He`s my Vampire 06

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Dollaro. Un grande punto interrogativo
Qualcosa sembra sfuggire, in questi giorni, agli occhi di noi comuni mortali. Dopo numerosi anni, il target
del 6,5 così tanto ambito dalla Fed, sul tasso di disoccupazione, è stato ieri folgorato nettamente. In un
contesto di normalità la reazione del Dollaro e dei Titoli di Stato sarebbe dovuta essere completamente
diversa da quanto realmente accaduto. Infatti, a fronte di un tasso di disoccupazione inferiore al 6,5, le
attese per un ristringimento della liquidità avrebbero dovuto portare ad acquisti sul biglietto verde e a
vendite massicce sui T-Bond.
Comportamento Dollaro nella giornata del 2 maggio
Comportamento T-Bond nella giornata del 2 maggio
Incredibile la correlazione dei due. E’ chiaro a tutti quindi che qualcosa di anormale sta accadendo in
termini finanziari.
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Perché si vende Dollaro e si compra T-Bond nonostante la dinamica economica direbbe il contrario?
E’ lecito pensare che il mercato imputi questo dato sull’occupazione, solo ed esclusivamente al
miglioramento delle condizioni metereologiche, mentre più preoccupante è sembrato il vistoso calo del Pil,
nettamente inferiore alle aspettative.
Vengo subito al dunque:
Per me sta nascendo un problema Dollaro
Questo è il grafico che misura la forza tra il cross Eurusd e il T-Bond. Un ciclo rosso, come quello visto fino a
metà 2012, indica una maggior fiducia nell’area Usa, in quanto una discesa dei bond viene nettamente
compensata da una rivalutazione del Dollaro. Al contrario oggi, o meglio dalla seconda metà del 2012, sta
succedendo che nonostante il T-Bond sia ben comprato, la sua ascesa non riesce a compensare la
svalutazione del Dollaro contro Euro. Detto in parole molto semplici: fuga dal Dollaro.
Ah, dimenticavo
Il tutto infatti è perfettamente condito da una Fed che da mesi sta diminuendo gli aiuti. Figuriamoci quale
sarebbe stato il potenziale in caso di proseguimento del QE a ritmi di quelli avuti nel 2013?
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La realtà è che l’America ha conseguito una ripresa economica ad un prezzo troppo alto. L’attivo della Fed
in questi ultimi 5 anni è quadruplicato, essendo solo secondo al Giappone, il quale non sta certo vivendo un
afflusso di capitali dall’esterno (svalutazione-perdita di fiducia valuta). La moneta di carta stampata è così
tanta che eventuali dati positivi in termini economici sono piccole gocce in un Oceano.
Inoltre se guardiamo alla Fed facendo un esame del passato non possiamo certo premiarla per la sua
credibilità.
Nel frattempo il Mondo non sta fermo
Il clima geopolitico sembra farsi sempre più caldo. Gli accordi di Ginevra di appena due settimane fa, sulla
questione Russo-Ucraina sembrano volatilizzati nel nulla. Le ultime notizie proveniente da quell’area
mostrano un aumento verticale della tensione, che prima o dopo sfocerà in un intervento alla luce del Sole
della Russia stessa. Di fronte a questa situazione gli Usa non possono spingersi oltre certi limiti, mentre
l’Europa si trova in una posizione imbarazzante.
E’ chiaro che un aumento della tensione in Ucraina avrebbe conseguenze altamente negative sull’economia
occidentale.
Basti pensare che le principali aziende stanno già facendo pressione sulla Merkel, affinché ammorbidisca il
suo atteggiamento nei confronti della Russia. La Germania stessa non è certamente indipendente dal gas
proveniente da quell’area. Solo il fatto di un aumento del costo energetico, basterebbe per spazzare via
quei margini conseguiti in questi anni dalle multinazionali tedesche, senza tener conto che le vendite in
territorio russo sono quelle che presentano un maggior valore aggiunto.
Un rallentamento dell’economia globale si farebbe maggiormente sentire per quei paesi che hanno speso
molto in questi anni in termini di incentivi, come ad esempio gli Stati Uniti. Quale sarebbe l’atteggiamento
del mercato sul Dollaro se dopo 5 anni di sforzi, ci troveremo nuovamente a punto e a capo? La Fed
dovrebbe ripensare nuovamente la sua politica?
