DONNE NEI RUOLI DI VERTICE Tavola Rotonda Intergenerazionale 17 settembre 2014 Ricerca a cura di Donatella Boccali per Aspen Institute Italia © Aspen Institute Italia Premessa La presente Ricerca analizza la presenza delle donne dirigenti non solo nell’area dell’imprenditoria, ma anche nei ruoli di vertice nella Pubblica Amministrazione, negli enti locali (Comuni) e nelle Camere di Commercio. Obiettivo è definire un quadro complessivo e rapportato a diverse esperienze manageriali, con un riferimento all’esperienza europea, sia nel settore pubblico che privato. La Ricerca si è concentrata principalmente sull’analisi di dati nazionali della presenza femminile nei ruoli di vertice non concernenti le posizioni ricoperte nei Consigli di Amministrazione e nei Collegi sindacali. L’analisi ha considerato anche il gender pay gap confermando il divario salariale tra donne e uomini che si riflette sulle disuguaglianze nel mercato del lavoro che colpiscono soprattutto le donne. Nonostante la società e il mondo del lavoro si stiano evolvendo verso un maggior equilibrio di ruoli, il quadro che emerge dai dati, nazionali ed europei, conferma la bassa presenza di donne nei ruoli di vertice sia nel settore privato che pubblico, anche se le donne hanno un livello di istruzione più elevato rispetto agli uomini, fenomeno peraltro globale. La disparità è ancora forte in Italia e lo è ancor più a livello generale nei confronti con l’estero. © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 2 Executive Summary La Ricerca, riferita sia ai dati nazionali che internazionali, evidenzia i seguenti principali risultati: a) Risoluzioni dei rapporti di lavoro nel tempo della crisi Negli ultimi cinque anni i dirigenti attivi nell’Unione Europea sono diminuiti di un terzo. L’Italia è agli ultimi posti nel rapporto manager-occupati. Dai dati relativi al periodo 20102012, i manager italiani si sono dimezzati. Tuttavia la crisi, che pur tocca le donne che lavorano e quelle ai vertici, le vede comunque in progresso nonostante il calo di occupazione. b) Gender pay gap Il divario salariale tra uomini e donne sul mercato del lavoro colpisce ancora e soprattutto le donne, variando in tutta Europa. L’analisi dei differenziali retributivi di genere rileva che in quasi tutti gli stati membri della UE, il divario retributivo di genere nelle attività finanziarie e assicurative è in misura sostanziale superiore a quello degli altri settori e dell’economia nel suo complesso. Secondo i dati OCSE aggiornati al 2011 lo stipendio medio dei manager senior nella Pubblica Amministrazione in Italia è il più alto rispetto a tutti gli altri paesi, distanziando il secondo paese in classifica di oltre 250 mila dollari. c) Donne al vertice Il quadro che emerge conferma la bassa presenza di donne nei ruoli di vertice nelle imprese italiane e nella Pubblica Amministrazione. Nel settore privato la presenza femminile si concentra principalmente nei campi della comunicazione e delle risorse umane. Nel settore pubblico solo nella Presidenza del Consiglio dei Ministri si raggiunge una soglia del 40% di donne nei ruoli apicali e una soglia del 50% nel Ministero dell’Economia e delle Finanze. d) Istruzione In Italia, come nel resto del mondo, le donne hanno un tasso di formazione universitaria maggiore degli uomini. A livello europeo l’Italia si posiziona all’ultimo posto per tasso di formazione universitaria tra gli uomini e al terzultimo tra le donne. e) Situazione europea La Gran Bretagna risulta il “regno” europeo dei manager e dove risiede quasi un quarto dei manager attivi in Europa. La Lettonia offre più spazio alle donne dirigenti e raggiunge quasi la parità (46%). © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 3 Indice 1. Donne ai vertici e la crisi dirigenziale nel panorama italiano ed europeo 1.a Risoluzione dei rapporti di lavoro nel tempo della crisi ...…... p. 5 1.b Donne ai vertici e la crisi ……………………………………. p. 7 2. Gender pay gap 2.a Divario salariale tra uomini e donne ………………………… p. 8 2.b Divario salariale dei manager italiani ………... …………….. p. 11 3. Donne al vertice 3.a Donne al vertice dell’impresa: top manager e dirigenti ……… p. 12 3.b Formazione delle donne ……………………………………… p. 16 3.c Donne dirigenti nella P.A. ……………………………………. p. 17 3.d Donne ai vertici nelle amministrazioni comunali italiane ……. p. 25 3.e Donne ai vertici nelle camere di commercio italiane …………. p. 27 4. Un confronto con l’Europa 4.a Istituzioni ………………………………………………………. p. 28 4.b Politica ……………………………………………………….... p. 30 4.c Giustizia ……………………………………………………….. p. 31 4.d Finanza, Impresa, Central Bank………………………………… p. 31 Link utili ……………………………………………………………. p. 33 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 4 1. Donne ai vertici e la crisi dirigenziale nel panorama italiano ed europeo 1.a Risoluzione dei rapporti di lavoro nel tempo della crisi In relazione ai dati europei la Gran Bretagna è il “regno” europeo dei manager, dove risiede quasi un quarto (24%) dei manager attivi in Europa, molto più numerosi che in Francia (15%) e Germania (16%). La Lettonia è il paese che offre più spazio alle donne dirigenti. L’Italia è solo quarta per numero assoluto di manager (7%) dietro la Polonia (8%) 1. Mediamente nella UE solo un terzo dei manager (33%) è donna. Sopra la media quasi tutti gli Stati dell’Est Europeo. Su tutti spicca la Lettonia, dove si è prossimi alla parità (46%). Subito dietro troviamo Francia, Slovenia, Lituania, e Ungheria, tutti al 39%. L’Italia ha poco più di un quarto delle donne manager (26%) collocandosi al quintultimo posto. Nell’ultimo quinquennio i dirigenti attivi nell’Unione Europea sono diminuiti di un terzo (-29%) da 18 a 13 milioni circa. Gli unici Paesi a registrare nel quinquennio 2007-2012 un crescita del numero di manager sono stati Malta, Slovenia, Cipro e Svezia. Var. % 2007-2012 Paesi Numero di Manager European Union 27 - 29% Euro Area (13 countries) - 32% Malta 32% Slovenia 23% Cyprus 13% Sweden 13% Poland 0% Republic of Macedonia 0% France -12% Portugal -13% Germany -16% Latvia -16% Bulgaria -17% Romania -20% Slovakia -22% Lithuania -23% Czech Republic -24% Belgium -27% Croatia -27% United Kingdom -30% Hungary -32% Estonia -33% Austria -34% Netherlands -35% Luxemburg -41% Spain -43% Ireland -52% Italy -56% Finland -63% Greece -64% Denmark -76% Fonte: Ricerca D.A.S. Italia, gennaio 2014 Paesi European Union 27 Euro Area (13 countries) Latvia France Slovenia Lithuania Hungary Poland Bulgaria Sweden Portugal UnitedKingdom Slovakia Estonia Ireland Belgium Romania Austria Spain Finland Netherlands Germany Denmark