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LA PROVINCIA DI VARESE
MARTEDÌ 10 MARZO 2015
Gallarate e Malpensa
resiste
Al concorso è il finimondo Ile lasalumiere
truffa dell’asfalto
«Irregolare, rifare la prova» non va a buon fine
3.300 iscritti, 1.757 presenti per 4 posti da infermiere a Gallarate
Al palasport di Monza succede di tutto, indignazione del sindacato
Gallarate
ALESSANDRA PEDRONI
Fischi, urla da stadio con gente in
piedi sugli spalti, cellulari utilizzati come enciclopedie quando non
si poteva assolutamente farlo, e
poi la ressa a fine prova, mentre la
commissione d’esame era stata
chiara nel chiedere a tutti di stare
seduti al proprio posto per una
consegna ordinata dei compiti.
È stato un delirio, il concorso
per 4 posti da infermiere a tempo
indeterminato all’azienda ospedaliera di Gallarate. Ieri mattina,
al palazzetto dello sport di Monza,
sono intervenute persino quattro
pattuglie dei carabinieri, chiamate dagli organizzatori del concorso
per cercare di riportare la calma.
Infine è arrivata pure la polizia.
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Girone dantesco
1. Il colpo d’occhio del palasport di Monza, teatro del concorso 2. Una
busta coi quesiti portata all’esterno della sede d’esame: è proibito
3. Un candidato intento a usare lo smartphone: vietato anche questo
Forze dell’ordine
chiamate per portare
un po’ di contegno
tra i concorrenti
Cellulari, ressa
e assalto ai bagni
«E c’è chi è uscito
con la busta in mano»
Nonostante tutti gli accorgimenti presi, ieri è stato il caos a
Monza. «Abbiamo adempiuto al
meglio a garanzia del buon esito
del concorso - rende noto l’azienda - Il nostro impegno è stato
enorme prima e durante la prova,
con 50 nostri dipendenti a controllare (abbiamo chiuso l’ufficio
personale ieri) e 10 vigilantes del
palazzetto arruolati».
«E questi andranno in corsia?»
Eppure«moltepersonehannodato il peggio di sé rifiutandosi di
lasciare un documento d’identità
per andare in bagno, gettandosi
tutti insieme nella riconsegna del
compito. E pensare che si tratta di
infermieri che un domani devono
stare in corsia a contatto diretto
Facebook scopre Cassano
La palla passa a Wikipedia
Cassano Magnago
Dopo anni di clandestinità, i cassanesi
hanno finalmente conquistato la cittadinanza di Facebook: il loro Comune esiste
ora anche per l’anagrafe del più popolare
social network.
Soltanto fino a pochi giorni fa, per
gli abitanti di Cassano Magnago
era infatti impossibile indicare,
nel profilo personale sulla nota
piattaforma internet, la città dei
sette campanili, assente nell’elenco che sul sito permette di selezionare la località di nascita o di residenza.
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Una mancanza che era stata segnalata già quattro anni fa dal
quotidiano La Provincia di Varese,
in più occasioni tornato sull’argomento, e che aveva visto i cassanesi dare battaglia, creando un appo-
con i malati». Critiche per una
donna incinta alla quale è stato
permesso di andare in bagno.
«È successo il finimondo - denuncia Nursid, il sindacato degli
infermieri - È una prova da annullare e rifare. Crediamo sia stato un
problema organizzativo, troppi
concorrenti e pochi controllori. Ci
sono persone che hanno usato il
cellulare, altre hanno corretto le
risposte mentre erano in fila per
la consegna, altre sono addirittura
uscite dal palazzetto con la busta».
Nursid chiede perché non sia
stat utilizzata una struttura del
Varesotto, ma l’azienda ha valutato «costi e capienza, soltanto l’affitto del palazzetto è costato 2.000
euro». Prova pratica il 9 aprile, salvo diverse decisioni dell’azienda. 1
sito gruppo sul frequentassimo
social, allo scopo di rivendicare il
loro diritto di cittadinanza nella
comunità virtuale mondiale.
La mobilitazione popolare aveva visto scendere in campo il primo cittadino in persona, Nicola
Poliseno, «sindaco abusivo» di
una «città inesistente», come era
stato ironicamente definito, lo
scorso ottobre, dal noto conduttore Pif, che durante la trasmissione
di Radio Due “I Provinciali” aveva
intervistato al riguardo il numero
uno della giunta, trasformando in
un caso nazionale la clamorosa
assenza, all’interno del social
network, di un Comune tutt’altro
che piccolo: con quasi 22mila anime, Cassano Magnago è il quinto
centro più popolato del Varesotto.
Stemma da cambiare
Quattro anni di lotta
Così il nostro giornale aveva sposato la battaglia dei cassanesi: vittoria
Propongono di tappare le buche nella
strada, invece risistemano tutto il piazzale. E poi presentano il conto. Arriva
anche a Gallarate la cosiddetta truffa
dell’asfalto.
La segnalazione arriva da via Pegoraro e ha come protagonista il
salumificio Minoli. Tutto è avvenuto ieri poco prima dell’ora di
pranzo: «Si sono presentati da
me alcuni operai, uno mi ha detto
di essere irlandese - racconta il
titolare della storica azienda gallaratese - mi hanno detto che avevano finito di asfaltare un piazzale privato e, dato che gli era avanzato del materiale, avrebbero fatto dei lavoretti a prezzo modico».
