Omelia del Venerdì Santo - Associazione Nuova Citeaux

Venerdì santo 2015
3 Aprile 2015
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Is 52,13-53-12; Eb 4,14-5,9; Gv 18,1-19,42.
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Quando si ascolta il vangelo di Giovanni, ciò che colpisce di più è il
contrasto tra il nervosismo degli accusatori, l'incapacità di decisione dei
capi del popolo e l'accanimento delle folle da una parte, e dall'atra parte la
serenità e la decisione di Gesù. Dietro l'apparenza della grandezza del
potere e della giustizia, che finge di rispettare le forme di un processo,
anche se la decisione è già presa, c'é tutta l'acrimonia, la crudeltà e il
desiderio di vendetta che si nascondono. Di fronte a questi giochi di
potere, cosa poteva fare il giusto e l'innocente?
Perché ciò che sta succedendo davanti ai nostri occhi, non è un
processo nel quale si ricerca la verità o si desidera il bene, ma è solo il
conflitto degli interessi contrari di potenti che vogliono affermare il loro
dominio. Come le statue antiche, che la rappresentano come una donna
cieca, così appare ai nostri occhi la giustizia nel processo di Gesù. Nessuno
vuole sapere la verità, nessuno desidera ascoltare il giusto. Vogliono solo
sbarazzarsi di un problema, per non dover cambiare vita.
Il sommo sacerdote cerca di intrappolare Gesù. Pilato trova
l'opportunità di affermare il suo potere. Le folle esprimono il loro bisogno
di scaricare su una povera vittima tutta la loro violenza e la loro amarezza.
I discepoli rimangono paralizzati davanti alla violenza del mondo, incapaci
di reagire. Di fronte a tutto questo sordido catalogo dei vizi umani, Gesù
rimane sereno e manifesta la grandezza del Padre di fronte alla meschinità
degli uomini.
Però, questa cattiveria non è solo del tempo di Gesù. Ogni volta che
muore un innocente in questo mondo, il Signore è presente! Ancora oggi,
ci sono tanti uomini che condannano degli innocenti, perché è più comodo,
che lasciano morire dei giusti, per interesse, che gridano con i più forti e i
più potenti, o rimangono silenziosi e senza voce di fronte all'ingiustizia e
alla morte dei martiri. Ancora oggi, tanti discepoli di Gesù muoiono nel
mondo nell'indifferenza, perché i potenti hanno deciso che non valeva la
pena alzare la voce per difendere la giustizia e la verità. Ancora oggi, la
Passione di Gesù ricomincia, nell'indifferenza generale. Ancora oggi,
Cristo è crocifisso nel nostro mondo.