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Oltretutto, a conferma che qualcosa sta cambiando a livello mondiale è mostrato dalle esportazioni Usa,
che da mesi risultano in decrescita nonostante un cambio maggiormente competitivo.
Ovviamente non sto a commentare il grafico di cui sotto
Sono consapevole che un dato non basta a stravolgere il quadro della situazione, ma è doveroso
sottolineare che sono troppe le coincidenze con gli interventi monetari della Fed. Essa stampa e il Pil cresce.
Rallenta e l’economia ricade nel buio.
E fortuna vuole che fino ad oggi, gli ultimi 5 anni sono stati vissuti all’insegna di una situazione geopolitica
relativamente tranquilla.
Ecco qua delle definizioni che mi sento di dare
Il Dollaro: un rifugio di altri tempi
Le banche centrali: troppo sicure della loro onnipotenza
I risparmiatori: disinformati, privi di memoria e poco lungimiranti.
Le banche: antisociali.
Le commodity: un mezzo di scambio reale
L’economia attuale: un modello non sostenibile e pertanto fortemente vulnerabile.
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IL PUNTO SULL’EUROPA
La prossima settimana vedrà inoltre la riunione della Bce, prevista per l’8 maggio, con tanto di conferenza
di Mario Draghi.
Secondo gli addetti ai lavori, l’inflazione depurata dalle componenti energetiche sta salendo in linea con le
previsioni del governatore, ragione per la quale non ci sarebbero motivi per prendere nell’immediato,
misure straordinarie.
Tuttavia anche in questo caso i mercati hanno espresso una dinamica totalmente contraddittoria, facendo
registrare nuovi massimi ai Titoli di Stato a lunga scadenza. E pensare che se ad inizio anno stavi
scommettendo sul Bund o su tassi decennali eri considerato da neuro.
Qualcosa di misterioso pertanto sembra nascondersi nello strano andamento dei Titoli di Stato.
Del resto va anche detto che ci stiamo avvicinando alle elezioni europee, e benché alcuni tecnocrati
sostengono che la volontà popolare è ininfluente ai fini del destino Ue, sarà altamente importante
osservare il grado di euro scetticismo fra gli elettori. C’è chi parla di un 30% e benchè tale soglia sia già di
per sé allarmante, avremo delle amare sorprese. Basti pensare ai sondaggi francesi e italiani per non
parlare dell’ascesa di AfD in Germania.
Tornando alla questione Bce, la delusione della volta scorsa è da ricercare nei tempi di attuazione su un
probabile QE. Qualora fosse anche necessario infatti, per mettere a punto il tutto se ne riparlerebbe alla
fine del corrente anno. Insomma, non proprio un esempio di dinamicità della nostra Banca Centrale.
Nonostante ciò BUND UBER ALLES
Tassi sempre più vicini allo zero. Prestare soldi per niente. Più sicuri sotto il mattone. Oro venduto da 3 anni
dai piccoli risparmiatori, mentre Cina & co rastrellano. Riflettiamo su queste realtà oggettive.
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ANALISI QUANTITATIVA
I MIGLIORI ETF
I PEGGIORI ETF
Questa settimana spiccano fra gli etf la debolezza del Crude Oil e del CRB. Rimangono invece fra i migliori il
coffee e il Natural Gas. Balzo inoltre della Turchia fra gli etf azionari. I segnali sembrano favorire un
miglioramento di questo mercato. In particolare in questi giorni è da registrare un progresso della Lira
Turca, scesa in area 2,90 contro Euro da 3 di qualche settimana fa. Qualche investitore quindi sembra
iniziare a diversificare maggiormente in favore di qualche emergente rimasto per troppo tempo trascurato.
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CLASSIFICA SETTORI
Nella lateralità del mercato prosegue l’alternanza fra i vari settori senza far sì che vi sia una prevalenza di
uno specifico. Questa settimana si registra un balzo di quello delle telecomunicazioni, mentre perdono
forza food&beverage e utility, insieme ad auto e beni di consumo.
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VALUTE
Anche questa settimana troviamo ai primissimi posti la Sterlina. L’Euro mostra sempre segni di forza.
Alla prossima
La performance del passato non è indicativa di uguali rendimenti nel futuro. Questo report non
rappresenta una sollecitazione a comprare quote di Fondi di Investimento o di qualsiasi altro strumento
finanziario, né un servizio di consulenza, ma solo un servizio di elaborazione ed analisi di dati storici di
strumenti finanziari.
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