La normativa trasfusionale in Italia

La normativa Trasfusionale
in Italia
Prof. Nicola Scarpato
Direttore Struttura Regionale di Coordinamento Sangue
Regione Campania
Direttore DAI Medicina Trasfusionale AOU Federico II Napoli
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RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE COMPORTAMENTI COLPOSI
COLPA GENERICA
− NEGLIGENZA
− IMPRUDENZA
− IMPERIZIA
Occorre verificare il nesso di
causalità tra azione medica
e danno a carico del
paziente
COLPA SPECIFICA
INOSSERVANZA DI LEGGI,
REGOLAMENTI, ORDINI O
DISCIPLINE derivanti da fonti
giuridiche
E’ punibile anche se da essa
non è scaturito alcun danno
per il paziente
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“porre in essere atteggiamenti, manovre, procedure, che
secondo la migliore letteratura, vengono definite rischiose e
pericolose per la salute del paziente” (Cass. Pen., sez.IV, 11
gennaio 1995, n.4385)
“il professionista non è preparato abbastanza per affrontare con la
dovuta attenzione e perizia, il caso concreto, per non essere
stato mediamente diligente nella pratica e nel bagaglio
professionale” (Cass. Civ., sez.III, 12 agosto 1995, n.8845)
“mancanza di conoscenze scientifiche, adeguati aggiornamenti
della tecnica e della dottrina, nella mancanza di conoscenze
specifiche e necessarie all’esercizio della professione” (In questi
casi viene applicato l’art. 2236 c.c)
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NORME
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Donazione di sangue o di
emocomponenti
Una donazione di sangue è un’offerta
gratuita di sangue intero o di specifici
emocomponenti,
previo
consenso
informato e verifica dei requisiti fisici
del candidato donatore.
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Accoglienza e identificazione del
candidato donatore
L’accoglienza e l’identificazione del
candidato donatore deve avvenire nel
massimo rispetto della privacy, in
genere è affidata al personale
infermieristico o medico.
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I donatori si distinguono in
occasionali e periodici
Donatori occasionali
coloro che si sottopongono alla
donazione in modo sporadico, per
diversi motivi, ad esempio per la
necessità trasfusionale di un parente
Donatori periodici
coloro che sono iscritti ad un gruppo
donatori, afferente ad un SIT, e
donano ad intervalli regolari
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LA DONAZIONE
NON DEVE RECARE DANNO
NE’ AL DONATORE
NE’ AL RICEVENTE
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Atto medico atipico
 Il salasso a scopo di donazione è un atto medico
atipico poiché, scevro da finalità terapeutiche sul
soggetto (donatore), esercita i suoi effetti su terzi
(ricevente).
 Tale atipicità determina l’obbligo sia di
proteggere la salute del donatore sia di esercitare
la tutela del ricevente.
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Professione ed aggiornamento
Il presupposto fondamentale di un corretto
comportamento professionale è una buona
formazione
e
la
padronanza
delle
conoscenze e delle tecniche necessarie per
l’adeguato esercizio dei compiti assegnati.
Pertanto
è
richiesto
un
costante
aggiornamento
per
applicare
con
immediatezza le conquiste del progresso
scientifico anche quando la norma si adegua
più lentamente.
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Criteri di selezione e di esclusione (Legge 107-1990, D.M.
25 gennaio 2001, D.M. 3 marzo 2005)
In Italia, l'idoneità alla donazione di sangue intero e di ogni singolo
emocomponente è attualmente attribuita in base a quanto previsto
dal DM 3 marzo 2005.
La visita medica, prevista dal D.M., è finalizzata all’accertamento
dell’idoneità alla donazione e prevede:
−
−
−
−
−
anamnesi
esame obiettivo
accertamento dei requisiti fisici
giudizio di idoneità
acquisizione del consenso informato
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Anamnesi
L’anamnesi è raccolta tramite il questionario previsto dal
D.M. 3 marzo 2005 ed il colloquio medico.
 Il candidato donatore deve essere informato della possibilità di
trasmettere, donando sangue intero o soltanto alcuni
emocomponenti, talune malattie (epatiti, AIDS, sifilide).
 Il candidato donatore deve essere richiamato alla propria
responsabilità nei confronti del ricevente ed invitato ad astenersi
dalla donazione qualora fosse incorso in comportamenti a rischio.
 Lo scambio di informazioni tra donatore e medico richiede la
massima riservatezza.
 Il medico deve accertarsi che il donatore abbia compreso le
domande sullo stato di salute ed i criteri di esclusione.