Croatia Malta Czech Republic Italy Greece Republic of Macedonia Luxemburg Cyprus % Donne Manager sul totale 33% 32% 46% 39% 39% 39% 39% 38% 36% 35% 35% 34% 33% 33% 33% 32% 31% 30% 30% 30% 29% 29% 28% 28% 27% 26% 26% 25% 23% 18% 16% 1 Ricerca D.A.S. Italia (compagnia del gruppo Generali), analisi dei dati sui manager presenti nei Paesi UE, elaborazioni su dati Eurostat 2012: http://www.das.it/comunicati-stampa/ © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 5 100 0 ‐50 ‐100 Malta slovenia Cyprus sweden poland republic… france portugal germany latvia bulgaria romania slovakia lithuania czech… belgium croatia united… hungary estonia austria netherlands luxemburg spain ireland italy finland greece denmark 50 var. % 2007‐ 2012 n° manager % manager su totale I dati europei evidenziano che dal 2010 al 2012 circa 5,3 milioni di quadri e dirigenti hanno perso il lavoro. L’Italia è tra i paesi in Europa che ha più risentito della crisi di top manager e quadri intermedi: a fronte del nostro -54,2% la media europea è stata del -30,6%, con i Paesi competitor più diretti molto meno penalizzati visto che la Francia ha perso il 33,6%, la Gran Bretagna il 28% e la Germania il 19,4%, la Spagna (-46,7%), mentre in una situazione peggiore si trova la Grecia con un ridimensionamento del 57,3%.2 La distribuzione di posizioni ha portato l’Italia agli ultimi posti nel rapporto manager-occupati. Nell’UE-28 il tasso è del 5,7%, con la Gran Bretagna ad un picco del 10,8%, la Francia al 5,8%, la Spagna al 4,7 % e la Germania al 4,4 %. L’Italia invece oggi è caduta al 3,5%. L’Italia con il 27% ha la più bassa percentuale di manager under-40 e conta solo due manager junior ogni tre senior (over-50), mentre in tutti i maggiori paesi europei questo rapporto è quasi di uno a uno.3 Dai dati emerge che dal 2010 al 2012 i manager italiani (dirigenti e quadri superiori) si sono dimezzati, passando da 1 milione e 780.000 di fine 2010 a 841.000 di fine 2012.4 I dati relativi al 2011 rappresentano il più alto numero di risoluzioni emerso dal 2004, con un incremento del 6% rispetto al 2010 e del 13% rispetto al 2009.5 I licenziamenti riguardano circa un terzo delle risoluzioni mentre le consensuali sono oltre il 65%. L’età media dei fuoriusciti si sta abbassando anche se oltre il 57% delle risoluzioni del 2011 continua a riguardare manager 2 Elaborazione di ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) - Federmanager e Gidp (direttori del personale) su dati Eurostat. http://www.milano.federmanager.it/anteprimaNewsHome.do?tipo=WEB&idArea=201007191212081295&idNews=20 1306211501495286&tit=&cat=&ddal=&dal=22/09/2014 http://www.corriere.it/economia/trovolavoro/14_gennaio_17/crisi-dimezza-manager-c5684478-7f5b-11e3-aa7733cce3d824e3.shtml 3 Ricerca ALDAI giugno 2013. http://www.milano.federmanager.it/anteprimaNewsHome.do?tipo=WEB&idArea=201007191212081295&idNews=20 1312271635166046 4 Ricerca ALDAI 2013 http://www.milano.federmanager.it/anteprimaNewsHome.do?tipo=WEB&idArea=201007191212081295&idNews=20 1306211501495286&tit=&cat=&ddal=&dal=22/09/2014 5 Rapporto Federmanager su “Indagine sulle risoluzioni dei rapporti di lavoro nel 2011”. http://www.italialavoro.it/wps/wcm/connect/0bce7680472a2d7bb0bab767ce05ae21/Binder1.pdf?MOD=AJPERES © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 6 over-50, per i dirigenti più giovani (fino a 45 anni) le rotture col datore di lavoro sfiorano un quarto del totale. Per quanto riguarda i ruoli manageriali più colpiti, prosegue la depressione nel settore commerciale/marketing e nell’area tecnica/produzione. Gli ambiti merceologici più in difficoltà restano quelli dell’informatica/elettronica/TLC e del meccanico/siderurgico. Analizzando le tipologie dimensionali, emerge l’aumento del livello delle risoluzione nelle imprese di piccole dimensioni, quelle con un numero di dirigenti non superiore a 3. Con riferimento alla ripartizione geografica il 77% di tutte le risoluzione si registra nella zona NordOvest del Paese. Anche i dati del 2012 relativi alle risoluzioni di lavoro evidenziano un incremento del 9% rispetto all’anno precedente e addirittura del 14% rispetto al 2010, confermando il trend crescente che si registra dal 2007 (circolare n. 2412 del 27/05/2013 di Federmanager). Anche dai dati 2013 la situazione si rileva critica non evidenziandosi una versione di tendenza, (circolare n. 2475 del 24/06/2014 di Federmanager) Nell’ultimo periodo è sempre più difficile vedere assegnata la nomina a dirigente e le aziende tendono a rinviarla il più possibile o preferiscono servirsi di un quadro. Dai dati 2013 6 risulta che il 54% delle imprese non ha nominato dirigenti nell’ultimo anno ed è aumentata la tendenza a rinviare le nomine; più del 50% non ha continuato il rapporto con almeno un dirigente. 1.b Donne ai vertici e la crisi 7 La crisi, che pur tocca le donne che lavorano e ai vertici, le vede comunque in progresso nonostante il calo dell’occupazione. Tra i dirigenti privati (v. Tabella 1), diminuiti tra il 2008 e il 2012 del 2,5%, le donne aumentano del 15,8%, mentre gli uomini calano del 5%. Inoltre, le donne erano il 12,2% del totale nel 2008 e sono salite al 14,5% nel 2012. Ancor meglio i risultati a livello di middle management. Tra i quadri, gradino appena sotto la dirigenza, ma già con funzioni direttive e di gestione di un certo peso, che crescono in assoluto del 10%, le donne aumentano, sempre tra il 2008 e il 2012, del 24,1%, mentre gli uomini solo del 5,4%. Le donne erano il 24,9% e sono oggi il 28,1%. Tra le dirigenti l’aumento è del 19,1% al Nord Ovest, del 9,3% al Nord Est, dell’11,1% al Centro, del 40,5% al Sud e il calo c’è solo nelle Isole (-13%), (v. tabella 1). A livello regionale si segnala l’aumento anche dove erano già ad un buon livello (Lombardia +20%, Piemonte +15%). Tabella 1 Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole Estero totale M 51.856 19.522 20.255 4.602 1.737 1.370 99.342 Italia: dirigenti del settore privato per sesso e area geografica (2008-2012) variazione numero e variazione % Numero 2012 Variazione numero Variazione % 2012/2008 2012/2008 F Tot. %F M F Tot. M F Tot. 9.617 61.473 15,6 -2.758 1.544 - 1.214 - 5,05 19,13 -1,94 2.210 21.732 10,2 -1.011 188 -823 -4,92 9,30 -3,65 4.061 24.316 16,7 -1.069 406 -663 -5,01 11,11 -2,65 618 5.220 11,8 -335 178 -157 -6,79 40,45 -2,92 275 2.012 13,7 -217 -41 -258 -11,11 -12,97 -11,37 72 1.442 5,0 168 28 196 13,98 63,64 15,73 16.853 116.195 14,5 -5.222 2.303 - 2.919 -4,99 15,83 -2,45 Fonte: elaborazione Manageritalia su dati Inps 6 Indagine 2013 GIDP, Dirigenti marzo 2014, ALDAI mensile