Violenza sessuale: condanna definitiva per 40enne

Contiene I.P.
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MONDOVÌ
martedì 25 marzo 2014
I cento anni della Cri e delle Infermiere volontarie di Mondovì: “Emergenza, Accoglienza, Solidarietà”
BREVI DI CRONACA
Cri a Mondovì: 500 angeli A
Furto, rapina, stalking:
due romeni arrestati
In un convegno il futuro ruolo dell’assistenza e del volontariato
MONDOVI’ - Un secolo di storia. Fra passato, presente e futuro.
Si può riassumere così il Convegno “Emergenza, Accoglienza, Solidarietà - 100 anni al servizio degli altri” tenutosi sabato a mattina
a Mondovì, nella Sala Congressi
dell’Istituto Alberghiero “GiolittiBellisario”, per ricordare il secolo
dalla fondazione del Comitato locale della Croce Rossa di Mondovì
e dell’Ispettorato delle Infermiere
volontarie. Convegno che ha visto
la partecipazione di circa duecento persone, presenti molte autorità fra cui il sindaco Stefano Viglione, il viceministro alla Giustizia, onorevole Enrico Costa, il
presidente regionale Cri Antonino
Calvano, il presidente provinciale
Cri, Livio Chiotti, la vice ispettrice
regionale delle infermiere volontarie sorella Angela Maria Rapetti,
in rappresentanza del direttore
generale dell’Asl Cn1, Gianni Bonelli, Gloria Chiozza, la presidente
provinciale Ipasvi, Laura Barbotto, in rappresentanza della Provincia, l’assessore Pietro Blengini
ed il vice presidente della Fondazione Crc, Guido Bessone.
In apertura il saluto del presidente del Comitato locale di
Mondovì, Paolo Adriano, letto da
Raffaele Sasso, responsabile dell’area comunicazione e moderatore del Convegno: «Il comitato
monregalese è una realtà importante e dinamica che ha saputo in
questo secolo di storia crescere
grazie alla generosità, alla dedizione e alla passione di tutti coloro che vi operano, complessivamente più di 500 persone» e di
sorella Giuliana Turco, ispettrice
delle infermiere volontarie monregalesi: «Il comitato ha voluto
celebrare questo anniversario organizzando una giornata di formazione in quanto nel 1914 il comitato, appena nato a Mondovì,
come primo atto deliberativo, istituì un corso per infermiere volontarie».
Molto seguiti tutti gli interventi
rresti domiciliari per i due ragazzi arrestati la
scorsa settimana dai carabinieri della compagnia di Mondovì. Oltre all’obbligo di dimora dovranno indossare il braccialetto, dispositivo di recente dotazione alle forze penitenziare
pertenere sotto controllo responsabili di una vasta
serie di reati. Dalla persecuzione o stalking a reati
contro il patrimonio. I due sono di origine romena,
residenti a Torino e nella prima cintura del capoluogo piemontese. Hanno 24 e 20 anni e sono
vecchie conoscenze delle forze dell’ordine per reati che vanno dal furo alla rapina. Gli stessi contestati la scorsa settimana dai carabinieri di Mondovì. A bordo della loro auto arnesi atti allo scasso
e refurtiva di quattro colpi messi a segno quella
stessa notte. In più 1000 euro in contanti. Dopo
un’attenta analisi della refurtiva sequestrata è stato possibile ricostruire i reati commessi dalla coppia di ladri. Furti a due agenzie di servizi di Mondovì e ad un centro tatuaggi di Villanova. Quella
stessa notte avevano tentato altri due colpi, ma
sono falliti. Il giorno dopo il loro arresto il tribunale
di Cuneo ha confermato il fermo, ora proseguono
gli accertamenti per verificare se siano responsabili di altri colpi.
Tagli all’ospedale?
