Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli NOTIZIE DALL’ORDINE N. 17/2014 Napoli 06 Marzo 2014 (*) Ancora un attacco “virulento” contro gli Ordini Professionali ad opera di un parlamentare di Scelta Civica. L’Onorevole in questione, Andrea Vecchi, peraltro iscritto all’Ordine dei Geometri, invoca il Presidente Renzi e la sua ventata di novità per far fuori gli Ordini in quanto lascito dell’era fascista e vero tappo, per i suoi privilegi, alla libera concorrenza ed allo sviluppo dei giovani. La risposta del CUP, tramite Marina Calderone, non si è fatta attendere. Ma ora temiamo anche per le nostre Casse di Previdenza. Le nostre riserve fanno gola ai guai finanziari dell’INPS. In tempi recenti, a Novembre scorso per la precisione, nel corso dell’Assemblea Annuale degli Iscritti, avevamo sollevato la problematica di quel venticello da orticaria che, ogni tanto, soffia sempre nella medesima direzione dell’abolizione degli Ordini Professionali. Talvolta questo infido venticello assume le sembianze dell’ANTITRUST, altre quelle di Bersani e, giorni orsono, quelle di un parlamentare di Scelta Civica, tale Andrea Vecchi, che, ironia della sorte, è anch’egli iscritto ad un Ordine Professionale, quello dei Geometri, con tesserino d’iscrizione n. 600. Ricorderete tutti il Decreto Bersani e la marcia dei 40.000 professionisti ai Fori Imperiali quel 12 Ottobre del 2006. Del pari, ricorderete che noi per primi, anche sotto l’egida dei precedenti Governi, avevamo dato disponibilità ad una vera Riforma delle Libere Professioni. 1 Il problema, ovvero il falso problema, è quello dei giovani che, cui gli Ordini Professionali, a mo’ di casta a circuito chiuso, impedirebbero l’accesso alla libera professione. Già, i giovani!!! Costituiscono, ormai da decenni, lo strumento per infangare il lavoro di milioni di liberi professionisti spesso, come noi, costretti a misurarci con una P.A. elefantiaca, costosa ed improduttiva o a lavorare gratuitamente per essa (es. UNIEMENS), TELEMATIZZAZIONE SELVAGGIA sostituendoci agli impiegati pubblici che non ci sono o, se ci sono, non presidiano un c… degli strumenti telematici a cui facciamo affluire, in termini perentori e regolarmente sanzionati, milioni di dati qualificati e controllati. Eppure, abbiamo già dato!!!! Con il D.L. 138/2011 e successive modificazioni ed integrazioni abbiamo avuto (o subito) la RIFORMA DELLE PROFESSIONI: praticantato a 18 mesi, Formazione Permanente Obbligatoria, Assicurazione RCD Obbligatoria, distinzione tra la funzione amministrativa e quella disciplinare. E, da ultimo, il POS in vigore, anche nei nostri studi, il 30/6/2014. Orbene, l’On. Andrea Vecchi, invece di pensare, essendo il suo Partito componente della maggioranza, a come far riemergere l’Italia dalle sabbie mobili di un’economia ormai a brandelli di guisa che il Keynes si sta rivoltando nella tomba, ha pensato bene di addossare agli Ordini Professionali la causa dei mali italici. Ha affermato: “Esistono in Italia troppi tappi che, messi a protezione di altrettante caste, bloccano lo sviluppo di tutto il paese: sono gli ordini professionali. Si tratta di un lascito del regime fascista. Gli ordini professionali costituiscono una casta a guardia della casta stessa. Così accedere alla libera professione, se non si è figli di medici, avvocati, ingegneri, architetti, è impossibile. Gli ordini sono un tappo alla libera concorrenza e al lavoro per i giovani. In nessun paese esiste una norma così stringente che crea orti riservati e autocraticamente gestiti. Vere e proprie istituzioni d'arroganza corporativa. Occorre mettere mano a una radicale riforma delle professioni, a partire dagli ordini e dai loro privilegi. Solo il governo Renzi, che è portatore di un vento nuovo, può riuscirci. Forza Matteo, la società che produce, che vuole liberarsi da lacci e lacciuoli è con te". No comment!! La nostra educazione e il nostro essere Istituzione non ci consentono nemmeno di lanciargli un anatema, magari di essere curato o difeso da un medico od un avvocato non iscritto ad un Ordine Professionale. A nome di tutte le libere professioni ordinistiche ci ha pensato Marina Calderone, Presidente del CUP, a replicare all’On. Le Vecchi. 