Paolo Perfetti, Dipartimento di matematica, II Universit` a degli Studi di Roma, facolt` a di Ingegneria §19 Appendice 10: Una rassegna parziale sulle funzioni continue ma non derivabili in nessun punto P∞ 1) f (x) = k=0 bk cos(ak πx) 0 < b < 1, ab > 1 + 23 π e a intero dispari. Si pu`o trovare in: [H], [T] pag. 351, [GO] pag.46 (1.15) , [GO1] pag.50, [G] pag. 46. [H] `e la referenza pi` u accurata. L’autore G.H.Hardy (Godfrey Harold, Cranleigh (Inghilterra) 1877 – Cambridge (Inghilterra) 1947) estende la condizione 0 < b < 1, ab > 1 + 32 π e a intero dispari alla condizione ab ≥ 1 e 0 < b < 1 se ci si accontenta di non avere derivata finita. k P∞ x) 2) f (x) = k=0 f (10 dove f (x) = inf k∈Z |k − x| = min{x − [x], [x] + 1 − x} = 10k n x 0 ≤ x ≤ 1/2 ` la funzione di B.L. Wan der = ed estesa con periodo 1 a tutta la retta. E 1 − x 1/2 ≤ x ≤ 1 Waerden e si trova in [W], [T] pag.351, [RS] pag. 4, [C] pag.17–18 P∞ f (2k x) ` una semplificazione della 3) F (x) = dove f (x) `e la funzione definita prima. E k=0 2k funzione di Wan der Waerden ed il primo a scriverla o quantomeno a pubblicarla sembra sia stato T.H.Hildebrandt in [Hi]. Altre referenze sono [G], [GO1]. In [S] l’autore considera la k P∞ funzione F (x) = k=0 f (44k x) 2k P∞ 4) f (x) = k=0 f (22k x) dove f (x) `e quella funzione definita e periodica su tutto R che vale 1 + x per −2 ≤ x ≤ 0, e 1 − x per 0 ≤ x ≤ 2. Si veda [Mc] P∞ sin n2 πx 5) f (x) = . La congettura che tale funzione sia non derivabile pare risalga a n=1 n2 Riemann che per`o non `e riuscito a dimostrarla ed infatti detta cos`ı `e falsa. La funzione `e derivabile con derivata finita in un sottoinsieme numerabile dei razionali e non derivabile altrove (nel senso che non esiste la derivata bilatera finita). Referenze sono [H], [Ge], [Ge1], [Sm], [HS] p.260, [GO1] pag.51. Stranamente in questi due ultimi casi si afferma che essa non `e derivabile in nessun punto contrariamente a quanto se ne sa Cominciamo a dimostrare che F (x) = la P∞ k=0 f (4k x) 4k non `e derivabile. Precisamente dimostriamo k P∞ Proposizione 1.15 La funzione F (x) = k=0 f (44k x) `e continua ma non ammette derivata in alcun punto Osservazione Con derivata si intende limite finito del rapporto incrementale k Dimostrazione La continuit`a deriva da f (44k x) ≤ 4−k . I massimi ed i minimi di fk (x) sono dati . dai punti xkp = 4pk che al variare k e p costituiscono un insieme denso. Sia dato ora un punto xo Prendiamo una successione hn = 4−n ∞ n−1 1 X 1 k 1 X 1 k F (xo ± hn ) − F (xo ) k−n k f (4 xo ±4 )−f (4 xo ) = f (4 xo ±4k−n )− = ±hn ±hn 4k ±hn 4k k=0 k=0 ∞ 1 X 1 f (4k xo ) f (4k xo ± 4k−n ) − f (4k xo ) . Ora se k − n ≥ 0 allora f (4k xo ± 4k−n ) − ±hn 4k k=n n−1 1 X 1 k f (4k xo ± f (4 xo ) = 0 per periodicit`a e quindi della somma rimane solamente k ±hn 4 k=0 4k−n ) − f (4k xo ) . Il punto centrale `e ora osservare che il periodo di fn−1 (x) `e quattro volte (1.15) ` il celebre (nonch´ La condizione ivi data 0 < a < 1 ` e errata. Certamente gli autori volevano dire 0 < b < 1. E e primo) esempio dato da Karl W.T. Weierstrass (Ostenfelde (Germania) 1815 – Berlino 1897) 18/aprile/2014; Esclusivamente