Ferreri: «Non ai servizi»
dei relatori, che hanno richiamato
il ritorno dell’emergenza profughi
in provincia di Cuneo, stante l’arrivo di 40 immigrati giunti a Lampedusa e trasferiti a Cuneo, venerdì sera. Gli interventi dei relatori: Enrico Ferreri, coordinatore
attività distrettuali Asl Cn1 (“Uno
dei risultati più importanti è la
collaborazione con le farmacie,
un punto importante sul territorio, stante la loro presenza, per
venire incontro alle esigenze per
gli anziani”); il tenente colonnello
Mario Simeoni, Capo Ufficio Comando provinciale dei carabinieri
di Cuneo (“L’arma compie 200
anni e quando nacque, Mondovì,
fu già sede di Compagnia, con la
presenza capillare sul territorio
delle stazioni, che esistono ancor
oggi”); Angelo Pellegrino, direttore dl Distretto di Dronero (“Oggi
uno degli obiettivi è garantire l’assistenza soprattutto agli indigenti”); Guido Raineri, direttore del
reparto Malattie Infettive e Tropicali dell’Aso Carle e Santa Croce
di Cuneo (“Le malattie che a livello mondiale restano gravi sono
la malaria che in Africa causa la
morte di troppi bambini, la tubercolosi e l’Hiv, col 92% dei casi per
via sessuale”); Raffaele Pepe,
maggiore medico del corpo militare Cri, responsabile sanitario del
Cie della Croce Rossa di Settimo
Torinese (“La formazione è un
momento importante primario,
che deve tener conto della memoria. ll soccorritore sa che tornerà a casa, la vittima no, con
tempi che possono diventare lunghissimi”); Giuseppe Groppo, presidente Csv Cuneo (“Il volontaria-
to unisce e non divide e deve affiancare le istituzioni, non sostituirle”) e Sorella Monica Seminara, psicologa, delegata nazionale
delle Infermiere Volontarie delle
attività psicosociali (“Ciò che conta nell’assistenza dei malati e di
chi è nella fase terminale è di non
‘farli sentire soli’, per questo importante è comunicare”).
Nelle foto, Alfieri, il pubblico in
sala
Qualche nuova preoccupazione per i ventilati tagli
di bilancio sulla Sanità Regionale. «In realtà - ci ha
detto il responsabile di distretto Enrico Ferreri - al
momento non si parla di tagli di bilancio, ma di
verifice di efficienza dei reparti e loro distribuzione
sul territorio. Questo non vuol dire che siano imminenti razionalizzazioni, aal massimo la questione potrebbe riguardare nomine di nuovi primari
con la possibilità di primari a scavalco come è già
avvenuto. In ogni caso non si parla di tagli di reparti o di servizi.»
DOVRÀ SCONTARE IN TOTALE 5 ANNI, 3 MESI E 12 GIORNI
Violenza sessuale: condanna definitiva per 40enne
Cinque anni, tre mesi e dodici giorni:
questa la condanna definitiva di recente
inflitta dalla Corte di Cassazione ad un
40enne del Monregalese, accusato di
violenza sessuale nei confronti della figlia minorenne della convivente. L’uomo - da tempo ai domiciliari presso la
casa di alcuni parenti - è stato raggiunto
i giorni scorsi dall’ordinanza di custodia
cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri di Mondovì. I fatti risalgono ad
alcuni anni fa, quando la giovanissima
figlia della convivente trovò il coraggio
di denunciare le violenze subite dopo
essersi confidata con il suo fidanzatino
(dalle indagini è emerso che la madre
non era a conoscenza di quanto stava
accadendo). Poco più che bambina era
stata molestata e costretta ad avere anche rapporti sessuali completi per alcuni anni, fino al momento della denuncia. Subito aveva preso il via l’iter giudiziario che aveva portato il Monregalese a venire condannato a fine 2012, in
primo grado presso l’allora Tribunale di
Mondovì, a sei anni di carcere (la con-
danna era avvenuta al termine del patteggiamento; a condurre le indagini era
stato il sostituto procuratore Massimiliano Bolla). Dopo aver trascorso più di
un anno dietro le sbarre, il 40enne aveva ottenuto di trascorrere la pena ai
domiciliari in attesa del giudizio definitivo, comunicato proprio pochi giorni
fa. L’uomo è stato accompagnato al
carcere Cerialdo; a breve dovrebbe raggiungere i termini minimi di pena per
poter richiedere misure detentive alternative.