PNI problema 2 (2,0) è centro di simmetria se e solo se . √ √ √ √ Calcolo il coefficiente angolare della retta tangente in (2,0) come derivata prima di f in 2: √ L’a golo i √ √ √ uestio e . Se due rette sono parallele hanno lo stesso coefficiente angolare. In particolare, ci aspettiamo che dalle derivate prime calcolate in 2+t e 2-t si ottenga lo stesso valore, per ogni t. Siano quindi: Da cui la tesi. La retta √ √ √ √ ha coefficiente angolare pari a . Ci chiediamo, innanzitutto, siccome il valore – 2 se a il valo e più pi olo assu to dalla de ivata, a giudi a e dal g afi o, l’a da e to della derivata prima, cioè studiamo la derivata seconda: √ Da cui: √ √ √ √ Studia o e il seg o, osì da studia e l’a da e to della de ivata p i a. Poi h √ sempre, e pure, l’u i o seg o da studiare è quello del numeratore. Il numeratore è nullo in x = 2, poiché 2 u pu to di flesso pe f e ui di i si aspetta he la de ivata se o da sia ulla i 2. I effetti f’’ 2 =0. Usando Ruffini, con il valore 2, troviamo: √ √ Le soluzioni del secondo termine a numeratore sono √ , he o si t ova o ell’i te vallo [0,4]. Quindi la derivata prima è decrescente prima di x = 2 ed è crescente poi. Cioè, x = 2 è punto di minimo per la derivata prima (flesso per f). Ne segue che, essendo a , non possono esserci valori di x tali che il coefficiente angolare della retta ivi tangente valga – 2,1. Il coefficiente angolare della seconda retta è . Per quanto detto prima, x =2 è punto di minimo per la derivata, ma è anche vero che x=0, come x=4, è punto di non derivabilità a tangente orizzontale e la derivata tende ad un infinito positivo: per . In sostanza, la derivata prima, per la condizione di Darboux delle derivate, assume tutti i valori compresi tra – 2 e k per ogni k (>-2), grande e piccolo a piacere. Quindi, la derivata prima assume anche il valore , che è maggiore di – 2. L’i teg ale ullo pe agio i di si ∫ et ia. L’a ea i se so geo et i o, invece: √ ∫ √ [ √ ] Sono due. Questo perché in [0,4] f assume solo un valore per cui il seno è 1. Questo valore è e lo assume due volte, essendo esso compreso 0 e 2. La funzione h è una funzione seno, che pertanto al massimo vale 1. Chiaramente, allora h ha due punti di massimo, cioè i punti tali che (che, ripeto sono due). Tali punti sono punti di massimo assoluti e per ragioni di continuità di f, e quindi di h, ci deve essere un punto di minimo relativo tra essi compreso. Allo stesso modo, f assume due volte il valore – . In corrispondenza delle x che assumono questo valore, h risulta valere – 1 e quindi quei due valori rappresentano minimi assoluti per h. Si può allora supporre che h abbia questo grafico (tenere presente che h presenta una simmetria rispetto a (2,0), poiché ottenuta componendo una funzione – il seno – ad una funzione simmetrica rispetto a (2,0)): Il u e o di soluzio i dell’e uazio e è determinato dal numero di intersezioni tra una generica etta o izzo tale e la fu zio e h. Le soluzio i so o 4 se k si t ova t a l’o di ata del i i o elativo a [0,2] e le ordinate dei massimi in [0,2] (che già conosciamo). Analogamente, se k si trova tra i valori del massimo relativo in [2,4] e i minimi assoluti di h, che già conosciamo. Calcoliamo il valore del minimo relativo a [0,2] e del massimo relativo a [2,4] risolvendo ( ) ( ) √ √ √ √ sono gli estremanti relativi cercati, essendo gli estremi assoluti già noti come Cerchiamo allora i valori delle h in corrispondenza di ( √ ) ( √ )√ ( per simmetria è ( √ ) Infine, ∫ per le stesse ragioni di simmetria. Allora deve essere √ : √ ) ( √ ) . perché le soluzioni siano 4. : .
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