5 DOMENICA DI QUARESIMA B 2015 22 marzo 2015 + Ger 31,31-34; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33. + Nel vangelo di oggi, il Signore parla di gloria e di onore. Quando sentiamo queste parole, ci viene subito in mente la gloria di questo mondo, che cercano tutti quelli che vogliono lasciare una traccia nella memoria degli uomini. Per questo, si deve fare qualcosa di straordinario, che colpisce l'immaginazione e suscita l'ammirazione o la paura. Pensiamo a tutti questi personaggi importanti di cui si parla e che suscitano emulazione, desiderio di imitazione o terrore. Però non è a questa gloria che pensa il Signore. La gloria che egli cerca non è quella del mondo, che suppone di cogliere l'attenzione degli altri. Ma la gloria che cerca Gesù viene data dal Padre, che vede nel segreto. E questa gloria non si riceve facendo cose straordinarie, ma solo perdendo noi stessi, come il chicco di grano caduto in terra. Di fronte alla gloria del mondo, che ha bisogno di brillare agli occhi degli altri, che cerca di colpire lo spirito e iscriversi nella storia, c'é dunque un'altra gloria, che prende la via opposta, cioè della discrezione, dell'umiltà, del servizio. Due modi di vivere, due scelte, due modi di concepire l'esistenza. La prima cerca lo sguardo degli uomini e usa tutti i mezzi per mettersi al primo posto. La seconda si mette sotto lo sguardo di Dio e sceglie di seguire Gesù. Tra l'una e l'altra, c'é la stessa distanza che esiste tra il cielo e la terra, tra il visibile che passa e svanisce, e l'invisibile che rimane per l'eternità. Questa scelta tra due modi di concepire la vita, tra due modi di vivere nel concreto, ognuno di noi è invitato a farla. Scegliere la gloria degli uomini, o scegliere la gloria di Dio? Ma scegliere la gloria di Dio significa entrare nel mistero di Gesù, l'unica via che vi conduce, l'unica porta per entrarvi, l'unico pastore da seguire. Anche i discepoli desideravano seguire questa via. Ma anche loro, come noi, hanno fatto tanta fatica per capire il Signore. Anche noi, vogliamo questa gloria di Dio, ma senza perdere niente. Anche noi, come gli apostoli, desideriamo essere glorificati col Figlio, ma senza lasciare niente, soprattutto ciò che amiamo. Per noi, è difficile capire questa opposizione tra gloria del mondo e gloria di Dio, soprattutto quando si comincia a parlare di sofferenza. Per noi, la sofferenza è un male. E quando sentiamo il racconto della Passione del Signore, non possiamo evitare la domanda: ma perché? Non avrebbe potuto Dio salvarci in un altro modo? Non avrebbe potuto l'onnipotente evitare al suo Figlio tutto questo cammino di dolore e di morte? É molto difficile per noi non dico capire, ma solo accettare questa realtà. A questi interrogativi che toccano ognuno di noi, il Signore non dà nessuna risposta. Gesù affronta la Passione e la sofferenza con timore, con tremore e lacrime di sangue, ma va avanti e vice la morte. E questo suo atteggiamento, pieno di umanità e di umiltà, ci fa tanto bene. Anche lui, nella sua umanità, non capiva. Anche lui ha avuto paura e è stato preso dallo scoraggiamento. Anche lui ha dovuto affrontare l'incomprensione e la solitudine. Gesù non ha finto di soffrire e di morire. Ma la sua Passione ci ha aperto la via della vita e della risurrezione. Oggi sappiamo che questa via, anche difficile, conduce alla vera gloria, la gloria data dal Padre.
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