A lcuni numeri aiutano a capire. Ogni anno la pubblica amministrazione compra beni e servizi (dalle famose siringhe alle stampanti) per 132 miliardi e gli enti che hanno il potere di spendere soldi pubblici sono 32 mila, un numero che rende impossibile non solo ogni controllo, ma anche qualsiasi riduzione della spesa pubblica, figuriamoci per 20 miliardi come vorrebbe il presidente del Consiglio Matteo Renzi. A meno che... A meno che (dopo l'ennesimo rinvio) da gennaio 2015 queste 32 mila «stazioni appaltanti» non vengano ridotte a 35 e che per i loro acquisti più importanti non passino attraverso la Consip, la società pubblica guidata da Domenico Casalino, incaricata di stipulare contratti-quadro con i fornitori privati e che ottiene prezzi mediamente inferiori del 22 per cento. Il taglio delle stazioni appaltanti è ciò che effettivamente succederà il primo gennaio. Con la speranza che per ogni capitolo della spesa pubblica capiti ciò che è accaduto per le strisce reagenti che servono per controllare la glicemia dei diabetici. Venivano comprate dalle Asl a un prezzo compreso tra i 45 centesimi e l'euro e 10. Poi la Consip ha aggiudicato un contratto d'acquisto talmente imponente da strappare un prezzo di 19 centesimi con un risparmio per lo Stato di 100 milioni di euro l'anno. Eppure ciò di cui Domenico Casalino non si capacita è che ci sono Asl che le comprano ancora a prezzo superiore e che dei 132 miliardi di spesa pubblica per beni e servizi, quelli presidiati dalla Consip sono appena... Quanti sono, dottor Casalino? Circa 36, che nel 2013 hanno fatto risparmiare allo Stato 7 miliardi. Trentasei miliardi su 132 sono pochi. Ci sono anche i prezzi benchmark: nessuno può comprare un bene o un servizio a prezzo superiore rispetto a quello che aggiudichiamo noi. Questo in teoria, perché in pratica LA TAGLIOLA PER CHI SPENDE MALE I SOLDI Dal 2015 i 132 miliardi di acquisti dello Stato saranno centralizzati. Con un risparmio di 2,5 miliardi, promette chi firmerà i contratti. di Marco Cobianchi ognuno compra ciò che vuole al prezzo che vuole. Carlo Cottarelli (commissario alla spending reuiew, ndr) e Raffaele Cantone (commissario anticorruzione, ndr,) hanno inviato 200 lettere ad altrettante stazioni appaltanti per sapere perché hanno comprato un bene a un prezzo superiore. La domanda sorge spontanea: ma perché le amministrazioni pubbliche non comprano ciò di cui hanno bisogno usando i contratti stipulati da voi a un prezzo più basso rispetto a quello che possono ottenere loro? Per due motivi: hanno bisogno di dimostrare che sono capaci di farlo da soli e, secondo, perché chi sì occupa di comprare beni e servizi nella pubblica amministrazione sono 100 mila persone che sottoscrivono 1,2 milioni di contratti d'acquisto all'anno. Non ho capito: 100 mila dipendenti pubblici si occupano di spendere? Sì, su 3 milioni di dipendenti totali è un numero, direi, normale. Le amministrazioni locali si fanno le loro gare d'appalto perché solo così possono far girare le mazzette. Vero o falso? È una delle ragioni. Mi può dare i nomi dei destinatari di quelle lettere? No. Ci si può attendere che la riduzione delle centrali d'acquisto non solo farà risparmiare soldi ma abbasserà anche il rischio corruzione. Giusto? Quello dovrebbe essere uno degli effetti. Sarà una rivoluzione. Quanto prevedete di far risparmiare allo Stato con l'obbligo per la Pa di comprare attraverso i vostri contratti? La mia previsione è 2,5 miliardi nel 2015, ma il Centro studi di Confindustria ha stimato che si potrebbe arrivare a 30. Ci sono casi clamorosi di spreco di soldi pubblici nel comparto dell'acquisto di beni e servizi? Sono infiniti. • ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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