Contiene I.P. 16 MONDOVÌ martedì 25 marzo 2014 I cento anni della Cri e delle Infermiere volontarie di Mondovì: “Emergenza, Accoglienza, Solidarietà” BREVI DI CRONACA Cri a Mondovì: 500 angeli A Furto, rapina, stalking: due romeni arrestati In un convegno il futuro ruolo dell’assistenza e del volontariato MONDOVI’ - Un secolo di storia. Fra passato, presente e futuro. Si può riassumere così il Convegno “Emergenza, Accoglienza, Solidarietà - 100 anni al servizio degli altri” tenutosi sabato a mattina a Mondovì, nella Sala Congressi dell’Istituto Alberghiero “GiolittiBellisario”, per ricordare il secolo dalla fondazione del Comitato locale della Croce Rossa di Mondovì e dell’Ispettorato delle Infermiere volontarie. Convegno che ha visto la partecipazione di circa duecento persone, presenti molte autorità fra cui il sindaco Stefano Viglione, il viceministro alla Giustizia, onorevole Enrico Costa, il presidente regionale Cri Antonino Calvano, il presidente provinciale Cri, Livio Chiotti, la vice ispettrice regionale delle infermiere volontarie sorella Angela Maria Rapetti, in rappresentanza del direttore generale dell’Asl Cn1, Gianni Bonelli, Gloria Chiozza, la presidente provinciale Ipasvi, Laura Barbotto, in rappresentanza della Provincia, l’assessore Pietro Blengini ed il vice presidente della Fondazione Crc, Guido Bessone. In apertura il saluto del presidente del Comitato locale di Mondovì, Paolo Adriano, letto da Raffaele Sasso, responsabile dell’area comunicazione e moderatore del Convegno: «Il comitato monregalese è una realtà importante e dinamica che ha saputo in questo secolo di storia crescere grazie alla generosità, alla dedizione e alla passione di tutti coloro che vi operano, complessivamente più di 500 persone» e di sorella Giuliana Turco, ispettrice delle infermiere volontarie monregalesi: «Il comitato ha voluto celebrare questo anniversario organizzando una giornata di formazione in quanto nel 1914 il comitato, appena nato a Mondovì, come primo atto deliberativo, istituì un corso per infermiere volontarie». Molto seguiti tutti gli interventi rresti domiciliari per i due ragazzi arrestati la scorsa settimana dai carabinieri della compagnia di Mondovì. Oltre all’obbligo di dimora dovranno indossare il braccialetto, dispositivo di recente dotazione alle forze penitenziare pertenere sotto controllo responsabili di una vasta serie di reati. Dalla persecuzione o stalking a reati contro il patrimonio. I due sono di origine romena, residenti a Torino e nella prima cintura del capoluogo piemontese. Hanno 24 e 20 anni e sono vecchie conoscenze delle forze dell’ordine per reati che vanno dal furo alla rapina. Gli stessi contestati la scorsa settimana dai carabinieri di Mondovì. A bordo della loro auto arnesi atti allo scasso e refurtiva di quattro colpi messi a segno quella stessa notte. In più 1000 euro in contanti. Dopo un’attenta analisi della refurtiva sequestrata è stato possibile ricostruire i reati commessi dalla coppia di ladri. Furti a due agenzie di servizi di Mondovì e ad un centro tatuaggi di Villanova. Quella stessa notte avevano tentato altri due colpi, ma sono falliti. Il giorno dopo il loro arresto il tribunale di Cuneo ha confermato il fermo, ora proseguono gli accertamenti per verificare se siano responsabili di altri colpi. Tagli all’ospedale? Ferreri: «Non ai servizi» dei relatori, che hanno richiamato il ritorno dell’emergenza profughi in provincia di Cuneo, stante l’arrivo di 40 immigrati giunti a Lampedusa e trasferiti a Cuneo, venerdì sera. Gli interventi dei relatori: Enrico Ferreri, coordinatore attività distrettuali Asl Cn1 (“Uno dei risultati più importanti è la collaborazione con le farmacie, un