per uso personale; ` e vietata qualsiasi forma di commercializzazione 1 Paolo Perfetti, Dipartimento di matematica, II Universit` a degli Studi di Roma, facolt` a di Ingegneria il periodo di fn (x) e quindi almeno uno due intervalli (xo − 4−n , xo ) (xo , xo + 4−n ) appartiene interamente ad uno dei semiperiodi della funzione fn−1 (x). Lo stesso intervallo appartiene ad uno dei semiperiodi delle altre funzioni f1 (x), . . . , fn−2 (x). Passando da n ad n + 1 pu`o accadere la medesima cosa oppure che l’intervallo interessato sia l’altro. La conseguenza `e che per ogni valore intero n, − n−1 X 4 n−k k (f (4 xo − 4 k−n k ) − f (4 xo )) `e uguale a n−1 X 4n−k (f (4k xo + 4k−n ) − f (4k xo )) oppure k=0 n−1 X (±1) e quindi lim n→+∞ n−1 X (±1) non converge. k=0 k=0 k=0 . Dal precedente ragionamento segue che esiste una successione {kn = (±)σn 4−n } (σn ∈ {0, 1} a F (xo + kn ) − F (xo ) . seconda del valore di n) tale che non esiste il limite lim n→+∞ kn Non si `e in grado di dire se non esiste una sola delle derivate ed infatti `e interessante rispondere alle seguenti domande: 1) esiste nel punto xo la derivata sinistra oppure destra finite? 2) sempre nel punto xo , esiste la derivata destra e sinistra entrambe uguali a +∞ oppure −∞? La precedente dimostrazione non pu`o essere ripetuta nel caso in cui 2k sia sostituito a 4k in quanto non `e detto che almeno uno dei due intervalli (xo − 2−n , xo ) (xo , xo + 2−n ) appartenga interamente ad uno dei semiperiodi della funzione fn−1 (x). Bisogna adottare la dimostrazione data in [B] che `e simile a quella data da T.H.Hildebrandt. Si fa uso del seguente Lemma e dimostrato nell’esercizio 31.7, punto 2) Lemma 1.15 f : R → R `e derivabile in x se e solo se lim(ξ,η)→(x,x) Proposizione 2.15 punto La funzione F (x) = ∞ X f (2k x) k=0 2k f (ξ)−f (η) ξ−η = f ′ (x), ξ ≤ x ≤ η non ammette derivata finita in nessun Dimostrazione Dato quindi il punto x, siano 2in e i+1 i due punti pi` u vicini a x con deno2n i+1 i n n minatore 2 tali che 2n ≤ x ≤ 2n e costruiamola funzione 2 F ((i + 1)2−n ) − F (i2−n ) = P∞ P∞ 2n k=0 2−k f (2k x+(i+1)2k−n )−f (2k x+i2k−n ) . 2n k=n 2−k f (2k x+(i+1)2k−n )−f (2k x+ Pn−1 i2k−n ) = 0 per periodicit`a della funzione f. Rimane 2n k=0 2−k f (2k x + (i + 1)2k−n ) − Pn−1 f (2k x + i2k−n ) = k=0 (±1) in quanto il periodo della funzione f (2k x) `e Tk = 2−k e quindi nell’intervallo [i2−n , (i + 1)2−n ] ciascuna delle funzioni f (2k x) con 0 ≤ k ≤ n − 1 `e lineare crescente oppure decrescente. Ne segue che la derivata non esiste nel senso che il limite del rapporto incrementale non pu`o essere un numero finito. Sulla stessa falsariga dimostrare il seguente ∞ X f (2k x) non ammette derivata destra n´e sinistra Proposizione 3.15 La funzione F (x) = 2k k=0 finite in nessun punto Dimostrazione Si fa uso dell’esercizio 31.7 punto 4). Facciamo vedere che esistono due suc−ξn −xo ≤ a, ηξnn−x ≤ a e non esiste cessioni ξn → 0+ e ηn → 0+ tale che xo ≤ ξn < ηn , ηξnn −x o o P+∞ xk F (ηn )−F (ξn ) . Prendiamo lo sviluppo in base 2 del punto x ossia x = limn→+∞ k=1 2k con ηn −ξn P n x xk = 0, 1. Sia x(n) = k=1 2kk , ξn = x(n) + 21n > x e ηn = ξn + 21n . Risulta ηn − ξn = 2−n , Pn−1 ηn −xo ηn −ξn n ≤ 2, ≤ 1 per cui a = 2. La funzione 2 F (η ) − F (ξ ) `e pari a k=0 (±1) e n n ξn −xo ξn −xo quindi la derivata non esiste nel senso che il limite del rapporto incrementale non pu`o essere un numero finito. In merito all’esempio 3) vogliamo dimostrare la seguente proposizione 18/aprile/2014; Esclusivamente per uso personale; ` e vietata qualsiasi forma di commercializzazione 2 Paolo Perfetti, Dipartimento di matematica, II Universit` a degli Studi di Roma, facolt` a di Ingegneria Proposizione 4.15 La funzione F (x) = ∞ X f (2k x) k=0 Lα |h|α per qualsiasi 0 < α < 1 (2.15) 2k verifica la stima |F (x + h) − F (x)| ≤ Dimostrazione Sia dapprima |h| < 1. Esiste un numero intero n tale che 2−n−1 ≤ |h| ≤ 2−n ; n−1 +∞ X X F (x + h) − F (x) = 2−k (f (2k x + 2k h) − f (2k x)) + 2−k (f (2k x + 2k h) − f (2k x)). Nella k=0 k=n prima sommatoria abbiamo 2k |h| ≤ 2k−n ≤ 21 da cui il fatto che (f (2k x+2k h)−f (2k x)) = 2k h e n−1 n−1 X X −k k k k quindi 2 |f (2 x+2 h)−f (2 x)| = 2−k 2k |h|. Se ora dividiamo per |h|α allora otteniamo k=0 n−1 X k=0 +∞ X 2−k |h|−α |f (2k x+2k h)−f (2k x)| ≤ k=0 n−1 X 2−k 2k |h|1−α ≤ n2−n(1−α) ≤ Lα . Per quanto riguarda k=0 +∞ X 1 2−k |h|−α = 2−n |h|−α ≤ 2|h|1−α ≤ 21−n(1−α) ≤ L′α . 2 k=n k=n Sommando le due quantit`a si arriva al risultato. 2−k |h|−α |f (2k x+2k h)−f (2k x)| ≤ Se |h| ≥ 1 abbiamo |F (x + h) − F (x)| ≤ 1 (fatto questo vero indipendentemente dal valore di h) allora abbiamo |F (x + h) − F (x)| ≤ 1 ≤ |h|α . Si sar`a notato che tutto il ragionamento cade se α = 1 e ci`o non sorprende perch´e altrimenti la funzione sarebbe lipschitziana e quindi derivabile quasi ovunque (fatto questo che gi`a sappiamo essere falso). Sempre con la funzione di Wan der Waerden si pu`o ottenere il seguente risultato Proposizione 5.15 Definire un insieme C ⊂ I = [0, 1] ed una funzione F (x): I → R tale che µ(C) > 0, F |C ≡ 0, F continua e non derivabile in nessun punto (3.15) Dimostrazione Prendiamo un insieme di Cantor a misura positiva µo > 0 in I. Cµo si ottiene da I togliendo una quantit`a numerabile di intervalli aperti disgiunti ossia Cµo = I\ ∪∞ n=0 (an , bn ) e ∞ X ` necessario dare qualche dettaglio (bn − an ) = 1 − µo ; sia an che bn appartengono a Cµo . E n=0 in pi` u per capire il risultato. Al primo passo, dall’intervallo I, togliamo l’intervallo aperto I1 = ( 12 − λ6 , 21 + λ6 ) ossia togliamo un intervallo centrato in x = 12 e di lunghezza λ3 . Sia def I\I1 = J1 = (0, 12 − λ6 ) ∪ ( 12 + λ6 , 1). Al secondo passo, da J1 togliamo due intervalli di lunghezza ciascuno λ9 e centrati rispettivamente nei punti mediani dei due intervalli che compongono J1 . Chiamiamo I11 e I12 i nuovi intervalli ottenuti e sia I (2) = I11 ∪ I12 ; J2 = J1 \I (2) . In J2 vi sono quattro intervalli ed in ciascuno di essi si ripete la procedura togliendo intervalli aperti centrati λ di lunghezza 27 che chiamiamo I111 , I112 , I121 , I122 . Sia I (2) = I111 ∪ I112 ∪ I121 ∪ I122 . e via ∞ ∞ X λX 2 k ∞ (k) (k) (∞) def ∞ (k) ( ) = λ. L’insieme dicendo. Sia I = ∪k=1 I . Abbiamo | ∪k=1 I | = |I | = 3 3 k=0 k=1 I\I (∞) ha misura 1 − λ e prendiamo λ = 1 − µo per cui Cµo = I\I (∞) . Come ogni insieme o di Cantor che si rispetti Cµo soddisfa le relazioni Cµ′ o = Cµo , C µo = ∅, I (∞) = [0, 1]. Ciascun 1 − µo intervallo di quelli eliminati viene chiamato Ii1 i2 ...in , `e aperto e |Ii1 i2 ...in | = . 