7 ap r i le 2 0 1 5 N UM ER O 61 AN N O 9 Pharma kronos Q UO TI DI AN O D’IN FO R M AZI O N E F AR M AC EU T IC A Scoperto come cancro fegato sfugge a terapia Scoperto un meccanismo di resistenza ai farmaci di un tumore molto aggressivo e attualmente poco curabile, l’epatocarcinoma, per sfuggire all’azione dell’unico medicinale oggi in uso. Ed individuata una possibile strategia per potenziare l’azione della terapia ed accrescere le chance di cura, oggi non molto alte. È il risultato di uno studio pubblicato su 'Scientific Reports', edita dal gruppo 'Nature', realizzato da Giovambattista Pani, ricercatore dell’Istituto di Patologia generale e dall’équipe di Antonio Gasbarrini, docente di Medicina interna e gastroenterologia all’Università Cattolica- Policlinico A. Gemelli di Roma. Lo studio, molto articolato, ha coinvolto diversi ricercatori, sia dell’Università Cattolica - Giuseppe Maulucci, Istituto di Fisica; Roberto Scatena, Istituto di Biochimica Clinica - sia stranieri, Hans Spelbrink, Finlandia. "Abbiamo scoperto una possibile strategia per potenziare l’azione del farmaco - sottolinea Pani - che consiste nel limitare l’utilizzazione del glucosio da parte delle cellule maligne; infatti esistono già diversi tipi di agenti che potrebbero essere affiancati al Sorafenib, l’unico farmaco oggi disponibile, per potenziarne l’effetto". Segue a pag. 3 Fitch, outlook Pharma negativo per troppe fusioni 'a rischio' L'agenzia di rating a dicembre aveva definito settore stabile La gara per trovare il farmaco blockbuster del futuro, unita alla disponibilità di finanziamenti a basso costo, sta portando a operazioni di fusione e acquisizione più rischiose, che nel lungo periodo potrebbero indebolire il settore farmaceutico. E' quanto evidenzia Fitch Ratings nel report 'Global Pharma M&A Risks Rise Amid Search for Blockbusters'. E proprio l'agenzia informa che l'accelerazione dell'attività di M&A nei primi mesi del 2015 rafforza l'outlook negativo del rating sul settore, nonostante i suoi fondamentali restino positivi. Mentre le grandi aziende farmaceutiche hanno lottato e lottano con i crescenti costi di Ricerca e sviluppo e con i problemi di produttività, il comparto biotech sta diventando una fonte sempre più importante di nuove scoperte, cosa che lo rende un obiettivo primario per le fusioni e le acquisizioni. Ma accordi così specializzati tendono a essere strategicamente più rischiosi rispetto a quelli tradizionali, avvertono gli esperti, dato che soprattutto le start-up si concentrano su pipeline di piccole dimensioni. Fitch considera dunque che le valutazioni possibili sul biotech siano troppo 'volatili', a causa della difficoltà nello stimare i flussi di cassa futuri, in un mercato che ha di fronte una sempre maggiore concorrenza soprattutto nelle aree di trattamento di base. Questa incertezza sarà aggravata dall'attuale sensibilità nei confronti dei costi dei farmaci nei sistemi sanitari sviluppati, che si intensificherà non appena arriverà sul mercato una serie di nuovi prodotti. Queste tendenze rafforzano la decisione di prevedere un rating di settore da stabile (definito così nel dicembre scorso) a negativo. Barbara Di Chiara » ALL’INTERNO L'indice Mps-Phd elaborato da Banca Mps evidenzia crescita del settore Lo studio, 60% prezzo farmaco non dipende da costi R&S ---------------------- Studio dell'Istituto Gaslini di Genova e del Sainte-Justine Research Center di Montreal Scoperti nuovi geni responsabili della spina bifida ---------------------- In editoriale di Arthur Caplan del Nyu Langone Medical Center sui Mayo Clinic Proceedings La denuncia, ricerca sempre più 'inquinata' da falsi e plagi ---------------------- A suggerirli è uno studio della Rand Corporation L'analisi, sistemi alternativi per pagare farmaci 'gioiello' » PHARMAMARKET Primi dati positivi vaccini su misura contro melanoma I vaccini su misura contro il melanoma sembrano aumentare il numero e la risposta delle cellule T del sistema immunitario che combattono il cancro. E' il risultato di un trial clinico della Washington University pubblicato su Science Express. Il vaccino 'sartoriale' dato a 3 pazienti con un melanoma avanzato ha incrementato la risposta delle cellule T contro il tumore. La scoperta è frutto di un piccolo studio, ma rappresenta una spinta per l'immunoterapia oncologia. Questi primi risultati clinici hanno posto le basi per uno studio di fase I del vaccino, approvato dalla Fda come parte di una sperimentazione per un nuovo farmaco. Saranno 6 i pazienti che testeranno il vaccino. focus L'indice Mps-Phd elaborato da Banca Mps evidenzia crescita del settore Lo studio, 60% prezzo farmaco non dipende da costi R&S