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Del 10 Febbraio 2015
Estratto da pag. 6
Diecimila licenziati in un anno ora anche il manager è partita
DARIO DI VICO Iva Indennità di buonuscita più leggere. La richiesta di ammortizzatori A suonare l’allarme
è stato Silvestre Bertolini, presidente della Cida, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati. Secondo i
numeri che ha dato ieri a Roma in un’assemblea sono circa 10 mila i manager privati rimasti senza lavoro
nell’ultimo anno e per affrontare quest’emergenza la Cida chiede ammortizzatori sociali. In sostanza vuole che
il governo nell’ambito dei decreti attuativi del Jobs act preveda contratti di ricollocazione anche per i dirigenti
e crei un apposito Fondo presso l’Inps. Ora al di là delle richieste di carattere sindacale è positivo che i
riflettori inquadrino il mondo della dirigenza. Va detto innanzitutto che a fronte di quelle 10 mila uscite non si
sono persi altrettanti posti di lavoro, il turnover non è bloccato.
Secondo una recente e ampia indagine di Manageritalia — che fa parte del Cida — sui dati Inps, dal 2008 al
2013 il numero dei dirigenti è -4,5% mentre i quadri sono cresciuti del 10%. Capita infatti che persino un
direttore di albergo con 80 camere o il direttore di un grosso supermercato venga assunto come quadro. Vale la
pena ricordare come per la natura delle imprese italiane i dirigenti in Italia siano di meno che nelle altre
aziende europee: nel 67% dei casi sono solo parenti dell’imprenditore.
Il numero complessivo diminuisce anche perché le multinazionali stanno andando verso strutture più piatte,
dovute a un processo di accentramento dei livelli decisionali e in qualche caso di accorpamento dei country
manager di Paesi limitrofi. Va infine tenuta presente la diffusione di figure contrattuali ibride che vanno dalla
consulenza, al co.co.pro. o addirittura alla partita Iva con mono-committenza. In alcune medie aziende persino
il direttore commerciale è a partita Iva.
Sono state le ristrutturazioni aziendali a determinare quel grosso ricambio nella dirigenza di cui parla Bertolini.
Il turnover tra i dirigenti privati è da sempre attorno al 20% l’anno, ma ora si può stimare che si sia passati dai
5 mila licenziati l’anno agli attuali 10 mila e la spiegazione del raddoppio sta nella chiusura di aziende ma
anche nell’adozione di strutture manageriali piatte, di modelli organizzativi toyotisti e nel fatto che le Pmi
continuano a non utilizzare manager esterni alla famiglia e nell’effetto spiazzante del digitale. Basta pensare
l’impatto di una struttura di vendite online sulle tradizionali competenze commerciali.
Secondo l’indagine di Manageritalia prima si stava più a lungo nelle aziende, anche 8 anni, oggi si è passati a
una media di 6. «Le competenze diventano vecchie in mesi e non più in anni» commenta Enrico Pedretti, il
direttore marketing. Si raccontano così storie di dirigenti diventati tassisti, di altri che hanno dato vita a una
start up, aperto un negozio o una catena di lavanderie in Brianza oppure del manager Dior che ha ristrutturato
la casa di campagna a Siena e lanciato un agriturismo.
Si è abbassato anche il livello delle indennità di buonuscita e spesso sono di soli sei mesi di stipendio e questo
ha spinto la Cida a chiedere maggiore interlocuzione con il governo. Da qui a concepire dei veri
ammortizzatori sociali però ce ne corre.