3n A partire dalla funzione F (x) data in 3), in ogni intervallo Ii1 i2 ...in definiamo Fi1 i2 ...in : Ii1 i2 ...in → (2.15) (3.15) Proposizione presa da [SS] la misura µ ` e quella di Lebesgue ed inoltre per derivabilit` a si intende derivata finita bilatera. L’esercizio ` e preso da [Sc] 18/aprile/2014; Esclusivamente per uso personale; ` e vietata qualsiasi forma di commercializzazione 3 Paolo Perfetti, Dipartimento di matematica, II Universit` a degli Studi di Roma, facolt` a di Ingegneria ∞ X x − ai1 i2 ...in ) e εi1 i2 ...in = n1 . Chiaramente abbiamo bi1 i2 ...in − ai1 i2 ...in k=0 1 1 1 Fi1 i2 ...in (ai1 i2 ...in ) = Fi1 i2 ...in (bi1 i2 ...in ) = 0 e Fi1 i2 ...in ( ai1 i2 ...in + bi1 i2 ...in ) = εi1 i2 ...in 2 2 2 ( Fi1 i2 ...in (x) x ∈ Ii1 i2 ...in Definiamo la funzione W (x): [0, 1] → R, W (x) = 0 x ∈ Cµo La funzione W (x) cos`ı costruita soddisfa le condizioni richieste. R, Fi1 i2 ...in (x) = εi1 i2 ...in 2−k f (2k o Continuit`a . Se x ∈ Ii1 i2 ...in = I i1 i2 ...in allora W (x) = Fi1 i2 ...in (x) e sappiamo che quest’ultima `e continua. Sia x ∈ Cµo e sia U ∋ x un intervallo contenente x. In tale intervallo, per costruzione dell’insieme di Cantor, vi sono solamente punti di Cµo e intervalli aperti appartenenti all’insieme I\Cµo . Se y ∈ Cµo allora W (y) = 0. Inoltre se la lunghezza dell’intervallo U tende a zero, vuol dire che gli intervalli di I\Cµo contenuti in esso diventano progressivamente pi` u piccoli e ci` o equivale a dire che n → +∞ dove Ii1 i2 ...in ⊂ U. Ne segue che se y ∈ Ii1 i2 ...in allora W (y) ≤ n1 da cui segue la continuit`a . Non derivabilit`a . Nei punti x ∈ I\Cµo la funzione non `e derivabile in quanto negli aperti in questione la funzione `e quella di Wan Der Waerden. Sia ora x ∈ Cµo . Per costruzione vi `e una successione, detta Sx , di intervalli aperti Ii1 i2 ...in tale che x `e punto limite dell’insieme degli estremi di tali intervalli che sono rappresentati con ai1 i2 ...in per l’estremo sinistro e bi1 i2 ...in per l’estremo destro. Sia mi1 i2 ...in = 12 (ai1 i2 ...in + bi1 i2 ...in ) il punto medio di tali intervalli contenuti W (mi1 i2 ...in ) nell’insieme Sx . Si vuole dimostrare che non `e una quantit`a limitata e quindi mi1 i2 ...in − x non pu`o tendere a zero. In particolare si vuole dimostrare che |mi1 i2 ...in − x| ≤ 2−n e quindi W (mi1 i2 ...in ) 2n−1 | |≥ da cui il risultato. mi1 i2 ...in − x n λ 1 Sia I1 il primo intervallo tolto da I. sup ρ(x, I1 ) ≤ (1 − ) 2 3 x∈J1 1 λ λ 1 Se I (2) = I11 ∪ I12 si ha sup ρ(x, I (2)) ≤ ( (1 − ) − ) 2 3 9 2 x∈J2 λ λ 1 1 Se I (3) = I111 ∪ I112 ∪ I121 ∪ I122 si ha sup ρ(x, I (3)) ≤ ( (1 − ) − ) 2 3 9 2 x∈J3 1 λ In generale abbiamo sup ρ(x, I (n) ) ≤ n (1 − ) 2 3 x∈Jn Ne segue che la distanza di x dai punti medi degli intervalli che via via vengono eliminati `e λ λ 1 minore o uguale a n (1 − ) + 3−n ≤ 2−n+1 e quindi il risultato. 