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DIOCESI DI TREVISO – PASTORALE GIOVANILE
Cafarnao
FA’ CIÒ
CHE DEVI
Veglia di preghiera
dei giovani con il Vescovo
Treviso, 12 aprile 2014
Accoglienza
in Cattedrale
• CANTO
Rit.
INIZIALE
Dall’aurora io cerco Te,
fino al tramonto ti chiamo,
ha sete solo di te l’anima mia
come terra deserta.
Non mi fermerò un solo istante
sempre canterò la tua lode
perché sei il mio Dio, il mio riparo
mi proteggerai all’ombra delle tue ali. Rit.
Non mi fermerò un solo istante
io racconterò le tue opere
perché sei il mio Dio, unico bene
nulla mai potrà la notte contro di me. Rit.
• SALUTO
Vesc.
Ass.
DEL VESCOVO
Carissimi giovani, è bello rivedervi qui questa sera così
numerosi. In comunione con i tantissimi giovani che in
ogni angolo della terra, nelle loro diocesi, stanno celebrando la Giornata mondiale della gioventù, ci ritroviamo qui per pregare il Signore Gesù, per invocare la sua
presenza, per accogliere la sua Parola e seguirlo oggi
lungo le strade della sua missione. Iniziamo questa veglia nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
5
Vesc.
Ass.
Il Signore sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
• VIDEO
DI CAFARNAO
• ASCOLTO
DELLA PAROLA
Coro: Lode a te, o Cristo, Re di eterna gloria.
Tutti: Lode a te, o Cristo, Re di eterna gloria.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-17)
In quel tempo Gesù, avendo saputo che Giovanni era
stato arrestato, si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel
territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta
Isaìa: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla
via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di
morte una luce si è levata.
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
• INVIO
DEL VESCOVO
• USCITA
IN SILENZIO
in cammino...
6
La periferia della
malattia e del lutto
nella chiesa di Santo Stefano
• INGRESSO
• ASCOLTO
IN CHIESA
DELLA PAROLA
Coro: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza.
Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.
Tutti: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza.
Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5,21-24.35-43)
Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva,
gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il
mare.
E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il
quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò
con insistenza: «La mia iglioletta sta morendo: vieni
a imporle le mani, perché sia salvata e viva».
Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva
intorno. Stava ancora parlando, quando dalla casa del
capo della sinagoga vennero a dire: «Tua iglia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non
temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessu7
no di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni,
fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della
sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva
e urlava forte.
Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La
bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano.
Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la
madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina
e le disse: «Talità kum», che signi ica: «Fanciulla, io ti
dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava;
aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande
stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
(breve silenzio)
• TESTIMONIANZA
• PREGHIERA (Testi tratti dagli scritti di Santa Bertilla Boscardin)
Ant. (in canto) Nada te turbe, nada te espante.
Quien a Dios tiene nada le falta.
Nada te turbe, nada te espante: solo Dios basta.
Niente ti turbi, niente ti spaventi:
chi ha Dio, niente gli manca.
Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta.
Come Santa Bertilla metteva tutto davanti a Gesù e
scorgeva le tracce della Sua presenza e della Sua azione nei momenti dif icili, rafforza in noi la consapevolezza che non siamo mai soli, soprattutto nei periodi
8
Ant.
di malattia di un famigliare e di fronte alla morte di
una persona cara.
Nada te turbe, nada te espante...
Ant.
“È Gesù che dispone”: così Santa Bertilla af idava la sua
vita nelle mani del Signore, accogliendo ciò che le riservava, senza pretese né pregiudizi verso chi incontrava nel suo servizio. Fa che anche noi riusciamo ad
avere il cuore libero e pronto a vedere con occhi nuovi
chi ci metti accanto.
Nada te turbe, nada te espante...
Ant.
“Basta che io sia perfettamente ubbidiente, carta bianca”: Signore fammi capire come posso essere utile,
come posso essere quel foglio bianco così come lo intendeva Santa Bertilla, un foglio dove tu puoi indicarmi chi è il mio prossimo da aiutare e sostenere.
Nada te turbe, nada te espante...
• USCITA
IN SILENZIO
in cammino...
9
Santa Maria Bertilla Boscardin
(Goia di Brendola, 6 ottobre
1888 – Treviso, 20 ottobre 1922).
Nata in provincia di Vicenza, al battesimo è stata chiamata Anna Francesca: figlia
di agricoltori non certo ricchi,
ha frequentato alcune classi di
scuola elementare; poi, presto
al lavoro, come tutte le ragazze
della sua condizione all’epoca.
