Note ed esercizi

Geometria 2015: Esercizi e Note
Sophie M. Fosson
[email protected]
April 2, 2015
ii
Queste note
• seguono l’ordine cronologico delle mie esercitazioni in aula;
• non necessariamente riportano tutto quello fatto in aula;
• includono tutto il materiale delle mie slide;
• possono includere materiale aggiuntivo;
• includono la teoria necessaria per svolgere gli esercizi;
• sono scritte in forma schematica e piuttosto informale;
• sicuramente sono piene di errori (ogni segnalazione sar`a gradita!);
• saranno aggiornate e riviste almeno ogni due/tre settimane (ottimisticamente, ogni settimana).
Buon lavoro,
s.m.f.
Contents
1 4 Marzo
1.1 Informazioni e materiale . . . . . . . . . . . .
1.2 Vettori nel piano e nello spazio (R2 , R3 ) . . .
1.3 Operazioni tra vettori nel piano e nello spazio
1.4 Operazioni tra vettori nel piano e nello spazio
1.5 Prodotto vettoriale (R3 ) . . . . . . . . . . . .
1.6 Prodotto misto (R3 ) . . . . . . . . . . . . . .
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3
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2 11 Marzo
2.1 Spazio vettoriale (SV) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.2 Spazi e sottospazi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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3 18 Marzo
11
3.1 Combinazioni lineari di vettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.2 Basi e dimensioni di un spazio vettoriale . . . . . . . . . . . . . . 11
4 25 marzo
17
4.1 Matrici: riduzione e rango . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
4.2 Sistemi lineari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5 1 aprile
23
5.1 Determinante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
5.2 Regola di Cramer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
5.3 Inversione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
iii
iv
CONTENTS
Chapter 1
4 Marzo
1.1
Informazioni e materiale
• [email protected]
• http://calvino.polito.it/∼fosson → note, esercizi (trovate anche materiale
degli anni scorsi, in inglese)
• Portale della didattica → note, esercizi
• Libri: Baldovino - Lanza, Algebra lineare e geometria, Esercizi e Temi
d’esame, Esculapio
1.2
Vettori nel piano e nello spazio (R2 , R3 )
Notazioni:
1. v vettore
2. i, j, k versori (modulo=1) degli assi x, y, z
3. v = v1 i + v2 j = (v1 , v2 ) vettore nel piano (R2 )
4. v = v1 i + v2 j + v3 k = (v1 , v2 , v3 ) vettore nello spazio (R3 )
5. vi = i-esima componente di v
Nel seguito, user`
o per lo pi`
u la notazione v = (v1 , v2 , · · · ), cio`e per me
un vettore `e una sequenza di numeri reali. Per ora ci limitiamo a sequenze
di n = 2, 3 numeri reali; in futuro generalizzeremo a qualunque n (e ad altre
tipologie di oggetti, per esempio numeri non reali....)
Ora iniziamo a fare operazioni sui vettori nello spazio R3 .
Osservazione 1 Per le operazioni uso prevalentemente definizioni “algebriche”,
perch´e generalizzabili a n > 3. Tutti gli esercizi con n = 2, 3 si possono anche risolvere con le tecniche geometriche/trigonometriche (per esempio, per prodotto
scalare e vettoriale).
1
2
CHAPTER 1. 4 MARZO
1.3
Operazioni tra vettori nel piano e nello spazio
1. Somma tra vettori: componente per componente u + v = (u1 + v1 , u2 +
v2 , . . . )
2. Prodotto tra uno scalare a ∈ R e un vettore: av = (av1 , av2 , . . . )
3. Prodotto scalare: hv, wi = v · w = v1 w1 + v2 w2 + . . .
4. Norma (o modulo): |v| = kvk =
√
v·v
5. v e w sono ortogonali se v · w = 0
6. v e w sono paralleli se esiste a ∈ R tale che v = aw
Esercizio 1 Dati u = (1, 2, 1) e v = (−1, 0, 1/3), calcolare
w = 2u − (u · v)(−9v)
.
u e w sono ortogonali?
Soluzione
u = (1, 2, 1), v = (−1, 0, 1/3)
u · v = 1 · (−1) + 2 · 0 + 1 · 1/3 = −2/3
w = 2(1, 2, 1) + 2/3(9, 0, −3) = (4, 2, 4) + (6, 0, −2) = (10, 2, 2)
u · w = 10 + 4 + 2 = 16 ⇒ non ortogonali
Per esercizio, provare ad usare anche la definizione “trigonometrica” di prodotto
scalare (|u||v| cos ∠(u, v))
1.4
Operazioni tra vettori nel piano e nello spazio
Esercizio 2 Come sono fatti i vettori ortogonali u = (1, 2, 1)?
E quelli ortogonali a v = (−1, 0, 1/3)?
E quelli ortogonali sia ad u che a v?
Soluzione
(1, 2, 1) · (r1 , r2 , r3 ) = r1 + 2r2 + r3 = 0
(−1, 0, 1/3) · (s1 , s2 , s3 ) = −s1 + 1/3s3 = 0 ⇒ s3 = 3s1
r1 + 2r2 + 3r1 = 0 ⇒ r2 = −2r1
r = (r1 , −2r1 , 3r1 ) = r1 (1, −2, 3)
Provare ad usare anche la definizione “trigonometrica” di prodotto scalare
(|u| |v| cos ∠(u, v)).
1.5. PRODOTTO VETTORIALE (R3 )
1.5
3
Prodotto vettoriale (R3 )
Per calcolare il prodotto vettoriale, anticipo due concetti che studiermo in futuro, quello di matrice e di determinante.
Per matrice intendo semplicemente una tabella di numeri. Per esempio,
a11 a12
A=
aij ∈ R, i = 1, . . . , m; j = 1, . . . , n
(1.1)
a21 a22
`e un matrice 2 × 2 a componenti reali.
Il determinante `e un numero associato alla matrice (di cui vedremo in futuro
l’importanza). Il determinante di una matrice 2 × 2 si calcola cos`ı:
a11 a12 (1.2)
a21 a22 = a11 a22 − a12 a21
Il determinante di una matrice 3 × 3 si pu`a calcolare cos`ı: considero a turno
gli elementi della prima riga. Parto da a11
1. immagino di cancellare la riga e la colonna contenenti a11
2. mi rimane una sottomatrice 2×2: ne calcolo il determinante e lo moltiplico
per a11
