LATERIZI E CERAMICHE - IISS Caramia

LATERIZI E CERAMICHE
MODULO
I LATERIZI
I MATERIALI CERAMICI
La cottura dell’impasto costituito da argilla ed acqua dà luogo, secondo la
variazione di diversi parametri, ad una numerosa serie di prodotti che trovano
svariate applicazioni nell’edilizia.
Tali parametri possono essere così riassunti:
- QUALITA' DELLE ARGILLE
- EVENTUALE PRESENZA DI ADDITIVI NELL'IMPASTO
- TEMPERATURA E MODALITA' DI COTTURA
- EVENTUALI TRATTAMENTI SUPERFICIALI
MODULO
I LATERIZI
I MATERIALI CERAMICI
La variazione dei suddetti parametri produce diverse consistenze e colori
dell’impasto cotto, secondo la seguente classificazione:
colorata
Laterizi
Terrecotte
Maioliche
Faenze
Cotto
Pasta
porosa
impasto
costituito
da argilla
ed acqua
bianca
Terraglie tenere
Terraglie forti
Pasta
compatta
MODULO
I LATERIZI
In particolare l’elemento che più degli
altri caratterizza un prodotto a pasta
porosa da uno a pasta compatta è
dovuta alla temperatura di cottura;
nel primo caso infatti la cottura avviene
in condizioni tali da ottenere la completa
eliminazione dell'acqua, con
conseguente formazione di un
composto resistente ma poroso, nel
secondo caso la cottura è spinta fino a
provocare l'inizio della fusione dei
componenti ottenendo così la
formazione di una pasta omogenea e
senza pori.
MODULO
I LATERIZI
I MATERIALI CERAMICI - PRODUZIONE
Stoccaggio dell’argilla.
Prelavorazione: (miscelazione, frantumazione, raffinazione, bagnatura, additivi)
Formatura con taglio, presa e carico del materiale prodotto
La formatura può avvenire per estrusione o stampaggio.
Può essere eseguita a SECCO (poco diffusa in Italia):
Oppure ad UMIDO (attualmente la più diffusa in Italia e in Europa):
Essiccazione.
Ingobbiatura. (facoltativo), consiste nella stesura di uno strato superficiale di argilla di
differente colorazione, che penetra nel materiale già formato, donando
particolari colorazioni, effetti o tonalità al manufatto.
Cottura. Durante la fase di cottura, il prodotto essiccato viene assoggettato ad opportuni
cicli termici che innescano variazioni fisico-chimiche dei composti minerali.
La cottura dei prodotti avviene, generalmente, all’interno di un forno, cosiddetto
a TUNNEL, costituito da una galleria chiusa alle estremità da un sistema di porte
doppie, entro la quale scorrono dei carrelli a ciclo continuo.
A metà circa della galleria è prevista, o nella volta o nei fianchi, l’immissione di
combustibile, in modo da realizzare un profilo termico lungo tutto il forno che
completi il ciclo preriscaldamento-cottura-raffreddamento, a cui devono essere
sottoposti i prodotti per essere trasformati in laterizio.
Trattamenti finali ed imballaggio.
MODULO
I LATERIZI
I MATERIALI CERAMICI - PRODUZIONE
AREA STOCCAGGIO
ZONA ESTRUSIONE
MODULO
I LATERIZI
I MATERIALI CERAMICI - PRODUZIONE
ZONA FORMATURA
ESSICATOIO
MODULO
I LATERIZI
I MATERIALI CERAMICI - PRODUZIONE
INGRESSO AL FORNO
USCITA DAL FORNO
MODULO
I LATERIZI
I LATERIZI: CLASSIFICAZIONE CIRCA L'USO
I LATERIZI SONO UN GRUPPO DI PRODOTTI APPARTENENTI ALLA FAMIGLIA
DEI PRODOTTI CERAMICI.
LA GRANDE DIFFUSIONE DEI LATERIZI E' IN GRAN PARTE DOVUTA ALLA LORO
FACILITA' DI PRODUZIONE (SALVO I COSTI ENERGETICI) E ALLA LORO SEMPLICITA'
D'USO.