Presa la decisione di farsi
suora, Anna Francesca lascia
che sia il suo parroco a scegliere per lei tra le varie congregazioni femminili: suore Maestre
di Santa Dorotea Figlie dei Santissimi Cuori a Vicenza. Al momento della professione religiosa, 1905, prende poi i nomi
di Maria Bertilla. I suoi primi compiti in comunità sono i
lavori in cucina, al forno e in lavanderia: nessun problema
per una che conosce le fatiche della campagna ancora senza macchine, dove tutto si fa a forza di braccia. Poi inizia il
tirocinio presso l’ospedale di Treviso e si rimette a studiare,
diplomandosi infermiera. Ma questo non le impedisce di dedicarsi anche a compiti più pesanti per aiutare le consorelle.
Divenuta infermiera, lavorò nell’ospedale di Treviso,
dove si dedicò a servire i malati nel corpo e nello spirito,
infaticabile nell’aiutare le consorelle. Operata di tumore a
22 anni, lei che è infermiera sperimenta la vita in ospedale
anche sul versante della sofferenza. Riesce a rimettersi e
torna in servizio.
10
Ecco poi sopraggiungere il tumore, l’intervento chirurgico, la lenta ripresa. Pochi anni dopo scoppia la prima guerra
mondiale, e quando Treviso viene a trovarsi in pericolo suor
Maria Bertilla è trasferita in Lombardia con tutto l’ospedale,
e sottoposta a una prova severa: incomprensioni e dissensi
provocano la sua “retrocessione” da infermiera a donna di
fatica in lavanderia.
Suor Maria Bertilla ne soffre moltissimo: ma dentro di
sé, soltanto dentro. Non le sfugge una parola di amarezza, di
risentimento. Il suo fisico ora resiste meno allo sforzo, ma la
volontà non cede.
Dopo il rientro a Treviso, la religiosa viene reintegrata
nelle funzioni di infermiera. Ma lei è anche qualcosa d’altro,
come dirà Giovanni XXIII canonizzandola l’11 maggio 1961:
“L’irradiazione di suor Bertilla si allarga: nelle corsie, a contatto con gli epidemici, a consolare, a calmare: pronta e ordinata, esperta e silenziosa, fino a far dire anche ai distratti che
Qualcuno – cioè il Signore – fosse sempre con lei a dirigerla”.
Finché crolla: si è riprodotto il tumore. “La morte mi può
sorprendere ad ogni momento”, scrive nei suoi appunti, “ma
io devo essere preparata”. Nuova operazione, ma questa volta non si rialza più e la sua vita si conclude a 34 anni.
L’irradiazione però continua. Presso la sua tomba c’è
sempre chi prega, chi ha bisogno della suora infermiera per
i mali più diversi: e l’aiuto, per vie misteriose, arriva. Vissuta
oscuramente, Maria Bertilla è sempre più conosciuta e amata da morta. Esperta in sofferenza e umiliazione, continua a
donare speranza.
Le sue spoglie si trovano ora a Vicenza, nella Casa Madre
della sua comunità.
11
La periferia
della povertà
e della marginalità
nella chiesa di San Nicolò
• INGRESSO
• ASCOLTO
IN CHIESA
DELLA PAROLA
Coro: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza.
Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.
Tutti: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza.
Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,7-12)
In quel tempo Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri.
E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella
cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa,
rimanetevi inché non sarete partiti di lì. Se in qualche
luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come
testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono
che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni,
ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
12
(breve silenzio)
• TESTIMONIANZA
• PREGHIERA (Raoul Follereau)
Signore, insegnaci
a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri,
a non amare soltanto quelli che ci amano.
Insegnaci a pensare agli altri,
ad amare quelli che nessuno ama.
Signore, facci soffrire della sofferenza altrui.
Facci la grazia di capire che ad ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi igli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore, abbi pietà
di tutti i poveri del mondo,
ai quali Tu così spesso hai sorriso.
Perdona a noi di averli,
per una irragionevole paura, abbandonati.
Non permettere più, Signore,
che noi viviamo felici da soli.
Facci sentire l’angoscia
della miseria universale,
e liberaci da noi stessi.
Così sia.
13
• CANTO:
PREGHIERA DI SAN FRANCESCO
O Signore, fa’ di me uno strumento,
fa’ di me uno strumento della tua pace:
dov’è odio che io porti l’amore,
dov’è offesa che io porti il perdono;
dov’è dubbio che io porti la fede,
dov’è discordia che io porti l’unione,
dov’è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza. (2 v.)