2 La Presidente ha affermato: “Chi continua a chiedere l'abolizione degli Ordini come soluzione ai problemi dell'Italia, non conosce la realtà del Paese. Continuare ad alimentare questo stantio refrain è assolutamente improduttivo e privo di ogni significato. Già con gli ultimi Governi si è proceduto alla riforma del sistema ordinistico che presenta caratteristiche di modernità assolute, specialmente se si confronta con altre realtà. Ascoltare ancora il trito rituale di chi asserisce che gli Ordini frenano l'ingresso nelle professioni dei giovani non conosce i numeri. Dei 2,3 milioni iscritti agli Ordini professionali oltre il 50% è under 40 e si è iscritto negli ultimi dieci anni. Questi sono numeri, le polemiche sono chiacchiere inutili. Peraltro, il ruolo che le professioni ordinistiche hanno assunto nel sistema economico e sociale di questo Paese è sotto gli occhi di tutti. La conoscenza delle diverse realtà produttive territoriali permette ai professionisti di fornire il loro contributo a livello locale e nazionale, favorendo il buon andamento della vita amministrativa, politica ed economica della Nazione. Ognuno con le sue specificità e competenze, rappresenta quel valore aggiunto fondamentale al processo di modernizzazione della nostra economia e delle attività svolte dalla pubblica amministrazione. Tra occupazione diretta e indotto, il bacino occupazionale delle professioni è stimato in poco più di 3,9 milioni di posti di lavoro, pari al 15,9% dell’occupazione complessiva, con l’8,5% di occupazione diretta e l’8,7% nell’indotto. Gli ordini professionali non amministrano solo i propri iscritti, ma garantiscono attraverso una continua e fattiva collaborazione con le Istituzioni, anche attraverso le attività portate avanti dal Comitato Unitario Permanente degli ordini e collegi professionali, la tutela degli interessi dei cittadini e dello Stato. Riguardo poi l'affermazione che il sistema ordinistico sia un retaggio di epoche passate, basta avere una minima conoscenza dei sistemi esistenti negli altri Stati Europei, a cominciare dalla Germania, per comprendere di essere in errore. I professionisti ordinistici operano a tutela del cittadino e delle imprese per le tante attività sussidiarie che svolgono in ausilio alla Pubblica Amministrazione e senza le quali mai sarebbero garantiti i diritti dei cittadini”. Non sono mancati, peraltro, riscontri da altre forze politiche. Ad esempio, il Senatore Andrea Mandelli, responsabile di Forza Italia per i rapporti con le professioni, ha ricordato che "far passare gli appartenenti alle professioni ordinistiche come il male dell'Italia significa impostare il discorso su una semplificazione populista che nulla ha a che vedere con la realtà e che, magari per una manciata di voti, è pronta a colpire un settore con un bacino occupazionale pari, calcolando anche l'indotto, a quasi 3 quattro milioni di lavoratori. I professionisti sono una risorsa preziosa del nostro Paese in termini di lavoro, economici e di competenze. Se non si capisce questo, qualsiasi misura è destinata a trasformarsi in un intervento punitivo al quale noi ci opporremo fermamente e con tutte le nostre forze". Che dire di più? Niente, il silenzio è d’oro, andiamo a lavorare con la nostra determinazione e caparbietà, con il nostro essere “sussidiario” e “terzo”, con il nostro essere “portatore di scienza e conoscenza”. Occorre, però, essere vigili ed attenti!!!! Non vorremmo che tale affermazione dell’On.le Vecchi sia prodromica ad altro atto vandalico che, comunque, ci aspettiamo da tempo e che vedrebbe destinatarie le Casse di Previdenza dei Liberi Professionisti. Stante la crisi finanziaria dell’INPS, vuoi vedere che servono le nostre riserve?? Sarebbe l’inizio di una guerra civile!!!! Ad maiora. IL PRESIDENTE EDMONDO DURACCIO (*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli. ED/FC 4
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