dell’Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali. 7 Dati Manageritalia: rapporto donne 2014, “Società italiana: l’evoluzione rosa”, marzo 2014. © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 7 2. Gender pay gap 2.a Divario salariale tra uomini e donne Il divario salariale tra donne e uomini riflette le discriminazioni e le disuguaglianze sul mercato del lavoro che, nella pratica, colpiscono ancora e soprattutto le donne. In tutti i settori dell’economia le donne guadagnano in media circa il 16% degli uomini nei paesi dell’Unione Europea. Il divario retributivo di genere varia in tutta Europa. E’ al di sotto del 10% in Slovenia, Malta, Polonia, Italia, Lusssemburgo e Romania, ma più ampio del 20% in Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Austria ed Estonia. Anche se il divario retributivo di genere globale si è ridotto nel decennio, in alcuni paesi si sta allargando (Ungheria, Portogallo) 8. Gender pay gap UE 25 22,4 % 20 14,8 % 17,8 % 15 10 19,1% 6,7% 5 0 italia francia germania spagna regno unito 8 http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/gender_pay_gap/140319_gpg_en.pdf European commission tackling the gender pay gap in the European Union - dati Eurostat 2012. La dimensione del divario retributivo tra i sessi per attività economica si differenzia fortemente tra gli Stati membri. L’analisi dei differenziali retributivi di genere rivela che quasi in tutti gli Stati membri della UE, il divario retributivo di genere nelle attività finanziarie e assicurative è in misura sostanziale superiore a quello dell’economia nel suo complesso aziendale e in altri settori, con il divario più basso (20,6%) registrato in Slovenia. Il divario di retribuzione più alto nel settore finanziario e assicurativo è stato registrato in Estonia (44,9%) e Repubblica Ceca (44,8%). In relazione all’economia aziendale il divario retributivo di genere più alto è stato registrato in Estonia (28,9%) e il più basso in Slovenia (7,0%). L’Estonia (32,7%) ha registrato il divario più alto di retribuzione all’interno dell’industria manifatturiera, mentre la Svezia (7,3%) il più basso. Nel settore delle costruzioni undici Stati membri hanno registrato divari retributivi negativi. I divari più bassi (-20%) si sono osservati in Romania e Slovenia, mentre il più alto (19,5%) è stato registrato in Estonia. Tabella 2: The unadjusted gender pay gap by economic activity, %, 2012 Fonte: Eurostat (earn_gr_gpgr2) Nel 2012, la maggior parte dei paesi della UE ha registrato un elevato differenziale retributivo di genere nel settore privato rispetto al settore pubblico. D'altra parte, l'opposto è stato osservato nei paesi della UE: Bulgaria, Lettonia, Ungheria. I Paesi Bassi hanno registrato quasi lo stesso livello di divario retributivo sia per il pubblico (17,2%) e il settore privato (17,4%). © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 9 La differenza più alta tra il pubblico e il settore privato per lo stesso paese è stata registrata a Cipro, dove il divario di retribuzione varia di un fattore di 24 punti percentuali. In Ungheria è registrato il divario retributivo più alto all'interno del settore pubblico (24,4%) e in Belgio è stato osservato un divario retributivo negativo del 3%. Il Portogallo esprime il divario retributivo più alto (29,4%) nel settore privato, mentre il divario retributivo più basso (8,9%) è stato registrato in Slovenia 9. Tabella 3: The unadjusted gender pay gap by economic control, %, 2012 Fonte: Eurostat (earn_gr_gpgr2) 9 http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/Gender_pay_gap_statistics. Dati Eurostat. Gender pay gap statistics . Data from February 2014. Most recent data: Further Eurostat information, Main tables and Database 2.b Divario salariale dei manager italiani Secondo i dati OCSE aggiornati al 2011, lo stipendio medio dei manager senior nella Pubblica Amministrazione in Italia è di 650 mila dollari, al secondo posto ci sono i neozelandesi con 397 mila dollari: oltre 250 mila in meno degli italiani. Un divario che cresce ancora se si guarda la media dei Paesi Ocse: 232mila dollari annui, quasi tre volte meno degli italiani. Per quanto riguarda l’Europa in Francia, un dirigente dello stesso livello guadagna in media 260 mila dollari l’anno, in Germania 231 mila e in Gran Bretagna 348 mila. Negli Stati Uniti, la retribuzione media è di 275 mila dollari . Nel complesso, in Italia i manager con il grado di "senior" percepiscono uno stipendio del 32% superiore rispetto ai colleghi con il grado di "middle" 10 In Norvegia e Finlandia, la media oscilla attorno ai 200 mila dollari. Dal rapporto tra gli stipendi dei dirigenti pubblici con quelli di colleghi contrattualizzati da società non statali emerge che, a parità di competenze, un senior manager in forza all'amministrazione pubblica percepisce uno stipendio pari a 3,4 volte quello di un omologo che lavora in un'azienda privata. In Italia: 7 volte tanto. 11 650 600,00 500,00 400,00 300,00 200,00 232 176 italy 126 oecd 100,00 0,00 middle managers senior managers Fonte: Ocse (valori espressi in migliaia di euro) 10 STIPENDI Manager - Rapporto «Government at a Glance 2013» che analizza i dati delle amministrazioni dei 34 paesi aderenti all’Ocse. I dati sono riferiti all’anno 2011 http://www.oecd.org/gov/GAAG2013_CFS_ITA.pdf 11 Il Sole 24ore. Dati Ocse. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-14/ocse-italia-manager-pa-sono-pagati-trevolte-piu-media-stipendi-650mila-dollari-usa-131935.shtml?uuid=AB0BD6 3. Donne al vertice 3.a Le donne al vertice dell’impresa: top manager e dirigenti 12 Il quadro che emerge dai dati 13 conferma la bassa presenza di donne nei ruoli di vertice delle imprese italiane, anche se la dinamica esprime un aumento del loro peso tra gli occupati in generale ed anche in posizione di vertice. Le donne ampliano il loro peso nelle decisioni d’acquisto. Restano “regine” degli acquisti alimentari (72% nel 2013) ed aumentano il loro peso come responsabili d’acquisto di ambiti prima quasi solo maschili: elettrodomestici (52% nel 2013 dal 47% del 2009), mobili (57% nel 2013, 27% nel 2000), cultura/intrattenimento (49% nel 2013, 25% nel 2009)14 Le statistiche evidenziano una correlazione positiva tra presenza femminile nel board e quella di donne tra i dirigenti delle imprese. La presenza di donne tra i top executive è più diffusa nelle società di minore dimensione, attestandosi al 10,25% tra le imprese con ricavi inferiori a 50 milioni di euro, scendendo al 6,9% tra quelle con fatturato compreso tra 50-200 milioni di euro e solo il 3,7% tra società