punto importante sul territorio, stante la loro presenza, per venire incontro alle esigenze per gli anziani”); il tenente colonnello Mario Simeoni, Capo Ufficio Comando provinciale dei carabinieri di Cuneo (“L’arma compie 200 anni e quando nacque, Mondovì, fu già sede di Compagnia, con la presenza capillare sul territorio delle stazioni, che esistono ancor oggi”); Angelo Pellegrino, direttore dl Distretto di Dronero (“Oggi uno degli obiettivi è garantire l’assistenza soprattutto agli indigenti”); Guido Raineri, direttore del reparto Malattie Infettive e Tropicali dell’Aso Carle e Santa Croce di Cuneo (“Le malattie che a livello mondiale restano gravi sono la malaria che in Africa causa la morte di troppi bambini, la tubercolosi e l’Hiv, col 92% dei casi per via sessuale”); Raffaele Pepe, maggiore medico del corpo militare Cri, responsabile sanitario del Cie della Croce Rossa di Settimo Torinese (“La formazione è un momento importante primario, che deve tener conto della memoria. ll soccorritore sa che tornerà a casa, la vittima no, con tempi che possono diventare lunghissimi”); Giuseppe Groppo, presidente Csv Cuneo (“Il volontaria- to unisce e non divide e deve affiancare le istituzioni, non sostituirle”) e Sorella Monica Seminara, psicologa, delegata nazionale delle Infermiere Volontarie delle attività psicosociali (“Ciò che conta nell’assistenza dei malati e di chi è nella fase terminale è di non ‘farli sentire soli’, per questo importante è comunicare”). Nelle foto, Alfieri, il pubblico in sala Qualche nuova preoccupazione per i ventilati tagli di bilancio sulla Sanità Regionale. «In realtà - ci ha detto il responsabile di distretto Enrico Ferreri - al momento non si parla di tagli di bilancio, ma di verifice di efficienza dei reparti e loro distribuzione sul territorio. Questo non vuol dire che siano imminenti razionalizzazioni, aal massimo la questione potrebbe riguardare nomine di nuovi primari con la possibilità di primari a scavalco come è già avvenuto. In ogni caso non si parla di tagli di reparti o di servizi.» DOVRÀ SCONTARE IN TOTALE 5 ANNI, 3 MESI E 12 GIORNI Violenza sessuale: condanna definitiva per 40enne Cinque anni, tre mesi e dodici giorni: questa la condanna definitiva di recente inflitta dalla Corte di Cassazione ad un 40enne del Monregalese, accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia minorenne della convivente. L’uomo - da tempo ai domiciliari presso la casa di alcuni parenti - è stato raggiunto i giorni scorsi dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri di Mondovì. I fatti risalgono ad alcuni anni fa, quando la giovanissima figlia della convivente trovò il coraggio di denunciare le violenze subite dopo essersi confidata con il suo fidanzatino (dalle indagini è emerso che la madre non era a conoscenza di quanto stava accadendo). Poco più che bambina era stata molestata e costretta ad avere anche rapporti sessuali completi per alcuni anni, fino al momento della denuncia. Subito aveva preso il via l’iter giudiziario che aveva portato il Monregalese a venire condannato a fine 2012, in primo grado presso l’allora Tribunale di Mondovì, a sei anni di carcere (la con- danna era avvenuta al termine del patteggiamento; a condurre le indagini era stato il sostituto procuratore Massimiliano Bolla). Dopo aver trascorso più di un anno dietro le sbarre, il 40enne aveva ottenuto di trascorrere la pena ai domiciliari in attesa del giudizio definitivo, comunicato proprio pochi giorni fa. L’uomo è stato accompagnato al carcere Cerialdo; a breve dovrebbe raggiungere i termini minimi di pena per poter richiedere misure detentive alternative.
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