LA CLASSIFICAZIONE CHE NE DERIVA E' LA SEGUENTE:
- LATERIZI PER ELEMENTI VERTICALI (MURI TRAMEZZE)
- TAVELLE E TAVELLONI
- BLOCCHI FORATI PER SOLAI E STRUTTURE ORIZZONTALI
- LATERIZI PER COPERTURE
- LATERIZI PER USI PARTICOLARI
MODULO
I LATERIZI
I LATERIZI
Prodotti a pasta porosa colorata: Mattoni dei vari tipi, blocchi per murature e
per solai, tegole, tavelle e tavelloni
Mattone, elemento a forma di parallelepipedo. Le tre dimensioni hanno subito nel
tempo numerose variazioni, nelle varie regioni e nelle varie fabbriche, fino alla
definizione del mattone UNI 5.5 x 12 x 25 (cm) e del doppio UNI 12 x 12 x 25
(cm).
Il mattone pieno è prodotto in due versioni:
• Per strutture murarie da intonacare o rivestire
• Per lavorazioni da lasciare a faccia vista (mattoni da paramento o PARAMANO)
UNI 5.5 x 12 x 25 (cm)
doppio UNI 12 x 12 x 25 (cm).
MODULO
I LATERIZI
I LATERIZI
In funzione della cottura i mattoni possono essere divisi in:
Albasi, ovvero poco cotti con colore giallognolo. Sono poco resistenti e poco
porosi
Mezzani o forti, con cottura normale. Resistenza ottimale
Ferrioli, ovvero troppo cotti. Hanno un colorito scuro, sono più pesanti,
parzialmente vetrificati, deformati e poco porosi e con una scarsa aderenza alle
malte
MODULO
I LATERIZI
I LATERIZI CLASSIFICAZIONE IN BASE AI FORI
La normativa permette di individuare le tipologie di
laterizi in funzione della percentuale di forature
presenti
Se la percentuale di forature è < del 15%
pieno
mattone
Con percentuali di forature dal 15% al 45%
mattone semipieno
Con percentuali di forature dal 45% al 55%
blocco forato
MODULO
I LATERIZI
I LATERIZI, con percentuali di
forature dal 45% al 55%
mattone
e blocco forato o cavo
mattoni SEMIPIENI
Trovano impiego nelle componenti
non portanti
Blocchi forati (TAMPONAMENTI) in disuso
Simili ai mattoni; hanno però
dimensioni maggiori e sono
disponibili in diverse tipologie;
Trovano vari impieghi: murature
perimetrali, murature armate, etc.
BLOCCHI FORATI
MODULO
I LATERIZI
I LATERIZI: RESISTENZA AL FUOCO
DATE LE PARTICOLARI ORIGINI E ALLA MODALITA' DI PRODUZIONE
I LATERIZI SONO DEI PRODOTTI IN GRADO DI GARANTIRE UNA
DISCRETA RESISTENZA E IS0LAMENTO AL FUOCO (R.E.I.)
L’articolo 1.11 del D.M. 30.11.83 definisce come
"resistenza al fuoco" l’attitudine di un elemento a
conservare per un tempo determinato (espresso in
minuti primi):
Stabilità ("R") come attitudine a conservare la
resistenza meccanica;
Tenuta ("E") come attitudine a non lasciar passare
né produrre – se sottoposto alla azione del fuoco
su un lato – fiamme, vapori o gas caldi sul lato non
esposto;
Isolamento termico ("I") come attitudine a ridurre
la trasmissione del calore;
MODULO
I LATERIZI
Laterizi per divisori
Divisori realizzati
Elementi a fori verticali
MODULO
I LATERIZI
mattone e blocco forato ALVEOLATO
Le cavità, oltre ad alleggerire
l’elemento resistente, riducono la
conduttività del materiale,
migliorando le caratteristiche
termoisolanti, senza compromettere,
in proporzione, la resistenza
meccanica.
Pezzo speciale per
mazzette
24 x 24 x 30 24 x 24 x 30 cm
LE CAVITA' SI OTTENGONO AGGIUNGENDO
SFERETTE DI POLISTIROLO NELL'IMPASTO
DURANTE LA COTTURA IL POLISTIROLO
SUBLIMA LASCIANDO APPUNTO NUMEROSI
ALVEOLI.
MODULO
I LATERIZI
Laterizi per solai
Le pignatte sono blocchi di grandi
dimensioni, di dimensioni variabili
secondo lo spessore del solaio e
l’interasse delle nervature.