di maggiore dimensione. Il settore dei servizi non finanziari è quello in cui è più frequente una donna a capo d’impresa, seguito dalle società immobiliari e dal sistema moda. Viceversa, con solo il 3,3% dei capi donna, il ramo dei servizi finanziari è quello con la minore presenza femminile. Le donne top executive sono mediamente più giovani dei loro colleghi uomini: il 19,3% ha meno di 45 anni (percentuale che scende al 13,4% per gli uomini). Quasi le metà ha meno di 55 anni. Il peso femminile tra i dirigenti è superiore rispetto a quello calcolato tra gli amministratori e tra i top executive: sono donne 3.346 dei 21 mila dirigenti censiti da Manageritalia, per una percentuale pari al 15,9% che cresce al 16,3% se tra i dirigenti si escludono quelli che siedono anche nel Cda.15 12 Il Rapporto MANAGERITALIA 2012 – realizzato impiegando il patrimonio di informazioni di Cerved Group sugli organi amministrativi delle società e di Manageritalia (Federazione nazionale manager del terziario privato) sui dirigenti delle imprese dei servizi – affronta il tema del peso femminile nelle posizioni di vertice delle aziende italiane, distinguendo tra amministratori, AD (o, più in generale, tra i ‘capi’) e dirigenti. I dati Manageritalia sono relativi a circa 21 mila dirigenti (in carica al momento dell’analisi) in oltre 8 mila società. Poco meno di un quarto delle società (con un bilancio valido) ha fatturato meno di 2 milioni di euro, il 32% ha realizzato ricavi compresi tra 2 e 10 milioni di euro, il 29% tra 10 e 50 milioni, il 10% tra 50 e 200 milioni e il restante 4,3% ha superato la soglia dei 200 milioni di euro. Se si considerano le società con ricavi oltre i 10 milioni di euro, il campione di Manageritalia rappresenta più del 12% delle società italiane, con una maggiore rappresentanza di quelle del terziario, tra cui spicca un’alta copertura nel ramo dei servizi finanziari e assicurativi, dei servizi non finanziari, della distribuzione http://donne.manageritalia.it/wpcontent/uploads/2012/07/indagine.pdf 13 Manageritalia: rapporto donne 2014 , “Società italiana: http://donne.manageritalia.it/wp-content/uploads/2012/07/indagine.pdf 14 l’evoluzione rosa”, marzo 2014 Ibid. 15 Ricerca Cerved Group - Mangeritalia : Le donne al vertice delle imprese: amministratori, top manager e dirigenti , maggio 2012. https://www.cervedgroup.com/documents/10156/15883/DonneAlVerticeDelleImprese.pdf. © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 12 La maggior parte delle imprese considerate dai dati di riferimento (il 59% di quelle con almeno due dirigenti) non ha nemmeno una donna tra i propri executive, anche se la percentuale scende al di sotto del 50% tra le società con ricavi oltre 50 milioni di euro di fatturato. Sono poco meno di un quarto le imprese in cui le dirigenti pesano oltre il 30% e solo il 5,8% quelle in cui il management è costituito da una maggioranza di donne. Si nota una correlazione positiva: al crescere del peso femminile nel board, aumenta anche la presenza di imprese in cui tra i dirigenti c’è almeno una donna, in cui le donne sono più del 30% dei dirigenti o in cui sono in maggioranza. Per capire il possibile impatto delle nuove norme, i dati hanno focalizzato l’attenzione sul genere dei dirigenti assunti in imprese in cui è aumentato il peso di donne nei board: la percentuale femminile tra gli assunti di queste imprese si attesta al 20,9%, crescendo a circa un quarto in quelle aziende in cui il peso femminile oltre ad essere aumentato ha superato il 30%. Le dirigenti donne sono più istruite e nettamente più giovani dei loro colleghi uomini. Tuttavia anche tra i dirigenti più giovani, una situazione di parità uomo-donna è ben lontana: il peso femminile tocca un massimo del 22% tra gli executive under-35 e una percentuale del 19% tra quelli nella fascia d’eta 35-44 anni, per poi scendere nelle fasce di età superiori, fino all’8,7% tra gli over-65. La presenza di donne nelle posizioni di vertice delle Imprese di Manageritalia 18,00% 16,00% 14,00% 14,50% 16,20% 15,80% 12,40% 12,00% 10,00% 16,30% 15,90% 12,10% 10,80% imprese manageritalia 9,30% 7,80% 8,00% imprese manageritalia>10 mil. Euro 6,00% universo societa' > 10 mil.euro 4,00% 2,00% 0% 0,00% amministratori capi dirigenti 0% dirigenti non nei board Fonte: dati Cerved Group – Manageritalia maggio 2012, dati espressi in milioni di euro La presenza femminile si concentra in alcuni ruoli: nel campo della comunicazione (il 40% degli executive sono donne), nelle risorse umane (il 34,9%) e negli affari legali (il 25,6%). Maggiori della media anche le percentuali calcolate nell’amministrazione e finanza (22,7%), nel marketing (21,4%) e nella consulenza, mentre la quota femminile risulta particolarmente bassa nelle mansioni tecniche (solo il 7% in tecnica, produzione e qualità e solo il 7,4% nei sistemi informativi), nella logistica (7,8%) e tra i venditori (8,1% nelle vendite e 9,3% nel commerciale). © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 13 Imprese con a capo una donna per settore dell’Impresa. (Societa’ con fatturato oltre 10 milioni di euro in tutto il periodo) 3,3% servizi finanziari e ass. sistema casa meccanica carburanti,energia distribuzione chimica prodotti intermed mezzi di trasporto sistema moda servizi non finanziari 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 7,1% 7,2% 7,6% 7,8% 8,5% 8,7% 9,0% 9,5% 9,7% 9,7% 10,3% 10,3% 10,8% 11,0% 11,3% 12,7% 13,5% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 14,0% 16,0% Fonte: Cerved Group – Manageritalia maggio 2012 Presenza di donne tra i dirigenti per funzione ricoperta (percentuale rispetto al totale dei dirigenti attivi in quel ruolo) 45,00% 40,10% 40,00% 34,90% 35,00% 25,60% 30,00% 22,70% 25,00% 21,40% 20,00% 9,30% 17,30% 10,90% 15,00% 7,80% 8,10% 10,00% 14,60% 7,40% 5,00% 0,00% Fonte: Cerved Group – Manageritalia maggio 2012 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 14 Il peso delle donne tra i dirigenti per ruolo e sesso del capo 16 (percentuale di donne per ruolo dei dirigenti e sesso del capo) 35,00% 31,70% 28,00% 30,00% 25,00% 20,00% 15,00% 10,00% 5,00% 0,00% 25,10% 22,30% 17,30% 12,50% 11,00% 11,00% 9,10% 8,40% 7,40% 7,70% capo donna capo uomo Fonte: Cerved Group – Manageritalia , maggio 2012 Età delle donne manager Nel ricambio generazionale in atto nel mondo del lavoro e ancor più nelle posizioni di vertice, le donne che escono sono pochissime, mentre aumentano tra i nuovi entranti. Tra i dirigenti , infatti, nelle fasce d’età più giovani le donne hanno già oggi un peso vicino o superiore al 25% (2529enni 23,6%; 