Il Sole 24 Ore Sabato 22 Novembre 2014 - N. 321 16 Impresa & territori Tlc. Pronto anche il progetto per la digitalizzazione della Pa con il profilo unico del cittadino per accedere a tutti i servizi pubblici Lavoro. Il Pon nazionale 2014-2020 Banda larga, piano da 6,2 miliardi Scuola, tre miliardi ai programmi di formazione Al via la consultazione pubblica: agevolazioni per le reti, bandi di gara entro giugno Carmine Fotina ROMA Poco meno di sei miliardi e 200 milioni per portare entro il 2020 la banda larga ad almeno 100 megabit per secondo fino all’85% della popolazione assicurando al resto degli italiani collegamenti da 30 megabit in su. Palazzo Chigi svela il nuovo Piano per la banda ultralarga, posto anche tra le priorità di investimento presentate alla Ue nell’ambito del cosiddetto «fondo Juncker». Il documento, insieme al Piano per la crescita digitale, sarà in consultazione pubblica sul sito dell’Agenzia perl’Italia digitale fino al 20 gennaio. Risorse e obiettivi Il testo non entra nel vivo delle opzioni sulla rete Telecom eludendo il dibattito sulle idee di scorporo, sul ruolo della Cassa depositi e prestiti, di Metrowebedeiprincipali operatori alternativi. Si spiega invece come si intende dare seguito al Piano per l’ultrabroadband già attualmente coordinato dalla società pubblica Infratel. Tra il 2015 e il 2020 si prevede l’impiego di circa 6,2 miliardi di euro a fronte di un costo valutato in circa 12 miliardi, con un fattore di leva 2, dunque, rispetto alla risorsedei privati. Due miliardi e 400 milioni arriveranno dai fondi comunitari gestiti dalle Regioni Fesr e Feasr 2014-2020, 230 milioni dai Fesr nazionali mentre fino a 5 miliardi potrannoessererecuperati con ilFondo sviluppo e coesione. Da aggiungere i 419 milioni del Piano giàin corso ei circa 2miliardi di investimenti privati. «Potrà concorrere al finanziamento – scrive il governo – anche il fondo Juncker». Si punta con decisione ai 100 megabit e dunque a soluzioni di fibra ottica «profonda», partendo dagli armadi telefonici per poi arrivare gradualmente alle abitazioni. Il satellite dovrà integrare la copertura nelle zone più remote. Si descrive un mix di agevolazioni che possono essere messe in campo per l’offerta di infrastrutture: da garanzie sul debito e credito d’imposta a va- lere su Irap e Ires (già previsto) fino al fondo perduto. Ok anche a incentivi alla domanda nelle situazioni più complesse. I primi bandi di gara dovrebbero partire entro il secondo trimestre 2015 per arrivare a una conclusione dei lavori entro il 2022. L’azione pubblica in 4 aree Il "cluster" A include le principali 15 città per rapporto costibenefici in termini di investimenti privati (circa 9,4 milioni di persone). Ventotto milioni di persone abitano in aree in cui gli operatori non si spingeranno oltre investimenti per networka 30 megabit. Quiil governo potrebbe intervenire con contributi a fondo perduto con eventuale partecipazione pubblica alla realizzazione delle opere. Il "cluster" C è rappresentato dalle aree a falli- IL DOCUMENTO Il governo non entra nel vivo delle sorti della rete Telecom Per l’Italia digitale, tra vecchie e nuove iniziative, un fabbisogno di 4,5 miliardi mento di mercato (vi risiedono 15,7 milioni di italiani) dove l’intervento statale dovrà essere ancora più robusto a sostegno dei privati. L’ultimo stadio è costituito dalle aree in cui esclusivamente l’azione pubblica può garantire alla popolazione un servizio di connettività a più di 30 megabit (9,4 milioni di persone). Nei