In commercio sono disponibili
due tipi di blocchi:
- TIPO A o PIGNATTE
- TIPO B o VOLTERRANE
La differenza tra i due tipi
risiede nel fatto che le prime
sono rinforzate nella parte
alta, collaborano con la
struttura, mentre le seconde
servono solo da alleggerimento.
pignatte
volterrana
MODULO
I LATERIZI
Laterizi per solai
Con travetti a traliccio ed in cemento
armato precompresso vengono
utilizzati blocchi provvisti di
sporgenze laterali, parallele alla
direzione della foratura (“dentelli”),
che permettono l’appoggio sui
travetti.
I blocchi possono avere varie altezze
e diverse lunghezze (dipende dalle
caratteristiche produttive
dell’impianto), mentre la loro
larghezza (nella maggior parte dei
casi) è tale da formare con il travetto
un interasse di 50 cm.
MODULO
I LATERIZI
Laterizi coperture.
Coppi e tegole: sono prodotti
realizzati per estrusione o
stampaggio.
Per favorire lo scorrimento dell’acqua
l’inclinazione delle falde non deve
essere inferiore al 35% per le tegole
marsigliesi e al 30% per gli altri
prodotti.
Le tegole sono caratterizzate dalla
presenza di un incastro che ne
condiziona la sovrapposizione.
COPPO (a sovrapposizione)
TERMINALE
DI COLMO
TRE VIE
COPPONE
DI COLMO
MODULO
I LATERIZI
Laterizi coperture.
tegola romana o embrice: è un
elemento piano trapezoidale con
bordi sui lati lunghi. Pesa circa 3,5 kg
e per ogni m2 di superficie sono
necessari 8-10 embrici.
tegola portoghese: è formata
dall’insieme di un coppo e di un
embrice. Pesa circa 3 kg e per ogni
m2 di superficie sono necessari 1314 elementi.
MODULO
I LATERIZI
Laterizi coperture.
tegola marsigliese: è un elemento
piano con diversi incavi e risalti che ne
facilitano l’incastro per sovrapposizione.
Pesa circa 3 kg e per ogni m2 di
superficie sono necessari 13-14
elementi.
tegola olandese: ha una sezione
ondulata; richiede una pendenza minima
della falda del 30%. Pesa circa 3 kg e
per ogni m di superficie sono necessari
13-14 elementi.
MODULO
I LATERIZI
colorata
Laterizi
Terrecotte
Maioliche
Faenze
Pasta
porosa
Faenza
Le terraglie ordinarie vengono prodotte con argille della stessa natura, o più pure,
di quelle usate per i laterizi e le terre cotte; si distinguono da queste ultime per
essere ricoperte da un rivestimento vetrificato costituito da una vetrina o da uno
smalto opaco (bianco o colorato).
In alcuni casi le faenze, prima del rivestimento, vengono ricoperte con un sottile
strato, denominato ingobbio, che ha lo scopo di nascondere il colore della pasta
(rossiccio) e quindi conferire maggior pregio al prodotto. L'ingobbio è costituito
una sospensione acquosa bianca contenente, in genere, caolino, creta, carbonato
di calcio e feldspati e può essere colorata per aggiunta di ossidi metallici.
MODULO
I LATERIZI
Il manufatto comunemente noto con il nome di maiolica è una terraglia ordinaria,
ricoperta da uno smalto, che trova impiego nella fabbricazione di oggetti di uso
domestico quali vasellame da tavola, da tè e da caffè, piastrelle da rivestimento per
interni, ecc.. Le piastrelle in maiolica si trovano in commercio nel classico formato
15 x 15. Fra le terraglie ordinarie, quelle verniciate con vernici trasparenti, ebbero in
passato un forte impiego come stoviglie da fuoco e da cucina fino a quando non
furono soppiantate dall'alluminio, dal ferro smaltato e dalla porcellana.
Le piastrelle note comunemente con il nome di cotto sono delle Faenze non
smaltate che trovano impiego per pavimentazioni rustiche di interni; i principali
formati delle piastrelle in cotto sono: 25 x 25, 30 x 30 e 20 x 40.
LA PRODUZIONE DEL COTTO SI DIFFERENZIA PER LA PARTICOLARE SELEZIONE
DELL'ARGILLA E PER LE TEMPERATURE DI COTTURA CHE VANNO DAI 950 AI 1020 °C
COTTO
MAIOLICA
MODULO
I LATERIZI
Terrecotte.
Per la produzione delle terrecotte si utilizzano argille di tipo analogo a quelle
usate per i laterizi ed il colore dei manufatti dipende dalla quantità di ossido di
ferro presente nell'argilla di partenza. Le terre cotte si usano per oggetti
ornamentali quali vasi da fiori, recipienti, ecc.. Nel caso in cui le terrecotte
vengano utilizzate per la produzione di recipienti per liquidi devono essere
impermeabilizzate con un rivestimento (vetrina o smalto).