Ripeto il procedimento per a12 e a13 e poi sommo tutto, per`
o alternando i segni.
In conclusione:
a11 (a22 a33 − a23 a32 ) − a12 (a21 a33 − a23 a31 ) + a13 (a21 a32 − a31 a22 )
Il prodotto vettoriale si calcola come
i
j
w = u ∧ v = u × v = u1 u2
v1 v2
un determinante:
k u3 v3 = (u2 v3 − v2 u3 )i − (u1 v3 − v1 u3 )j + (u1 v2 − v1 u2 )k
Osservazione 2
w·u=0
w·v =0
Osservazione 3 i, j, k non sono numeri (scalari), ma vettori! Quindi tecnicamente stiamo abusando della definizione di matrice; a livello simbolico comunque
il calcolo funziona.
Esercizio 3 Dati u = (−3, −1, 1) e v = (1, 1/3, −1/3) calcolare
(a) u · v
(b) u ∧ v
(c) u · u ∧ (v − 1/3j)
Soluzione
(a) u · v = −3 − 1/3 − 1/3 = −11/3.
(b) (0, 0, 0). u e v sono paralleli. Infatti, u = −3v.
4
CHAPTER 1. 4 MARZO
• (c) Soluzione standard:
u ∧ (v − 1/3j) = u ∧ (1, 0, −1/3) = (1/3, 0, 1) e infine u · (1/3, 0, 1) = 0.
• (c) Soluzione smart:
Qualunque w, (u · u ∧ w) = 0, poich´e u ∧ w `e ortogonale ad u e anche a
v.
Provare ad usare anche la definizione “trigonometrica” di prodotto vettoriale
(|u| |v| sin ∠(u, v) per il modulo e regola mano destra per direzione e verso)
1.6
Prodotto misto (R3 )
Il prodotto misto tra 3 vettori `e u · v ∧ w. Si pu`o calcolare facendo prima il
prodotto vettoriale e poi il prodotto scalare1 , oppure attraverso il calcolo del
seguente determinante (riuscite a spiegare perch´e?):
u1 u2 u3 u · (v ∧ w) = v1 v2 v3 w1 w2 w3 Se il prodotto misto `e nullo, i tre vettori sono complanari (riuscite a spiegare
perch´e?).
Esercizio 4 u = (1, 0, 0), v = (1/2, 1/2, 0) e w = (3, 1, 0) sono complanari?
Soluzione
• Sol. smart: S`ı, si vede subito, perch´e la componente lungo k `e 0 per tutti
e tre.
• Sol. standard: Se non si vedesse subito → prodotto misto, verificare che
`e nullo.
1 c’`
e sempre qualche studente che “prova” l’ordine inverso: prima il prodotto scalare e poi
quello vettoriale: vi `
e chiaro perch´
e questo non funziona?
Chapter 2
11 Marzo
2.1
Spazio vettoriale (SV)
• Un campo `e un insieme K su cui possiamo definire due operazioni, che
chiamiamo somma e prodotto, con tutte le “solite” propriet`a che hanno la
somma e il prodotto sui numeri reali (commutativa, associativa, elemento
neutro, esistenza opposto e inverso, propriet`a associativa)
• Noi useremo principalmente i campi R (reali) e C (complessi)
• Chiameremo scalari gli elementi di un campo
Uno SV `e un insieme V associato ad un campo K con
a un’operazione tra elementi di V che chiamiamo somma con le seguenti
propriet`
a:
a.1 chiusura: ∀u, v ∈ V , u + v ∈ V
a.2 solite propriet`
a: commutativa, associativa, elemento neutro, opposto
b un’operazione tra un elemento di V e uno di K che chiamiamo prodotto
(o prodotto esterno) con le seguenti propriet`a:
b.1 chiusura: ∀u ∈ V , a ∈ K au ∈ V
b.2 solite propriet`
a: commutativa, associativa, distributiva, elemento
neutro (= elemento k ∈ K tale che ku = u, ∀v ∈ V ) 1
Esempio di SV: Rn con il campo R con le operazione viste l’altra volta
2.2
Spazi e sottospazi
Sottospazio dello SV V : sottoinsieme S di V che mantiene le propriet`a di
SV ereditate da V .
1 Potrebbe sembrare strano che non venga richiesto l’inverso per il prodotto, ma se ci
pensiamo un momento non `
e nemmeno chiaro come definire un inverso per il prodotto tra un
elemento di K e uno di V
5
6
CHAPTER 2. 11 MARZO
Ovvero, S `e uno SV con le operazioni di V (e valgono le propriet`a a, b viste
prima)
Da ora in avanti, chiameremo vettore un elemento di uno spazio vettoriale.
Dalla prima settimana ad oggi, la nostra definizione di vettore ha quindi sub`ıto
un “processo di generalizzazione”:
1. Vettori applicati nel piano (bidimensionale) e nello spazio (tridimensionale)
2. Sequenze di n numeri
3. Elementi di uno Spazio Vettoriale
Le diverse definizioni non sono in contrasto, anzi: 1. ⊂ 2. ⊂ 3..
La somma tra due sottospazi U e S `e un insieme (che chiamiamo U + S)
composto da tutte le possibili somme tra un elemento di U e uno di S. Se
U ∩ S = {0}, la somma viene detta diretta e si indica con U ⊕ S.
Se U, S sottospazi
U ∩ S, U + S(o U ⊕ S) sono sottospazi
U ∪ S non necessariamente `e sottospazio
Esercizio 5 Per ognuno dei seguenti sottoinsiemi di R4 , dire quali sono sottospazi:
(a) A = {(x1 , x2 , x3 , x4 ) ∈ R4 tale che x1 = x2 }.
(b) B = {(x1 , x2 , x3 , x4 ) ∈ R4 t. c. x1 = x2 e x1 + x2 + x3 + x4 = 0}.
(c) C = {(x1 , x2 , x3 , x4 ) ∈ R4 t. c. x1 = x22 }.
(d) D = {(x1 , x2 , x3 , x4 ) ∈ R4 t. c. x1 + x2 + x3 + x4 ≤ 0}.
Soluzione
(a) A = {x = (x1 , x1 , x3 , x4 ), x1 , x3 , x4 ∈ R}. (0, 0, 0, 0) ∈ A. Se x, y ∈ A,
allora x + y = (x1 + y1 , x1 + y1 , x3 + y3 , x4 + y4 ) ∈ A
cx = (cx1 , cx1 , cx3 , cx4 , ) ∈ A per ogni c ∈ R. A `e un sottospazio
(b) B ⊂ A e A = {x = (x1 , x1 , x3 , −x3 − 2x1 ), x1 , x3 ∈ R}. Dati x, y ∈ B,
allora x + y = z ∈ B poich´e z1 = z2 e z1 + z2 + z3 + z4 = x1 + y1 +
x2 + y2 + x3 + y3 + x4 + y4 = 0; cx ∈ B poich´e cx1 + cx2 + cx3 + cx4 =
c(x1 + x2 + x3 + x4 ) = 0. B `e un sottospazio.
(c) C non `e un sottospazio poich´e non `e chiuso rispetto a somma e prodotto.
Per esempio, se x, y ∈ C e x + y = z, allora z1 = x1 + y1 = x22 + y22 6=
z22 = (x2 + y2 )2 .
2.2. SPAZI E SOTTOSPAZI
7
(d) D non `e un sottospazio: per esempio (−1, 0, 0, 0) ∈ D, ma −1(−1, 0, 0, 0) =
(1, 0, 0, 0) ∈
/ D.
Esercizio 6 Quale dei seguenti insieme `e uno SV su campo R ?
