LA FARETRA DEL - Seminario Diocesano Brescia

n°31 settimana dal 2 all’ 8 febbraio
Seminario minore di Brescia
“UN CORPO MI HAI PREPARATO” Eb 10,3
A- FOCALIZZAZIONE: mani chiuse a pugno
B- ATTEGGIAMENTO
COSTRUTTIVO/DISTRUTTIVO:
ira
(alla fine della lettura del punto C, cerchia se l’atteggiamento è costruttivo o distruttivo per l’amicizia con Gesù)
C- DECIFRAZIONE:
Pensando all’ira, subito ci
viene in mente qualcuno che
perde il controllo, vede tutto
nero, considera l’altro come
un nemico e distribuisce pugni a tutti quelli che non sono d’accordo con lui. Questo
atteggiamento rimanda a una chiusura e non a un dialogo. Anche l’ira è un vizio capitale.
Te li ricordi gli altri? (altrimenti riguarda la FARETRA n°29)
Chi è colui che non cede all’ira? È colui che è capace di contenersi, di avere autocontrollo. Se qualcuno sbaglia con lui, egli sa riflettere e perdonare. È colui che pensa fino a dieci prima di reagire in maniera brusca.
D- CONCRETIZZAZIONE:
1- A SCUOLA = penso alla persona con cui vado meno d’accordo e con
la quale litigo più spesso. Mi impegno a parlare e a giocare con lei,
anche se questo mi costa fatica
2- A CASA = mi impegno a non litigare con i miei, fratelli, sorelle e genitori (se ti è utile, conta fino a dieci prima di reagire o rispondere
male).
LA FARETRA
DEL
MINISTRANTE
MANI CHIUSE A PUGNO
Signore Gesù,
allontana da me gli scatti d’ira,
la rabbia che mi fa perdere il controllo,
la collera che mi fa vedere tutto nero,
il rancore che mi fa vedere
l’altro come un nemico:
atteggiamenti sbagliati
per un ministrante.
Fammi vivere una vita
gioiosa, serena e paziente
verso il prossimo.
Non voglio mani chiuse a pugno
che portano odio e violenza,
discordia e divisione.
Donami il tuo santo Spirito
perché ogni volta
che mi viene voglia
di far valere le mie ragioni
con la forza,
possa essere paziente e capace
di riportare i miei pensieri
e le mie parole a Te
che sei mite e umile di cuore.
Chi mi incontra trovi in me
un tipo lento all’ira
e grande nell’amore.
Amen.
3 FEBBRAIO:
SAN BIAGIO
“Avvenga per voi secondo la vostra fede”
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 9,18-19; 23-30)
Mentre (Gesù) diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse:
«Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù
si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e
la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano
e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Mentre Gesù si
allontanava di là, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di
Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?».
Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e
disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono
loro gli occhi.
N.B.: BENEDIZIONE DELLA GOLA
(con le candele benedette)
Nei vangeli, si racconta parecchie volte che Gesù guarisce le
persone con il gesto di imporre le mani. Ha pienamente senso chiedere a Dio la salute di tutta la persona, corpo e anima.
Ecco il gesto della benedizione della gola legato alla memoria
di san Biagio. La tradizione, infatti, gli attribuisce il miracolo
di un bambino salvato dalla morte per una spina di pesce
inghiottita. Noi chiediamo a Dio, attraverso
l’intercessione (= preghiera) di san Biagio, la salute e la protezione, non
solo della gola, ma di tutta la nostra vita e domandiamo soprattutto che la
nostra fede sia robusta e salda in Lui perché la benedizione è collegata anche
alla nostra fede, come era per Gesù la guarigione, cioè sempre legata alla fede di chi
la invocava.
IDENTIKIT DEL SANTO …
Nome: Biagio
Nascita: III secolo d.C.
Primo lavoro: medico
Secondo lavoro: vescovo di Sebaste (in
Armenia, vicino alla Turchia)
Miracolo: secondo la tradizione, avrebbe
salvato un bambino da una lisca di pesce
che gli si era conficcata in gola
Testimonianza coraggiosa: viene imprigionato dai Romani e, durante il pro-
cesso, NON RINNEGA LA SUA FEDE CRISTIANA
Martirio: prima torturato con pettini di ferro
e poi decapitato
Morte: circa il 3 febbraio 316 a Sebaste
Ricorrenza liturgica: 3 febbraio
Colore liturgico: rosso
(perché è un
M _ _ _ _ _ E = TESTIMONE)
Protettore di: malattie della gola, specialisti
otorinolaringoiatri, cardatori di lana, animatori, animali e attività agricole
CAMICE E STOLA
Il CAMICE, che si può chiamare anche tunica o alba
(dal latino “bianco”), è quell’abito lungo e bianco che
è proprio di tutti i ministri: infatti è la “base” su cui
poi si possono mettere le vesti proprie di ogni ufficio.
Il camice può essere aperto o con il colletto, semplice o adornato con ricami e
pizzi.
Ti ricordi quali sono gli altri
due “accessori” che andrebbero indossati con il
camice?
La STOLA è la parte più importante delle vesti sacerdotali e pertanto i ministri ordinati dovrebbero sempre indossarla durante le celebrazioni. Si tratta di una striscia
larga di stoffa colorata che il
diacono porta di traverso
(dalla spalla sinistra al fianco
destro), mentre il sacerdote
e il vescovo la portano diritta
(due strisce che scendono in
avanti). Prima del Concilio
Vaticano II solo i vescovi potevano indossare la stola diritta, poiché i sacerdoti la
dovevano indossare incrociandola sul petto.