CHE SARÀ MAI ACCIDENTI

CHE SARÀ MAI
UNA PIZZA?
di Marco Cagnotti
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Accidenti
Che sarà mai una pizza?
Va bene, va bene così
Un salto all’indietro
Fuori c’è la fila
Fra statistica e realtà
Mi è andata buca
Vite in prestito
L’omino che ride
il panino da 1’000 franchi
Interpretare i bisogni
Luoghi più «veri»?
Intellettuali e cultura
Una partita ancora tutta da giocare
Cattoleghismo
Fedeli infedeli
Un boss in incognito in Italia
L’estetica del porno e il piccolo schermo
Odissea al Greenwich Village
Stagioni in giallo
Intolleranze alimentari
Sochi e il podio della Storia
Serve una visione
Tre grandi tematiche
Hanno collaborato a questo numero
Arnaldo Alberti, Barbara Buracchio,
Nestor Buratti, Werner Carobbio, Nicola Emery,
Marlis Gianferrari, Teo Lorini,
Corrado Mordasini, Enrico Morresi,
Virginio Pedroni, Roberto Rippa,
Pierluigi Zanchi, Libano Zanolari
Copertina, 4, 6: D. Lange; 10, Niccolò Caranti; 11, Alex Valli; 12, European People's Party; 15, olly2; 16, diego cervo 17,
Villiers Steyn; 21, Volff; 22, YuliaB
sciuga mentre il giorno della paga o del
saldo della fattura del cliente è ancora
lontano. C’è il dispiacere di poter offrire solo dei «No, non si può» ai bambini.
Perché la vita è fatta anche di queste
cose, sì. Se ti togli anche questo… se ti
tolgono anche questo… che cosa sei?
Sei una macchina per produrre beni o
servizi, una macchina la cui esistenza
è ridotta a mangiare e dormire. Al
massimo abbrutirti la sera davanti al
televisore, che ti fa scorrere davanti
sprazzi di una vita ricca e piena ma che
non puoi permetterti. Oltre ovviamente
all’oppio moderno: lo sport. E l’infinita
miriade in panzane che ti rifilano sul
mondo, sui poteri buoni e su quelli cattivi (come se «potere buono» non fosse
un ossimoro!).
E nemmeno ti puoi lamentare. Pensa:
c’è gente che un lavoro nemmeno ce
l’ha. Tu invece ne hai uno. Pagato uno
schifo, ma ce l’hai. E devi pure tenertelo stretto, ché fuori c’è la fila della
gente disposto a farlo anche per meno.
Come dici? Qualcosina in più? Magari
almeno un po’ di sicurezza? Ma sei
scemo? Tu non ti rendi conto. Ci sono
le ragioni dell’economia, sai? Bisogna
essere flessibili e competitivi. Altrimenti qua non ci pensano due volte a
delocalizzare in Pakistan o nelle Filippine. E i tuoi clienti fanno presto: si
compra oltre confine e via andare. Poi,
ovviamente, tutti a votare UDC o Lega.
Ci mancherebbe. Con i frontalieri che
ci fregano il lavoro e gli asilanti negri
nullafacenti, è il minimo. Perché questi
sono i veri problemi.
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Confronti, 5 marzo 2014, numero 61
Sommario
Una pizza. Che sarà mai una pizza?
Non stiamo parlando del ristorante di
lusso, ma solo di una pizza con la famiglia. Toh: quattro persone, con le bibite, magari un dessert per i bambini…
e a malapena ci stai nei 120 franchi. E
poi vuoi negarti il cinema? Vuoi togliere ai tuoi figli il piacere dell’ultimo
cartone Pixar? Certo, se aspetti che lo
passino in televisione… stai fresco. E i
bambini come si sentiranno quando, a
scuola, tutti ne parleranno e loro non
potranno partecipare ai discorsi con gli
amichetti? Sicché niente: ci vuole
anche il cinema. Quattro persone, col
popcorn… diciamo altri 80 franchi.
Ecco fatto: una sera fuori e sono due
testoni. Andati. D’altronde la vita è
fatta anche di queste cose, no? E poi i
figli… so’ piezz’e core. Dunque sono
soldi ben spesi.
Bravo. Se li hai, quei 200 franchi.
Certo, se in casa ne entrano 5-6'000 è
un conto. Non navighi nell’oro, ma la
pizza e il cinema per tutti ci stanno, almeno una volta al mese, e non sono un
salasso insopportabile. Ma immagina
che invece ogni mese in casa tua entrino 4'000 franchi, non uno di più. O
magari solo 3'000. E nemmeno con la
certezza di averli tutti i mesi, quei
soldi. Perché il tuo contratto è ballerino. Oppure perché nemmeno ce l’hai,
il contratto. O magari perché sei un
piccolo libero professionista, un artigiano della mano o della mente, e
campi con quel che passa il convento
dei tuoi clienti, che ti pagano in ritardo
(quando ti pagano) e vogliono sempre
lo sconto, altrimenti si rivolgono altrove. In compenso hai la certezza di
avere tutti i mesi l’affitto, le bollette, la
cassa malati. E la spesa, ovvio, ché almeno il pane lo devi mettere in tavola.
Sicché come fai? Semplice: non fai.
Niente pizza e niente cinema. E i
piezz’e core s’attaccano e se la fanno
andar bene.
Triste? Già. Ma decine di migliaia di
persone se la passano così. E non c’è
solo la pizza e il cinema. Ci sono le vacanze. C’è magari una rivista in più (e
addolora ricevere le disdette dell’abbonamento a «Confronti» con la spiegazione «Non me lo posso più
permettere»). Un libro. Un album di
musica. C’è l’umiliazione del richiamo
della bolletta scaduta e non pagata. C’è
l’ansia del conto corrente che si pro-