiaro: statisticamente vincere due volte di fila un trofeo è difficile. La Coppa Italia, con diverse formule e alcune pause, è stata assegnata trentotto volte e l'hanno vinta tredici squadre diverse. Di queste, solo cinque hanno fatto almeno una doppietta: Varese (dal 1969 al 1971), Armani Milano (1986-1987), Virtus Bologna (due volte: 1989-1990 e 2001-2002, Treviso (due triplet- te: dal 1993 al 1995 e dal2003 al 2005) e Siena che ha vinto dal 2009 al 2013. Da sottolineare che si parla sempre di squadre importanti nel pieno della loro potenza economica e che in quegli anni dominavano in Italia e in Europa, niente a che vedere con realtà come quella della Dinamo. Fare il bis da outsider è ancora più dura. Sarà per questo che il Banco si è nuovamente avvicinato a fari spenti all'appuntamento. Come un anno fa tutti dicono Milano, che giocava al Forum e che in casa non aveva ancora perso contro una squadra italiana. Ma in una gara singola può succedere di tutto e, nonostante il momento non particolarmente brillante, la truppa di Sacchetti ha sviluppato nel corso degli anni una certa attitudine a giocare questo tipo di competizioni, come ha ricordato qualche giorno fa la Gazzetta. La trafila. Un tempo la Coppa Italia somigliava un po' alla FA Cup: tutte le squadre della Al e della A2 erano iscritte d'ufficio e potevano in teoria vincere. Le ossa così il Banco se le è fatte collezionando una serie di eliminazioni al primo turno sfidando squadre che all'epoca sembrava fantascienza vedere al palazzetto: la Milano di McAdoo, la Scavolini di Magnifico, la Caserta di Shackleford, tanto per fare dei nomi. Poi ci sono stati gli anni della B e quelli della Legadue che aveva una Coppa Italia tutta sua. E all'arrivo in serie A, unamarcia inesorabile: ogni anno un gradino in più fino alla cima. Ora bisogna provare a restarci. La scalata. Nel 2010/11, primo anno in Serie A, niente Final 8 perché la Dinamo, in difficoltà per i guai fisici di Travis Diener, chiude l'andata lontano dall'ottavo posto. L'anno dopo arriva il primo biglietto: ottavo posto e sfida alla Montepaschi Siena. Si gioca al PalaVela di Torino e tanto per cambiare Travis non c'è, il Banco va subito sotto ma risale e sbaglia il tiro del pareggio a pochi minuti dalla sirena. L'anno successivo la sfida è con Brindisi e, ovviamente, è una battaglia. Si va all'overtime e il Banco la spunta, guadagnandosi la prima semifinale della storia. Trova ancora Siena, comanda per 30' poi cede incassando anche qualche fischio dubbio come un tecnico a Meo Sacchetti con Drake Diener lanciato in contropiede. L'anno scorso se lo ricordano tutti: Milano impallinata da Drake Diener con una grande rimonta dal -14, poi sullo slancio vittorie su Reggio Emilia e Siena col miglior Travis Diener di sempre che solleva anche il trofeo di Mvp. Nelle 38 edizioni disputateselo cinque squadre (Varese, Milano, Virtus Bologna, Treviso e Siena) sono riuscite a vincere due edizioni consecutive della manifestazione Jack Devecchi contro Cerella nella finale della Supercoppa, a destra il coach Meo Sacchetti
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