Le imposte sul lavoro

Struttura ed evoluzione del
sistema tributario italiano:
un’analisi comparata e alcune
riflessioni sull’equità
[email protected]
Giornate nFA 2014
Bertinoro
14-15 giugno 2014
Contenuto
 Andamento pressione fiscale e struttura del prelievo
in Italia
 Analisi comparata (OECD, UE)
 Il sistema tributario in un periodo di crisi: come
conciliare fiscal consolidation e crescita (growth
friedly tax reforms)
 Il sistema tributario italiano e la redistribuzione del
reddito e della ricchezza
 Irpef
 IMU/TASI
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 Enfasi sui temi dell’equità, ma poichè crescita ed
equità possono/debbono essere utilmente congiunti,
non si può prescindere…
 Un sistema tributario deve essere equo ed efficiente
(tassazione ottimale)
 Deve anche essere semplice da amministrare e
contenere i costi di compliance per i contribuenti
 Deve essere attento ai comportamenti (molto
importante per spiegare l’evasione, la cui presenza
incide fortemente sugli obiettivi di equità e di
efficienza del sistema)
 NB: il contributo all’equità fornito dall’intervento
pubblico non viene solo da tributi (struttura,
pressione), ma anche e forse sempre di più dai
programmi di spesa e dalle modalità di accesso e
contribuzione ai servizi (vedi anche nuovo Isee)
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Fonti
La maggior parte dei grafici di queste slide sono tratti da:
Bosi, Guerra, I tributi nell’economia italiana, ed 2014, Il
Mulino, Bologna
European Commission, Eurostat, Taxation Trends in the
EU, 2013
OECD, Taxing Wages, 2014
Oppure da articoli citati di volta in volta
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Pressione fiscale e composizione del
prelievo in Italia in % del Pil (1970-2012)
Riforma Irap
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 Pressione fiscale: trend crescente fino alla seconda
metà anni ’90, poi oscilla, analogamente a quanto si
osserva in altri paesi, ma resta alta, e maggiore che in
altri paesi
 La pressione fiscale è ancora più onerosa, nel nostro
paese, data la più elevata evasione (le pressione è più
alta e più concentrata, sui “pochi” che pagano)
 Il peso relativo delle tre componenti (dirette, indirette e
contributi sociali) muta radicalmente dall’inizio del
periodo (pre-riforma fiscale anni ’70!).
 Ultimo cambiamento di grande rilievo riforma 1998
(introduzione Irap, che è classificata tra le indirette…)
 La crisi ha posto nuove sfide e problemi (ampio
dibattito internazionale)
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Taxation trends in the EU (2013 ed.)
 In 2011, the overall tax ratio, i.e. the sum of taxes
and social contributions in the 27 Member States
(EU-27) amounted to an equivalent of 38.8 % of EU27 GDP, more than 40 % above the levels recorded
in the United States and Japan
 The tax level in the EU is high not only compared to
those two countries but also compared to other
advanced economies; among the major nonEuropean OECD members, only Canada and New
Zealand have tax ratios that exceed 30 % of GDP.
As for less developed countries, they are typically
characterised by relatively low tax ratios.
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 From a peak in 1999, the overall tax-to-GDP ratio started
decreasing from 2000. This trend continued until 2004,
when the overall tax ratio increased up to 2007 in the euro
area and 2006 in the EU-27. The crisis led to a decline in the
ratio which dropped sharply from 39.3 % in 2008 to 38.4 % in
2009 where it remained in 2010 (38.3 %).
 Since then, the tax burden has grown due to fiscal
consolidation measures. Graph (1) shows that between
2010 and 2013 revenues from both direct and indirect taxes
have increased. As a share of GDP the increase has been
limited: revenues from direct taxes have increased by less
than 1 percentage point of GDP and those from indirect
taxes of about half percentage point of GDP4. Three-fourths
of Member States have recorded increases in direct and
indirect tax revenues over 2010-13, and revenues from SSC
have increased in a majority of Member States.