Rit.
O Maestro, dammi tu un cuore grande
che sia goccia di rugiada per il mondo,
che sia voce di speranza,
che sia un buon mattino,
per il giorno di ogni uomo.
E con gli ultimi del mondo
sia il mio passo lieto nella povertà,
nella povertà. (2 v.)
O Signore, fa’ di me il tuo canto,
fa’ di me il tuo canto di pace:
a chi è triste che io porti la gioia,
a chi è nel buio che io porti la luce.
È donando che si ama la vita,
è servendo che si vive con gioia,
perdonando che si trova il perdono,
è morendo che si vive in eterno. (2 v.) Rit.
• USCITA
IN SILENZIO
in cammino...
14
Beato Enrico da Bolzano. Nato a Bolzaura
no verso il 1250, condusse la dura
vita del povero operaio. In epoca
non precisata si trasferì a Treviso con la moglie e il figlio, e,
dopo la loro morte, visse in un
oscuro bugigattolo messogli a
disposizione da un notaio. Negli
ultimi anni si ridusse in estremaa
povertà, accettando l’elemosina.
A Bolzano e a Treviso fu ammirato come assiduo frequentatore di chiese (a Treviso soleva visitare tutte le chiese
della città ogni giorno) e avido ascoltatore di Messe. Più
ammirata ancora fu la sua vita di penitente: dormiva su
un duro giaciglio, portava un ruvido saio, praticava lunghe
veglie in preghiera. Quando si spense, tutto solo nella sua
cella, i trevisani dissero che era morto un santo.
I funerali videro un concorso immenso di popolo e furono
accompagnati da strepitosi prodigi. Seguirono per oltre un
anno pellegrinaggi che condussero dalle città vicine migliaia di persone all’arca del poverello, collocata nel duomo di
Treviso sopra un altare. Una commissione vescovile registrò
in poco tempo 346 miracoli, per lo più guarigioni, su deposizione di testimoni oculari. Uno di questi fu Pier Domenico di Baone, suo biografo e più tardi vescovo di Treviso.
Ricognizioni delle reliquie si ebbero nel 1381 e nel 1712; una
reliquia insigne nel 1759 fu portata a Bolzano ed è venerata
nel duomo. In queste diocesi sorsero alcune chiese a lui
dedicate. Il culto del beato fu approvato da Benedetto XIV
per la diocesi di Treviso e da Pio VII per quella di Trento.
15
La periferia
della chiusura,
del male di vivere,
della solitudine
nella chiesa di Sant’Agnese
• INGRESSO
• ASCOLTO
IN CHIESA
DELLA PAROLA
Coro: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza.
Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.
Tutti: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza.
Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5,1-20)
Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Gesù sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli
venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma
aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno
riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e gior16
no, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva
con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e,
urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio,
non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito
impuro, da quest’uomo!».
E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome
è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E
lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono:
«Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti,
entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla
rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel
mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la
notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a
vedere che cosa fosse accaduto.
Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla
Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto,
spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di
andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non
glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai
tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la
misericordia che ha avuto per te».
Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli
quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
(breve silenzio)
17
• TESTIMONIANZA
• CANTO
Rit.
• IN
Sei il mio rifugio, la mia salvezza.
Tu mi proteggerai dal male,
mi circonderai d’amor
e il mio cuore libererai.
Non ho timore, io confido in te.
ASCOLTO (Salmo 26, dalla voce di Giovanni Paolo II)
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cercherò.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore…
sì, spera nel Signore!
• USCITA
IN SILENZIO
in cammino...
18
Ritorno in Cattedrale
• INGRESSO
• ASCOLTO
IN CHIESA
DELLA PAROLA
Coro: Lode a te o Cristo, re di eterna gloria.
Tutti: Lode a te o Cristo, re di eterna gloria.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-32)
In quel tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù
e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite
in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi
un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto,
in disparte.
(breve silenzio)
• INTERVENTO
DEL VESCOVO
• COMUNICAZIONI
• INTRODUZIONE
ALL’ADORAZIONE
EUCARISTICA SILENZIOSA
19
• APERTURA
DELL’ADORAZIONE
Guida: Preghiamo lo Spirito per entrare nella preghiera, nei
sentimenti e atteggiamenti dell’adorazione, perché sia
un’esperienza viva di incontro con Gesù, in ascolto della
Parola che abbiamo meditato, della sua voce nella nostra vita.