(a) R≤2 [x] = {polinomi a coefficienti reali in x di grado ≤ 2}.
(b) R=2 [x] = {polinomi a coefficienti reali in x di grado = 2}.
Soluzione
(a) Un generico elemento di R≤2 [x] ha la forma a0 + a1 x + a2 x2 , ai ∈ R,
i = 0, 1, 2.
– Somma: usiamo la somma usuale tra polimoni. Per ogni ai , bi ∈ R,
i = 0, 1, 2, a0 + a1 x + a2 x2 + b0 + b1 x + b2 x2 + b3 x3 = (a0 + b0 ) +
(a1 + b1 )x + (a2 + b2 )x2 ∈ R≤2 [x] ⇒ chiusura rispetto alla somma:
– Elemento nullo: P (x) ≡ 0 ∈ R≤2 [x]
– Prodotto: usiamo il prodotto usuale tra polimoni e scalari. λ ∈ R,
λ(a0 + a1 x + a2 x2 ) = λa0 + λa1 x + λa2 x2 ∈ R≤2 [x] ⇒ chiusura
rispetto al prodotto
Questo `e sufficiente per concludere che R≤2 [x] `e uno spazio vettoriale.
(b) P (x) ≡ 0 ∈
/ R=2 [x]: sufficiente per concludere che R=2 [x]non `e uno spazio
vettoriale. Altro controesempio: x2 ∈ R=2 [x], −x2 + x ∈ R=2 [x], ma la
loro somma x ∈
/ R=2 [x].
Ovviamente questo esercizio si pu`
o estendere a R≤n [x] con n = 3, 4, ...
Provare a ripetere l’esercizio con coefficienti complessi: C≤2 [x], C=2 [x]: cambia qualcosa?
Osservazione 4
• Nella maggior parte degli esercizi che faremo, i campi
vettoriali saranno del tipo Rn e quindi i vettori saranno sequenze di n numeri. Questo esercizio era per`
o per sottolineare che ci sono anche spazi
vettoriali meno “convenzionali”, in cui per esempio i vettori sono polinomi. Possono anche capitare altri tipi di funzioni...
• In questo esercizio, ricordarsi che non ci interessa studiare l’andamento
del polinomio: dal punto di vista dell’algebra lineare, cio`
o che conta sono
in fondo i coefficienti del polinomio; i singoli valori di x non ci interessano
per nulla.
• E’ capitato che studenti dicessero: R≤2 [x] contiene lo zero perch´e a0 +
a1 x + a2 x2 `e una parabola e ha due zeri... attenzione: lo zero di un
polinomio non ha nulla a che fare con il polinomio nullo, che `e zero dello
SV R≤2 [x].
• Se crea confusione lavorare con i polinomi, notate che c’`e un’equivalenza
(dal punto di vista dello SV) tra R≤n [x] e Rn+1 : a0 + a1 x + a2 x2 +
. . . `e equivalente alla sequenza (a0 , a1 , a2 , . . . ). Provate a pensare alle
operazioni: non cambia nulla!
8
CHAPTER 2. 11 MARZO
• Riuscite ad intuire se questo genere di equivalenza tra uno SV qualsiasi e
uno Rn `e sempre possibile? [Risposta la prossima settimana]
Esercizio 7
1. Determinare se i seguenti sottoinsiemi di R3 sono sottospazi
(a) A = {(x1 , x2 , x3 ) ∈ R3 t.c. x2 = x3 }.
(b) B = {(x1 , x2 , x3 ) ∈ R3 t.c. x3 = 1}.
(c) C = {(x1 , x2 , x3 ) ∈ R3 t.c. x1 = 2x2 = 2x3 }.
(d) D = {(x1 , x2 , x3 ) ∈ R3 t.c. x1 = 1, x2 = x3 }.
(e) E = {(x1 , x2 , x3 ) ∈ R3 t.c. x1 = 0}.
2. Calcolare intersezione e unione tra i sottospazi
3. Calcolare somma tra i sottospazi
4. Riuscite a dare una descrizione geometrica di questi sottoinsiemi?
2
Soluzione
1. (a) A = {x = (x1 , x2 , x2 ), x1 , x2 ∈ R}. Chiaramente, (0, 0, 0, 0) ∈ A.
Se x, y ∈ A, allora x + y = (x1 + y1 , x2 + y2 , x2 + y2 ) ∈ A perch´e
le seconde due componenti sono sempre uguali. Infine, anche cx =
(cx1 , cx2 , cx2 ) ∈ A per qualsiasi c ∈ R. A `e un sottospazio.
(b) (0, 0, 0, 0) ∈
/ B , B non `e un sottospazio.
(c) C `e un sottoinsieme di A. In particolare, se chiamo x2 = α ∈ R,
C = {(2α, α, α), α ∈ R}. E’ facile provare che lo zero sta in C e che
che C `e chiuso rispetto a somma e prodotto.
(d) D `e un sottoinsieme di B, quindi non pu`o essere sottospazio (non
contiene lo zero).
(e) E `e un sottospazio (contiene lo zero; la somma di due vettori con
prima componente nulla ha ancora la prima componente nulla; moltiplicando per un qualsiasi scalare un vettore con la prima componente
nulla, ottengo ancora un vettore con la prima componente nulla)
2.
• C ⊂ A, quindi A ∩ C = C e A ∪ C = A.
• A∩E = {(0, α, α), α ∈ R} (che chiaramente `e ancora un sottospazio);
A ∪ E = {x ∈ R3 tali che x1 = 0 oppure x2 = x3 }. Non `e un
sottospazio, perch´e per esempio (0, 1, 2) + (1, 0, 0) = (1, 1, 2) ∈
/ A ∪ E.
• C ∩ E = {(0, 0, 0)}. C ∪ E = {x ∈ R3 tali che x1 = 0 oppure x1 =
2x2 = 2x3 }; come nel caso precedente si vede facilmente che non `e
un sottospazio
3.
• A + C = A. Infatti se il generico elemento di A `e del tipo (β, γ, γ) e
il generico elemento di C `e (2α, α, α), con α, β, γ ∈ R la loro somma
`e (2α + β, α + γ, α + γ) che evidentemente sta ancora in A (seconda
2 E’ un argomento che vedremo pi`
u avanti e non `
e necessario per risolvere l’esercizio, per`
o
se riuscite ad intuire la geometria pu`
o essere utile per velocizzare la risoluzione!
2.2. SPAZI E SOTTOSPAZI
9
e terza componente sono uguali). Quindi A + C ⊂ A. D’altra parte,
per l’arbitrariet`
a di β, la prima componente pu`o assumere qualsiasi
valore, quindi ogni elemento di A pu`o essere scritto come (2α+β, α+
γ, α + γ). In conclusione, A + C = A.
• A + E = R3 . Infatti se il generico elemento di A `e del tipo (β, γ, γ)
e il generico elemento di E `e (0, α, ω), con α, ω, β, γ ∈ R, qualsiasi
elemento di R3 pu`
o essere scritto come loro somma. Infatti dato un
qualsiasi (x1 , x2 , x3 ) ∈ R3 , basta porre (x1 , x2 , x3 ) = (β, γ +α, γ +ω),
ovvero β = x1 , α = x2 − γ, γ = x3 − ω (e a ω si assegna un valore a
piacere). Precisiamo quindi che qualsiasi elemento di R3 pu`o essere
scritto come loro somma in modo non univoco (= la somma non `e
diretta).
• C ⊕ E = R3 e la somma `e diretta in quanto la loro intersezione
