Allegato 1 Le tappe della farmacovigilanza

Allegato 1
Le tappe della farmacovigilanza
Fine ´800: le prime attività di farmacosorveglianza
Storicamente la prima attività di farmacosorveglianza si può fare risalire alla costituzione
nel Regno Unito nel 1864 di una commissione che sollecitava i medici a “segnalare” le morti correlate all’anestesia, entrata nella pratica medica a partire dal 1846. L’iniziativa era
della rivista Lancet e faceva seguito al “segnale di allarme” determinato dalla morte, avvenuta in Inghilterra il 29 gennaio del 1848, di una ragazza di 15 anni, Hannah Greener,
dopo anestesia con cloroformio attuata per un intervento di onicocriptosi. I risultati della
sorveglianza furono poi pubblicati su Lancet nel 1893. Per molto tempo quell’esperienza rimase unica e poche le novità nel campo della sicurezza dei farmaci e della loro sorveglian za.
Metà ´900: il primo Council on Pharmacy and Chemistry
Negli Stati Uniti nel 1929 venne istituito il primo Council on Pharmacy and Chemistry
(CPC) dell’American Medical Association in seguito all’osservazione dei primi casi di ittero
da arsenico. Bisogna aspettare però il Federal Food, Drug and Cosmetic Act, emanato nel
1938 dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt, perché venga richiesto all’industria farmaceutica di dimostrare la sicurezza dei farmaci prima della loro immissione in
commercio. Questo importante atto regolatorio, adottato successivamente anche in altri
paesi, venne determinato da una delle più gravi tragedie della storia dei farmaci: la morte
negli Stati Uniti nel 1937 di 107 persone, prevalentemente bambini tra cui 76 neonati, a seguito dell’assunzione di un elisir antibatterico contenente sulfanilamide. Le morti erano
state provocate dalla presenza nell’elisir di dietilenglicole utilizzato come solvente. Il tragico episodio, oltre a portare alle citate modifiche regolatorie nello sviluppo dei farmaci,
mise in evidenza che anche gli eccipienti e i veicoli usati per le formulazioni farmaceutiche
possono essere fonte di gravi problemi.
1938: la prima segnalazione di danno da farmaco
Risale al 1938 anche la prima segnalazione di danno gastrointestinale da acido acetilsalicilico da parte di Dou-Thwaite, anche se bisogna aspettare il 1955 perché venga dimostrato
in modo irrefutabile, attraverso uno studio di coorte condotto da Muir e Cossar, la correlazione tra uso di acido acetilsalicilico e insorgenza di ulcera peptica.
1954: il primo registro di effetti avversi da farmaci
Il primo registro degli effetti avversi da farmaci venne istituito negli Stati Uniti dal Council
on Pharmacy and Chemistry nel 1954, in seguito a casi gravi o fatali di aplasia midollare
causati da cloramfenicolo.
1961: la tragedia della talidomide e la nascita della farmacovigilanza
Come noto, è stata la tragedia della talidomide con la nascita di migliaia di bambini malformati a dare, nei primi anni ’60 del Novecento, la spinta decisiva alla farmacovigilanza.
La talidomide è un sedativo-ipnotico che fu messo in commercio nel 1957 dalla azienda tedesca Chemie Grünenthal con il nome commerciale di Contergan. Il farmaco oltre che in
Germania venne commercializzato in altri 46 paesi del mondo con diverse denominazioni.
Una massiccia campagna pubblicitaria in Europa e nel mondo portò a un rapido successo
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del farmaco. Nel pubblicizzare la talidomide l’azienda farmaceutica sottolineava in modo
particolare la sua completa atossicità, raccomandandone l’uso anche per i neonati e i bambini. Il Contergan veniva anche descritto come il miglior farmaco da somministrare alle gestanti e alle madri che allattavano poiché “non danneggiava né la madre né il bambino”.
