MALATTIA CELIACA (RI0060) E VARIANTE DERMATITE ERPETIFORME (RL0020): I DATI DI ESENZIONE DEGLI ASSISTITI DELL’ASL DI BERGAMO (al 31/05/2014) SERVIZIO EPIDEMIOLOGIA AZIENDALE DIP. PAC ASL di BERGAMO A cura di Alberto Zucchi Resp. Servizio Epidem. Aziendale INTRODUZIONE La celiachia è un’intolleranza alimentare autoimmune permanente, scatenata in soggetti geneticamente predisposti, dall’ingestione del glutine (Meresse B, Malamut G, Cerf-Bensussan N. Celiac disease: an immunological jigsaw. Immunity. 2012; 36:907-19.). I celiaci reagiscono all’introduzione di alimenti ricchi di glutine, un termine utilizzato genericamente per indicare alcune proteine specifiche del grano, dell’orzo e di altri cereali, come la gliadina. Queste proteine sono contenute nella pasta, nel pane, nei biscotti e causano una risposta immunitaria abnorme a livello intestinale, determinata dall’incapacità di digerirle e assorbirle. La predisposizione genetica della celiachia consiste nella presenza nel corredo genetico degli alleli DQ2 e/o DQ8 del sistema di istocompatibilità di seconda classe (HLA). La presenza di almeno una delle molecole codificate da questi alleli, sulla superficie delle cellule presentanti l’antigene, è la condizione necessaria, ma non sufficiente, per sviluppare la MC. Infatti, solo il 30% della popolazione mondiale che presenta tali alleli sviluppa, prima o poi, la MC ed è ormai accertato che altri fattori ambientali sono necessari affinché la celiachia si manifesti clinicamente (Qiao SW, Sollid LM, Blumberg RS. Antigen presentation in celiac disease. Curr Opinion Immunol. 2009; 21: 111-7.). Tra i fattori concomitanti, nella patogenesi della MC, è stato ipotizzato che possano avere un ruolo le infezioni intestinali, l’epoca di introduzione del glutine durante il divezzamento e lo sviluppo di particolari ceppi nella flora batterica intestinale. Tutte queste condizioni da una parte aumentano la permeabilità intestinale, permettendo l’ingresso dei peptidi della gliadina nella mucosa intestinale, dall’altra attivano uno stato infiammatorio della mucosa stessa che viene poi potenziato nei soggetti DQ2/DQ8 positivi (Kupfer SS, Jabri B. Pathophysiology of celiac disease. Gastrointest Endosc Clin N Am. 2012; 22: 639-60.). La predisposizione genetica è uno degli eventi chiave nella patogenesi della MC, infatti, solo le molecole HLA codificate dagli alleli DQ2/DQ8 sono in grado di alloggiare nella propria tasca i peptidi della gliadina e quindi presentarli ai linfociti T, che sono le cellule effettrici della risposta immunitaria. La risposta immunitaria genera una infiammazione cronica, danneggia i tessuti dell’intestino tenue e porta alla scomparsa dei villi intestinali, importanti per l’assorbimento di altri nutrienti (Sollid LM, Jabri B. Triggers and drivers of autoimmunity: lessons from coeliac disease. Nat Rev Immunol. 2013; 13: 294-302. Maiuri L, Ciacci C, Ricciardelli I, Vacca L, Raia V, Auricchio S, Picard J, Osman M, Quaratino S, Londei M. Association between innate response to gliadin and activation of pathogenic T cells in coeliac disease. Lancet. 