`e solo {(0, 0, 0)}. Possiamo fare un’ulteriore verifica: se il generico
elemento di C `e del tipo (2γ, γ, γ) e il generico elemento di E `e
(0, α, ω), con α, ω, γ ∈ R, qualsiasi elemento di R3 pu`o essere scritto
come loro somma. Infatti dato un qualsiasi (x1 , x2 , x3 ) ∈ R3 , basta
porre (x1 , x2 , x3 ) = (2γ, γ + α, γ + ω), ovvero γ = x1 /2, α = x2 − γ,
ω = x3 − γ (e non ci sono parametri liberi).
4. (Le seguenti spiegazioni sono molto informali e poco rigorose. Vedremo
pi`
u avanti il discorso in modo rigoroso.) Si pensi al sistema di riferimento
xyz.
A `e un piano. Proiettato sul piano yz `e la bisettrice; se aggiungo la terza
dimensione x mi viene un piano (ortogonale appunto a yz e contenente la
sua bisettrice).
B `e il piano parallelo a xy alla “quota” z = 1.
E `e il piano yz.
C `e una retta. Dalla sua definizione, essa `e un qualsiasi “multiplo” del
vettore applicato nell’origine di componenti (2, 1, 1). Prendere un multiplo
per me significa variare il modulo e il verso a piacere, per cui ottengo di
fatto una retta
Come per A, poich´e x2 = x3 la proiezione di D sul piano yz `e la bisettrice;
ma qui ho un vincolo in pi`
u: x1 = 1, che significa che D `e contenuto in
un piano parallelo a yz; D `e quindi una retta.
Da queste decrizioni, possiamo trarre due osservazioni: ci sono piani e
rette che sono sottospazi, altri che non lo sono. Quelli che sono sottospazi
contengono lo zero. Possiamo concludere che ogni piano e retta in R3 che
contiene l’origine, cio`e (0, 0, 0), `e un sottospazio? [Risposta tra qualche
settimana]
Usando queste intuizioni geometriche, possiamo dire qualcosa di pi`
u per
esempio sul calcolo delle intersezioni. Per esempio se A `e un piano e C `e
una retta, in senso geometrico, che tipo di interesezioni posso aspettarmi?
(a) Nessuna, (b) A, (c) un unico punto dello spazio tridimensionale. Nel
terzo caso, se si tratta di sottospazi (che abbiamo detto contengono per
forza l’origine (0, 0, 0)), tale punto deve essere per forza (0, 0, 0).
10
CHAPTER 2. 11 MARZO
Chapter 3
18 Marzo
3.1
Combinazioni lineari di vettori
• Sia V uno spazio vettoriale su campo K,
siano v1 , v2 , . . . vn vettori di V
• Combinazione lineare (cl): w = a1 v1 + a2 v2 + . . . an vn , ai ∈ K, i =
1, 2, . . . , n
• L(v1 , . . . , vn )= insieme di tutte le possibili c.l. di v1 , . . . , vn
• Insieme di generatori: G = {v1 , . . . , vn } genera V se qualsiasi vettore in
V pu`
o essere scritto come c.l. di vettori di G, ovvero V = L(G)
• Vettori linearmente indipendenti (li) : a1 v1 + a2 v2 + . . . an vn = 0 =⇒
a1 = a2 = · · · = an = 0
• Se v1 , v2 , . . . vn sono li, {v1 , . . . , vn } `e detto libero (o linearmente indipendente)
3.2
Basi e dimensioni di un spazio vettoriale
• Una base di uno SV V `e un qualsiasi insieme ordinato B che
1. genera V : V = L(B)
2. `e li
• Uno SV ha infinite basi, ma tutte le basi hanno una propriet`a in comune:
il numero di elementi
• Il numero di elementi di una base `e detto dimensione dello SV; indico la
dimensione di V con dim(V ).
• Classico esempio: base canonica di Rn
{e1 , . . . , en }
dove ei = (0, 0, . . . , 0, 1, 0, . . . , 0) `e una sequenza di n numeri, tutto zero
tranne un 1 in posizione i (i = 1, . . . , n)
11
12
CHAPTER 3. 18 MARZO
• Rn ha dimensione n
• EX: (1, 2, 3) = 1e1 + 2e2 + 3e3
• Tranne casi triviali, uno SV `e un insieme infinito; se per`o la sua dimensione
`e finita, esso pu`
o essere completamente descritto da un insieme finito (una
sua base)
Esercizio 8 Trovare una base e la dimensione del sottospazio B = {(x1 , x2 , x3 , x4 ) ∈
R4 t. c. x1 = x2 e x1 + x2 + x3 + x4 = 0}.
Soluzione
• Un generico vettore di B lo posso scrivere come
(α, α, β, −2α − β) α, β ∈ R
• Inizio da un vettore di B a mia scelta, per esempio pongo α = 1 e β = 0:
(1, 1, 0, −2).
• Parto da B = {(1, 1, 0, −2)} e cerco di completare la base, cio`e aggiungo
elementi a B fino ad ottenere una base.
• Una sola regola: posso aggiungere a B solo vettori l.i. a quelli che gi`a sono
in B
• Mi fermo quando B genera lo spazio
• Provo con α = 0, β = 1: (0, 0, 1, 0)
a1 (1, 1, 0, −2) + a2 (0, 0, 1, −1) = (a1 , a1 , a2 , −2a1 − a2 ) = (0, 0, 0, 0) ⇔
a1 = a2 = 0
⇒ (1, 1, 0, −2) e (0, 0, 1, 0) sono l.i.
• B = {(1, 1, 0, −2), (0, 0, 1, 0)} genera B? Cio`e dato un qualsiasi (α, α, β, −2α−
β) ∈ B posso scriverlo come c.l. di elementi di B, cio`e esistono a1 , a2 ∈ R
tali che
(α, α, β, −2α − β) = a1 (1, 1, 0, −2) + a2 (0, 0, 1, −1)
S`ı, basta scegliere a1 = α, a2 = β. Ho finito. La dimensione `e 2.
Osservazioni:
• Abbiamo detto che dim(B) = 2. Notare il numero di parametri liberi
nella definizione del vettore generico di B: `e proprio pari alla dimensione.
Questo `e vero sempre!
• Quali sono le “basi migliori”? Per noi, le pi`
u semplici, perch´e nei nostri
esercizi dovremo spesso farci dei calcoli. Per esempio, in questo esercizio
ho scelto inizialmente α = 1 e β = 0. Nulla mi vietava di scegliere numeri
pi`
u complicati...
3.2. BASI E DIMENSIONI DI UN SPAZIO VETTORIALE
13
• Se conosco la base, posso rappresentare i vettori con i soli coefficienti a1
e a2 .
• Ex: w = (π, π, 1, −2π − 1) = π(1, 1, 0, −2) + (0, 0, 1, −1), allora (π, 1) `e la
rappresentazione di w rispetto a B
Applications corner [per dare una speranza a chi trova tutto questo troppo
astratto!]
