Colonscopia con videocapsula

HiT
High-Tech
Colonscopia
con videocapsula
a cura di Marco Pennazio* e Emanuele Rondonotti**
Descrizione DELLA TECNOLOGIA
Il sistema per lo studio del colon con videocapsula è composto da 3 elementi: la videocapsula, il data-recorder ed
una workstation dedicata. Attualmente è disponibile in commercio la videocapsula del colon di seconda generazione
(PillCam Colon Capsule 2: CCE-2; Covidien, Dublin, Ireland).
La CCE-2 (tabella 1) ha due telecamere, con ampio angolo di visione, poste agli estremi del dispositivo. Tale disposizione permette di esplorare anche lo spazio tra le pliche coliche. Durante l’esame, la capsula scambia continuamente informazioni con il data-recorder esterno. Esso è dotato di un piccolo schermo che permette all’operatore
di controllare, in tempo reale, le immagini acquisite e di uno specifico software. Il software permette di riconoscere
automaticamente alcuni punti di repere (es. il passaggio della capsula attraverso il piloro) e di regolare di conseguenza
la velocità di acquisizione delle immagini (frame-rate) nei diversi segmenti intestinali.
Inoltre il software, attraverso l’analisi in continuo delle immagini raccolte, è in grado di riconoscere se la capsula è
ferma o in movimento, adattando di conseguenza il frame-rate. Grazie all'interazione capsula-recorder, la CCE-2
acquisisce 14 immagini al minuto finchè non supera il piloro, mentre varia il suo frame-rate da 4 a 35 immagini al
secondo, a seconda della sua velocità di progressione, una volta giunta nel tenue.
Tale regolazione permette da un lato di ottimizzare i consumi della batteria, dall’altro riduce la probabilità di perdere
lesioni di mucosa quando la capsula compie spostamenti veloci. Le informazioni raccolte nel data-recorder vengono
trasferite ad una workstation dedicata sulla quale è caricato un software (Rapid 8®; Covidien, Dublin, Ireland) che
permette di visualizzare i filmati acquisiti dalle due telecamere, contemporaneamente o separatamente.
Nell’ultima versione del software è stato introdotto un sistema di misurazione automatica delle lesioni.
Dimensioni
11.6 x 31.5 mm
Peso
2,89 ± 0.15 gr
Materiale
Plastica biocompatibile
Gruppo ottico
Sistema a 3 lenti
Numero di telecamere
2
Campo visivo
172° per ogni telecamera
Durata funzionamento batterie
> 10 ore con funzione di localizzazione sul monitor
Profondità di campo
40 mm
Controllo della luminosità
Automatico (sistema ALC- Automatic Light Control)
Oggetto minimo identificabile
Inferiore a 0.1 mm
Frame-rate
Adaptive frame rate: 14 frame/min in stomaco e duodeno prossimale; da 4 a 35 frame/sec
a seconda della rapidità di transito del dispositivo oltre il duodeno
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*UOC di Gastroenterologia, Ospedale San Giovanni Antica Sede, Azienda Ospedaliero-Universitaria
Città della Salute e della Scienza di Torino
**UOC di Gastroenterologia, Ospedale Valduce di Como
Giorn Ital End Dig 2015;38:51-53
Tabella 1 Specifiche tecniche della PillCam Colon Capsule 2 (CCE-2)
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MODALITà e indicazioni di utilizzo
I recenti miglioramenti del sistema per l’esecuzione della colonscopia con videocapsula, hanno permesso di ridurre
al minimo la necessità di intervento da parte del medico. Una volta deglutita la capsula (passaggio che si svolge in
presenza del medico) il paziente può tornare a casa e l’esame può svolgersi completamente al domicilio (1).
Perché questo sia possibile il paziente deve essere però informato ed istruito, in quanto la propulsione della capsula
(e di conseguenza la possibilità di ottenere una completa valutazione del colon) è sostenuta dall’assunzione in tempi
prestabiliti di farmaci stimolanti la peristalsi intestinale (es. sodio fosfato) durante l’esame stesso.
Il paziente deve essere inoltre istruito su come verificare l’espulsione della capsula al fine di escludere la ritenzione del
dispositivo e confermare la completezza della valutazione del colon.
Vantaggi e limiti della tecnologia
I principali vantaggi della colonscopia con videocapsula sono: la facilità di esecuzione, la scarsa invasività e la sicurezza della procedura.