2003; 362: 30-7.). Un celiaco quindi, oltre al danno diretto, subisce un consistente danno indiretto perché non è in grado di assorbire sostanze nutritive e quindi rischia la malnutrizione. Dato il meccanismo con cui si sviluppa, la celiachia è quindi una malattia autoimmunitaria. Se non è diagnosticata tempestivamente e trattata in modo adeguato, la celiachia può determinare conseguenze importanti sullo stato di salute delle persone colpite (Tio M, Cox MR, Eslick GD. Meta-analysis: coeliac disease and the risk of all-cause mortality, any malignancy and lymphoid malignancy. Aliment Pharmacol Ther. 2012, 35: 501-512). Le persone celiache tendono anche a sviluppare altre condizioni e malattie autoimmuni, come la dermatite herpetiforme, la tiroidite autoimmune, il lupus sistemico eritematoso, il diabete di tipo 1, malattie del fegato, malattie vascolari, artrite reumatoide, la sindrome di Sjögren. EPIDEMIOLOGIA GENERALE La celiachia è una malattia nota da molti anni, ma solo in tempi recenti viene riconosciuta come un problema piuttosto comune, e quindi riceve una maggiore attenzione anche da parte dei produttori di alimenti e dei ristoratori. La stima della prevalenza della celiachia, a livello mondiale, è dell’1%. Secondo recenti studi americani, la malattia è ampiamente sottostimata negli Stati Uniti, dove interessa una persona su 133. La diagnosi invece viene effettuata mediamente solo sul 3% dei malati. Ci sarebbero quindi più di due milioni di celiaci non diagnosticati nei soli Stati Uniti (Kang JY, Kang AH, Green A, Gwee KA, Ho KY. Systematic review: worldwide variation in the frequency of coeliac disease and changes over time. Aliment Pharmacol Ther. 2013 Aug;38(3):226-45). Tra le persone che hanno un parente di primo grado celiaco, la percentuale sale moltissimo, con una incidenza della malattia di 1 caso su 22 persone. Studi epidemiologici recenti stanno rilevando la presenza notevole di celiachia anche in aree del mondo nelle quali non si riteneva fosse molto presente, dall’Africa al Sudamerica e all’Asia. In Europa, la celiachia sarebbe la più comune malattia di origine genetica (Mustalahti K, Catassi C, Reunanen A, Fabiani E, Heier M, McMillan S, Murray L, Metzger MH, Gasparin M, Bravi E, Mäki M; Coeliac EU Cluster, Project Epidemiology. The prevalence of celiac disease in Europe: results of a centralized, international mass screening project. Ann Med. 2010; 42: 587-95.). In Italia, ad esempio, probabilmente anche in seguito all’elevato consumo di pasta, la stima del National institute of diabetes and digestive and kidney diseases americano è di un caso su 250. Secondo l’Associazione italiana celiachia (Aic), invece, l’incidenza di questa intolleranza in Italia si aggira su un caso ogni 100-150 persone. I celiaci quindi potrebbero essere circa 400 mila, ma ne sono stati diagnosticati solo 35 mila. Ogni anno, sostiene sempre l’Aic, vengono effettuate cinque mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9%. Gli studi recenti che hanno affrontato la distribuzione e la frequenza della celiachia nella popolazione dimostrano che l’epidemiologia in questi ultimi anni è cambiata, passando da una predominanza di forme cliniche, caratterizzate da sintomi e segni gastro-intestinali (diarrea, vomito, addome globoso e scarso accrescimento) alle cosiddette forme “atipiche”, contraddistinte da anemia, epatopatie e/o malattie autoimmuni ((Kang JY, Kang AH, Green A, Gwee KA, Ho KY. Systematic review: worldwide variation in