7 DICEMBRE 2014 – II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B Raddrizzate le vie del Signore. Siamo già alla seconda Domenica di Avvento. Domani festeggeremo anche l’Immacolata Concezione di Maria, che è strettamente correlata al Natale. Dio, infatti, ha voluto una creatura tutta speciale – la Vergine Maria, concepita senza peccato originale – per farsi uomo. La Madonna diventa così un modello e un punto di riferimento. Quello che Dio ha operato in questa ragazza di Nazaret, lo vuole per ciascuno di noi. Lo scrive San Paolo nel prologo della Lettera agli Efesini: «Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo…» (Ef 1,3-6). Ma veniamo al Vangelo odierno. Si tratta dei primi otto versetti con i quali incomincia lo scritto dell’evangelista Marco: «Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”» (Mc 1,1-8). È un vero gioiello. La maggioranza degli studiosi sostiene che sia il primo dei quattro vangeli canonici ad essere messo per iscritti negli anni 50 del primo secolo. Inizia con una parola niente affatto banale: Archè in greco non significa semplicemente inizio, ma anche principio, origine, come spiegazione e senso della realtà. I primi passi della filosofia greca sono proprio rappresentati dalla ricerca dell’archè. Ma anche nella versione greca dell’Antico Testamento, le prime due parole che incontriamo aprendo la Bibbia sono queste: en archè, in principio. Allo stesso modo inizia il Vangelo di Giovanni: in principio. Questa parola ci vuole dunque aiutare a capire che sta accadendo qualcosa di nuovo, che ha la stessa forza e lo stesso valore della creazione con la quale Dio ha dato inizio al mondo. Questo inizio è una buona notizia: euangelion. Già domenica scorsa abbiamo accennato al fatto che i cristiani si sono appropriati (ma potremmo anche dire riappropriati) di parole che facevano parte del cerimoniale imperiale, come le buone notizie (euangelia) rappresentate dalla nascita o dall’insediamento di un imperatore romano. Se diamo un’occhiata alla prima lettura, troviamo l’espressione: «Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: “Ecco il vostro Dio!”» (Is 40,9). Questo versetto si trova nel capitolo 40 del Libro del profeta Isaia. Probabilmente è stato messo per iscritto per solennizzare la fine della cattività babilonese e il rientro in patria degli Ebrei dopo l’editto di Ciro del 538 avanti Cristo. Nello stesso versetto per due volte troviamo l’espressione liete notizie. Alla fine del versetto viene spiegato in cosa consistono queste buone notizie: «Ecco il vostro Dio». Anche se il percorso che stiamo facendo può apparire un po’ difficile, abbiamo modo di renderci conto che le parole apparentemente banali di Marco – Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio – in realtà nascondono un peso e un valore enormi. E ci rendiamo conto che nemmeno una di esse è casuale, buttata lì al posto di un’altra. Ma sono invece le parole giuste, quelle e non altre. Potremmo tentare – solo per il primo versetto – una parafrasi, che è un vero e proprio crescendo. Sta accadendo qualcosa di importante come la creazione. È una notizia splendida. Dio si mostra agli uomini nella persona di Gesù. Egli è il Messia (= Cristo) atteso come liberatore. E il Messia è il Figlio di Dio. Il resto del brano evangelico serve ad introdurre la figura di Giovanni Battista quale precursore di Gesù, cioè colui che gli corre davanti e quindi gli prepara la strada. Il Battista viene presentato attraverso due brani distinti della Sacra Scrittura accomunati dall’evangelista sotto il nome del più celebre profeta scrittore dell’Antico Testamento: Isaia. Il primo brano è tratto dal terzo capitolo del Libro del profeta Malachia (nelle bibbie cattoliche è l’ultimo libro dell’Antico Testamento). Questo brano è veramente prezioso e ci aiuta a comprendere il senso ultimo dell’Avvento: far memoria della prima venuta del Signore Gesù (il Natale)per attenderne con fiducia la seconda (la parusia, cioè il ritorno glorioso di Cristo). Andiamo a vedere cosa dice Malachia: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai» (Ml 3,1-2). L’evangelista Marco dice l’essenziale per preparare la figura di Giovanni Battista: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Ma se noi diamo un’occhiata alla profezia nella sua interezza, ci rendiamo conto che l’apparire di Giovanni sulla scena di questo mondo è come un timer che fa scattare l’archè, l’inizio delle buone notizie. Dio entra in campo, e il suo apparire è un giudizio potente come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Il secondo brano della profezia è propriamente di Isaia, e lo abbiamo già ascoltato nella prima lettura. In Marco lo troviamo riassunto in questo modo: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Dal deserto della liberazione dalla schiavitù babilonese – che è la strada da percorrere per il ritorno a casa – si passa al deserto della predicazione di Giovanni Battista, un uomo essenziale in modo quasi irritante. Si veste e si nutre di quello che trova, perché a cuore non ha né il cibo né il vestito, ma l’annuncio della conversione per ottenere il perdono dei peccati, in vista dell’arrivo di uno più forte di lui, di fronte al quale egli non si sente degno di chinarsi per slegare i lacci dei suoi sandali. Anche oggi, quindi, in questa seconda domenica di Avvento, ci troviamo di fronte ad un messaggio fortissimo, che corriamo il rischio di ridurre a niente per il logoramento dell’abitudine o per distrazione. Ma se solo prendiamo sul serio quello che ascoltiamo ci rendiamo conto che Dio, nella persona di Gesù, prepara per ciascuno di noi qualcosa di veramente grande per cui vale la pena vivere. Buona domenica!
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