PIASTRELLA
TERRACOTTA
MODULO
I LATERIZI
Prodotti a pasta porosa bianca.
Terraglie tenere (o dolci) e forti.
Appartengono a questo gruppo i prodotti a pasta porosa e a pasta parzialmente
vetrificata, ma sempre bianca, che non richiedono, come le maioliche, uno strato di
smalto coprente. La decorazione di questi prodotti viene effettuata dopo la prima
cottura; il manufatto viene quindi ricoperto con uno strato di vetrina ed infine sottoposto
ad una seconda cottura.
colorata
Pasta
porosa
bianca
Terraglie tenere
Terraglie forti
grès porcellanato
MODULO
I LATERIZI
Prodotti a pasta porosa bianca.
Le terraglie tenere vengono cotte a circa 1100 °C e trovano impiego nella fabbricazione
di servizi da tavola, vasellame, oggetti da ornamento, piastrelle da rivestimento ed
apparecchi sanitari di basso costo; questi ultimi presentano infatti il difetto della scaglia
( si scheggiano facilmente) e sono quindi sconsigliabili dal lato igienico.
Le terraglie forti, dette anche porcellane opache, vengono cotte a 1200 -1300 °C, sono più
resistentie più pregiate delle terraglie tenere e vengono utilizzate nella fabbricazione di
vasellame, di servizi da tavola, di piastrelle da rivestimento, di apparecchi sanitari; per la
produzione di filtri porosi (partendo da impasti speciali non ricoperti di vernice) che trovano
impiego come sterilizzatori nei laboratori farmaceutici.
Difetto tipico della terraglia forte è il cavillo che consiste nella formazione di piccole crepe
(CRACLE') nello strato di vernice.
MODULO
I LATERIZI
Prodotti a pasta porosa bianca.
Gres sanitario o GRES PORCELLANATO.
Questa denominazione, stabilita dalle norme FECS (Federation Europeenne
Ceramique Sanitarie) è entrata nell'uso comune per indicare i prodotti già noti
come FIRE CLAY o come gres porcellanato.
Il termine gres è, in questo caso, improprio poiché sottintende un prodotto
greificato o vetrificato; il gres sanitario è invece costituito da una massa
porosa, di colore giallo grigio, protetta da due strati impermeabili (vernice e
ingobbio) tenacemente compenetrati in seguito alla cottura ad alta
temperatura; tale materiale risulta adatto per la fabbricazione di apparecchi
sanitari quali grandi lavelli, piatti per doccia, vasche da bagno, ecc.;
le caratteristiche del gres sanitario sono stabilite dalle norme UNI n. 4542 e
4543.
MODULO
I LATERIZI
Prodotti a pasta compatta.
Appartengono a questo gruppo le porcellane, i grès, il klinker e gli smalti ceramici.
Pasta
compatta
Grès comuni
Grès fini
Porcellane
Le porcellane.
Si indicano con questo termine i prodotti ceramici piùpregiati i quali vengono fabbricati
a partire da miscele di caolino, quarzo e feldspato cotte fino a completa vetrificazione. Per
alcuni tipi di prodotti, cui sono richieste caratteristiche particolari, alla miscela iniziale
vengono aggiunte altre materie prime quali alluminio, talco, ecc..
MODULO
I LATERIZI
Prodotti a pasta compatta.
Gres. Il gres è un prodotto parzialmente vetrificato ottenuto dalla cottura di
miscele di argilla, quarzo e feldspato; si differenzia dalle altre ceramiche in
quanto, oltre ad essere solo parzialmente vetrificato, non è poroso e si
presenta opaco e a pasta meno bianca rispetto alle altre ceramiche. A
seconda delle materie prime utilizzate il gres si distingue in comune e fine;
trova impiego nelle pavimentazioni e rivestimenti murali, nei rivestimenti
antiacido, per la fabbricazione di oggetti artistici e come materiale per
fognature.
TUBI GRES
Gres
MODULO
I LATERIZI
Prodotti a pasta compatta.
Gres per edilizia. Questo tipo di gres che si presenta compatto e di colore rosso
cupo, si prepara a partire da argille ricche di ossidi di ferro cotte tra 1000 e 1200
°C; viene utilizzato per fabbricare piastrelle per pavimenti di locali industriali o
locali di servizio. I formati più comuni per le piastrelle in gres sono: 10 x 10, 7,5 x
15 e 10 x 20; la superficie è in genere non smaltata. Le piastrelle in gres possono
essere classificate in prima e seconda scelta in base alla uniformità di colore e
delle dimensioni.