the frequency of coeliac disease and changes over time. Aliment Pharmacol Ther. 2013 Aug;38(3):226-45).). La maggiore consapevolezza e conoscenza della celiachia da parte dei medici, l’aumento della sensibilità della collettività e l’introduzione, nella pratica clinica routinaria, del dosaggio degli EMA e degli anticorpi anti-TG2, hanno aumentato il numero di diagnosi anche in soggetti celiaci pauci/asintomatici. I DATI EPIDEMIOLOGICI NAZIONALI E REGIONALI Il Decreto Ministeriale 279 del 18 maggio 2001 istituisce una Rete Nazionale di Presidi accreditati e di Centri di riferimento interregionali per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare al fine di tutelarne i soggetti affetti e garantire loro l’esenzione delle spese per le relative prestazioni sanitarie. Tali strutture, individuate sulla base dell’esperienza diagnostica, terapeutica e sulla base delle dotazioni strutturali e strumentali, offrono un servizio di diagnosi mediante l’adozione di specifici protocolli concordati e gestiscono il flusso dei dati epidemiologici ai fini del coordinamento della rete, ciascuno per il bacino territoriale di competenza. La Regione Lombardia, con DGR VII/08884 del 20/01/2009, ha individuato in tutti i centri della rete delle malattie rare la possibilità di diagnosi. La certificazione per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria è consentitaa tutte le strutture abilitate al rilascio delle certificazioni per le patologie croniche ed invalidanti di cui ai D.D. M.M. 329/1999 e 296/2001. La celiachia è l’intolleranza alimentare più frequente negli esseri umani con una prevalenza stimata intorno all’1%, considerando sia la fascia degli adulti sia quella dei bambini. In passato, in particolare, si riteneva che la celiachia fosse una patologia pressoché esclusiva dell’età pediatrica, mentre oggi è stata dimostrata un’aumentata incidenza dopo i 50 anni, con un terzo dei soggetti diagnosticati oltre i 65 anni (Catherine Dubè et al, The prevalence of celiac disease in average-risk and at-risk Western European populations: A systematic review, Gastroenterology, Volume 128, Issue 4, Supplement 1 , Pages S57-S67, April 2005. Shadi Rashtak, Joseph A. Murray, Celiac disease in the elderly, Gastroenterol Clin North Am.2009 September; 38(3): 433–446). I celiaci che in Italia si sono sottoposti ai test e che sono risultati positivi alla diagnosi di celiachia (dato al 2012 - Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia. De Stefano S., Silano M. –Min Salute, ISS) sono 148.662 (Tabella 1), circa un quarto di quelli stimati se si considera che, come detto, la prevalenza di questa malattia si aggira intorno all’1%. La prevalenza maggiore, sull’intero corpus dati nazionale, appare proprio quella lombarda. La tabella 2 esplora in dettaglio maggiore le regioni del Nord Italia, presentando anche i relativi tassi grezzi. Tabella 1 - Celiaci anno 2012 Regione Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise P.A. Bolzano P.A. Trento Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Valle D’Aosta Veneto Totale CELIACI 3.646 786 5.024 14.266 12.082 2.743 14.755 3.989 25.236 2.824 676 1.107 1.638 10.184 9.434 5.256 12.357 11.405 2.015 378 8.861 148.662 % su totale nazionale 2,5 0,5 3,4 9,6 8,1 1,8 9,9 2,7 17,0 1,9 0,5 0,7 1,1 