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Evoluzione delle principali imposte in percentuale del Pil in Italia
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 Effetti automatici e discrezionali
L’andamento della pressione fiscale è il
risultato di molti fattori:
 Variazioni nel livello di attività economica
incidono: sul gettito dei vari tributi (stabilizzatori
automatici) e sul denominatore (Pil);
 Variazioni nella legislazione (aliquote, base
imponibile, detrazioni e crediti,…);
 Variazioni nei comportamenti (spesso
trascurati…)
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Andamento PIT e CIT (aliquote massime)
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Andamento VAT (aliquota standard)
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 La Ue è un’area ad elevata pressione fiscale.
 All’interno della UE l’Italia è tra i paesi con pressione
fiscale più elevata
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 Ma ha anche una elevata evasione e costi di
compliance elevati
“Secondo il rapporto Doing Business 20132, l’Italia si colloca al
131° posto (su 185 paesi considerati) per quanto riguarda
l’indicatore “paying taxes”. Oltre che dell’ammontare di imposte
da versare ogni anno, l’indicatore tiene conto anche degli oneri
amministrativi in cui una società rappresentativa di medie
dimensioni incorre. In particolare, vengono considerati il
numero di pagamenti a cui un imprenditore è obbligato e il
numero di ore dedicato alla preparazione, compilazione e
versamento delle imposte. In Italia risultano 15 pagamenti,
contro una media dell’area dell’euro di 11,7, e il tempo utilizzato
ammonta a 269 ore, oltre una volta e mezza quello medio
dell’area (163 ore). I margini di miglioramento sono pertanto
ampi” (Chiri, Sestito, Audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva
sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco,
Senato della Repubblica, Roma, 5 marzo 2014)
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 Ci sono alcune tendenze comuni, negli ultimi anni, seppure
con differenza anche marcate fra paesi:
 il perdurare della crisi ha reso necessario in molti paesi
aumentare la pressione fiscale (fiscal consolidation)
 anche in Italia, come nella maggior parte degli altri paesi UE,
sono aumentate le imposte indirette (aliquota Iva e accise,
anche se le raccomandazioni della UE vanno piuttosto nella
direzione di un ampliamento della base imponibile). Il gettito
Iva resta comunque relativamente basso in Italia, rispetto alle
aliquote (calo dei consumi, ma anche elevata evasione)
 le imposte dirette aumentano, ma si cerca di perseguire una
maggiore equità: detassando i redditi più bassi e
aumentando la tassazione su quelli più elevati. In molti paesi
si riforma l’imposta sulle proprietà (vedi da noi il passaggio
ICI-IMU)
 si va nella direzione di tassare meno i fattori produttivi
(lavoro e capitale), soprattutto per far fronte alla crisi, alla
elevata disoccupazione e alla concorrenza internazionale
(friendly-growth tax reform)
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IRPEF
Caratteristiche
Progressività
Criticità
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Caratteristiche
 Personale e non familiare
 Base imponibile: modello “misto” (nè reddito-entrata, nè
reddito-spesa). Redditi di capitale per lo più esclusi
(tassati con cedolari, che adesso vanno dal 12,5% al
26%), redditi da locazione (cedolari:da 10% a 21%, etc.);
 Deduzioni: contributi previdenziali e assistenziali, rendita
catastale prima abitazione, …;
 5 scaglioni con aliquote da 23% (fino a 15mila euro) a
43% (reddito oltre 75mila euro);
 Addizionale obbligatoria regionale dell’1,23% e
addizionali regionali e comunali facoltative, entro limiti
(1,1% nel 2014 e 2,1% nel 2015 per le Regioni e 0,8% per i
Comuni)
 Diverse tipologie di detrazioni
 Deduzioni e detrazioni contribuiscono a definire la
progressività del prelievo, ma attenzione al problema
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dell’incapienza!
Detrazioni
 Diverse tipologie di detrazioni, di diversa natura, con
diverse finalità, ed effetti diversi. Non sempre
giustificabili (in termini di costo-efficacia):
 per fonte di reddito (lavoratore dipendente, pensionato,
pensionato ultra-75, lavoratore autonomo);
 per carichi di famiglia: per figli e altri familiari a carico. E’
molto importanti dato che tassazione è individuale e non
familiare;
 per oneri personali: detrazione del 19% (o del 24%) di
alcune tipologie di spese (vedi tabelle Unico 2014), con
vari limiti. Elenco è variato nel tempo;
 per canoni di locazione e mutui: con limiti (compensano
solo in parte agevolazione prima casa)
 altri con finalità incentivante (es. spese per il recupero
del patrimonio edilizio e per favorire il risparmio
energetico, con detrazioni del 36%, del 41%, del 50% e
del 65%).