Questi aspetti rendono l’esame particolarmente gradito ai pazienti, tanto che l’inclusione della videocapsula nel pannello dei test proposti per lo screening per il cancro colorettale, sembrerebbe poter aumentare significativamente
l’adesione allo screening (2).
è interessante notare che la colonscopia con videocapsula viene preferita alla colonscopia ottica non solo da un
punto di vista teorico, al momento di scegliere un eventuale test di screening, ma anche da coloro che sono stati
sottoposti ad entrambe le procedure (3,4).
Tra gli attuali limiti della colonscopia con videocapsula forse il più importante è rappresentato dalla preparazione che,
rispetto alla colonscopia ottica, è più complessa (i lassativi vengono assunti sia nei giorni precedenti l’esame che
durante l’esame stesso), impiega, negli schemi più comunemente adottati, il sodio fosfato che è potenzialmente pericoloso se assunto in dosi elevate e richiede l’attiva partecipazione del paziente che deve assumere i diversi farmaci
a specifici intervalli di tempo (dettati dagli allarmi che compaiono, nel corso della giornata sul data-recorder).
Tale preparazione determina una pulizia adeguata del colon nel 70-95% dei casi e permette una colonscopia completa nel 71-88% dei casi (5). Va anche sottolineato come il processo di lettura del filmato richieda circa 30-60 min
(5) e che gli strumenti attualmente disponibili inclusi nel software (es. misuratore dimensioni delle lesioni) non sono
stati ancora validati.
EVIDENZE DELLA LETTERATURA CHE NE SUPPORTANO L’UTILIZZO
Gli studi di confronto fra colonscopia ottica e colonscopia con capsula hanno dimostrato livelli di accuratezza di
quest’ultima buoni (ad es. sensibilità e specificità nell’identificazione di polipi > 6 mm (figura 1): 81-89% e 64-93%)
ma comunque inferiori a quelli della colonscopia ottica (5). Seppure tali dati possano risentire, almeno parzialmente,
di alcuni difetti metodologici degli studi, al momento attuale la colonscopia ottica rimane il test di prima scelta per
la valutazione del colon. Recenti studi di confronto tra colonscopia con videocapsula e colonscopia virtuale hanno
invece dimostrato una sostanziale equivalenza delle due tecniche o, in alcuni casi, una significativa superiorità della
colonscopia con videocapsula (3,4).
Pertanto attualmente nella pratica clinica le indicazioni alla colonscopia con videocapsula sono rappresentate dai
casi di colonscopia ottica incompleta o dai soggetti che non vogliano o non possano, per problematiche cliniche,
sottoporsi alla colonscopia ottica.
Per quanto riguarda possibili future indicazioni cliniche, sono in corso studi sulla sorveglianza dei pazienti con colite
ulcerosa e per la ricerca di neoplasie coliche nei soggetti che partecipano a programmi di screening del cancro colorettale.
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high-tech
Figura 1 A: PillCam Colon Capsule 2(R)
B: polipo sessile del sigma (stima delle dimensioni con misuratore automatico: 9 mm)
Corrispondenza
marco pennazio
Divisione di Gastroenterologia
A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino
Ospedale San Giovanni Antica Sede
Via Cavour, 31 - 10123 Torino
Tel. + 39 011 6333980
E-mail: [email protected]
Giorn Ital End Dig 2015;38:51-53
Bibliografia disponibile
1.Adler SN, Hassan C, Metzger Y et al. Second-generation colon capsule endoscopy is feasible in the out-of-clinic setting. Surg Endosc 2014;28:570-75.
2.Rex DK, Lieberman DA. A survey of potential adherence to capsule colonoscopy in patients who have accepted or declined conventional colonoscopy.
J Clin Gastroenterol 2012;46:691-95.
3.Spada C, Hassan C, Barbaro B et al. Colon capsule versus CT colonography in patients with incomplete colonoscopy: a prospective, comparative trial.
Gut 2015:64:271-81.
4.Rondonotti E, Borghi C, Mandelli G et al. Accuracy of capsule colonoscopy and computed tomographic colonography in individuals with positive results
from the fecal occult blood test. Clin Gastroenterol Hepatol 2014;12:1303-10.
5.Rondonotti E, Pennazio M. Colorectal polyp diagnosis: results with the second-generation colon capsule (CCE-2). Colorectal Dis 2015;17(1):31-5.
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