Federazione territoriale Catanzaro Crotone Vibo Valentia COMUNICATO La Fai-Cisl di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia è scesa in piazza venerdì 30 gennaio nell’ambito della grande mobilitazione nazionale promossa dall’organizzazione sindacale con l’obiettivo di riportare il settore agroalimentare e quello della forestazione al centro delle politiche di governo, non solo nazionale, ma anche regionale. “Una mobilitazione che assume una importanza ancora maggiore in una regione come la Calabria, in cui è indispensabile attuare politiche che realizzino una forestazione finalmente produttiva, che vada di pari passo con la tutela di un territorio che presenta una estrema fragilità dal punto di vista idrogeologico. La tutela del territorio deve essere al centro di una seria e rigorosa attività di programmazione, e non di una continua gestione emergenziale. Con la prevenzione e la manutenzione possiamo trasformare davvero il territorio in una risorsa capace di creare ricchezza e lavoro, sfruttando le opportunità offerte dalle risorse montagna, bosco, acqua. Chiediamo la definizione di un Piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio, il rinnovo del contratto nazionale e regionale, bloccato a causa dell’assenza del soggetto con cui firmare dopo la soppressione dell’Uncem, e la ricostituzione della cabina di regia presso il Ministero delle politiche agricole e forestali. Ormai da tempo abbiamo rilanciato l’idea di un Patto Istituzionale per un grande piano straordinario di manutenzione del territorio, per la promozione e lo sviluppo in senso produttivo del patrimonio forestale. Un piano che parta dal lavoro dei forestali e dei Sorveglianti Idraulici di Calabria Verde, nonché dai lavoratori dei Consorzi di Bonifica. Oggi le poche risorse economiche regionali non bastano più nemmeno a pagare i loro salari, e siamo costretti ad assistere ad una progressiva dequalificazione della manodopera che, nel tempo, ha anche perso dignità sociale. Riteniamo che non sia più accettabile che si perdano finanziamenti e le risorse non vengano spese a causa di un sistema burocratico complesso, contraddistinto da commissariamenti e conflitti tra soggetti istituzionali ed enti. Tutto ciò mentre i cittadini sono preoccupati per la mancanza di sicurezza di un territorio segnato dalle tante alluvioni che hanno causato ingenti danni e spesso vittime. Noi sosteniamo la necessità di predisporre un vero e proprio “piano di messa in sicurezza del territorio”, che serva a programmare gli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico in una visione di insieme, mettendo allo stesso tavolo tutti gli Assessorati competenti in materia, dall’Agricoltura e Forestazione, ai Lavori Pubblici, all’Ambiente, alla Protezione Civile, all’Urbanistica. Creare dunque un grande unico contenitore nel quale mettere insieme tutte le risorse regionali disponibili, anche quelle provenienti da fondi comunitari, con un’unica regia che, sulla base della dotazione economica e delle opere da realizzare, abbia come obiettivo quello non solo di impiegare la mole di risorse economiche disponibili, ma di farlo secondo criteri di efficienza, efficacia e qualità della spesa. Efficienza significa anche creare un sistema di sinergie tra gli operai forestali addetti alla tutela Via Spasari, 3 Galleria Mancuso Scala D 88100 Catanzaro Tel. +39 0961746578 Fax +39 0961746578 e-mail: [email protected] www.fai.cisl.it Aderente a: EFFAT, ETF e UITA La Federazione è stata costituita con la fusione del sindacato agricolo Fisba e dell’industria alimentare e tabacco Fat e alla salvaguardia del territorio e sorveglianti idraulici addetti al monitoraggio delle aste fluviali, per attuare la prevenzione del territorio, evitando così il ripetersi di catastrofi naturali che possono a rischio cose, attività economiche, vite umane. Anziché essere valorizzati, questi lavoratori vivono una situazione di crisi a causa di ritardi nel pagamento delle spettanze, anche di tre mesi per i forestali e sei mesi per i sorveglianti idraulici”. Un ruolo importante lo rivestono anche i consorzi di bonifica, per i quali la Fai-Cisl chiede la partecipazione attiva alla riorganizzazione, e in un rilancio che punti su politiche produttive nei settori