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La progressività dell’Irpef
Indici di concentrazione dei redditi e dell’Irpef
(Gpre-Gpost)
(Ctax-Gpre)
(Ctax)
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Distribuzione del reddito lodo, netto e dell’irpef per decili di
reddito imponibile equivalente (nuclei familiari)
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Criticità
 L’Irpef è un’imposta con importanti funzioni redistributive,
ma ha molte criticità:
 Forte erosione ed evasione della base imponibile; è concentrata sui
redditi di lavoro dipendente e pensione (82,7% in base al reddito
prevalente secondo le dichiarazioni 2013 (redditi 2012)
http://www1.finanze.gov.it/analisi_stat/index.php?tree=2013AETPTO
T010001
 Deduzioni e, soprattutto, detrazioni sono proliferate e non sono
sempre giustificabili, in termini di costo-efficacia, di equità e di
efficienza, e anche semplicità. Ad esempio:
perché la detrazione per pensionati ultra-75enni è maggiore di
quella degli altri pensionati, anche se più poveri?
perche la detrazione per figli a carico diminuisce con l’età,
mentre i costi di mantenimento dei figli aumentano con l’età?
quale è la finalità della detrazione per coniuge a carico?
Disincentiva l’ingresso del second earner nel mercato del lavoro
(tradizionalmente le donne). Meglio sarebbe tax credit per figli,
per i costi sostenuti se si lavora!
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 Il sistema non è integrato con quello sulla spesa (vedi ad
esempio, detrazioni per figli e assegni familiari, detrazioni per
spese per addetti all’assistenza personale e assegni di cura)
 Non affronta il problema della povertà: se il reddito o
l’imposta sono insufficienti ad usufruire di deduzioni e
detrazioni solitamente non vi è rimborso (credito). Problema
degli incapienti.
 Se si escludono le detrazioni per fonte di reddito e per carichi
familiari, le altre hanno scarsi effetti su progressività, anzi in
alcuni casi hanno effetto regressivo (ad es. quelle per
recupero del patrimonio edilizio, o per fondi pensione e altre
assicurazioni) (Barbetta, Pellegrino e Turati, Detrazioni, una giungla da
tagliare, www.lavoce.info, 04.04.14; Giannini, Guerra, Un decennio di fisco:
poche riforme e molte occasioni mancate, Rapporto Finanza Pubblica 2010,
Il Mulino, 2011)
 Detrazioni decrescenti creano “salti di aliquota marginale
effettiva”
 L’andamento delle aliquote marginali disincentiva il lavoro,
soprattutto ai livelli di reddito più bassi. Le detrazioni per
lavoro dipendente sono state lievemente cambiate con la
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legge di stabilità per il 2014, ma il fenomeno permane.
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Deduzioni e detrazioni
 Rapporto Gruppo di lavoro sull’erosione fiscale
(Commissione Ceriani, 2011, ha censito
complessivamente 720 misure di agevolazione, nel
complesso del sistema tributario italiano; 140 per
l’Irpef. Oltre a deduzioni e detrazioni vi sono altre
agevolazioni, ad es. la tassazione agevolata dei premi
di produttività)
 Anche la Commissione europea, nell’ambito delle sue
raccomandazione specifiche per paese, ha suggerito a
diversi paesi, tra cui l’Italia, di ampliare le proprie basi
imponibili, con vantaggi in termini di efficienza e
semplicità.
 Da tempo si parla della necessità di intervenire in modo
organico. Da ultimo, vedi delega fiscale.