Gres per fognature. Questo tipo di gres si prepara a partire da argille contenenti
elevate quantità di ossidi di ferro, che vengono cotte alla temperatura 1280 °C
circa; i prodotti ottenuti assumono un caratteristico colore rosso bruno. Prima che
la cottura si completi il gres per fognature viene ricoperto, affinché le superfici
risultino del tutto lisce, usando un sistema detto salatura, che prevede la
vaporizzazione nel forno del cloruro di sodio (sale da cucina); i prodotti così
ottenuti devono possedere alcune caratteristiche quali resistenza agli acidi,
durezza, ecc. che li rendano idonei all'impiego per condutture o rivestimenti a
contatto con fognature e liquidi di scarico ad azione corrosiva.
MODULO
I LATERIZI
Altri prodotti.
Klinker.
Il Klinker è un tipo particolare di
prodotto vetrificato in quanto è
completamente sinterizzato, con
struttura uniforme ed omogenea,
resistente, duro, non attaccabile dagli
agenti chimici ed atmosferici.
Si ottiene da argille fortemente
refrattarie cotte a 1200 °C circa;
durante la cottura la temperatura viene
fatta salire lentamente, in seguito il
prodotto rimane per alcuni giorni alla
temperatura massima per consentire
una sinterizzazione completa, quindi
viene raffreddato lentamente.
MODULO
I LATERIZI
Altri prodotti.
Klinker.
Il klinker trova impiego nella fabbricazione di mattoni
e di mattonelle per pavimentazione (di
marciapiedi, di officine, per coperture soggette ad
elevati carichi o ad usura o all'azione di agenti
chimici) ed inoltre per il rivestimento esterno di
fabbricati.
Appartengono a questo gruppo le piastrelle per
pavimenti comunemente note con il termine
Monocottura; queste si ottengono cuocendo a 1300
°C circa miscele di argille e feldspati opportunamente
additivate con coloranti. La monocottura si trova in
commercio nella versione a superficie smaltata e
presenta quale caratteristica peculiare l'elevata
resistenza all'azione del gelo.
MODULO
I LATERIZI
CARATTERISTICHE FISICO-MACCANICHE DEI
LATERIZI
MODULO
I LATERIZI
Peso di volume
È il peso dell’elemento nella sua interezza, cioè
con tutto ciò che lo compone. È, quindi,
funzione della qualità dell’argille, della porosità
e dal modo di produzione (ad es. una maggiore
porosità implica una maggiore quantità di
interstizi vuoti e, quindi, un peso volume
minore)
CT
Conducibilità termica
Il laterizio ha una buona coibenza termica.
La CT è il calore che passa in 1 ora attraverso
1mq di parete con spessore di 1mt e per un
tra le due facce di 1°C si indica con
T
è il coefficienti di conducibilità termica (Kcal/
h · m · °C oppure in W/m · °C
MODULO
I LATERIZI
Porosità
Un buon grado di porosità è elemento
positivo in quanto permette alla muratura
di “respirare”
Il grado di porosità del laterizio si misura
attraverso l’essiccamento fino a che esso
assume un peso costante. Quindi si
immerge in acqua per 48 ore. La
quantità di acqua assorbita, espressa
il percentuale del peso, deve essere
compresa tra l’8% e il 28%
Imbibizione
È correlata alla porosità del materiale
ed indica la capacità di questo ad
assorbire acqua
Il fenomeno fisico della capillarità ha origine dalle
forze di adesione che si stabiliscono in un vaso di
dimensioni ridotte (capillare) tra il liquido in esso
contenuto e le pareti del vaso stesso; il liquido che
mostra affinità per le pareti di un vaso capillare risale
spontaneamente il capillare come sospinto da una
pressione capace di sostenere la massa d'acqua in
contrapposizione alla forza di gravità. L'altezza
massima di risalita capillare dipende dalla dimensione
dei pori del materiale. Di norma la risalita capillare
reale nei pilastri isolati è pari all'incirca allo spessore
del pilastro; nei muri perimetrali varia da circa 2 a circa
5 volte lo spessore del muro; nei muri di spina è pari a
circa 2-6 volte lo spessore del muro.
provino
assorbimento
Acqua distillata
In particolare il laterizio assorbe
acqua per capillarità a contatto con
una superficie umida o liquida
MODULO
I LATERIZI
Impermeabilità
Ovvero la capacità a non lasciarsi attraversare dall’acqua. È particolarmente
importante per gli elementi di copertura. La prova si effettua utilizzando il
laterizio a mo’ di base per un contenitore di acqua. L’immersione dura 24 ore;
in tale tempo il laterizio non deve lasciar passare acqua.