Qual `e un’applicazione pratica in cui usiamo la rappresentazione di un vettore rispetto ad un certa base?
Quando usiamo il formato JPEG. La conversione di un’immagine in JPEG
`e una procedura di compressione che prevede diversi step. Il primo step `e
rappresentare la nostra immagine di partenza (che pu`o essere pensata come
un matrice o un vettore) rispetto ad una base particolare. Quest’operazione `e
nota come DCT (Discrete cosine transoform). Spesso, le rappresentazioni di
immagini rispetto a questa base hanno molti valori vicino a zero e questo `e utile
perch´e rende l’immagine comprimibile.
Il paragrafo intitolato “The Discrete Cosine Transform” nell’articolo
http://msemac.redwoods.edu/ darnold/math45/laproj/f09/isnyder/paper.pdf
a fine corso dovrebbe essere totalmente leggibile per voi.
Esercizio 9 Trovare una base per
A = {polinomi ∈ R≤2 [x] con termine noto nullo }
Soluzione
Se i polinomi confondono, si pu`
o equilantemente lavorare in Rn , con n opportuno. In questo caso:
• Sappiamo che R≤2 [x] ⇔ R3
• Togliendo il termine note, deduciamo che A ⇔ R2 (a1 x + a2 x2 ⇔ (a1 , a2 ))
• Una base di R2 `e BR2 = {(1, 0), (0, 1)}
• base di A `e BA = {x, x2 } (che `e l’equivalente di BR2 nello spazio dei
polinomi di grado ≤ 2)
Esercizio 10 Quale di questi insiemi `e una base per R3 ?
1. A = {(1, 2, 0), (0, 0, 2)}
2. B = A ∪ {(1, 2, π)}
3. C = A ∪ {(0, 1, 0), (1, π, 0)}
4. D = A ∪ {(1, π, 0)}
Soluzione
D `e una base. Nello specifico si veda la seguente tabella, dove riassumiamo i
risultati dei “test” sulle propriet`
a per essere base:
14
CHAPTER 3. 18 MARZO
A
B
C
D
gen
NO
NO
SI
SI
li
SI
NO
NO
SI
base
NO
NO
NO
SI
Esercizio 11 L’insieme delle matrici del tipo
0 a
, a, b ∈ R
b 2b
`e uno spazio vettoriale? Di che dimensione? Trovare una base.
Soluzione
Questo esercizio `e analogo ai precedenti, solo ci troviamo di fronte a matrici
invece che a vettori. Se la cosa ci spaventa, possiamo sempre cambiare forma
alla matrice e scriverla per esempio come un vettore (0, a, b, 2b) e lavorare in R4
invece che in R2,2 . Da quanto detto prima, vediamo immediatamente che tutti i
vettori del tipo (0, a, b, 2b) formano uno SV, che `e di dimensione 2 (2 parametri
a e b) e scrivendo
(0, a, b, 2b) = a(0, 1, 0, 0) + b(0, 0, 1, 2)
otteniamo facilmente una base B = {(0, 1, 0, 0), (0, 0, 1, 2)}. E’ chiaro infatti che
B genera lo SV e che i suoi elementi sono l.i. Per concludere l’esercizio torniamo
a R2,2 e scriviamo la base come
0 1
0 0
B={
,
}, a, b ∈ R
0 0
1 2
Esercizio 12 Dato l’insieme V = {funzioni f ∈ C 0 [0, 1]} quale delle seguenti
affermazioni `e vera?
1. V non `e uno SV
2. dim(V )=1 in quanto ogni f ∈ V `e derivabile una volta
3. V ha una sola base
4. una base di V contiene infiniti elementi
Soluzione
4. Le funzioni continue e derivabili (in questo caso su [0, 1], ma il dominio di fatti
importa poco) formano uno spazio vettoriale, poich´e la funzione identicamente
nulla f = 0 `e continua e derivabile; la somma di funzioni continue e derivabile `e
continua e derivabile; il prodotto per uno scalare non altera la natura continua
e derivabile di una funzione. Ma che dimensione ha questo spazio? Infinita,
perch´e non ho modo di trovare una base finita che mi generi tutte le funzioni
continue e derivabili.
Esercizio 13 Dato l’insieme V = {funzioni f ∈ C 0 [0, 1] tali che f 0 (x) = x2 }
quale delle seguenti affermazioni `e vera?
3.2. BASI E DIMENSIONI DI UN SPAZIO VETTORIALE
15
1. V non `e uno SV
2. dim(V )=1
3. V ha una sola base
4. una base di V contiene infiniti elementi
Soluzione
1. Qui dobbiamo risolvere una piccola equazione differenziale: otteniamo che
f (x) = x3 /3 + c, c ∈ R. E’ chiaro che se sommo due funzioni di questo tipo
ottengo qualcosa del tipo 2x3 /3 pi`
u qualche costante, quel 2 iniziale mi fa essere
fuori da V , che quindi non `e uno SV.
Esercizio 14 Dato l’insieme V = {funzioni f ∈ C 0 [0, 1] tali che f 0 (x) = x2 f (x)}
quale delle seguenti affermazioni `e vera?
1. V non `e uno SV
2. dim(V )=1
3. V ha una sola base
4. una base di V contiene infiniti elementi
Soluzione
2. f (x) = kex/3/3 , k ∈ R. Ma allora f = 0 ∈ V , se sommo f (x) = kex/3/3
e g(x) = hex/3/3 ottengo (k + h)ex/3/3 ∈ V , e facilmente si verifica anche la
chiusura rispetto al prodotto. V `e dunque uno SV. La sua dimensione `e 1 perch´e
qualsiasi vettore di V (cio`e qualsiasi funzione del tipo kex/3/3 `e univocamente
determinata dallo scalare k ∈ R. Una base `e semplicemente {ex/3/3 }.
16
CHAPTER 3. 18 MARZO
Chapter 4
25 marzo
4.1
Matrici: riduzione e rango
• Elemento speciale di una matrice: elemento 6= 0 al di sotto del quale ci
sono solo zeri
• Matrice ridotta (per righe): ogni riga non nulla ha un elemento speciale
• Riduzione per righe: possiamo sostanzialmente scambiare righe e fare c.l.
di righe
RANGO
ρ
k
dim dello SV generato dalle righe
k
dim dello SV generato dalle colonne
k
num di righe l.i.
k
num di colonne l.i.
k
num di righe non nulle della ridotta per righe
4.2
Sistemi lineari
Dati
• A ∈ Rm,n
• b ∈ Rm,1
• (A|b) = matrice completa (aggiungi colonna b ad A)
17
18
CHAPTER 4. 25 MARZO
Theorem 1 Teorema di Rouch´e-Capelli:
Il sistema
Ax = b
ha soluzione x ∈ Rn,1 se
ρ(A) = ρ(A|b).
Se ρ(A) = ρ(A|b) = ρ, il sistema ha ∞n−ρ soluzioni, cio`e n − ρ variabili
libere.
Esercizio 15 Risolvere il sistema Ax = b