30-34enni 26,9%). Eta’ totale uomo Italia: Dirigenti privati per sesso e età (2012) donna totale uomo donna Totale dirigenti numero numero numero % % % % 20-24 17 10 7 0,01 0,01 0,04 100,00 25-29 229 175 54 0,20 0,18 0,32 100,00 30-34 2.293 1.667 616 1,97 1,68 3,66 100,00 35-39 9.080 6.951 2.129 7,81 7,00 12,63 100,00 40-44 21.740 17.757 3.983 18,71 17,87 23,63 100,00 45-49 27.449 23.394 4.055 23,62 23,55 24,06 100,00 50-54 26.252 22.961 3.291 22,59 23,11 19,53 100,00 55-59 20.827 18.666 2.161 17,92 18,79 12,82 100,00 60-64 7.258 6.770 488 6,25 6,81 2,90 100,00 > 65 1.050 981 69 0,90 0,99 0,41 100,00 Totale 116.195 99.342 16.853 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: elaborazione Manageritalia su dati Inps (Rapporto donne 2014 – Societa’ italiana.l’evoluzione rosa) uomo % 58,82 76,42 73,14 76,55 81,68 85,23 87,46 89,62 93,28 93,43 85,50 donna % 41,18 23,58 26,86 23,45 18,32 14,77 12,54 10,38 6,72 6,57 14,50 16 https://www.cervedgroup.com/documents/10156/15883/DonneAlVerticeDelleImprese.pdf © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 15 3.b Formazione delle donne In Italia come nel resto del mondo le donne hanno un tasso di formazione universitaria maggiore degli uomini. In Italia nel 2004 tra i 30-34enni era laureato il 13% degli uomini e il 18,4% delle donne, con un differenziale a favore femminile del 5,4%. A distanza di otto anni, nel 2012, i laureati in quella fascia di età sono il 17,2% degli uomini e il 26,3% delle donne, con un differenziale che si ampia al 9,1%.17 Popolazione 30-34 anni che ha conseguito un titolo di studio universitario in Italia Anni 2004-2012 (valori percentuali) % totale 2004 15,6 totale % uomini 2012 21,7 2004 13,0 2012 17,2 % donne 2004 18,4 Differenza % uomo donna 2004 2012 -5,4 -9,1 2012 26,3 2004/2012 2004 32,3 2012 43,0 Fonte: elaborazioni AstraRicerche per Manageritalia su dati Istat. Rilevazione sulle forze di lavoro. Lo scenario europeo vede le giovani (30-34enni) donne laureate superare i maschi. L’Italia si posiziona (UE27) all’ultimo posto per tasso di formazione universitaria tra gli uomini e al terzultimo tra le donne. In Italia sono laureati il 21,7% delle donne e il 17,2% degli uomini, mentre la media europea è di 35,8% per le prime e del 31,6% dei secondi. Un gap rilevante che rischia di deprimere sempre più la nostra competitività economica, ma anche sociale.18 Popolazione 30-34 anni che ha conseguito un titolo di studio universitario nei Paesi UE Anno 2012 (valori percentuali) Paesi Quota di 30-34enni con istruzione universitaria Totale uomini 51 ,1 44,0 1) Irlanda 6) Regno Unito 9) Francia 12) Spagna 17) Germania 27) Italia Ue27 47,1 3,6 40 ,1 31,9 21,7 35,8 44,0 8,5 35,0 31,0 17,2 31,6 Differenza uomo donna Ratio rapporto donna uomo Ranking Classifica uomini Ranking Classifica donne donne 57,9 -13,9 1,3 2 1 50,2 8,6 45,3 32,9 26,3 40,0 -6,2 -10,1 -10,3 -1,9 -9,1 -8,4 1,1 1,3 1,3 1,1 1,5 1,3 2 8 11 14 27 9 12 15 20 25 Fonte: Elaborazioni Manageritalia su dati Eurostat 17 Dati Manageritalia :rapporto donne 2014, “Società italiana: l’evoluzione rosa”, marzo 2014. http://donne.manageritalia.it/wp-content/uploads/2014/03/Rapporto-donne-Manageritalia-2014.pdf 18 Ibid. © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 16 3.c Donne dirigenti nella Pubblica Amministrazione Nel 2013 i dati inerenti all’oggetto di indagine delle amministrazioni pubbliche e delle carriere pubbliche a livello centrale, evidenziano la scarsa presenza femminile nei ruoli apicali già riscontrata nel 2012.19 I dati aggregati della dirigenza generale e apicale della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri evidenziano che, su un totale di 360 dirigenti generali, le donne sono 138 (il 38%), mentre delle 44 posizioni dirigenziali apicali 13 sono ricoperte da donne (il 30%), registrando un incremento rispetto alla percentuale del 2012 (le donne dirigenti generali si attestavano intorno al 36% e le donne della dirigenza apicale intorno al 23%). La percentuale di donne nei ruoli apicali rimane bassa in molti Ministeri ed è donna soltanto un segretario generale (massima posizione amministrativa apicale), presso il Ministero dei Beni Culturali. Al contrario, ci si avvicina significativamente alla soglia del 40% di donne in ruoli apicali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e si raggiunge la soglia di parità del 50% al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Presidenza del Consiglio dei Ministri.20 I dati sono riferiti sia a dirigenti di ruolo che dirigenti esterni e in comando, facenti capo al Segretariato generale della PCM e ai Ministri portafoglio. Le rilevazioni riflettono una presenza femminile significativa, sia nella dirigenza apicale, sia in quella generale, sebbene in leggero calo rispetto ai dati registrati nel 2012 (rispettivamente, il 36% contro il 39% del 2012 e il 39% contro il 43% del 2012). Una novità di rilevo è la presenza di una donna tra i tre Vice Segretari Generale, nominata nel 2013. 19 I dati del rapporto di Rete Armida, come rappresentato nella ricerca sono riferiti all’anno 2013, sono stati per lo più ricavati dai siti internet delle pubbliche amministrazioni; in alcuni casi sono stati forniti dagli uffici del personale o dai comitati pari opportunità delle istituzioni di riferimento. Sono stati considerati i dati più recenti disponibili. Il focus dell'analisi non è sulla presenza femminile tout court nelle amministrazioni pubbliche centrali, ma sulle posizioni “direttive” (comprese quelle “apicali”) e, in alcuni casi, su quelle semidirettive. Si tratta di posizioni alle quali non si accede sulla base di procedure assistite da garanzie meritocratiche come l’anonimato delle prove (ad es. concorso pubblico o selezione interna), bensì in virtù di meccanismi di nomina e cooptazione (nomina da parte dei vertici politici amministrativi dell’ente, ovvero da parte di ” pari”). www.rete-armida.it 20 Elaborazione dati Rete Armida sui dati raccolti dai siti internet e da Uffici della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri http://www.esteri.it/MAE/doc/cug/ArmidaRapportodonneaiverticisettorepubblico_ok.pdf Agenzie e enti di ricerca vigilati dal MIUR. 21 La presenza femminile nella dirigenza generale delle Agenzie varia dalla percentuale del 19% nell’Agenzia del Demanio a quella del 10% nell’Agenzia delle Entrate, di recente accorpata con l’Agenzia del Territorio. Negli enti di ricerca vigilati dal MIUR sono stati presi in considerazione i Presidenti, i Consiglieri di amministrazione, i direttori generali e il collegio dei revisori. In nessuno dei 12 a cui fanno riferimento