Da Torino le strategie delle Pmi in rete

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Venerdì
17/10/2014
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Roberto Napoletano
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II caso. Summit di Enterprise Europe Network per competere nonostante la congiuntura sfavorevole
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Da Torino le strategie delle Pmi in rete
Filomena Greco TORINO Poter
aprire in ventiquattro ore un ufficio
a Londra, come ha fatto la
Novacase, azienda specializzata in
bioedilizia e risparmio energetico.
Oppure aggiudicarsi, unica start up
tra le imprese in corsa, un sostegno
a fondo perduto da 5omila euro nell'ambito dello Sme Instrument per affinare il proprio progetto
d'impresa, come è stato per la Smart
patch, che sviluppa sensori di
deformazione da impiegare nel
settore costruzioni. O, ancora,
ottenere aiuto nella ricerca di nuovi
partner e nello sviluppo di prototi
pi come è stato per la Wib,
Warehouse in a box, azienda
siciliana che produce una
macchina per la vendita
automatica dotata di una
piattaforma e-commerce in
grado di gestire centinaia di
referenze. Sostenere le pmi
nell'innovazione e
nell'internazionalizzazione tema chiave in una fase U
mila Gli accordi Sono le
partnership internazionali tra
operatori
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economica difficile - è il "mestiere"
dell'Enterprise Europe Network (600
partner in 55 paesi), strumento della
Commissione europea che a Torino,
in una due giorni di incontri, fa il
punto su cinque anni di lavoro:
più di limila accordi di
partnership internazionale tra
operatori, una banca dati con
icmila profili, migliaia di esperti e
servizi dedicati in tema di
brevetti, trasferimento
tecnologico, nuovi mercati,
accesso ai finanziamenti europei,
da Horizon 2O2O (ricerca e
innovazione) a Cosme
(competitivita). «La crescita
dell'economia europea - sottolinea
Joanna
Drake, responsabile della
dirczione SMEs, Small and
medium enterprises - nei prossimi
anni sarà sui mercati esteri.
Eppure ancora pochissime Pmi
utilizzano servizi a favore
dell'internazionalizzazione. Cosa
aspettiamo?». Per le aziende del
vecchio continente, il problema,
spesso, non è il "mercato" o la
"competitivita", quanto
l'informazione, aggiunge Drake.
«La nostra politica spiega - è di
offrire servizi su misura, in
relazione alle esigenze di
sviluppo e di mercato, e ci
basiamo su partnership con chi
conosce e lavora nei paesi in
crescita». Un esempio? Un ser
vizio di help desk in tema di
proprietà intellettuali in Cina,
una grande attenzione al
Sudamerica, «che non è
soltanto il Brasile», e agli Stati
Uniti, «golden opportunity»
per le imprese europee. Tra i
partner italiani, molte camere
di commercio, come quella di
Torino che ha seguito il caso
della Smart patch. «Adesso ci
prepariamo a realizzare il
nostro progetto - sottolinea
Melanie Diziol, uno dei tre
soci fondatori della start up che
presto entrerà nell'incubatore
I3p del politecnico di Torino stiamo ultimando il nostro
studio di fattibilità, il prossimo
passo saranno le prime
installazioni pilota e poi
l'industrializzazione del
prodotto».
Banche e fondazioni bancarie
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