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Legge delega per la riforma fiscale (n. 23, 11 marzo 2014)
Art. 4 Monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di
erosione fiscale
1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera f), il
Governo e' altresi' delegato ad introdurre, con i decreti legislativi di cui
all'articolo 1, norme che prevedano, coordinandola con le procedure di
bilancio di cui alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, la redazione, da parte
del Governo medesimo, di un rapporto annuale, allegato al disegno di
legge di bilancio, sulle spese fiscali, intendendosi per spesa fiscale
qualunque forma di esenzione, esclusione, riduzione dell'imponibile o
dell'imposta ovvero regime di favore, sulla base di metodi e di criteri
stabili nel tempo, che consentano anche un confronto con i
programmi di spesa e la realizzazione di valutazioni sull'efficacia di
singole misure agevolative, eventualmente prevedendo l'istituzione, con
decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di una commissione
composta da un numero massimo di quindici esperti indicati dal
Ministero dell'economia e delle finanze e dalle altre amministrazioni
interessate, senza diritto a compensi, emolumenti, indennita' o rimborsi
di spese, la quale potra' avvalersi del contributo delle associazioni di
categoria, degli ordini professionali, delle organizzazioni sindacali piu'
rappresentative a livello nazionale, delle associazioni familiari e delle
autonomie locali.
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2. Il Governo e' delegato ad introdurre, con i decreti legislativi di
cui all'articolo 1, norme dirette a ridurre, eliminare o riformare le
spese fiscali che appaiono, in tutto o in parte, ingiustificate o
superate alla luce delle mutate esigenze sociali o economiche
ovvero che costituiscono una duplicazione, ferma restando la
priorita' della tutela dei redditi di lavoro dipendente e autonomo,
dei redditi di imprese minori e dei redditi di pensione, della
famiglia, della salute, delle persone economicamente o
socialmente svantaggiate, del patrimonio artistico e culturale,
della ricerca e dell'istruzione, nonche' dell'ambiente e
dell'innovazione tecnologica. Il Governo assicura, con gli stessi
decreti legislativi, in funzione delle maggiori entrate ovvero
delle minori spese realizzate anche con l'attuazione del comma
1 del presente articolo e del presente comma, la razionalizzazione
e la stabilizzazione dell'istituto della destinazione del 5 per mille
dell'imposta sul reddito delle persone fisiche in base alle scelte
espresse dai contribuenti. Il Governo assicura, con gli stessi
decreti legislativi di cui all'articolo 1, la razionalizzazione e la
riforma dell'istituto della destinazione dell'8 per mille dell'imposta
sul reddito delle persone fisiche.
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3. Le maggiori entrate rivenienti dal contrasto dell'evasione
fiscale, al netto di quelle necessarie al mantenimento
dell'equilibrio di bilancio e alla riduzione del rapporto tra il
debito e il prodotto interno lordo, e dalla progressiva limitazione
dell'erosione fiscale devono essere attribuite esclusivamente al
Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale, di cui
all'articolo 2, comma 36, del decreto-legge 13 agosto 2011, n.
138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011,
n. 148, e successive modificazioni. Al Fondo sono interamente
attribuiti anche i risparmi di spesa derivanti da riduzione di
contributi o incentivi alle imprese, che devono essere destinati
alla riduzione dell'imposizione fiscale gravante sulle imprese. Per
le finalita' di cui al primo e al secondo periodo del presente
comma, il Governo e‘ delegato ad introdurre, con i decreti
legislativi di cui all'articolo 1, norme dirette a coordinare le
norme adottate in attuazione dei criteri di delega di cui
all'articolo 3, comma 1, e di cui al comma 2 del presente articolo e
le vigenti procedure di bilancio, definendo in particolare le
regole di alimentazione del predetto Fondo per la riduzione
strutturale della pressione fiscale, le cui dotazioni possono
essere destinate soltanto ai fini indicati dalla normativa istitutiva
del Fondo medesimo.
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Dl 66/2014: 80 euro mensili
 Misura provvisoria per ridurre la pressione fiscale “in
attesa dell'intervento normativo strutturale da attuare
con la legge di stabilità per l'anno 2015…” (art.1)
 80 euro mensili, nella forma (impropriamente
denominata) di credito di imposta per redditi di lavoro
dipendente (e taluni assimilati) per i quali l’imposta
lorda è superiore alle detrazioni da lavoro spettanti.
