Cucina - Riza.it

Cucina
senza
sale
Sostituiscilo con gli ingredienti che mantengono
il gusto del cibo. Dimagrisci subito!
RIZA
Cucina senza sale
Editing: Stefania Conrieri
Copertina: Roberta Marcante
Foto: 123rf, Fotolia
© 2014 Edizioni Riza S.p.A.
via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
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in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma
e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione
o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.
Le informazioni contenute nella presente pubblicazione
sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono
sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
SOMMARIO
INTRODUZIONE
Perdi peso se elimini il sale
ANTIPASTI
Stuzzichini per aprire il pasto
PRIMI PIATTI
Vellutate, zuppe, risi e paste
SECONDI PIATTI
Carne, tofu, seitan e uova
SECONDI DI PESCE
Piatti di mare light
CONTORNI
Insalate e verdure
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67
89
111
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Introduzione
Perdi peso se
elimini il sale
Gli accumuli adiposi più ostinati su
fianchi, pancia, glutei e gambe sono
spesso dovuti all’abuso di cibi ricchi di sale. Se togli il sodio, il corpo
si sgonfia e inizia a smaltire ristagni e cellulite.
INTRODUZIONE
Con meno sodio nella
dieta ti sgonfi subito
F
ra gli alimenti che possono ostacolare il dimagrimento
e mettere a rischio la salute figura il sale bianco (il
cloruro di sodio).
Nella dieta occidentale si fa un consumo eccessivo di questo
condimento, aumentando il rischio di incorrere in disturbi cardiovascolari e non solo. Per questo, una dieta iposodica viene
caldamente consigliata anche dall’American Institute for Cancer
Research (Aicr) per mantenersi in linea e in salute e per abbassare perfino il rischio di sviluppare un tumore. Meno sale significa anche meno ritenzione idrica e una normalizzazione della
pressione sanguigna se si soffre di ipertensione. Provare per
credere! Basta, infatti, fare un esperimento e togliere il sale
dall’alimentazione per un’intera giornata, per sentirsi, alla sera,
già più energiche e attive.
Attenzione, però, perché quando si parla di sale non bisogna
commettere l’errore di pensare solo ed esclusivamente a quello
usato per insaporire una pietanza o quello aggiunto all’acqua
della pasta. Bisogna anche e soprattutto considerare quello presente nei diversi alimenti, tipicamente quelli che risultano maggiormente saporiti (arachidi, salse pronte, insaccati, prodotti
da forno confezionati). Basti pensare che un etto di prosciutto
crudo, per fare un esempio, arriva a contenere anche 5 grammi
di sale, così come un etto di pane o più in generale di prodotti
da forno può averne quasi 4 grammi. E se la dose di sale, come
raccomandano gli esperti, deve essere di 5-6 g al giorno, i conti sono presto fatti.
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Il sale: conosciamolo da vicino
Il comune sale da cucina è, dal punto di vista chimico, essenzialmente cloruro di sodio, una molecola che nasce dalla combinazione di sodio (Na) e cloro (Cl), uniti in rapporto di 1 a 1
(un atomo di sodio e uno di cloro).
Il sale si presenta sotto forma di piccoli cristalli consistenti (il
sale grosso) o polverizzati (sale fino). Si ricava dall’acqua di
mare, per evaporazione, o dai giacimenti di salgemma.
Il sodio, il minerale che è uno dei costituenti del sale, pur essendo fondamentale per regolare le più importanti funzioni fisiologiche (respirazione, battito cardiaco, trasmissione degli
impulsi nervosi), quando è in eccesso porta l’organismo a trattenere troppa acqua. Per questo si formano ritenzione idrica,
cellulite, gonfiori e, nel tempo, i tessuti mal nutriti e non sufficientemente ossigenati si riempiono di grasso.
Nell’antichità il sale era usato
per conservare i cibi. L’abitudine
di salare è tutta moderna
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INTRODUZIONE
Ne trovi di diversi tipi
in commercio
Quando si parla di sale si può fare riferimento a varietà diverse
di questo prodotto fra cui quella ricavata dall’acqua del mare e
quella estratta dalle miniere.
Quanti tipi di sale si possono trovare in commercio? Si sente
parlare di salgemma, sale marino, sale cristallino, sale iodato,
sale addizionato... Qual è la differenza fra tutte queste varietà?
Tutte le varie denominazioni servono per definire tipi di sale
che sono diversi fra loro soprattutto per il sistema di estrazione, di lavorazione e solamente in parte per la loro composizione.
Il salgemma è quello che potrebbe essere definito “sale terrestre”, poiché viene estratto da depositi minerali di sale. Il salgemma e i sali cristallini dalle miniere possono avere colori
diversi: giallo, arancione e anche viola, in base alla presenza di
altri minerali combinati col cloruro di sodio.