1 0
A= 2 1
3 0
con

1
0 
−1
(4.1)
e b = (1, 0, 0)T .
Soluzione
Procedura:
• Ridurre
• Applicare Rouch´e-Capelli per capire se ci sono soluzioni e quante
• Trovare le soluzioni (dopo aver ridotto `e semplice)
Per ridurre in modo “ordinato” possiamo usare il metodo di eliminazione di
Gauss, che prevede di ottenere l’elemento speciale della prima riga nella prima
colonna, l’elemento speciale della seconda riga nella seconda colonna, e via dicendo, in modo da ottenre una matrice a “scalini”, con tutti gli zeri in basso
a sinistra. Procediamo con Gauss su su (A|b). Le trasformazioni che facciamo
sono, nell’ordine (ri indica la riga i-esima):
1. r3 → r3 − 3r1
2. r2 → r2 − 2r1
Queste due trasformazioni ci permettono di ottenere l’elemento speciale della
prima riga in posizione (1, 1) e poi notiamo che la matrice cos`ı ottenuta `e gi`a ridotta, con forma a scalini (le componenti evidenziate sono gli elementi speciali):


0
1
1
1
 0
(4.2)
1 −2 −2 
0
0 −4 −3
Questo non `e l’unico modo di procedere per la riduzione, ma `e quello che
ci d`
a la struttura pi`
u ordinata. In certi casi, un intuito algebrico pi`
u allenato
pu`
o consigliare riduzioni pi`
u rapide (come noteremo in seguito), nelle quali si
ottengono “pi`
u zeri in un colpo solo”: il che pu`o essere vantaggioso! Ma pu`o
anche generare pi`
u confusione nei calcoli e indurre pi`
u facilmente all’errore.
I metodi meccanici tipo Gauss sono usati dai software, che chiaramente non
hanno intuito.
Inoltre Gauss ci permette di ottenre la ridotta sia di A che di (A|b) semplicemente riducendo (A|b). Nel caso precedente vediamo subito che ρ(A) =
4.2. SISTEMI LINEARI
19
ρ(A|b) = 3 e poich´e n = 3 `e il numero di componenti incognite, sappiamo subito
che il sistema ha un’unica soluzione.
Ottenuta la forma a scalini, scriviamo le equazioni esplicitamente partendo
dall’ultima riga e risalendo, in modo da calcolare a cascata le variabili:

 −4x3 = −3 ⇒ x3 = 3/4
x2 − 2x3 = −2 ⇒ x2 = −1/2
(4.3)

x1 + x3 = −1 ⇒ x1 = −1 + 3/4 = −1/4
La soluzione `e quindi il vettore: x = 14 (1, −2, 3)T
Esercizio 16 Risolvere il sistema Ax = b

1 0
A= 2 1
3 2
con

1
0 
−1
(4.4)
e b = (1, 0, 0)T .
Soluzione
Si pu`
o procedere esattamente come

1
 0
0
prima e si ottiene

0 1
1
1 −2 −2 
2 −4 −3
Questa non `e ancora ridotta: procediamo con r3 → r3 − 2r2 :


1
0
1
1
 0
1 −2 −2 
0
0
0
1
(4.5)
(4.6)
Notiamo che 2 = ρ(A) < ρ(A|b) = 3, quindi il sistema non ha soluzione.
Esercizio 17 Per quali α ∈ R il sistema Ax = b con


1 0 1
A= 2 1 0 
3 2 −1
(4.7)
e b = (1, 0, α)T ha
• ∞1 soluzioni
• ∞2 soluzioni
• ∞0 = 1 soluzione
• nessuna soluzione
Soluzione
Si procede come nell’esercizio precedente e si ottiene


