PMI: CRESCE LA FIDUCIA, MA LE IMPRESE ASPETTANO CONFERME DALLA POLITICA E DAI MERCATI Previsto un miglioramento di ordini, fatturato e produzione Ma sono ancora forti i ritardi nei pagamenti Alberto: “Siamo in mezzo al guado: necessari molta cautela e segnali concreti di semplificazione” Sale la fiducia delle imprese in attesa di conferme dall’economia e dalle Istituzioni. E’ questo il clima che emerge dalla consueta indagine congiunturale di aprile condotta dall’Ufficio Studi di API Torino. “Si tratta di segnali certamente positivi”, commenta Corrado Alberto, Presidente dell’Associazione delle PMI , che tuttavia aggiunge: “Detto questo, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia: dalle nostre aziende emerge tutta la fragilità dei segnali di ripresa e la delicatezza del momento che stiamo attraversando. Dire che la crisi è ormai alle spalle sarebbe eccessivo ottimismo; affermare che forse la stiamo superando è una ragionevole lettura della realtà”. “I numeri che abbiamo registrato – dice ancora Alberto -, indicano chiaramente che una certa ripresa è in corso. E’ quindi davvero questo il momento per accelerare sulle riforme e sulla sburocratizzazione delle procedure a carico delle PMI. Occorre fare molta attenzione: annunciare riforme non basta se poi queste non vengono rese davvero operative, o disattendono le aspettative. Circa il Def, per esempio, è da sperare che il Governo intervenga davvero in modo congruo sui tagli della spesa, così da scongiurare il rischio di veder applicate le clausole di salvaguardia dal 2016”. Stando ai numeri dell’Ufficio Studi di API, dunque, fra gli imprenditori prevale il "cauto" ottimismo. Il 45,1% delle PMI si dichiara ottimista rispetto all’evoluzione delle principali variabili economiche e finanziarie (una condizione pressoché uguale sia per le imprese che esportano, sia per quelle più orientate ai mercati interni). Non prevede cambiamenti di rilievo il 35,4% delle imprese, mentre il 19% circa rimane pessimista (ma questa quota era pari al 35% alla fine dell’anno). Al rialzo anche le previsioni su ordini, fatturato e produzione. Per il 39,4% delle imprese gli ordini sono in aumento, per il 34,3% cresce il fatturato e per il 42% la produzione. Mentre il 22,8% delle PMI prevede ordini in diminuzione, il 25,7% un calo del fatturato e un 21% un abbassamento della produzione per il primo semestre del 2015. Situazione ancora critica, tuttavia, per il portafoglio ordini. Rimane infatti al 34% circa la quota di imprese che ha ordini per un mese. In maggiore affanno le imprese "fino a 9 addetti": il 59,2% ha ordini solo per i prossimi 30 giorni. Alla fine dello scorso anno, l’indice di saturazione della capacità produttiva era attorno al 70%. Aumentano comunque le intenzioni di nuovi investimenti: dal 31,5% della fine dell’anno scorso al 49,7% di oggi (di cui per il 18% circa si tratta di investimenti rilevanti). Con riferimento alle imprese che non investono (50,3%), si riduce ampiamente la quota di imprese che attribuisce la rinuncia a investire all'incertezza dei mercati (dal 29,4% di dicembre 2014 al 6,9% di marzo 2015). Il 19,1% delle imprese al momento sta ricorrendo alla cassa integrazione guadagni, in calo rispetto alle previsioni formulate a dicembre 2014, quando il 24,6% del campione ipotizzava il ricorso alla CIG per il primo semestre 2015. Bene anche l’industria manifatturiera con il 42% delle imprese che prevede rialzi nella produzione. Permangono però forti ritardi nei pagamenti: il 70% circa delle PMI vanta crediti scaduti con un ritardo medio di 6,5 mesi. Torino, 13 aprile 2015 Per maggiori informazioni: Andrea ZAGHI, Relazioni Esterne API Torino 011-4513268 oppure 368-3952165 oppure 335-7564792
© Copyright 2024 ExpyDoc