 Nel complesso sono 640 euro nel 2014 (da maggio 80
euro al mese) per chi ha un reddito complessivo annuo
non superiore a 24000 euro; poi decresce linearmente
fino ad azzerarsi per un reddito complessivo lordo pari
a 26000 euro. E’ commisurato al periodo di lavoro
nell’anno
 Il costo previsto (competenza 2014): 6,6 miliardi
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 Non riguarda pensionati, né incapienti
 Solo il 32% delle famiglie povere (60% del reddito
equivalente mediano) ottiene il bonus. Le famiglie
povere che beneficiano del bonus ricevono in media
solo 486 euro, perché molte di esse hanno persone
occupate per meno di un anno
 Riduce l’aliquota media effettiva per redditi fino a 26
milioni
 Produce un forte innalzamento dell’aliquota marginale
effettiva, per redditi tra 24 e 26mila euro, perche bonus
decresce molto rapidamente
 Se si guarda al reddito familiare, il bonus è mediamente
più alto per i decili centrali della distribuzione, dove
sono più frequenti i nuclei bi-reddito o con figli adulti
ancora conviventi.
Pellegrino, Zanardi, Come sarà il bonus in busta paga, www.lavoce.info,
23.04.14; Baldini, Giarda e Olivieri, Un sostegno alle famiglie della classe
media, www.lavoce.info, 23.04.14, Visco Paladini, Così si affonda nel
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pantano delle detrazioni; www.lavoce.info, 20.3.2014)
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 Riforma strutturale Irpef attesa con la prossima legge
di stabilità
 Che obiettivi?
 Migliorare l’equità e l’efficienza dell’Irpef (revisione
detrazioni, scaglioni e aliquote …)
 Aumentare il reddito disponibile per le famiglie e reddito
più basso (effetti positivi sulla domanda)
 Ridurre il cuneo di imposta sul lavoro, agendo sulla
componente Irpef (effetti positivi su occupazione e
competitività)
 Irpef indubbiamente va riformata, ma per ridurre il
cuneo di imposta sul lavoro (stimolo all’occupazione,
soprattutto per le fasce di reddito più basse) vi
possono essere anche altri interventi
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Le imposte sul lavoro: il cuneo di
imposta sul lavoro
 Cuneo di imposta sul lavoro (Labour tax wedge):
misura sintetica per esprimere l’incidenza sul costo
del lavoro delle imposte sui redditi e dei contributi
sociali
 E’ la differenza percentuale fra costo del lavoro per
l’imprenditore e salario netto per il lavoratore.
 Comprende, nel suo complesso imposte e contributi
sul lavoratore (Irpef e contributi sociali a carico del
lavoratore) e imposte e contributi sul datore di lavoro
(contributi a carico del datore di lavoro e Irap)
 Incidenza?
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Istat, Il carico tributario e contributivo delle famiglie nel 2011, 29 maggio 2014
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Le imposte sul lavoro: il cuneo di
imposta sul lavoro
 Confronti internazionali (OECD, Taxing wages; EU,
Taxation trends in the EU”). Non sempre si
considera Irap
 Occorre definire un livello salariale e presenza o
meno di carichi di famiglia
 C’è stato poco movimento in questo indicatore dal
2007.
 L’Italia resta uno tra i paesi con il cuneo più elevato
 In molti paesi (anche Italia) si è agito in modo
selettivo, per determinate categorie di lavoratori
(nuovi occupati, lavoratori a basso reddito, etc..)