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Criteri di protezione del donatore
Preliminarmente alla donazione il medico responsabile della
selezione verifica (tenendo conto del tipo di donazione) i seguenti
requisiti:












Età del donatore
Peso del donatore
Emoglobina pre-donazione
Conta delle piastrine pre-donazione
Conta globuli bianchi
Protidemia
PT e PTT
Pressione arteriosa
Frequenza cardiaca
Calo ponderale
Intervallo minimo fra due donazioni
Numero massimo di donazioni annuali consentito
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IL PANORAMA NAZIONALE ED EUROPEO
Riferimenti Legislativi
•Legge 219/05
•DL 261/2007
•DL 191/2007
Un paziente, ovunque si trovi in Europa,
ha diritto a ricevere
un trattamento terapeutico
efficace, sicuro, standardizzato, in qualità
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TERMINI DI ADEGUAMENTO
Chi non raggiunge gli
standard previsti dalla norma, non può
scambiare emocomponenti alla pari
31/12/2014
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LA SITUAZIONE ATTUALE
Nuovi donatori per mantenere autosufficienza
MA
• Popolazione presenta un’alta incidenza di infezioni virali
(endemia)
• Immigrazione residuale in condizioni di promiscuità ed a precarie
condizioni igieniche
Aumento prevalenza della positività per malattie
infettive trasmissibili
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LA REGIONE CAMPANIA: I PUNTI CRITICI
• Ridotta efficienza Sistema Trasfusionale
Elevato
numero
di ST
Indice basso
donazioni/
abitante
Scarsa
produttività
Migrazio
ne
sanitaria
Malattie
infettive
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LA PREMESSA
1. Procedere ad una attenta analisi dell’assetto
complessivo e degli indici che lo
caratterizzano
2. Trasformare le attuali non conformità in
opportunità di miglioramento
3. Delineare un programma di interventi che ci
porti nell’arco di un triennio a modificare
significativamente gli attuali indicatori
negativi che contraddistinguono la nostra
Regione
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IL PIANO D’AZIONE
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OBIETTIVI STRATEGICI
• Normalizzare il livello di sicurezza del
sangue e degli emocomponenti prodotti
nella rete trasfusionale regionale nei
riguardi delle malattie infettive
trasmissibili.
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OBIETTIVI STRATEGICI
• Applicare i requisiti minimi strutturali,
tecnologici e organizzativi di cui
all’Accordo Stato Regioni 2010 e le linee
guida per l’accreditamento DL 219/2005
nei ST e nelle UdR gestite dalle
Associazioni
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OBIETTIVI STRATEGICI
• Realizzare l’accreditamento istituzionale
dei ST e delle UdR in conformità ai
requisiti di cui all’Accordo Stato Regioni
ed alla Legge 219/2005
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OBIETTIVI STRATEGICI
• Razionalizzare, mediante idonea
riprogrammazione, l’assetto organizzativo
della rete trasfusionale regionale al fine di
garantire un più elevato livello di sicurezza,
qualità e standardizzazione degli
emocomponenti e delle prestazioni erogate, e
produrre economie di scala a vantaggio della
complessiva efficienza del sistema
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I PROTAGONISTI
Per programmare le necessarie modifiche,
attuarle e verificarne i risultati raggiunti
occorre SINERGIA tra:
• Operatori dei ST
• Associazioni di volontariato
• Struttura Regionale di Coordinamento
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FINALITA’
Aumentare l’efficienza complessiva del
Sistema Trasfusionale Campano
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IL PROGRAMMA OPERATIVO
1. Indispensabile definire le strategie più
opportune per ridurre al minimo il
rischio di arruolare come potenziali
donatori soggetti portatori di agenti
virali.
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IL PROGRAMMA OPERATIVO
2. Recepire e applicare Accordo StatoRegioni su Requisiti minimi strutturali,
tecnologici ed organizzativi, sia per i ST
che per le Unità di raccolta fisse e
mobili. Formazione permanente del
personale
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IL PROGRAMMA OPERATIVO
3.Implementare un sistema qualità da
vena a vena (donatore – paziente)
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IL PROGRAMMA OPERATIVO
4.Razionalizzare il n° di ST esistenti
Concentrare le attività per competenza
Motivare gli operatori dei ST
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PRODUZIONE E USO DEGLI
EMOCOMPONENTI
• Mantenere l’autosufficienza
• Aumentare l’attività COBUS
• Incrementare la produzione del plasma
• Ridurre l’uso clinico del plasma
• Ridurre il consumo di albumina
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LE FORMULE VINCENTI
 + EFFICIENZA
 - COSTI
 + QUALITÀ
= Vantaggi notevoli e duraturi per tutti
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OPPORTUNITÀ DI CRESCITA
L’analisi degli indici della Regione Campania ci
colloca attualmente in una zona grigia del
panorama nazionale, che non è adeguata nè
alle nostre tradizioni nè alle nostre capacità.
Abbiamo i mezzi e la cultura necessari per
migliorare ed adeguarci allo sforzo che l’Italia
sta compiendo per restare in Europa.
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UN MODELLO DA ESPORTARE
Solo con il convinto contributo di tutti gli attori,
il Sistema Trasfusionale Regionale può cogliere
questa irripetibile occasione per recuperare
efficienza e qualità, con la certezza che, da
una azione sinergica di tutti i protagonisti e
abbandonando ogni pregiudizio, deriveranno
non solo vantaggi per pazienti, donatori,
operatori e Istituzioni, ma anche un modello di
organizzazione da esportare.
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Grazie
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