Credere ci manda 6. … A TUTTI GLI UOMINI! a. Situazione La Chiesa vede davan, a sé un’immensa folla umana che ha bisogno del Vangelo e vi ha diri9o perché Dio "vuole che tu> gli uomini siano salva, e arrivino alla conoscenza della verità " (1 Tm 2,4). Sa di avere il dovere di predicare la salvezza a tu>. Sa che il messaggio evangelico non è riservato a un pic-‐ colo gruppo di ele>, ma è des,nato a tu>. L'impegno missionario dovrà farsi a9ento all'annuncio di tu9o il Vangelo, senza alcuna riduzione né integralista né secolare. Questo comporta il dovere di coniugare sempre evangelizzazione e promo-‐ zione umana in modo re9o (cf. EN 29-‐33), sviluppando un'azione missionaria finalizzata a cambiare il cuore dell’uomo, a rendere nuova l'umanità stessa. Pertanto, cosa significa e cosa comporta, nella nostra realtà sociale, la convinzione che tu7a la Chiesa per natura sua è missionaria e che ogni cris:ano è missionario? b. Confronto con la Parola: Gal. 3,26-29 Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. 29Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa. 1 Tm 2,3-7 Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. 5Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, 6che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, 7e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Rom. 10,12-15 12Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 13Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. 14Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare sen- A@ 13, 1-‐4.44-‐48 C'erano nella Chiesa di An,òchia profe, e maestri: Bàrnaba, Simeone de9o Niger, Lu-‐ cio di Cirene, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. 2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e di-‐ giunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla qua-‐ le li ho chiama,". Allora, dopo aver digiuna-‐ to e pregato, imposero loro le mani e li con-‐ gedarono. Essi dunque, invia, dallo Spirito Santo, sce-‐ sero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. … Il sabato seguente quasi tu9a la ci9à si radunò per ascoltare la parola del Signore. 45Quando videro quella mol,tudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiu-‐ riose contrastavano le affermazioni di Paolo. 46Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza di-‐ chiararono: "Era necessario che fosse pro-‐ clamata prima di tu9o a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgia-‐ mo ai pagani. Così infa> ci ha ordinato il Signore: Io : ho posto per essere luce delle gen:, per-‐ ché tu por: la salvezza sino all'estremità del-‐ la terra ". 48Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tu> quelli che erano des,na, alla vita eterna crede9ero. 1 6. ... A tu> gli uomini! za qualcuno che lo annunci? 15E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene! c. DocumenI CdA 565 La dimensione missionaria appar,ene all’iden,tà stessa della Chiesa e del cris,ano. Ma qual è il senso della missione? Israele aveva il compito di rivelare nella storia la san,tà e la presenza salvifica di Dio. La comuni-‐ tà dei discepoli di Gesù ha il compito di annunciare e rendere in qualche modo visibile il regno di Dio, vivendo la nuova gius,zia della carità, delineata nel discorso della montagna . È chiamata ad essere unita nell’amore fraterno, «perché il mondo creda» (Gv 17,21): la comunione concretamente sperimentata sarà segno trasparente di Dio e con il suo fascino a>rerà gli uomini a lui La Chiesa «riceve la missione di annunciare il regno di Dio e di Cristo e di instaurarlo fra tu9e le gen,; di questo regno essa cos,tuisce sulla terra il germe e l’inizio» Lo annuncia con la predicazione; lo celebra con la liturgia; lo tes,monia con il servizio e la condivisione dei beni spirituali e materiali. Annuncio, celebrazione e tes,monianza cos,tuiscono insieme il segno globale dell’Amore misericordioso che viene a salvare. Gli uomini possono quasi toccarlo con mano e aprirsi alla speranza di un mondo nuovo, che già adesso germoglia. EG 112.113 La salvezza che Dio ci offre è opera della sua misericordia. Non esiste azione umana, per buona che pos-‐ sa essere, che ci faccia meritare un dono così grande. Dio, per pura grazia, ci a9rae per unirci a Sé. Egli invia il suo Spirito nei nostri cuori per farci suoi figli, per trasformarci e per renderci capaci di rispondere con la nostra vita al suo amore. La Chiesa è inviata da Gesù Cristo come sacramento della salvezza offer-‐ ta da Dio. Essa, mediante la sua azione evangelizzatrice, collabora come strumento della grazia divina che opera incessantemente al di là di ogni possibile supervisione. Lo esprimeva bene Benede9o XVI aprendo le riflessioni del Sinodo: « È importante sempre sapere che la prima parola, l’inizia,va vera, l’a>vità vera viene da Dio e solo inserendoci in questa inizia,va divina, solo implorando questa inizia,va divina, possiamo anche noi divenire – con Lui e in Lui – evangelizzatori». Il principio del primato della grazia dev’essere un faro che illumina costantemente le nostre riflessioni sull’evangelizzazione. 