Quaderno di Preghiera 16.02.-21.02.2015

Quaderno di preghiera
Spunti per la preghiera da lunedì 16 Febbraio a sabato 21 Febbraio 2015
Lunedì 16 Febbraio
Liturgia: Gen 4,1-15.25; Sal 49; Mc 8,11-13
“A questa generazione non sarà dato alcun segno”
risponde Gesù ai farisei che gli chiedevano un segno dal
cielo. Ancora una volta Gesù appare severo. Perché? In
realtà Gesù sta dicendo loro: “Venite a me. Seguitemi
perché sono io quel segno che andate cercando”. Anche
noi, come i farisei del tempo di Gesù, spesso andiamo
alla ricerca di segni eclatanti e non ci accorgiamo che Gesù è accanto a noi e sta
operando i suoi prodigi. Ma noi non ce ne accorgiamo.
“Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva”. Ecco la cosa che dobbiamo
temere e sperare che non avvenga mai: Gesù che dopo esserci venuto incontro,
non trovando in noi nessuna accoglienza, se ne va via, da un’altra parte. Aiutaci,
Signore, a non distogliere mai lo sguardo da Te perché noi possiamo vedere in
ogni cosa che ci circonda la Tua presenza e offrirti come sacrificio la lode.
Martedì 17 Febbraio
Liturgia: Gen 6,5-8; 7,1-5.10; Sal 28; Mc 8,14-21
I discepoli non hanno ancora imparato ad avere fiducia in Gesù, eppure sono
stati testimoni di quanto Egli aveva compiuto...Perché succede questo?
Quei discepoli siamo noi! Quanta non comprensione e durezza di cuore a volte
c'è dentro di noi! Eppure ciascuno di noi può testimoniare la Vita che Gesù ci ha
dato, senza di Lui cosa saremmo stati.
In realtà quella Vita è anche quando noi non la riconosciamo, essa è dentro di noi
e quella incredulità che a volte abbiamo ci spinge ad avere una fede ancora più
profonda!
Quella incredulità, quella 'crisi' può essere la nostra opportunità. Sì, l'opportunità
per rafforzare, rendere più salda la nostra fede. Quello smarrimento è la strada
stretta, dolorosa che ci conduce a Lui, piu' consapevoli dell'unico Pane di Vita!
Mercoledì 18 Febbraio
Liturgia: Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20_6,2; Mt 6,1-6.16-18
“Inizia oggi il tempo di quaresima. Tempo speciale per togliere tutto ciò che in noi
non va. E’ alla nostra vita che dobbiamo guardare e scendere giù nelle profondita’
del nostro essere. Ripercorrere senza paura e senza menzogne cammini
imperfetti ; guardare con coraggio le nostre scelte sbagliate; prendere atto dei
nostri comportamenti ingannevoli per poter risalirepurificati e liberi perché
abbiamo abbandonato tutto ciò che è dipeso e tiene prigioniera la nostra anima.
La quaresima è tempo di penitenza, che non vuol dire castigo o punizione, ma
farsi umili e riconoscersi bisognosi di tutto. Tempo privilegiato perché ci spinge e
ci aiuta achiedere al Signore di riproporci il suo progetto di vita pensato per
ognuno di noi. Progetto di verità su noi stessi (chi sono io veramente?), di libertà
(non ho avuto vita perché mi facessi schiavo), di giustizia (compassione verso me
stesso e verso gli altri). Cammino di conversione che è mutamento –
trasformazione per diventare persona nuova. La preghiera, il digiuno, l’elemosina
sgorgano da un cuore puro e da uno spirito umile. E nostro Padre, che vede nel
segreto, è il solo che ci ricompensa, avvolgendoci nel suo amore di misericordia e
di pace.