i dati il Presidente o il Direttore generale è una donna. Vi è un unico Vicepresidente donna presso l’Istituto nazionale di alta matematica. Fonte: Ricerca Armida 21 Ricerca ARMIDA. Dati Consiglio Presidenza riferiti a dicembre 2013. Fonte : ricerca Armida Legenda: SZAD - Stazione Zoologica Anton Dohrn MSFCSR - Museo Storico Della Fisica E Centro Di Studi E Ricerche “E. Fermi” CRST - Consorzio Per L’area Di Ricerca Scientifica E Tecnologica Di Trieste IISG - Istituto Italiano Di Studi Germanici OGS - Istituto Nazionale Di Oceanografia E Di Geofisica Sperimentale INGV - Istituto Nazionale Di Geofisica E Vulcanologia INFN - Istituto Nazionale Di Fisica Nucleare INA - Istituto Nazionale Di Astrofisica INAM - Istituto Nazionale Di Alta Matematica ASI - Agenzia Spaziale Italiana INRIM – Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche Magistratura ordinaria. I magistrati ordinari in servizio sono 9.133, di cui il 48% sono donne. Negli uffici giudicanti le donne magistrato sfiorano la perfetta parità: sono il 49,9%, ma la situazione cambia radicalmente quando si considerano gli incarichi direttivi e semidirettivi. Tra i semidirettivi giudicanti le donne sono il 28 per cento e tra i direttivi soltanto il 17 per cento. La situazione non migliora negli uffici requirenti, dove le donne complessivamente sono meno presenti (il 39% del totale) e le percentuali di quelle che ricoprono incarichi semidirettivi e direttivi è rispettivamente del 14% e dell’11%. Nessuna donna è procuratore generale in una Corte d'appello. Fonte: sito del CSM – Ricerca Armida Magistratura amministrativa 22 I magistrati amministrativi nel Plesso della magistratura amministrativa sono 428, di cui 82 donne (il 19% del totale). Le donne magistrato di T.A.R. sono il 23% (72) su un totale di 313, mentre le donne Consigliere di Stato sono 10 (il 9%del totale). Nessuna donna è Presidente di un T.A.R. o Presidente, Presidente aggiunto o di sezione del Consiglio di Stato. Solo 5 donne con qualifica di Consigliere di T.A.R. hanno incarichi semidirettivi (Presidente di sezione interna staccata di T.A.R.). Nessuna donna è Presidente o Presidente aggiunto del Consiglio di Stato. 22 Fonte: Ricerca ARMIDA. Dati Consiglio Presidenza riferiti a dicembre 2013. Magistratura contabile.23 I magistrati contabili in servizio sono 453, di cui 138 donne (circa il 30%) . La presenza femminile in posizione direttiva è in lieve aumento rispetto al 2012 (16,48% donne rispetto all’11%). Carriera diplomatica.24 Ai vertici della carriera diplomatica su 923 diplomatici di carriera, le donne sono soltanto 178 e tra queste le donne ambasciatore sono solo 2, a fronte di 29 ambasciatori di sesso maschile. Le donne ambasciatore sono meno del 7% . Carriera prefettizia.25 Appartengono alla carriera prefettizia 1.275 unità di personale. Nel complesso le donne sono più della metà (707 contro 568 uomini); le percentuali sono simili nel 23 Ricerca Armida. Fonte dati CPO Magistratura contabile aggiornati al 23 dicembre 2013. Ricerca Armida. Fonte: dati Ministero Affari Esteri, 31 dicembre 2013. 25 Ricerca Armida. Fonte: Ministero dell’Interno, dati riferiti all’11 dicembre 2013. 24 grado di viceprefetto e viceprefetto aggiunto (le donne sono mediamente il 58% del totale). Le donne titolari di prefettura sono 34, su un totale di 97, e rappresentano circa il 35%.26 Assemblee parlamentari.27 Nella carriera dei Consiglieri la presenza di donne è pari a circa il 38% del totale presso la Camera dei Deputati (dati al 31 ottobre 2013). Alla Camera dei deputati sia il Segretario Generale che i 2 vicesegretari generali sono uomini. Le posizioni direttive di capo servizio e quelle di capo ufficio della segreteria generale o di titolare di incarichi individuali sono 30 e le donne sono soltanto 4 (circa il 13% del totale). Anche l’incarico di Capo di segreteria della Presidente è affidato ad un uomo. Al Senato, il dato relativo all'anno 2013 mostra la maggiorparte dei ruoli direttivi assegnati agli uomini, con un solo incarico direttivo assegnato a una Consigliere donna: erano 2 su un totale di 18 nel 2010 e 3 su 21 nel 2006 e nel 2008. Il Segretario Generale, organo di vertice dell'amministrazione, è donna, mentre i Vice Segretari generali sono stati sinora ricoperti da soli uomini. 26 Ricerca Armida Fonte: Ministero dell’interno, dati riferiti all’11 dicembre 2013 Nell’elaborazione dei dati relativi ai titolari di prefetture non sono ricompresi i nuovi prefetti nominati dal Consiglio dei Ministri il 17 dicembre 2013. 27 Ricerca Armida. Fonte: dati siti istituzionali delle Camere aggiornati a dicembre 2013. Banca d’Italia. 28 Nel direttorio della Banca d’Italia la presenza femminile si attesta al 20% (una donna è Vicedirettore Generale), tra i dirigenti apicali dell’amministrazione centrale (funzionari generali, condirettori centrali e direttori superiori) le donne sono l’11%. Tra i dirigenti, le donne a fine 2012 erano il 23%, in crescita dal 15% di fine 2002. Autority e Commissioni indipendenti. Tra i componenti degli organi deliberanti delle autorità e delle commissioni indipendenti, includendo anche la CIVIT (ancora l’unico organismo al cui vertice troviamo un Presidente donna), si evidenziano solo 7 donne su un totale di 37 membri.. Sono ancora quattro le autorità che non hanno alcuna presenza femminile nel board: Consob, AGCM, AGCOM e Autorità di vigilanza dei contratti pubblici. 28 Ricerca Armida Universita’.29 I dati relativi alla composizione di genere dei docenti universitari evidenziano come l’accesso e la carriera siano più difficoltosi per le donne che per gli uomini. Per le donne l’avanzamento di carriera sembra piu’ più lento e difficile rispetto agli uomini. Docenti Universitari divisi per fascia e per sesso (composizione %) Donne (2012) Uom ini (2012) 14,6 31,4 39,9 ord ord ass ass ric 58,3 27,1 ric 28,7 Fonte: Miur – Ricerca Armida 29 Dati Ricerca Armida 2013. © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 24 3.d Donne ai vertici nelle amministrazioni comunali italiane Nel 2013, rispetto agli Enti comunali, si è registrato un aumento della presenza femminile in tutte le cariche del consiglio.30 L’incidenza delle donne sul totale del numero degli amministratori è pari al 21,5%. I dati confermano un’evidente segregazione verticale della presenza femminile nelle Amministrazioni: le donne registrano una presenza maggioritaria tra le cariche inferiori (Assessore e Consigliere), mentre incontrano difficoltà a rompere il cosiddetto “soffitto di cristallo” e raggiungere posizioni apicali. Tra i sindaci, infatti, le donne rappresentano solo l’11,8%. La categoria dove l’incidenza femminile all’interno della singola carica maggiore è quella delle donne Assessore (23,7%), ma se accorpiamo le cariche di Presidente del Consiglio e Consigliere, è in tale categoria che si registra la quota maggiore (38,1%). Ripartizione per carica – incidenza sul totale degli Amministratori per singola carica donne uomini Carica Totale Numero Sindaco % Numero % 11,8 6.814 88,2 7.723 1.065 18,3 6.042 23,7 157 16,1 16.936 22,0 Totale 25.109 21,5 Fonte: elaborazioni Cittalia su dati Ministero dell’Interno. 