primi tre casi saranno possibili contributi destinati direttamente agli utenti (da segnalare però a questo proposito che sono fermi, ormai da un anno, i voucher per le Pmi previsti dal decreto Destinazione Italia). A conti fatti comunque, per le quattro aree descritte, si prevede un fabbisogno finanziario pari rispettivamente a circa 510,6 milioni, 1,9 miliardi, 1,1 miliardi, 2,1 miliardi, 492 milioni. Appaiono invece trasversali aiquattro"cluster"gliinterventi di contesto che pure il gover- noponetra lestrategieprioritarie:innanzitutto uncatasto delleretiperottimizzare laprogettazione delle infrastrutture, ma anche una regolamentazione piùfavorevole agliinvestimenti, semplificazioni sui vincoli per la telefonia mobile (vedi elettromagnetismo) e razionalizzazione delle frequenze. Il piano italiano per la banda ultra larga ROMA LA DOMANDA DEI CITTADINI Regolare utilizzo di Internet (% individui di età compresa tra i 16 e i 74 anni) Finlandia 89 Gran Bretagna Svezia 87 Italia digitale C’è un filo comune tra i due documenti posti in consultazione ed è il ritardo accumulato dall’Italia. Gli utenti regolari di Internet sono soltanto il 56% della popolazione di età compresa tra 16 e 74 anni, contro una media Ue del 72%. E siamo l’ultima nazione europea per copertura a banda ultralarga con appena il 21% della popolazione (media Ue del 64%). Un problema che si riflette anche nellabassissimainterazionedigitale tra cittadini e Pubblica amministrazione. Nei piani del governo «Italia login» dovrà essere il profilo online con ilquale gli utenti potranno accedere a tutti i servizi pubbliciericevere o inviarecomunicazioni(serviranno risorse per 750 milioni fino al 2020). ConilcompletamentodelSistema pubblico di connettività a banda ultralarga (fabbisogno di 1,4 miliardi) il wi-fi dovrà essere la norma in tutti gli edifici pubblici e si prevede anche un’ampia diffusione di hot spot nei luoghi pubblici di maggiore frequentazione come scuole, ospedali, uffici comunali, oltre che nelle zone turistiche. Diversi i dossier citati dal Piano di Palazzo Chigi che sono in realtà già aperti e vanno implementati. Richiedono un’accelerazione i progetti per la digitalizzazione della sanità, della scuola e della giustizia. Dadefinirel’Anagrafe dellapopolazione residente; quasi fermi i pagamenti elettronici da parte dei cittadini (finora hanno aderito solo 24 amministrazioni su 20mila). Nel complesso, tra iniziative già avviate e da portare a termine, si stima un fabbisogno di 4,5 miliardi dal 2014 al 2020. © RIPRODUZIONE RISERVATA Claudio Tucci 77 Estonia 92 Danimarca 71 Lettonia 91 65 Lituania Olanda Irlanda 92 75 Belgio Polonia 80 80 93 Lussemburgo 60 Germania Rep. Ceca 70 74 Slovacchia Austria 77 Francia 78 Italia 56 Ungheria 71 Slovenia 69 Romania 45 Croazia Bulgaria 63 51 Portogallo 58 Spagna 66 Grecia UNIONE EUROPEA 56 72 Malta Cipro 66 62 PIANO PER LA CRESCITA DIGITALE Fabbisogno finanziario in milioni di euro TOTALE* 2015 2016 2017 2018 2019 2020 4.575 468 993 1.158 1.026 546 351 2016 2017 2018 2019 PIANO BANDA ULTRALARGA Fabbisogno finanziario in euro TOTALE 2015 2020 6.189.608.219 618.960.822 1.237.921.644 1.856.882.465 1.237.921.644 618.960.822 LA COPERTURA In percentuale Copertura banda larga base (sulle abitazioni) Penetrazione banda larga base (sulla popolazione) Copertura banda larga >30 Mbps (sulle abitazioni) Penetrazione banda larga >30 Mbps (sulla popolazione) Italia 99% 23% 21% <1% Media Ue 97% 30% 62% 6% Francia 100% 38% 41% 3% Regno Unito 100% 34% 82% 9% Germania 97% 