Oggi per “sale cristallino” s’intende la varietà ritenuta più pregiata, che proviene da alcuni filoni delle miniere; si presenta
con una struttura cristallina evidente e riconoscibile nelle sue
forme esterne e non solo al microscopio (il sale cristallino più
noto è quello himalayano, ma non è l’unico).
Per “sale marino” s’intende invece, in genere, il sale ricavato
dall’acqua di mare attraverso le saline o altri procedimenti per
far evaporare l’acqua.
Esiste poi il sale dietetico, che contiene meno sodio (una parte
è sostituita dal cloruro di potassio) e può essere indicato a chi
soffre di disturbi di ipertensione e non riesce proprio a fare a
meno del salato.
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Sale raffinato: il più comune e il più abusato
Un’altra differenza fondamentale è fra il sale raffinato e quello
integrale o grezzo. Il sale raffinato, quello bianco da cucina che
si trova normalmente in vendita, viene sottoposto a una serie
di procedimenti di sbiancatura e depurazione in seguito ai quali risulta composto praticamente solo da cloruro di sodio. Ciò è
dovuto anche al fatto che la stragrande maggioranza del sale
oggi viene adoperato per uso industriale (nell’industria chimica
soprattutto) e parte di questo viene poi “adattato” come sale
da tavola. La lavorazione passa attraverso una serie di lavaggi
e di trattamenti allo scopo di togliere quelle che vengono ritenute scorie e che invece possono essere sostanze utili. Il risultato è un sale bianchissimo, una sostanza “morta”, perché ridotta alla semplice composizione chimica di base, quasi cloruro
di sodio puro. Nel corso della lavorazione il sale può essere
arricchito artificialmente anche con altre sostanze. Nel “sale
da cucina” raffinato vengono spesso aggiunti conservanti e antiagglomeranti, per impedire che si formino grumi per l’umidità
e per far sì che si sparga più facilmente. Tali conservanti sono
permessi perché classificati come non dannosi alla salute, ma
si tratta comunque di sostanze chimiche “aggiunte”. Per evitare che il sale fino formi dei grumi si può usare - come è noto - il
metodo casalingo più naturale di inserire nella saliera dei chicchi di riso.
Questa è la varietà più comune e più usata. La dipendenza nei
confronti del sale bianco è dovuta a un’alimentazione moderna
basata sul consumo massiccio di prodotti confezionati, resi più
saporiti proprio grazie alla presenza di quantità elevate di sale.
Con il tempo il gusto si assuefà e non apprezza più i cibi naturali perché troppo insipidi.
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Antipasti
Stuzzichini per
aprire il pasto
Le ricette di antipasti freddi e caldi,
a base di carne, pesce o verdure, da
preparare al forno, saltati in padella
o realizzati a freddo, seguendo
alcuni preziosi accorgimenti per
renderli leggeri e poveri di sodio.
ANTIPASTI
Spiedini di tempeh e peperoni
Persone 4
Difficoltà facile
Preparazione 20'
Cottura
Ingredienti
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una confezione di tempeh
2 cucchiai di olio
extravergine d’oliva
2 cucchiaini di acidulato
di riso
2 cucchiaini di salsa
di soia iposodica
del timo fresco
un limone
un cucchiaio di zenzero
2 carote
un peperone rosso
alcuni stecchini
10'
T
aglia a fettine il tempeh.
Poi fai rosolare in padella
l’olio insieme al timo. Quando
è caldo, aggiungi le fettine e
condiscile con l’acidulato.
Cuoci per 2 o 3 minuti, poi rigira le fettine sull’altro lato;
su ciascuna versa qualche goccia di salsa di soia e il succo
del limone. Cuoci per altri 2
minuti e aggiungi lo zenzero.
Poi taglia ogni fettina di tempeh in tre pezzi. Affetta la carota e il peperone. Ora componi gli spiedini: disponi al
centro dello stecchino il tempeh e sui due lati esterni il
pezzo di carota e di peperone.
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Persone 4
Difficoltà facile
Preparazione 20'
Cottura
C
ome prima cosa prepara la
maionese vegan. Versa in
un mixer il latte di soia a temperatura ambiente.
Aziona la macchina alla velocità minima, aggiungendo un
filo d’olio, un po’ alla volta.
Unisci via via anche il succo di
limone, l’aceto (o un cucchiaino di senape) e un pizzico di
curcuma. Regola di sapore con
un pizzico di gomasio.
ANTIPASTI
Sedano con maionese vegan
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Ingredienti
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un gambo sedano
2 mele verdi con la buccia
100 ml di latte di soia
2 cucchiai di olio
extravergine di oliva
un cucchiaino di aceto
di mele
un pizzico di curcuma
1/2 limone o un
cucchiaino di senape
un pizzico di gomasio
Ora pulisci le mele (conserva
la buccia) e il sedano e tagliali
a dadini. Versali in una ciotola
per insalata. Aggiungi la maionese e mescola bene.
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