Quaderno di preghiera Spunti per la preghiera da lunedì 5 maggio a sabato 10 maggio 2014 Lunedì 5 maggio Liturgia: At 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29 “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna..” Signore accompagnami durante il mio cammino indicandomi quale è la strada per arrivare a te per l’eternità. Spesso penso di agire per il bene di un mio fratello, invece agisco solo per avere un riscontro personale, proprio come la folla che seguì Gesù a Cafarnao per il pane ricevuto e non per l’insegnamento che lui voleva trasmettere. A volte dimentico che il Signore mi osserva in ogni piccola cosa che faccio e penso di essere furba mentre, invece, lo deludo con il mio comportamento. Le soddisfazioni più grandi le ottengo quando, senza rendermi conto, con una parola o con un semplice gesto, dono un po’ di serenità alla persona che mi sta accanto. Crediamo che per dimostrare il nostro amore al Signore dobbiamo fare chissà quali grandi opere, invece l’unica cosa che Lui ci chiede di fare è “credere” in colui che ha mandato, cioè il Figlio Unigenito. Signore aiutami a capire come posso ottenere il cibo per la vita eterna. Martedì 6 maggio Liturgia: At 7,51 - 8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35 La folla chiede a Gesù un segno. Sembra quasi che il Signore debba motivare e acquistare la nostra fede: “Se vuoi che ti crediamo facci un segno”, come nelle elezioni politiche in cui i candidati promettono segni e opere per dimostrare che vale la pena di dare fiducia e votare per loro. Ma questo non è il modo di operare del Signore. Tante volte ho desiderato un segno Suo, tante volte ho pensato che un fatto eclatante mi avrebbe convinta, per sempre. Noi pretendiamo, chiediamo a Dio segni del Suo agire e non ci fermiamo per vedere la Sua presenza silenziosa e discreta nelle nostre giornate. Il segno più grande della presenza di Dio nella mia vita, sono proprio io, è ciascuno di noi. L’opera più bella di Dio è quella che agisce internamente in ciascuno di noi, che ci migliora e ci trasforma senza la fretta che noi abbiamo e senza il bisogno, tutto umano, di essere eccezionale e impressionante. Gesù mi dice che si fa mio pane, perché ogni giorno io possa nutrirmi di Lui, proprio perché ogni giorno Lui agisce, lentamente ma senza fermarsi mai. Egli è vivo in noi. Il Suo nome è equilibrio, giustizia, amore, perdono, pazienza, pace, verità, fiducia. Lo lascio emergere? Permetto a Gesù dentro me di manifestarsi attraverso la mia vita? Mi do il permesso di essere serena, in pace, paziente, misericordiosa in questo mondo che fa pressione perché io “domini” sugli altri? Mercoledì 7 maggio Liturgia: At 8,1b-8; Sal 65; Gv 6,35-40 “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” Gesù si presenta come il pane della vita, come colui che è il nostro nutrimento, colui che ci dà e ci sostiene la vita. Tante volte possiamo andare in posti diversi, in cose, abitudini, persone, per nutrirci e rimanere ancora con fame. Gesù ci promette che chi viene a Lui non avrà fame. Questo è un invito di venire a Lui e sperimentare di nuovo quanto le sue parole sono vere. Non basta averlo sperimentato prima, ci vuole un’esperienza rinnovata. “Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori”. Queste parole ci incoraggiano a venire a Lui nonostante tutto. Gesù ci accoglie e ci insegna ad accogliere gli altri. Questa accoglienza fa si che non si perda nessuno di coloro che il Padre aveva dato a Gesù e nessuno di coloro che ci dona nella vita. Giovedì 8 maggio Liturgia: At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51 “ Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato” e “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”( cfr Gv 14,6). Tra il Padre e Gesù c’è un dinamismo fatto d’Amore, una seduzione fatta di Passione, una relazione fatta di Attrazione continua che difficilmente si può negare. Un legame così forte e assoluto (Io e il Padre siamo una cosa sola) che non si può separare Gesù dal Padre, così come non posso separare la creatura dal suo Creatore (se ne andrebbe della sua stessa vita). Ecco perché il salmista canta: “E’ Lui che ci mantiene fra i viventi e non lascia vacillare i nostri piedi”. Questo legame-relazione è ciò che ci fa essere, che unisce l’universo e l’uomo. Per mezzo di Gesù stabilisco l’ordine primordiale; l’essere, io uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio. “E tutti saranno istruiti da Dio”. Tutti siamo discepoli del Signore perché Gesù è la via, la verità, la vita, il solo e unico Maestro. Colui che durante il ritorno quotidiano dall’esilio mi nutre e mi sostiene con il Pane di Vita Eterna. Credo in questo? Avere fede non è accontentarsi di vagare per il deserto alla ricerca della “manna” ma di continuare a cercare anche nelle difficoltà e nel dolore, questo Pane Vivo che è Gesù: presenza, vicinanza, compassione, per suo fratello perché anche lui è il figlio del Padre. Venerdì 9 maggio Liturgia: At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59 “Io sono la via, la verità, la vita”. Queste sono le parole che Gesù rivolge hai suoi discepoli durante l’ultima cena! Gesù è l’unica via per arrivare al Padre; solo Lui può condurci al Padre perché Egli vive in Lui e Lui in Gesù. Per questo chi accoglie Gesù accoglie Dio!Nessuno può arrivare a Dio se non attraverso il Figlio.. Detto questo Gesù invita i suoi a non perdersi d’animo e di fidarsi di Lui perché, malgrado la morte, non li avrebbe mai abbandonati. Lui non ci abbandona mai neanche davanti al nostro abbandono, Lui è sempre lì ad accoglierci tra le Sue braccia. Tommaso e le sue incertezze e i suoi dubbi, siamo tutti noi che abbiamo sempre bisogno di “segni tangibili” da parte di Dio per credere (mostraci il Padre). Ma non ci basta sentirci pieni dell’Amore di Dio per credere? Non ci basta la Sua presenza nella nostra vita per aver fede in Lui? Chi incontra o riscopre Dio sa che Lui è l’unica via verso la salvezza; l’’unica via giusta da seguire per vivere e godere della Vita Eterna; l’unica persona a cui possiamo affidare totalmente la nostra vita senza vederla maltrattare ma anzi trasformata nell’Amore. Dio ci vuole con Lui per risanare le nostre ferite e trasformarle in danza d’Amore; ci vuole Suoi testimoni redenti nell’Amore e nella fede in Lui; ci vuole testimoni delle Sue opere, della Sua grazia e della Sua misericordia ogni giorno. Dio sacrifica Suo Figlio per noi, ma noi siamo capaci di sacrificare noi stessi per Lui e per i nostri fratelli? Lasciamoci trasformare nel Suo Amore; lasciamo gli abiti vecchi per rivestirci di abiti nuovi e scintillanti, grazie al Suo Amore. Lasciamo che Lui ci guidi lungo tutto il nostro cammino, come solo un Padre buono e misericordioso sa fare. Sabato 10 maggio Liturgia: At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69 Che bello poter confrontare oggi il nostro discepolato, il nostro seguire il Signore, alla luce di questo vangelo. Gesù ci domanda: <<Forse anche voi siete scandalizzati dalla mia parola?>>, <<Forse anche voi volete andarvene?>>. Rispondere come ha risposto Pietro e soprattutto seguire Gesù come lo seguirà lui, grazie a Dio, non dipende dalle nostre capacità umane, dalla nostra carne, ma da quanto ci affidiamo a lui, da quanto chiediamo a lui la grazia e lo spirito santo per ottenerlo. Tutto questo mi ricorda chiaramente l’importanza della preghiera nel mio cammino spirituale. Nei momenti in cui questa è mancata, è mancata anche la luce dello Spirito Santo che mi permetteva di comprendere la parola di Dio ed ho sperimentato la fatica, la lontananza nei suoi confronti, fino a che la stessa parola, prima fonte di vita, è parsa di colpo dura, e provare a seguirlo mi è sembrato sempre più impossibile. Gesù stesso infatti ci ricorda che nessuno può seguirlo se non gli viene concesso dal Padre. Vivere come discepoli la Pasqua insieme a Gesù ci permette di conoscere pienamente l’amore del Padre e di poterci rivolgere a lui con la stessa fiducia con la quale si rivolgeva a lui Gesù. Famiglia Missionaria "Verbum Dei" www.verbumdei.it
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