Tutti: Vieni, Spirito Creatore,
effondi nel nostro cuore la lode a Dio
e invadi gli spazi della nostra esistenza
perché il Regno di Dio si dilati nel mondo.
Sii per noi fonte di esultanza e di gioia
Donaci di essere fonte di vita e di speranza
per guarire le tristezze dei cuori
E annunciare agli uomini l’amore di Dio,
sorgente viva di felicità e di grazia.
• CANTO:
TU SEI IL PANE DI VITA
Tu sei il pane di vita, sei la Parola di verità.
Tu sei luce del mondo, sei la certezza di eternità.
Tu sollievo dell’anima, stella del nostro cammino.
Acqua dalla sorgente che sgorga dal cuore di Dio.
Tu sei il nostro Pastore che ci conduce lungo la via;
nulla c’è da temere se la tua guida mai mancherà.
Tu ci sveli nell’intimo il mistero di Dio.
Ci fai igli nel Figlio: noi, sacerdoti, profeti e re.
Tu sei il nostro Maestro, sei la sapienza, unico Dio.
Sei la strada e la porta che apre il tempo all’eternità.
Tu sostegno del debole, vincitore del male,
tu ricchezza del povero ed eterna felicità.
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Tu sei pietra angolare, in te siamo Chiesa di Dio.
Tu sei vite feconda e noi i tralci uniti a te.
Sei l’amore più candido, sacri icio perfetto.
La bellezza che salva il mondo sei tu, Signore Gesù.
(breve silenzio)
• PREGHIERA
LITANICA
Guida: Anche noi, come i discepoli raccolti in disparte con
Gesù, alla sua presenza e uniti alla sua stessa preghiera af idiamo all’amore del Padre alcune intenzioni:
Ant. (in canto) Adoramus te, Christe, benedicimus tibi,
quia per crucem tuam redemisti mundum.
– Per la Chiesa, annunciatrice coraggiosa della tua Parola e dei tuoi gesti
– Per Papa Francesco e il nostro Vescovo Gianfranco
Agostino
– Per tutte le nostre parrocchie, collaborazioni pastorali, associazioni e comunità di riferimento
– Per i parroci e tutti gli operatori pastorali
Ant. Adoramus te, Christe...
– Per chi vive la malattia isica o psichica, situazioni di
dolore e di lutto
– Per chi vive l’abbandono, la solitudine, la mancanza di
speranza
– Per chi vive nell’indigenza e nella povertà
– Per chi è costretto a lasciare il suo paese, la propria
casa e famiglia
– Per chi ha perso il lavoro
– Per le famiglie in dif icoltà
Ant. Adoramus te, Christe...
21
– Per tutti i giovani: perché sappiano essere segno profetico di cura degli ultimi vicini e lontani
– Per noi giovani qui presenti, perché scopriamo la nostra personale chiamata a stare e camminare dietro a
Gesù, partecipando con gioia alla sua missione
Ant. Adoramus te, Christe...
• CANTO:
Rit.
AL SIGNORE CANTERO’
Al Signore canterò, loderò il suo nome;
sempre lo ringrazierò, finché avrò vita.
Darà iducia a chi è stato offeso,
speranza a chi non l’ha,
giustizia per il povero,
cibo a chi ha fame, libertà a tutti. Rit.
Darà la luce a chi non vede,
la forza a chi si sente solo;
Dio, amore e sicurezza,
con gioia aprirà a tutti la sua casa. Rit.
Darà respiro di vita a chi ha il cuore
spezzato dall’angoscia.
Dio regnerà per sempre
e noi canteremo il suo amore. Rit.
• USCITA
22
IN SILENZIO
Per il tempo di preghiera personale
Gesù ci interpella, cari giovani, perché rispondiamo alla
sua proposta di vita, perché decidiamo quale strada vogliamo percorrere per arrivare alla vera gioia. Si tratta di una
grande sfida di fede. Gesù non ha avuto paura di chiedere
ai suoi discepoli se volevano davvero seguirlo o piuttosto
andarsene per altre vie (cfr Gv 6,67). E Simone detto Pietro
ebbe il coraggio di rispondere: «Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Se saprete anche voi
dire “sì” a Gesù, la vostra giovane vita si riempirà di significato, e così sarà feconda.
(Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXIX Giornata
mondiale della gioventù 2014)
«Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo:
da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9).
Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san
Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una
vita povera in senso evangelico? Anzitutto ci dicono qual è
lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e
della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e
della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi…».