La formazione del prezzo al dettaglio di un farmaco ha origine non solo dai costi di ricerca e sviluppo (circa il 40% del totale), ma anche dai contributi delle attività di importazione. Vendita all'ingrosso, dettaglio, e componente fiscale incidono per la parte rimanente, pari a circa il 60%. E' quanto emerge dal Rapporto sull'Industria farmaceutica elaborato dall'Area Research & Investor Relation di Banca Monte dei Paschi di Siena. Il mercato farmaceutico mondiale è raddoppiato durante gli ultimi 10 anni e le vendite nel mondo hanno superato per la prima volta la soglia 'psicologica' dei 1.000 miliardi di dollari nel 2014. Ma la spesa farmaceutica italiana è inferiore alla media europea e statunitense, mentre la distribuzione avviene attraverso una rete di oltre 18 mila farmacie. Quello farmaceutico è uno dei settori industriali più dinamici nel mondo e in Italia, con importanza strategica della catena distributiva. L'alto tasso di produttività e la crescita delle esportazioni del nostro Paese lo rendono di interesse primario per tutta l'eco- nomia. Il rapporto si occupa in particolare della formazione dei prezzi dei farmaci e della distribuzione, un segmento di attività economica molto strutturato e di diffusione capillare. Anche in Italia, nonostante il contesto economico molto difficile nel 2013, il farmaceutico era cresciuto di poco meno del 6%, con il 72% dell'intera produzione destinato all'esportazione. Analisi di istituti accreditati dimostrano che comunque i costi che devono essere sostenuti dalle aziende per completare il processo di approvazione dei farmaci sono aumentati del 145% durante gli ultimi 10 anni, un tasso medio di crescita composto annuo dell'8,5%. Vengono sfatati alcuni luoghi comuni, come il mito che la spesa sanitaria sia elevata quando rappresenta solo il 9% del Pil contro il 12% della media europea e addirittura il 17% negli Usa. Anche il confronto internazionale dei prezzi dei farmaci mette in rilievo come quelli praticati in Italia non siano elevati rispetto alla media estera: recenti studi mettono in evidenza come i prezzi dei prodotti farmaceutici nel nostro Paese siano del 14,6% più bassi rispetto alla media europea. Grande è la crescita del settore distributivo che viene descritto a livello strutturale e quantitativo: il servizio Research di Banca Mps ha elaborato un indice, Mps-Phd, basato sui prezzi di borsa delle principali aziende di distribuzione a livello mondiale. L'indice è triplicato nel periodo 2011- 2015 ed è aumentato del 36% solamente durante il 2014. Molto importante è anche la capillarità della distribuzione farmaceutica in tutta Europa, dove sono presenti oltre centomila farmacie: nella sola Italia sono oltre 18 mila. Tema delicato è quello della distribuzione parallela, attività che viene da molti ritenuta responsabile della scarsità di alcuni farmaci molto importanti in Italia. Nel nostro Paese infatti vengono acquistati e rivenduti da operatori su altri mercati nei quali i prezzi degli stessi farmaci sono più elevati, concludono gli analisti. (B.D.C.) L'analisi, sistemi alternativi per pagare farmaci 'gioiello' costi". A suggerirli è un'analisi della Rand Corporation In un'era di farmaci 'gioiello' da 1.000 dollari a pillola, occorre un nuovo approccio per finanziare l'acquisto di un nuovo tipo di prodotti farmaceutici e vaccini: quelli molto costosi. A stabilirlo è un'analisi della Rand Corporation. In altri settori, dicono gli analisti, è comune che i fornitori incoraggino gli investimenti attraverso approcci come contratti di locazione delle attrezzature o credito ai fornitori. Ebbene, anche l'Healthcare potrebbe imparare a servirsi di strumenti simili, secondo Soeren Mattke, autore principale dell'analisi condotta da Rand, un ente ricerca senza scopo di lucro. Invece di pagare in anticipo il costo di un trattamento - ad esempio 20 miliardi di dollari per vaccinare 203 milioni di persone contro la dengue in Brasile un sistema sanitario potrebbe emettere strumenti di debito destinati al produttore. Il ricercatore ipotizza obbligazioni, mutui o linee di credito ad hoc. Non si tratta di qualcosa di mai visto prima in questo settore. Quando gli ospedali hanno bisogno di attrezzature costose possono affittarle, oppure il fornitore può offrire alle strutture un accordo finanziario per aiutarle ad affrontare il costo iniziale. "Quindi non è inverosimile per le aziende farmaceutiche" l'idea di "offrire a chi deve pagare degli accordi finanziari" mirati "per facilitare la gestione di alcuni dei costi iniziali", osserva Mattke. Insomma, sono davvero necessari nuovi approcci per pagare l'assistenza sanitaria, dal momento che l'industria farmaceutica