Operai irlandesi
Prescrizioni non rispettate
Su 3.300 iscritti si sono presentati
in 1.757, provenienti da tutta Italia.
Per far procedere i lavori in maniera più snella, l’identificazione
dei concorrenti è iniziata alle 9,
un’ora prima dell’apertura della
prova, ma in molti hanno aspettato fino all’ultimo ad entrare, contribuendo a generare ritardo.
L’azienda ospedaliera ricorda
che le condizioni di svolgimento
dell’esame erano indicate chiaramente sul sito. Il giorno prima, in
largo Boito, la predisposizione di
oltre 9mila fotocopie (3 le buste
tra cui scegliere) per distribuire a
tutti la busta scelta a caso da un
candidato. Venti le domande a rispostachiusamultipla,ovviamente uguali per tutti, ma in ordine
diverso per evitare copiature.
Gallarate
Poliseno, nel frattempo, si è dato
da fare: in autunno aveva promesso ai cassanesi di «usare i canali a
mia disposizione per andare alla
radice del problema e tentare di
risolverlo».
Promessa mantenuta: sono
stati una cinquantina i messaggi
che il sindaco ha indirizzato agli
amministratori di Facebook, che
gli hanno più volte risposto, assi-
Uno scorcio del salumificio Minoli
ha ringraziato per l’offerta e l’ha
rifiutata: «Se ne sono andati subito, senza insistere».
All’apparenza un affare: ma è stato proprio il particolare della nazionalità a mettere sul chi vive il Indagano i carabinieri
negoziante. Nel settembre scor- Subito dopo dall’azienda di via
so, infatti, un’azienda di Mercallo Pegoraro è quindi partita una teera rimasta vittima della truffa: lefonata ai Carabinieri per segnaconvinti che gli operai avrebbero lare la presenza di quelli che semsemplicemente tapbrano essere i protapato qualche buca nelgonisti della truffa
l’asfalto, hanno trovaIn passato dell’asfalto. Mentre
to l’intero piazzale riindaga, l’invito
altri casi l’Arma
fatto, e un conto da
alle aziende gallarate3.500 euro più Iva da di conti salati si è quello di prestare
saldare subito.
per sistemare attenzione.
Una truffa che si
Tanto più che non
le buche sarebbe la prima volta:
era diffusa già cinque
anni fa nel Canton Tiera già capitato in
nei piazzali «Mi
cino e che, col tempo,
passato di ricevere
sta scendendo sempre
“offerte” di questo tipiù a sud. In questo caso, però, po».
non è andata a buon fine. Il titolaMemore però di quanto avvere del salumificio aveva infatti nuto nell’alto Varesotto e anche
letto gli articoli che parlavano oltre confine, il titolare del saludella truffa dell’asfalto. E ricor- mificio Minoli ha preferito declidava il particolare della naziona- nare l’offerta. Evitando così il rilità irlandese dei suoi protagoni- schio di vedersi riasfaltato il piazsti.
zale senza averlo chiesto. E di
Così, quando uno degli operai dover pagare per il servizio. 1 R.
gli ha detto di essere di Dublino, Sap.
curandogli il loro intervento, ma
senza mai passare dalle parole ai
fatti. Almeno fino agli ultimi giorni, quando Cassano Magnago è
stata finalmente inserita nell’anagrafe della rete sociale. Insomma,
«a volte anche i colossi hanno la
capacità di ascoltare le richieste
che vengono dal basso», commenta soddisfatto Poliseno.
In poche parole, chi la dura la
vince: «Giustizia è fatta», esclamano con sano orgoglio i cittadini
rimasti finora apolidi su Facebook. Non appena il Comune è
stato riconosciuto dal social
network, i cassanesi si sono subito
affrettati ad aggiornare il proprio
profilo, inserendo la loro città come luogo di residenza e, per molti,
anche di nascita.
Dopo aver conquistato piena
dignità su Facebook, Cassano Magnago resta intanto bistrattata su
Wikipedia. L’enciclopedia online,
infatti, continua a riportare il vecchio stemma municipale, sormontato dalla corona muraria
d’argento senza torri, che caratterizza il semplice Comune, al posto
di quella in oro con cinque torri,
che contraddistingue invece la città. Titolo che Cassano possiede
dal 1997. 1 Luca Girardi
Un cineforum
porta la vita
nella desolata
Case Nuove
Somma Lombardo
Rassegna cinematografica a Case
Nuove. Sembra un sogno e invece
è tutto vero. Nel silenzio desolante
della frazione delocalizzata è l’associazione For Life onlus ad accendere le luci della ribalta sul
borgo a due passi da Malpensa con
pellicole importanti «per riflettere, sognare, emozionarsi e discuterne insieme», dicono gli organizzatori.
Il prossimo appuntamento è
venerdì 13 marzo (ore 20.30, contributo 5 euro) in via Moreno 15,
nella sede di For Life accessibile
anche ai disabili, per “Una pura
formalità”, film di Giuseppe Tornatore con Gérard Depardieu,
Roman Polanski, Sergio Rubini. Una proiezione introdotta da
Cristina Fidone che tirerà i fili
del dibattito al termine. 1 A. Ped.