1
0
1
1
 0
1 −2
−2 
0
0
0 α+1
A questo punto studiamo il parametro α e notiamo che
(4.8)
20
CHAPTER 4. 25 MARZO
• se α = −1, ρ(A) = ρ(A|b) = 2 e il sistema ha ∞1 soluzioni (cio`e una
variabile libera)
• se α 6= −1, il sistema non ha soluzioni ∞2 soluzioni
• per nessun valore di α abbiamo ∞0 = 1 o ∞2 soluzioni
Per α = −1, abbiamo
x2 − 2x3 = −2 ⇒ x2 = −1/2
x1 + x3 = −1 ⇒ x1 = −1 + 3/4 = −1/4
(4.9)
Una variabile `e libera, per esempio x3 = β ∈ R, da cui x2 = −2β − 2 e
x1 = −1 − β. La soluzione, o meglio, la famiglia di soluzioni `e quindi:
(−1, −2, 0) + β(−1, −2, 1), ∀β ∈ R
Sapete dire se questa famiglia di soluzione forma uno spazio vettoriale?
La risposta `e no, perch´e non esiste β tale che (0, 0, 0) sia uguale a (−1, −2, 0)+
β(−1, −2, 1). Avremmo uno spazio vettoriale se non ci fosse (−1, −2, 0). Di fatto
abbiamo qualcosa di “non tanto diverso” da uno spazio vettoriale: si tratta in
fondo di uno spazio vettoriale traslato di (−1, −2, 0).
Geometricamente parlando, vedremo in futuro che si tratta di un piano (non
contenente l’origine) in R3 .
Esercizio 18 Consideriamo il sistema

1
 2
A=
 1
π
Ax = b con

0 0
1 2 

1 2 
π π
(4.10)
e b = (1, 0, α, β)T con α, β ∈ R. Quale delle seguenti affermazioni `e vera?
1. Esistono α, β per cui il sistema ha infinite soluzioni
2. ∀α ∈ {−1, 0, 1}, se β = −π, allora il sistema ha soluzione.
3. Per α = −1 e β = −π, il sistema ha soluzione (1, 1, −2 − 2a, a)T , ∀a ∈ R
4. Il sistema non ammette mai soluzione, indipendentemente da α e β, perch´e
ci sono pi`
u equazioni che incognite
5. Esistono α, β per cui l’insieme delle soluzioni `e uno SV
6. Esistono α, β per cui (1, −2, 0)T `e soluzione del sistema
Soluzione
Due affermazioni sono palesemente false: la 4. (pu`o essere vero, ma non lo
`e in generale), e la 3., perch´e la soluzione `e un vettore di lunghezza 3, non 4!
Per il resto, procediamo con la riduzione e poi ci occuperemo dei parametri
α, β.
4.2. SISTEMI LINEARI
21
Qui non usiamo Gauss: il nostro occhio algebrico nota che la seconda riga
di A `e somma delle prima e della terza, quindi abbiamo un modo di annullarla
subito tutta: r2 → r2 − r1 − r3


1 0 0
1
 0 0 0 −1 − α 


(4.11)
 1 1 2

α
π π π
β
Ora riordiniamo:

π
 1

 1
0
π
1
0
0
π
2
0
0

β

α


1
−1 − α
(4.12)
e poi facciamo r2 → r2 − r1 /π

π
 0

 1
0
π
0
0
0
π
1
0
0

β
α − β/π 


1
−1 − α
(4.13)
Quindi ρ(A) = 2 indipendentemente dai parametri. β non ha nessun ruolo
nel rango, mentre ρ(A) = ρ(A|b) = 3 se α = −1. Poich´e il numero di variabili
`e n = 3, per Rouch´e-Capelli abbiamo in tal caso un’unica soluzione, una volta
fissato anche il parametro β. Proviamo a vedere se v = (1, −2, 0)T `e soluzione
per qualche β:
e e eb la
2. `e falsa perch´e per α = 0 e α = 1 il sistema non ha soluzione. Siano A
e
matrice e il termine noto ottenuti dopo la riduzione in (4.13): Av = (−π, 0, 1, 0),
che coincide con eb = (β, −1 − β/π, 1, 0) per β = −π.
6. `e quindi vera.
Il sistema ha al pi`
u una soluzione, fissati α e β, quindi 1. `e falsa.
6. `e falsa perch´e un vettore solitario non costituisce mai uno spazio vettoriale,
a meno che non si tratti del vettore nullo.
22
CHAPTER 4. 25 MARZO
Chapter 5
1 aprile
5.1
Determinante
Come gi`
a accennato all’inizio del corso, il determinante `e un numero associato ad
ogni matrice quadrato. E’ un numero che da solo pu`o dirci alcune informazioni
importanti sulla matrice, per esempio la sua invertibilit`a e informazioni sul suo
rango.
Si calcola cos`ı:
In R2,2 :
a b a b
= ad − bc
(5.1)
det
= c d c d
In R3,3 :
a
d
h
b
e
i
c
f
j
= a e
i
d
f −
b
h
j
d
f +
c
h
j
e i (5.2)
(qui ho “fissato” la prima riga, ma si pu`o usare qualsiasi riga o colonna)...
e poi si estende per induzione a Rn,n con n ≥ 3.
5.2
Regola di Cramer
Risoluzione di sistemi lineari n × n usando determinanti:
Data A ∈ Rn,n e il sistema Ax = b, allora
xi =
det Ai
det A
i = 1, . . . , n.
(5.3)
Ai `e la matrice ottenuta A sostituendo la i-esima colonna con b.
Chiaramente dobbiamo avere det A 6= 0 (cio`e A invertibile)
Dimostrazione di Cramer:
Data una matrice quadrata, se facciamo la trasformazione sulle colonne:
ci → ci + αcj il determinante resta lo stess; se invece facciamo: ci → αci ,
α ∈ R, il determinante della nuova matrice `e il determinante della vecchia
moltiplicato per α.
23
24
CHAPTER 5. 1 APRILE
Consideriamo ora



A1 = 

b1
b2
..
.
a12
a22
..
.
a13
a23
..
.
...
...
..
.
a1n
a2n
..
.
bn
an2
an3
...
ann





(5.4)
Pn
e poich´e bi = j=1 aij xj , i = 1, . . . , n, abbiamo det A1 = x1 det A che prova
la tesi per x1 . Iterando la procedura per gli altri xi , i = 2, 3, . . . otteniamo la
regola di Cramer.
Esercizio 19 Risolvere Ax = b