Giovedì 19 Febbraio
Liturgia: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25
Oggi il Signore ci chiede di rinnegare noi stessi per poterlo seguire, ma questo
non significa che dobbiamo dimenticarci chi e cosa siamo, ma significa scendere
dal piedistallo delle nostre convinzioni e diventare umili di cuore per metterci alla
Sua sequela. Se decidiamo di seguirlo dobbiamo prendere la nostra croce e
seguirlo ogni giorno, attraverso le gioie e i dolori che la vita ci darà. Non sempre
saremo accettati da tutti, a volte, proprio perché crediamo e abbiamo fede,
verremmo rifiutati e allontanati, ma questo non ci deve spaventare, perché per
uno o più che ci rifiuteranno ce ne saranno il doppio che ci cercheranno perché
attraverso noi vogliono vedere Gesù. Diventiamo testimoni dell’Amore di Dio,
non teniamoci per noi quello che riceviamo ogni giorno, ogni momento che
passiamo con Dio. Che bello poter donare all’altro ciò che noi riceviamo: anche
questo è amore. Ognuno di noi porta la propria croce, ma proprio il sapere che
non siamo soli, ci da la forza di continuare a portarla. A volte verremo aiutati e a
volte no, ma Dio non ci lascia mai soli, sempre pronto a porgerci la Sua mano per
rialzarci dalle nostre cadute. Lui è nostra roccia e nostra salvezza.
Venerdì 20 Febbraio
Liturgia: Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15
Nel Vangelo di oggi Gesù ci fa capire, che non è seguendo alla lettera le leggi
antiche che si ottiene la chiave del Regno dei Cieli, ma è con il comportamento
quotidiano verso i nostri fratelli che incontriamo lungo il nostro percorso. Infatti,
spiega ai discepoli di Giovanni che loro, anche seguendo tutte le leggi, compreso
il digiuno, non sono privilegiati agli occhi di Dio rispetto a loro, per questo dice:
“Possono gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?”
Con questa frase vuole far aprire i loro occhi e i loro cuori, cioè finché potevano
avere privilegio di essere guidati dal Messia e poter ascoltare la Parola del Padre
attraverso di lui, non c’era motivo di digiunare. “Quando lo sposo sarà loro tolto,
allora digiuneranno”; cioè il giorno in cui sarà crocefisso, quello sarà il giorno
giusto per digiunare, qui Gesù ci anticipa che la sua Pasqua si sta avvicinando.
Quanto è importante il messaggio che ci dà in queste poche righe; questo si può
applicare anche a noi oggi, cioè quante persone partecipando ogni giorno alla
messa, pensano che sia sufficiente questo, per essere nel giusto agli occhi del
Signore, però che importanti sono i gesti d’amore tutto il resto della giornata; nei
confronti delle persone che si trovano lungo il loro cammino.
Padre aiutaci a comportarci, sempre, in ogni occasione, come tuo figlio Gesù,
senza dare troppo peso al giudizio di chi ci sta accanto, ma imparando ad amare
con te ogni momento.
Sabato 21 Febbraio
Liturgia: Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32
La vocazione di Matteo mi fa venire subito in mente il quadro di Caravaggio, dove
Gesù protende una mano enorme rispetto alle proporzioni del suo corpo, per
chiamare un uomo che fino ad allora aveva pensato solo ai soldi. Matteo era un
esattore delle tasse, e sicuramente, da questo lavoro, traeva i suoi vantaggi, forse
anche imbrogliando un po’ il prossimo, per guadagnarci illegalmente. Quante
volte anche a me Signore, capita di voler guadagnare per me stessa. Quante
volte, vado incontro all’altro, non per amore, ma per me, per non restare sola,
per circondarmi di amici. Ma tu Signore, vai oltre me, e con la tua mano mi prendi
per mano, donami la capacità, come Matteo, di saper lasciare tutto, e di seguirti.
Mi spaventa “lasciare tutto”, eppure Tu mi fai notare come tante cose ho già
lasciato, come strutturo diversamente il mio tempo rispetto a prima, come quel
“tutto” in realtà vuol dire me stessa, per fare spazio a Te e ai miei fratelli. E che
bello che anche Matteo sente una gioia così profonda, da desiderare di fare una
festa. Mi vengono in mente i nostri momenti di festa, dopo la Messa del sabato,
durante un ritiro. Quale gioia!!!
Grazie Signore per non scandalizzarti della nostra pochezza, grazie perché sempre
ci chiami, sempre ci guarisci, grazie per la gioia di cui riempi le nostre vite.
Famiglia Missionaria "Verbum Dei" www.verbumdei.it