È un grande mistero l’incarnazione di Dio! Ma la ragione
di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia,
generosità, desiderio di prossimità, e non esita a donarsi e
sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è con23
dividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili,
crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto
questo con noi. Gesù, infatti, «ha lavorato con mani d’uomo,
ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà
d’uomo, ha amato con cuore d’uomo» (Conc. Ecum. Vat. II,
Cost. past. Gaudium et spes, 22).
Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste ricchi per
mezzo della sua povertà».
Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci
rende ricchi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi
prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a
quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada (cfr
Lc 10,25 ss). Ciò che ci dà vera libertà, vera salvezza e vera
felicità è il suo amore di compassione, di tenerezza e di condivisione. La povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo farsi
carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri
peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della
sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni
momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua
gloria. È ricco come lo è un bambino che si sente amato e
ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro amore
e della loro tenerezza. La ricchezza di Gesù è il suo essere
il Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa
sovrana di questo Messia povero. Quando Gesù ci invita a
prendere su di noi il suo “giogo soave”, ci invita ad arricchirci
di questa sua “ricca povertà” e “povera ricchezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli
nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito (cfr Rm 8,29).
24
La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà
bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di
aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una
spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido
dell’elemosina che non costa e che non duole.
(Messaggio del Santo Padre Francesco per la quaresima 2014)
Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge
dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci
fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di
tutto! A ciascuno di noi è diretta l’esortazione paolina: «Non
lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm
12,21). E ancora: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9).
Tutti abbiamo simpatie ed antipatie, e forse proprio in questo momento siamo arrabbiati con qualcuno. Diciamo almeno al Signore: “Signore, sono arrabbiato con questo, con
quella. Ti prego per lui e per lei”. Pregare per la persona con
cui siamo irritati è un bel passo verso l’amore, ed è un atto
di evangelizzazione. Facciamolo oggi! Non lasciamoci rubare
l’ideale dell’amore fraterno!
(Santo Padre Francesco, Evangelii gaudium, n. 101)
25
TÀ
COLLET TA DI SOLIDARIE
“Ero forestiero e mi avete
ospitato”
icani
arrivati 40 giovani afr
Sabato 22 marzo sono
nsudalle violenze che si co
fuggiti dai conflitti e
sta
La Caritas diocesana ne
mano nelle loro terre.
prosagnando una parte. La
accogliendo e accomp
rire
non è solo quella di off
simità a questi fratelli
re
de
to, ma quella di riaccen
un pasto e un posto let
esto
futuro migliore. Per qu
la speranza verso un
una
o
iare una borsa-studio
proponiamo di finanz
onoo che godranno del ric
borsa-lavoro per color
ridico di rifugiato.
scimento dello stato giu
Prossimi appuntamenti
ITINERARIO SPIRITUALE PER GIOVANI
Sabato 17 maggio 2014, ore 20.30, a Treviso (Veglia per le Vocazioni).
ESPERIENZE ESTIVE AC
17-20 luglio ad Assisi-Spello: Campo Giovani (20-29enni) “Ho cercato e ho trovato”.
21-24 agosto a Canale d’Agordo: Campo Giovani Adulti (2535enni) “Chiusi per ferie, aperti per scelta”.
24-27 luglio a Lorenzago: Campo Fidanzati “Dacci oggi il nostro
amore quotidiano”.
2-9 agosto a Molina di Fiemme: Campo 18-19enni “In viaggio verso il centro”.
26 luglio-2 agosto a Molina di Fiemme e 9-16 agosto a Caviola:
Campi Base per Educatori Acr e Acg.
FINE-SETTIMANA DI
FORMAZIONE LITURGICO-MUSICALE
Dall’1 al 3 agosto, per cantori e strumentisti dei cori giovani.
L’Ufficio per la Pastorale Giovanile e l’Ufficio Liturgico propongono un fine settimana per i giovani del coro diocesano e dei cori
giovani parrocchiali (dai 20 ai 30 anni), per un tempo di formazione spirituale e pratica su aspetti fondamentali dell’animazione
liturgico-musicale. Un’occasione per rimotivare il prezioso servizio del canto e della musica nella Chiesa, alla luce della fede. Ci
saranno momenti di riflessione, di condivisione, di laboratorio, di
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preghiera e di amicizia. L’esperienza inizia con la cena di venerdì 1°
agosto e termina domenica pomeriggio 3 agosto 2014. Altre info
sul sito della Pastorale Giovanile e Ufficio Liturgico.