6,9 6,3 3,5 8,3 7,7 1,4 0,3 6,0 Tabella 2 - Celiaci Regioni del Nord REGIONE CELIACI 2012 12.082 POPOLAZIONE RESIDENTE 4.395.569 Tasso per 10.000 res. 27,49 2.743 1.234.079 22,23 3.989 25.236 1.615.986 9.826.141 24,68 25,68 MARCHE TRENTINO ALTO ADIGE 2.824 2.745 1.559.542 1.028.260 18,11 26,70 PIEMONTE 10.184 4.446.230 22,90 378 127.866 29,56 8.861 4.912.438 18,04 69.042 29.146.111 23,69 EMILIA ROMAGNA FRIULI VENEZIA GIULIA LIGURIA LOMBARDIA VALLE D’AOSTA VENETO TOTALE REGIONI DEL NORD E’ pertanto parso interessante, alla luce di questi dati generali, effettuare una valutazione preliminare, finalizzata ad una stima specifica del fenomeno in provincia di Bergamo, attraverso l’Archivio Esenzioni per Patologia dell’ASL di Bergamo. L’utilizzo della base dati delle Esenzioni per patologia è comunemente accettato per patologie in cui vi sia ragionevole certezza che ad ogni diagnosi segua la relativa esenzione. Le esenzioni tracciate sono state le seguenti: Malattia Celiaca (RI0060) e Variante Dermatite Erpetiforme (Rl0020). I DATI DI ESENZIONE DELLA ASL DI BERGAMO MALATTIA CELIACA (RI0060) E VARIANTE DERMATITE ERPETIFORME (RL0020) Tabella 3. Quantificazione delle Esenzioni per m_celiaca rispetto al totale delle esenzioni N.casi Altre esenzioni Malattia celiaca Variante Dermatite Erpet. Totale Percent 840.600 99,5 4.215 ,5 123 ,0 844.938 100,0 Tabella 4. Esenzioni per m_celiaca e sesso Malattia celiaca N.casi GENERE Variante Dermatite Erpet. Column N % N.casi Column N % Totale N.casi Column N % M 1.321 31,3% 76 61,8% 1.397 32,2% F 2.894 68,7% 47 38,2% 2.941 67,8% Totale 4.215 100,0% 123 100,0% 4.338 100,0% Queste numerosità si traducono in prevalenze rispettivamente pari a 2,62 per 1.000 (maschi), 5,35 per 1.000 (femmine), 4,00 per 1.000 (complessiva). La prevalenza provinciale appare dunque molto superiore alla prevalenza media regionale lombarda (cfr. tab. 2 Regione Lombardia 2,57 per 1.000) Tabella 5. m_celiaca Distribuzione per età Malattia celiaca N.casi Variante Dermatite Erpet. Column N % N.casi Totale Column N % N.casi Column N % Classi di 0-4 61 1,4% 0 ,0% 61 1,4% età 5-9 285 6,8% 1 ,8% 286 6,6% 10-14 410 9,7% 0 ,0% 410 9,5% 15-19 340 8,1% 2 1,6% 342 7,9% 20-24 296 7,0% 2 1,6% 298 6,9% 25-29 282 6,7% 5 4,1% 287 6,6% 30-34 303 7,2% 10 8,1% 313 7,2% 35-39 362 8,6% 20 16,3% 382 8,8% 40-44 462 11,0% 16 13,0% 478 11,0% 45-49 434 10,3% 18 14,6% 452 10,4% 50-54 321 7,6% 11 8,9% 332 7,7% 55-59 215 5,1% 8 6,5% 223 5,1% 60-64 147 3,5% 8 6,5% 155 3,6% 65-69 112 2,7% 8 6,5% 120 2,8% 70-74 88 2,1% 8 6,5% 96 2,2% 75-79 56 1,3% 2 1,6% 58 1,3% 80-84 24 ,6% 2 1,6% 26 ,6% 85-89 14 ,3% 2 1,6% 16 ,4% 3 ,1% 0 ,0% 3 ,1% 4.215 100,0% 123 100,0% 4.338 100,0% 90+ Totale Grafico 1. Distribuzione esenzioni m.celiaca per età (comprensive di Dermatite Erpetiforme) Grafico 2. Esenzioni M. Celiaca per età e genere La tabella n.5 ed il grafico n. 1 evidenziano una distribuzione per età di tipo bimodale, con cuspidi rispettivamente presenti tra 8 e 11 anni e intorno ai 40-45 anni. Tale bimodalità è presente in entrambi i generi (cfr grafico 2). IL TERRITORIO BERGAMASCO: ESENZIONI PER MALATTIA CELIACA E DISTRETTO DI RESIDENZA Le tabelle che seguono mostrano la distribuzione dei casi sul territorio della ASL di Bergamo, in base alla residenza dei pazienti con esenzione