4.760 19.423 818 60.105 91.920 81,7 76,3 83,9 78,0 78,5 5.582 25.465 975 77.041 117.029 Vicesindaco Assessore Presidente Consiglio Consigliere 909 Relativamente ai dati del 2013, all’interno della componente femminile il 67,4% è Consigliera, il 24,1% Assessora, il 4,2% è Vicesindaca, il 3,6% è Sindaca e lo 0,6% è Presidente del Consiglio comunale. Le percentuali tra gli uomini, invece, rilevano una incidenza maggiore di sindaci (7,4%) e vicesindaci (5,2%) sul totale di genere rispetto a quanto avviene fra le donne. Riguardo alla distribuzione territoriale, la rappresentanza femminile è maggiore al nord, dove raggiunge oltre il 23% (23,4% al nord ovest e 23,9% al nord est), mentre scende al 21,7% al centro e al 17,4% al sud e nelle isole. Incrociando i dati sulla ripartizione geografica e sulla carica, al nord troviamo una percentuale maggiore di Amministratrici che rivestono cariche più elevate. Lo scarto più consistente tra nord e centro-sud si rileva infatti nelle cariche di Sindaco (il 70,8% delle donne che rivestono tale carica risiede al nord) e Vicesindaco (il 68,5% a nord). Nel caso di Assessore e Consigliere, invece, le percentuali sono più equilibrate, e pur permanendo una prevalenza al nord ovest, i valori del nord est e del sud e delle isole si avvicinano molto. Il centro invece presenta percentuali più basse, spiegabili con una minor presenza di Comuni e, di conseguenza, di Amministratori sul territorio. 30 Dati elaborati da Cittalia, Fondazione ANCI Ricerche, sulla base della banca dati del Ministero dell’Interno, archivio di 7.819 Amministrazioni comunali censiste (il 96,6 % del totale) cui corrispondono informazioni su 117.029 Amministrazioni locali. “La rappresentanza di genere nelle amministrazioni comunali italiane” http://www.anci.it/Contenuti/Allegati/Dossier%20La%20rappresentanza%20di%20genere%20nelle%20amministrazion i%20comunali%20italiane.pdf 25 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 25 Interessante è tuttavia il dato relativo alle Presidenti del Consiglio comunale, che presentano percentuali decisamente maggiori nel sud e nelle isole. Ripartizione geografica e carica - Donne (valori percentuali) Ripartizione Consigliere Sindaco Vicesindaco Assessore Geografica 48,2 45,9 37,3 22,9 Nord Ovest 22,6 22,6 22,4 21,0 Nord Est 10,5 9,7 14,4 10,2 Centro 18,8 21,8 26,0 45,9 2 Sud e Isole Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Cittalia su dati Ministero dell’Interno Presidente Consiglio 40,5 22,3 13,3 3,8 100,0 Le più giovani tendenzialmente iniziano la propria carriera come Consigliere e Presidenti di Consiglio. L’opportunità di rivestire la carica di Sindaco o di Vicesindaco tra le trentenni è poco più che nulla. La maggioranza delle Assessore, delle Consigliere e delle Presidenti di Consiglio ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni, mentre alla posizione apicale di Sindaco generalmente si arriva tra i 46 e i 55 anni. Classi d’età e carica – Donne (valori percentuali) Vicesindaco Assessore Presidente Consiglio 0,0 0,0 0,1 0,0 18‐21 0,1 0,4 1,2 1,9 22‐25 0,8 3,3 7,5 10,3 26‐30 5,1 8,6 14,1 13,5 31‐35 24,7 28,0 30,4 31,0 36‐45 37,6 31,1 27,0 26,5 46‐55 oltre55 31,7 28,7 19,7 16,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Cittalia su dati Ministero dell’Interno Classi di età Sindaco © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE Consigliere 0,4 3,5 11,4 14,0 28,3 24,8 17,6 100,0 26 3.e La presenza femminile negli organi di Governo delle CCIAA A maggio 2013 risultano risiedere nei Consigli delle Camere di Commercio 280 donne, per una incidenza sul totale dei consiglieri del 10,2 %; di queste solo 54 hanno avuto accesso al ruolo di membro di giunta, portando la presenza femminile in quello che rappresenta il vero e proprio organo di governo camerale al 6,5 %. Tra i 103 presidenti di Camera di Commercio non vi è alcuna donna 31. L’11,7 % delle Camere di Commercio ha un consiglio composto di soli uomini, mentre la maggioranza (50,5 %) ha una quota di donne compresa tra l’1% e il 10%. Quanto alla composizione delle giunte camerali: nel 57,8% dei casi queste sono interamente maschili, nel 26,5% vi è una presenza femminile tra l’1% e il 15% e solo nel 15,6% si supera il 15%. Quindi anche nei nuovi consigli camerali i ruoli di vertice restano sostanzialmente preclusi alle donne: mediamente tra i membri della giunta solo il 12,8% sono donne. Presenza delle donne negli organi di governo nelle Camere di Commercio, maggio 2013 12 10 10,2 8 6,5 6 4 3 2 0 0 Consiglieri Membri di giunta Vice presidenti Presidenti Fonte: elaborazione Censis-Terziario donna Confcommercio su dati Camere di commercio 31 Rapporto Confcommercio-Censis, “Donne sul ponte di comando”, 22 maggio 2013. Sono state analizzati tutti i consigli e le giunte delle Camere di commercio italiane, con la sola esclusione di Catania ed Enna. Per i consigli in corso di rinnovo è stato fatto riferimento alla composizione dei vecchi organi. http://www.confcommercio.it/documents/10180/3971580/Ricerca+Censis-Terziario+Donna+integrale.pdf/91c503abb1e4-4231-9704-ee4fdc8b49b6 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 27 4. Un confronto con l’Europa 32 I dati europei mostrano una realtà ben lontana dal raggiungimento della pari opportunità di genere. Le posizioni di vertice di ogni area del potere politico, delle Pubbliche amministrazioni, dell’economia e della finanza sono occupate quasi esclusivamente da uomini. Al secondo livello, quello delle cariche operative, la presenza del donne, in genere, non supera il 10%-20%. Sole eccezioni: nelle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) degli Stati presi in considerazione dai dati Eurostat, la presenza femminile supera il 30,5 %. Salvo in Italia, dove le donne occupano una posizione marginale. 