113. Questa salvezza, che Dio realizza e che la Chiesa gioiosamente annuncia, è per tu>, e Dio ha dato origine a una via per unirsi a ciascuno degli esseri umani di tu> i tempi. Ha scelto di convocarli come popolo e non come esseri isola,. Nessuno si salva da solo, cioè né come individuo isolato né con le sue proprie forze. Dio ci a9rae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che compor-‐ ta la vita in una comunità umana. Questo popolo che Dio si è scelto e convocato è la Chiesa. Gesù non dice agli Apostoli di formare un gruppo esclusivo, un gruppo di élite. Gesù dice: « Andate e fate discepoli tu> i popoli » (Mt 28,19). San Paolo afferma che nel popolo di Dio, nella Chiesa « non c’è Giudeo né Greco... perché tu> voi siete uno in Cristo Gesù » (Gal 3,28). Mi piacerebbe dire a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa, a quelli che sono ,morosi e agli indifferen,: il Signore chiama anche te ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispe9o e amore! 2 Credere ci manda d. Per la riflessione e il confronto -‐ -‐ -‐ Da che cosa nasce la necessità di portare il vangelo a tuB gli uomini? Quali sono le mo:va-‐ zioni di fede più profonde? Quali segni concre: di missionarietà esistono nella nostra comunità ecclesiale? In quali modi concre: un cris:ano oggi può vivere il suo compito missionario nel proprio am-‐ biente di vita? Nel mondo? Nella Nuova Parrocchia? e. TesImoni: Marcello Candia Marcello Candia vive gran parte della sua vita tra i mala, e i lebbrosi a Marituba (Brasile), dove si trasferisce nel 1964, dopo aver incontrato la miseria delle “fa-‐ velas” anni prima, quando era alla guida della società industriale del padre. Muore a Milano nel 1983. Crescendo in una famiglia cris,ana impara cosa è una fede vissuta nel quo,dia-‐ no, sopra9u9o nell’amore ai fratelli più bisognosi. Ma verso i 50 anni sceglie di dedicare tu9o se stesso agli altri: lascia la sua ci9à, l’industria, la famiglia per fondare un ospedale ed un lebbrosario, dove poter vivere donando tu9o se stesso al Signore nella persona dei poveri. Non si sente un eroe, ma solo un uo-‐ mo che lavora e serve a nome della Chiesa. «E poi... ho pensato di dover fare di più. Sta scri9o nei doveri del cris,ano, me l’avevano spiegato fin da ragazzo: è la storia dei talen,, ognuno di noi ne ha. Per me i talen, volevano dire la posizione sociale, gli studi, la possibilità dei mezzi finanziari, l’esperienza della professione, tu9o quello che avevo imparato a fare, a vedere, a capire. E dunque era tassa,vo: i talen, dovevano assolutamente diventare dieci. Il Vangelo non sbaglia. Il traffico dei talen, è una responsabilità di coscienza che abbiamo tu>. E siccome questa responsabilità io la sen,vo bruciare, ho agito, ho dovuto agire, non avrei potuto che agire». «Occuparsi della povera gente dev’essere una scelta che insorge dal di dentro, che esce fuori come la vita, senza troppe riflessioni. O la forza sminuisce. E a cose fa9e, ecco, te lo garan,sco: si vede palese-‐ mente che il Signore ci viene incontro. Io ho sempre trovato della gran gente grata. Devo anche aggiun-‐ gere che non l’ho certo fa9o per questo. Non si devono sen,re le cose che si fanno come una realizza-‐ zione di se stessi. Inorridivo quando qualcuno mi diceva: lei, costruendo l’ospedale S. Camillo e S. Luigi, si è realizzato. Io non volevo realizzarmi in niente. Le opere si fanno per amore di Dio, perché questo è mo,vo di vita su un piano di fede». f. Preghiera Il Verbo divino scuoter l’indolente, svegli l’assonnato. Viene e bussa alla porta, vuole sempre entrare: dipende da quello che c’è in noi se non sempre entra, se non sempre rimane. Sia aperta la porta a colui che viene: schiudi la tua porta, spalanca l’in,mo dell’anima, perché veda le ricchezze della semplicità, i tesori della pace, e la soavità della sua grazia. 3 6. ... A tu> gli uomini! Dilata il tuo cuore, corri incontro al sole dell’eterna luce, che rischiara ogni uomo: per tu> risplende quella luce vera. Ma se qualcuno chiuderà le sue finestre Si so9rarrà alla luce che non tramonta. Se chiudi la porta della tua anima, allora Cristo resta fuori. Potrebbe entrare, ma non vuole invadere come importuno, non vuole costringere chi non è disponibile. Nato dalla Vergine, è venuto dal suo grembo come luce dell’universo intero per illuminare tu>: lo ricevono quan, desiderano la chiarità del suo fulgore senza fine, che nessuna no9e riesce ad offuscare. (S. Agos,no 29) 4
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