NON SOLO CONSUMI Cosimo Finzi consumi GIOVANI IN FUMO AstraRicerche è stata fondata nel 1983 dal professor Enrico Finzi. Si occupa di ricerche di marketing e sociali per clienti appartenenti a molti settori merceologici, utilizzando molteplici metodologie d’indagine. Si caratterizza per una struttura snella e flessibile, improntata alla qualità e all’innovazione, e affianca al servizio di ricerca la consulenza di marketing e di comunicazione a clienti – imprese nazionali e multinazionali – di tutte le dimensioni. Collabora con Manageritalia con indagini e analisi di dati che spesso mirano a sintetizzare fenomeni complessi o a far emergere informazioni latenti. 32 GIUGNO 2014 N Nella perdurante fase di crisi economica è purtroppo facile perdere di vista o dare meno importanza ad alcuni temi fondamentali come quello della salute. Tra le tante “emergenze croniche” (l’ossimoro dà bene l’idea della gravità e della durata del problema) che non vanno dimenticate c’è quella del fumo di sigaretta. AstraRicerche ha condotto alcune indagini presso gli studenti delle scuole secondarie superiori (quindi 14-19enni) di Milano e del Piemonte, portando alla luce dati sconcertanti. A fronte di fonti ufficiali che indicano una diffusione del fumo di sigaretta presso i giovani italiani attorno al 21-22%, i valori riscontrati dall’Istituto sono nettamente superiori: tra il 32 e il 35% dei giovani intervistati afferma di fumare attualmente (e solo il 40-42% indica di non aver mai avuto esperienza di fumo di sigaretta). E se per molti aspetti le donne stanno positivamente raggiungendo gli uomini nelle dinamiche sociali, lavorative, di consumo, c’è da segnalare, in negativo, il “sorpasso” delle giovani fumatrici sui giovani fumatori: ad esempio in Piemonte fuma il 35% delle ragazze, “staccando” i ragazzi (30%). Ancor più impressionante è la crescita con l’aumentare – anno dopo anno – dell’età degli intervistati: raggiunta la maggiore età, circa la metà dei giovani partecipanti alle indagini afferma di fumare. E non c’è affatto l’intenzione di smettere: meno della metà dei fumatori ci sta pensando o sta per affrontare quello che – è giusto ricordarlo – è comunque un tentativo di smettere e quasi mai una certezza di riuscirvi. I danni alla salute sono rilevantissimi e non riguardano solo l’aumento del rischio di ammalarsi di tumore ai polmoni: si tratta anche di danni ad altre parti del corpo (la bocca, la pelle, gli occhi, il sistema cardio-circolatorio…) e, più in generale, la riduzione delle proprie capacità fisiche e mentali. Ma c’è dell’altro: a Milano il numero medio di sigarette fumate al giorno è 7, come a dire che 640 euro “se ne vanno in fumo” ogni anno. Negli incontri di divulgazione dei corretti stili di vita con i giovani, gli esperti di Fondazione Umberto Veronesi hanno cercato di far ragionare gli studenti anche su questo aspetto, verificando che – per quanto banale – la conversione dal prezzo di un pacchetto piccolo (spesso 2,50 euro) al totale annuale (appunto 640 euro mediamente a Milano, 900 euro secondo la media italiana calcolata in altre indagini) è una vera sorpresa. Con questa riflessione ci avviciniamo a comprendere il meccanismo con cui il fumo “sfonda” tra i giovani: la dipendenza (legata agli effetti della nicotina) non si manifesta in modo immediato per cui è facile iniziare, poi aumentare il numero di sigarette fumate al giorno e poi trovarsi a essere oggettivamente dipendenti quando si pensava di poter control- IL FUMO E GLI STUDENTI MILANESI 17,2% fumo regolarmente ogni giorno o quasi 1,9% non indica 42,1% non ho mai fumato in vita mia 17,2% fumo qualche volta, saltuariamente 1,2% ho fumato regolarmente in passato ma ora non più 4,4% ho fumato saltuariamente in passato ma ora non più 16% ho fumato qualche sigaretta ma ho smesso subito AstraRicerche per Fondazione Umberto Veronesi - aprile 2014 - interviste a studenti milanesi 14-19enni lare facilmente il proprio comportamento (“smetto quando voglio”, “posso fumare per uno-due anni e poi interrompere anche di colpo”). Quello del fumo è quindi un ingresso strisciante nella vita dei giovani, favorito proprio dal costo percepito come basso del singolo pacchetto. Quali i motivi per iniziare? Essenzialmente due, secondo le rilevazioni di AstraRicerche: l’aspetto “sociale” (il fatto che lo fanno in tanti, che aiuta – o meglio aiuterebbe – a socializzare, il fatto che fa sentire accettati nel proprio gruppo di amici ecc.) e la presunta efficacia contro l’ansia, i dispiaceri grandi o piccoli della vita, lo stress. È rilevante tutto ciò per i manager? Credo che lo sia per vari motivi: come italiani in generale e specificamente per il loro ruolo di opinion leader nella società italiana; come parte di comunità più ristrette (la famiglia, il gruppo di amici ecc.) nelle quali gli adulti svolgono un ruolo fondamentale di esempio per i più giovani (i figli dei fumatori tendono a essere fumatori in misura estremamente superiore ai figli dei non fumatori: fumare non è solo una scelta che impatta sul fumatore ma anche su chi vive con lui, e non solo per ben noti effetti del fumo passivo); infine perché il fumo, come altri vizi, limita le capacità dell’individuo, e quindi anche dei lavoratori (meno efficienti perché indeboliti – nel fisico e nella mente – dagli effetti della nicotina e delle centinaia di sostanze che si sprigionano per effetto della combustione, molte delle quali tossiche o cancerogene), non consentendo loro di dare – a se stessi e alle aziende – il meglio, di manifestare le loro potenzialità; quest’ultimo aspetto è spesso sottovalutato, mentre dovrebbe essere considerato con attenzione da chi può favorire la riflessione delle human resource in merito. GIUGNO 2014 33
© Copyright 2025 ExpyDoc