dell'idroelettrico, eolico e solare, e sul rafforzamento dei servizi alle aziende agricole del territorio, quali quello dell'irrigazione, della manutenzione e della rete di colo, in un sistema di rapporti sinergici con le istituzioni comunali e provinciali per affidare lavori agli stessi utili per la difesa e la salvaguardia del territorio. “E' ormai necessario arrivare allo sblocco di un opera di vitale importanza quale quella della Diga sul Melito che porterebbe sicuramente lavoro, sviluppo e occupazione per l'intero territorio”. La Segreteria della Fai Cisl di Catanzaro Crotone Vibo Valentia spiega poi gli altri temi al centro della mobilitazione. “Per il rilancio dell’industria alimentare e dell’agricoltura chiediamo il sostegno alle piccole e medie imprese che costituiscono la realtà economica del nostro territorio, una burocrazia meno farraginosa e più trasparente ed efficiente, una maggiore facilità di accesso al credito, una facilitazione della commercializzazione dei nostri prodotti agroalimentari di qualità attraverso la costituzione di reti e consorzi che consentano di stare insieme sul mercato a prezzi maggiormente competitivi. Riteniamo inoltre che debba essere tutelata la produzione di qualità del nostro territorio, attraverso l’obbligo di indicare chiaramente in etichetta lo stabilimento di produzione”. Per quanto riguarda gli allevamenti, la Fai-Cisl chiede il rifinanziamento delle risorse assegnate al settore, la definizione di un sistema di ammortizzatori sociali, la valorizzazione dell'associazione allevatori a tutela della zootecnia, la soluzione dei gravi problemi di arretrati di pagamento dei dipendenti di 18 mensilità. La Fai-Cisl chiede quindi il rilancio del settore pesca. “Chiediamo il sostegno alla piccola e alla grande pesca, attraverso l'utilizzo proficuo dei fondi strutturali europei (FEAMP) finalizzati allo sviluppo del settore e dell'intera filiera, la concertazione e riprogrammazione con la regione per creare i presupposti per favorire nuova occupazione nel settore, compensando tutte le uscite avvenute negli ultimi anni; un impegno a livello europeo per difendere, anche attraverso rigorose ricerche scientifiche, le specie del nostro territorio, come il novellame e la sardella, che fino a qualche anno fa, prima dei vincoli imposti dall’Unione Europea, rappresentavano una grande fetta di mercato locale e regionale. Serve inoltre un potenziamento delle infrastrutture portuali necessarie per lo sviluppo del settore e dell'intero indotto. Per risolvere i gravi problemi del settore è necessario ridurre gli stock ittici, lo sforzo di pesca, la concorrenza sleale tra pesca sportiva e pesca professionista, e intervenire sul “regolamento mediterraneo” del 2006 che dispone il divieto di pesca, per tipologie come il bianchetto e il rossetto”. Con il sostegno di tutte le parti coinvolte, la pesca andrà inserita in un sistema di filiera che incentivi e sostenga attività e produzioni di qualità in grado di riscontrare il consenso e l’attenzione del mercato, attente e rispettose delle esigenze e della salute dei consumatori, innovative, rintracciabili, ma soprattutto di ricreare competitività e redditività d’impresa capace di sostenere ed incentivare una occupazione fatta di lavoro sicuro e di reddito certo e dignitoso capace di soddisfare le pur minime aspettative dei lavoratori e delle loro famiglie, riavvicinando al mestiere del pescatore quelle giovani generazioni essenziali per dare continuità e sviluppo all’intero settore della pesca. Occorre utilizzare al meglio uno strumento formidabile, quale quello dei Gac, che può sostenere, supportare e sviluppare la pesca e l'intera filiera all'interno del territorio, realizzando progetti concreti e misurando il raggiungimento degli obiettivi. Positivo è il percorso intrapreso con il Gac Medio Ionio, in cui vi è un lavoro di squadra tra Fai Cisl e pescatori, amministrazioni comunali interessate e tutti i soggetti preposti competenti, per formulare progetti concreti da realizzare nel territorio attraverso l'apporto del pubblico e del privato. Auspichiamo che lo stesso si faccia nei Gac delle, altre Province per dare risposte concrete ai pescatori e allo sviluppo del territorio.
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