4.a Istituzioni Parlamento Europeo Totale Donne (%) Uomini (%) 74 96 54 73 73 Francia Germania Spagna Regno Unito Italia 42 36 41 41 40 58 64 59 59 60 Dati raccolti dal 23/07/2014 al 24/07/2014 Parlamenti Nazionali (membri) Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Totale 574 631 350 649 630 Donne (%) Uomini (%) 26 74 36 64 40 60 23 77 31 69 Dati raccolti dal 07/05/2014 al 14/05/2014 Assemblee Regionali N ° Assemblee Regionali con dati rilevati Francia Germania Spagna Regno Unito Italia 26 16 17 4 22 Presidenti di Assemblea Donne (%) Uomini (%) 8 31 29 50 14 Membri di Assemblea Donne (%) 92 69 71 50 86 Uomini (%) 49 32 42 31 16 51 68 58 69 84 Dati raccolti dal 14/10/2013 al 22/11/2013; Basilicata (IT) 2-26/02/2014 e Sardegna (IT) 13/05/2014. 32 Dati tratti da Justice European Commission, riferiti all’anno 2013 e 2014 http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/gender-decision-making/database/index_en.htm © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 28 Consigli Comunali / Municipali Sindaco Totale Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Donne (%) Membri del Consiglio Uomini (%) Totale Donne (%) Uomini (%) 36,646 14 86 519,417 35 65 435 8 92 24,278 26 74 8,078 17 83 59,136 35 65 1.072 23 77 20,546 30 70 877,708 11 89 97,383 21 79 Dati raccolti dal 15/03/2013 al 03/07/2013 Governi Nazionali (President, Prime Minister, Senior Ministers) Totale U Prime Minister U U President Francia Germania Spagna Regno Unito Italia 31 Donne (%) 48 Uomini (%) 52 D 16 38 62 - U 14 36 64 - U 22 14 86 U U 17 47 53 D = donna; U = uomo. Dati raccolti dal 30/04/2014 al 09/05/2014. Giunte Regionali Francia Germania Spagna Regno Unito Italia N ° Giunte Regionali con dati rilevati 26 Presidenti di Giunta Donne (%) Membri di Giunta Uomini (%) Donne (%) Uomini (%) 8 92 44 56 16 25 75 37 63 17 29 71 35 65 4 0 100 30 70 22 9 91 29 71 Dati raccolti dal 14/10/2013 al 22/11/2013 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 29 4.b Politica Leader di partiti politici maggiori (> 5% dei seggi in un ramo del Parlamento) Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Leader di Partito (Segretario) Numero Donne Uomini (%) Leader (%) 4 0 100 Numero Donne 1 Vice Segretario Numero Donne (%) Uomini 2 33 Uomini (%) 67 8 38 62 5 5 50 50 2 0 100 1 1 50 50 3 0 100 1 3 25 75 6 0 100 0 6 0 100 Dati raccolti dal 20/03/2013 al 23/04/2013 Ministeri e Pubbliche Amministrazioni Centrali Francia Germania Spagna Regno Unito Italia N° organismi con dati rilevati 22 Direttore Generale Vice Direttore Generale Donne (%) Uomini (%) Donne (%) Uomini (%) 21 79 29 71 15 25 75 19 81 13 35 65 31 69 19 14 86 32 68 22 26 74 32 68 Dati raccolti dal 01/08/2013 al 15/11/2013 Presidenti di Corti dei Conti Donne Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Uomini 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 Dati raccolti dal 21/08/2013 al 21/08/2013 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 30 4.c Giustizia Corte di Cassazione Donne % Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Uomini% 35 65 20 80 11 89 9 91 22 78 Dati raccolti dal 20/05/2013 al 21/08/2013 Presidente Corte Costituzionale Donne Uomini Francia Germania Spagna Regno Unito Italia 0 1 0 1 0 1 0 0 0 1 Dati raccolti dal 20/05/2013 al 21/08/2013 4.d Banca Centrale, Finanza, Impresa Banca Centrale Donne (%) Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Uomini (%) 18 82 17 83 20 80 6 94 6 94 Dati raccolti dal 15/03/2013 al 18/03/2013 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 31 Business Leaders 33 Totale Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Donne (%) Uomini (%) 800 36 64 969 33 77 1.133 36 64 985 34 66 557.023 35 65 Dati raccolti dal 11/11/2010 al 11/11/2010 Executives e Non-Executives 34 Numero imprese considerate Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Donne (%) CEO Uomini (%) Executives Donne Uomini (%) (%) Non-Executives Donne Uomini (%) (%) 35 0 100 11 89 31 69 30 0 100 7 93 18 82 33 3 97 9 91 17 83 45 2 98 13 87 26 74 37 0 100 7 93 17 83 Dati raccolti dal 11/10/2013 al 31/10/2013 Membri di Consigli di Amministrazione (Board Members) 35 N° imprese Donne (%) Uomini (%) Donne (%) Uomini (%) considerate Francia Germania Spagna Regno Unito Italia 35 9 91 30 70 30 3 97 21 79 33 6 94 15 85 45 0 100 21 79 37 0 100 15 85 Dati raccolti dal 11/10/2013 al 31/10/2013 33 Business Leaders di società e imprese non quotate anche di piccole e medie dimensioni (121 Directors and Chief Executives and 13 managers of small enterprises). Executives e non-executives delle più grandi società quotate in ciascun Paese, come identificate dalla Justice European Commission: “The “largest” company are taken to be the members (max 50) of the primary blue-chip index”. 35 Membri di Consigli di Amministrazione (Board Members) come identificati dalla Justice European Commission: “the companies covered are the largest publicly listed companies in each country. Publicly listed means that the shares of the company are traded on the stock exchange. The "largest" companies are taken to be the members (max.50) of the primary blue-chip index”. 34 © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 32 LINK Capitolo 1 http://www.corriere.it/economia/trovolavoro/14_gennaio_17/crisi-dimezza-managerc5684478-7f5b-11e3-aa77-33cce3d824e3.shtml http://www.milano.federmanager.it/anteprimaNewsHome.do?tipo=WEB&idArea=20100 7191212081295&idNews=201312271635166046 http://www.italialavoro.it/wps/wcm/connect/0bce7680472a2d7bb0bab767ce05ae21/Bind er1.pdf?MOD=AJPERES http://donne.manageritalia.it/wp-content/uploads/2014/03/Rapporto-donne-Manageritalia2014.pdf Capitolo 2 http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/gender_pay_gap/140319_gpg_en.pdf. http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/Gender_pay_gap_statistics http://www.oecd.org/gov/GAAG2013_CFS_ITA.pdf http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-14/ocse-italia-manager-pa-sono-pagatitre-volte-piu-media-stipendi-650mila-dollari-usa-131935.shtml?uuid=AB0BD6c Capitolo 3 http://donne.manageritalia.it/wp-content/uploads/2012/07/indagine.pdf https://www.cervedgroup.com/documents/10156/15883/DonneAlVerticeDelleImprese.pdf http://donne.manageritalia.it/wp-content/uploads/2014/03/Rapporto-donne-Manageritalia2014.pdf www.rete-armida.it http://www.esteri.it/MAE/doc/cug/ArmidaRapportodonneaiverticisettorepubblico_ok.pdf http://www.anci.it/Contenuti/Allegati/Dossier%20La%20rappresentanza%20di%20gener e%20nelle%20amministrazioni%20comunali%20italiane.pdf http://www.confcommercio.it/documents/10180/3971580/Ricerca+CensisTerziario+Donna+integrale.pdf/91c503ab-b1e4-4231-9704-ee4fdc8b49b6 Capitolo 4 http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/gender-decisionmaking/database/index_en.htm © Aspen Institute Italia | DONNE NEI RUOLI DI VERTICE 33
© Copyright 2024 ExpyDoc