35% 75% 5% Spagna 97% 26% 65% 4% (*) 33 milioni nel 2014 618.960.822 Fonte: presidenza del Consiglio dei ministri Vale tre miliardi di euro il «Pon Istruzione 2014-2020», un miliardoin piùrispetto allaprecedente programmazione (2007-2013), e tra le sue finalità si punterà soprattutto su: lotta alladispersionescolastica,qualificazione dell’offerta tecnica professionale con l’alternanza scuola-lavoro,e,èun’altranovità,voucherperstudentibrillantidelSudchevoglionofrequentaregliItsdelNord(dovelepercentualidioccupabilitàdeineodiplomati è risultata al top, superiore al 90%). Con la precedente programmazione di fondi comunitari (2007-2013) sono stati circa 180mila i ragazzi meridionali che hanno fatto esperienze di formazione on the job in regionidelCentro-Nord;econ inuovi fondi (più consistenti) ci sarebbe la possibilità di far decollare l’alternanza scuola-lavoro arrivando, potenzialmente, a coinvolgere tutti i 200mila studenti iscritti agli ultimi due anni degli istituti tecnici (250mila se si considerano anche le terze classi), visto il progetto del governo di voler rendere obbligatoriaquestaesperienzaformativa che lega scuola e impresa ai ragazzi degli ultimi tre anni degli istituti tecnici. L’annuncio dell’imminente avvio del «Pon Istruzione 2014-2020» è arrivato ieri a Verona, al «Job&Orienta». Il fatto che sono arrivati maggiori fondi europei (rispetto alla precedente programmazione) «è perchè, rispetto ad altri piani operativi, qui le risorse sono sempre state ben gestite e soprattutto spese», ha sottolineato Andrea Bairati, direttore Innovazioneededucation diConfindustria. I 3 miliardi sbloccati «arriverannoa tutte le20regioni italiane (non solo a quelle dell’Obiettivo Convergenza, che ne avranno comunque due) e, inoltre, per la prima volta, come accade negli altri principalipaesiUe,cisarà l’integrazione tra fondi per non sovrapporrelaspesa»,haaggiuntoBairati. In pratica, «su una misura confluiranno, come "vasicapillari",lerisorse delPon Istruzione,laspesa regionale,ealtripianioperativinazionali,pianooccupazione, in primis», ha evidenziato il capo dipartimento per la Programmazione e le risorse umane e finanziarie del Miur, Sabrina Bono. I fondi 2014-2020, ha aggiunto Bono, «interesseranno 8.730 scuole, 3 milioni di studenti, 250mila docenti e personale scolastico, 200mila adulti. E li spenderemo tutti». Del resto i risultati della programmazione 2007-2013, nelle regioni Convergenza, sono stati lusinghieri, ha ricordato l’Indire: le azioni «Tirocini e stage» e «Impresa simulata» hannointeressato oltre110milastudenti (15.468 hanno realizzato uno stage all’estero) e sono state circa 8mila le imprese che hanno ospitato i ragazzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA RAI WAY A Sirti la gara per rinnovo rete terrestre Sirti, società italiana attiva nell’ingegneria e nell’impiantistica di rete, si è aggiudicata la gara indetta da Rai Way per il rinnovo della rete terrestre di contribuzione che copre l’intero territorio nazionale, collegando tutti i centri di produzione televisiva Rai: Roma Teulada, Saxa Rubra, Milano, Torino, Napoli e le diciassette sedi regionali. Il progetto, si legge in una nota, prevede il rinnovo tecnologico degli apparati da tempo in esercizio per continuare a migliorare gli alti livelli di affidabilità e disponibilità richiesti da Rai, apportando innovazione alle tecnologie e consentendo l’abilitazione di nuovi servizi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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