Cibo, Ambiente e la Salute del Bambino Castellana (BA), 16 maggio 2015 Sala convegni IRCCS “S. de Bellis” - VIA TURI, 27 - CASTELLANA PROVIDER: Centro Italiano Congressi CIC Sud ID PROVIDER: 1833 DESTINATARI: PEDIATRIA; PEDIATRIA (PEDIATRI DI LIBERA SCELTA); INFERMIERE PEDIATRICO; INFERMIERE; DIETISTA; BIOLOGI EDIZIONE: 1 OBIETTIVO FORMATIVO: DOCUMENTAZIONE CLINICA. PERCORSI CLINICO-ASSISTENZIALI DIAGNOSTICI E RIABILITATIVI, PROFILI DI ASSISTENZA - PROFILI DI CURA N. CREDITI: 6 RAZIONALE Stato di salute, taglia e composizione corporea, abitudini nutrizionali e motorie della gravida influenzano l'accrescimento fetale ma anche le caratteristiche metaboliche a breve e a lungo termine del nascituro (programming). Condizioni che producono rilevanti ripercussioni a breve e lungo termine sono la grave malnutrizione materna, soprattutto nei primi 6 mesi di gravidanza o l'esposizione del feto a elevati flussi di nutrienti (iperalimentazione materna diabete).L'elevato peso alla nascita o, al contrario, il basso peso alla nascita sono entrambe fattori di rischio per obesità nel bambino. Il rapido incremento ponderale nel corso del primo anno di vita è di per sè fattore di rischio di obesità nelle età successive. L'allattamento materno prolungato è un fattore difensivo soprattutto nel breve - medio termine. La composizione della dieta nel secondo semestre, in particolare l'elevato apporto di proteine è un secondo potenziale fattore di rischio. L'anticipazione della fisiologica inversione dell'adiposità relativa (ottimamente mimata dalla misura del BMI) che avviene all'età di 6 anni è importante indice di rischio di obesità. Questo sottolinea l'importanza della frequente misura (almeno ogni sei mesi) di peso ed altezza nel bambino per poter riconoscere iniziali scostamenti del peso dai percentili di crescita normalizzati per la statura. La diagnosi ispettiva di obesità è poco sensibile soprattutto nell'età pre-scolare. Lo stile di vita dell'adolescente è ad elevato rischio sia per la comparsa dell'eccesso ponderale che dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia - bulimia - binge eating disorder). Soprattutto l'elevato consumo di pasti o alimenti fuori casa, usualmente ad elevata densità calorica, ricchi in grassi e zuccheri semplici, come pure il crescente consumo di alcool, costituiscono fattori di rischio per l'incremento ponderale di assoluto rilievo. Una seconda componente è la progressiva riduzione della pratica sportiva con l'età, l'aumento della sedentarietà e dell'abitudine al fumo di sigaretta. La tendenza all'imitazione e la contemporanea carenza di esempi "virtuosi" ed equilibrati di comportamenti nutrizionali e motori per l'adolescente completano il quadro conferendo a quest'età la massima quantità di rischio di persistenza dell'obesità nelle età successive. Prevenire è imperativo: alimentazione ed attività fisica: ruolo cruciale nella prevenzione. Composizione della dieta Una dieta ad elevata densità energetica, cioè ricca in grassi e povera in fibre vegetali è fattore di rischio per l'incremento ponderale. Anche l'assunzione di zuccheri semplici o a rapido assorbimento quali quelli contenuti nelle bevande o in pane e pasta non integrali sono fattori di rischio soprattutto se consumati al di fuori di un pasto misto o non accompagnati dall'abbondante assunzione di vegetali (soprattutto verdure). Distribuzione degli apporti di energia e nutrienti. Il consumo di 5 pasti al giorno è consigliato dai 4 mesi di vita in poi, per tutta la vita. La ripartizione in un tale numero di pasti garantisce il rifornimento di carboidrati necessari a sopperire alle esigenze soprattutto di SNC, eritrociti e muscolo scheletrico nelle ore di veglia. L'assunzione di alimenti ogni 3 ore circa impedisce la stimolazione eccessiva dell'appetito e quindi di elevati consumi di cibo conseguenti a prolungati intervalli di tempo tra due pasti successivi. Porzioni. La capacità di auto-gestione della