1
A= 1
1
dove
2
1
2

0
3 
1


0
b= 0 
1
(5.5)
usando Cramer.
Avrebbe senso risolvere con Cramer il sistema omogeneo con questa stessa
A?
Soluzione
1
1
1
2
1
2
0
3
1
= 1 1
2
1
3 − 2 1
1 0
0
1
1
1
1
2
1
2
0
0
1
2
1
2
3 + 0 = (1 − 6) − 2(1 − 3) = −1.
1 = −2 0 3
1 1
1 0 0 1 0 3 = −3
1 1 1 = 1 1
2
0
3
1
1
0 − 2 1
1 = 6.
0 + 0 = 1 − 2 = −1.
1 (5.6)
(5.7)
(5.8)
(5.9)
Quindi
x1 = −6, x2 = 3, x3 = 1.
5.3
Inversione
Inversa di un matrice quadrata A: matrice X tale che AX = I (I= identit`a).
Scriviamo: X = A−1 .
Invertibilit`
a:
A ∈ Rn,n ammette inversa ⇔ |A| =
6 0 ⇔ ρ(A) = n (`e massimo)
5.3. INVERSIONE
25
Esercizio 20

1
A= 0
3
0
1
0

1
0 .
−1
(5.10)
A ammette inversa? Se s`ı, calcolare A−1
Soluzione
|A| = −4 quindi la matrice `e invertibile. Calcoliamo l’inversa.
Metodo 1: risoluzione di un sistema lineare (con incognita vettoriale) per ogni colonna
Sia b = (1, 0, 0)T e si risolva Ax = b dove x = (x11 , x21 , x31 )T `e la prima
colonna dell’inversa.
Si ottiene x31 = 34 , x21 = 0, e x11 = 41 .
Ripetere con b = (0, 1, 0)T e b = (0, 0, 1)T per ottenere la seconda e la terza
colonna.
Metodo 2: super riduzione Se A−1 esiste, AX = In . Poich´e AA−1 =
−1
A A = In , moltiplichiamo ambo i membri AX = In per A−1 : A−1 AX =
A−1 In , quindi In X = A−1 , da cui X = A−1 . Quindi se super riduciamo (A|In ),
cio`e otteniamo (In |B), allora B = A−1 .
In questo caso:


1 0 1 1 0 0
 0 1 0 0 1 0 
(5.11)
3 0 −1 0 0 1
By r3 → r3 − 2r1
1 0
 0 1
0 0
1
0
−4
1
0
−3

0 0
1 0 
0 1
(5.12)
Procediamo con r1 → 4r1 + r3 :

4 0
 0 1
0 0
0
0
−4
1
0
−3

0 1
1 0 
0 1.
(5.13)

0
1/4

1
0
0 −1/4.
(5.14)

In seguito, r1 → r1 /4, r1 → −r1 /4:

1 0 0 1/4
 0 1 0 0
0 0 1 3/4
Per concludere,

A−1
1/4
= 0
3/4

0
1/4

1
0
0 −1/4.
Metodo 3: Complementi algebrici
Consigliato per chi `e veloce nel calcolare i determinanti.
A−1 =
dove Cij sono ottenuti come segue:
1
CT
det(A)
(5.15)
26
CHAPTER 5. 1 APRILE
• eliminare riga i e colonna j in A
• calcolare il determinante della matrice cos`ı ottenuta
• moltiplicare il risultato per (−1)i+j
0
In questo caso, si calcola facilmente che C11 = (−1) det
= −1,
−1
C12 = 0, C13 = −3, C21 = 0, C22 = −4, C23 = 0, C31 = −1, C32 = 0, C33 = 1,
da cui si ottiene la matrice finale dividendo il tutto per |A| = −4.


1/4 0
1/4

0
A−1 =  0 1
(5.16)
3/4 0 −1/4.
2
1
0
Esercizio 21 E’ vero che qualunque vettore di R4 pu`
o essere scritto come c.l.
di vettori in
B = {(2, −1, 2, 1), (3, −1, 1, 3), (1, −2, 2, 2), (0, 1, 2, 3)}?
Quanti modi conoscete per risolvere questo esercizio?
Soluzione
La domanda finale `e per farci riflettere sul fatto che spesso gli esercizi che
facciamo si possono risolvere conoscendo poche nozioni di teoria, ma pi`
u teoria
sappiamo, meno tempo ci mettiamo. Chiamo: b1 , b2 , b3 , b4 gli elementi di B
(nell’ordine presentato sopra).
• Se conosciamo solo il concetto di c.l. e le relative operazioni:
Prendiamo un generico v ∈ R4 e usiamo la definizione di c.l., cio`e ci
domandiamo se esistono αi , i = 1, 2, 3, 4 tali che, fissato un qualsiasi v
v=
4
X
αi bi .
i=1
Abbiamo quindi un sistema lineare nelle variabili αi (v `e un parametro,
non una variabile).
Tempo di risoluzione: non poco.
• Se conosciamo anche le matrici e Rouch´e-Capelli:
P4
Pensiamo ai bi come vettori colonna. Allora
i=1 αi bi = Bα dove
B `e la matrice che ha sulle colonne b1 , . . . b4 e α `e il vettore colonna
(α1 , . . . , α4 )T . Abbiamo quindi il sistema:
v = Bα.
Ora ci basta notare che B ha rango massimo (o determinante diverso da
zero) per usare Rouch´e-Capelli e concludere che tale sistema ha un’unica
soluzione, indipendentemente da v. Quindi per qualunque v fissato, trovo
α tale che v pu`
o essere scritto come c.l. di elementi di B.
Tempo di risoluzione: qualche minuto per calcolare il determinante o il
rango della matrice 4 × 4.
5.3. INVERSIONE
27
• Se conosciamo anche il concetto di dimensione e base, e sappiamo che R4
ha dimensione 4:
ci basta verificare che B `e l.i. per dedurre che `e una base (e quindi genera
ogni vettore in R4 ). Mettiamo i suoi elementi in una matrice e verifichiamo
tramite rango o determinante.
Tempo di risoluzione: come prima, qualche minuto per calcolare il determinante o il rango della matrice 4 × 4. Qui per`o non si pensa nemmeno
al sistema lineare, quindi si guadagna qualche secondo.
Esercizio 22 (difficile) Sia n = p + q e
B C
A=
D E
dove B e E sono matrici quadrate rispettivamente p × p e q × q. Dimostrare cge
(a) Se p < q e E = 0, allora det(A) = 0.
(b) Se p = q e C = 0, allora det(A) = det(B) det(E).
(c) Se C = 0 e D = 0, allora det(A) det(B) det(E).