Imprese, incentivi a ricerca e brevetti

-.Si punta su una dote di 2,5 miliardi per renderesemi -strutturale i l credito d'imposta
Imprese, incentivi a ricerca e brevetti
Carmine Fotina
ROMA.
Innovazione come capitolo centrale. Nel pacchetto sviluppo che il governo intendevarare con la legge di stabil ità il tema della ricerca gioca un ruolo
chiave, sia con il recupero del
credito d'imposta per gli investimenti sia con la norma che
dovrebbe incentivare fiscalmente le spese in brevetti.
Nelle ultime settimane si sono susseguite riunioni tecniche tra il ministero dello Sviluppo economico e il ministero
dell'Economia, con il primo a
proporre misure di politica industriale e il secondo a fare i
conti sulle coperture.
Due miliardi e mezzo: questa la cifra ritenuta dallo Sviluppo indispensabile per rendere
almeno semi strutturale il credito d'imposta per la ricerca
con una dote da 500 milioni annui per cinque anni. La copertura, dopo il flop della precedente versione della norma (i fondi della programmazione Ue
2014-2020 previsti dal Dl Destinazione Italia), stavolta dovrebbe essere a portata di mano, magari sacrificando in parte l'entità del beneficio in termini di percentuale di credito
d'imposta.
L'innovazione è inbuona parte anche il filo conduttore di
quello che dovrebbe costituire
un decreto "crescita" collegato
alla legge di stabilità. Il provvedimento allo studio conterrà le
prime misure che in queste settimane sono state elaborate dal
gruppo di lavoro sull'«Industrial compact» coordinato dallo Sviluppo economico, da integrare con alcune proposte più
direttamente mirate alla finanza d'impresa.
Nel pacchetto dell'«Industrial compact» spicca il «patent box», una defiscalizzazione al So per cento deiredditi derivanti da beni riconducibili alla proprietà intellettuale. Anche in questo caso bisognerà fare attenzione alle esigenze di
copertura e si valuta, a questo
scopo, se limitare la platea delle spese ammissibili ai soli brevetti o estenderla anche a marchi e opere d'ingegno. A completare il pacchetto dovrebbe
esserci l'estensione del piano
startup. In particolare, si studia
un ampliamento della categoria di imprese che possono essere interessate dagli incentivi fiscali per gli investitori. Sempre
il Dl collegato alla stabilità dovrebbe fare da cornice a un nuovo intervento a favore dei canali alternativi al credito bancario, come minibond e fondi di
credito. Sivaluta inoltre l'estensione ad assicurazioni e società
di cartolarizzazioni della possibilità di beneficiare del Fondo
centrale di garanzia.
Non rappresenterebbe una
sorpresa il rifinanziamento della nuova legge Sabatini, più volte annunciato. L'obiettivo è
quello di raddoppiare il plafond della Cassa depositi e prestiti destinato a finanziamenti
agevolati per l'acquisto o il leasing di beni strumentali. La
Cdp potrebbe mettere a disposizione ulteriori 2,5 miliardi ma
anche in questo caso è possibile
che si restringa il raggio d'azione della misura, forse attraverso l'innalzamento dell'importo unitario minimo dei beni
acquistabili.
Tra i capitoli aperti, ancora
in fase di lavorazione, anche la
spinta allo sviluppo dimensionale delle Pmi. L'obiettivo dovrebbe essere favorire lo sviluppo di filiere e la crescita del
taglio medio delle aziende mediante facilitazioni fiscali alle
aggregazioni.
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