quantità degli apporti alimentari è innata nell'uomo come negli animali. Tuttavia, la somministrazioni di porzioni elevate di cibo è sufficiente ad indurre uno spontaneo incremento dei consumi, tanto che questo fattore è considerato una dei fattori di rischio più importanti nell'eziopatogenesi dell'obesità nel bambino. Tipo, intensità e durata dell'esercizio fisico. Il livello medio di attività motoria si riduce progressivamente con l'età, soprattutto con l'inizio della pubertà. Questo è dovuto sia ad esigenze sociali, quali la sedentarietà imposta dalla frequenza scolastica (ore di lezione, spostamenti per e dalla scuola, doposcuola e studio a domicilio), dal mutare degli interessi del giovane con l'inizio della scuola media, preferenza per attività sedentarie nel tempo libero (TV, videogiochi), carenza di strutture sportive o di aggregazione per i giovani, carenze di sicurezza ambientale e sociale almeno in alcune realtà, problemi economici, carenze sociali per il supporto all'attività motoria. Attività fisica non-programmata. L'attività muscolare è fondamentale per un corretto utilizzo dei grassi. Il muscolo è infatti il principale ossidatore di lipidi dell'organismo. Pertanto, un incremento dell'attività muscolare, purchè costante nel tempo, si associa ad un miglioramento della composizione corporea e del quadro metabolico del bambino. L'esercizio che presenta il massimo numero di vantaggi per un obeso è il cammino: camminare a bassa velocità (4 km/h) comporta il massimo consumo di grassi per unità di tempo. E' un esercizio che, a differenza di altri più intensi, può essere prolungato per molto tempo senza affaticare il bambino, non costa nulla e può essere praticato quasi dovunque. La riduzione della sedentarietà è un obiettivo prioritario della prevenzione e della terapia dell'obesità pediatrica. Attività fisica programmata. L'attività fisica programmata o sportiva è costituita dalla classica ora dedicata ad un'attività fisica in cui il bambino è seguito da un istruttore. E' consigliabile che tutti i bambini pratichino uno sport al di fuori dell' orario scolastico, con regolarità almeno 2 - 3 volte alla settimana per tutto l'anno. Gli sport più indicati per l'obeso sono il nuoto ed il ciclismo, sport in cui il fattore peso non è così limitante la prestazione come altri (calcio, Basket, pallavolo) in cui il peso corporeo eccessivo costituisce anche un potenziale fattore di rischio per traumatismi. L'intensità dell'esercizio somministrato al bambino obeso non deve essere calibrata sul bambino magro ma deve essere assolutamente inferiore e calibrata sulle reali capacità cardiorespiratorie del bambino stesso. Quindi il parametro di valutazione non è la prestazione "esterna" ma la capacità di svolgere un esercizio proporzionatamente alle reali capacità del singolo bambino. Con l'allenamento si otterrà un possibile miglioramento sia del peso che della composizione corporea, ma anche del benessere psicologico e dell'autostima del bambino. Il corso ha l’obiettivo di informare i pediatri di libera scelta e ospedalieri nonché i dietisti, biologi e infermieri sulla concentrazione di contaminanti e pesticidi nell’alimentazione dell’infanzia e sui rischi per la salute ad essi correlati. PROGRAMMA 8.00 Registrazione dei partecipanti 9:00 Le micotossine Alberto Ritieni 9:30 I Pesticidi Alberto Mantovani 10:00 Il bambino non è un piccolo adulto Ruggiero Francavilla 10:30 Lettura Magistrale: Tossine alimentari e epigenetica Paol Clayton 11:00 Coffee break 11:30 La sicurezza dei probiotici Lorenzo Morelli 12:00 La sicurezza delle acque Vito Miniello 12:30 La sicurezza dei latti Flavia Indrio 13:00 Pranzo 14:00 Dieta Vegetariana Leonardo Pinelli 14:30 Dieta con alimenti biologici Vito Miniello 15:00 Dieta senza glutine Carlo Catassi 15:30 Dieta e rischio tumorale Antonio Moschetta 16:00 Talk Show: Diete sana a rischio Conduce: Daniele Amoruso 18:30 Questionario di verifica ECM
© Copyright 2024 ExpyDoc