Queste affermazioni si basavano essenzialmente sulla mancanza di tossicità acuta negli
animali di laboratorio.1 Il farmaco venne largamente utilizzato da molte donne gravide per
trattare soprattutto i fenomeni d’insonnia. Nel 1959 cominciarono ad arrivare all’azienda
farmaceutica le prime segnalazioni di effetti avversi da talidomide, concernenti la possibilità di polineuriti periferiche. Il ginecologo australiano William McBride, poi seguito da altri
colleghi, suggerì che gravi malformazioni congenite (in particolare la focomelia) potevano
essere collegate all’uso della talidomide e inviò una lettera di 15 righe alla rivista Lancet.2
Complessivamente è stato stimato che da 10.000 a 20.000 bambini sono nati con malformazioni legate all’uso di questo farmaco. Nel mondo ci sono ancora circa 5.000 persone
sopravvissute con tali malformazioni e non si è mai conosciuto con esattezza il numero degli aborti e dei bambini nati morti. Da quel momento la segnalazione delle reazioni avverse
da farmaci da attività spontanea, non regolamentata, basata di fatto sulla pubblicazione di
case report nelle riviste scientifiche diventò attività regolamentata, disciplinata da leggi e
promossa e gestita dalle autorità sanitarie.
1962: le prime regolamentazioni sulle fasi registrative dello sviluppo di un farmaco
Nel 1962 negli Stati Uniti il Federal Food, Drug and Cosmetic Act rese obbligatorio per i
farmaci di recente commercializzazione specifiche indagini farmacologiche e tossicologiche
sugli animali (fase preclinica), stabilì che la sperimentazione sull’uomo (fase I, II e III) po teva iniziare solo dopo la valutazione regolatoria dei dati emersi dalla fase preclinica e che
l’autorizzazione alla commercializzazione dipendeva dai risultati delle tre fasi di sperimentazione clinica. Inoltre decise anche che i farmaci, dopo la commercializzazione, entravano
in una fase di sorveglianza post marketing condotta dai medici prescrittori e dall’industria
farmaceutica.
1964: il primo sistema di segnalazione spontanea
Nel 1964, William Inman – tra i primi sostenitori della farmacovigilanza – istituì il primo
sistema di segnalazione spontanea tramite la scheda Yellow Card, da compilarsi da parte di
un operatore sanitario in caso di sospetto di reazione avversa da farmaci.
1968: l’OMS promuove il Program on International Drug Monitoring
Nel 1968 l’OMS ha promosso il Program on International Drug Monitoring, un programma
nato a Ginevra e successivamente spostato nell’attuale sede di Uppsala, in Svezia. A questo
programma aderirono inizialmente 10 paesi fino agli attuali 115.
1969: FDA’s Adverse Event Reporting System
Nel 1969 venne istituito l’FDA’s Adverse Event Reporting System, che raccoglie in un database tutte le segnalazioni di ADR.
1971: WHO Database
Nel 1971 venne creato il WHO database contenente i report (oggi oltre 8 milioni) provenienti dai paesi di tutto il mondo aderenti al programma. I paesi che maggiormente contribuiscono a questo database, situato presso l’Uppsala Monitoring Centre con sede ad Uppsala in Svezia, sono Stati Uniti (50% dei report), Regno Unito (7,3%), Germania (5,4%) e
Canada (4,6%). Le segnalazioni provenienti dall’Italia rappresentano attualmente poco più
del 2%.
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1975: l’Italia entra a far parte del Programma dell’OMS
L’Italia entrò a far parte del programma internazionale di monitoraggio delle ADR
dell’OMS nel 1975 e cinque anni dopo istituì il Centro nazionale di segnalazione spontanea
delle sospette reazioni avverse da farmaci. Dalla collaborazione di alcune regioni italiane
nacque nel 1995 il Gruppo Interregionale di Farmacovigilanza (GIF). Nel 2001 l’Italia diede vita al primo database italiano elettronico che, ancora oggi, raccoglie tutte le sospette
reazioni avverse da farmaci.
Bibliografia
1. Kongpatanakul S, e et al in:Drug benefit and risks. International textbook of clinical pharmacology. Van
Boxtel C, Santoso B, Edwards I editor, John Wiley and Sons, 2001:27-36.
2. McBride W. Lancet;II(1358):1961.
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