CENTENARIO DI SAN PIO X
Riese Pio X, sabato 14 giugno 2014 - Here Comes “The Sun” Insieme Torniamo a Splendere
Evento per giovani legato al Centenario del “Dies natalis” di Pio X.
Sai cantare, suonare, ballare, disegnare? Il pomeriggio, workshop
e attività in cui potrai esprimere la luce della tua gioia di vivere!!
Se sei più grande e sogni di costruire un mondo migliore, ci sono
laboratori e attività riguardanti la nostra società: lavoro, scuola,
immigrazione, dipendenze.
Alla sera concerto elettrico del gruppo rock “The Sun”.
Info e iscrizioni: [email protected]
facebook: Parrocchia Riese San Matteo
Riese Pio X (Parco delle Cendrole), sabato 23 agosto ore 20.00
Celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Pietro Parolin,
Segretario di Stato di Papa Francesco, animata dai cori giovanili e
dalle corali delle parrocchie.
Info: www.centenariopiox.it; [email protected]
facebook: Centro Studi San Pio X
Roma, martedì e mercoledì 9-10 settembre 2014 - Pellegrinaggio diocesano e incontro con Papa Francesco
L’Ufficio diocesano pellegrinaggi, le aggregazioni e le parrocchie
sono coinvolti nel Pellegrinaggio diocesano, presieduto dal Vescovo, a Roma il 9 e 10 settembre. Martedì 9, nel pomeriggio, celebrazione eucaristica in San Pietro presso la tomba di San Pio X e visita
alla Basilica. Mercoledì 10, in mattinata, incontro con Papa Francesco in Piazza San Pietro nella tradizionale udienza. L’Ufficio diocesano organizza anche un percorso di 3 giorni (8-10 settembre).
Info: www.centenariopiox.it; [email protected]
facebook: Centro Studi San Pio X
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“AVANTI IL PROSSIMO!”
EDUCARE AL SERVIZIO
Treviso, 27-31 dicembre 2014. L’Ufficio di Pastorale Giovanile, in
collaborazione con Caritas Tarvisina, Coordinamento diocesano
Scout e Azione Cattolica, propone un’esperienza di formazione
al Servizio per educatori, animatori e capi scout in concomitanza
con l’ultimo dell’anno. Al più presto saranno forniti maggiori dettagli e informazioni.
GRUPPO CENTOCINQUANTATRÉ
Fermati e riconosci la domanda che abita il tuo cuore: “Cosa mi
manca, Signore?”. Nella vita di un giovane può capitare di fare tante esperienze, senza mai costruire una storia! E’ possibile restare
persone incompiute, perché non si ha il coraggio di far emergere
il desiderio di felicità che abita nel cuore di ogni persona.
Il gruppo “Centocinquantatré” è un gruppo di ricerca vocazionale
per i giovani e le giovani della diocesi, dai 18 ai 30 anni, che stanno
cercando un senso, una pienezza, una verità di vita.
L’itinerario 2014-2015 può iniziare anche con il campo itinerante
dal 13 al 16 luglio 2014.
Info: d. Giancarlo Pivato 340.6802501; 0422324843 [email protected]
CAMMINO ATTRAVERSO
IL DESERTO DELLA TERRA SANTA
6-14 aprile 2015. Nel deserto non c’è nient’altro che sabbia e
vento, nuvole e sole: è il paesaggio della Bibbia e lì si possono fare
esperienze bibliche. Il deserto è silenzio ed essenzialità: chi prega
in solitudine sta direttamente davanti a Dio, nulla lo distrae, nien29
te si frappone, così come si è direttamente messi a confronto con
la propria vita.
Il deserto è fatica e disagio: come sperimentato dall’antico popolo diventa cammino faticoso, duro, ma che permette l’ingresso in
una terra accogliente.
L’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile propone un’esperienza che, attraverso la contemplazione della grandezza del creato in un luogo come il deserto, dà modo di liberare le nostre vite
dalla confusione quotidiana, attraverso una proposta di essenzialità, di cammino e di silenzio, per riscoprire la libertà interiore e
poter così imparare ad ascoltare la Voce del Signore che sempre
ci parla attraverso una personale chiamata all’esistenza, alla Fede
e alla Santità!
L’esperienza è offerta ai giovani dai 19 ai 35 anni che abbiano voglia di vivere una forte esperienza spirituale, con un minimo di
preparazione fisica/logistica per attività di cammino e campeggio.
Info: [email protected]
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Finito di stampare nel mese di aprile 2014
da Grafiche Dipro - Roncade TV