Gelività
È correlata alla porosità del materiale. La prova viene eseguita attraverso
almeno 20 cicli in cui il materiale, imbevuto di acqua, passa da temperature di
+35°C a -10°C. alla fine della prova il campione deve risultare integro
MODULO
I LATERIZI
DIFETTI DEI LATERIZI
INCLUSIONI CALCAREE
Molto insidiose sono i noduli di ossido di calcio che possono formarsi
durante la cottura del materiale e che, a seguito di assorbimento di acqua,
possono gonfiarsi e danneggiare il materiale.
Efflorescenze
Macchie dovute a sali solubili per effetto dell’umidità.
È possibile eliminare le efflorescenza mediante lavaggi con getti di acqua e
spazzolatura
INCLUSIONI FERRO
Non molto frequenti ai nostri giorni, ma molto dannose sia dal punto di vista estetico
che per l'integrità meccanica, sono le inclusioni di ferro che possono manifestare
gravi rigonfiamenti e frantumazioni.
MODULO
I LATERIZI
DIFETTI DEI LATERIZI
DELLE DIMENSIONI
- LUNGHEZZA nel senso dei fori
- DELLE ALTRE DUE DIMENSIONI
- DELLO SPESSORE PARETE
DELLA FORMA
- PLANARITA' delle facce
- RETTILINEITA' degli spigoli
- ORTOGONALITA' fra gli spigoli
- PERCENTUALE foratura
- MASSA VOLUMICA
- DENSITA' apparente
COMPORTAMENTO ALLE AZIONI IGROTERMICHE
ó ßÍÍÑÎÞ×ÓÛÒÌÑ
ó ÝÑÛÚÚ×Ý×ÛÒÌÛ ×ÓÞ×Þ×Æ×ÑÒÛ
ó ÙÛÔ×Ê×Ìßù
ó ÐÑÎÑÍ×Ìßù
MODULO
I LATERIZI
Caratteristiche meccaniche
Resistenza a compressione
Fondamentale per i laterizi impiegati
come strutture portanti.
Per i mattoni pieni si divide in due il
mattone, ottenendo due porzioni che
vanno unite mediante pasta di cemento
Dopo 7 giorni di stagionatura e
spianamento delle facce si procede
alla prova di compressione con un
carico di 20Kg/cmq per secondo.
La prova si esegue su 4 provini secchi
e 4 imbibiti di acqua.
Il valore di rottura è dato dalla media
dei 3 risultati più omogenei.
Il valore ottimale è pari a 25 N/mmq
(pari a 250 Kg/cmq)
MODULO
I LATERIZI
Caratteristiche meccaniche
Resistenza a compressione
.
Per i mattoni forati la prova va fatta
sull’intero pezzo spianando le due
facce con malta di cemento
MODULO
I LATERIZI
Caratteristiche meccaniche
Resistenza a flessione
.
Per i mattoni la prova consiste nel
sottoporre i campioni, appoggiati agli
estremi su due coltelli arrotondati,
all’azione di un carico trasmesso in
mezzeria
MODULO
I LATERIZI
Caratteristiche meccaniche
Prova d’urto
In generale il laterizio è fragile.
Per le tegole la prova si effettua facendo cadere una sfera di ghisa di 1Kg da
una altezza di 10cm, aumentando l’altezza via via di 5 cm fino alla rottura
Prova di usura
Può essere effettuata tramite un disco abrasivo rotante (tribometro) ottenendo
un coefficiente di abrasione (pari ad un percorso di 1000 mt); per i laterizi il
coeff. È apri a 1,5 mm
Prova a getto di sabbia a pressione della durata di 2 minuti
Prove di durezza
La prova si effettua con il metodo Brinell con penetratore sferico in acciaio
Il carico applicato raggiunge gradualmente i 32,5 Kg e la prova dura 30 sec.
La durezza è calcolata in funzione della profondità dell’impronta e come valore
medio di 20 prove
MODULO
I LATERIZI
I MATERIALI CERAMICI
MODULO
I LATERIZI