per celiachia. Tabella 6. Esenzioni per m_celiaca E DISTRETTO DI RESIDENZA m_celiaca Malattia celiaca N.casi distretto ASSISTITI NON Variante Dermatite Erpet. Column N % N.casi Totale Column N % N.casi Column N % 37 ,9% 1 ,8% 38 ,9% 01-Bergamo 575 13,6% 18 14,6% 593 13,7% 02-Dalmine 612 14,5% 15 12,2% 627 14,5% 03-Seriate 326 7,7% 14 11,4% 340 7,8% 04-Grumello 192 4,6% 7 5,7% 199 4,6% 05-Valle Cavallina 169 4,0% 3 2,4% 172 4,0% 06-Monte Bronzone-Basso 122 2,9% 1 ,8% 123 2,8% 69 1,6% 2 1,6% 71 1,6% 08-Valle Seriana 385 9,1% 22 17,9% 407 9,4% 09-Valle Seriana Sup e Val 187 4,4% 5 4,1% 192 4,4% 10-Valle Brembana 112 2,7% 4 3,3% 116 2,7% 11-Valle Imagna e Villa 169 4,0% 6 4,9% 175 4,0% 12-Isola Bergamasca 502 11,9% 11 8,9% 513 11,8% 13-Treviglio 446 10,6% 5 4,1% 451 10,4% 14-Romano di Lombardia 312 7,4% 9 7,3% 321 7,4% 4.215 100,0% 123 100,0% 4.338 100,0% RESIDENTI Sebino 07-Alto Sebino di Scalve Almè Totale Tabella 7. Tasso esenzioni per Distretto e genere (tasso *1.000res) 01-Bergamo 02-Dalmine 03-Seriate Maschi Femmine Totale 2,59 2,87 3,26 5,20 5,83 5,64 3,98 4,35 4,46 04-Grumello 05-Valle Cavallina 2,63 1,78 5,57 4,65 4,10 3,21 06-Monte Bronzone-Basso Sebino 07-Alto Sebino 2,56 1,70 5,61 3,10 4,08 2,42 08-Valle Seriana 09-Valle Seriana Sup e Val di Scalve 2,82 3,86 5,35 6,00 4,10 4,94 10-Valle Brembana 11-Valle Imagna e Villa Almè 2,30 2,21 4,09 5,43 3,20 3,85 12-Isola Bergamasca 13-Treviglio 2,36 2,76 5,41 5,45 3,89 4,11 14-Romano di Lombardia 2,24 5,53 3,87 PROVINCIA 2,62 5,35 4,00 PROVINCIA 14-Rom ano di Lombardia 13-Treviglio 12-Is ola Bergam as ca 11-Valle Imagna e Villa Almè 10-Valle Brembana 09-Valle Seriana Sup e Val di Scalve tot_celiachia_tx1000 08-Valle Seriana F_celiachia_tx1000 07-Alto Sebino M_celiachia_tx1000 06-Monte Bronzone-Bas so Sebino 05-Valle Cavallina 04-Grumello 03-Seriate 02-Dalmine 01-Bergam o 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 Grafico 3. Prevalenza esenzioni (per 1.000 res.) per celiachia e Distretto; totale e per genere. Le linee verticali individuano il tasso medio provinciale per genere e complessivo. Mappa 1. Tassi di esenzione per celiachia su base comunale (per 1.000 residenti); quintili della distribuzione Le tabelle 6 e 7 e la mappa n.1 evidenziano una certa eterogeneità territoriale nella distribuzione delle esenzioni sulla base della residenza del paziente. I territori a maggior prevalenza appaiono essere la Valle Seriana (in particolare l’ambito della Valle Seriana Superiore e l’ambito di Seriate) ed il distretto di Dalmine. CONCLUSIONI Dall’analisi dei dati di esenzione patologia-specifici elaborati nel presente lavoro emerge una prevalenza della malattia celiaca in provincia di Bergamo notevolmente elevata, sia rispetto agli indici nazionali, sia rispetto alle stime regionali. Si rileva, inoltre, una significativa maggior prevalenza nelle femmine rispetto ai maschi. L’analisi territoriale mostra tassi di prevalenza eterogenei per distretto e per comune. In particolare, appaiono superiori alla media provinciale i territori afferenti agli ambiti della Valle Seriana Superiore, di Seriate e di Dalmine. Appare tuttavia difficile attribuire un particolare significato epidemiologico a questa distribuzione sul territorio senza ulteriori approfondimenti.
© Copyright 2024 ExpyDoc