ha rivolto la sua attenzione alle specialità medicinali innovative. "Le aziende si stanno concentrando su farmaci altamente mirati per il trattamento di condizioni più rare e con numeri di pazienti più piccoli", prosegue Mattke. Dunque se la ricerca ha successo, si arriva a prodotti davvero utili. Ma per "arrivare a un blockbuster, le aziende farmaceutiche potrebbero dover pagare anche 100.000 dollari per ciclo di trattamento e dare un farmaco a 10.000 persone. In questo scenario si dispone di un prodotto che è molto efficace, ma anche di soggetti che spesso non possono permettersi di pagarlo". (M.L.) » SCOPERTI GENI SPINA BIFIDA » ALLA RME RICERCA ‘INQUINATA’ Uno studio internazionale condotto dall'Unità operativa complessa di neurochirurgia dell'Istituto Gaslini di Genova, in collaborazione con il Chu Sainte-Justine Research Center di Montreal in Canada, ha individuato nuovi geni responsabili della spina bifida. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul 'Journal of Medical Genetics'. La spina bifida o mielomeningocele è la forma più conosciuta di difetto del tubo neurale: si tratta di un complesso gruppo di malformazioni che insorgono entro il 28esimo giorno dal concepimento. I ricercatori dei due centri hanno esaminato il Dna di bambini affetti e quello dei genitori sani mediante le tecnologie di sequenziamento di ultima generazione. Il risultato è stato l'individuazione di 42 mutazioni, di cui 5 a carico di geni che erano già noti come responsabili di queste patologie in modelli animali. In particolare, gli scienziati hanno trovato un eccesso di mutazioni del gene 'Shroom3' che codifica per una proteina essenziale al corretto processo di chiusura del tubo neurale nell'embrione. La ricerca? Sempre più inquinata da frodi e plagi. Secondo uno dei maggiori esperti americani di etica medica, Arthur Caplan del Nyu Langone Medical Center, infatti, la comunità scientifica si trova ad affrontare un serio problema di 'smog intellettuale' all'interno pubblicazioni accademiche, cosa che rappresenta una grave minaccia per "l'affidabilità, l'utilità e il valore della scienza e della medicina", scrive in un editoriale sulla rivista 'Mayo Clinic Proceedings'. In un editoriale, Caplan evidenzia che "l'inquinamento della scienza e della medicina per plagio, frodi e pubblicazioni selvagge sta corrodendo l'affidabilità della ricerca. Eppure, nessuno sta lanciando allarmi seri su questo tema". Alcuni esempi comprendono la proliferazione di riviste in cui gli autori pagano per far pubblicare i loro articoli, cosa che "rende sempre più difficile discernere gli studi di valore dalla spazzatura," scrive Caplan. Altrettanto preoccupante la falsificazione dei dati o la loro cancellazione ad arte. Scoperto come cancro fegato sfugge a terapia Segue dalla prima L’epatocarcinoma primitivo è molto difficile da curare. Non è di per sé diffusissimo ma diventa più frequente in presenza di alcune condizioni predisponenti come la cirrosi epatica e l’epatite cronica, B e soprattutto C. Il problema, spiega Pani "è che si tratta di un tumore che risponde molto poco alla chemioterapia come pure all’unica terapia 'biologica' oggi disponibile, il Sorafenib o farmaci della stessa famiglia". Purtroppo il farmaco ha una azione transitoria, e difficilmente è curativo perché le cellule tumorali sviluppano rapidamente resistenza attraverso vari meccanismi. "Utilizzando delle cellule staminali di epatocarcinoma in provetta fornite dal team di Gasbarrini e trattandole con Sorafenib - racconta Pani - abbiamo osservato che il farmaco oltre a esercitare gli effetti già noti sugli oncogeni, danneggia fortemente i mitocondri delle cellule tumorali, le centraline energetiche di tutte le cellule. Abbiamo visto che le cellule tumorali sono molto furbe e rispondono al danno mitocondriale subito a opera del farmaco potenziando l’efficienza di una sorgente alternativa di energia, la cosiddetta 'glicolisi anaerobia'". Ecco perché solo poche cellule tumorali (circa il 30-40% nelle condizioni sperimentali esaminate) muoiono in risposta al Sorafenib. Di qui è nata l’idea per aggirare questo ‘trucco’ messo in atto dal tumore. "Bloccando contemporaneamente anche la glicolisi anerobia con un altro agente – rileva Pani – abbiamo visto che l’azione curativa del Sorafenib migliorava drasticamente, fino a raggiungere il 100%". Per dimostrare inequivocabilmente questo meccanismo sono state anche utilizzate delle cellule molto sofisticate, ingegnerizzate con un interruttore genetico che consente di 'accendere' e 'spegnere' a piacimento l’attività mitocondriale per mimare l’azione del farmaco.
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