2 3 2 Esercizio Si avrebbe lo stessa conclusione se invece della misura di Lebesgue si prendesse la misura di Peano–Jordan? (indicata con m(·)) Risposta: No in quanto un insieme A `e misurabile secondo Peano–Jordan se e solo se m(A) = o o m(A) = m(A). Quindi si dovrebbe avere F |A (x) ≡ 0 e al contempo A 6= ∅; Ne seguirebbe che esiste un intervallo in cui F (x) `e costante. Ma allora `e derivabile all’interno dell’intervallo con derivata nulla Referenze [B] Billingsley P.: Van Der Waerden’s Continuous Nowhere Differentiable Function, American Mathematical Monthly, Vol. 89, Issue 9 (Nov.,1982), 691 [C] Chierchia L.: Lezioni di Analisi Matematica, Aracne Editrice 1996 [G] Giusti E.: Esercizi e Complementi di Analisi Matematica, volume secondo, seconda edizione riveduta e ampliata, Boringhieri 1989, ristampa del 1994 18/aprile/2014; Esclusivamente per uso personale; ` e vietata qualsiasi forma di commercializzazione 4 Paolo Perfetti, Dipartimento di matematica, II Universit` a degli Studi di Roma, facolt` a di Ingegneria [Ge] Gerver J.: The Differentiability of the Riemann Function at certain Rational Multiples, American Journal of Mathematics, Volume 92, Issue 1 (Jan., 1970), pp.33–55, [Ge1] Gerver J.: More on the Differentiability of the Riemann Function, American Journal of Mathematics, Volume 93, Issue 1 (Jan., 1971), pp.33–41, [GO] Gelbaum B.R., Olmsted J.M.H.: Controesempi in analisi matematica, Edizioni Mursia, 1964 [GO1] Gelbaum B.R., Olmsted J.M.H.: Theorems and Counterexamples in Mathematics, Springer–Verlag Ed.1990 [H] Hardy G.H.: Weierstrass’s Non–Differentiable Function , Transactions of the American Mathematical Society, Volume 17, Issue 3 (Jul.,1916), pag.301–325 [Hi] Hildebrandt T.H.: A Simple Continuous Function with a Finite Derivative at No Point, American Mathematical Monthly, Volume 40, Issue 9 (Nov.,1933), 547–548 [HS] Hewitt E., Stromberg K.: Real and Abstract Analysis, Springer–Verlag Eds., 1965 pp.260 [Mc] McCarthy J.: An Everywhere Continuous Nowhere Differentiable Function, American Mathematical Monthly, Volume 60, Issue 10 (Dec.,1953), 709 ˇ [S] Silov G.E.: Analisi Matematica - Funzioni di una variabile e Funzioni di pi` u variabili reali, Edizioni Mir, pag.240, [Sc] Schubert S.R.: On a Function of Van Der Waerden, American Mathematical Monthly, Volume 70, Issue 4 (Apr.,1963), 402 [RS] Riesz F.:, Sz.–Nagy B.: Functional Analysis, Frederick Ungar Publishing Co. (N.Y.) [Sm] Smith A.: The Differentiability of the Riemann’s Function , Proceedings of the American Mathematical Society, Volume 34, Issue 2 (Aug., 1972), pp.463–468. [SS] Shidfar A., Sabetfakhri K.: On the Continuity of Van Der Waerden’s Function in the Holder Sense, American Mathematical Monthly, Volume 93, Issue 5 (May,1986), 375–376 [T] Titchmarsh E.C.: The theory of functions, Oxford University Press, stampa del 1988: seconda edizione del 1939 corretta nel 1968 [W] Wan der Waerden B.L.: Ein einfaches Beispiel einer nichtdifferenzierbaren stetigen Funktion, Math. Zeitschrift, 32 (1930). 18/aprile/2014; Esclusivamente per uso personale; ` e vietata qualsiasi forma di commercializzazione 5
© Copyright 2024 ExpyDoc