UIL del Trentino Comunicato Stampa 26/02/2015 Il Disegno di Legge sulla concorrenza presentato dal Governo Renzi dà un ulteriore colpo, che rischia di essere letale, alla Previdenza complementare italiana e quindi anche al Progetto Regionale Pensplan. Con l’art 15 del Disegno di Legge sulla concorrenza presentato dal Governo, Renzi dà un ulteriore colpo, che rischia di essere letale, alla Previdenza complementare italiana ed indirettamente anche al Progetto Regionale Pensplan. Dopo l’aumento della tassazione sui rendimenti annuali elevato dall’11% al 20% ed il decreto sul TFR in busta paga, il Governo Renzi cerca di mettere mano ora sul contributo dei datori di lavoro, frutto esclusivo della contrattazione. La Uil evidenzia che il contributo datoriale è un vero e proprio “costo contrattuale” destinato ad una determinata forma di previdenza complementare e determinato in base a contratti collettivi nazionali (Fondi pensione negoziali) o ad accordi tra lavoratori ed azienda (Fondi pensione aperti ad adesione collettiva); far sì che esso possa essere trasferito a forme diverse da quelle previste dagli accordi che lo hanno originato va contro i principi del D.lgs. 252/2005 e degli stessi accordi e contratti. Dal punto di vista politico è evidente la “genuflessione” del governo alla potente lobby delle assicurazioni private e delle banche, che ovviamente non hanno come principale fine la copertura previdenziale dei lavoratori aderenti, ma piuttosto la ricerca di una sorta di terreno di caccia preferenziale dove “toserebbero”, per i costi più alti di gestione e di commissioni, i futuri clienti, accalappiati dalle loro potenti reti di vendita commerciale. A livello locale rischierebbe di venire meno in un tempo vicino anche l’apporto delle risorse finanziarie di Laborfonds al Fondo Strategico provinciale e quindi l’investimento sul tessuto produttivo locale, finalmente in corso di attuazione. Riguardo poi a quanto previsto dal punto b) dell’articolo 15 del Disegno di Legge, questa modifica semplifica le modalità di accesso al sistema delle prestazioni di previdenza complementare per quei lavoratori che vengono a trovarsi in stato di inoccupazione in età avanzata. Il periodo minimo di inoccupazione viene, infatti, ridotto e gli anni di anticipo rispetto al requisito di pensionamento obbligatorio vengono raddoppiati. Il Governo, però, non può pensare che basti questo a risolvere il problema di chi perde il lavoro in età prossima al pensionamento. Bisogna ristabilire una vera flessibilità per l’accesso alla pensione, senza penalizzazioni, che sono già implicite nel sistema contributivo. Intervenire perciò nuovamente sulla normativa che regola il secondo pilastro Previdenziale è un errore gravissimo che avrà l’effetto di disincentivare l’adesione ai Fondi Pensione. La certezza e la stabilità delle regole sono elementi essenziali per il buon funzionamento di ogni sistema pensionistico e i continui interventi da parte del Governo ne minano non solo il funzionamento, ma alimentano i dubbi di chi ancora deve effettuare una scelta sul proprio futuro previdenziale. La UIL del Trentino lancia l’appello quindi a tutti i parlamentari espressione della Regione Trentino Alto Adige Sudtirol, a prescindere dalla loro appartenenza partitica, ad attivarsi in Parlamento al fine di sopprimere questo provvedimento ed al contempo di prevedere un forte rilancio della previdenza complementare ed in special modo quella territoriale trentina, il cui modello ha dato risultati straordinariamente positivi anche in questi anni di crisi e per questo motivo viene studiato da tutti gli osservatori internazionali. Segretario Generale UIL del Trentino Walter Alotti
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