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Tax wedge by family type in 2013 (average wage worker)
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Interventi sul cuneo di imposta sul lavoro
 Obiettivi:
 Aumentare occupazione e competitività imprese
 Aumentare redditi più bassi e stimolare domanda
 Interventi:
 Riduzione Irap (componente lavoro). Risponde al primo
obiettivo non al secondo (se non indirettamente…)
 Se finanziato con aumento IVA simula una svalutazione
(fiscal devaluation; effetti limitati: cfr., tra gli ultimi, Study on
the impact of fiscal devaluation, EU Taxation paper, WP n.36,
2013)
 Riduzione Irpef (concentrata sui salari più bassi). Risponde
al secondo obiettivo, non necessariamente al primo
 Riduzione contributi previdenziali sulle fasce di reddito più
basse, con fiscalizzazione. Rendere progressivi i contributi
previdenziali (Pisauro, Pollastri, per il cuneo fiscale seguire la strada
maestra, www.lavoce.info, 11.3.2014)
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Contributi previdenziali progressivi
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Altre imposte dirette
 In molti paesi sono aumentate le aliquote sui redditi di capitale
(interessi, dividendi e capital gains) e quelle più elevate
dell’imposta progressiva sul reddito (invertendo in parte le
consistenti riduzioni del passato)
 Il motivo principale per queste riforme è una maggiore equità
del prelievo, soprattutto a fronte della necessità di aumentare
la pressione fiscale per contenere i disavanzi pubblici
 Come vedremo, anche se i redditi di capitale, come quelli di
impresa, sono mobili, risentono meno della concorrenza
fiscale, in quanto il sistema tende ad implementare il principio
di tassazione in base alla residenza (mentre per le imprese
prevale quello di fonte). Inoltre il loro effetto sugli investimenti
rileva solo per le piccole medie imprese che si finanziano sul
mercato interno (e non le grandi multinazionali)
 Può avere un senso l’aumento in Italia della tassazione delle
attività finanziarie, per finanziare una riduzione delle imposte
sulle società (Irap), ma è difficile giustificare così ampie
differenze di aliquote (dal 12,5% al 26%)!
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La tassazione patrimoniale
 Nonostante abbia indubbi vantaggi di equità e di
efficienza, imposte patrimoniali ordinarie sono
applicate in pochi paesi soprattutto per difficoltà
applicative (difficile rendere la base onnicomprensiva;
rischio di fuga di capitali mobili, soprattutto da parte
delle fasce più ricche; distorsioni nelle allocazioni della
ricchezza, se la base non è onnicomprensiva; difficile
integrazione con le imposte sui trasferimenti di
ricchezza inter vivos e al momento della morte; può
provocare problemi di liquidità, …)
 Praticamente generalizzata è invece la tassazione degli
immobili, inclusa l’abitazione principale
 In Italia sulla tassazione degli immobili si è fatto un
pasticcio senza paragoni e con danni incalcolabili!
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ICI, IMU, TASI
 2008 abolizione ICI prima abitazione (che già prima fruiva di
generose detrazioni), ad eccezione immobili di lusso (A1, A8,
A9)
 2012: introduzione IMU (al posto ICI)
 Forte aumento base imponibile (rendita rivalutata
moltiplicata per 160, per immobili residenziali, etc.) e
aumento delle aliquote (con “costo politico” a carico enti
locali)
 Reintroduzione della tassazione sulla prima abitazione
 Il gettito è quasi raddoppiato, ponendoci in linea con altri
paesi (prima era più basso)
 2013: abolizione IMU prima abitazione (non completa: vedi
mini-IMU)
 2014: introduzione della TASI (sui servizi indivisibili) che è in
sostituzione dell’IMU-prima abitazione (completamente abolita
ad eccezione immobili cat. A1,A8, A9) ma …include la prima
abitazione! (e ha la stessa base imponibile dell’IMU e, dal48
prossimo anno, le stesse aliquote!!!)
ICI, IMU, TASI
 Non c’è razionalità nel prelievo
 La TASI è peggio dell’IMU-prima abitazione!
 Ogni anno, la rimodulazione delle imposte ha creato costi
incredibili:
 Per gli enti locali: costi diretti (tagli occulti: ancora si
discute delle compensazioni ICI-IMU del 2012!) e indiretti
(adeguamenti della normativa: simulazioni, moduli, info,
bollettini …..)
 Per i contribuenti: costi di adempimento e grande
confusione
 Il risultato è un sistema poco equo e estremamente
variegato sul territorio (è lasciata ampia libertà ai Comuni,
soprattutto per quanto riguarda i soggetti passivi della TASI
e le detrazioni per la prima abitazione)
 Un sistema equo di tassazione patrimoniale immobiliare
non potrà mai essere attuato se non si procede rapidamente
alla revisione delle RENDITE CATASTALI (vedi delega 49
fiscale, e speriamo sia la volta buona!)